La verità degli occhi, Addestramento avanzato per Akane Uchiha

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view post Posted on 12/5/2014, 09:47     +1   -1
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Il ticchettio incessante dei macchinari, adibiti al controllo dei suoi parametri vitali, era fastidioso e, secondo alcuni, forse anche superfluo. Il trapianto era andato a buon fine, eppure i medici avevamo insistito perché rimanesse in ospedale per un altro giorno.
Akane non ne comprendeva bene il motivo, di tale scelta; forse i medici temevano un eventuale rigetto dei bulbi oculari trapiantati, ma il fatto che questi fossero appartenuti alla sua, ora defunta, sorella, dovevano ulteriormente abbassare questo rischio.
E ora stava li, distesa sotto quelle lenzuola bianche leggere, in quella stanza bianca, quando aveva del lavoro da sbrigare.
Era l'Hokage, dopotutto, non poteva prendersi il lusso di perdere tempo prezioso in inutili sciocchezze, specie quando la situazione, sia nel villaggio che fuori, era tanto critica.
Stava bene, i suoi occhi funzionavano, riusciva a vedere, allora perché rimanere li ad aspettare, solo i Kami sapevano cosa?


||GdR Off|| Post libero, se non per l'ambientazione: sei ancora in ospedale, il giorno dopo l'intervento. Se vuoi inserire NPG per chiacchierare di bazze varie, liberissima di farlo, però, ad un certo punto, guardando una delle pareti bianche della stanza, scorgi, di sfuggita, un'ombra a te vagamente familiare, ma che al momento non riesci a riconoscere. Così come ti è apparsa, sfuggente è sparita, e sembra che Akane sia l'unica che l'abbia effettivamente scorta.
Direi di aver detto tutto. Nel caso di dubbi o qualsiasi tipo di bazza, sai dove contattarmi. Bella vez!
||GdR On||
 
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view post Posted on 13/5/2014, 00:25     +1   -1
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GdROff//continua da qui //GdROn

*Dopo l'esperimento azzardato in quella stanza d'ospedale era calato il silenzio più assoluto. Hachi non aveva osato aprire bocca e terminato di sigillare le fiamme nere finì per allontanarsi lasciando l'Hokage con le sue ferite e i suoi pensieri; circa un'ora dopo lei trovò pace nel sapere ormai sua sorella nell'aldilà e magari riunita al vecchio Daiki e alla madre. Quando poi i piccoli pugni di Hikari batterono alla porta non sembrò contrariata come le volte precedenti all'operazione e anzi, stiracchiandosi ben bene accolse il bambino sul letto e rimase a lungo ad osservare i suoi riccioli d'oro e quel naso buffo.*

"C'è puzza, si anche ma di bruciato. Ok!"

*Non erano i farmaci a infastidire le sue narici ne odori di sorta e quando capì a cosa si riferisse lo invitò ad aprire la finestra. Servizievole di buona lena il piccolo scese goffamente dal letto e si avviò verso la finestra, due salti o tre e poi andò in cerca di una sedia su cui arrampicarsi. Ignorando i bip che sarebbero seguiti al nuovo strappo dato agli aghi tolti, Akane si alzò piano e vedendo il piccolo in difficoltà andò in suo aiuto, non era il caso che cadesse e si facesse male anche se erano in una struttura ospedaliera. Con calma quindi si avvicinò alla fonte di quei rumori di tende e bastoncini che oscillavano e lo prese in braccio, un allungo ed aria pulita prese a fluire tra quelle quattro mura. La vista che poteva godere da li non era minimamente paragonabile con quella del suo studio ma essendo il primo sguardo sul mondo esterno dopo la cecità non le pareva vero: espirò entusiasta mentre stringeva tra le braccia il figlio e si perse a lungo tra le fronde del cortile alberato e le strade frequentate da medici e pazienti in uscita.
- Dopo poco i medici erano tornati in camera allarmati dai suoni delle macchine e stanchi per la paziente difficile cercarono di convincerla a tornare a letto. Era frustrante ma pareva non potesse andare diversamente - non certo senza qualche aiuto - e questo arrivò solo l'indomani tramite Hachi, il suo fidato stratega nonchè capo medico. Lo Yamanaka si presentò infatti la mattina seguente con la capigliatura decisamente più in ordine e con tra le mani scartoffie varie che non potevano aspettare. Akane fu contenta di vederlo di nuovo in forma ma in parte non potè che darsi la colpa per la stanchezza e lo stress che avevano dovuto affrontare lui e Shinichi. Cercando di non pensarci prepararono il necessario e si misero quindi seduti su un piccolo tavolino nell'angolo, una bevanda calda in caso di necessita e dei cuscini dietro la schiena.
Impugnando nuovamente la penna l'Uchiha fu ben lieta di leggere con i suoi occhi il contenuto di quelle pergamene e commentò senza ritegno.*


"Era ora, così ci risparmiamo entrambi l'imbarazzo nel passarci inutilmente questi fogli e torni ad ascoltare invece che a leggere. "

"Come un tempo, è lei l'oratrice, io so ascoltare e mi riesce molto meglio lo sa. "

"Mh..?"

"Cosa?"

"..l'hai visto anche tu? "

"Ehm no, se vuole facciamo una pausa e torno più tardi.."

(devo essermelo immaginato, eppure..)

*Intenta a leggere alcune righe su rapporti dell'operato in guerra di alcuni shinobi Akane fu certa di aver visto qualcosa scivolare tra quelle pareti, proprio alle spalle di Hachi era passata una figura familiare ma non ben definita. Chiese anche al suo interlocutore ma nulla, era di spalle e anche se si voltò a controllare la sua perplessità parlava chiaro. Forse l'aveva immaginato e non c'era da preoccuparsi o gli occhi erano già affaticati e iniziavano a giocare brutti scherzi. Scacciando l'ansia sbloccò anch'ella lo sguardo dal vuoto delle pareti candide e lasciò che si poggiassero sulle pergamene ocra e che ora parlavano di una richiesta di conio sonante.*

 
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view post Posted on 14/5/2014, 17:01     +1   -1
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Come si suol dire: se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto, però si trovavano comunque in un ospedale e, a ricordarlo, ecco che sopraggiunse un'infermiera. Mussò delicata alla porta, per poi entrare, guardando le persone nella stanza.

Scusi per il disturbo, signorina Akane, ma dobbiamo farle alcuni esami, prima di dimetterla.

Attese che l'Hokage le disse il suo benestare, per poi entrare nella stanza, spingendo dentro una sedia a rotelle. A quanto pare l'avrebbe scorrazzata in giro per l'ospedale.

Venne quindi condotta in una nuova stanza, il cartello all'ingresso recante la scritta "Oculista".
Al suo interno un medico l'aspettava, col camice bianco e il capello leggermente brizzolato. Si mostro estremamente cordiale e professionale, mentre faceva i soliti controlli di routine: valutò la sua capacità visiva con l'ausilio di una lavagna luminosa, sulla quale erano stampate lettere di dimensioni diversi, controllò la reattività delle pupille agli stimoli luminosi, e il tutto sembrava andare per il meglio.

Bene signorina Akane, abbiamo quasi finito. Poggi il mento qui e guardi dritto davanti a se. Devo controllare l'integrità dei nervi ottici...

Era un macchinario abbastanza complesso, con una forcella imbottita su cui posare il mento e una fascia su cui far poggiare la fronte. Il medico le sistemò con cura il viso della donna, per poi mettersi all'altro capo del macchinario, munito di tastiera e monitor.

Guardi dritto davanti a se. Appena vede un pallino rosso lo fissi. Ci sarà un pò di fastidio per la luce pulsante, ma è tutto normale.

Una strana lente si avvicinò ai suoi occhi, a turno, sparandole contro una luce fastidiosa.
Quando ebbero finito, nonostante battesse le palpebre, continuava a vedere il riverbero della luce, macchie iridescenti che la infastidivano. Una di queste, in particolare, le parve simile all'ombra intravista nella sua stanza, qualche momento prima.

Bene, direi che i suoi occhi funzionano perfettamente. Bisognerà solo verificare che lo Sharingan funzioni correttamente, ma non sono un esperto, per quanto riguarda la vostra doijutsu. Le darò un collirio da mettere durante il giorno e bla bla bla.

Il dottore parlava, parlava, ma l'attenzione della donna era completamente rivolta a quell'ombra evanescente, ancora leggermente iridescente. Stava pian piano definendosi in una forma vagamente femminile, mentre una eco lontana riecheggiò in un angolo remoto della sua mente.

Che cosa hai fatto? Come hai potuto fare questo?

Ma il tocco di una mano sulla spalla la fece sobbalzare. Il medico la guardava ora con sguardo preoccupato.

Signorina Akane, sta bene? E' diventata pallida...

Un senso di inquietudine si impadronì di lei, specie quando si accorse che quell'ombra era nuovamente sparita.
 
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view post Posted on 15/5/2014, 00:14     +1   -1
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*Stando agli ultimi aggiornamenti del chirurgo il giorno delle sue dimissioni dall'ospedale era ancora lontano eppure non passò molto tempo dalle ultime lamentele fatte che un'infermiera si presentò nella stanza dove riposava. Educatamente disse di doverle fare degli esami e aggiunse che in seguito l'avrebbero dimessa - non subito certo - a giorni, ma l'ottica sembrava essere già cambiata e i tempi d'attesa abbreviati considerevolmente. Tuttavia non era certa fosse un membro dell'equipe legata alla sua operazione, si era messa a parlare liberamente fuori dalla porta quindi o era poco sveglia o credeva che a nessuno importava delle direttive date sulla segretezza della sua guarigione; come sconsolata l'Uchiha battè il palmo della mano sulla fronte e poi in tutta risposta fece cenno ad Hachi di controllare la sua identità prima di affidarsi alle sue cure. Quel gran pezzo di donna a detta del capo medico era stata in sala per un lavoro di routine, sterilizzazione del materiale medico precisò, era stata messa in guardia sulla sua richiesta e di fatti non aveva parlato troppo - era Akane ad essere troppo puntigliosa su quel punto - appuntò l'uomo.*

"Sto diventando paranoica eh.."

