Area Sud , Vallate e Zone periferiche

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Lloyd_
view post Posted on 5/1/2014, 11:42




Senza nemmeno avere il tempo di ricevere risposta, un urlo di una donna, neanche molto lontana, interruppe il breve colloquio del gruppetto. Più precisamente, si trattava dell'urlo di una madre, che a tutti i costi sarebbe rientrata nella casa per andare a riprendere l'adorato pargolo, nonostante la presa solida ma instabile di due shinobi. Non si assisteva tutti i giorni a delle scene simili.
Probabilmente, in quel momento Hikaru si rese conto di essere effettivamente in guerra. Perchè? Perchè la trattenevano? Cos'avrebbe potuto mai fare? Se l'avessero lasciata libera sin da subito, sarebbe rientrata in casa per controllare e in meno di cinque minuti la situazione si sarebbe risolta. Invece ora dovevano cercare di acquietare quella donna che sembrava davvero sotto l'influsso di qualche demone, infatti da sola riusciva a creare problemi a due uomini evidentemente più grossi ed allenati di lei. Si era arrivati ad una situazione in cui non ci si può nemmeno permettere di perdere pochi secondi, in una zona evacuata del villaggio? Più ci pensava, più il genin arrivava alla conclusione che la scena fosse assurda.
L'uomo di Akatsuki era di un'altra opinione: ucciderla, e concludere ancora più rapidamente la piccola diatriba, evitando ogni sorta di problemi. Per un attimo il ragazzo rimase congelato dopo aver udito quelle parole.

Prima che tutto ciò accadesse, ancora prima che Hikaru decidesse volontariamente di generare dei pensieri, la sua mente aveva già compiuto un'analisi psicologica di tutti coloro che lo circondavano, giusta o sbagliata che fosse. Senza dubbio, era un manipolo di persone variopinto, personalità che apparentemente non c'entravano nulla una con l'altra.
Il primo che si era fatto avanti ricordava sicuramente un samurai per com'era vestito. Da quel poco che aveva potuto udire, persino il suo modo di pensare era coerente con il resto. Sembrava un tipo apposto, prima di fare qualsiasi cosa, ha chiesto informazioni al capo. Una mentalità ordinata, rispettosa delle gerarchie, tipica di coloro che sono consapevoli di trovarsi immersi in una comunità e perciò devono rispettare determinate regole di comportamento. Almeno, questo in superficie e per le uniche cose che si erano viste fino a quell'istante.
In seguito, venne l'unica ragazza del gruppo. Tracollo clamoroso. E' solo un bambino?? E' il futuro di questo mondo! Non che ce ne sarebbe stato uno, se gli shinobi avessero fallito nel loro intento. Ognuno è libero di pensare quel che vuole, questo è vero, e quel bambino era soltanto una rogna in più, ma da lì ad arrivare a dire che dovremmo ignorarlo, ne passa di acqua sotto i ponti. O quella ragazza era molto più sfacciata di quanto non desse a vedere, oppure aveva subito grossi traumi infantili. Comunque, Hikaru non si voleva sbilanciare etichettando subito un suo compagno. Era ben lontano dal conoscerli.

Uno dei clan che più suscitavano l'interesse del giovane erano senz'altro gli Aburame. Sempre così introversi, quasi paurosi che gli altri potessero invadere i loro spazi. Era rimasto parecchio sorpreso quando aveva appreso che un loro membro avrebbe rivestito la carica di comandante. Non li vedeva bene nel fare discorsi e guadagnarsi la fiducia delle truppe, ma probabilmente quel tizio aveva qualcosa di speciale. Era stato selezionato da persone che avevano un'esperienza ed un intelletto neanche paragonabile ai suoi, perciò non gli sarebbe nemmeno passato per l'anticamera del cervello di protestare. Il discorso era un po' come l'Uchiha si aspettava: alquanto breve, dritto al punto, senza tanti giri di parole. Non ci sono eroi, soltanto molti piccoli che insieme diventano grandiosi. Quasi come se tutti fossero dei piccoli insetti: da soli, potevano fare ben poco, ma insieme, in una sciame compatto e ben coordinato, sarebbero riusciti ad ottenere ciò che volevano.
Parole che avrebbero fatto un certo effetto, ma i soldati le avrebbero recepite bene? Le battaglie solitamente sono precedute da monologhi particolarmente motivazionali. Il loro capo invece, aveva scelto una linea diversa. Avrebbe dato i suoi frutti? Soltanto aspettando avrebbero ottenuto risposte.

Queste brevi analisi però, erano messe in ombra da una presenza che aveva semplicemente stregato Hikaru. Quel tizio con la tunica nera e le nuvole rosse sembrava sbucato fuori dal nulla e con un paio di trucchi, aveva solleticato qualcosa nel profondo del ragazzo. Ora, egli era completamente alla sua mercè. Ogni cosa che il mago faceva, ai suoi occhi era magnifico. Liquidò la questione della donna in pochi secondi. Puf, problema sparito. In barba agli ordini del suo superiore, fece comparire due ologrammi schioccando le dita. Wow.
Se tra qualche anno, sarebbe diventato uguale a lui, non avrebbe avuto nulla su cui recriminare. Uno spirito libero, indomabile, persino nel momento di massima tensione. Certo, subire una trasformazione simile voleva dire essere incappati in qualche incidente di percorso, e nemmeno tanto piccolo, ma al giovane non importava. Non importava se quel tipo era un ninja traditore o quant'altro, lo ammirava e lo invidiava al tempo stesso. Già, perchè in cuor suo sapeva che non sarebbe mai riuscito a comportarsi così, apparentemente senza ragionare, ignorando ogni tipo di ordine o gerarchia di potere.

In ogni caso, dovette ben presto risvegliarsi dal quel mondo onirico in cui si trovava, per riportare i piedi a terra. Doveva formare dei gruppi da tre elementi. Sì, ma come? Già il mago aveva deciso di andarsene da solo (con grande dispiacere del genin), perciò rimanevano in quattro. Come si sarebbero divisi? Era saggio formare una squadra di soli genin e lasciare Shinji da solo? Oppure avrebbero deciso di muoversi in quattro? O ancora, il capo avrebbe tentato di richiamare all'ordine il ninja di Akatsuki per potersi suddividere meglio?
Non poteva fare altro che chiedere.


Hikaru - Ehm, mi scusi Signore, o cioè Shinji, uhm no... Cioè, volevo dire, noi come ci dividiamo?
 
