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Era una giornata placida e tranquilla, se tranquilla era un'aggettivo possibile da usare quando ci si trovava all'interno di un campo militare a far la guardia contro esseri dalle fattezze e poteri tanto sconosciute quanto ignote, e Shuu era intento a riposarsi davanti alla tenda assegnatagli dal comando giusto alcuni giorni prima; con le gambe leggermente doloranti e affaticate a causa della lunga guardia giornaliera lungo i perimetri dello sterminato campo militare.
Dannazione che male alle gambe!Pensò il giovane con aria annoiata mentre osservava l'andirivieni dei suoi commilitoni, impegnati in compiti di pattuglia e trasporto; stessi compiti ai quali era stato assegnato anche lui assieme ai nuovi genin novizi giunti da Konoha i gionri addietro per dare man forte al campo, che da grande agglomerato di ninja qual'era ora conteneva a stento una manciata di shinobi, quasi tutti neo genin come Shuu.
Di certo non pensavo di dover venire qui a fare il palo!L'aria del giovane era afflitta e rammaricata, effettivamente il ricordo della partenza dal villaggio, avvenuta quattro giorni addietro, erano ancora vividi nella sua memoria: erano all'incirca le sette del mattino, e si era radunato assieme ad un gruppo sostanzioso di ninja per partire alla volta dell'Accampamento, assieme a lui vi erano anche la madre e la sorella, la prima stretta alla seconda, con gli occhi rossi e grossi di lacrime a stento represse.
Erano rimasti fermi a guardarsi per alcuni minuti, lui senza sapere cosa dire, l'altra invece era rimasta in silenzio senza sapere da dove cominciare, quale raccomandazione dare per prima, quali consigli e quali parole di incoraggiamento per quel figlio che alla giovane età di appena dodici anni era stato costretto dal villaggio a dover partire per una guerra di cui si sapeva quel tanto necessario per comprendere di non volerne avere niente a che fare.
L'ordine di partire giunse proprio nell'istante in cui la madre sembrava aver preso una decisione; delle urla secche e distinte da parte di alcuni chunin avvisarono tutti i presenti che dovevano lasciare la Villaggio immediatamente per evitare di ritrovarsi nella foresta al calar del sole; fu quindi in quel momento che la madre si slanciò verso Shuu, abbracciandolo talmente forte da farlo quasi soffocare, un abbraccio che bastò al giovane genin per comprendere tutti i consigli pensati e non detti, un'unico abbraccio per fargli comprendere che doveva tornare a tutti i costi da loro, non importava quale fossero le avversità che avrebbe dovuto affrontare.
Bhe, di certo puoi stare sicura mamma, di qui non sembra che mi muoverò tanto facilmente.Riflettè il giovane mentre si portava alla bocca una borraccia d'acqua che portava sempre appresso da quando erano giunti al campo, dopo un viaggio di circa sei ore di marcia; giunsero quindi verso mezzogiorno, quando il sole era più alto e non vi era il rischio alcuno di un'attacco da parte di Watashi e della sua progenie, trovandosi innanzi all'entrata meridionale dell'immenso capo dell'Alleanza, la cui visione aveva lasciato completamente sbigottito il piccolo Shuu, che mai si sarebbe aspettato un simile agglomerato di tende.
In ogni caso i restanti tre giorni erano passati in fretta, l'unica cosa che aveva realmente fatto dopo che la tenda gli fu assegnata era stato fare le guardia, sia dentro che fuori l'accampamento, una cosa di certo meno esaltante delle battaglie di cui aveva letto nei libri di storia e che neanche si avvicinava alle speranze che aveva nutrito nel momento in cui aveva varcato per la prima volta la porta che conduceva al mondo esterno al villaggio, mondo di cui Shuu aveva letto e visitato solo dentro i suoi amati libri di storia.
Tuttavia il destino ama scherzare e bussare alla nostra porta quando meno ce lo aspettiamo, proprio mentre il giovane pensava di essere destinato a rimanere all'interno di quel campo fino alla fine della guerra ( o del mondo)
giunse a parlargli un altro genin di Konoha, il quale aveva in mano un'oggetto di forma cilindrica.
Shuu Kujaku? Giusto?A sentire il suo nome pronunciato da quel ragazzo, che probabilmente aveva circa un paio di anni più di lui nonostante avessero lo stesso grado, Shuu alzò lo sguardo, fissandolo dritto negli occhi:
Si, sono io.Furono le uniche parole che disse Shuu, prima di alzarsi dalla sedia sulla quale era rimasto negli ultimi venti minuti, impegnato a massaggiarsi i quadricipiti leggermente doloranti.
In cosa posso esservi utile?Disse, con tono forse fin troppo formale, al giovane moro che era arrivato; il quale senza battere il minimo ciglio gli porse il cilindro che stringeva in mano.
Ho questo messaggio da consegnarti da parte del comando centrale, sembra che ti sia appena stata assegnata una missione.Shuu rimase per un'attimo immobile, senza sapere cosa pensare né come comportarsi, fino a pochi secondi fa stava pensando di come si stesse annoiando nel non fare niente ad eccezione dei pattugliamenti ed ecco che ora, quasi per miracolo divino, gli giungeva una missione che non si sarebbe mai aspettato di ricevere.