*Quando poi l'infermiera si offrì di accompagnarla per i corridoi dell'ospedale su una sedia a rotelle fu però l'ultima goccia. Non era stato già abbastanza farsi accompagnare in ogni dove in quegli ultimi tempi, ora doveva farsi vedere vulnerabile anche in ospedale? Controvoglia e confusa sul da farsi posò le pergamene che aveva tra le mani e affidandone la custodia allo Yamanaka si allungò a prendere la benda. Cosa le stava capitando, era stata lei a volere quella segretezza e ora non voleva collaborare con i medici, era troppo infantile e quindi mettendosi nei panni dei professionisti che le avevano permesso di riaprire gli occhi si costrinse a sedere. Rigide le mani legarono alla svelta le fasce sugli occhi e seduta di malavoglia su quel mezzo fece un cenno secco con la mano senza proferire parola.
- Dato il via potè notare di come fuori dalla sua stanza le era possibile fare lunghi respiri profondi e a pieni polmoni, i corridoi erano meglio ventilati e nonostante il via vai di gente che udiva non avvertiva nemmeno più la sensazione di soffocamento glaciale della mattina precedente. La paura era completamente passata alla fine del lungo sonno che l'aveva portata a rivivere vite passate e future con Ayame e suo figlio e pensò, in confronto una visita dall'oculista non l'avrebbe sconvolta. Capì quindi di essere diretta dall'occhialuto solo una volta arrivati, quando entrate nello studio si vide portar via la sedia e quando le fu tolta la benda. Ad attendere il suo sguardo vi fu un sorriso luminoso di un signore sulla cinquantina brizzolato e con un pizzetto sbiadito. Presentandosi la fece avvicinare ad una lavagna luminosa e indicando dei punti precisi le chiese di leggere diverse lettere di dimensioni diverse. Una strana macchina posizionata in un angolo fu poi pronta ad esaminare i suoi nuovi occhi e allora fu sicura che il medico che l'avrebbe regolata era un altro membro dell'equipe. Parlò dei suoi nervi ottici e dell'integrità che si aspettava di salvaguardare e poi prese a sferruzzare con diverse lenti, seduto davanti a un monitori poi riportò diversi dati cui Akane provò ad intuirne il significato leggendo il labiale ma non colse molto più di qualche parola.*


"Facciamo in fretta.."

*Seguendo le indicazioni dei vari test la paziente-impaziente andò poi a fissare i punti luminosi e sopportando il fastidio tenne duro fino alla fine. Gli occhi le lacrimavano per lo sforzo, li sentì bruciare ma si controllò dallo strofinarli in quanto credeva fosse una mossa poco saggia al momento. L'oculista infine la rassicurò sulla riuscita dell'operazione quasi come se la conferma già avuta dal chirurgo di fiducia non fosse sufficiente e come se non lo sapesse lei stessa dopo il test della sera prima.. Mentre parlava e dilungava su tutti i dettagli tecnici però l'Uchiha ebbe modo di guardarsi attorno e constatare che tutto quel luccichio aveva infastidito le sue pupille al punto tale da averle lasciato delle macchie luminescenti, fotosensibile lo era per certo ma aveva visto anche dell'altro e un senso d'angoscia pian piano prese piede. Era già la seconda volta nel giro di poco che quel giorno intravedeva quell'ombra, una sagoma femminile e fin troppo familiare: non era la sua immaginazione. Quando poi udì quell'eco sinistro le si raggelò il sangue nelle vene e percepì ancora più distante la voce del medico che si diceva preoccupato per la sua cera..*

"P-può lasciarmi qualche minuto da sola doc?"

*Non era concepibile, se il suo istinto non la ingannava quell'ombra aveva delle fattezze femminili e ricollegabili solo ad una persona e non potè che chiedersi retorica..*

(..da quando in qua gli incubi perseguitano i dormienti anche da svegli?)

*Le iridi presero colore e il cremisi sostituì in breve il nero pece andando in cerca di quelle sfumature appena sfuggite di nuovo dal suo sguardo inquieto.*

 
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view post Posted on 18/5/2014, 09:42     +1   -1
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Il medico rimase leggermente spiazzato da quella richiesta, eppure, senza batter ciglio, con un lieve sorriso rassicurante, si congedò dalla donna, permettendole così di rimanere da sola in quella stanza, per poter riordinare i pensieri e dare un senso a ciò che le stava succedendo.
Fu allora che, dopo alcuni secondi di attenta riflessione, sentì sulle spalle il calore di due mani, che la inchiodarono sul posto. Avrebbe potuto tentare di girarsi, per vedere chi avesse avuto l'ardire di prenderla alle spalle, ma avrebbe constatato con un certo sgomento di non poterlo fare, quasi quella presa salda la tenesse ancorata saldamente in quella posizione.
Sentì qualcosa premerle contro la schiena, il calore di un corpo morbido, mentre al suo orecchio un alito caldo soffiò, facendola rabbrividire.

Sarai soddisfatta adesso, non è vero, sorellina?

Non più un eco remoto, ma un tono definito e a lei fin troppo noto. La voce di sua sorella serbava un odio estremo nei suoi riguardi.
Con la coda dell'occhio, avrebbe intravisto a malapena i lineamenti della sua consanguinea, il profilo del naso, le labbra vicinissime al suo orecchio, ma non sarebbe riuscita a guardare più su, impossibilitata più che altro dalla posizione in cui si trovava. Era morta, quella donna doveva essere morta, ma allora perché si trovava li, dietro di lei? Se fosse stata un'illusione, uno scherzo giocato dallo stress, non sarebbe stata così consistente...
Ogni genere di dubbio l'assillava, in quel frangente, ma Ayame continuò a parlare, piena d'odio e risentimento, una leggera nota derisoria nei confronti della sorella minore.

Mi hai tolto tutto, TUTTO! Ma non temere, toglierò a te altrettanto... Prima o poi.

Il calore del corpo di Ayame, premuto contro il suo, sparì così come era comparso, permettendole di potersi muovere liberamente.
Avrebbe trovato la stanza completamente vuota, così com'era quando il medico era uscito. L'unica finestra presente nella stanza era chiusa, così come la porta.
Se avesse voluto controllare, guardando fuori dalla finestra, avrebbe visto solo il giardino antistante l'ospedale, in quel momento deserto. Fuori dalla stanza, invece, in corridoio, a pochi metri dalla porta, avrebbe trovato il medico e l'infermiera, intenti a parlare riguardo al contenuto della cartella che la signorina in divisa bianca aveva aperto d'innanzi a lui.

Tutto bene signorina?

Le avrebbe poi domandato, alzando lo sguardo su di lei, vagamente perplesso.
Che stesse diventando pazza? C'era solo un modo per esserne certa...
 
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view post Posted on 18/5/2014, 16:57     +1   -1
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GdROff//Ci avrei scommesso le palle degli occhi x.x//GdROn

*Pur esitando alla strana richiesta il medico non obiettò e annuendo fece qualche passo indietro per poi lasciarla da sola con i suoi pensieri. Non le aveva dato cattive notizie eppure aveva letto la preoccupazione nei suoi occhi, non era tesa ma senza dubbio all'erta. Certe logiche tuttavia non erano alla portata di un semplice uomo come lui e Akane gli fu grata per non aver fatto troppe domande, non sapeva definire quello che le stava accadendo ne tanto meno sapeva se era reale o frutto solo della sua immaginazione. Quando poi udì il clang metallico della serratura scattare si alzò e il suo sharingan iniziò a scandagliare l'ambiente in cerca di presenze, ninjutsu o di problemi di sorta; l'unico effetto che ottenne tuttavia fu un bruciore agli occhi che senza preavviso ripresero a lacrimare per non aver battuto le palpebre. Dopo quei primi attimi tuttavia qualcosa si manifestò e questo tramite un tocco alle sue spalle e un sussurro all'orecchio. Quando distinse il tono di voce non ebbe più dubbi sull'entità di quella presenza, era di nuovo il fantasma di Ayame a tormentala o forse una sua proiezione nata dal subconscio. Di riflesso non riuscì a muoversi e incatenata sul posto non potè che ascoltare le sue minacce tutt'altro che velate.
Da dove veniva fuori di nuovo tutto quell'odio nei suoi confronti, si erano chiarite le due e questo appena il giorno prima mentre erano sotto i ferri: la sua mente aveva viaggiato e ripercorso il tempo passato con Ayame, aveva cisto con i suoi occhi e vissuto sulla sua pelle comprendendo la natura delle sue sofferenze, dei rimorsi e delle intenzioni che l'avevano animata da sempre. Aveva placato il suo spirito corrotto e la metà buona di lei aveva infine prevalso dimostrandosi ben felice di sapere che da quel momento in poi Akane sarebbe tornata a vigilare sulla Foglia e che i suoi occhi avrebbero illuminato il suo cammino verso il futuro. La forza della loro unione per quanto instabile si era già manifestata, era ormai sugellata e con quel mangekyou eterno la maggiore aveva lasciato questo mondo conscia di averle fornito ulteriore protezione. I suoi doni erano stati sublimi in passato come a oggi e tutto quell'odio e quei ruggiti ora non avevano alcun senso, Ayame le aveva dato il suo benestare.