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view post Posted on 8/1/2014, 22:39
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C'avevano visto bene il nukenin folle e il capitano che non voleva essere capitano. La donna da dove era uscita? Esattamente nessuno se lo sapeva spiegare, l'avevano vista correre verso quel richiamo e prontamente avevano deciso di non intromettere civili nella guerra, come ogni persona si comporterebbe al proprio villaggio. Ma la sua presenza in mezzo a loro durò pochi secondi. Il tempo in cui Shinji le dette la possibilità d'arrangiarsi da sola, nella speranza che avesse modo di recuperare il suo bambino, senza far intromettere le truppe, che il gesto sconsiderato di Jagura la mise a tacere, mandandola nel mondo dei sogni o almeno così cedeva. Passarono pochi istanti, il corpo riverso a terra, il volto coperto dai capelli disordinati per la corsa sfrenata e le sue dita si mossero impercettibilmente.
L'esercito si stava già mobilitando sotto le prime direttive del loro mentore, colui che i kage avevano deciso come il più adatto alla situazione. Ormai abbandonata a se stessa quella figura si rialzò lentamente, prendendo nuovamente il controllo del suo corpo. Quello che doveva essere un neo genin lanciò un gridolino spaventato, quasi non trovando le parole giuste per avvisare della presenza di quella donna o quell'essere. Come avrebbero dovuto chiamarla? I passi della madre si fecero decisi, sapeva già qual'era il suo obiettivo, glielo si leggeva in quegli occhi che erano diventati neri come la pece, tutt'uno con la pupilla; nei suoi movimenti indirizzati verso una precisa meta.
Quello che sembrò un semplice schiaffo s'infranse sul viso truccato del chunin che poco prima l'aveva colpita ma la velocità e la forza con cui lo fece non sembravano umani. I loro occhi s'incontrarono per un breve istante, prima che la figura sospetta riversasse contro quell'unico soggetto tutto il suo odio.

- Ti hanno mai insegnato che una donna non si tocca nemmeno con un fiore? - fu più una domanda retorica quella della civile che vide volare per alcuni metri lo shinobi sotto le sue mani.

Quella forza non le apparteneva e qualcosa oltre al suo aspetto inquietante non faceva presagire niente di buono. Sorrise ma il suo era uno sguardo sadico e compiaciuto per ciò che aveva fatto. Una punizione degna per qualcuno che aveva osato schernirla davanti a tutti. Qualcuno dopo lo shock iniziale provò a colpirla ma lei niente, schivava freneticamente ogni loro colpo finché non fu chiaro dove si stesse dirigendo. Le case di legno in lontananza, era quella ora il suo punto d'arrivo. Dove la voce del suo bambino pochi attimi prima aveva squarciato il cielo, attirando l'attenzione; sempre se si trattasse del suo bambino.
Alcuni la inseguirono, altri attendevano ordini. Mentre in lontananza una nube scura iniziava a formarsi sopra quelle abitazioni abbandonate, una nube circolare simile ad un aureola. Che cosa stava succedendo? Era prudente avvicinarsi?
 
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view post Posted on 9/1/2014, 19:00
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Un veggente oltre che un mago. Neanche aveva finito di dirlo, che quella donna si rivelò essere tutt'altro che una semplice cittadina che stava cercando suo figlio. Si alzò dunque e colpendo con una forza inumana il viso di Jagura, lo scagliò a qualche metro di distanza. Il Joker di tutta risposta cominciò a ridere in maniera piuttosto inquietante e mentre di rialzava toccandosi il labbro sporco di sangue, osservava con le sue iridi dorate quelle della ragazza che cominciava a mostrare strani cenni di possessione. La folla di gente si spostò di lato quando il mago era volato via e adesso poteva assistere ad uno sguardo che non avevano ancora conosciuto di Jagura, un lato del folle membro di Akatsuki che forse non dovevano assolutamente disturbare. I sassolini intorno a lui si alzarono da soli e l'aria cominciò a tremare come spinta da una forza che non voleva conoscere limiti.

- Oh... ma io non ti ho toccata, se l'avessi fatto a quest'ora avresti la testa conficcata sulla lancia di un qualche soldato qui intorno, senza che lui se ne accorgesse neppure

All'aumentare della risata, aumentava anche l'energia che si stava accumulando attorno a lui, come fosse pronta ad esplodere da un momento all'altro. D'un tratto qualcosa afferrò per la maglia Hikaru, il giovane Uchiha che aveva osservato sgomento quanto era successo e proprio lui sentì sollevarsi finché a contatto col terreno non rimasero che le punte dei suoi piedi. Era strano però, una magia avrebbe detto Jagura, in quanto nessuno intorno a lui lo stava realmente strattonando. Eppure qualcosa c'era, il potere del Joker, la sua abilità di arrivare dove le sue braccia si fermavano, con quella forza, lo spinse a due metri di distanza e a quel punto scoppiò nuovamente in una grassa risata che riecheggiò per l'intero quartiere.

- Questo per esempio è SFIORARE qualcuno

E con una densa nebbiolina che cominciò a prendere fuoco intorno al suo corpo, il mago scattò in direzione della donna che si stava dirigendo verso una delle case della zona ma fu abbastanza accorto da rimanere a distanza di sicurezza: aveva notato le strani nubi che si stavano accalcando sopra quelle abitazioni e aveva conosciuto abbastanza da vicino Watashi per capire quello che stava succedendo. Allo stesso tempo però non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire la ragazza, non dopo lo schiaffo, non dopo quel gioco che stava finalmente per cominciare. A mezz'aria dunque, il Joker fece un rapido movimento con le mani concentrando l'Ishin sulla strada che stava percorrendo il suo bersaglio e proprio in quel punto si alzarono alte fiamme che avrebbero interrotto anche la corsa di un ninja più esperto. Poi fece un balzo e atterrò sopra il tetto di una delle case non ancora sotto il minaccioso telo nero e cominciò a parlare facendo vibrare la sua voce all'interno di tutta l'area. Erano parole pericolose quelle del Joker, insidioso, imprevedebili.

