Narrato
*Pensato*
"Parlato"
L'espressione del Senju si fece interrogativa. Qualcosa nel volto di Hiroki era cambiato, e non nel solito modo brutale o forzatamente gentile. Gli tolse la mano dalla spalla, i suoi occhi erano lucidi, portò l'altra mano sulla fronte, scoprendo il coprifronte.
*Perchè lo hai fatto...?*
Tatsu provò una stretta al cuore. Il sorriso si spense lentamente, gli occhi si fecero grandi di stupore. Non sapeva se provare rabbia, compassione, o qualunque altra cosa. Era senza parole, ma a toglierlo dall'impiccio di parlare, ci pensò Hiroki, il quale spiegò le sue motivazioni.
"Yo... Saito..."
Ancora lui, ancora quella bieca figura sconosciuta e le sue dolci promesse. Ora capiva la debolezza di cui parlava, ora capiva il suo voler sviare il discorso. Era un traditore, ma in un certo senso se lo aspettava. Era stato un ribelle nel suo clan, un violento e un bruto, ma Tatsu aveva scorto qualcosa di più sotto quella spessa armatura, un cuore gentile, una persona buona, e in quel momento anche una persona fragile. Sia Watashi che Yo avevano promesso al Senju il potere e un futuro migliore, ma infondo Tatsu aveva già tutto ciò che sentiva di volere, e forse per questo aveva resistito. Hiroki invece era stato vessato, discriminato, deluso, e quella dura corazza di odio che gli gravava sulle spalle era servita a tener lontani i demoni che lo assillavano. La promessa di Yo era quello che stava cercando, quello che nessuno gli aveva ancora dato. In un certo senso lo capiva, e non riuscì a fargliene una colpa.
"Io... non so cosa dire, se non... 'Mi dispiace'"
Tentò di guardarlo negli occhi, ma erano troppo pesanti per riuscire a levarli nei suoi.
"Mi dispiace di non esserci stato quando avevi più bisogno. Mi dispiace di non aver capito fino in fondo cosa celavi sotto le apparenze... Ti ho abbandonato, e tu hai cercato conforto nelle promesse di quel marionettista..."
Si sforzò ulteriormente, e questa volta ce la fece ad incrociare i suoi occhi.
"Non sono ingenuo, nessun luogo è il paradiso in terra, ma come ti ho già detto, siamo noi a fare la differenza. Siamo soldati, ma siamo anche persone... soprattutto persone."
I suoi occhi erano asciutti, aveva versato troppe lacrime in questa guerra.
"Tu... hai scelto una strada che non ho voluto percorrere, ma... non per questo è una strada sbagliata. Se questo è ciò che vuoi, se le promesse di Yo ti hanno reso felice, allora sia. Va in quel villaggio di meraviglie, sii felice, ma ricorda di essere sempre te stesso. Non l'Hiroki violento, ma quello che nascondi sotto di te, quello che ho visto alla fine della nostra prima missione. Non lasciare che ti usino, sii davvero libero. Finita questa guerra saremo avversari, ma finchè Watashi esisterà, sono lieto di avere una foglia come te a proteggermi. "
Riuscì a sorridere flebilmente, ma i suoi occhi trasmettevano tutto il peso che quelle parole gli costavano. Dopotutto anche Keiichi aveva tradito, e lui non era malvagio... Anche se gli era sembrato tormentato.
"Non dirò all'Hokage che ti ho incontrato, non dirò a nessuno di averti visto. So mantenere un segreto, ne serbo altri molto più pesanti di questo."
*Yo Saito...*
"Un'ultima cosa, prima che vada. Non fidarti di Yo. Non mi piace, ed è un marionettista... non lasciarti manipolare. Ma tu lo conosci meglio di me, quindi forse mi sto sbagliando..."
Attese una sua eventuale replica, dopodichè avrebbe raggiunto l'Area Est, dove l'Hokage lo attendeva.