Il Suono delle Foglie che Cadono, Ruolata libera per Belfagor e Tatsumaru

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Belfagor90
view post Posted on 10/12/2013, 16:26




Me ne stavo a gironzolare per Kumo cercando di fare qualche spesa prima di partire verso nord, alla volta delle montagne dove ero stato distaccato. Mi avevano accennato che lassù poteva fare freddino, quindi volevo comprarmi una sciarpa pesante, dei guanti, cose così insomma. Anche se avevo pochi soldi, in quel momento i negozianti stavano facendo prezzi miseri a tutti coloro che sarebbero scesi in battaglia, quindi potevo permettermi almeno questo.
Ero ad una piccola bancarella, attirato lì a grossi guanti foderati di pelliccia all’interno e ricoperti di borchie acuminate all’esterno, quando mi parve di intravedere tra la folla una capigliatura femminile dall’aria familiare. Controllai col Byakugan e appena vidi il suo chakra i guanti mi caddero di mano. Non poteva essere che lui.
Piantai lì il confuso mercante e cominciai a correre fendendo la folla in direzione della succitata capigliatura.


-TA...-



Dribblai shinobi, kunoichi, samurai, civili e bancarelle – non escludo che possa averne travolti un paio – e più mi avvicinavo più la mia frenesia cresceva.

-...ZZA...-



Era cresciuto, il piccoletto. Sempre più basso di me ovviamente, ma i lineamenti che riuscivo a scorgere di tanto in tanto mentre lo rincorrevo mi suggerivano una persona più matura... e soprattutto viva.

-...MA...-



Avrei dovuto picchiare sonoramente il tizio al banco che mi aveva detto di non avere nessun “Tazzamaru Senju” sulla lista. Ma prima di questo, c’era un altro pugno che aveva la precedenza. Perché, come il buonsenso insegna, tra amici ci si da “il pugno”.

-...RUUUU!!!-



SBAMM!!!



Va come lo presi bene. Urlare il suo nome prima di colpirlo lo aveva fatto voltare quel tanto che bastava per tirargli un pugno magistrale, da vero amicone. Il suo corpo fece un perfetto volo con rimbalzo centrando il vicolo dietro di lui. Ci fossero stati dei giudici a guardare, avrebbero tutti sollevato una paletta con su scritto un bel 10.
Gli fui addosso in un attimo cominciando a strapazzarlo senza ritegno.


-Tazzamaru! Sei VIVO!! Oddio come sono contento di rivederti, sono DUE ANNI che non vedo il tuo brutto muso! Che ci fai qui? Ah giusto, sei venuto a menare un po’ le mani vero?! MUAHAHAHAHAH, cazzo se mi sei mancato!! Ah giusto, mi pare che questo tipo di momenti richiedono un abbraccio.-



Io non sono mai stato abbracciato da nessuno che non fosse mio nonno e nel suo caso il novanta per cento delle volte era una presa di sottomissione mentre cercavo di morderlo. Avevo quindi una strana concezione di cosa fosse un "abbraccio", per la precisione che fosse una pratica mirata a rompere quante più ossa possibili usando solo la forza delle braccia attorno al corpo della controparte.



//Diamo inizio a questa ruolata in modo rocambolesco. Ci tengo solo a precisare che il mio pg al momento è coperto dalla testa ai piedi come fosse un Aburame, occhiali compresi. A te la tastiera.//
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 10/12/2013, 17:04




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Un attimo prima stava passeggiando tra la folla, un attimo dopo si trovava a terra, in uno stretto vicolo, la faccia che gli pulsava e una figura indistinta sopra di lui. Aveva sentito urlare qualcosa, si era girato, e prima che potesse accorgersene, il pugno lo aveva colto impreparato. Era un miracolo che non gli avesse rotto il naso, tuttavia la botta lo aveva sbalzato in un vicolo vicino, rendendolo inerme per alcuni secondi, sufficienti perchè la figura avvolta in pesanti vestiti riuscisse ad immobilizzarlo tra le braccia.

Si affretto ad usare un jutsu difensivo, ricoprendo il suo corpo di una dura corazza di legno, che tuttavia scricchiolava e si incrinava sotto la grande pressione. L'aggressore disse alcune parole, che giunsero confuse alle orecchie del Senju, ma una gli suonò estremamente chiara e familiare.