- Voltati e mostrati, o mostra la tua progenie in modo che possiamo devastarla. Allora sì, che potrai dire che il mago dagli occhi dorati ha posato le sue dita su di te, per farti a pezzi

||Lloyd, ti ho solo spinto col chakra, niente di irreparabile XD. Per il resto, quando alla fine parlo, uso la genjutsu "Le parole del Joker" se non si fosse capito||
 
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Lloyd_
view post Posted on 10/1/2014, 15:59




Il maestoso dispiegamento di insetti messo in atto da Shinji venne presto messo in secondo piano dall'ingombrante presenza della donna che non sembrava voler cedere minimamente. Nonostante fosse stata messa al tappeto dai magici poteri di Jagura, si rialzò in pochi secondi, dimostrando una notevole resistenza, anche troppa per una semplice casalinga.
Un paio di falcate in direzione dell'uomo che prima aveva cercato di liquidarla e un sonoro schiaffo, non solo al volto ma anche all'orgoglio dell'esperto shinobi. Hikaru assistette alla scena immobile, tutto accadde così rapidamente che fu quasi spaventato dal gesto inconsulto. Una volta messa bene a fuoco la situazione, rimase a bocca aperta, incredulo e grondante di rabbia.


"Tu...... Donna insignificante!! Come hai osato toccarlo con le tue sudicie mani?! Già ti abbiamo concesso la libertà di andarti a riprendere tuo figlio, che per quanto ci riguarda avremmo potuto sequestrare noi e non fartelo rivedere fino alla fine della guerra, se mai avrà una fine e se riusciremo ad uscirne vivi, e nonostante questo ti azzardi persino a tirare schiaffi?! Non ad uno qualsiasi, ma ad un mago!! Giuro che se riesco a metterti le mani addosso..."

In preda all'ira, l'Uchiha si tirò su le maniche della felpa fin sotto i gomiti, pronto ad ingaggiare battaglia, ma il Joker lo precedette sollevando un muro di fiamme di fronte agli occhi delle truppe. L'aveva appena conosciuto, ma quel tizio non finiva mai di sorprendere. Una volta ripreso possesso delle proprie facoltà mentali, si accorse di essere praticamente sospeso in aria, mentre una forza invisibile lo teneva per il colletto della divisa.
Si guardò intorno: non c'era nessuno intorno a lui nell'area di almeno due o tre metri. Che diavolo stava succedendo? Ripensando agli episodi a cui aveva assistito in precedenza, non poteva avere dubbi: si trattava di un altro trucco dello show. Soltanto il membro di Akatsuki avrebbe potuto agire su di lui standogli a distanza, per quanto ne sapeva. Tuttavia, erano soltanto agli albori, infatti Jagura con un rapido balzo si portò al di sopra di una casa che si trovava nei dintorni, cominciando un discorso dal tono molto diverso da quello che aveva usato fino a quel momento.

Ascoltandolo, il genin si sentì improvvisamente terrorizzato. Era come se quelle parole stessero scuotendo l'aria circostante. La vista gli si annebbiò per qualche istante, mentre il suo cuore era in preda allo sgomento. Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi tremendamente spaventato da quello che stava succedendo, ma Hikaru era ammaliato. Quel potere lo attirava sempre di più. Ogni volta che cercava una spiegazione logica e non la trovava, provava un interesse ed una curiosità sempre crescenti; era affascinato da ciò che non riusciva a comprendere.
Anche se si trattava di un ninja traditore, il giovane di Konoha sapeva che il Joker era riuscito a fare colpo su tutti i presenti, sia che fosse in negativo o in positivo, e questa era una qualità che un giorno sperava di acquisire anche lui.





//Spero che comprendiate e mi passiate la comicità e la puerilità nelle riflessioni del mio pg =)//
 
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Tana_per_Auger
view post Posted on 10/1/2014, 19:13




Satsuki era ancora in attesa di una risposta al suo quesito: come comportarsi con la casalinga impazzita?
Attendeva che il generale proferisse parola, ma la kiriana dai capelli rossi anticipò tutti, considerava inutile la vita della donna che stava solo dimostrando atteggiamenti di maternità normalissimi.
Le parole della ragazza non furono una soluzione completa, Satsuki avrebbe tanto voluto in quel momento salvare il più in fretta possibile il bambino, e ritornare sul campo di battaglia in tempo per vedere l'arrivo della progenie, in cuor suo però sapeva che questo non era possibile. Dando ascolto a lei, la resistenza dell'argenteo sarebbe andata scemando.

Come mai il Samurai si sentiva così vicino alla donna in quel momento? Quella scena materna era qualcosa che lo graffiò nel profondo della memoria. I pensieri del giovane in quegli attimi erano ricolmi di ricordi mai avuti della figura materna, egli si stava chiedendo se sua madre avrebbe mai fatto questo per un neonato Satsuki?
Probabilmente no, era sparita insieme al padre senza neanche lasciare la verità dei fatti in mano a qualcuno, probabilmente non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di pensare al proprio figlio come qualcosa di fondamentale da proteggere.
Quest'aura negativa pervadeva lo spirito di Satsuki, che dopo aver posto quella domanda passò, da combattivo a sentirsi via via sempre più triste. Cercò di non darlo a vedere ai suoi compagni e non ascoltò il rimproverò di Shinji ad Akane.
Quando di sua iniziativa l'Aburame decise di andare a cercare di risolvere la questione parlando con i due shinobi che trattenevano la ragazza, ma si rivelò un insuccesso il suo metodo diplomatico. Il mago intervenne mettendo a riposare la donna isterica con un movimento rapido della mano.
Continuava a non capire se quello che chiamava magia era veramente qualcosa di diverso dal chakra o meno. Fatto sta che in quel momento l'argenteo non perse molto tempo a porsi domande del genere. Piuttosto pensò molto a chi fosse quel tipo, non gli piaceva, provava diffidenza verso di lui, ma era ben consapevole che in guerra un alleato simile era prezioso, ma al di fuori di essa era sicuramente una persona da evitare.
Rimase in silenzio a osservare il susseguirsi degli eventi, il suo sguardo non era triste come il suo animo; il Samurai sapeva ben scindere le due cose e dal suo sguardo trasudava solo la volontà combattiva.


CITAZIONE
-A tutte le truppe, ripiegate sulla foresta. Individuate posti strategici e difficilmente individuabili e prendete posizione, voglio che riusciate a vedere il nemico senza che lui veda noi. È un'orda di mostri quella che ci attacca, non possiamo sperare di affrontarli a viso aperto in un campo di battaglia, dimenticatevi l'epicità e date il benvenuto alla discrezione. Supereremo quegli esseri con l'intelligenza e il gioco di squadra che contraddistingue noi umani.-

Dopo che la donna svenne Shinji cominciò a dare ordini alle truppe che difendevano l'Area Sud.
Era chiaro ormai che l'Aburame voleva che nessuno morisse, quando una persona vuole giocare d'astuzia è perché è insicuro delle proprie capacità e del proprio plotone, quel discorso seppur era puntato a infondere nelle truppe la speranza di sopravvivere, non rese allegro Satsuki.
L'argenteo in quel momento provò sfiducia e insoddisfazione verso il generale, l'idea iniziale che si fece, era a quanto pare piuttosto sbagliata.
Che avesse ragiona quell'uomo buffo a bistrattare l'uomo dagli occhiali scuri in quel modo?

