| Camminò in mezzo alla vegetazione, scostando bassi cespugli e felci, all'ombra di grossi sempreverdi frondosi, dove l'aria fresca di montagna, insinuandosi tra gli aghi degli abeti, le sferzava il viso, portando con se l'odore del bosco. Se non sapesse dove si trovava, quella sorta di scampagnata per i boschi le sarebbe anche piaciuta. Quando era piccola, le piaceva aggirarsi per i boschi: a Nagi, nel Paese del Thé, si divertiva a giocare a nascondino con Haru e Dan, nelle foreste di bambù dietro la loro casa; per non parlare degli interi pomeriggi trascorsi nei boschi vicino il villaggio. Ma cosa le stava succedendo? Dov'era finito il suo spirito avventuriero?”Sepolto sotto la polvere, come il resto dei miei sentimenti...” Pensò stizzita, scostando un cespuglio di rovi, che le graffiò leggermente la mano. Il lieve bruciore che sentì, per via dei graffi, la fece piombare in un momentaneo stato di rabbia repressa. Fermandosi, si guardò la mano, scostando leggermente il manicotto che le copriva le braccia. Era la mano destra, quella sulla cui pelle chiara si intravedevano delle leggere striature rossastre. Da li a qualche tempo, quella stessa mano avrebbe smesso di arrossarsi, avrebbe smesso di essere sensibile, diventando grigia e fredda, insensibile come un blocco di marmo. Si sentì presa in giro dal destino, in quel momento. Ora che aveva capito che chiudersi a riccio era sbagliato, ora che voleva pian piano riaffacciarsi al mondo, cosa succedeva? Non voleva pensare a quell'eventualità, a quel futuro così lontano, eppure così dannatamente prossimo, così, sospirando, cercò di cacciare via quei pensieri funestri. Non poteva farsi abbattere, non ora. Lo sguardo si alzò verso il cielo, riuscendo ad intravederne uno squarcio tra le fronde degli immensi alberi che la sovrastavano. Era così limpido e sereno, di una splendida tonalità azzurra. Lo stesso azzurro degli occhi di Ryu. Chissà come stava, quel grandissimo scemo... Era stato grazie a lui che lei, adesso, aveva riaperto gli occhi, e si incupì leggermente, nel saperlo tanto lontano. Stava bene? Era riuscito nel suo intento? Senza farci caso, la mano andò a posarsi sul petto, in corrispondenza della voglia a forma di fiore. Era li che lui le aveva imposto un sigillo, per impedirle di tradirlo. Ovviamente lui non gliel'aveva detto, dato che non si fidava poi molto, di lei. Era stata Eris, la salamandra medico, a confermare i suoi sospetti... Quando l'aveva scoperto si era arrabbiata, e non poco! Però, dopo aver sbollito la rabbia contro un vecchio albero malandato che stava dietro casa sua, aveva quasi sorriso alla cosa. Lei che non voleva più legarsi a nessuno, adesso era irrimediabilmente legata a lui, che cosa patetica... E la cosa più strana era che non le dispiaceva per nulla. Lanciò al cielo una tacita preghiera, a chiunque potesse coglierla: si augurò che stesse bene, di poterlo rivedere al più presto... Chissà, magari avrebbe avuto anche il coraggio di rivelargli della malattia. Per ora, solo lei e suo zio ne erano a conoscenza... Che stesse facendo male, a tenerlo nascosto anche agli altri? Ad Arashi, Shimo, Dan... Fu al giovane capitano corsaro a cui rivolse un ultimo pensiero. Sperava che avesse portato il suo “amico” a destinazione sano e salvo, altrimenti gli avrebbe spezzato piacevolmente quelle belle gambine che si ritrovava....