"Ta... Tazzamaru? Hiroki?!"



Allargò l'armatura, che aprendosi lo liberò dalla colossale stretta, restituendogli il respiro. Si concesse qualche secondo per riprendere fiato, e massaggiarsi la faccia, dopodichè alzò lo sguardo allo Hyuga. Il suo viso era coperto dai pesanti indumenti, ma la sua voce e il suo modo di fare erano inconfondibili.

"Ne è passato di tempo, Hiroki! Dove ti eri cacciato? Non ti ho più visto in giro per il villaggio, eppure non è così grande. Noto che hai superato la tua ritrosia per gli abbracci... "



Si mosse per dargli un'amichevole pacca sulla spalla, ma poi ci ripensò, e goffamente si massaggiò le braccia e le spalle doloranti. Aveva sempre gli stessi modi bruschi, ma in un certo senso era felice di vederlo. Era stato un compagno di missione, sebbene non uno di quelli più facili, tuttavia rimaneva un amico, e in quei momenti prima della tempesta, ne sentiva il bisogno. Prima Satsuki, e adesso lui, due persone che giudicava fidate, due validi combattenti in quella che poteva essere l'ultima battaglia in assoluto.

Attese una risposta, togliendosi la polvere dai vestiti, e risistemandosi la katana sulle spalle.

 
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Belfagor90
view post Posted on 10/12/2013, 17:45




Mi scostai da lui più in fretta che potei e mi rizzai in piedi. Mi ero lasciato un po’ troppo andare per l’occasione e avevo finito con il perdere il controllo e fare cose che normalmente non avrei mai fatto. Provai a trovare una scusa su due piedi.

-N-non provare ad abituarti. Ero solo contento di vedere una faccia che conosco dopo tanto tempo e mi sono fatto trasportare. Normalmente abbraccio solo per...-



Per pugnalare. Per storpiare qualcuno con una sottomissione. Strozzare da dietro le spalle oppure rompere direttamente il collo.

-...io NON abbraccio, punto!-



Ok, non era stata proprio una delle mie giustificazioni migliori. Provai a porgergli la mano per aiutarlo ad alzarsi ma mi bloccai un paio di volte nell’abbassarla. Ora che ci pensavo non avevo mai fatto un gesto del genere. Chi era a terra davanti a me di solito era morto oppure in attesa di venir massacrato ulteriormente.
Mi trovai sorpreso e confuso dai sentimenti che stavo provando in quel vicolo: il petto era sorprendentemente leggero nonostante mi stesse facendo domande alle quali ancora preferivo non rispondere del tutto sinceramente.


-Sai com’è, tra una missione e l’altra, la guerra... ormai è parecchio che non metto più piede a Konoha. Il sottoscritto è richiesto al fronte a fare ciò che gli riesce meglio.-



Nel dirlo mi puntai il petto col pollice in segno d’orgoglio, ma ringraziai gli occhiali scuri che mi permettevano di sviare gli occhi senza essere visto. Non riuscivo a fissarlo negli occhi mentre gli dicevo tutte quelle balle e la piacevole sensazione di poco prima si contorse nel mio petto sotto il peso di quelle menzogne. Provai a cambiare discorso.

-Dai vieni, ti offro qualcosa. Rinuncerò ad un paio di guanti pur di portare a pranzo un mio vecchio amico... specie in un giorno del genere dove ci sono degli sconti del genere! Ho visto un banchetto dove facevano del ramen piccantissimo che mi aveva fatto venire l’acquolina in bocca...-



Era così piacevole parlare in quel modo nonostante la situazione in cui ci trovavamo entrambi e qualcosa mi faceva pensare che non potevo raccontargli di aver tradito il villaggio. Abbassai la mascherina e tolsi gli occhiali, ma non mi levai il cappuccio per non mostrare il coprifronte di Oto. Alla prima occasione lo avrei tolto e infilato da qualche parte nei miei vestiti.