Il giovane preferì non giudicare l'azione di nessuno dei due, erano uomini in guerra come tutti, con la loro personalità e la loro individualità, era ovvio che questa emergesse in momenti come questi.


(Il generale che finge sicurezza e il mago beffardo. Che strano duo...)

L'uomo dalla tunica con le nuvole rosse creò velocemente due sue coppie, sosteneva che quella sarebbe stata la sua squadra per andare nel bosco come prestabilito dagli ordini di Shinji. L'Uchiha invece chiese piuttosto scioccamente come ci saremmo divisi, era ovvio che lui insieme alla donna sarebbero andati assieme nel bosco mentre il generale avrebbe scelto di operare da solo.

Alcune truppe si stavano già mobilitando verso il bosco. Intanto uno sciame enorme di insetti cominciò a muoversi per l'aria. Avrebbe utilizzato quelli per controllare le mosse dei vari shinobi. Questa mossa diede qualche punto in più al generale agli occhi di Satsuki. Seppur insicuro, infatti, egli aveva deciso una strategia efficiente per aiutare tutti quanti e ribaltare le sorti della battaglia futura. Lo scambio delle informazioni è utile quando si lavora di nascosto in un campo esteso.

Stava per rispondere per le rime a Hikaru, quando d'improvviso la donna si rialzò, qualcuno tra i soldati urlò per lo stupore o per la paura. Essa sembrava in preda alla rabbia, camminò a passo molto deciso verso di lui. Gli occhi guardavano fissi e rabbiosi verso di lui, era sicuro che si stava avvicinando per attaccarlo. L'argenteo non esitò, tirò fuori la sua katana, ma sicuramente nessuno lo notò in quanto il suo obiettivo non era lui, ma il mago dal viso truccato che era affianco a lui in quel momento.
Satsuki fece una capriola verso destra per allontanarsi da quell'abominio, nello stesso momento in cui tirò uno schiaffo contro il suo nemico. Non era più una donna era sicuramente un mostro di Watashi.

Riconosceva quello sguardo. Era lo stesso che vide quella notte buia negli occhi del generale di Kiri, in quella nave che puzzava talmente tanto di pesce marcio che solo il ricordo stimolava le narici ad arricciarsi. Erano occhi neri e profondi come la pece, esprimevano solo le emozioni più negative dell'animo umano, eliminando ogni luce di bontà.

Il mago da quello schiaffo potente volò lontano.


CITAZIONE
Ti hanno mai insegnato che una donna non si tocca nemmeno con un fiore?

Quelle parole avevano il sapore di giustizia, se fosse stato in un altro contesto avrebbe riso della sventura sorte del mago, ma sapeva in cuor suo che quella donna non era sé stessa, nessun civile poteva possibilmente possedere quella forza.

Satsuki con la spada in mano la puntò verso quella donna e chiese:


Chi sei veramente?

Non la temeva, era pronto a sfidarla, la guardò bene in quegli occhi. Risentì per tutto il corpo le stesse emozioni che provò quella notte sulla isola quando con la lama difese Yukiko e Tatsumaru da quell'abomino. I ricordi e la presenza emettevano le stesse sensazioni nell'animo di Satsuki. Voleva sconfiggerla, si sentiva in dovere di farlo.

Probabilmente non fu abbastanza convincente, ma sta di fatto che un'orda di ninja ignorando gli ordini del comandante si lanciarono contro la donna. Da chunin a jonin nessuno sembrava esser in grado di colpirla con le più svariate tecniche. In quell'istante Satsuki non ebbe il coraggio di buttarsi nella mischia realizzò che era tutto inutile: l'essere era ben oltre la forza del generale di Kiri in quell'illusione di tre anni prima.
Teneva la sua Tachi in mano. Quel senso di debolezza lo scuoteva corpo e anima. Questa volta non trattenne il fastidio, da impassibile si mostrò rabbioso, i denti stridevano, sfregandosi tra loro. Era sul punto di impazzire dalla voglia di combatterla, ma la sua coscienza era ancora abbastanza forte da trattenerlo lì dove era, riconoscendo il suo ruolo.

D'improvviso l'uomo truccato si rialzò dal terreno e con sé pure qualche sasso. Sembrava emanare un'aura pericolosa intorno a sé quasi la sua anima si stesse risvegliando. Era la sua parte sadica?
La donna, intanto camminava verso la casa in legno. Nello stesso luogo dove si supponeva ci fosse il suo bambino.

Il mago cominciò a cercare di intimidire la ragazza. Sembrava palesemente impazzito: prese l'Uchiha e lo sollevò da terra con i suoi poteri; sembrava a tutti i costi voler dimostrare le sue capacità.
Egli poi scattò verso la ragazza, una nebbia infuocata cospargeva il suo corpo e a gran velocità lasciava scie del suo passaggio, creando un muro di fiamme. Saltò poi su di un tetto. All'improvviso pronunciò delle parole, sembrava quasi profetico. Come se una voce divina stesse annunciando l'arrivo di qualcosa di nefasto per la donna.
Intanto delle nubi scure si avvicinavano verso quell'Area.
I tetti in legno della valle ora apparivano diversi, e pian piano, a cerchio, tutto finiva sotto l'ombra di quel cielo buio e denso.

I due eventi non erano collegati, però scatenarono in lui un leggero senso di panico che si radicò nell'animo. Doveva combatterlo.

La guerra per l'Area Sud era cominciata?
Probabilmente sì.

A quel punto l'argenteo si ricordò di una cosa molto importante da fare, superando con tutto sé stesso quella fastidiosa sensazione cercò con lo sguardo gli altri due genin in mezzo a quella confusione.
Una volta trovata la ragazza e l'Uchiha disse ai due:


Riconosco quelle nubi, sono uguali a quelle che si avvicinarono a Neet tre anni fa, ne sono sicuro ne riconosco le sembianze. Questo è il modo in cui gioca Watashi, vi consiglio di prepararvi mentalmente o rischierete di dormire per sempre.

