Adele - Skyfall
La Nostra Vita Non è Nostra. Da Grembo a Tomba siamo Legati ad Altri.
Passati e Presenti e da ogni Crimine e ogni Gentilezza generiamo il Nostro Futuro.
Parole traboccanti di saggezza furono quelle che la donna proferì, ricordando a colui che aveva davanti che ogni suo crimine sarebbe stato punito e che nessuno, nemmeno lui, avrebbe potuto sottrarsi a tale sentenza. Niente che Fuyuki non sapesse già: aveva scelto quella strada consapevole dei rischi che avrebbe corso e della vita piena di stenti che lo avrebbe atteso. Il suo cuore era diviso, mettere Akane a corrente del reale motivo del suo tradimento avrebbe sicuramente alleggerito quel peso enorme che gravava sulla sua schiena stanca, ma purtroppo sapeva di non poterle svelare in maniera diretta il segreto che custodiva.
Se solo tu potessi sapere, Akane..
Ciò che udì in seguito tuttavia lo destò da ogni pensiero, riportandolo bruscamente con i piedi per terra. Chiaki. La bella Uchiha non aveva dimenticato di ricordare al jonin che anche lei era coinvolta e che condivideva con lui gli stessi rischi. Strinse i pugni Fuyuki, mentre i suoi occhi ardenti di collera seguivano i passi lenti della donna, che dopo aver recuperato i propri abiti cerimoniali sembrava intenzionata a dare un taglio alla conversazione, congedandosi e dandogli le spalle, dirigendosi verso l'uscita. L'ex ANBU stava mettendo a repentaglio la propria vita pur di proteggere i propri compagni e il proprio villaggio ed era pronto a morire nel tentativo di compiere quella missione suicida, ma non avrebbe permesso a nessuno di toccare la sua amata.
- GUARDAMI, HOKAGE!
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, con un'espressione impregnata d'ira dipinta sul volto che, fino a quel momento, era stato un freddo palcoscenico di calma e sarcasmo. Si era finalmente tolto quella maschera e adesso avrebbe potuto parlare con lei guardandola con i suoi VERI occhi.
- Sono io il cane traditore, colui che rappresenta una reale minaccia per te e il tuo villaggio. Chiaki non c'entra niente, la sua unica colpa è quella di essersi innamorata di un traditore. Se hai ANBU da impegnare, ordina loro di uccidere ME, perché se sopravviveremo a questa guerra, quando il mio piano sarà giunto al termine..
Fece una pausa e aspirò un lungo tiro di sigaretta, mentre i suoi occhi non sembravano avere intenzione di scollarsi da quelli della sua interlocutrice.
- .. distruggerò Konoha.
Sentenziò, macchiandosi di una bugia che avrebbe sicuramente condizionato la sua vita da quel momento in avanti. Non aveva la minima intenzione di nuocere al suo amato villaggio, anzi stava facendo ciò per preservarne l'incolumità e la serenità: più alta sarebbe stata la taglia che pendeva sulla sua testa, più la sua recita sarebbe stata credibile, più Kai l'avrebbe bevuta e avrebbe tenuto le sue iridi dorate lontane da Konoha. La sigaretta ormai consumata cadde infrangendosi al suolo.
- Ci vorrà parecchio tempo prima che ciò accada, ma se tu o qualcuno dei tuoi uomini oserete torcere un capello a lei.. Sarò costretto a cambiare la mia tabella di marcia e la mia vendetta sarà compiuta soltanto quando la tua testa mi verrà servita su un vassoio d'argento e le ceneri di Konoha arriveranno alle mie narici.
Lemmi pesanti e impregnati di collera fuggirono dalle labbra del ninja, mentre le nuvole rosse sventolavano mosse da una brezza passeggera che si era intrufolata attraverso la finestra dello studio.
- Fallo, Akane.
Metti sulla mia testa una somma di ryo tale da far gola a chiunque, informa tutti su ciò che ti ho detto. Tutti, nessuno escluso, dovranno odiarmi. Mettimi i tuoi migliori shinobi alle calcagna.. vieni tu a cercarmi, se necessario. Ma proteggi il nostro villaggio.
Ti prego, Akane.. segui il mio gioco e quel bastardo rimarrà lontano da ciò che io e te abbiamo più a cuore.
Il suo tono di voce era completamente cambiato e, per un attimo, il Sandaime poté avere l'impressione di sentire lo stesso Fuyuki che accettava l'incarico di tenere lontana Yukiko dagli sporchi intrighi di Kai, lo stesso ninja che le era stato devoto e che aveva sempre avuto a cuore il bene del villaggio che lo aveva accudito e cresciuto. Si fece avanti con passi lenti e cadenzati e, una volta giunto a pochi centimetri da lei, la fissò con occhi calmi e le mostrò la lingua. Il sigillo che lei stessa gli aveva impresso quando era entrato a far parte della squadra speciale del villaggio non era stato alterato. Era ancora lì, a dimostrare a cosa il jonin appartenesse, ancora più del coprifronte rigato o delle nuvole rosse che danzavano sul suo manto.
Poi la superò, dandole le spalle.
- E' la mia ultima missione.