-Allora dimmi, dove ti hanno spedito quegli stronzoni? Io sono sulle montagne a nord e dicono che faccia un filino freddo da quelle parti. Spero tanto che il mio comandante non sia un cazzone o mi toccherà prenderlo a sberle, MUAHAHAHAHAHAHH!!!-



Che diavolo era quella sensazione? Cos'era quella diavoleria nella mia testa che mi faceva pensare ai giorni a Konoha prima della guerra quando io e Tazzamaru eravamo all'ospedale dopo la nostra prima e unica missione assieme? E come mai sentivo che quei ricordi stavano diventando sempre più lontani? Non mi piaceva e avrei fatto di tutto pur di eliminare quella sensazione.
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 10/12/2013, 18:16




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




"Uhm... missioni... si, capisco, anche io sono stato parecchio impegnato con Watashi..."



Quando l'araldo di porcellana aveva annunciato la venuta del falso dio, Tatsumaru si trovava in missione con Hiroki. Tuttavia egli non sapeva del marchio, e anche se ora quel simbolo era svanito dal suo petto, non se la sentiva comunque di rivelarlo allo Hyuga.

"Quell'essere... è... è il caos. Non possiamo lasciare che prevalga... noi... gli daremo filo da torcere."



La sua espressione era mutata, diventando seria, mentre i suoi occhi trovavano il coraggio di fissare Hiroki. Gli incuteva timore, non poteva negarlo, ma rimaneva una persona fidata.

"Scusa, sono diventato troppo serio... ma sai, la battaglia incombe"



Riuscì a sorridere, dissimulando la tensione, e con un rapido gesto si portò la mano alla nuca.

"Mi dispiace, ma temo di dover rifiutare il tuo invito. Purtroppo sono atteso nell'area est, non vorrei far aspettare l'Hokage... sai bene che la sua ira può essere anche peggiore della tua"



Il sorriso si allargò, e finalmente trovò il coraggio di dare un'amichevole pacca sulla spalla di Hiroki, una carezza in confronto al pugno sferrato.

"Nord hai detto? Ecco perchè sei coperto come un Aburame! ahahahah! Hai persino gli occhiali da sole contro il riverbero!"



Si tolse la spada dalle spalle, scoprendo una porzione della lama.

"Io invece ho questa... è più di una semplice spada per me, e so che mi servirà bene contro l'assalto della progenie. Incarna i valori per cui lotto, la mia famiglia, il mio villaggio, le persone che più mi stanno a cuore. Non tutti hanno dei pugni come i tuoi!"



Cercava di fare il temerario, e scoprì che non gli risultava poi tanto difficile. Era davvero cambiato dall'inizio della sua avventura, in quel momento se ne rendeva conto più che mai. Rinfoderò la lama, e se la rimise sulle spalle.

"Certo, è solo una bella spada alla fin fine, ma per quanto la mia volontà possa vacillare, resterà un simbolo che mi ricorderà la retta via."



Mentre pronunciava quelle parole, il viso guercio di Yo Saito ricomparve dalla sua memoria. Il fatto che fosse uno dei generali non lo tranquillizzava per niente, ma comunque era un ottimo stratega e un abile medico, e finchè avesse servito la causa, il suo aiuto era bene accetto.

"Dirò all'Hokage che ti ho visto, sarà felice di sapere che un valido ninja di Konoha come te ha risposto alla chiamata."


 
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Belfagor90
view post Posted on 10/12/2013, 19:23




Gli occhi di Tazzamaru brillavano come gemme mentre parlava. Non era più il mocciosetto che arrancava assieme a me nella foresta del villaggio dei lupofili, in lui c’era qualcosa di nuovo e grande che esulava dal suo fisico ben più minuto del mio facendolo sembrare molto più grande. Mi spiacque che non accettasse il mio invito a mangiare assieme – al chiosco c’era pure lo sconto comitiva – e provai gelosia nei confronti dell’Hokage che sembrava averlo conquistato a tal punto.
Ma parlava di molte cose che io non capivo. Lui sembrava pieno di cose come proteggere le persone attorno a lui, il suo villaggio e io una cosa del genere non la concepivo. Poi però venne la doccia fredda. Non poteva dire di me all’Hokage, io secondo i registri ero morto in missione! Se avessero saputo che camminavo ancora sotto il sole sarebbero venuti a cercarmi.
Non potevo permettere una cosa del genere... ma cosa potevo fare? Ucciderlo? NO!! Non lui, non Tazzamaru. Se uccidessi lui non me lo perdonerei.


-L’Hokage, già... farà bene a proteggerti come si deve una volta laggiù o mi sentirà...-



Che fare!? COSA CAZZO DOVEVO FARE?! Prendere tempo, devo prendere tempo e ragionare!!

