L'amore di un fratello, Per il riccio scarlatto(Crow 2^Pg)

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Splif
view post Posted on 22/1/2014, 00:37     +1   -1




*Era notte fonda nell'arido paese del vento. Numerosi shinobi avevano lasciato quelle terre per unirsi a Kumo e fronteggiare Watashi, l'autodefinitosi onnipotente dio che ha sfidato l'intero mondo ninja ad una lotta per la supremazia terrestre, lasciando così i grandi villaggi quasi disabitati, tenuti in movimento solo dai civili e gli inadatti allo scontro. Uno di questi era Suna, terra della sabbia, passata superpotenza militare ridotta ormai al degrado.

Tra le abitazioni del villaggio v'era quella di Haiko, sfortunata ragazza tenuta in ospedale per anni a causa di una grave forma di paralisi, e dei suoi genitori. Tale ragazza, dopo aver ricevuto il copri fronte del fratello deceduto a causa del dio precedentemente nominato, scoprì di possedere una particolare abilità, quella di poter modellare qualsiasi metallo. Inesperta nel suo utilizzo ed ignara delle sue vere capacità ha familiarizzato con tale elemento in modo elementare, provando ad utilizzare qualsiasi oggetto ed a muovere il liquido pieno di chakra che riesce a generare da essi.

Un sonno turbato quello della giovane, un piccolo angelo assediato da incubi, incubi pieni di demoni. Tutto buio attorno ad essa, la sua immagine era impossibile da vedere, sembrava avere una forma eterea; una grossa luce viola la illuminava in lontananza, sembrava portare oltre, come se tutto fosse un tunnel ed essa la fine. Un silenzio immondo regnava nell'aria anche se di spostamenti ce n'erano a bizzeffe. 10... 100... 1000.. Sagome nere dai bulbi turchesi che si trascinavano ovunque, ognuno col proprio piano, nessuno che sembrava avanzare sullo stesso livello.*


Gdr Off // Tu mi conosci, io ti conosco. Partiamo dalla tua mente. // Gdr On
 
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.Corvo
view post Posted on 22/1/2014, 02:28     +1   -1






U
n’esistenza vuota, fredda, intrisa di amarezza. Mai colmata da un amore paterno o materno, che mancava ormai da tempo. Un peso, ecco cos'era diventata. Privata del libero arbitrio, della volontà di scegliere sulla propria vita si trovava schiacciata da una famiglia che nel tempo mostrava sempre meno affetto. Solo lui rendeva calde quelle giornate gelide; un paradosso piuttosto insolito per le aride terre di Suna. Mito, Mito, Mito. Il suo eroe, la sua anima gemella, la sua metà, tutto ciò che lei potesse desiderare. L’unica persona in grado di levarle quel broncio e di donarle il più bel sorriso di sempre. Il suo piccolo riccio rosso, ecco cos'era. Quante giornate passate a leggere e rileggere quella vecchia favola. Il libricino, ormai logoro dal tempo e dall'usura, non passava mai di moda. Quando la tristezza prevaleva su di lei, Mito correva in suo aiuto: un sorriso, un dolce ed affettuoso abbraccio e l’interminabile storiella del piccolo riccio, che ogni volta finiva la sua avventura in maniera differente. Quante risate, quanta gioia nel vedere il piccolo riccio che nonostante le mille avversità riusciva sempre in qualche modo a cavarsela! Tutti gli altri animali erano invidiosi del suo manto, nessuno sarebbe stato in grado di eguagliarlo, nessuno. Nessuno lo avrebbe sconfitto. In quel pauroso riccio dalle mille risorse la piccola vedeva sé stessa e il fratello. Un’unica persona: lei, la parte paurosa, lui, le mille risorse, la tenacia tolta fuori al momento giusto.





Il piccolo riccio se n’è andato? Il piccolo riccio dorme? Silenzio, un imperturbabile silenzio colmo di lacrime. Mito l’aveva lasciata da quasi un anno. Dodici mesi che passarono inesorabili, crudeli e dannatamente lenti. Un giorno uguale all'altro; trascinava con fatica un’esistenza che non voleva, che pensava non gli appartenesse più. Cos'era lei senza l’amore del fratello? Un ammasso di ossa, carne, sangue e metallo. Proprio così, quell'aggeggio infernale impiantato nella pallida schiena senza un vero motivo. Cosa pretendevano da lei quelle figure che a fatica chiamava genitori? Non una briciola di amore riversata in lei negli ultimi anni, e si erano persino presi il lusso di donarle le capacità motorie mai avute. Oltre al danno la beffa. Avrebbe ricevuto una magra consolazione se al contrario la sua vita si fosse consumata lentamente; avrebbe certamente raggiunto la sua tanto amata metà. [..] Il suo riflesso si stagliava da ormai qualche ora sul logoro copri-fronte del deceduto fratello, intriso di calde lacrime. Si chiedeva in continuazione perché l’efferato Watashi avesse scelto lui. Non si dava pace. Voleva indietro la sua anima, il suo amore. Le piccole mani tremavano, quasi una scarica elettrica le stesse attraversando impetuosa privandole di stabilità. La stessa stabilità che l’oggetto metallico pian piano perdeva a livello molecolare: pesanti e cariche di tristezza le lacrime deturpavano il materiale metallico, quasi fossero composte del più corrosivo degli acidi. No. Era lei, che in qualche modo aveva fatto sì che la compattezza e la durezza del metallo venisse meno, divenendo un liquido denso e grigiastro.

Mito, sei tu?

