Nel Buio delle Segrete

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Belfagor90
view post Posted on 21/3/2014, 23:43     +1   -1




//Apro qui una ruolata libera per chiunque al momento sia già stato rapito e quindi è impossibilitato a fare alcunché se non aspettare girandosi i pollici. Interagite pure tra di voi, conoscetevi, formate alleanze e tramate tradimenti. Approfittate di questa occasione per ottenere vantaggi su chi, al contrario di voi, non ha dovuto aspettare *__*//


L'ambiente in cui si svegliarono era angusto e buio. Ognuno di loro si trovava in una cella singola con quel tanto di spazio per raggomitolarsi e dormire e un angolo adibito alle funzioni "igieniche". Neanche una tenda li separava dal corridoio, ma l'oscurità aiutava a togliere l'imbarazzo di doversi liberare senza coperture di sorta. Fortuna voleva che tutte le celle fossero allineate dalla stessa parte del corridoio, quindi era impossibile per i prigionieri sbirciare nelle celle altrui o anche solo vedersi in faccia.
Le sbarre erano grandi e strette, impossibile liberarsi con la sola forza bruta o far passare la testa e a nessuno di loro era stato lasciata un'arma, una protezione o un qualsiasi oggetto, perfino il loro chakra rifiutava di rispondere alla loro chiamata. Mentre erano senza sensi li avevano perquisiti, lavati e rivestiti con una ruvida e semplice tunica marroncina. Insomma, non avevano nulla di nulla.
Pasti tre volte al giorno, portati da cinque shinobi armati di tutto punto che esaminavano da distanza di sicurezza le celle usando delle torce, le uniche luci che vedevano durante tutta la giornata, e intimando ai prigionieri di non provare a coprire niente se non volevano ricevere una lezione.

"Voi siete i nuovi arrivati, ma finché non sarete tutti e non verrete messi alla prova siete solo dei prigionieri. Imparate subito la prima regola di Oto: qui ognuno conta per sé e non si disubbidisce al Taisho a meno che non si desideri la morte."

Per il resto sembravano non essere autorizzati a scambiare parole con i prigionieri che non fossero le solite e per attenersi senza fallo alla regola i prigionieri erano principalmente lasciati da soli lì, in quelle piccole celle buie, dove potevano solo sperare che finissero presto il reclutamento.

 
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Bismillah
view post Posted on 28/3/2014, 22:40     +1   -1




Quando ero stata in guerra con Onigami avevo pensato che fosse un montato, un idiota, nonché una persona di cui non fidarsi e per finire uno stronzo.
Quando mi risvegliai in un luogo buio, senza le mie armi, senza i miei vestiti, con le sbarre ed un buco per ****** come unici compagni, ebbi il forte sospetto che quella prima impressione fosse alquanto corretta.

Notai che mi avevano lavato e vestito con un indumento qualunque, che gentili...quasi mi veniva voglia di ringraziarli...pezzi di stronzi. Notai un piatto con della roba da mangiare, era riso, l'annusai e poi decisi di mangiarlo, tanto se dovevo per forza vivere in quella prigione, una morte per avvelenamento non era un destino poi così tremendo.
Mi sorpresi nel costatare che il suddetto cibo era alquanto godibile, anzi era il migliore cibo che avessi assaggiato in anni, questo poteva significare due cose: o che le dicerie sul cibo da gattabuia fossero inventate di sana pianta, oppure che ero una pessima cuoca. Esperienze future mi avrebbero portato a stabilire che era la seconda cosa.


Quando ebbi finito decisi che avrei cercato di scoprire di più su quel posto, però la mia cella era piccola, e poche cose poteva farmi capire il perlustrarla, il resto però era tutto troppo scuro affinché io potessi vedere qualcosa. Il non vedere niente mi scocciò parecchio, quindi decisi provare ad illuminare le sbarre, in fondo erano fatte di un materiale metallico, quindi in teoria avrei potuto farle brillare grazie alle mie abilità di Kandori. Strinsi le sbarre e chiusi gli occhi, cercando di concentrare il mio chakra, ma quello si presentò inizialmente per poi dissolversi subito, come un fuoco spento da un secchio d'acqua gelata. Stizzita riprovai di nuovo, ma a nulla valse il tentativo, né tutti quelli che feci dopo.

Mi concentrai continuamente, evidentemente avevano sigillato il mio chakra in qualche modo, ma non volevo dargliela vinta, prima o poi sarei pur dovuta riuscire a illuminare anche solo un minimo quelle sbarre. Poi successe: sentì come uno strappo all'interno nel mio corpo, una fitta improvvisa, essa parti dal cuore e risalì velocemente il mio corpo fino ad arrivare agli occhi. Quest'ultimi iniziarono a bruciare violentemente, cosa che mi fece staccare dai miei metallici appigli e cadere a terra coprendomi i bulbi oculari con le mani, in pieno istinto di protezione. Gemetti mentre senza volerlo mentre il bruciore aumentava, poi come era arrivato, quel dolore all'improvviso svanì, grazie al cielo.