Non si degnò nemmeno di rispondere a quelle parole lo sguardo fisso davanti a se e l'espressione calma rimasero tali, dietro quell'espressione v'era una consapevolezza troppo grande per poter essere intaccata da simili baggianate. Piano chiuse gli occhi e mentre il corpo ringraziava per il riposo concesso la sua mente allontanò le preoccupazioni: il calore alle sue spalle si dissolse poco dopo e nell'aria rimase silente solo l'eco di quella coscienza sinistra e carica d'odio nei suoi confronti. Inclinando il capo di lato quando riaprì gli occhi non vide nulla, la stanza era in ordine con le vie d'uscita chiuse e tutti i macchinari e gli accessori al loro posto. Fuori dalla porta l'infermiera e l'oculista stavano discutendo di altri pazienti e nonostante l'interessamento della prima il Sandaime non badò alla cortesia.


"Conducetemi all'obitorio, devo controllare una cosa sul corpo di mia sorella prima della cremazione e dei funerali."

*Freddò così i due e si avviò per il corridoio, aveva già rimesso la benda sugli occhi e aiutandosi con una mano a seguire la parete attese che uno dei due la guidasse fino a destinazione. La mantella bianca e rossa adagiata sulle sue spalle sventolava ad ogni passo marcando più che mai l'autorità che rappresentava nonostante sotto indossasse un semplice camice in dotazione per i pazienti in ricovero.
- Sapeva che le camere si trovavano oltre i piani bassi in un reparto ben sorvegliato dagli anbu e per quanto non si aspettava di trovare sorprese di sorta volle ugualmente scendere a dare un'occhiata. Nel mentre il suo pensiero volò a Hikari e realizzò che era un bene che non si trovasse accanto a lui, qualsiasi genere di scherzo le stesse giocando la mente doveva risolverlo il più in fretta possibile.*

 
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view post Posted on 22/5/2014, 16:26     +1   -1
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Sentì immediata la presenza di qualcuno che l'affiancò, ma non si trattava ne del medico ne dell'infermiera. Hachi, il giovane Yamanaka, le si era subito portato al fianco, con una lieve nota di preoccupazione dipinta sul viso, mentre i due sanitari si guardavano leggermente perplessi. A quanto pareva, il giovane dai capelli biondi si era domandato come mai la visita si stesse prolungando tanto, ed era arrivato nell'esatto istante in cui aveva sentito pronunciare quella richiesta dall'Hokage.

Akane, che succede?

Le domandò in un sussurro di voce, mentre, sostenendola da un lato, la guidava verso uno degli ascensori, che li avrebbe condotti nei sotterranei, dove era sistemato l'obitorio.
L'Uchiha si accorse subito di essere arrivata a destinazione: l'aria era più fredda e secca, mentre si respirava un odore persistente, dolciastro e pungente, che faceva arricciare il naso.
A quanto pareva, il responsabile doveva essere stato informato dal suo collega dell'arrivo della donna, perché l'attendeva sulla porta di un'immensa sala bianca, su di un battente la scritta a caratteri abbastanza ampi che recava "Vietato l'accesso ai non autorizzati".

Il dottor Shoishiro mi ha informato immediatamente, così ho tirato fuori il corpo, quando è pronta...

Disse l'inserviente con voce pacata e comprensiva: aveva visto decine, centinaia di persone reagire nei modi più disparati, nel rivedere i cadaveri dei propri cari, e non era mai una situazione facile.
Con lo Yamanaka al fianco, che attendeva indicazioni da parte della donna, avrebbe trovato, oltre la porta, un'immensa sala dalle mura bianche. Dal soffitto pendevano decine di lampade al led che irradiavano la loro luce chiarissima, mentre tubi d'acciaio si srotolavano a diretto contatto col soffitto, intervallati da bocchette per l'areazione. Una parete era completamente rivestita da pannelli d'acciaio lucido, dove decine di maniglie a pressione permettevano di aprire altrettanti sportelli di altrettante piccole celle frigorifere, in cui venivano conservati i corpi; mentre, nella camera mortuaria, disposti in due file maniacalmente ordinata, una decina di tavoli in acciaio erano sistemati, con postazioni mobili piene di ogni genere d'attrezzatura necessaria per una autopsia.
E li, adagiato su uno di quei freddi tavoli d'acciaio, era stato sistemato un corpo, completamente coperto da un candido lenzuolo bianco, sistemato in maniera tale da impedire di vedere il corpo nudo e privo di vita. Eppure, attraverso la stoffa sottile, si potevano intravedere le forme di un corpo femminile...
Le sarebbe bastato scostare quel velo e Akane avrebbe avuto risposte ai suoi dubbi....
Un viso lievemente squadrato, irrigidito dal rigor mortis, venne esposto alla luce. Zigomi alti, labbra carnose, che un tempo dovevano essere state rosee e invitanti, un naso aquilino e una mascella dal lineamento forse un pò troppo marcato. Capelli di un rosso vivo ne incorniciavano il viso, schiacciati dietro la nuca, le palpebre sugli occhi.... Quella non era decisamente sua sorella Ayame.

//Ebbene si, odiami pure ò.ò
A quanto pare il corpo di Ayame è stato scambiato e, se metti a soqquadro l'obitorio, non lo troverete da nessuna parte.
A te la tastiera.//
 
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view post Posted on 23/5/2014, 23:46     +1   -1
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*Quando si avviò per la sua strada un passo familiare si avvicinò dalle sue spalle, l'andamento placido di un uomo che rispettava, lo avrebbe distinto fra milioni di passi. Era un uomo e un valido shinobi che conosceva lei altrettanto bene.*

"Solo un brutto presentimento, andiamo?"

*Fu rassicurante essere affiancata nuovamente dallo Yamanaka, la sua sola presenza rendeva le circostanze meno ostiche e più malleabili a seconda delle necessità del momento, pura ironia pensare che sembrava leggerle la mente. Allontanandosi dai due medici che l'avevano visitata quindi proseguì piano sotto la guida del loro capo, diverse svolte lungo i corridoi e poi l'attesa in ascensore. Quando le porte metalliche si riaprirono all'eco di un chiaro clangore il passo della donna riprese a seguire il suo istinto ma con un ritmo sempre più incalzante, sembrava aver fretta e non potendosi ancora liberare delle bende per poco non rischiò di urtare il banco delle accettazioni; scansato all'ultimo grazie a una trattenuta del jonin Akane riprese con più calma e lasciandosi guidare nelle profondità dei sotterranei fu papabile il cambiamento di temperatura. Si trovavano nei pressi dei magazzini per le attrezzature mediche e c'era un buon via vai di gente, numerose ruote stridevano sul pavimento gommato, carrelli strisciavano rapidi e boccette di vetro continuavano a tintinnare urtandosi tra loro nel trasporto verso l'ascensore. Passo dopo passo la poca ventilazione e la frescura si combinarono nell'atmosfera circostante lasciando ai nuovi giunti l'impressione di essere in una sorta di camera iperbarica, la pressione di poco superiore alla norma li pressava al suolo in modo simile a quando manipolava la gravità con il suo mangekyou sharingan.. con il suo vecchio mangekyou sharingan. Non sapeva infatti se era ancora in grado di utilizzare le sue vecchie abilità con quei nuovi occhi, l'unico tentativo fatto il giorno prima aveva dato vita fiamme scure del tutto simili ad Amaterasu, un qualcosa che non aveva mai materializzato prima con i suoi occhi.*

"Grazie dottore.."

*Quando poi una voce arrancò servizievole alcune indicazioni il duo sia avviò oltre la soglia dell'obitorio. Giunti a destinazione rimasero soli e finalmente Akane strappò via le bende con un gesto secco, le tirò via con poca cura e immediatamente fu come prendere una boccata d'aria dopo un'apnea interminabile; i capelli scuri le si erano arruffati sulla nuca ma non gli diede importanza e lasciando cadere a terra la stoffa candida prese ad osservare l'ambiente., In pochi istanti tra quelle nuove mura individuò la sua meta e si apprestò a raggiungerla.*

(Perchè non ho percepito la presenza degli anbu alle porte di questo spazio, dovrebbe essere sorvegliato notte e giorno, i corpi che sostano qui sono quanto di più prezioso, possibili bersagli.. Eccola.)

*Sotto un soffitto di tubature e grige costruzioni quella stanza ospitava numerosi tavoli per le autopsie e lungo le pareti v'erano portelli di egual misure in profondità, una sorta di schedario verticale che però non conteneva documenti ma corpi: uno scenario agghiacciante per chiunque non fosse del mestiere. Poco distante dalle celle frigorifere un corpo era disteso su uno di quei tavoli metallici e coperto da un lenzuolo bianco non aspettava altro che di essere scoperto. La bella Uchiha era avvezza alla morte, più volte aveva rischiato di precipitare verso quel vuoto infinito, aveva visto la pallida mano della signora oscura afferrarla e trascinarla a fondo ma era sempre riuscita a tornare in qualche modo. Altri, in molti, più sfortunati e anche meno abili erano caduti prigionieri sotto la sua stretta, la nera falce era calata sulle loro teste ed erano sprofondati senza fare più ritorno. Tra questi v'era anche Ayame, sua sorella, ma non poteva definirla debole e nemmeno sfortunata perchè lei aveva agito di sua volontà e per il bene altrui, il suo. Quando si avvicinò a quel corpo immobile la mano della Yōkai esitò per un solo istante, un tremolio quasi impercettibile fu sinonimo di un dubbio che si era insinuato nella sua mente, era iniziato tutto dopo aver visto delle ombre e udito di spettri inquieti.*

"E questa chi diavolo è? Portami qui Shoishiro, mi deve delle spiegazioni."