I mesi passavano, e la curiosità cresceva. Quello strano avvenimento si presentò in più forme: dapprima con il copri-fronte, poi vari oggetti di natura metallica. Disciolti, ricomposti malamente dalle piccole mani di un’inesperta artista, come se fossero fatti di creta. Riconduceva quello speciale dono a lui. Era l’unica spiegazione. Ebbe così la bizzarra idea di conservare dentro di sé quel piccolo oggetto metallico disciolto. Odiava con tutta l’anima il famelico impianto nella schiena; Mito l’avrebbe aiutata ancora una volta: nuda, senza un misero cencio a coprire le sue intimità, di fronte ad un logoro specchio che rifletteva il fisico di una ragazzina scarna e minuta dalla folta chioma cremisi, cancellò una volta per tutte il gelido marchingegno. La sostanza liquida, solidificata le avrebbe infuso calore e speranza.

Un risveglio inaspettato. Nel cuore della notte, svegliatasi di soprassalto sudata e con il fiato corto accese un piccolo lume sul comodino alla sua destra. Il libricino coperto da inesorabili strati di polvere riprese vita dopo tutto quel tempo di inattività. In preda ad un raptus le pagine venivano sfogliate una dopo l’altra, ne aveva bisogno. Non disse null'altro prima di abbandonare il freddo letto, prima di vestirsi alla bene meglio. Un pesante e logoro soprabito lungo fino alle caviglie copriva l’esile corpicino e la ferraglia insediata nelle sue carni. I suoi dormivano e una quieta notte l’attendeva. Incalzando un passo goffo ed impacciato attraversò l’uscio di casa lasciandoselo alle spalle per quasi un centinaio di metri, trovandosi al cospetto di un cielo stellato e di un dolce tepore notturno degno del villaggio della Sabbia. Voleva crescere.


Edited by .Corvo - 29/1/2014, 03:47
 
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Splif
view post Posted on 23/1/2014, 12:46     +1   -1




*Destata brutalmente dagli incubi, il riccio scarlatto si vestì alla bene e meglio per poi uscire di casa. Doveva allontanarsi da quell'abitazione priva di affetto, priva di sentimenti, arida come la sabbia dopo la prematura dipartita dell'amato fratello maggiore. Si allontanò abbastanza ma non troppo, trovandosi sola sotto un cielo stellato e sopra un terreno granuloso. Un paesaggio a dir poco poetico. V'era silenzio nell'aria e gli unici rumori che si udivano provenivano dai movimenti metallici della ragazza e da un individuo ignoto seduto poco distante dalla piccola Haiko.

Questo ragazzo dai capelli biondi e dalle vesti comuni di Suna, mostrava un età simile a quella del piccolo angelo, forse superandola di un paio di anni. Se ne stava isolato su un una panca di sabbia compatta, intento a guardare le stelle ed a giocherellare con una pallina di sabbia. Sentito l'avvicinarsi della sconosciuta si girò verso di lei. Rimase estasiato dalla bellezza di quella fiamma rossa e gli porse un sorriso piatto, per nulla sincero ma neanche intrinseco di cattiveria, semplicemente vuoto. Sperò di non essere ignorato e di non perderla immediatamente di vista e perciò ruppe il ghiaccio per primo, alzando un po' la voce in modo da far sentire la sua spenta ma dolce voce.*

"Hei stellina! Non mi sembra di averti mai visto qui in giro...
io mi chiamo Tako, tu sei?"


 
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.Corvo
view post Posted on 24/1/2014, 02:08     +1   -1






L
a fretta di evadere, la fretta di trovare un luogo accogliente, delle persone che l’avrebbero voluta bene, che si dimenticò persino di indossare i soliti sandali. Per quanto il resto del corpo fosse protetto dal pesante soprabito, i piccoli piedi pativano l'inevitabile brezza della notte. A piccoli passi si muoveva senza una meta precisa scrutando ogni particolare del mondo che la circondava. Era forse la prima volta che gli occhietti color nocciola si affacciavano al mondo esterno ed ogni minima cosa, che ad un occhio comune sarebbe parsa banale per lei era una dolce novità. Stringendosi a più non posso con le esili braccia vedeva per la prima volta come effettivamente fosse il suo villaggio, e le piacque molto: il color sabbia delle abitazioni le donò un senso di quiete del tutto nuovo per lei, abituata alle paradossali, fredde mura di casa. Avrebbe continuato quell'innocua passeggiata all'infinito nonostante in un primo momento fosse pervasa dalla paura del mondo esterno. Naturalmente tale paura non svanì improvvisamente, ma era tanta la curiosità che forse, per un momento, dimenticò chi fosse: un'indifesa ragazzina che nulla sapeva del mondo e delle sue dinamiche. E quella mancanza poteva costarle cara. Ancora il silenzio faceva da padrone nelle stradine illuminate dalla gentile Luna, solo la sabbia calpestata goffamente poteva udirsi, ogni tanto accompagnata da piccole folate di vento.

Per quanto il villaggio di quei tempi potesse trovarsi sguarnito di abitanti a causa della guerra, non era comunque consigliabile vagare di notte. Il caso volle che, forse, l'unica persona a non aver ceduto alle grazie di Morfeo oltre alla piccola, fosse un compaesano seduto poco vicino su di una panchina sabbiosa. Non ci mise molto il nuovo arrivato ad accorgersi del piccolo riccio; e come biasimarlo: per quanto non fosse così raro che un abitante di Suna portasse capelli così di un rosso vivo, Haiko era veramente munita di una chioma, quasi sembrasse un leone. Impossibile non notarla. Agghiacciante era lo sguardo quanto il sorriso che aveva stampato in volto. Cosa voleva da lei? Improvviso fu anche il modo di presentarsi alla ragazzina, la quale completamente assorta nei suoi pensieri sobbalzò spaventata. Eppure quel ragazzo fu il primo a rivolgerle la parola dopo tutto quel tempo di silenzio. Inconsapevole della potenziale minaccia - oppure no - s'avvicinò a piccoli passi mostrando un evidente imbarazzo - dato l'affettuoso appellativo datole - nelle gote divenute paonazze abbinandosi perfettamente alla chioma cremisi.