Temendo di riaprire gli occhi mi alzai e mi misi a sedere, a quel punto decisi di provare a sollevare una palpebra per controllare se ancora ci vedessi....miseria santa se ci vedevo! Di colpo era come se quella stanza prima così buia, ora fosse illuminata alla perfezione, mi voltai e potei notare tutte le cose che che prima non avevo visto: le viti della gabbia, il corridoio dall'altra parte di esse, il muro ancora oltre quello, i buchi nel muro in cui c'erano piccole uova d'insetto. Ogni cosa di colpo era chiara e nitida, anzi, non era mai stata così nitida prima.
Subito la memoria ritornò a quando avevo sviluppato per la prima volta quel tipo di visione, durante la battaglia contro gli zombie prima di andare in guerra. In quel caso i fenomeno era stato limitato ad una manciata di minuti, ma il bruciore non era stato così intenso. Mi sdraiai sulla branda e tenni gli occhi aperti, volevo vedere in quanto tempo questa volta la mia vista sarebbe tornata normale. Quindi rimasi distesa per decine di minuti, ventine... iniziai a pensare che questa volta l'effetto fosse permanente. Mi alzai quindi dalla branda e guardai le sbarre, grazie a quella vista nuova potevo addirittura vedere il mio riflesso e quello che vidi mi lasciò senza fiato: i miei occhi erano molto luminosi e ricordavano in tutto e per tutto quelli dei gufi di Konoha grazie al loro colore giallo limone.
 
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.Corvo
view post Posted on 2/4/2014, 00:43     +1   -1




Un fastidioso ronzio, le orecchie fischiavano e la testa doleva come non mai. Il buio completo, un odore di tessuto umido da far venire il voltastomaco. Si muoveva, ma non con le sue gambe e qualcosa di certo le impediva di vedere il tragitto. Aveva da poco ripreso i sensi, ogni pensiero le risultava confuso e le sarebbero serviti alcuni minuti di quiete per riordinare le idee. Il passo con cui veniva trasportata era cadenzato, quasi saltellante, il che non ci mise molto a metterle in subbuglio lo stomaco. Il rumore di passi era ben scandito, a dimostrazione del fatto che si trovassero al chiuso con una pavimentazione regolare e l’umido nell’aria presagiva che si trovassero in un luogo che poche volte aveva avuto la cortesia di ricevere un po’ d’aria fresca. Lievemente cosciente la giovane in balia del suo ignoto trasportatore prese atto immediatamente di non poter far nulla in quel momento. Una fitta alla nuca tornava ogni tanto, quando le vibrazioni dovute allo spostamento si facevano più intense; sicuramente colpa del colpo ricevuto. Ricordava bene poco, per ora..

Era dunque quella la via che avrebbe dovuto percorrere? Gli ultimi erano confusi, ma la causa per la quale scelse quel trattamento era limpida come l’acqua. Era debole, incapace di badare a qualcuno e soprattutto di badare a sé stessa. Aveva bisogno di qualcosa, e l’avrebbe trovato lì.. ovunque si trovasse. […] Sferragliare di serrature, una, due tre volte.. Il cigolio penetrante di un pesante oggetto metallico che scorreva via, quasi fosse su un binario; il grande amico che l’aveva portata fino a quel momento sulle spalle s’arrestò prima di lasciarla cadere al suolo come un sacco di patate. Atterrò di fondo-schiena per sua fortuna accompagnando la caduta con un flebile lamento, prova che fosse del tutto sveglia.

- Ah, sei sveglia? Beh, buona permanenza fiorellino..

Una voce indecifrabile e camuffata. Si massaggiava la parte impattata con il suolo notando, dai brividi di freddo di esser vestita di una leggera tunica, ruvida e fastidiosa al tatto. Ancora buio. Ma certo! Pochi gesti confusionari prima di slacciarsi dal capo un sacchetto color pece, accuratamente legato per evitare che la ragazza potesse vedere qualcosa prima dell’arrivo in villeggiatura. Lo spazio era minimo, angusto e maleodorante. L’aria, irrespirabile penetrava come rasoi affilati nei polmoni della giovane che poco abituata al nuovo habitat non poté far altro che tossire con forza. Era dunque quello il posto? Una stanzetta fin troppo piccola per poter albergare in maniera decente..umana.

Vi furono poi attimi di silenzio. Ancora per terra, rivolta verso l’esterno di quella che ormai s’era palesata una cella, la giovane fissava fuori tra le sbarre pensierosa.. E nella sua mente brulicavano poche e semplici parole.. Debolezza.. Incontro.. Albero.. Tipo..s-strano?! OH CAZZO..No no no no no.. Ci era arrivata, il prezzo da pagare per la sua presenza lì era alto e pesante come una tonnellata di ferro sulle spalle. S’accostò poi con le spalle al muro, in un semplice gesto, prova che la cella era strettissima. Il respiro s’era tramutato in affanno, ossessivo, penetrante e ripetitivo, prossimo ad una crisi respiratoria. Aveva realizzato l’intero quadretto. Una volpe, insomma..
 