*Il lenzuolo scivolando di fianco rivelò la presenza di un volto e di un corpo sconosciuti, i lineamenti femminili sotto quella maschera di pallida sofferenza non erano quelli che si aspettava, era una donna minuta dai capelli rossi e soprattutto con gli occhi al loro posto nelle orbite. Un lungo brivido le percorse la schiena nell'apprendere che il corpo della sorella era stato nascosto, la pelle solleticò fin dietro il collo, sulle braccia e più in basso fin nelle viscere: una rabbia cieca prese piede in lei, una furia che scorreva libera nelle sue vene avvolta da un'aura sinistra e vendicativa. Già una volta un corpo che gli apparteneva era scomparso da quell'edificio per poi ripresentarsi cinque anni dopo sotto il nome di Hikarikage, una nuova fuga non era ammissibile a costo di rivoltare ogni centimetro di quel posto; per una strana coincidenza quando seppe di suo figlio fu tramite suo nonno Daiki, anche lui era stato dato per morto ma poi eccoli li, svariati e troppi anni dopo, ancora in piedi che macchinava alle sue spalle.
- Non attese nemmeno la risposta del suo consigliere che decisa si avviò verso le celle frigorifere con il chiaro intento di aprirle una ad una per cercare tracce di Ayame, i suoi occhi fremevano e lo sharingan era tornato ad animare il suo sguardo con ferocia. Di volta in volta richiudeva per rispetto delle persone care che avevano avuto legami con il defunto ma i suoi occhi erano già altrove, scrutavano attenti, scivolavano via tra occhi verdi e capelli chiari, tra il volto di uomini e perfino di bambini. Molti di quelli ipotizzò essere i caduti onorati durante il rito funebre, riconobbe i segni che avevano causato la loro morte, mutilazioni, ferite inusuali e macchie scure: erano i corpi che i familiari avevano lasciato per il bene della scienza e in quel marasma mentre immaginava cosa potesse averli ridotti a mera carne gelida si convinse che avrebbe cercato a fondo fino a quando non avrebbe ottenuto delle risposte. Nascondendo le sue paure si contenne nella sua frenesia, non voleva apparire disperata ma Hachi poteva immaginare alla perfezione cosa le stesse passando per la mente ed era giustificabile sotto tutti i punti di vista. Continuò ancora e infine si sarebbe rivolta al biondo accompagnatore, nonostante la stima e il rispetto insinuò qualcosa perchè inconsciamente lo riteneva responsabile. Voleva delle risposte e le voleva adesso.*


" ..dov'è'? Hachi dov'è lei!?! "

 
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view post Posted on 26/5/2014, 11:13     +1   -1
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Guardarono ovunque, in ogni cella frigorifera, in ogni angolo del sotterraneo. Controllarono anche nella sala di cremazione, calda a confronto con quella in cui erano sostati in precedenza, eppure non vi era alcuna traccia del corpo di Ayame.
Esasperati, tutti riuniti intorno ad un tavolo in acciaio inossidabile, l'Hokage, affiancata dal Capo Medico, dall'addetto che li avevano fatti entrare in obitorio e da Shoishiro che, di gran carriera, era corso giù non appena era stato informato.

E' impossibile che il corpo abbia lasciato l'edificio. Ogni ingresso e uscita è sorvegliato e tenuto sotto controllo da un particolare sigillo di confinamento, così come lo è l'obitorio.

Così dicendo, Hachi indicò l'ingresso che, pochi minuti prima, aveva varcato insieme alla donna. Se avesse osservato con il suo Sharingan, Akane avrebbe notato come una specie di intreccio di chakra dipanarsi dall'ingresso e perdersi nella struttura della stanza...

Non... Non può essersi alzata e uscita da sola... E'... E' morta, no?!

Bisbigliò l'inserviente, diventato di un bianco cadaverico, evidentemente sconvolto di come quel corpo fosse sparito senza lasciare tracce.

Non diciamo sciocchezze. I morti non camminano. Qualcuno deve aver portato via il corpo senza essere visto, ma, se come dice Hachi, il sistema d'allarme non è scattato, probabilmente deve trovarsi ancora dentro la struttura.

Sentenziò il medico, risoluto, nonostante la preoccupazione visibile sul suo sguardo.

Shoishiro ha ragione. Qualcuno deve aver spostato il corpo passando inosservato, ma se non ha lasciato l'edificio, ci sarà facile trovarlo...

Silenzioso come un'ombra, un ANBU apparve oltre la soglia, facendo un lieve inchino verso il quartetto ancora dentro l'obitorio.

Attivate il protocollo di sicurezza. Isolate ogni piano ed impeditene sia l'accesso che l'uscita. Non voglio che nessuno esca fuori da qui senza che io lo sappia, che si tratti di sacchi dei rifiuti o anche solo di una mosca!

Lo sguardo dello Yamanaka si rivolse così verso Akane, cercando di rassicurarla. Avrebbero ritrovato il corpo di sua sorella, a qualunque costo, ma dovevano mettersi a setacciare ogni angolo dell'ospedale, adesso.

Controllarono ogni piano, salendo dai sotterranei, perlustrando qualsiasi stanza presente, interrogando chiunque incontravano. Gli ANBU, d'altro canto, eseguirono in maniera egregia gli ordini affidatigli dal Capo Medico e dall'Hokage.... Avevano perquisito già metà della struttura, interrogato e perquisito chiunque avessero incrociato, che si trattasse di pazienti, medici o infermieri......

//Allora, crea un piano per cercare di capire come ritrovare il corpo di Ayame e chi l'ha trafugato. Come si evince, hai libertà di movimento e fantasia, completa carta bianca. In caso di dubbi, sai dove trovarmi.//
 
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view post Posted on 27/5/2014, 13:45     +1   -1
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*Pochi minuti e quell'enorme stanza iniziò a risultare affollata quasi quanto il mercato di Konoha in ora di punta o in proporzioni, al suo studio durante le riunioni allargate a più fazioni. L'inserviente nervoso aveva un'espressione quasi terrorizzata in viso mentre il suo superiore che corrispondeva al nome di Shoishiro rimase calmo e razionale sulla scomparsa del corpo, era ovvio che i morti non potessero camminare sulle loro gambe ma non era quella la preoccupazione di Akane e dei presenti. Qualcuno aveva fatto scomparire il cadavere dal posto senza far scattare allarmi e a ripensarci la cosa ancora più strana era che solo poco prima qualcuno aveva preparato un corpo estraneo alle richieste spacciandolo per Ayame. Il primo a cui chiedere era quindi l'uomo incontrato all'entrata dell'obitorio che probabilmente aveva ricevuto informazioni sbagliate, nascondendo la verità involontariamente. Fermandosi a riflettere lo sguardo rimase bieco alla sua destra e spaziando tra fogli e documenti infine si rivolse all'inserviente. Il tono non era accusatorio ma la sua indagine era appena iniziata e il primo a cui mirare fu il sottoscritto di cui ancora non conosceva il nome.*

".. d'accordo, se avete novità avvisate subito e controllate eventuali trasformazioni.. Tu, qual'è il tuo nome?
Quando ti hanno riferito di preparare il corpo di Ayame Uchiha perchè hai tirato fuori questo, chi è che compila i moduli identificativi?
"

*Intanto Hachi prese in mano la situazione e ben consapevole che per Akane era presto per partecipare attivamente alle ricerche fece del suo meglio per mantenere l'ordine nel suo ospedale. Un anbu poi sopraggiunse sul posto, un inchino reverenziale e subito da dietro la maschera la voce piatta e conforme di una donna si espresse dinnanzi all'Hokage. Con quel pieno controllo di se nonostante l'allarme generale e la folta chioma corvina fu semplice intuire di chi si trattava, era Nahoko Hyuga, da alcuni mesi a capo del reparto inseguitori. Fece rapporto sull'inizio delle ricerche e anche mentre proferiva quelle parole i suoi occhi erano messi a disposizione del capo villaggio, disse che stava scrutando ogni centimetro di quell'edificio, corridoio dopo corridoio, attraverso le pareti, soffitti e contro finestre. Non una sola briciola poteva passare inosservata al suo sguardo e anche se nascosto dalla maschera Akane potè immaginare l'intensità del suo sguardo e la profondità dell'occhio bianco. Intanto altri uomini furono disposti alle uscite e quando tutto fu sigillato a dovere la bella Hokage si rivolse proprio a Nahoko. Aveva motivo di credere che le minacce udite poco prima da quella sorta di fantasma non fossero vane, chiunque stesse tirando i fili stava mirando ad eliminare chi aveva più a cuore. Il primo passo era fatto e per quanto si trattasse solo della scomparsa di un cadavere poteva dirsi ugualmente oltraggioso; il secondo non poteva che essere suo figlio, il biondissimo Hikarikage. Il piccolo soggiornava nell'edificio dal giorno del suo ricovero, era stata lei stessa a invitarlo per "fare conoscenza" con la zia comatosa e poi saputo che la madre doveva essere operata aveva insistito con tutte le sue forze per restarle accanto.
Al termine dell'operazione il piccoletto era al suo capezzale in lacrime, impaurito aveva creduto che sarebbe rimasta immobile e cristallizzata come la zia ma quando mosse un dito il suo faccino aveva sprizzato gioia da tutti i pori. Ora il ricordo di quel sorriso trentadue denti era diventato un pensiero fisso, era al sicuro lontano da lei con la minaccia che vagava per l'ospedale?*


"Riesci a individuare la posizione di Hikari? Dovrebbe essere in una sala relax del terzo piano, con lui dovrebbe esserci anche Ayumi. Se qualcuno sta mirando ad avere il sangue del mio sangue dopo aver preso il corpo di mia sorella potrebbe mirare a lui, noti nulla di strano nelle vicinanze?"