E-ehm.. M-mi chiamo Haiko..
 
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Splif
view post Posted on 26/1/2014, 12:51     +1   -1




*Come il vento attizza un fuoco, le parole del biondo accesero le gote della ragazza che, insieme alla sua chioma, le diedero le sembianze di un fiammifero; accesa e con un corpo fragile, di quelli che si ha paura a toccarli. Timorosa si avvicinò tentando di captare la pericolosità dello sconosciuto, fallendo poiché quello sguardo non emetteva nulla di malvagio o almeno riusciva a nasconderlo bene. Sorrise di nuovo a suo modo alzandosi dalla panca e lasciando cadere verso il basso la pallina. Libera cadde a peso morto, mantenendo i granelli fermi e compatti su se stessi, per poi fermarsi ad un centimetro da terra e riprendere quota. Andò a fermarsi in mezzo ai due, che ora si trovavano faccia a faccia, occhi negli occhi.*

"Divertente vero? Hehehehe

Chiese riferendosi alla sfera composta dalla sabbia della strada e dalla sua abilità innata. Famoso, forte ed antico quanto Suna, il clan del controllo della sabbia è da sempre il simbolo del villaggio per la sua capacità di manipolare tale elemento come si desidera, sia per creare difese invalicabili che per spacciare rapide e dolorosi morti: Keiichi no Sabaku, lo Yondaime, apparteneva a tale clan ed è stato il più forte Kazekage della storia del villaggio. Presosi una piccola pausa per riprendere fiato finita la risata, continuò.*

"Non ti ho mai visto in giro...
strano, sicura di essere di Suna? Hahaha"

 
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.Corvo
view post Posted on 27/1/2014, 02:53     +1   -1






U
na flebile fiammella intimorita di fronte a qualcosa di sconosciuto, ecco come si sentiva in quel momento. In bilico tra il timore e l'estrema curiosità, la piccola scrutava attentamente il ragazzo intento a giocherellare con la pallina di sabbia, la quale non sembrava essere nella norma. Impregnata di un qualcosa a lei sconosciuto la pallina di sabbia non perdeva di consistenza, come se fosse la volontà del ragazzo a comandarne la forma. Gli occhioni color nocciola si spalancarono a tale visione, catturati dalla magnificenza di tale sortilegio. Come faceva? Era sul punto di proferire la più classica delle domande, ma ripensandoci più attentamente le balenò in mente il suo vissuto. Quel ragazzo padroneggiava la sabbia pressapoco come lei aveva fatto tempo fa con il copri-fronte del fratello. Mito.. Ormai ogni piccola suscitava un ricordo doloroso in lei, il fratello era ovunque e da nessuna parte.

C-come.. F-fai?

Protese in avanti il debole, scarno e bianchiccio braccio destro scoperto dalla pesante sottoveste, quasi volesse toccare con mano quel prodigio tanto simile al suo. Facendo questo, si ritrovò il ragazzo praticamente a pochi centimetri di distanza. S'avvicinò improvvisamente mentre continuava la sua cantilena colma di risate e sicura di sé. Continuava imperterrito a chiedere della sua provenienza. Normale, la piccola fino a quel giorno non aveva mai varcato la soglia di casa e approfittava della gentile notte stellata per sfamare la sua curiosità. Ma nutriva allo stesso tempo quel senso di inquietudine provato prima e tutte le altre domande che avrebbe voluto fare, le morirono in gola. Poche e confuse sillabe uscivano via dalle tenere e sincere labbra. Era quello il giusto comportamento? Fidarsi, o meglio, cedere all'approccio della prima persona che passa? Come biasimarla.. Non era nient'altro che una piccola ragazzina ingenua che ignorava i pericoli del mondo. Una facile preda.

Off• Fra, mi sono sforzato di fare il post adesso dal momento che forse domani lo studio sarà pesante, perdona lo schifo. •On


Edited by .Corvo - 27/1/2014, 23:36
 
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Splif
view post Posted on 27/1/2014, 21:08     +1   -1




*Gracile, impaurita, tenera, timida. Un pozzo di dolci appellativi per una ragazzina che, più che una kunoichi, sembrava gattino neonato. Proprio come uno di questi, infatti, venne incuriosita dalla pallina galleggiante, da cui non riuscì più a distogliere l'attenzione. Controllato dal celato chakra dello sconosciuta, l'oggetto di sabbia continuò a fluttuare tra i due, liberamente, senza mai perdere la propria consistenza, senza mai perdere quota.

Emozioni contrastanti s'insidiavano nel riccio rosso. Da una parte straripava di curiosità: voleva capire come Tako riuscisse in quell'abilità così simile alla sua. Dall'altra parte prendeva piede il dubbio dell'ignoto, non conosceva quel ragazzo, non poteva sapere quali fossero le sue intenzioni, non poteva prevedere come sarebbe andata a finire. Vinta da entrambe le parti, infine, incapace di trattenersi, domandò al biondo come facesse ed evitò di rispondere alla domanda postagli precedentemente. Il ragazzo, da suo canto, espose nuovamente quel suo sorriso gelido parlando una seconda volta mentre allargava le braccia come se volesse dare un abbraccio ma senza muoversi dalla sua posizione.*

"Col chakra Hehehehe...
Ovviamente non è la risposta completa ma...
anche tu devi ancora rispondermi!"