Il Samurai aveva forse imparato dai suoi errori. Avvertì in tempo i compagni delle capacità mentali di Watashi. Era sicuro che la coscienza di tali poteri li avrebbe aiutati nel momento del bisogno a non cadere in mere illusioni.
Il suo sguardo era freddo come la lama. A breve sentiva che però sarebbero diventati entrambi caldi, il primo per la rabbia il secondo per il sangue.


//ho provato a scrivere i dialoghi in bianco perché più gente si è lamentata con me che il blu equivale a non vederci una fava da 1 metro//
 
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view post Posted on 12/1/2014, 13:06
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*Decisamente non poteva andargli bene per una volta.
Aveva semplicemente chiesto di lasciar andare quella che secondo lui non era un pericoloso nemico, o se lo fosse stato non sarebbero comunque bastati due ninja a trattenerla. Ma era stato chiaro riguardo alla possibilità che arrivasse dall'esterno: andava trattenuta in quel caso, invece i due sottoposti fraintesero l'ordine lasciandola andare. A completare l'opera, Jagura stese la ragazza definendola parte della prole di Watashi.*


(Nell'ordine sono stato quindi chiamato in causa, frainteso, e ora contraddetto... cos'altro può arrivare per smerdarmi agli occhi della mia divisione?)


*Un po' l'aveva chiamata, stavolta: quasi contemporaneamente al suo ordine di ritirarsi nella foresta, la presunta madre si alzò da terra priva di danni, e rivelò la sua forza colpendo con vigore il povero mago. La sua forza era sovrumana, e a questo punto pareva difficile immaginarla non dalla parte di Watashi.
Un piccolo siparietto comico sul "toccarsi" cominciò tra lei e Jagura, ma finì presto, terminando con lo scomodo risultato di una misteriosa alleata di Watashi in fuga verso il luogo da cui avevano sentito le prime urla, un genin assolutamente casuale e innocente spinto a terra dalla magia del Joker, sfoggiata senza ragione contro il proprio alleato, e conseguenza ancora più grave, Jagura aveva visto giusto, e ora tutto gonfio di sè partiva all'inseguimento, portando con sè probabilmente la fiducia di buona parte della divisione, fiducia che a questo punto andava ad abbandonare Shinji e la sua politica di sicurezza e protezione, in poche parole di passiva difesa.
Il giovane Aburame taceva, alle provocazioni di Jagura, alla vista del suo esercito diviso tra quelli che si lanciavano all'inseguimento e provavano a colpire la ragazza senza risultati, a quelli che aspettavano un ordine ma erano pronti a ignorarlo, e quei pochi che forse mantenevano un minimo di fiducia per quel generale che non voleva esserlo, e che aveva ricevuto ogni umiliazione possibile da una singola decisione che di per sè non sembrava così sbagliata.*


(Oh, giusto, mi mancava essere smentito da un pagliaccio. Io neanche ci volevo venire qui...)


| Cerca di ribaltare la situazione in tuo favore. Non puoi mostrare esitazione in questo momento: hai sbagliato e devi rialzarti, sennò Jagura diventerà il nuovo generale al tuo posto. E ucciderà alternatamente uno della prole e uno dei nostri. |


*Già, nei limiti delle sue possibilità, doveva cercare di riprendersi un minimo di autorità. E a questo punto doveva scendere in campo lui stesso. Compose velocemente i sigilli necessari, e in un istante un vortice di insetti lo avvolse, e quando questo si disperse, vi erano due Shinji. Uno era naturalmente fatto da insetti, ma col tempo aveva perfezionato quella tecnica al punto da rendere quasi indistinguibile sè stesso dai suoi cloni, che ora potevano parlare e combattere. Cosa più importante, i suoi sottoposti non avrebbero saputo quale era il suo e quale era l'originale. A prendere la parola per primo fu il clone.*

-Il nemico è già qui e anzichè combatterci, cerca di raggiungere qualcosa. A questo punto non ha senso rimanere sulla difensiva. Vado all'inseguimento, insieme a quelli che l'hanno fatto senza un mio ordine. Non credo ne servano altri, lei è da sola, e più che mai è necessario non disperderci, equivale a lasciare spazio al nemico per avanzare.-

*E il clone partì, insieme a quelli che avevano agito di propria iniziativa, che avrebbe redarguito uno per uno appena questa storia fosse finita.
Non fosse che poco dopo la sua partenza, notò come l'avanzata della ragazza fosse stata prontamente bloccata da Jagura, che con la sua particolare abilità aveva creato un muro di fuoco a distanza, battendo tutti sul tempo e facendo qualcosa di davvero utile, ammesso che un simile muro bastasse. Una cosa era certa, non l'aveva fatto lui.*


(Mi sto veramente stancando di te... devi morire male, e provvederò io stesso se non la finisci di fare la cosa giusta al momento giusto.)


*Non sapeva se il muro di fiamme sarebbe bastato, e non poteva ancora rivolgere la parola a Jagura e rischiare un'altra figuraccia. Oltretutto, il chunin traditore aveva iniziato a parlare in un tono strano, quasi magico, che suscitava una misteriosa inquietudine in coloro che lo ascoltavano, anche Shinji in minima parte. Ma non era solo quello a trattenerlo :stavolta, avrebbe aspettato di vedere quello che succedeva prima di parlare, e scendendo in campo in prima persona avrebbe dimostrato che non era buono soltanto a rimanere nascosto e dare ordini. In fondo, nessuno sapeva che era solo un clone.

***

Intanto, qualche metro più indietro, l'originale cercava di trattenere le sue truppe dal desiderio di partire all'inseguimento quando non era ormai più necessario.
Uno dei genin, Satsuki, prese la parola per dare qualche ammonizione riguardo alle nubi che si stavano formando. In effetti aveva notato che il cielo si stava chiudendo su di loro, scurendo poco alla volta tutta la vallata, e il loro sarebbe stato l'ultimo punto a venire interdetto alla luce.*


-Come ho detto, non serve lanciarsi tutti all'inseguimento, se c'è una possibilità di prendere quella puttana, basteranno quelli già partiti. Non serve più dividerci in gruppi e nasconderci, ormai sanno dove siamo e sanno cosa vogliamo fare, ma dobbiamo in ogni caso mantenere la nostra posizione e prepararci a nuovi attacchi, non credo che tutto ciò che il demone abbia da offrire sia una madre piagnucolante.
Quelle nuvole...io non le ho mai viste prima, ma se Satsuki dice il vero, dovremmo davvero prepararci a ciò che Watashi vuole mandarci contro. Chiunque abbia già visto quelle nubi, riferisca immediatamente cosa è successo dopo, ci difenderemo meglio se sappiamo da cosa.-