*Per quanto le fosse stato consigliato di riposare se Akane non era ancora intervenuta non era certo per paura di strafare ma perchè non poteva iniziare a correre in lungo e in largo per l'edificio mentre tutti la sapevano cieca. Nonostante tutto i presenti li all'obitorio, esclusi quelli che sapevano, non osarono fare domande e anche se rimasero a bocca aperta nel sapere che il loro Hokage avesse riaquisito la vista non ebbero il coraggio di fare domande, lo sharingan attivo nelle sue iridi incuteva troppo timore nei loro cuori. La furia nel suo sguardo si placò per un attimo quando si avvicinandosi alla porta iniziò ad osservare meglio la rete di chakra di contorno tra i vari piani, era una sorta di sigillo di confinamento ed era intatto. Ma allora come avevano fatto a uscire da li senza essere notati? Pensierosa rimuginò sull'accaduto, era rimasta sull'uscio ad osservare i vari spostamenti delle squadre ma infine cedette alla tentazione e sotto lo sguardo attento di Hachi iniziò ad andare ben oltre le apparenze: tra odore di detergenti e sostanze varie presenti nell'aria cercò di fiutare tracce del passaggio di Ayame, era logico che non potesse camminare sulle sue gambe ma se il corpo era stato spostato avrebbe lasciato una scia del suo odore. Se erano passati da li il suo naso fine avrebbe dovuto percepire qualcosa ma ripensandoci poteva essere una mossa inutile, sul posto erano sopraggiunte già troppe persone e gli odori avevano iniziato a sovrapporti, questo senza contare che un odore per quanto familiare cambia quando ha inizio la decomposizione e Ayame era morta da circa ventiquattro ore. Tentò ugualmente e pur restando ferma ebbe come l'impressione che presto ci sarebbero stati dei cambiamenti, se anche il byakugan avesse fallito nella ricerca lei non aveva ancora utilizzato tutti gli assi nella manica.

In piedi sulla porta l'eremita sembrò cadere poi in catalessi, le braccia sciolte lungo i fianchi, testa bassa e sensi aperti, se attivare il mangekyou non fosse bastato a far riapparire quell'ombra che aveva visto quella mattina, richiamare a se l'energia naturale le avrebbe permesso di concludere le ricerche in un attimo. Prontamente quindi andò in cerca della calma più assoluta e mentre le mani le prudevano per l'impazienza, immobile sul posto il suo chakra iniziò a fermentare nel profondo, l'energia spirituale si univa a quella fisica e naturale in equilibrio e quando le palpebre si riaprirono il mangekyou sharingan nei suo occhi fu quasi pronto per essere contornato dall'amaranto della sage mode attiva.*

GdROff//Conti hai detto che non servono ma in sintesi dopo aver fatto le domande e date le indicazioni a Nahoko utilizza Fiuto (Lvl 0) e attiva il Mangekyou Eterno come per provocare di nuovo le ombre viste poco prima in stanza e dall'oculista. Infine guardata la rete di chakra rimane come in dormiveglia ad accumulare chakra della natura. L'abilità sensitiva gdr on dovrebbe captare le presenze nel raggio di svariati chilometri//GdROn
 
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view post Posted on 31/5/2014, 18:16     +1   -1
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Controllarono senza sosta ogni angolo di quell'edificio, il tempo che sembrava dilatarsi in maniera spasmodica, snervante, dandogli una falsa concezione del suo scorrere.
La Hyuga, col suo sguardo perlaceo nascosto dalla maschera, scrutava in ogni dove, frugando con la sua vista ogni singolo essere vivente che le passava al fianco, mentre lei si celava loro. Akane non faceva da meno, combinando il suo Sharingan con la capacità sensoriale sviluppata che le era concessa dall'utilizzo del Chakra Naturale... Era strano, non riusciva a sentire niente di strano, nulla di anomalo, com'era possibile?
Ma poi....


[Intanto...]



Qualche piano più in alto, in una stanza dal letto sfatto e in disordine, una giovane fanciulla dai capelli corvini era intenta ad intrattenere un suo piccolo compagno. Uno spesso spago era intrecciato tra le dita della ragazza, intenta a tenerlo teso tra le due mani, creandovi particolari intrecci. Il suo compagno di giochi, un bambino decisamente più piccolo di lei e con i capelli biondi, passò le sue ditina piccine tra i fili. Li prese tra la punta del pollice e dell'indice, fece fare una mezza torsione da sotto le mani della ragazza e... Poof! Ora, tra le sue manine, un nuovo intreccio di fili con un nuovo motivo, e un sorriso radioso vi si era dipinto su entrambi i visi.
Un battito di mani, le congratulazioni della giovane, e sul volto paffuto del piccolo un tenue rossore circonfuso sulle guance. A quanto pareva, doveva essere stato scettico, nel fare quel gioco, ma adesso si doveva ricredere.
La porta della stanza era aperta, eppure la gente continuava a passare senza farci troppo caso, intenta nelle sue mansioni, senza sapere cosa stesse succedendo, ma gli occhi verdi del piccolo continuavano a scrutare quell'ingresso lasciato aperto, in attesa di veder arrivare qualcuno in particolare.
Alzò per l'ennesima volta lo sguardo verso la porta, ma nel veder ricambiato il proprio sguardo, sciolse senza accorgersi l'intreccio di fili che aveva appena creato, mentre la sua amica di giochi lo afferrava.
Un'altro sguardo verde aveva ricambiato il suo, nascosto da corti capelli rosso fuoco, che incorniciavano, poco più sopra la spalla, il viso di una bambina che, su per giù, doveva avere la sua stessa età.
Indossava una lunga camicia da notte bianca, le cui maniche le pendevano di qualche centimetro oltre le mani, in quel momento posate contro l'architrave della porta. Era timida, indecisa se poter chiedere a quel bambino di poter passare un pò di tempo a giocare insieme.
La giovane ragazza dai capelli scure parve sorpresa di vedere quella bambina sulla porta... A giudicare dal suo vestiario, e dai piedi nudi, doveva trattarsi di una paziente dell'ospedale...
La piccola domandò di poter restare un pò con loro, perché si sentiva sola, nella sua stanza. La giovane ragazza iniziò a farle qualche domanda, leggermente preoccupata, ma il piccolo sembrava felice di poter avere una nuova compagnia.
La manina del biondino si strinse in quella della rossa, tirandola dentro e facendo cenno allo spago che la ragazza più grande stringeva... Le avrebbe insegnato quel gioco a cui stavano giocando poco prima, e la bambina dai capelli rossi sorrise rincuorata, contenta di aver trovato un nuovo amico, e pareva che anche il piccolo dai capelli biondi condividesse quel pensiero.

Il mio nome è Gintan.

[...]



Qualcosa fece scattare nell'Uchiha un campanello d'allarme. Percepì un cambiamento nella quiete dell'ospedale, qualcosa che gli occhi della Hyuga non riuscivano a percepire.
Non era una questione di quantità di chakra, ma di qualità... Era difficile da spiegare ciò che la donna percepiva, pareva quasi come se un vortice di caos si fosse condensato in un punto, trattenendosi prima di implodere, o esplodere. E quel centro di "massa" instabile sembrava avere una precisa ubicazione: la sua stanza di degenza, dove aveva lasciato la sua assistente e suo figlio...
Ne Akane, ne la Hyuga riuscivano a capire cosa rappresentasse quel mutamento, ne tanto meno quale ne fosse la causa scatenante...
 
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view post Posted on 2/6/2014, 01:39     +1   -1
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*A ben poco servirono le parole e saputo il nome dell'addetto all'archiviazione ne convenne che ad incasinare la situazione v'era stato uno scambio di etichette, impossibile risalire al responsabile data l quantità di personale che lavorava in zona. Laddove poi i normali cinque sensi non poterono niente, l'abilità sensoriale sviluppata grazie al suo legame con la famiglia dei rospi, riuscì a centrare l'obiettivo e fornire importanti indizi. Nessun odore familiare era rimasto stanziato tra quelle mura e dintorni, non v'era nessun segno o traccia da poter individuare per la sua potente doujutsu e nulla nemmeno per l'occhio esperto di Nahoko potè fare la differenza. La jonin infatti scandagliò con attenzione ogni angolo del palazzo e di volta in volta segnalava le varie zone come pulite e prive di alcuna interferenza, compresa la stanza indicata dal Sandaime dove soggiornava il figlio. Nessun trucco o inganno tuttavia potè nulla contro la percezione naturale che in quell'istante si impadronì delle cellule ricettive dell'eremita, il chakra naturale ben amalgamato, in equilibrio, aveva già reso la pelle del capo villaggio di un colore olivastro e quando scoprì l'addensamento di energia diversi piani più in alto, la sorpresa fu spiazzante. Attraverso pareti, condotti e ostacoli di sorta riuscì a distinguere perfettamente un'energia instabile e sul punto di reagire o mutare in qualcosa di più esteso.
Appresa la novità chiedersi con cosa avevano a che fare risultò più che superfluo, la priorità andava data alla salvaguardia della grande quantità di persone che ospitava la struttura e infatti prima di partire alla carica si concesse il tempo riferirlo ai presenti per organizzare un'evacuazione d'emergenza. Dovevano sgomberare al più presto la zona ospedaliera, Hachi, il capo medico e Nahoko, capo anbu inseguitori, non persero tempo estendendo a loro volta ordini e organizzando le prossime mosse per arginare i danni. Nel mentre Akane fulminea si diresse verso il corridoio da dove era arrivata e scartando di lato quando si trovò difronte all'ascensore continuò su per le scale. Un'ombra silente che nel caos ordinato di gente in uscita fu impossibile notare, a man a mano che si avvicinava a quella fonte di energia e a suo figlio i passi sembravano toccare appena terra, delicati e precisi, rapidi e cadenzati la portarono ben presto all'esatta posizione di quella manifestazione, solo due piani più sotto. A quel punto per accorciare ancora più i tempi e non rischiare oltre uscì dalla finestra più vicina e addensando un'insignificante quantità sotto le piante dei piedi accorciò le distanze procedendo in verticale.*


(Non è un jutsu, ma allora cosa? Non ho mai visto nulla di simile.. e dire che dopo la sconfitta di Watashi credevo che nulla più potesse sorprendermi, non c'è mai fine al peggio?)