-Tazzamaru, io... tu... come fai a dire che quello per cui combatti è giusto? Io non vorrei neppure essere qui. Tu hai le tue convinzioni, ma su questo campo di battaglia non posso provare le mie. Pensavo di poter fare la differenza sul campo di battaglia, ma sono così debole rispetto a tante altre persone.-



Non sapevo da dove tiravo fuori quelle parole, ma non importava. Tutto andava bene finché ciò che dicevo mi dava più tempo per pensare.

-Sono troppo debole, Tazzamaru. E se lo sono io lo sei anche tu, lo vedo coi miei occhi che la differenza tra noi non è grande. Se andiamo là fuori moriremo e molto probabilmente la nostra morte non servirebbe comunque a niente. Hai visto la visione, le Progenie sono troppe! Come puoi dire che partire è giusto se non saresti capace di fare niente? Oppure pensi che i tuoi “compagni” ti proteggeranno? Ebbene te lo dico io, NON LO FARANNO. La pace e la fraternità di Konoha sono un’ipocrisia bella e buona, ben due volte chi portava quello stesso coprifronte e avrebbe dovuto guardarmi le spalle mi ha invece tradito e uno di loro è perfino uno dei generali!! Non avrai niente a sacrificarti per una cosa del genere quindi dimmi perché, PERCHE’ sembri così convinto!?!-



Avevo alzato sempre più la voce mentre continuavo a parlare e, nonostante fossi un deciso fan dello spazio vitale personale, mi ero anche molto avvicinato al mio amico Senju, forse anche in maniera troppo minacciosa. Nonostante l’urgenza di trovare una soluzione mi premesse sulla schiena come il pugnale di un assassino, sentivo di aver bisogno di sapere la risposta a quelle domande. Magari udendo la sua risposta il cammino davanti a me sarebbe tornato chiaro e avrei saputo cosa fare.
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 10/12/2013, 19:59




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Il sorriso e la radiosità della sua espressione si spensero, sostituendosi ad uno sguardo determinato, su un volto incerto. Non ce l'aveva con Hiroki per quelle parole, sapeva come era fatto, e il suo scarso attaccamento al villaggio non lo stupì. Lo stupì invece il suo pessimismo, e la dichiarazione di essere debole. Lui debole? Di certo vi erano ninja più forti, con più esperienza e tecniche migliori, ma lui non era un debole ai suoi occhi.

"Io e te abbiamo nindo ben diversi, lo capisco... E si, ho visto anche io la progenie nella visione, e ti dirò di più: Ho guardato Watashi negli occhi, in tutti e tredici i suoi occhi. Ho sentito il suo respiro, e la sua voce che mi vibrava nel petto. Io mi sono trovato davanti a lui, rapito dalle sue false promesse, e sarei morto se non fosse stato per dei bravi ninja che hanno sacrificato le loro vite per farci fuggire."



Si prese una pausa, Hiroki era vicinissimo, eppure Tatsu non aveva nulla da temere da lui.

"Io combatto questa guerra per molte cose, Hiroki... Per lavare via il disonore di aver ceduto a delle promesse di potere e gloria, per liberare il mondo dalla presenza corruttrice di Watashi, ma soprattutto perchè è ciò che ho scelto di fare. Quando sono diventato ninja, ho preso sulle mie spalle una grossa responsabilità, difendere il villaggio e le persone a me care. Non è un compito facile, ma è un mio dovere. Sono un soldato, quindi combatterò."



Tatsu distolse lo sguardo, si voltò, dando le spalle all'amico. Il vicolo era ombreggiato, e il vento di Kumo faceva sentire il suo gelo. Ma Tatsu non tremò.

"Mio padre mi disse che il villaggio è come un albero, abitato da foglie. Le foglie più grandi e vecchie proteggono i germogli appena sbocciati, affinchè crescano, per diventare ancvh'esse foglie e proteggere a loro volta i nuovi venuti. Il vento può strappare le foglie, ma per ognuna che cade molte altre ne rimangono, permettendo ad altre ancora di sbocciare."



Tornò ad osservarlo, questa volta con un tenue sorriso. La mano si posò sulla sua spalla.