*Accentuò quell'ultima frase mostrando quando fosse infastidito dalla mancata risposta. La pallina di sabbia si sgretolò lentamente sparpagliandosi per aria in tanti piccoli granelli; granelli che andarono a circondare il corpo della ragazza: sembravano una costellazione in miniatura, tante micro stelle pronte a cadere sulla pelle del riccio. Pur circondandola, però, la sabbia, non sembrava ostile ma semplicemente manipolata in quella forma ed in quella posizione dalla mente di Tako.*
 
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.Corvo
view post Posted on 28/1/2014, 02:58     +1   -1






C
osa voleva in realtà il giovane plasmatore di sabbia? Il chakra? Che fosse la strana linfa vitale albergante in ogni persona? Non ne era così sicura, ma si ricordò una volta in ospedale il discorso che il capo reparto fece alla madre. Il metallo penetrato nelle sue carni e fuso con la colonna vertebrale era alimentato da quella velenosa medicina e dal chakra. Che fosse quello? Intanto l'insistenza con cui lui proferiva la solita domanda cominciò a pesare sul fragile animo della bimba, la quale si sentì quasi costretta a rispondere per evitare il peggio. D'altronde, l'ennesimo richiamo del ragazzo su quale fosse l'effettiva provenienza della rossa, venne pronunciato in maniera più marcata, quasi volesse e pretendesse una risposta. Ignara, piccola e indifesa si ritrasse lievemente indietro alla vista del biondo che spalancava le braccia come se niente fosse. La confusione rimaneva tanta; con i giochi sabbiosi quel tizio riuscì a stregare la bimba, la quale non poteva fare a meno di ammirarne le abilità, temendo allo stesso tempo una sua qualsiasi azione.

Per quanto potesse riguardare la sua provenienza, beh, il cuore si strinse in una morsa dolorosa. Fiore del deserto, figlia della Sabbia, lei aveva passato tutta la sua vita lì senza però viverla per un solo attimo. Viverla fisicamente. I momenti passati con il fratello erano magici per lei, ancora vivi nel suo cuore, ma effettivamente lei era nata da una quindicina di minuti: fuori casa, accolta da un cielo stellato, un tiepido vento e uno sconosciuto dal ghigno indecifrabile. Come se non bastasse, alla stupida ed ingenua richiesta della rossiccia, il giovane smaterializzò con disinvoltura la pallina di sabbia espandendola sopra quella testolina cremisi. Fu lì che istintivamente la dolce Haiko s'abbassò improvvisamente ponendo entrambe le mani sul capo come per difendersi, rimanendone palesemente spaventata.

Sì sì sì sì! Vengo da Suna! Sono stata male per tanto tempo! Per quello non mi hai mai vista! Ora però allontana quella sabbia!

Ho parlato troppo! Stupida! Pensò, tappandosi la bocca con entrambe le mani poco dopo, risultando piegata su entrambe le ginocchia prendendo simpaticamente le sembianze del suo eroe, il riccio coraggioso. E intanto la coltre di sabbia stava lì, a mezz'aria, e lei non aveva la benché minima idea del perché quel ragazzo insistesse. Cominciava ad avere paura sul serio. Al diavolo la curiosità.
 
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Splif
view post Posted on 28/1/2014, 15:31     +1   -1




*Impaurita dalle movenze del biondo, la ragazza si chiuse a sé proprio come un riccio, scarlatto. La sabbia e l'aura di oppressione creata dallo sconosciuto era troppo per quella novizia della terra, costretta a vivere da sempre in ospedale od a casa e che, per la prima volta, s'inoltrava da sola per il villaggio della sabbia. Rispose, costretta dall'insistenza di Tako, spiegandogli della malattia che l'aveva tenuta segregata per anni ed infine gli ordinò di finirla con quel gioco terrificante a cui stava dando vita. A quelle parole, il viso del nuovo conosciuto sembrò addolcirsi: mantenendo sempre quel suo sorriso socchiuse gli occhi cercando di sembrare più tenero. Appagato dalla risposta compì immediatamente l'ordine facendo crollare le braccia a peso morto e con esse la sabbia, che delicatamente persero quota riunendosi al terreno.*

"Oh... povera stellina malata...
Quindi ora stai meglio? Ora puoi girare qui intorno?
Mi fa piacere, dovrai essere molto curiosa sul come funziona davvero
il mondo... il mondo ninja per lo meno hehehe"

*Dispiaciuto per le condizioni del riccio, piegata su stessa per l'aggiunta, alzò nuovamente della sabbia facendogli prendere la forma di un telo. Telo che venne messo sulle spalle della piccola; nessun peso, nessun blocco motorio: l'avvolgeva dolcemente quasi abbracciandola.*

"Su alzati hahaha
Vedi? Non devi temere la sabbia.
Come il deserto protegge Suna lei protegge me e chi voglio io.
Mi hai chiesto come faccio...
Riguarda la mia abilità innata, sono nato con la capacità di manipolare la sabbia
ed allenandomi sono riuscito a prenderne il pieno controllo.
Uso il chakra, come per tutte le altre tecniche ninja...
lo faccio confluire nella terra o tra i granelli stessi
e con naturalezza li manipolo hehehe."

*Spiegò con naturalezza pensando che la piccola conoscesse almeno le basi del mondo ninja senza sapere tutta la storia fino in fondo.*
 
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.Corvo
view post Posted on 29/1/2014, 03:46     +1   -1






T
roppi, troppi appellativi. Perché tutto quel senso di protezione e riguardo nei suoi confronti? Nemmeno si conoscevano, si erano visti pochi minuti prima! Se quello fosse stato tutto un trucco lei non ebbe modo al momento di capirlo. Si ritrovò impotente di fronte ad un atteggiamento così disinvolto ed aperto. Una persona normale - non come lei - non ci avrebbe pensato su due volte a voltare le spalle prima di andare via. Lei stava lì, in preda alla confusione più totale, evitando la fuga dalla prima persona incontrata dopo tanto tempo che sembrava mostrarsi davvero interessata a lei. Eh già, l'interessamento che tanto lei bramava da anni dopo la scomparsa della sua metà.

M-mio.. F-fratello.. E-era un ninja.. N-non c'è più però..