*La stanchezza che si portava dietro dall'operazione svanita e nella mente solo un chiaro obiettivo volto a difendere il piccolo Hikari. Qualsiasi cosa stesse accadendo era collegata alla scomparsa del corpo di Ayame e di quelle visioni che l'avevano colta impreparata quel mattino: mentre saltava tra le balconate non faceva che ripetersi le parole di quel fantasma - non temere, toglierò a te altrettanto... Prima o poi. - e se davvero quella presenza nella sua testa avesse preso forma confondendo ancora una volta la realtà con l'illusione allora il fanciullo che ora miravano i suoi occhi poteva essere davvero in pericolo. Acquattata sul davanzale Akane sbirciò gli interni scansando a fatica il riflesso del sole che colpiva i suoi occhi ancora troppo fotosensibili, qualche attimo e mentre percepì diversi anbu posizionarsi sui tetti, distinse le figure presenti all'interno. Con il piccolo c'era la sua assistente, la piccola grande Ayumi e una bambina dai corti capelli rossi che giocava in tranquillità con i due, un quadretto sereno e che non avrebbe destato alcun sospetto nella mente dei migliori osservatori. Certa di non sbagliare tuttavia l'Uchiha focalizzò il nuovo sguardo cremisi sulla zona pregna di quella curiosa energia e pian piano si spostò sul volto senza nome di quella piccina; scalza e vestita con il suo stesso camice da paziente dell'ospedale, timidamente doveva essersi presentata li per partecipare all'intrattenimento e per quanto all'esterno fosse iniziato il via vai di gente nessuno dei presenti si era allarmato. A breve i medici avrebbero trasmesso messaggi anche tramite altoparlanti e prima che ciò accadesse lei era pronta a fare il suo ingresso. Senza proferire parola con una mano fece cenno agli shinobi mascherati poco distanti e una volta coperte le varie uscite trattenne il respiro, non era sua intenzione spaventare i due bambini ma non aveva altra scelta per allontanarli da li al più presto.
Dopo la corsa forsennata il non aver trovato nessuna presenza fisica sospetta aveva smorzato un po' la tensione ma il disagio che provò in quei pochi secondi di osservazione alla finestra non l'abbandonò nemmeno per un istante. *


"Ayumi-chan!"

*Insite in lei le movenze decise di anbu e quelle autoritarie di kage andarono a puntare dritte alla sensibilità della sua assistente. L'altra Uchiha era un medico da mischia ma a soli quindici anni aveva raggiunto già molti traguardi e il suo eccellente intuito in quell'occasione giocò una parte fondamentale. Quando la finestra della stanza si aprì di colpo rivelando la presenza insolita dell'Hokage qualcosa scattò nella sua mente, repentina lesse apprensione nel suo sguardo e quando vide le sue iridi spaventose spostarsi sulla bambina li di fianco non aspettò oltre. Stava succedendo qualcosa in quell'ospedale e attivando di rimando lo sharingan nei suoi occhi staccò immediatamente Hikarikage dalla sua nuova compagnia di giochi, doveva allontanarsi da li al più presto pur non conoscendone i motivi: vedere Akane appollaiata li fuori era una motivazione più che sufficiente unita anche all'enorme quantità di energia emanava il corpo della prima donna.
Osservando la reazione fu poi il suo turno e tuffandosi all'interno il contatto visivo con la ragazza perdurò fino a quando non incrociarono il passo, uno slow motion denso di aspettative e di raccomandazioni a cui non servì aggiungere parole, era fin troppo chiaro che Akane le stesse affidando la vita di suo figlio. A seguire pur non sapendo bene pensare della bambina li presente decise di portarla al sicuro, un abbraccio cauto l'avrebbe avvolta mentre l'espressione controllata nascondeva tensioni e dubbi. Combattere fantasmi non le era mai piaciuto. *


GdROff//Ok allora gdr on la bambina non è sospetta, al massimo Akane la collega al cadavere visto di sotto per via del colore di capelli simile (madre defunta?) e comunque non fa la differenza. Rimane quindi del pensiero che quell'energia negativa sia stata liberata in qualche modo dalle visioni avute quella mattina e se non è tutto frutto della sua fantasia crede miri a colpire/manipolare Hikari e indirettamente lei e ciò che ama. Essendo più vicina spinge perciò l'assistente a scappare con lui e tenta di seguirla subito dopo portando con se la bambina e mantenendo alta la concentrazione per captare i possibili sviluppi. Sul dove si dirigono non ho specificato perchè mi hai detto di non essere autoconclusiva (in caso puoi pure dire che vanno sul tetto dove ci sono gli anbu o in una zona all'aperto più appartata e lontana) e quindi magari non riescono nemmeno a uscire da li. //GdROn

 
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view post Posted on 4/6/2014, 15:07     +1   -1
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Allontanarsi il più possibile da li, portare in un posto sicuro ciò che aveva di più prezioso, la persona che amava di più.
Il piccolo Hikari guardò sua madre, i piccoli occhi verdi spalancati, perplessi, mentre con voce flebile allungava una mano verso di lei, chiedendole cosa stesse succedendo. Già, cosa stava succedendo? Nemmeno Akane riusciva a capirlo, nonostante le sue abilità fossero state affinate dall'utilizzo del Chakra Naturale. Suo figlio era tra le braccia di Ayumi, lo sguardo rivolto a lei e alla bambina che teneva in braccio, le cui manine, nascoste in parte dalle maniche lunghe del camice, erano strette intorno alle sue spalle, per potersi tenere stretta.
Gli occhi della piccola erano dilatati dallo spavento, senza che riuscisse a capire bene cosa stesse succedendo. Solo in quel momento, infatti, i tre che erano rimasti nella stanza poterono accorgersi che era in atto un'evacuazione dell'intero edificio.
Correvano per i corridoi della struttura, cercando di raggiungere il più velocemente possibile l'uscita più vicina, per mettere al riparo i due bambini, eppure, con i suoi sensi all'erta, Akane percepiva ancora quell'aura strana, sinistra e instabile... Altamente instabile. Che dovessero fare in fretta?
La piccola dai capelli rossi si strinse forte a lei, posando il viso nell'incavo del suo collo. L'immediato contatto con la pelle fredda della sua guancia la fece rabbrividire, sentendo una scarica lungo la schiena, mentre quella piccola creatura singhiozzava, il viso nascosto. Doveva essere spaventata, terrorizzata anche...
Se avesse tentato di dirle qualche parolina rassicurante, però, avrebbe sentito il suo corpicino vibrare ulteriormente, squassato dai singhiozzi, mentre stringeva le sue braccine ancora più forte a lei...

Oneechan.... Oneechan...

A quel punto i suoi occhi verdi l'avrebbero scrutata in viso, mettendo finalmente in mostra il viso: non stava piangendo, anzi. Un sorriso agghiacciante le illuminava il viso, mentre continuava a ridere divertita.

Akane-oneechan... Ayame ti manda i suoi saluti.

Tutto accadde in fretta, senza che si rendesse relativamente conto di cosa stesse succedendo. Un luccichio alla sua destra e Akane intravide, nascosta nella manica della bimba, un piccolo bisturi, che saettò verso la sua gola. Riuscendo a reagire in tempo, avrebbe ricevuto solo un taglio lungo la spalla, ma la bambina, con la lama sanguinante ancora in mano, non smetteva di ridere divertita, gli occhi completamente accesi da una vivida luce che li rendeva folli, malati sopra ogni dire, mentre la mano libera si muoveva a comporre solitaria alcuni sigilli.
Fu questione di un attimo, il tempo di un battito di ciglia. Percepì quel conglomerato di caos esplodere nello stesso istante in cui avveniva una forte detonazione poco distante da loro, tanto potente da far tremare l'intero edificio.
Il pavimento e il soffitto collassarono, mentre una nube di polvere e calcinacci li investiva, sovrastati dal rumore della detonazione e delle urla delle persone vicine. Eppure, Akane riusciva solo a sentire un rumore: la risata folle di quella bambina.