*Shinji, dal canto suo si preparò mentalmente a resistere a qualsiasi illusione, aiutandosi con il chakra che già fluiva verso il sistema nervoso, in caso fosse questo il bersaglio dell'attacco pensato da Watashi. Era comunque preparato a tutto, e dopo aver di fatto ribadito la sua politica di passività, doveva dimostrare che serviva a qualcosa, o l'esercito sarebbe stato allo sbaraglio.*

// Uso la moltiplicazione superiore jonin(che dovrei avere, anche se forse ho scordato di segnarla in scheda), non il clone di insetti chunin. //
 
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Era divertente vedere come una semplice civile fosse riuscita a distruggere il lavoro che aveva appena iniziato a svolgere il comandante della divisione. La velocità della ragazza di Kumo fu esorbitante, percorse diversi metri senza la necessità di riposarsi e chissà che non nascondesse qualche altro trucco. Nessuno di non preparato avrebbe potuto raggiungere simili abilità, Watashi poteva dare simili poteri? La sua folle avanzata, però, venne interrotta da un blocco, un muro di fiamme la fermarono e la fecero voltare.
Il sorriso sadico e compiaciuto non si era ancora spento sul suo volto e guardò da lontano le iridi dorate del suo inseguitore. Si era ripreso bene dal suo schiaffo e ne fu compiaciuta, aveva scelto bene la sua vittima la sua amata padrona. Le parole versate da quest'ultimo entrarono ed uscirono come nulla fosse dalle orecchie della giovane, quasi come avvertisse le parole del chunin amichevoli.

- E tu vorresti farmi paura? Tu ancora non l'hai assaggiata la vera paura... - disse di rimando la fanciulla mentre un gruppo di shinobi dell'alleanza le correva incontro, sempre più vicini.

Ognuno voleva dimostrare il suo valore in quella guerra e cosa avrebbe potuto una donna? Era posseduta ma pur sempre una ragazza madre con le sue debolezze. Un'ottima scusante per conquistare i primi onori che avrebbe portato la guerra semmai fossero tornati a casa. Ma a lei non le importava di tutti loro, il suo obiettivo era ben altro. Oltrepassò il muro di fuoco, come se nulla fosse, come se non le importassero le conseguenze del suo gesto.
Lei era solo un mero oggetto. Passarono pochi secondi da quell'atto al di fuori della normalità, che improvvisamente per cinque persone nell'Area Sud, qualcosa cambiò improvvisamente. I loro discorsi pregni di vendetta, di paura, d'irritazione furono solo un lontano ricordo. Il joker, il capitano e altri tre individui furono le vittime. La reazione fu simile per tutti, una fitta al cuore lancinante li fece piegare sulle ginocchia mentre una graziosa vocina si spaziava nella loro mente, invadendo il posto a loro più segreto. Un suono troppo delicato per quelle parole pungenti che si disperdevano nei meandri del loro cervello.

Se nella morsa della morte non vorrete finire
qui da me dovrete venire,
in cinque siete stati designati
per giocare e tenervi impegnati,
se divertire mi farete
forse una possibilità l'avrete.



Il dolore fu forte e nonostante non durò molto, ci misero un po' a riprendere il controllo di loro stessi. Sembrò quasi che qualcuno avesse pieno possesso del loro corpo, che potesse fargli quello che voleva. Una sensazione orribile mentre odio profondo e sentimenti che non gli appartenevano si insediavano dentro di loro e continuavano a turbarli.
Che cosa significavano quelle parole? Chi era a parlare? La voce della donna non poteva essere, l'avevano già sentita mentre si dimenava con quegli uomini e allora chi era costei che si divertiva a prendersi gioco di loro? Probabilmente quella filastrocca bambinesca avrebbe scaturito altra rabbia ma cosa potevano fare quei poveri uomini se non stare al gioco di quel misterioso essere che amava tanto nascondersi? Avrebbero scelto di morire o assecondarlo?

bg85


Allora vi dico subito state attenti a quello che scegliete perché adesso inizia il bello. Le immagini corrispondono a coloro che sono stati convocati dalla voce oltre a Jagura e Shinji. L'invito mi sembra abbastanza chiaro di dove voglia la voce che voi andiate, per qualsiasi altra domanda mi trovate su skype. Mary ti salto così andiamo avanti, puoi tranquillamente descrivere tutto nel prossimo.
 
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view post Posted on 12/1/2014, 23:01
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Il nulla vi era tra le sensazioni che quel Dio aveva la possibilità di mostrare a quella razza di shinobi che lo stavano combattendo. Se solo si fosse dimostrato un po' più umano, a prescindere dalla forma che assumeva per comunicare con coloro che in teoria avrebbe dovuto assorbire, forse l'inganno sarebbe risultato più facile. Il suo avversario però, tra i tanti, era un ragazzo che di fazioni non ne aveva, che della libertà aveva un credo, una religione. Furikami era proprio questo e visto che Jagura ne era l'iniziatore, provare a persuaderlo tramite inganni era del tutto fiato sprecato. Attacchi invisibili, voci dal nulla, richieste ambigue e tutto ciò che il mago faceva era ascoltare, come avrebbe fatto in ogni caso. Il Dio malvagio poteva anche soltanto mostrarsi e parlare e il Joker l'avrebbe ascoltato col suo solito sogghigno che poteva voler dire tutto o niente. Il dolore giunse così acuto che il mago non poté far altro che cedere in ginocchio e ascoltare le parole che passarono nella sua mente chiare e veloci, abbastanza da farsi comprendere ma non da toccare il segno in quell'animo circondato da puro divertimento e chissà cos'altro. Un gruppo di shinobi che aveva seguito il mago per chissà quale ragione, forse estasiati dal suo carisma, forse semplicemente attratti dalla sua intraprendenza, che era poi semplice voglia di dare spettacolo, gli si avvicinò a quel punto per sincerarsi delle sue condizioni e di tutta risposta vennero scaraventati lontano da un'onda d'urto infuocata che da Jagura si estese per circa sei metri. Alcuni vennero quasi fatti a pezzi, altri rimasero semplicemente ustionati, ma i più, quelli che non erano stati direttamente colpiti, fecero un passo indietro domandandosi con chi diavolo avessero a che fare. Era stato posseduto da Watashi? No, era sempre Jagura, il mago sogghignante. Si rialzò ridendo, se possibile più di prima, e dopo aver osservato velocemente i tizi che avevano risposto all'appello del Dio contorcendosi, si mise un mano sul volto per mascherare la sua espressione impazzita.