"Ci sarà sempre una foglia più resistente delle altre, più forte, o in qualche modo migliore. Tu dici di essere debole, ma sei una foglia più resistente di me, e un giorno diventerai più resistente di molti altri. Il vento, la guerra, non fa distinzione, soffia su tutte le foglie allo stesso modo. Siamo noi a fare la differenza."



Un sorriso sincero, uno sguardo deciso.

"Sono lieto di avere una foglia come te a proteggermi"



 
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Belfagor90
view post Posted on 11/12/2013, 18:56




Non avrei potuto fargli cambiare idea. Tazzamaru era lì per combattere una causa per sé stesso e per gli altri, io non avevo neanche un vero motivo per essere lì. Come poteva qualcuno aver visto Watashi in persona, aver visto tutto ciò che rappresentava in un colpo solo e continuare a parlare in quel modo in quella situazione? Solo un pazzo poteva farlo, ma un pazzo non avrebbe avuto quella scintilla. Non c’era quindi modo di evitare che parlasse di me all’Hokage. Il mio destino era segnato dunque.

-E non mi è venuto in mente niente. Qualsiasi cosa che non sia l’eliminazione sarebbe solo un rimedio temporaneo.-



Tazzamaru doveva morire. Era l’unico modo. Dovevo convincermene. Dopo quell’incontro non potevamo più essere amici, vivevamo in maniera e in mondi troppo diversi per poter camminare sullo stesso sentiero, non dovevo avere rimorsi per ciò che stavo per fare. Era necessario alla mia sopravvivenza. Dovevo sopprimere tutto il dolore che provavo e impugnare il kunai. Almeno per mia mano avrebbe avuto una morte indolore. Lo stavo salvando da una fine orribile... sì, dovevo vederla in quel modo! Avrei salvato sia me che lui in un colpo solo.
In fondo stava parlando di alberi e foglie e lui era un Senju. C’era da scommettere che ogni ad ogni Senju sarebbe piaciuto morire mentre parlava appassionatamente d’alberi. Mi aveva messo la mano sulla spalla, avrei sopportato il contatto umano successivo il tempo di estrarre un kunai e piantarglielo nel collo. Veloce e pulito. Non avrebbe sentito nulla. Poi me la sarei filata da qualche parte, magari verso il mare e da lì lungo la costa fino al confine.


"Sono lieto di avere una foglia come te a proteggermi"



La mano che stava scivolando verso i kunai si bloccò improvvisamente. Per qualche strano motivo sentivo che non respiravo più, la gola mi era diventata stretta e dal petto c’era qualcosa che cresceva, si gonfiava quasi a voler eruttare. Era caldo e mi faceva prudere il naso, ma non mi sentivo per niente male, tutt’altro. Era una sensazione che mescolava tristezza e gioia in un miscuglio di emozioni che m’impediva di mantenere il controllo e prima che me ne accorgessi sentii gli occhi inumidirsi e le labbra stringersi involontariamente. Qualunque cosa fosse quel sentimento che stavo provando era di una dolcezza squisita che scacciava tutta la rabbia e la paura.

-Tazzamaru...-



Tolsi il suo braccio dalla mia spalla e lo guardai con occhi che lottavano per non lasciar andare le lacrime. Ero triste, ero felice, ero turbato, ero al settimo cielo, ero folle di rabbia, mi vergognavo come un cane, ero orgoglioso, volevo abbracciarlo, volevo ucciderlo, tutto quanto assieme e nessuno vinceva.

-Io non merito quelle parole. Credo di averle aspettate tutta la vita e proprio quando finalmente le ho sentite è solo per frutto di menzogne alla persona alla quale tengo di più.-



Strinsi i denti mentre la rabbia tornava ad invadermi. Forse era solo un riflesso per cercare di riprendere il controllo e non mettermi a piangere, eppure provavo una rabbia strana di cui non riuscivo a focalizzarne pienamente l’oggetto.

-Io non sono una foglia, ma un bocciolo marcio.-



Alzai la mano fino al cappuccio. Non potevo ucciderlo e quindi se doveva venire a sapere la verità, tanto valeva che fossi io a dirgliela e non l’Hokage. Mi sarei preso le responsabilità della mia scelta fino in fondo.
Scoprii la mia testa e il coprifronte con la nota del Suono brillò dove lui immaginava quello della nostra... della sua Konoha.