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Bismillah
view post Posted on 2/4/2014, 08:39     +1   -1




Sentì una serie di rumori nel dormiveglia, ma non ci feci caso. Nonostante fossi stava svenuta chissà quanto tempo, alla fine mi ero addormentata raggomitolata su una delle due brande presenti, più precisamente la più alta. Probabilmente questa stanchezza era dovuta all'attivazione dei miei due occhi-lampioni, era anche la cosa più probabile, oppure semplicemente il mio corpo si rifiutava di rimanere sveglio a lungo in un luogo così chiuso. Fatto sta che stavo dormendo dalla grossa quando dei rumori giunsero alle mie orecchie, rumori di passi, di catenacci e poi colpi di tosse. Sulle prime non ci feci caso, pensai che fossero i secondini che mi portavano il cibo, poi i colpi di tosse continuarono, quindi infastidita ed in pieno dormiveglia mi voltai su un fianco e aprì un occhio.
Costatai che era soltanto Hana che tossiva e quindi lo richiusi rigirandomi di lato.

Intanto il postino che dai miei occhi era partito con le informazioni appena guadagnate stava salendo difficoltosamente la scalinata che portava al mio cervello.
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino.
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino.
primo gradino, secondo gradino, CHE CAZZO, HANA ?!

Mi sveglia di colpo e guardai in basso: non mi ero sbagliata, quella che avevo davanti era davvero Hana, un'Hana in preda ad una crisi respiratoria, ma pur sempre Hana!
Mi diedi un pizzicotto per verificare se stessi ancora sognando, e quando appurai d'esser perfettamente sveglia iniziai a pensare cosa ci potesse mai fare quella ragazza così dannatamente forte in questo posto, poi ricordai che Oto era interessata a gente forte e feci due più due. In ogni caso sentì il cuore battere a mille, non mi sarei masi aspettata di rivederla dopo tutto quello che era successo, per un attimo pensai di esordire con qualche frase ad effetto, poi però il battito inarrestabile e pressante del mio cuore mi diedero alla testa. Come risultato la mia introduzione fu un
Hana

Scesi dal letto in fretta, atterrando a pochi centimetri da lei, poi mi ricordai che io vedevo al buio, ma lei non obbligatoriamente poteva far lo stesso, quindi presi le sue mani nelle mie e dissi:

Hana, sono io, Hokane, non avrei mai pensato di rivederti, meno che mai qua!

Non nascosi la gioia nella mia voce, insomma, quella era Hana, l'unica persona con cui sentivo d'esser entrata in amicizia, l'unica persona vivente a parte mio fratello per cui provavo affetto, la prima persona con cui volevo andar a le....quietati Hokane, siete in una prigione, quietati almeno sotto quell'aspetto.
 
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.Corvo
view post Posted on 2/4/2014, 18:59     +1   -1




Era tutto chiaro alla mente della giovane prigioniera. Aveva accettato la proposta di ottenere potere e libertà? Sì. In quelle condizioni avrebbe donato tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi, pur di ritrovare quella sicurezza perduta, ormai tramutata in chimera.. sempre più lontana, sempre più impalpabile. La mente cominciava a ricordare, ad incollare ogni tassello del mosaico.. Poche persone avrebbero fatto quello che lei con spietata naturalezza fece allo strano giovane che la raggiunse per recuperarla. Pur di recuperare sé stessa, era pronta e sicura a donare sé stessa, come essere umano, come donna.. Attimi ambigui e terribili che in un certo senso le lasciavano l’amaro in bocca, soprattutto per la reazione che ebbe quel giovane.. Era serio? Non voleva minimamente pensarci, dal momento che era una persona che difficilmente avrebbe accettato un rifiuto dopo tutto quel casino. Avrebbe risolto quel problemino più avanti, se mai fosse uscita viva da lì.. Si trattava pur sempre di una selezione no?

Sospirava ad intervalli irregolari, quando la tosse cessava donandole attimi di tregua.. Le tenebre soffocanti, imperanti nella stretta cella le impedivano di scrutare al meglio dove lei effettivamente albergava.. Unico contatto fu quel gelido muro alle sue spalle.. Unico sostegno, perché.. sì.. era quello di cui aveva bisogno adesso.. un sostegno. Tutto taceva dentro di lei, l’albina non proferiva parola e il vuoto interiore si faceva sempre più ampio.. Una voragine che con il tempo l’avrebbe inghiottita, derubandola di tutto e tutti.

- Eh?!

Un unico rumore, un tonfo affianco a lei per farle capire che sola non era, in quella cella.. Il suo nome.. Quella voce tanto familiare..Non voleva crederci, stava sognando? Le cose stavano precipitando dentro di lei e quella voce interveniva così? Come una bagliore accecante, sferzando nell’oscurità, tagliandola a brandelli. Un paio d’occhi giallo limone, abbaglianti, facevano capolino nell’oscurità della cella.. Altro non vedeva se non quella coppia d’occhioni familiari.. Sto sognando.. vero? E così, improvvisamente, il mastodontico blocco di ghiaccio che fino a poco fa la ricopriva.. la attanagliava andò scemando quasi fosse affiancata da una rovente fiamma. E quella fiamma era lei, Hokane, l’unica persona che fino a quel momento le aveva lasciato qualcosa di umano. Una boccata d’aria fresca, un vento ristoratore per lei, che a sentire le delicate mani della kunoichi sobbalzò, provando un’energia nuova, se pur flebile.. Il cuore cominciò a battere all’impazzata e la reazione fu semplice, immediata. Si spinse in avanti, non curandosi del resto abbandonandosi ad un unico abbraccio.. Solo quello,

- Hokane..
 