- Hai anche un ottimo senso dell'umorismo. Chiamare a raccolta un Joker, un tipo con un fiocco in testa, un travestito, un emo riuscito male e un dottorino che crede che dare ordini sia noioso e importante quanto dare da mangiare a scarafaggi. Se ti vuoi divertire però, devi saper cogliere in primo luogo l'ironia delle tue parole

Scattò a quelle parole attraversando il muro di fiamme che aveva creato, mostrando di avere una sorta di scudo di chakra nel momento in cui le aveva sfiorate. Quindi rimase sulla strada intrapresa dalla donna e raggiunse la casa sotto il cumulo di nubi nere che lentamente stava risucchiando quella zona in un buco oscuro.

- Se vogliamo vivere dobbiamo venire, eppure secondo me per venire dobbiamo essere vivi. Quanto credi sia possibile godere da morto? Secondo me... i pezzi di shinobi di cui ho disseminato il quartiere non potranno più venire, per quanto stimolati. E poi...

Dovette fermarsi un attimo per permettere alle sue risa di fuoriuscire, come se si stesse trattenendo già dal momento in cui il dolore si era insinuato nel suo sangue e lentamente gli aveva logorato la mente per pochi ma interminabili istanti. Poi cercò di riprendersi, di chiudersi la bocca e provare a parlare nuovamente sebbene qualche ultimo residuo di ilarità minacciasse di riecheggiare nell'area già macchiata di sangue.

- Le tue rime son talmente brutte
che ho provate a non ascoltarle, tutte.
Eppure ti ho seguito, qui davanti
per stanare quel potere che vanti.
Ma ridere non sai, se non compari eppure te ne vai.
E io son qui, all'alleanza o a te d'intralcio,
ma che importa, se posso ridere con un solo calcio?



Era il gioco del Joker, che disintegrò la porta di quella casa con il solo sguardo, o forse un "calcio" ed entrò sogghignando, ponendo fine a qualsiasi letargo.
 
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view post Posted on 16/1/2014, 18:36
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Mentre ancora cercava di capire come una donna, una madre, potesse cercare in quel modo incessante di salvare una cosa insignificante come un figlio, osservò per un attimo il loro generale che, invece di ordinare la sua immediata uccisione, si avvicinò alle truppe che la tenevano ferma. Per gli occhi di Akane la progenie non era interessante come quello che stava succedendo lì, niente poteva catturare di più la sua curiosità. Capire quali sentimenti potevano muovere quella donna da mettere così a rischio la sua vita. Perché?
Quando poi sentì le parole del giovane Aburame, lo guardò con occhi spalancati, mentre le labbra tremarono per un attimo, prima di schiudersi nuovamente.

<<no, non è stato Kiri a insegnarmelo! Stata la vita!>>


Annuì seria, mentre i suoi occhi continuarono ad osservare prima la donna poi il generale.

<<come mai lei non considera la vita degli altri spazzatura? Ognuno pensa a sé stesso, perché la vita dovrebbe essere importante? Cosa spinge quella donna a rischiare tanto?>>


Gli occhi vuoti erano ancora fissi sul suo generale, quando si rese conto di aver osato troppo ancora! Le parole le erano uscite prima ancora che potesse capire cosa stava realmente facendo. Era davvero stato più forte di lei! Non aveva resistito, perché, forse, quello era il momento giusto per avere delle risposte invece di continuare a porsi domande e basta. Sentì nuovamente nominare “Il legame!”. Ma di quale legame parlavano?

”Io non ne ho mai avuto uno….cosa si prova ad avere un legame?”


Si chiese per un momento, anche se quello non era certo il momento per certe cose, ma lei voleva trovarlo, voleva assolutamente capire cosa si provava ad avere un legame….e soprattutto voleva provare l’emozione di protezione che spinge le persone a fare cose assurde, proprio come quella mamma che stava mettendo a repentaglio la sua vita per quella del figlio. Perché? Perché una persona dovrebbe fare una cosa del genere?

”Un legame! Lo voglio trovare anche io, voglio capirlo e voglio proteggerlo! Voglio proteggere l’idea di avere un legame che mi leghi su questa terra, posso averne uno anche io?”


Lo desiderava ardentemente e forse un giorno sarebbe arrivato. Iniziò anche a pensare che forse aveva un legame con i suoi compagni, proprio come nel libro di pirati che porta sempre con sé. In quelle ciurme, nonostante sia composto da malviventi e tutto il resto, le persone sono disposte a mettere a rischio la propria vita per quella dei loro compagni. Senza nemmeno rendersene conto si guardò intorno osservando tutte le persone, in particolare quelle della sua squadra. Forse con loro aveva un legame, ma allora perché si sentiva ancora vuota? Forse quello non era il legame giusto, allora la vita di quelle persone non avrebbe avuta alcuna importanza per lei!
Tutti questi pensieri furono interrotti dalle parole del generale che era già pronto a dare loro ordini sul da farsi. Ascoltò con molta attenzione, anche perché non era solita eseguire il suo dovere solo a metà. Era lì per uccidere quindi avrebbe ucciso! Eppure le parole dell’Aburame la lasciò ancora perplessa, sempre di più. Non avevano il permesso di morire? Perché? Probabilmente perché i villaggi avevano bisogno delle loro vite per la sopravvivenza di quel corrotto mondo di shinobi. Oppure…

”…oppure per lui esiste un legame tra tutti noi!”


Questo pensiero sfiorò per un attimo la sua giovane mente, come una leggera carezza, ma subito una brezza la spazzò via, trascinandola subito alla realtà. No, lei non sentiva nulla, non c’era un legame con quelle persone, dovevano solo sopravvivere per non far cadere quel mondo corrotto nelle mani di un Dio crudele…ed erano tutti uniti solo perché avevano un nemico in comune, combattevano insieme per la salvaguardia della propria esistenza, non perché un legame affettivo li univa.
Poi lo vide, Jagura! Contrariamente al comandante, vedeva la situazione della donna in maniera opposta, quasi con la sua stessa mentalità. La mise semplicemente a tacere, dando anche consigli sulla sua eliminazione. Si, AKane era sempre più confusa, ma forse osservare persone che avevano reazioni diverse poteva farle capire qualcosa. Perché uno voleva salvarla mentre l’altra ucciderla. Dal canto proprio, la giovane Yuki vedeva la vita della donna con indifferenza, così come la vita del bimbo, ma questo, in fondo, è solo un suo punto di vista.
Per quanto riguarda l’altro compagno, lei lo aveva appena notato, la sua presenza si fece più palese nella sua mente solo quando pose la domanda. Già, loro come potevano dividersi se quel tipo dalla tunica nera con nuvole rosse avrebbe fatto tutto da sé? Quindi volse lo sguardo verso il generale attendendo una risposta.