-Ho rinnegato il villaggio, ma non penso di averlo tradito più di quanto esso non abbia tradito me. Durante gli ultimi anni ho visto come anche tra compagni di Konoha ci si tradisce e ci si abbandona e non credo più che possa esistere una cosa come la fiducia in un’istituzione per la quale siamo solo soldati. La pace e l’armonia di Konoha sono un’ipocrisia. Fu in quel momento di disperazione che ho incontrato un uomo di Oto, Yo Saito, che mi ha invitato nel suo villaggio dove esiste una libertà che voi non avete. Ho accettato e non mi pento. Nulla mi legava a Konoha, né la famiglia che mi odia né i compagni che non ho mai avuto. C’eri solo tu, il mio unico amico, e ora i miei occhi vedono che sei finito troppo lontano da me. Non merito la tua gentilezza, tanto meno la tua amicizia.-



Ecco, era fatta. Non si tornava più indietro. Avevo finito col distruggere anche l’unica cosa buona che ero riuscito a creare da quando ero diventato un ninja. Ma andava bene così. In quella guerra molto probabilmente sarei morto, non dovevo preoccuparmi di venir braccato o di ciò che mi aspettava. Di lì a poche ore avrei potuto abbracciare l’oblio con piacere. Qualunque tortura era migliore che stare lì davanti a lui dopo aver detto quelle parole, ma avrei aspettato di sentire ciò che aveva da dire per mettere in pace il mio cuore.
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 12/12/2013, 10:30




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




L'espressione del Senju si fece interrogativa. Qualcosa nel volto di Hiroki era cambiato, e non nel solito modo brutale o forzatamente gentile. Gli tolse la mano dalla spalla, i suoi occhi erano lucidi, portò l'altra mano sulla fronte, scoprendo il coprifronte.

*Perchè lo hai fatto...?*



Tatsu provò una stretta al cuore. Il sorriso si spense lentamente, gli occhi si fecero grandi di stupore. Non sapeva se provare rabbia, compassione, o qualunque altra cosa. Era senza parole, ma a toglierlo dall'impiccio di parlare, ci pensò Hiroki, il quale spiegò le sue motivazioni.

"Yo... Saito..."



Ancora lui, ancora quella bieca figura sconosciuta e le sue dolci promesse. Ora capiva la debolezza di cui parlava, ora capiva il suo voler sviare il discorso. Era un traditore, ma in un certo senso se lo aspettava. Era stato un ribelle nel suo clan, un violento e un bruto, ma Tatsu aveva scorto qualcosa di più sotto quella spessa armatura, un cuore gentile, una persona buona, e in quel momento anche una persona fragile. Sia Watashi che Yo avevano promesso al Senju il potere e un futuro migliore, ma infondo Tatsu aveva già tutto ciò che sentiva di volere, e forse per questo aveva resistito. Hiroki invece era stato vessato, discriminato, deluso, e quella dura corazza di odio che gli gravava sulle spalle era servita a tener lontani i demoni che lo assillavano. La promessa di Yo era quello che stava cercando, quello che nessuno gli aveva ancora dato. In un certo senso lo capiva, e non riuscì a fargliene una colpa.

"Io... non so cosa dire, se non... 'Mi dispiace'"



Tentò di guardarlo negli occhi, ma erano troppo pesanti per riuscire a levarli nei suoi.

"Mi dispiace di non esserci stato quando avevi più bisogno. Mi dispiace di non aver capito fino in fondo cosa celavi sotto le apparenze... Ti ho abbandonato, e tu hai cercato conforto nelle promesse di quel marionettista..."



Si sforzò ulteriormente, e questa volta ce la fece ad incrociare i suoi occhi.

"Non sono ingenuo, nessun luogo è il paradiso in terra, ma come ti ho già detto, siamo noi a fare la differenza. Siamo soldati, ma siamo anche persone... soprattutto persone."



I suoi occhi erano asciutti, aveva versato troppe lacrime in questa guerra.

"Tu... hai scelto una strada che non ho voluto percorrere, ma... non per questo è una strada sbagliata. Se questo è ciò che vuoi, se le promesse di Yo ti hanno reso felice, allora sia. Va in quel villaggio di meraviglie, sii felice, ma ricorda di essere sempre te stesso. Non l'Hiroki violento, ma quello che nascondi sotto di te, quello che ho visto alla fine della nostra prima missione. Non lasciare che ti usino, sii davvero libero. Finita questa guerra saremo avversari, ma finchè Watashi esisterà, sono lieto di avere una foglia come te a proteggermi. "



Riuscì a sorridere flebilmente, ma i suoi occhi trasmettevano tutto il peso che quelle parole gli costavano. Dopotutto anche Keiichi aveva tradito, e lui non era malvagio... Anche se gli era sembrato tormentato.