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Bismillah
view post Posted on 2/4/2014, 23:26     +1   -1




In quei due occhioni potevo vedere riflessa la luce dei miei, era qualcosa di strano, era qualcosa di unico, quando tu ti vedi riflessa negli occhi di un'altra persona e per di più quella persona é tua amica. Osservai con immenso piacere il suo viso mutare dalla sorpresa alla convinzione, ancora prima che lo facesse sapevo quello che avrebbe fatto, quello che poi fece: mi si gettò tra le braccia, abbracciandomi con forza.
Nonostante avessi intuito quello che voleva fare, rimasi lo stesso sorpresa da quel gesto, restando per un attimo rigida, poi l'impaccio diminuì e anche io strinsi Hana accostando la mia testa contro la sua, senza parola, senza sguardo, solo il mio sorriso dolce.

Non so per quanto restammo abbracciate a goderci quel silenzio così magico, poi misi una mano dietro alla sua testa e tirandomi all'indietro la guardai in faccia ed iniziai a parlare:

Hana, quanto tempo, mi sei mancata un sacco, sono successe tante cose, tante cose strane e sconvolgenti.

Raccontai ad Hana quanto successo in guerra, di come io avessi combattuto, ucciso, morta e risorta, decisi però di non raccontare della mia avventura con Yumi, insomma, non faceva una grande impressione dire ad un'amica ritrovata : "sono stata munta da una chunin".

E tu ? che mi racconti?

Le chiesi mentre la mia mano scorreva su e giù dalla sua nuca alla sua testa.
 
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.Corvo
view post Posted on 4/4/2014, 02:05     +1   -1




Un tenero scambio di emozioni che per la corvina, sarebbe potuto durare un’eternità. Un gesto semplice ed immediato, dotato di una carica mai provata prima, la quale permise per un attimo di non pensare, di alleggerire mente e corpo. Attimi a cui si sarebbe aggrappata con tutte le forze date le condizioni in cui versava ultimamente. L’Hana di un tempo di certo non avrebbe perso tempo con certi gesti, o meglio, non avrebbe provato così tanto calore umano in un semplice abbraccio o giù di lì.. Che stesse cambiando? Probabile.. Nella sua vita non aveva fatto altro che fungere come contenitore, come una persona opportunista pronta ad accaparrare il meglio per sé stessa.. Ora, aveva bisogno di determinate cose? Aveva sì, bisogno di risollevare il proprio animo sperduto in un baratro d’inettitudine e frustrazione? La domanda si rispondeva da sola, dal momento che quel legame fisico non tendeva a cessare.

Ascoltò con pazienza le parole della giovane Hokane, sbalordendosi ad ogni parola udita. Quanto tempo era passato? In confronto il suo vissuto, per quanto rocambolesco potesse essere, non era nulla in confronto.. Una guerra.. Una morte.. Una rinascita? Già, era meglio non parlare di certe cose.. Le piaceva ascoltare, si vedeva.. e altrettanto le piaceva mantenere per sé certi episodi che forse nemmeno lei comprendeva; a partire dall’insistente albina, quale presenza fissa nei suoi sonni e nei momenti meno opportuni. Proprio lei, che con il suo intervento, per quanto volenteroso, stupido e sconsiderato, l’aveva messa nelle peggiore delle situazioni. Lei? Sposata? Con quella..bestia? Ancora non si capacitava della persona con cui aveva avuto a che fare. Ipocrita, fottutamente ipocrita. Reputava bestia la stessa persona a cui avrebbe donato quanto di più prezioso per.. cosa? Potere e libertà? Sì. Ma ora, era il suo turno..

- Io? ..

Meglio che tu non sappia con quali condizioni sono capitata qui..

- Beh..

Meglio che tu non sappia cosa la mia debolezza ha causato verso tanta gente.. tempo fa..

- Ho bisogno di tutto ciò per poter vivere.. E se.. Sei qui.. Sai perfettamente a cosa mi riferisco..No? Ahahaha!

Perdona le mie false risate.. Davvero
 
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Bismillah
view post Posted on 4/4/2014, 14:33     +1   -1




Guardai Hana mentre pronunciava quelle parole, parole confuse, insicure nel senso e nella forma...una forma labile.
Per un attimo non dissi nulla, un lungo attimo. Non avevo bisogno di leggere le emozioni nei suoi occhi per capire, in ogni caso non ero sicura di riuscire a farlo, ma sapevo esattamente come si sentiva, prima di morire ero così: Senza motivi per vivere o senza scopi.
La mia morte sotto questo aspetto era stata un evento positivo, poiché avevo scoperto che non serve molto per vivere, solo averne la voglia. Il problema però é che la voglia non é facile averla quando non ce l'hai, é difficile, bisogna capire, bisogna volerlo, e come si fa ad attuare una cosa che non possiedi?