Ammise, singhiozzando profondamente. Il suo eroe. Era tanto forte, eppure qualcuno l'aveva portato via e mai più glie l'avrebbe restituito. Ogni tanto ne sentiva la presenza, nel suo nuovo e tanto oscuro dono, questo lo si sa.. Ma materialmente, chi l'avrebbe difesa? Doveva imparare pur qualcosa. Come fare? Con gli occhioni umidi dalle lacrime pronte a scender giù, fissava la pavimentazione stradale sabbiosa rimuginando sulle altre parole del ragazzo. E se diventassi anche io un ninja? Mito sarebbe fiero di me da lassù..Sì! Pensò poi, con un leggerissimo fiato di determinazione in corpo, prima di accorgersi del nuovo ed inaspettato gesto del biondo: praticando la sua arte innata coprì dolcemente il riccio con la sua sabbia, quasi volendola accudire. Lei non ci pensò molto prima d'alzarsi di scatto, infrangendo la soffice copertina sabbiosa. Tirava su con il naso e s'asciugava gli occhi arrossati, cambiando totalmente espressione, quasi si fosse decisa a fare il primo passo azzardato della sua vita.

Anche io so fare qualcosa sai?

Il tono della voce sembrò mutare lievemente. Gli occhioni dolci e sensibili non c'erano più, sostituiti da uno sguardo determinato. Imprevedibile come ogni ragazzina della sua età, la mezza tacca rossa sembrò quasi imponente, sovrastando con la sola presenza il ridacchiante ragazzo dai capelli color dell'oro. Haiko infine fece appello a tutte le sue piccole e misere forze, cercando allo stesso tempo di ricordare con quale metodo lei riuscisse a far perdere la forma agli oggetti metallici. Non ebbe nemmeno l'accortezza di cercarne uno: quel freddo e duro materiale viveva in lei.. Una scossa febbricitante percorse la candida schiena, mentre gli arti tremavano per l'energia in accumulo. Ancora inesperta e grezza, incapace di dosare l'immenso dono fattole da chi sa chi, cadde successivamente in ginocchio, provata dall'eccessivo e brevissimo sforzo. Sarebbe rimasta lì, ansimante se non che qualcosa dietro di lei pian piano si mosse, colandole lungo la schiena, disegnando una linea densa e fluida bagnando il ventre e poi il largo soprabito. Ecco.. Una rapida incursione con la mano destra dentro il soprabito. C'era riuscita di nuovo! Non erano solo coincidenze. Doveva solo capirne il procedimento, che al momento le sembrava piuttosto causale. Con le corte e minute dita andò infine a prelevare poche gocce della fluida sostanza, prima di mostrala, quasi orgogliosa al ragazzo.

Vedi? Eheh..

Off• Ma che cazzo di ore sono? Avvisami su skype se ho scritto stronzate va. xD •On
 
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Splif
view post Posted on 30/1/2014, 02:53     +1   -1




*un marpione, un tipo losco o semplicemente quello era il suo carattere, il suo modo di fare? Poteva essere ognuno di loro o nessuno ma la ragazza non lo avrebbe scoperto facilmente. Le sue vere intenzione rimanevano nel mistero come qualsiasi altra cosa di lui, aveva scoperto solo il nome ma il cognome, il passato e molto altro erano rimasti celati.

Finalmente il riccio si aprì spronata dai gesti del biondo e dal ricordo del fratello: anch'esso shinobi ma morto. Ora, in quel corpo fragile si nascondeva l'unico suo ricordo, il copri fronte indossato nel giorno della sua fine, la placca di metallo che per primo era stato soggetto alla straordinaria dote di Haiko. Gli raccontò anche questa storia e poi, pervasa da nuova forza, si alzò dalla posizione rannicchiata e scostò la coperta di sabbia che precedentemente la copriva. Si concentrò attivando la sua abilità. In modo indisciplinato e casuale riusciva a trasformare i metalli in un liquido controllabile solo da lei, una vera rarità. Del liquido si formò sotto le vesti e, una volta raccolto con la manina, venne mostrato al ninja. Andava fiera di quel suo operato. Un luccichio apparve negli occhi di Tako alla vista di quel liquido, non aveva mai visto nulla del genere. Era ancora molto grezzo ma pur sempre unico. Toccò la sostanza sfiorando delicatamente le dita ossee della rossa evitando di metterla maggiormente in imbarazzo.*

"È-è stupendo...
Metallo? Ma liquido...
E riesci a controllarlo oppure puoi solo cacciarlo da questo tuo corpicino?
Puoi indurirlo nuovamente una volta reso liquido?"

*Aveva imbrigliato la sua attenzione ed ora doveva saperne di più, voleva vedere di cosa fosse capace questo potere.*

Gdr Off // Fra, se il tuo pg riesce a fare qualcosa bene se no non gli fai vedere nulla xD Niente tecniche però u-u // Gdr On
 
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.Corvo
view post Posted on 31/1/2014, 03:08     +1   -1






A

ccomunati? Coincidenza? Entrambi possedevano abilità simili, se pur distanti per la natura del materiale modellato. Il biondo sembrava sorpreso ed incuriosito alla vista della straordinaria e rarissima dote della ragazza. Quest'ultima, d'altro canto, inizialmente non rispose alle domande del ragazzo, anzi, si dimostrò ancora una volta intimorita e vergognosa. Difatti bastò un semplice contatto con le dita per farla sobbalzare, ancora una volta, quasi non fosse per niente abituata a contatti prettamente fisici da tantissimo tempo. E non lo era affatto. Neanche si ricordava l'ultima volta che i genitori l'avessero rincuorata, stretta a loro, o che avessero mostrato fisicamente il loro affetto. Dannazione, quel misero contatto per lei poteva rivelarsi una gioia, e lo stava sprecando con la più imbarazzante delle reazioni. Da un lato, come biasimarla; aveva la tenera età e l'inesperienza dalla sua, con il carattere schivo che faceva da contorno. Ma pensandoci un attimo la piccola provò a ricordare l'ultima volta che riuscì a dar forme solide al suo personale liquido grigiastro. Come detto in precedenza, la sua dote fuoriusciva in totale libertà, senza controllo, comandata forse dalle sue emozioni. E se fosse stato quello il momento perfetto per domare le sue abilità? Dopotutto il biondo di Suna non si mostrava tanto differente da lei, essendo anche lui un manipolatore. Mi posso fidare? Continuava a ripetersi poi il riccio cremisi mentre fissava costantemente il suo operato, non avendo poi la forza di guardare negli occhi il suo fortuito compagno di giochi.