"Non dirò all'Hokage che ti ho incontrato, non dirò a nessuno di averti visto. So mantenere un segreto, ne serbo altri molto più pesanti di questo."



*Yo Saito...*



"Un'ultima cosa, prima che vada. Non fidarti di Yo. Non mi piace, ed è un marionettista... non lasciarti manipolare. Ma tu lo conosci meglio di me, quindi forse mi sto sbagliando..."



Attese una sua eventuale replica, dopodichè avrebbe raggiunto l'Area Est, dove l'Hokage lo attendeva.

 
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Belfagor90
view post Posted on 14/12/2013, 20:03




Non capii il perché della prima reazione di Tazzamaru. Per qualche motivo credeva che il mio tradimento fosse colpa sua, ma non riuscivo a capire come potesse essere arrivato a tale conclusione. Non era certo lui responsabile delle scelte che facevo io, ma era anche vero che, forse, se due anni fa il nostro legame fosse stato più forte potrei aver detto di no a Yo Saito quando mi fece il suo invito.
Però era strano, da come ne parlava sembrava che in qualche modo Tazzamaru conoscesse Yo... ma questo com’era possibile? E cos’è un marionettista? No, Yo era un ninja, mica aveva un teatrino!


-Ho come l’impressione di perdermi qualcosa per strada.-



Ma non era quella la parte veramente importante. Nonostante tutto Tazzamaru non mi stava giudicando per le mie scelte, ma le appoggiava sebbene fossero così diverse dai suoi ideali. Mi incitava ad essere felice e diventare veramente libero, a non... la parte sull’essere me stesso glissiamola. Avevo come la netta impressione che più tardi durante la giornata, ripensando a questo incontro, avrei avuto sentimenti contrastanti riguardo alle parole da me pronunciate. Qualcosa del tipo “vergogna profonda” e “ma ero veramente io a sparare quelle stronzate smielate”. Sapete, quel tipo di cose che si torna a pensare una volta a mente lucida.

-E sia, amici finché vive Watashi. Se però pensi davvero che io sia più forte di te, allora allenati e poi vieni a cercarmi. Non permetterò che sia mai nessun’altro all’infuori di te di prendere la mia testa. Mentre tu ti impegnerai a diventare forte, io cercherò la mia libertà... e la mia vera strada. Addio, Tazzamaru.-



Gli tirai un altro pugno a tradimento, stavolta un po’ più debole e non sulla faccia, però un bel cazzottone alla bocca dello stomaco se lo prese tutto. In un nuovo impeto di quello strano sentimento di prima, lo afferrai per la maglietta prima che potesse piegarsi e lo sollevai da terra portandolo all’altezza dei miei occhi.

-E farai bene a diventare forte in fretta. Per colpa tua adesso non mi vergogno più di aver abbandonato il villaggio quindi presto o tardi sentirai parlare delle mie imprese! Basta con i nomi falsi, d’ora in avanti il mondo sentirà chiaro e forte il nome di Hiroki Hyuga, anzi no, cercami per il mio vecchio soprannome: io sono Onigami!!-



Lo rimisi a terra e assieme a lui caddero anche i miei occhialini scuri che presto finirono schiacciati sotto il mio sandalo.

-MUAHAHAHAHAHAHAHAAHAHHH!! TREMA, MONDO BASTARDO!!!-



E con un’ultima risata maniacale me la diedi a gambe in direzione nord. Non mi fermai prima di aver percorso dieci chilometri, quando le mie gambe decisero che erano abbastanza e non potevo più trattenere quel convulso pulsare che premeva per emergere.
Ero sulla strada per andare alla postazione assegnatami, quindi non era proprio il posto migliore per certe cose, infatti c’era un sacco di gente che passava e ad un certo punto non potei fare a meno di cogliere un commento da parte di un piccolo gruppo di shinobi di Kumo che passavano di lì. Sbirciai un attimo col Byakugan.
Genin... PERFETTO!
Mi voltai cominciando ad andare verso di loro. Forse capirono che avevano appena detto la cosa sbagliata alla persona sbagliata nel momento sbagliato o forse no. L’importante fu che mi godetti il puro orrore sulle loro facce mentre sorridevo loro nel modo che solo io so fare.