//Allora, in spiccioli, la bambina era la fonte di quel disturbo che avevi sentito e, dopo averti ferito alla spalla con il bisturi, si divincola dalla tua stretta e usa una tecnica per far esplodere la zona. L'esplosione sarà tanto forte da far crollare l'ala dell'edificio in cui vi trovate. Considera che Ayumi e Hikari sono davanti ad Akane e, così come lei, anche loro vengono investiti dall'esplosione... Vediamo come ti difendi//
 
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view post Posted on 5/6/2014, 01:40     +1   -1
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*Facendo il suo ingresso in scena l'Hokage creò scompiglio nella beatitudine di cui godevano i bambini intenti nei loro giochi e quando Ayumi afferrò Hikari per uscire nel corridoio in tutta fretta, l'altra con molte probabilità si sentì abbandonata. Spaventata sgranò gli occhi e mentre fuori era un via vai continuo le voci negli altoparlanti avvisavano chiaramente dell'evacuazione, incapace di affrontare la situazione vide poi calare su di lei le forti braccia della donna in bianco si strinse forte a lei e all'unico appiglio che le restava. Akane non poteva sapere se la piccola era sola nell'ospedale e lo stesso non ebbe elementi per intuire cosa le era capitato per essere ricoverata nella struttura, provò una certa compassione nei suo confronti e la strinse forte a se per farle sentire la sua vicinanza. Intanto le gambe mosse dall'esigenza prioritaria di allontanarsi da quella stanza si mossero rapide per attraversare la soglia, sentì quel corpicino vibrare sul suo petto e il respiro caldo e umido sul collo mentre singhiozzando nascondeva il viso tra capelli. Doveva fare in fretta, non poteva permettere che quell'energia destabilizzandosi arrivasse a colpire i presenti ma non avendo mai visto nulla del genere non poteva nemmeno sapere quanto tempo le restava per contrastarla.*

"Hey sta ferma, cosa-!"

*Quando d'improvviso la bambina sferrò quell'attacco l'Uchiha impegnata a cercare una soluzione e concentrata su quanto si era lasciata alle spalle, non potè accorgersi del gesto. Sulle prime pensò che la bambina fosse troppo spaventata e che desiderasse essere lasciata in pace, paura della corsa forsennata forse ma non aveva alcun senso, si era stretta a lei trovando conforto e aveva ancora le sue braccia attorno al suo collo.. incredula spostò il peso su un braccio solo e con l'altro le bloccò il braccio, tra le dita stringeva un bisturi sporco ora del suo sangue. La ferita alla spalla non era grave ma quando la piccola iniziò a divincolarsi dalla stretta fu impossibile coordinarsi in tutto e dovette cedere; voltandosi a guardarla finì per capire finalmente che era proprio lei la fonte di quel marasma e le strane parole che le aveva sussurrato appena un attimo prima di colpirla trovavano spiegazione solo in uno strano ragionamento contorto. L'entità d'ombra avvistata quella mattina doveva aver agito tramite la bambina che ora rideva folle e così come aveva minacciato stava cercando di toglierle quanto le era di più caro.
Fu allora che tutto prese- a ruotare intorno a lei, a quel piccolo viso d'angelo che era mutato in un'espressione sadica incorniciata da capelli fiammanti e un sorriso sghembo, componeva sigilli ora e l'aria perse improvvisamente di sostanza, fu come vedersi sottrarre l'ossigeno dai polmoni. D'un tratto il pavimento iniziò a tremare, schegge di legno e piastrelle iniziarono a sollevarsi da terra e come nel peggiore degli scenari apocalittici al comando della marionetta in carne e ossa l'intera ala dell'ospedale iniziò a collassare su se stessa. *


"Corri Ayumi, più forte che puoi, via, via da qui!!"

*Quando la detonazione assordò i presenti, polveri e detriti erano ormai sul punto di ostacolare l'avanzata, il soffitto si crepò in un istante e quando il suo sharingan le mostrò in anticipo la superficie in alto curvarsi e cedere non perse altro tempo. Fece così involontariamente una scelta, salvare suo figlio Hikari aiutando Ayumi e questo abbandonando la bambina "posseduta". Fuggendo così da quel risolino isterico le gambe spinsero in avanti il peso del corpo dando vita a salti in avanti ad una velocità sorprendente, il Mangekyou intanto vorticò lesto e improvvisamente anche l'aria che circondava la sua assistente divenne più leggera, a livello molecolare ci furono dei cambiamenti sostanziali ma invisibili ad occhio nudo. In quel modo la gravità inferiore permise alla giovane Uchiha di muoversi con più agilità e recuperare terreno. Akane intanto ercò in tutti i modi di facilitare gli spostamenti dei due eliminando gli ostacoli lungo la strada ma era ormai chiaro che non ce l'avrebbero mai fatta ad evitare l'esplosione in quel modo, anche se avevano distanziato l'epicentro nel giro di pochi istanti sarebbero stati travolti dall'onda d'urto. Poi il pavimento cedette e quando i piedi sprofondarono nel vuoto Akane non ebbe che occhi per Hikari, era circa cinque o sei metri più avanti, in lacrime tra le braccia di Ayumi, anche lei aveva combattuto con le unghie e con i denti ma ormai stava precipitando e chiudendosi a riccio tentò di fare da scudo per riparare il piccolo.
A un soffio dalla fine la bella Hokage tentò il tutto per tutto e pregando che i suoi nuovi occhi si fossero ripresi ormai del tutto andò ad evocare il guerriero spirituale in sua difesa e con il chakra della natura dalla sua parte immaginò di creare l'essenziale per avvolgere se stessa e un'estensione per Ayumi. Un chakra scuro e luminoso al tempo stesso avvolse il suo corpo, granuloso e fluente la materia salì dalle mani fin sopra i capelli e lungo la schiena, delle ossa robuste la circondarono e dalle costole abbozzate del suo Susano'o ecco si articolarono in rapida sequenza altri frammenti: clavicola, scapola, spalla, omero, ulna, radio, carpo e metacarpo fino a chiudere sull'obiettivo con un insieme di falangi robuste e circondate da fibre muscolari. Il tutto avvolto da quel chakra vivo.

Dopo tanto tempo riportò alla luce una pallida ombra di quello che era il suo protettore ideologico, Shinigami, il guerriero che al pieno della sua potenza riportava le sembianze di Keiichi nella corruzione del suo sigillo maledetto: al solo ricordo il desiderio di protezione la portò a bruciare immense quantità di energie e sognò di impugnare la falce del tristo mietitore per alleviare le sofferenze della bambina senza nome e senza volto.*





<Ninjutsu> - 重力制御 - Juryoku seigyo - Controllo Gravitazionale - [Stm: -10 x turno] [PV: -2 x turno] "Questa tecnica è stata sviluppata dall'uchiha per indebolire gli avversari che basano gli scontri su Frz e Vel e allo stesso tempo per rafforzare i suoi punti deboli in fase difensiva. Con un duro allenamento è arrivata a sfruttare al meglio il suo mangekyou sharingan fino a controllare la forza di gravitazionale e divenendo così in grado di rallentare o velocizzare i movimenti dei suoi bersagli e quindi anche indebolirne gli attacchi o a rafforzare i suoi attacchi e quelli degli alleati in battaglia. Questa manipolazione Akane riesce ad attuarla solo in uno spazio limitato e quindi su cose non più grandi 2m3 e pesanti 300 Kg. Riesce a mantenere la tecnica per un breve periodo di tempo mirando ad un massimo di 2 obiettivi per turno. L'avversario può difendersi con Res base/10/5 che andrà a diminuire il malus che riceve a seconda che sia sulla sua elusione o sul suo attacco (nel secondo caso a calcolarlo sarà l'Uchiha)."
[Juryoku 0] - [Vel/Atk: +120] "Raggiungendo questo livello è possibile levitare per un breve periodo di tempo che equivale ad un turno in gdr on, con un salto è possibile raggiungere i venti metri d'altezza in quanto il peso del proprio corpo è quasi nullo. Il ninja riesce quindi a muoversi con una velocità straordinaria facendo il minimo sforzo. Osservando i movimenti di chi è soggetto alla tecnica dopo alcuni istanti è ancora visibile la scia del suo movimento. Come effetto secondario chi usufruisce di questa tecnica ha la possibilità di evitare anche attacchi a raggio totale. Con il passare del tempo però, per via dello sforzo eccessivo dello sharingan, la pressione esercitata sul corpo risulta maggiorata."
[Juryoku 100] - [Atk/Vel: -120] "Raggiungendo questo livello la pressione su un corpo provoca gravi difficoltà motorie e respiratorie, muovere ogni singolo muscolo diventa quasi impossibile visto il peso che il corpo deve sostenere solo per stare all'impiedi. Come effetto secondario in questo stato non è possibile sostituirsi.Chi subisce questa tecnica con il passare del tempo per via dello sforzo eccessivo dello sharingan, noterà la pressione esercitata su se stesso diminuire. Respirare diventerà molto meno problematico e farà meno fatica nel muoversi."

- Al turno se si paga il mantenimento si può scegliere se variare o meno i bersagli del controllo di gravità ma in ogni caso (che si cambi o meno) l'efficacia della tecnica risulterà indebolita. I bonus/malus si abbasseranno di 50, al turno di 20 e al di altri 10 dopodichè bisognerà fare una pausa di 1 turno prima di poterla riutilizzare al massimo della sua potenza.