Difficile, difficile domanda e ancor più difficile risposta, mi ci era letteralmente voluto pi?u di una vita ( La mia e quella di Origami) per capirlo, per capire che sono hai una cosa così astratta è perché in fondo non sei mai stata in grado di comprenderla o non hai voluto che lei ti comprendesse.
"Quando guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te", ma se tu non gli permetti di farlo, manco lui te lo permetterà.
Mi riscossi dai miei pensieri e mi accorsi che vi ci ero rimasta per molto tempo, quindi formulai con calma le parole da dire alla mia amica.

Si, lo so, non temere, ora devi vivere per te, per quello che ti rende felice, devi farlo per te e per me, che ti voglio bene.

Suggellai queste parole con un bacio sulla sua guancia, un bacio dolce, con amore, ma senza sesso, un bacio di pura affinità. Ma poi, cosa è un bacio?
una tenero gesto d'amore? una promessa fatta un po' più in là, sulla punta delle labbra? O forse un modo di respirarsi il cuore tramite la bocca, oppure l'apostrofo rosa tra le parole t'amo?


//tutti i diritti vanno a Rostand per le ultime frasi//
 
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.Corvo
view post Posted on 5/4/2014, 00:50     +1   -1




Un bacio, parole dolci e sincere. Una folata d’aria fresca in un posto lugubre, privo di vita come quello. Era la seconda volta che le due si incontravano, mostrando l’una il proprio cuore all’altra, eppure? Come due vecchie compagne conoscenti da una vita.. La corvina non offriva molto alla kunoichi di fronte a sé, palesemente molto più sicura e forte sotto l’aspetto spirituale.. Una crepa, ecco come si sentiva; la crepa di un enorme castello di vetro ch’era la sua vita. Prima o poi si sarebbe allargata, danneggiandone l’intera struttura e causandone l’inarrestabile crollo. Non poteva e non doveva permetterlo. Hokane era lì, intenzionata a dare una mano all’amica ritrovata; era lei dunque la persona giusta per sanare l’irreparabile crepa nell’animo di Hana? Doveva metterci del suo, non poteva affidarsi completamente alla giovane dagli occhi dorati, doveva risvegliarsi..un’altra volta. Ritrovare quella forza ormai persa di vista, assopita a causa delle precedenti vicissitudini. Di nuovo.. Era debole.. Ma avrebbe trovato la forza, e avrebbero agito assieme.

- Hai..ragione..sei tanto cara..

Sorrise, sinceramente, come mai aveva fatto. Il buio regnava e di certo nessuno avrebbe potuto notare il raro gesto della ragazza. S’alzò lentamente e a fatica, non avendo pienamente ripreso coscienza del proprio corpo, portando con sé la compagna di cella, tenendola per mano.. dopotutto il pavimento era un posto scomodo dove stare, e una brandina, se pur malmessa avrebbe donato un sollievo migliore.

- Devi promettermi una cosa però..

Tentennò, non abituata a proferire discorsi di quel calibro, abituata al contrario a dimostrare il proprio io attraverso la fisicità. Non era mai stata una grande conversatrice, ne era consapevole, ma si sforzò con tutta sé stessa per rendere al meglio ciò che in quel momento stava provando. Già, ciò che stava provando. Un veleno perenne, indelebile che non sembrava voler andar via per nessuna ragione al mondo dalla sua candida pelle. Voleva lavar quel veleno, e l’avrebbe fatto, ad ogni costo.

- Usciremo da questo posto.. vive.. vero?

Pronunciò infine stringendo il pruriginoso tessuto della brandina, con la mano destra, mentre con la gemella complementare stringeva la mano della compagna, trasmettendole con un semplice gesto la sua, se pur ancora minuta, voglia di rivalsa.
 
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Bismillah
view post Posted on 5/4/2014, 02:26     +1   -1




Le mie parole dovevano avere avuto effetto su di Hana, poiché sul suo viso comparve un sorriso, un sorriso dolce e bellissimo, un sorriso che mai le avevo visto fare. Rimasi estasiata da quella visione così pura e magnifica. Sentì il mio cuore iniziare a battere a mille, mentre di colpo Hana mi sembrava ancora più splendente di prima, come se un velo di sporcizia le fosse stato tolto di dosso e ora poteva brillare di tutta la sua luce propria.

Il flusso di quei pensieri venne momentaneamente spezzato da Hana stessa, la quale mi sollevo senza problemi alzandosi, lo fece con una grazia sorprendente, specie per una con una forza come la sua (e credetemi, a volte mi sembra di sentirne ancora gli effetti dietro alla mia schiena) e mi depose sulla brandina, posandosi al mio fianco, sempre e comunque tenendomi per mano.


CITAZIONE
Devi promettermi una cosa però...

Hana iniziò a titubare subito dopo aver pronunciato quella frase, tanto che iniziai a domandarmi cosa le dovevo promettere, e più lei ritardava la fine della comunicazione più io mi convincevo che doveva essere qualcosa d'importante, qualcosa per cui valeva la pena rodersi di curiosità.