N-non lo so.. N-non so c-controllare t-tutto questo.. S-scusami..

Disse infine, con fare rassegnato. La voglia di dar forma alle sue emozioni, alla sua nuova, se pur misera, forza, era tanta, ma come fare? Provare un'altra volta non le sarebbe costato caro. Forse un eccessivo sforzo avrebbe provocato in lei un calo di energia, ma diamine, c'era riuscita più di una volta; perché in quel momento ogni suo sforzo sembrava vano, se non casuale e incontrollabile? Chiuse così gli occhi, stringendo con quanta più forza avesse i denti, mostrando apertamente il notevole sforzo. Voleva farcela. Il chakra sembrava navigar dentro le sue membra, purtroppo ancora lentamente, fino a raggiungere faticosamente il punto desiderato. Il poco metallo accumulato sulle minuscole dita sembrava ribollire, quasi sottoposto a temperature roventi, fremendo come non mai. Uno scoppiettio senza rumore ruppe la sua concentrazione, facendo schizzare residui di materiale verso il ragazzo erroneamente. Tentativo fallito.

S-scusami.. N-non riesco..
 
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Splif
view post Posted on 1/2/2014, 13:35     +1   -1




*Era palese lo sforzo della giovane. Incoraggiata dall'interessamento del ragazzo, cercò di dare una risposta alle sue domande. Chiedeva di vedere un utilizzo utile di quell'abilità, chiedeva di tastarne la peculiarità, chiedeva di saggiarne il potere. Peccato che pur sforzandosi e concentrandosi, la giovane riuscì soltanto a far bollire quel metallo liquido facendolo scoppiettare quel poco che bastava per sporcare il busto delle sue vesti. Il materiale liquido colò sul tessuto, annerendolo leggermente, per poi solidificarsi. Se fosse stato utilizzato nel modo giusto, un giorno quel liquido avrebbe potuto ardere. Perfetto. Haiko non ci avrebbe mai creduto ma la sua dimostrazione era riuscita.*

"Non preoccuparti...
sei stata magnifica."

*Un altro sorriso. Un altro incoraggiamento. Voleva spronarla. Si portò la mano destra al mento mostrandosi pensieroso. Rimase così per un paio di minuti per poi ricominciare a parlare.*

"Senti, penso di aver capito il tuo problema.
La tua abilità è simile alla mia ma incominciarne a parlare ora sarebbe inutile...
non conoscendo nulla del mondo non penso che tu possa imparare subito...
ci riesci perché è una abilità solo tua
ma per controllarla ci serviranno degli sforzi."

*Quell'ultima frase sembrava incerta, come se non ci credesse, come se non credesse alla determinazione ed alle capacità della rossa. Un attimo. Gli poggiò le mani sulle spalle in modo rincuorante, fregandosene completamente del timido rossore sulle guance che l'aveva accompagnata fino dal primo secondo del loro incontro.*

"Col mio aiuto possiamo farcela!
Allora, sembra metallo fuso quindi il tuo elemento sarà o il fuoco o la terra.
Questo ti aiuterà a capirlo!"

*Spostò la mano destra dalla spalla per prendere un foglietto da una tasca dei pantaloni, che poi gli porse. Era piccolo, rettangolare e completamente bianco: a prima vista un semplice foglio bianco.*

"Dovrai incanalarci dentro il chakra:
se brucerà vuol dire che il tuo elemento è il fuoco,
se verrà ridotto in briciole è la terra.
Ma certo! Sicuramente non sai neanche questo!
Il chakra è l'energia spirituale che circola in ognuno di noi
e che fuoriesce tramite dei pori sulla pelle:
ninfa vitale come il sangue.
Dovrai riuscire a controllare prima il tuo flusso del chakra per poter controllare il tuo potere!

*Sembrava una macchinetta. Non si fermava neanche per prendere fiato. Era troppo preso dalla voga per fermarsi e dare il tempo alla giovane di assimilare bene e dire la sua.*

"È tardi e non mi sembra il caso di stare ancora in giro.
Facciamo così!
Ora torni a casa e li ti allenerai, incomincerai da sola.
Per prima cosa devi rilassarti e concentrarti per tentare di controllare il tuo chakra.
Deve partire tutto dal cuore e dalla mente, non è una questione fisica.
Una volta che lo senti confluire e fuoriuscire,
prova ad indirizzarlo sul foglietto e vedi che elemento hai.
L'elemento di una persona dice molto sulla suo essere e sul suo chakra.
Se sei una tipa di fuoco pensalo come ad un incendio da far divampare,
se sei una di terra, pensalo come ad un materiale con cui formare un'opera d'arte.
Capirai meglio quando sarà il momento!
Dai, possiamo farcela insieme!
Allenati sull'utilizzo del chakra ed incontriamoci domani, alla stessa ora.
Devo andare ora!"