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NB:
- Occupa l'azione offensiva al primo turno, dopodichè deve essere mantenuta come fosse una genjutsu
- Non potenzia né indebolisce attacchi di tipo illusorio
- E' Chakrabile e potenziabile con altre attivazioni (il bonus della tecnica non può essere moltiplicato con lo scatto anbu)
- Gli effetti sono applicabili:
    su due avversari/alleati con effetti identici
    su un avversario e se stessa/alleato con effetti diversi
    su se stessa e un alleato con effetti identici
- La voce Atk sta per Frz/Int a seconda dell'attacco che si vuole potenziare/depotenziare
- Gli effetti secondari sono applicabili solo nei primi 2 turni
- Utilizzabile in missione per spostare oggetti o persone e attirarli a se o respingerli (max 2m3 *300 Kg)
- I bersagli devono essere necessariamente entro un raggio d'azione pari a 200m
- Necessita di mangekyou sharingan attivo


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<talento personale> - 妖怪 - Yōkai: Lo Spirito Demoniaco di Konoha - [PVSX-DX: +Lv/10 x turno] "Da “Yō”- maleficio - e da “kai”- manifestazione inquietante - un nome temuto, quasi un tabù e talvolta traslitterato anche "youkai" o "yokai". Un nome che Akane aveva sentito in alcune occasioni durante delle feste mondane e in particolare lo ricordava per i diversi modi in cui era traducibile "apparizioni", "spiriti" o "demoni", una serie di modi affascinanti ai suoi occhi per identificare creature della mitologia giapponese. Da bambina il nonno le aveva spiegato che gli Yōkai venivano tradizionalmente associati al fuoco e all'estate, la stagione nella quale il mondo degli spiriti è vicino a quello umano. Diceva che di generazione in generazione quel nome incuteva sempre più paura e che in se racchiudeva le memorie di un'infinità di ragioni oscure; la storia per i suoi pochi anni risultò noiosa ma in seguito imparò ad apprezzarla e ancora oggi ricordava le sue parole: "In un tempo non troppo lontano al termine di un'estenuante battaglia, all'alba di un nuovo giorno, un saggio mirando l'orizzonte esclamò - E' li, in quel fuoco - riferendosi alla fine del giorno e all'arrivo della notte - dove muore una speranza, che nasce un sogno lungo una vita -. Una luce ardente che in un battito cede il posto ad un'immensa vita argentea. Con la Luna negli occhi e il Sole nel cuore, la piccola Akane fece proprio quel detto. Da allora gli anni erano volati e proprio come le storie degli antichi spiriti che spesso si raccontavano sottovoce attorno ad un fuoco, l'Uchiha nata sotto il sole del mezzoggiorno, grazie alle sue doti innate, alla sua determinazione e alla sua indole combattiva con il tempo venne soprannominata: "Yōkai". Grazie alle sue parole, alle sue azioni e alla sua grande capacità di infondere coraggio nella gente, anche dopo una sconfitta, pian piano iniziarono a riconoscerla e a chiamarla con quel nome nel mondo: il suo Elevato Spirito Demoniaco (in quanto soprannaturale non perchè malvagio) era ormai sotto gli occhi di tutti, Il suo nome era temuto e veniva associato in un istante alla sua collera vendicativa e ai suoi occhi spiritati.
Nonostante la fama, i riconoscimenti e i successi, i giorni passavano sempre uguali nei suoi pensieri e lo si avvertiva parlandoci o osservando il suo volto malinconico. Avendo già perso la maggior parte dei legami che aveva costruito durante la sua vita, dal giorno del coma della sorella, iniziò ad avere un atteggiamento sempre più arrendevole. Lo notarono dapprima gli assistenti e via via dai collaboratori più stretti fino agli abitanti del suo amato villaggio. Ci mise diverso tempo a capire che era inutile darsi la colpa per tutto e fu in una particolare occasione che, ricordando la storia del nonno, accettò l'accaduto provando così a rimediare ai suoi sbagli. Il suo intento fu principalmente cambiare in meglio questa parte cupa di sé ma durante una sessione di allenamento scoprì un cambiamento significativo nel suo chakra elementale. Era da tempo che non si allenava, dalla notte al tempio degli Uchiha: il suo chakra aveva come perso vitalità manifestandosi in uno stato ombroso e di rado riusciva a fargli riprendere colore in quanto strettamente legato al suo stato emotivo. Fattore scatenante di questo cambiamento fu l'utilizzo spropositato del mangekyou sharingan nel tentativo di onorare i sarifici di Ayame."


<ninjutsu> - Susano’o: Dio delle Tempeste - [Chk: 100 +X ogni turno] [PV: 5 x turno, 15 +X/10 ogni azione che la si utilizza] “E' forse la tecnica più potente e completa che un Uchiha, esperto e dotato di Mangekyou Sharingan, riesca a controllare. Tramite essa, si ha la possibilità di evocare un'enorme entità spirituale che assicura all'Uchiha un livello, sia di protezione che d'attacco, fuori dalla norma, grazie alla resistente armatura e alla potente arma di cui sembra essere dotata. E' tuttavia normale che un jutsu così poderoso richieda enormi sacrifici all'utilizzatore; infatti, in relazione al tempo che la creatura viene mantenuta sul campo e al chakra che vi viene immesso, la vista e la vita stessa dello shinobi subiranno danni considerevoli. Questa tecnica può essere sigillata solo in entrambi gli occhi.
Utilizzo Tecnica: la quantità di chakra immessa, oltre ai 100 necessari, dovrà essere divisa, a piacimento dell'utilizzatore, fra Difesa (XDef) e Attacco (XAtk), in modo da definire la potenza offensiva e difensiva della tecnica:
- Difesa Susano'o: 400+5*XDef
- Attacco Susano'o: 6*XAtk
Susano'o può difendere qualsiasi attacco eccezion fatta per le genjutsu. Nel caso Susano'o non dovesse riuscire ad assorbire completamente l'attacco nemico, l'Uchiha avrà modo di difendere il residuo senza consumare un'ulteriore azione (Dif+Chk). Invece, se si decide di sfruttare la potenza offensiva di Susano'o, l'azione offensiva dell'utilizzatore non sarà più disponibile per l'esecuzione di altre tecniche (l'attacco di Susano'o non è associabile ad alcuna tecnica o attacco con arma, esso è tuttavia difendibile come se fosse un attacco basato su Frz).
Ad ogni turno, durante la fase di mantenimento della tecnica, si può decidere se aumentare o diminuire il chakra immesso, cambiando di conseguenza anche il bilanciamento fra Atk e Def di Susano'o.
Conseguenze: oltre al temporaneo affaticamento della vista, poiché Susano'o richiede un grande sacrificio in fatto di forza vitale, sarà necessario far fronte ad un maggior consumo di Stamina (doppia rispetto alla norma). Per di più, quando Susano'o avrà una forma completa (vedi sotto), in attacco, in difesa o in entrambi, allora anche la vita subirà un malus PERMANENTE di -1 ogni turno.
Note per la descrizione: Susano'o può essere evocato anche parzialmente (ad esempio: solo la gabbia toracica in funzione difensiva, un braccio in funzione offensiva, etc etc..). In base ai valori di XDef e XAtk raggiunti si potrà precisare quanta percentuale è stata evocata Susano'o.

    <passiva> - Controllo dello Sharingan - [Lvl 4: 31/40]
    <attivazione> - Rapidità - [Lv 5: 11/20] [Stm: -2]
    <attivazione> - Concentrazione Chakra - [Lv 3: 35/40] [Chk: Variabile]
 
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view post Posted on 5/6/2014, 13:53     +1   -1
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L'edificio crollò intorno a loro, mentre una pioggia di calcinacci e detriti li investiva. Se non fosse stato per la protezione del suo Susanoo, a quest'ora non solo Akane, ma anche Ayumi e il piccolo Hikari, si sarebbero ritrovati sommersi dalle macerie, schiacciati in una pressa mortale.
Il salto nel vuoto parve interminabile, il frastuono insopportabile, mentre tutto il resto le vorticava caotico tutt'intorno, lasciandola disorientata per un attimo, la risata malefica della bambina che vibrava gelida dentro di lei.
Una caduta tremenda, nonostante la protezione del Susanoo, polvere e fumo che rendevano l'aria irrespirabile, mentre i calcinacci continuavano a cader loro addosso. Uno doveva averla colpita perché, ad un certo punto, quando la deflagrazione era conclusa, si era ritrovata riversa a terra, con la testa dolorante, a pochi metri da Ayumi che, con una gamba bloccata sotto le macerie, continuava a stringere a se il piccolo Hikari, illeso, eppure come lei privo di sensi.
Lo scenario che si parò d'innanzi agli occhi dell'Uchiha pareva quello di un campo di battaglia: alzando lo sguardo, poté vedere l'enorme voragine lasciata nella struttura dell'edificio ospedaliero, rantolii e gemiti tra i calcinacci. Qualcuno doveva essere rimasto incastrato tra le macerie, bisognoso di soccorso...
Gli ANBU che erano dapprima appostati sul tetto, per ordine dell'Hokage, erano già partiti a soccorrere e tirar fuori i primi feriti, mentre altri cercavano di capire chi, o cosa, avesse causato quell'esplosione, ma da nessuna parte parve visibile la rossa testa fiammante della piccola Gintan.


Te l'avevo detto, Akane. Questo è solo l'inizio...

In lontananza, sul tetto dell'edificio, Akane avrebbe potuto intravedere sua sorella, avvolta in camice ospedaliero, le orbite vuote fisse su di lei, come se riuscisse a vederla, nonostante la mancanza degli occhi.
Una seconda esplosione, decisamente di potenza minore rispetto alla prima, squassò l'edificio dalle fondamenta. Altre urla si alzarono tutt'intorno, indicando come punto di detonazione il sotterraneo.


E ci sarà tanto da divertirsi...

Una risata gelida le uscì dalle labbra, mentre i capelli scuri venivano scompigliati dal vento. Un cenno di saluto e la donna scappò via, mentre gli altri ANBU, che sembravano non essersi accorti della sua presenza, correvano, dividendosi in gruppi, a vedere cos'era successo nella zona della seconda esplosione.

//Allora, puoi scegliere se rimanere al fianco di Hikari e prenderti cura di lui, oppure lasciarlo da qualche parte e andare a vedere cosa succede dall'altra parte. Insomma, come sempre liberissima di fare quello che preferisci. Dai, che abbiamo quasi finito xD //
 
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