CITAZIONE
Usciremo da questo posto.. vive.. vero?

// ascoltare mentre si legge sto pezzo dal minuto 4.25 Video

... Ci rimasi di sasso.
...Era una richiesta semplice, era una richiesta dolce...
..era una emozione nuova..
...era un desiderio...
...una promessa da fare...
...piccola enorme promessa...
...un desiderio, per me che non me avevo mai avuti...
...il mio cuore batte, batte tanto...
...cosa é questo papà? non me lo hai insegnato...
...perché questo cuore batte e ribatte senza dolore?...
...perché a lei mi voglio avvicinare?..
...voglio rivedere quel sorriso, ridatemi quel sorriso, per favore...
...quel sorriso, mi strega, solo a quello posso pensare...
...ti prego Hana, mi dovrai perdonare...
...Un bacio é una promessa fatta un po' più in la!


Quello che accadde poi non fu più dettato dalla mia testa, penso che fosse la mia anima a muovermi, mentre mi avvicinavo a lei e dicevo " Accetto la promessa" oppure il fatto che non mi fermai e mi protrassi in avanti e la feci scivolar sulla brandina, per poi posare le mie labbra contro le sue, rubandole la verginità delle labbra, della lingua, dei denti. Dei sentimenti.

perdonami Hana.
 
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.Corvo
view post Posted on 5/4/2014, 21:54     +1   -1




Pazzo è chi non prende la palla al balzo, chi non coglie l’attimo insomma.. Hokane, dal canto suo non poteva minimamente definirsi pazza. Che avesse visto un qualcosa nello sguardo della corvina? La stessa cosa che divenne scintilla del più grande incendio ormonale mai visto? Hana non ebbe nemmeno il tempo di controbattere, opporsi con le mani, trovandosi letteralmente sotto il corpo dell’amica, imbrigliata.. paralizzata..da qualcosa di etereo e impalpabile, dal momento che la stessa Hokane non si prodigava a fermarla con la forza. Ma che.. Hokane.. Black out, silenzio, calma piatta.

Un’esplosione atomica in petto, quasi il cuore volesse uscire, farsi largo tra sterno e costole per scappare via.. tanto erano impetuose le pulsazioni con il quale esso batteva incessante. Un calore nuovo, sincero..piacevole? Erano morbide e gentili, le labbra della kunoichi di Konoha.. Rispettose della corvina sempre più..sorpresa? Lusingata? Era forse il momento più confuso e disorientato mai vissuto prima.. Non reagiva alle gesta della giovane, esclusa la mano sinistra intrecciata che stringeva sempre più, conservando nel gesto tantissima tenerezza..

Danzavano, come mai avevano fatto prima.. Un ballo splendido, infinito, irreale, caloroso. Lo stesso calore ormai percepito sempre più nelle soffici gote, quasi si stesse accaldando. Non si rese conto che per l’intera durata dell’interminabile danza gli occhi erano rimasti chiusi. Ma quando mai li aveva chiusi? Era successo tutto in un attimo. E poi lo vide.. Uno scenario buio, due corpi luminosi.. nudi, fluttuanti che nuotando con eleganza nell’aria raggiungono lo stesso punto. Una luce accecante prodotta dal loro semplice contatto e poi..una luce bianca.

?!

Occhi aperti, spalancati, buio e un mugolio quasi..incalzante? Un formicolio dietro la nuca, come quando un pensiero ostinato e perenne tarda a giungere a destinazione. FRAGOLA?! Sapeva di fragola? [..] Era abbastanza.. Non capiva e non avrebbe di certo capito al momento. Con una leggerezza e delicatezza mai possedute liberò la mano dalla presa, posandole poi entrambe sul capo della giovane sopra di lei. Un modo innocente per farle capire che.. andava bene così. La danza s’interruppe, non bruscamente, non in malo modo.. Nella totale tranquillità.

Va bene così.. davvero..

Sorrise.
 
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Bismillah
view post Posted on 5/4/2014, 23:24     +1   -1




// Video //

Mi stavo godendo con gioia quel momento così dolce, le nostre lingue danzare, il corpo di Hana schiacciato contro il mio, le nostri mani che se ne stavano strette legate da una forza indissolubilmente lieve. Anche i miei occhi erano chiusi, non volevo che una vista laterale cancellasse il mio ricordo di quel momento, inoltre ero occupata ad esplorare ogni angolo di quella bocca, ogni centimetro di quella lingua, ogni angolo di quei denti.
Ancor una volta persi la concezione del tempo, potevamo esser state ferme in quel gesto per secondi, come lo potevamo essere per secoli. Avrei voluto che quel bacio non finisse mai, però dopo un po' Hana mi prese gentilmente la testa tra le mani e mi allontanò con garbo, staccandomi da quel abbraccio dei sensi.