Il bosco si aprì dopo che lei aveva percorso qualche centinaio di metri, rivelandole uno scenario che la fece rimanere a bocca aperta. Gli occhi ambrati, sgranati per lo stupore, guardarono l'immensa montagna che le si parava ora d'innanzi. Che fosse ritornata tra le alte vette di Kumo? Non ne era poi tanto convinta, però in quale altro luogo avrebbe potuto trovare una montagna tanto maestosa? Che facesse parte della catena montuosa a confine col Paese del Ferro? Plausibile, ma lei con la geografia era alquanto impedita... Ironico, visto che, grazie a tutti i libri che aveva letto, ne sapeva una più del diavolo... Avanzando verso i piedi del monte, però, sentì una strana inquietudine crescerle nel petto, ampliarsi dentro di lei con la stessa velocità con cui il cielo, sopra la montagna, si stava oscurando. Sapeva che in montagna il tempo cambiava abbastanza in fretta, ma tanto velocemente... Era una cosa alquanto dubbiosa e davvero molto allarmante. Guardandosi intorno, arretrò verso il bosco, i sensi tesi, pronta a percepire un qualsiasi pericolo imminente che avrebbe in qualche modo attentato alla sua persona. Rimase ferma per una manciata di secondi, in silenzio, azzerando la sua presenza, rendendo il suo Io un tutt'uno con l'ambiente. Il suo respiro si unì al soffio del vento, il battito del suo cuore a quello della foresta... Un lieve fruscio alla sua sinistra la fece sobbalzare, facendo scivolare subito una mano nella manica dell'altro, dove teneva nascosti gli spiedi. Era pronta per lanciarlo, quando dal cespuglio spiccò il volo un piccolo uccellino, che andò a posarsi sul ramo di un albero proprio di fronte a lei. Una giovane ghiandaia la scrutava con i suoi piccoli occhietti neri, raspando leggermente con le zampette sulla corteccia dell'albero. Yumi non aveva mai visto un animale tanto bello. Il piumaggio era chiaro, bianco neve sul ventre, per poi diventare di una tonalità più scura, quasi blu, sulla schiena, mentre le penne delle ali e della coda erano di un brillante turchese. Si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse minaccia alcuna, per poi avvicinarsi lentamente. Gli occhi neri del volatile si fissarono in quelli ambrati della giovane e, per un attimo, Yumi desiderò essere come quell'uccellino, libera di poter volare via, accarezzata dal vento, con il suo cuore ad indicarle la via... Il capo della ghiandaia si inclinò leggermente, nel vedere la mano delicata della donna avvicinarsi a lui... Alzò nuovamente lo sguardo sulla Yuki, emise un cinguettio acuto, per poi volare via, superandola... Yumi si voltò e... Una luce accecante la investì, tanto forte da esser costretta a serrare gli occhi e copririsi il viso con le braccia. Da dove veniva quell'esplosione di luce? Non riusciva a capirlo, eppure, nonostante gli occhi serrati, il bianco abbagliante non la smetteva di penetrare oltre le palpebre serrate, abbagliandola, stordendola a tal punto che la testa iniziò a pulsarle dolorosamente. Fu con un imprecazione stretta tra i denti che Yumi, maledicendo se stessa per non aver fatto più attenzione, perse i sensi... Un pizzicore leggero alla guancia, unito ad un leggero raspare sulla sua spalla nuda le fecero aprire gli occhi. La vista era ancora appannata, per via del bianco abbagliante che l'aveva accecata, così non riusciva a distinguere bene dove si trovasse. Con la schiena poggiata contro il tronoco di un albero, Yumi si stropicciò gli occhi col dorso della mancina, volgendo il viso verso destra. Con un frullare d'ali, la ghiandaia blu, che era rimasta sulla sua spalla, volò via, perdendosi tra le fronde. Ancora spaesata e confusa, Yumi si tirò su, cercando di far ristabilire la vista. Purtroppo le dava ancora qualche problema, e non era il caso mettersi a girovagare se prima non si rimetteva per bene. E poi, non sapeva chi o cosa avesse generato quell'esplosione di luce, per cui non era per niente al sicuro, in una circostanza del genere. Nascondendosi dietro un grosso cespuglio, Yumi tirò fuori dalla bisaccia, che teneva saldamente legata alla cintura, un piccolo rotolo porta oggetti. Srotolandolo, impiegò pochi secondi per richiamare a sé una piccola borraccia piena d'acqua. Quel gesto le fece ricordare la piccola Chiaki. Anche lei, in una foresta, aveva tirato fuori la sua borraccia, e proprio perché Yumi doveva effettuare quella medesima tecnica che ora si apprestava ad eseguire. Questa volta, però, Prima di aprire la borracia, Yumi raspò per un attimo nel terreno, creando una piccola buca. Qui vi versò metà del contenuto della sua borraccia, mentre si mordeva con forza