*Sembrava urgente. Qualsiasi cosa fosse la ragione della sua fuga, lo faceva andare di fretta. Si sgretolò diventando sabbia e lasciando nuovamente sola il piccolo angelo. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe seguito le indicazioni del biondo? Se lo avesse fatto a casa non l'avrebbe aspettata nulla di nuovo, era ancora notte ed i genitori dormivano, sarebbe stata libera di allenarsi indisturbata.*

Gdr Off // Decidi tu. Se scegli di fare tutto quello che dice, vai a fallo xD Scopri il tuo elemento e mostrami un bel allenamento per capire il tuo chakra, ovviamente in mezzo, se vuoi, ci puoi mettere anche qualche esperimento con la tua abilità. Arriva fino ad un punto xD Decidi tu se riesci a modellare qualcosa(nessuna tecnica) o se riesci solo nel flusso del chakra o in niente proprio u.u // Gdr On


Edited by Splif - 1/2/2014, 14:03
 
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.Corvo
view post Posted on 8/2/2014, 07:50     +1   -1






D

emoralizzata principalmente per il mancato successo la piccola quasi si gettò nello sconforto. Si chiedeva dieci, cento, mille volte il perché, non riusciva a concepire tutto ciò. Assolutamente. La sua creazione, o quello che poteva essere il principio di una creazione, sembrava andata in fumo, senza energia alcuna e solidificata quasi fosse una semplice monetina. Triste, abbattuta. Non solo si sentì appesantita da tanto fallimento, ma la convinzione stessa che tale dono le fosse stato dato dal fratello defunto comprimeva sempre più il debole cuoricino, ferma del fatto di aver deluso non solo sé stessa ma il ragazzo scomparso. Un broncio di dimensioni bibliche infine le si stampò in viso, quasi volesse scoppiare a piangere. Di primo acchito inoltre, neanche le dolci parole del ragazzo servirono a placarla del tutto.

M-ma.. I-io..

Frasi spezzate che non facevano altro che esternare e confermare il senso di frustrazione della piccola. Avrebbe continuato così infine, se il ragazzo, stranamente conscio del disagio esternato dalla piccola, non avesse imboccato la via dei gesti d’affetto, prima di buttarsi a capofitto in una descrizione sul chakra che a stento la rossa riuscì a recepire totalmente. Voleva aiutarla, quello sembrava. Nient’altro. Non mostrò altri strani comportamenti che avrebbero potuto metterla in allarme. Lievemente rincuorata così la piccola, strappò un sorriso che non finiva però di trapelare il misto di amarezza e lacrime che tanto aveva imperversato in lei ultimamente. Ci proverò.. Stringeva poi tra le mani il piccolo pezzo di carta che, a quanto disse il biondo, avrebbe rivelato la natura del suo chakra, a lei ovviamente sconosciuta. Infine avrebbe voluto riservare a quest’ultimo una miriade di domande. Era piccola, indifesa e la concezione del mondo non le venne certo in dieci minuti di conversazione. Così, senza riuscire ed emettere un fiato il biondo tanto strano, quanto rincuorante e apprensivo svanì sotto un velo di sabbia, lasciandola sola con sé stessa.

Doveva decidere naturalmente. Avrebbe potuto evitare di seguire i consigli ricevuti e fare come se niente fosse successo. Oppure avrebbe potuto migliorare le sue doti, capire cos’aveva da offrirle il suo tenero corpo e così riuscire a rendere felice e fiero suo fratello. Si chiuse in sé recependo la leggera brezza che poco a poco prendeva il soppravvento sul tepore di Suna; era ora di tornare, a malincuore. [..] Sempre più forte il vento faceva sue le coltri di sabbia inermi sotto tale potenza, venendo sollevate quasi fossero vere e proprie coltri, sferzando ogni cosa incontrata sul cammino. La veste, seppur pesante, rendeva difficoltoso il suo ancoraggio; la piccola difatti teneva a malapena giù il vigoroso indumento non curandosi però della chioma cremisi che libera e ribelle svolazzava grazie all'impetuosa soffiata. Così, infine, se fino a poco fa la piccola mente fosse stata intasata di nuovi pensieri, la visione della porta di casa riuscì magicamente a colpire tra capo e collo la piccola. Non voglio entrare.. Non voglio entrare.. Impossibile da biasimare la piccola, dal momento che nessuna persona sana di mente avrebbe continuato a vivere là dentro. Probabile anche che la sua mancanza non venisse percepita dal giorno seguente. La più difficile delle decisioni infine fu presa: in silenzio, facendo attenzione a non urtare gli oggetti presenti e in assenza della luce, raggiunse la camera. Una rapida controllata e la fatidica decisione su cosa prendere. Uno zaino, pochi vestiti, il suo libro e una manciata di monete raccolte qua e la. Se nessun sano di mente avrebbe deciso di continuare a vivere in quel luogo, di certo non avrebbe scelto su due piedi di fuggire consapevole delle proprie condizioni di salute.
Zaino in spalla si ritrovò a percorrere casualmente il primo vicolo avvistato, continuando in direzione di una meta imprecisata. Accompagnata così dal vento sempre più impetuoso, la piccola non s’allontanò relativamente tanto, ritrovandosi di fronte all'edificio più imponente che il villaggio avesse da offrire. Estasiata da cotanta grandezza architettonica, sbalordita, quasi a bocca aperta, lì si fermo ad ammirare la magnificenza dell’enorme caseggiato appena scoperto.

Wow..

Ammirandola nei dettagli perse momentaneamente la concezione di ciò che di lì a breve l’avrebbe investita: una vera e propria tempesta di sabbia. Coincidenza? Il tempo mutava furente di pari passo alla sua vita, che a breve avrebbe preso una piega del tutto inaspettata, forse. Accortasi infine del pericolo imminente prese la decisione più rapida: rifugiarsi al coperto, trovando un cantuccio lungo la perimetria dell’edificio.
Trovandosi così al riparo dall’ormai crescente bufera la piccola cominciò a rivedere le sue priorità: era fuggita avventatamente di casa e al momento nulla e nessuno l’avrebbe accudita. Avrebbe dovuto fare affidamento sulle proprie forze, soprattutto sulla sua nuova forza. Nello fluido scorrere dei suoi pensieri si ricordò del foglietto di carta e delle parole del biondo. Al che la piccola, ancora incuriosita dalla sua oscura natura e dalle precedenti parole del ragazzo strinse tra le mani il foglio, quasi fosse per lei l’oggetto più prezioso al mondo e così cominciò a concentrarsi come mai aveva fatto. Essendo del tutto all’oscuro di come si incanalasse il chakra nelle singole parti del corpo, stette quasi venti minuti impalata di fronte al foglietto senza mostrare alcun risultato. Scoraggiata s’accasciò a terra inondata da un profondo senso di frustrazione. Non ne era più in grado? Avrebbe deluso Mito? Il pensiero la tormentava.