-CHI STAREBBE PIANGENDO DOVE? NON CREDO DI AVER SENTITO BENE... NESSUNO? ALLORA IMMAGINO SIA STATA LA MIA IMMAGINAZIONE, VERO?-



Presi il più vicino di loro per la testa e, visto che ormai quel giorno ero in vena di fare un po’ di esercizio, sollevai pure lui. Non il modo carino di sollevare Tazzamaru che avevo fatto poco prima, per niente, quello lo presi per i lati della testa e con i pollici sotto i suoi zigomi.

-PERCHE’ SE DISGRAZIATAMENTE QUALCUNO AVESSE APERTO BOCCA A CASO, ALLORA QUEL QUALCUNO IN QUESTO MOMENTO AVREBBE I SUOI BULBI OCULARI FICCATI SU PER IL CULO E POI GLI AVREI FATTO MANGIARE IL CUORE. ORA FATE I BRAVI E ANDATE A CREPARE FACENDOMI IL PIACERE DI RISPARMIARMI LA FATICA DI SQUARTARVI COME AGNELLINI.-



Lo lasciai andare quando sentii il familiare puzzo di pipì misto a paura. Ora che mi sentivo meglio, potevo andare incontro alla morte su quelle montagne col cuore un po’ più leggero. E poi c’era il rischio che non potessi più farlo. Se però fossi sopravvissuto, avrei dovuto raccontare quella cosa al mio psicologo. Non credo che sarebbe stato molto contento e neppure Hayame.
Alzai le spalle. Ogni tanto lo sfizio andava tolto e poi adesso potevo asciugarmi la faccia – che si era misteriosamente bagnata sulle guance e sugli occhi – e quella sensazione di prima si era finalmente placata.
Che cosa strana però, mi pizzicavano gli occhi. C’era da sperare che non fosse qualcosa di patologico, tra poco avrei avuto bisogno di entrambi e in buone condizioni.



//Finale non curatissimo, ma purtroppo in questi giorni sono sempre stanco e non ho molta ispirazione. Grazie per la bellissima ruolata tatsu ^^//
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 14/12/2013, 21:03




Narrato
*Pensato*
"Parlato"





"Il mio nome è Tatsumaru"



Disse solo questo, mentre sentiva i suoi piedi perdere il contatto con il suolo. Non aveva paura che Hiroki gli facesse del male, non volle dirgli che il suo pugno non aveva scalfito la corazza di legno che aveva formato sotto il kimono. Le lacrime che vide sul volto dell'amico lo fecero sorridere, riscaldandogli il cuore. Aveva toccato la sua anima, era riuscito a penetrare sotto la sua spessa corazza. Poco importava se finita quella guerra sarebbero stati nemici, il seme era stato piantato, e forse col tempo sarebbe sbocciato o sarebbe avvizzito in un terreno troppo duro e acido.

Lo guardò andarsene. Aveva imparato che non sempre le cose andavano come sperato, ma che anche una scelta che gli pareva sbagliata, poteva invece rivelarsi la via migliore. C'era preoccupazione in Tatsumaru, per il futuro e per le scelte che avrebbe comportato. Ma non era quello il momento di aggiungere altre preoccupazioni a quelle che già aveva.

*Addio Hiroki... Non sarò mai forte come te, ma un giorno le nostre strade si incontreranno di nuovo, e quel giorno spero tanto di vedere il vero te stesso emergere dall'oscurità dietro cui ti nascondi. Se Oto ti potrà aiutare in questo, allora sarò costretto a ricredermi... *



Rivide la mostruosa trasformazione di Keiichi, e l'oscurità nell'occhio di Yo. Risentì nella sua testa le parole di Akane, dopodichè tutto ciò venne sommerso dal rumore della folla, e dal suono dei suoi passi.



Scusa anche tu la conclusione un tantino affrettata, e il doppio senso sul seme... cazzo se è difficile parlarne senza suonare porno-gay XD

è stato un piacere anche per me ruolare, ti ringrazio e ci si vede in giro ^^
 
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9 replies since 10/12/2013, 16:26   307 views
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