il polpastrello del pollice della mano libera. In quel momento aveva bisogno di occhi per guardare e, con quella tecnica, ne avrebbe ottenuto un paio in più... Non fece caso all'acqua che, versata nella buca, iniziava pian piano a diventare fangosa. Vi immerse comunque la mano col dito ferito. A contatto col sangue e con il chakra che pian piano vi stava incanalando all'interno, l'acqua reagì, iniziando immediatamente il processo di cristallizzazione. Assorbendo l'acqua della buca, oltre a quella naturalmente presente nel terreno, nella zona intorno alla piccola fossetta fangosa, la mano di Yumi si alzò, portando verso l'alto una massa informe di ghiaccio... Non era esattamente ghiaccio, però. Più simile ad un plasma irridescente, pallido e freddo, Yumi lo adagiò per terra, senza staccarvi la mano. Una volta libero dalla restrizione della buca, la massa fluida iniziò ad assumere una forma più definitiva, acquisendo anche maggiore consistenza- Il profilo di un piccolo pinguino, vestito con un coprifronte sul capo e una felpa azzurra si delineò davanti alla giovane che, sospirando, staccò la mano dando un lieve colpetto sulla testa della sua creatura. Nel sentire quel contatto, il calore della pelle sulla superficie fredda, la struttura venne percorsa da un fremito, mentre piccoli occhi neri si aprivano, rivelando una vitalità nascosta che sarebbe stato impossibile immaginare, all'interno di un oggetto del genere. Yu-yui senpai! Sentenziò la creaturina, con voce stridula e felice, mentre Yumi gli dava una lieve carezza sul capo, mentre si portava un dito alle labbra, un gesto a volerlo invitare a far meno rumore. Il piccolo, alto poco più di una cinquantina di centimetri, sobbalzò dispiaciuto, portandosi le alette a coprirsi il becco, assumendo un'aria estremamente tenera.”Nick, ascoltami bene... Non so cosa stia succedendo qui, ma ho bisogno che tu diventi i miei occhi e le mie orecchie, chiaro?” Gli spiegò Yumi, usando il contatto telepatico che le permetteva di comunicare con quelle sue creature. Il piccolo pinguino scosse il capo in segno affermativo, caricandosi per entrare in azione.”Non si preoccupi senpai, ci penserò io!” Così dicendo, il piccolo corse via, iniziando ad andare in perlustrazione. Nel frattempo, la vista della ragazza era migliorata, tant'è che, volgendo lo sguardo nuovamente alla montagna, riuscì a vederla e...Che diavolo è sta storia? Dove un attimo prima aveva visto solo la maestosità di una montagna nuda e cruda, ora vedeva case, stradine e scalinate che si sviluppavano lungo tutta la sua altezza, in una tetra e lugubre parodia del Villaggio della Nuvola. Quel rempentino cambio di scenario non era normale... Che fosse vittima di una genjutsu? Provò a bloccare il flusso del chakra, per farlo poi nuovamente scorrere dentro di lei... La cosa le procurò un leggero bruciore alla mano destra, ma nulla di più... ”E se in realtà si tratti di qualcosa di diverso? Una barriera protettiva, forse, che dall'esterno nasconde ad occhi curiosi ciò che in realtà si cela dietro... L'unico modo per scoprirlo è capirci qualcosa di tutta questa storia...” E così, nuovamente operativa, iniziò a guardarsi in giro...
Nick si muoveva in maniera estremamente furtiva. Scivolando sulla pancia, riusciva a nascondersi rapidamente tra le ombre create dagli alberi, o dai grossi massi che circondavano la zona. Non sapeva bene in che razza di posto si trovassero, ma aveva letto preoccupazione nello sguardo della sua senpai, quindi doveva darsi da fare, per evitare che le succedesse qualcosa. Voleva che lui andasse a controllare in giro, bene, l'avrebbe fatto! E poi, era così divertente giocare a fare i ninja! Stava per passare oltre quando qualcosa attirò la sua attenzione. ”Ehi, ma li c'è qualcuno!” Dopo essersi guardato attentamente intorno, il piccolo pinguino si precipitò dal giovane riverso al suolo. Sembrava privo di sensi, e la cosa iniziò a preoccuparlo un pochino... Cosa doveva fare? Avvertire la senpai, o lasciarlo lì? Non sapeva esattamente come comportarsi, anche perché per lui era la prima volta che veniva a contatto con un altro homo sapiens, dopo la senpai... Fortunatamente aveva lasciato attivo il ponte telepatico, così lei, adesso, sapeva esattamente dov'era, cosa vedeva e cosa faceva. Il pinguino iniziò a scuotere delicatamente il giovane, cercando di svegliarlo.Waka waka, machu pichu. Waka waka! Emise stridulo, mentre lo scuoteva per le spalle...//Vale, appena il tuo pg si riprende ti trovi davanti Yumi e il suo pinguino chini su di te //
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