Mi disse che bastava così, anzi, che andava bene così... a quel punto aprì gli occhi e vidi Hana che mi sorrideva, ecco, il sorriso che tanto desideravo era lì a due passi, da me. Allora capii, fui costretta a capire che quello era il momento giusto per fermare le mie conquiste del corpo della Kunoichi. Ma non sarebbe stata una fermata definitiva, sarei partita all'attacco prima o poi, ma non ora. Ora il momento di tornare ad essere Hokane l'amica.
Quindi mi stesi di fianco a lei con il suo braccio sotto la testa e mi misi a guardar in alto mentre sentivo i battiti del suo cuore nella mia nuca.

Hana, dobbiamo essere intelligenti se vogliamo cavarcela, non dobbiamo agire troppo impulsivamente o rischiamo di tirarci le cuoia.

Erano parole ferme, colme di sicurezza, e speranza le mie, decisi in ogni caso di sdrammatizzare un po', accompagnando quello che dissi con un tono divertito.

Comunque bacio da Dio, nevvero ?
 
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view post Posted on 1/5/2014, 01:16     +1   -1
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La bella rossa non si sarebbe mai aspettata un simile retroscena, una semplice bevuta in compagnia si era facilmente trasformata in un rapimento vecchio stile con tanto di svenimento finale. Il corpo inerme della ragazza era stato trasportato ben lontano dal paese del fuoco, Oto.. Un nome, mille significati, le parole e le belle promesse del bestione l'avevano convinta a a seguire strade che mai si sarebbe aspettata di percorrere, non perchè non fossero vantaggiose, al contrario le motivazioni andavano ricercate nel suo passato. Una pedina, Sayuri Maeda era nata per essere una pedina di una scacchiera, solo con astuzia e pazienza riuscì a trovare la libertà che da sempre cercava, la dolce sensazione di avere la vita nelle proprio mani, di poter manipolare a proprio piacimento gli eventi futuri e la vita delle persone, questo è ciò che desiderava.

Invece no, una semplice ragazzina in una sporca prigione, qualcuno direbbe "Dalle stelle alle stalle" e avrebbe senz'altro ragione. Nel buio delle prigioni di oto alcuni passi interruppero le azioni dei carcerati, chi più chi meno allungarono tutti l'orecchio desiderosi di conoscere il poveraccio finito nel luogo più viscido della terra. Uomo o donna che fosse, il carceriere dai lineamenti femminili si fermò proprio avanti a una delle ultime celle - conosciuta per essere tra le più ampie e spazione -.
Rumori metallici, lo stridio del freddo ferro probabilmente procurò non pochi brividi alle due donne all'interno dell'abitacolo, il corpo leggero della necromante venne lanciato senza troppi problemi contro il duro terreno delle prigioni, la poveretta non si mosse, nessun suono uscì dalle sue labbra, era come morta.. Inerme e priva di conoscenza..


- Il Taisho vi manda un pò di compagnia, divertitevi. -



E rise, il misterioso uomo rise di gusto mentre si immaginava i volti delle due ragazze all'interno, aveva fatto ciò che gli era stato ordinato e non c'era alcun motivo percui dovesse trattenersi in quei luoghi, con estrema calma dunque rinchiuse le sventurate alle proprie spalle, lasciandole al loro destino.
Sayuri era una novità per chiunque possedesse la capacità di guardare al buio, a guardare le forme perfette ed i lineamenti del volto poteva essere tranquillamente scambiata per una bambola di porcellana, il rosso vivo dei suoi capelli rendeva il volto accattivante e le due sostanziose protuberanze sul petto erano paradiso e inferno per molti uomini, niente era lasciato all'immaginazione e ciò grazie ai sottili abiti con cui era stata vestita, di certo non sarebbe stata di buon umore una volta sveglia, era solo questione di minuti prima che la bomba esplodesse..


// Ed ecco a voi la pazza del trio! Un paio di precisazioni:

1. La descrizione l'ho fatta per il pg di moreno, sò che lei è in grado di vedere al buio quindi, beh ora sai chi ti trovi davanti xD

2. Vedete di non fare zozzate davanti a lei, è una bimba pudica u.u
 
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Bismillah
view post Posted on 2/5/2014, 18:40     +1   -1




Prima che Hana potesse rispondermi un rumore giunse alle nostre orecchie, un fastidiosissimo stridio metallicco per giunta...come rovinare l'atmosfera con un'azione. Una porta si doveva essere aperta poiché per un istante vi fu un piccolo raggio di luce che filtrò l'atmosfera cupa e buia, o almeno, così lo interpretai: era un fascio di un'intesità differente da quella che già percepivo, qualcosa di strano...evidentemente dovevo ancora adeguarmi per bene alla mia nuova visione, mi era davvero difficile capire cosa fosse luminoso e cosa fosse scuro.
Fatto stà che sussurrai ad Hana di non far rumore, poi mi girai sulla pancia e sporsi in avanti il mio mento, in modo da poter osservare chiunque si stessa avvicinando. I rumori di passi preannunciarono l'entrata in scena del nostro uomo misterioso, se uomo lo si poteva definire: aveva tratti tanto mascolinei quanto era sviluppata la mia eterosessualità. Non rimasi troppo a studiarlo, mi bastò notare come le sue pupille vagassero nella cella senza effettivamente scorgerci, un altro punto per la mia vista.