Nonostante questo primo momento di disorientamento, che il giovane messaggero interpretò come una specie di reticenza da parte del suo parigrado di voler prendere il cilindro, Shuu allungò la mano ed entrò in possesso del piccolo oggetto metallico, che molto probabilmente conteneva la informazioni generali su come doversi comportare.
Molto bene, il mio compito è finto, ti auguro buona fortuna.Disse il quindicenne, per poi dileguarsi veloce come un razzo nel campo, quasi come a volersi allontanare da un'appestato in stato di morte apparente.
Shuu dal canto suo rimase immobile per una manciata di secondi, cercando di elaborare l'informazione che gli era appena stata riferita.
Una missione? Mi hanno appena assegnato una missione!!Per un attimo fu quasi sul punto di urlare dalla gioia, finalmente avrebbe potuto iniziare la sua tanto agognata vita da shinobi, tuttavia si fermò di colpo a causa di alcune doverose riflessioni: la prima domanda era per l'appunto perché proprio lui, un neo-genin del villaggio della Foglia con nessuna esperienza reale alle spalle, poi vi era la seconda domanda, più importante, ovvero: che missione avrebbe dovuto svolgere?
Constatando il fatto che erano in guerra la missione che aveva appena ricevuto non sarebbe stata una passeggiata, d'altronde i normali banditi e criminali avevano ceduto il posto agli ormai famosi mostri di Watashi, la sua progenie malvagia e ingorda di corpi e animi umani di cui cibarsi, e alla perpetua ricerca di distruzione in ogni angolo del pianeta.
Sotto questi due punti di vista Shuu non poté fare a meno che rimanere leggermente in soprappensiero, d'altronde era davvero pronto ad eseguire una missione di tale portata? Sarebbe riuscito a mantenere alto l'onore del Villaggio? Ma soprattutto, sarebbe riuscito a tornare vivo da un'impresa tanto misteriosa quanto temibile?
Intanto il tempo passava, e Shuu si ricordò solo dopo aver rimuginato per un'altro minuto buono che aveva ricevuto il cilindro con dentro le sue istruzioni, per cui lo prese e lo aprì rimuovendo il copricapo, così da poter prendere il piccolo foglietto di carta in esso contenuto.
Il genin della Foglia Shuu Kujaku è stato assegnato ad una missione di Grado C, per avere informazioni dettagliate riguardo i propri compagni, lo svolgimento e l'effettivo motivo della missione è chiamato a presentarsi immediatamente nella tenda del jounin-capo Yoshitoki Shuya.
Come si aspettava all'interno del messaggio non c'era niente di utile, per questo si limitò a prendere il foglio di carta e strapparlo in mille pezzi, per poi voltarsi verso la direzione nella quale si trovava la tenda del capitano in carica, situata più o meno ad Est della sua posizione, a meno di un paio di kilometri di distanza.
Avendo come solo ed unico ordine quello di recarsi alla tenda del capitano Shuu prese il suo copricapo, posizionandolo a mò di scaldacollo, con la placca d'acciaio in bella mostra proprio sotto il suo viso, per poi dirigersi immediatamente nella direzione indicatagli, preparandosi psicologicamente a ciò che lo aspettava.
15 minuti dopo
Impiegò circa quindici minuti per giungere alla vistosa tenda del capitano, di gran lunga più vistosa e larga delle altre presenti intorno ad essa; da quanto ne sapeva Shuu quella tenda era stata impiegata per preparare la strategia con la quale combattere Watashi e la sua progenie, frotte di ninja di varie classi e paesi erano entrati in quella tenda per ricevere le loro missioni, missioni di una difficoltà mano a mano maggiore che spesso erano da considerarsi suicide; ma per quanto poteva concernere al neo genin questo non gli importava attualmente.
Giunse infatti proprio di fronte l'ingresso della tenda senza esitare neanche un momento, in quel quarto d'ora appena passato aveva avuto modo di riflettere bene su ciò che gli stava per capitare, ed era giunto alla conclusione che di certo non potevano aver assegnato una missione di elevata difficoltà ad un diplomato come lui, quindi non c'era bisogno di preoccuparsi, quanto meno non prima di aver saputo a cosa andavano incontro.
Per questo motivo scostò leggermente il panno che copriva l'entrata della tenda, così da entrare nel suo vasto perimetro interno, composto unicamente da pareti di cotone color verde militare, arredata con un'unico tavolo costruito per farci stare più o meno una decina di persone, eppure nonostante lo spazio disponibili nella tenda vi erano solo due elementi: quello che era sicuramente il capitano Shuya ed un ninja di Kiri che Shuu non poteva certamente conoscere.
Shuu Kujaku della Foglia a rapporto signore, sono venuto qui per la missione assegnatami.Dicendo quelle parole lanciò anche un'occhiata al secondo ninja di Kiri, anche lui fermo davanti al tavolo dietro il quale vi era il capitano, anche se non lo aveva mai visto e veniva da Kiri, paese famoso per la sua violenza e l'aggressività dei suoi ninja assassini, Shuu ipotizzò che anche lui fosse lì per il suo stesso motivo; onde per cui andò a posizionarsi proprio al suo fianco, restando momentaneamente in silenzio senza sapere bene cosa fare, né cosa aspettarsi.