Casa di Keigai Shishi

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view post Posted on 4/12/2013, 21:23     +1   -1
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view post Posted on 10/7/2014, 10:15     +1   -1
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Gli occhi acquamarina osservavano pieni di interesse i lunghi cunicoli che in quel momento stava percorrendo, seguendo quell'ovetto galleggiante che si era improvvisato sua guida turistica. In che razza di posto era finita? Non aveva alcuna memoria di come vi ci fosse arrivata... Aveva dei vaghi ricordi indistinti, che riusciva con difficoltà a seguire.
Rivide l'arena prendere fuoco, e ricordò di essersi recata ad un lago poco distante, per potersi ripulire, e poi? Era allora che iniziava ad annebbiarlesi la mente... Ricordava i lineamenti indistinti di una figura estremamente mastodontica. Si erano scontrati nel lago, loro due, ma i dettagli o il suo esito le erano completamente annebbiati, impossibili, al momento, da riportare a galla nel flusso caotico dei suoi pensieri.
Oto. Era lo stemma che quell'energumeno portava sul suo coprifronte, una nota musicale che aveva intravisto anche in quei cunicoli sottoterra.
E così questa è Oto... Un po' triste, come posto, non trova? Ed è anche abbastanza opprimente....
Sentenziò con la sua vocina dolce e melodiosa, rivolgendosi all'automa fluttuante a mezz'aria davanti a lei, che, per tutta risposta, si limitò ad emettere un verso stridulo e meccanico. Che quell'essere non avesse il dono della parola?
Con le braccia incrociate al petto, nuove strie si un rosso acceso apparvero sulle sue braccia, dove le unghie avevano graffiato con forza la pelle, nel disperato tentativo di strapparsi di dosso il lerciume che la ricopriva. Iniziava ad essere in ansia, disperando con tutto il cuore per poter fare un bagno caldo.
Mi perdoni, ma manca ancora molto? Non resisto più!
Fu allora che un'appendice metallica andò a premere un piccolo pulsante presente su una parete, che andò ad aprire una porta scorrevole meccanizzata. Un lieve cigolio e, davanti alla giovane, si presentò una stanza alquanto asettica, munita di un letto, un piccolo armadio in cui riporre le proprie cose, sedia e scrivania. Una luce chiara illuminava la stanza, mentre una seconda porta conduceva in quello che doveva essere la toilette.
Gli occhi della donna si sgranarono dal terrore, mentre indietreggiava dall'uscio aperto, sentendosi addosso lo sguardo perplesso (?) dell'uovo galleggiante. Non avrebbe mai messo piede la dentro: le ricordava troppo l'ospedale psichiatrico in cui era stata rinchiusa, subito dopo gli avvenimenti del suo esame Genin.
N-no... I-io non voglio... T-tornare la d-dentro.... La prego!
Calde lacrime iniziarono a rigarle il viso, mentre l'automa iniziava a muovere le appendici metalliche, quasi cercasse di simulare un gesto rassicuratore. A quel punto, Keigai lo vide sfrecciare all'interno e aprire un pannello nascosto. Non capì esattamente cosa stesse facendo, dato che la sua figura rotondeggiante le nascondeva la vista, ma sentì il ticchettio elettronico di tasti che venivano premuti, finché...
La bocca le si spalancò, gli occhi pieni di lacrime sgranati per lo stupore e la sorpresa. Davanti a lei i pannelli bianchi che ricoprivano le pareti cambiarono colore gradualmente, finché non assunsero una piacevole tonalità azzurra, del tutto simile al cielo screziato da nubi sparse. Incredula, mosse un primo passo dentro la stanza, per poi sorprendersi, mettendovi piede, che il pavimento freddo era stato sostituito da un basso e morbido tappeto verde, simile all'erba. Non pareva una prigione, adesso, ma un piccolo angolo di un qualche giardino disperso, con una lieve brezzolina fresca, creata dai sistemi di areazione meccanizzati, mentre alcune farfalle volavano lungo le pareti, librandosi leggere in volo.
E'...è perfetto! io.. N-non so come ringraziarla!
Senza pensarci due volte abbracciò con forza l'automa, che cercò invano di liberarsi dalla sua stretta, senza però riuscire nell'impresa.
Oh no! Mi perdoni! Così la sto sporcando! Presto, venga con me! Occorre pulire subito!!
E così spinse verso il bagno l'automa, dove trovò, oltre ai normali servizi igienici, anche una vasca da bagno che, come le fece vedere l'automa, si riempì di acqua calda, tanto rovente da ustionare la pelle.
Keigai vi si immerse emettendo un gemito di piacere, assaporando il tepore sulla pelle e vedendo estasiata come lo sporco colasse via dalla sua pelle chiara.
Nyahhh... Non potevo chiedere di meglio... Grazie!
Nuda come era venuta al mondo, si stese oltre la vasca, agguantando l'automa, e dandogli un sonoro baciò sull'oblò, che si appannò immediatamente... Probabilmente per colpa dei fumi che uscivano dalla vasca...

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