Portava qualcosa, o meglio qualcuno, accasciato contro la sua spalla, per un momento pensai di scappare appena lui avesse aperto la cella, ma non ero così ingenua da credere di poter evadere da quel luogo senza armi e senza conoscenze di dove poter andare, potevo vedere al buio, si, ma Hana ad esempio no. L'avevo appena ritrovata, non potevo abbandonarla sin da subito.

Il filo dei miei pensieri venne rotto dalla voce del eunuco e dal tonfo generato da quel corpo che si schiantava a terra. Aspettai un attimo, giusto il tempo che quella figura malvoluta si allontanasse, poi mi alzai in modo da poter osservare chi fosse il o la malcapitata...e quasi mi prese un colpo: Era una ragazza oggettivamente tra le più belle che avessi mai visto, con tutto quello che mi piaceva in una donna: un fisico non troppo grasso ma nemmeno anoressico, una lunga, folta e sgargiante capigliatura e sopratutto, il mio grande punto debole: due tette da favola che poco erano coperte dal vestito che oto ci aveva fornito.
Essendo che era in quello che sembrava uno stato di profonda incoscienza, pensai di tastarla in quei punti, per assicurarmi se tutto fosse naturale, oh, l'avrei fatto con estremo piacere, specie con tutto quel ben di dio davanti. Ma poi ripensai al bacio appena dato ad Hana, e che lei non si meritava un tale comportamento da parte mia. Decisi quindi di alzarmi, prendere il corpo della rossa e posarlo su uno dei "letti".

Sembra una ragazza della nostra età, é ancora incosciente, mi fai un po' di spazio alla tua destra, cosìcché posso metterla a sedere sulla brandina?

Chiesi rivolta ad Hana mentre tenevo il corpo inerme della ragazza, per il sedere, per evitare non cadesse.
 
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.Corvo
view post Posted on 6/5/2014, 00:11     +1   -1




- Riassumiamo -

Era davvero sicura che quel gesto così intenso, dal pesante trasporto emotivo, fosse del tutto disinteressato e puramente affettuoso senza secondi fini? Pian piano la confusione persistente aleggiante nella corvina avrebbe lasciato il posto alla ragione e lì, forse avrebbe capito qualcosa in più. La prima affermazione di Hokane si presentava come un ottimo stacco, in modo da allentare la piacevole tensione creata. Aveva ragione, non era un gioco.. Erano lì per un unico motivo ed era chiaro che la selezione sarebbe stata spietata; un essere impulsivo e passionale come lei avrebbe avuto bisogno di una guida, e la ragazza di fronte a lei portante uno sguardo più che amichevole avrebbe fatto al caso suo. In un posto del genere, in un contesto simile, il primo nemico pareva essere la solitudine e quel patto suggellato così stranamente poteva rovesciare i pronostici.. Dal momento che, a conti fatti, lo spirito combattivo della corvina se ne stava comodamente beato sotto i piedi.

Mh-mh.. Hai ragione.. Se ci separiamo è finita..

Un principio di discussione decisamente serio, finito con una frase sferzante che tagliò in due l’aria. Presa alla sprovvista da una domanda tanto assurda quanto.. fuori luogo (?) la corvina sbarrò gli occhi comprendendo un minimo le intenzioni della giovane al suo fianco. Che forse avesse frainteso qualcosa? Non era mai stata un granché con le emozioni, essendo abituata ad esprimersi con i pugni piuttosto che con le parole. Come gesto istintivo si scostò leggermente dalla parte opposta incontrando la nuda pietra del muro, la fuga sarebbe stata impossibile in ogni caso.

Eh-ehm.. Non saprei..

Pensava, pensava, pensava..Cosa rispondere in certi casi? Una risata di circostanza? In seguito, qual’ora fosse sopravvissuta avrebbe cercato di affinare meglio i rapporti sociali, perché l’acume nelle parole usciva sì, ma nei momenti sbagliati. Palesemente imbarazzata dalla situazione ma al contempo turbata dalla piega che il discorso aveva preso accennò un leggero rossore in viso ma qualcuno lassù voleva a tutti i costi il suo bene, salvandola per l’ennesima volta da una situazione più che intricata. Il carceriere pensò bene di interrompere l’intera scenetta offrendo loro un compagno o una compagna di cella, vista e considerata la frase poco simpatica e il conseguente tonfo. Era chiaro che non sarebbero state le uniche due a partecipare; le cose cominciavano a farsi pesanti e gli ostacoli da superare potevano facilmente moltiplicarsi. Stette in silenzio, lasciando che la sua compagna si prodigasse nell’aiutare la new entry, approfittando così di quel secondo di distrazione per destarsi e allontanarsi dal letto. Interpretò la richiesta dell’amica a suo modo, dal momento che non avrebbe diviso un letto così piccolo in tre, incuriosita comunque da quella che sembrava UNA nuova arrivata..debitamente adagiata nella branda inferiore, priva di sensi. L’oscurità non le permise di scrutare al meglio la fisicità; s’accontentò piegandosi in avanti nel tentativo di vedere meglio.

Hai idea di chi sia?
 
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15 replies since 21/3/2014, 23:43   306 views
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