Devo farcela.. Mito.. Devo farcela!!!

Urlò infine dando voce a tutte le sue energie che, confluendo come un fiume in piena sul foglietto di carta lo trasformarono istantaneamente in polvere. Doton, la terra. Quella era la sua natura di base; e quindi, come mai era in grado di manipolare il metallo? Solo col tempo l’avrebbe scoperto. Intanto, il chakra, ormai circolante come non mai cominciava a farsi sentire, tanto che la piccola poteva percepirne lo scorrere fin sotto le vene, potente e aggressivo, era il momento. Inginocchiata al riparo dalla tempesta sabbiosa la piccola era diventata pressoché un concentrato di energia tanto che il marchingegno incastonato sulla nuda schiena cominciò a secernere metallo liquido, che, scivolando piano su entrambe le braccia finì col sporcare le mani della piccola, quasi fosse una vera e propria densa pozza. Esterrefatta, quasi contenta, la piccola fece appello alle sue energie per concentrare il chakra esclusivamente sui palmi delle mani e sulle dita, in modo da modellare la sua creazione. Così, facendo scivolare leggermente l’indice destro sul grigio materiale, quasi volesse deliziarsi del dolce contatto, partì con la sua opera. Piccole quantità di chakra rilasciate dai pori situati nelle dita pervasero il fluido, inizialmente in maniera scostante dando vita a picchi di metallo che a poco a poco ritornavano alla forma liquida. Era difficile dare la forma desiderata ad una sostanza così difficile da scolpire, formare. La concentrazione era massima ormai: le gote rosse, paonazze, gli occhi umidi pronti al collasso, accompagnati da uno sguardo fermo e deciso fissavano il liquido e lì, con un gesto rapido e fulmineo dieci dita affondarono simultaneamente nella grigia poltiglia per poi venir estratte simultaneamente dando forma ad altrettanti piccoli coni di metallo; era il momento. Rilasciando istantaneamente una determinata quantità di chakra in modo da bloccare il processo la piccola si rese conto che non serviva un costante afflusso di energia sulle proprie sculture, oh no, doveva solo rilasciarlo in maniera intermittente, nel caso in cui avrebbe voluto donare o rilasciare la forma desiderata. Stette così qualche minuto a sfornare piccole forme geometriche nate dalla sua fantasia, le modellava, donava loro solida consistenza e privava loro la stessa facendole tornare allo stato liquido. Era pronta? Nessuno sarebbe stato in grado di dirlo, dal momento che la vera energia insita nella ragazzina fuoriusciva nei momenti di forte instabilità emotiva. Occorreva imparare a dosare tale potere.
 
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Splif
view post Posted on 11/2/2014, 15:22     +1   -1




*Decise di seguire i suoi consigli, la giovane Haiko, seppur non completamente. Infatti non tornò a casa, decidendo di non mettervi mai più piede, ma cercò un nuovo luogo in cui abitare, uno sicuro, uno lontano dalla gelida e spietata indifferenza dei suoi genitori. Girovagando nell'oscurità della notte lo trovò e ci si insidiò. Una volta accomodatasi decise di incominciare ad allenarsi nel controllo del suo flusso di chakra. Ignorando completamente come si facesse tentò più volte di manipolarlo senza ottenere risultati fino a quando, presa dalla frustrazione e spinta dalla rabbia del fallimento, non fece esplodere la diga che bloccava il suo chakra riducendo il foglietto, quello donatogli da Tako, in polvere. Apparteneva alla terra. Una volta sbloccato riuscì a percepire l'energia e così incominciò a fare vari esperimenti col metallo, sciogliendolo, solidificandolo e facendogli assumere svariate forme geometriche.
Pur essendo ancora oscuro il motivo, qualsiasi esperto avrebbe potuto vedere qualcosa in quel flusso. Haiko doveva ancora imparare molto solo per averne un piccolo sospetto ma un esperto avrebbe capito subito che qualcosa lo infastidiva, lo ostacolava. Il riccio scarlatto si allenò ancora fino a che non si sentì completamente prosciugata: strano, visto che normalmente avrebbe dovuto durare ancora per molto. Rimasta senza energie crollò a terra e cadde in un sonno profondo.*

**Un'altro incubo. Questa volta la luce viola permeava tutto lo spazio. Lei galleggiava in aria in assenza di un piano ove poggiarsi. Un forza invisibile la spingeva in avanti, come se stesse cadendo, come se fosse attratta da un centro gravitazionale. Non riusciva a frenarsi. Non poteva.**

*Il giorno seguente, poco più tardi delle dieci del mattino, Haiko si svegliò di soprassalto. Nulla era cambiato nella stanza. Nulla era mutato in lei. Era lontano dai suoi genitori ed isolata da tutti. Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, dal continuare ad allenarsi al girovagare per il villaggio in cerca di uno scopo. Senza contare che ormai era sola e ben presto avrebbe dovuto provvedere al suo sostentamento. L'unica persona che lo attendeva era Tako ed il loro appuntamento era prefissato per quella notte.*


Gdr Off // Libero arbitrio. Decidi tu se restare dove sei ed allenarti o girare per il villaggio. Se scegli il primo caso fammi una bella giornata di allenamento, puoi al massimo imparare la tecnica doton. Gdr On
 
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30 replies since 22/1/2014, 00:37   515 views
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