”Sono qui per combattere, non per trovare risposta a problemi esistenziali!”


Pensò, stringendo per un attimo i pugni.
Tutt quella matasa di pensieri però doveva essere sgrovigliata, anche perché c’era in gioco la sua stessa vita, quindi non poteva rimanere ferma a pensare e ripensare a cose che, in quel momento, non le avrebbero giovato per niente. Trasse un profondo respiro, prima di guardare l’orizzonte, dove la presenza del Dio si era palesata e dove loro attendevano il loro destino.
Era così concentrata sull’orizzonte che notò dopo tutti gli altri la donna, si stava muovendo, ma non aveva niente di naturale, niente di umano! Anzi sembrava proprio qualcosa al di fuori della loro capacità di comprendere. Le sue pupille si erano fatte più scure e il suo modo di parlare strano. Alla fine capì.

”Ma certo, quello strano tipo con le nuvole rosse aveva ragione allora! È una presenza del Dio, di Watashi! Si, non c’entra niente con i legami quella donna! Dovrò cerccare altrove le mie risposte!”


Al pensiero guardò però verso il suo generale, forse sarebbe stato lui quello che avrebbe potuto soffi sfare tutte le sue curiosità, rispondere ai suoi interrogativi, ma quello non era il momento di rilassarsi, anzi l’esatto contrario! Impugnò uno dei suoi kunai rimanendo in attesa di ordini e osservando attentamente quella donna che stava seminando il caos nel loro piccolo posto di avanguardia. Era pronta a combattere, a dare battaglia a quel mostro senz’anima anche se sentiva di combattere un po’ sé stessa.

”Io non sono crudele, non capisco solo perché la vita delle persone è importante!”


Certo, dopo tutto quello che aveva passato era difficile darsi una risposta. In fondo alcune volte le sue reazioni possono risultare sbagliate agli occhi della gente, proprio come era successo con il suo generale, ma lei non agiva con cattiveria. Forse valeva lo stesso per quel Dio senza scrupoli?
Le domande nella sua testa non facevano altro che aumentare e questo non era certo bene, quindi cercò di ignorarle, di metterle a tacere per sentire nuovamente gli ordini del suo generale. Doveva concentrarsi su quella voce che sovrastò tutte le altre che si erano assiepate nei meandri della sua testa, dandole finalmente sollievo, il sollievo della guerra! Lei voleva il sangue di quelle creature, il sangue della progenie! Quello degli uomini le piaceva tanto, vedere il rosso della vita lasciare il corpo di una persona e sentirsi Dio nell’avere la vita e la morte fra le mani! Ora lei voleva sentirsi Dio anche con quella progenie e far loro assaggiare il freddo tocco della morte.
Jagura intanto era partito all’inseguimento della donna che stava creando scompiglio come niente. Come poteva una sola persona fare tanto? Era ovvio che non fosse umana. Eppure, anche se fermata da un muro di fiamme, lo attravesò senza scrupoli e Akane non penso nemmeno per un momento al corpo della donna posseduta, non le importava di nulla, quello che le importava era quello che stava succedendo.

”Paura? Perché dovremmo avere paura? Le persone hanno paura della morte, ma a me non terrorizza l’idea di lasciare questo mondo, non temo il dolore, voglio vivere solo per capire, capire i legami, capire i sentimenti e finalmente capire le persone e trovare un posto per me in questo mondo.”


Le parole della donna posseduta avevano soltanto creato ancora più scompiglio nel cuore della rossa, ma lei era lì per combattere, per fare il suo dovere e non doveva perdere nulla di vista. Teneva il suo sguardo smeraldino sulla donna e su ciò che la circondava, prima di vedere Jagura, il capitano e altri tre ninja in ginocchio, come se gli stesse venendo un colpo a tutti, ma ancora niente si mescolò nel cuore di Akane, la loro vita continuava ad essere priva di importanza per lei, quindi li osservò con sguardo vuoto, limitandosi ad abbassare per un attimo il suo kunai e vedere poi alzarsi lo shinobi dalle nuvole insanguinate e vederlo correre via dicendo qualcosa. Forse avrebbe avuto bisogno di aiuto, magari poteva darglielo e in ogni caso non poteva certo andare da solo, sarebbe stato un suicidio. Lo seguì fino alla casa dove lui buttò giù la porta pronunciando strane parole in rima che però lei non aveva capito. Ad ogni modo alzò nuovamente il kunai, rimanendo però dietro di lui. La guerra ormai era iniziata e lei voleva esserci in ogni istante, per vedere quel Dio tanto crudele cadere e poter guardare negli occhi la morte che lui andava tanto a seminare in giro!

 
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view post Posted on 16/1/2014, 20:09
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*Due Shinji in gioco. Uno, il falso, scattava verso la tizia in fuga e Jagura, con l'intenzione di acchiapparli entrambi, la prima in quanto si era rivelata ormai una minaccia e il secondo...per la stessa ragione. L'originale intanto osservava la scena dalla distanza e al contempo cercava di tenere le redini di una divisione ormai divisa.
Entrambi poterono vedere seppur da diverse distanze quello che accadde: tralasciando i soliti sproluqui della loro inseguita, stavolta sulla paura e sull'assaggiarla, la ragazza riuscì a passare il muro di fuoco, probabilmente con qualche danno, ma la cosa non gli importava.*


(Non l'hai fermata stavolta, eh?)


*Il piacere di vedere Jagura che per una volta falliva superava il dispiacere legato alla fuga della loro preda. In quanto capo della divisione avrebbe dovuto essere lieto dei successi di tutti e infelice dei fallimenti, ma sapere che dopo tutti i suoi continui errori anche al suo diretto concorrente per la leadership le cose andavano male, dava uno sprazzo di soddisfazione in quel povero e inetto generale.
Ma non poteva certo rimanere lì a sorridere per tutto il tempo, doveva continuare l'inseguimento, ed era quello che avrebbe fatto, se non fosse stato improvvisamente bloccato. Sia lui che il clone, sentirono un dolore lancinante al cuore, al punto che il secondo svanì in tanti insetti sotto l'effetto di quell'apparente infarto, e questi si ricongiunsero allo sciame che il medico aveva sparso per la foresta. Shinji crollò sulle proprie ginocchia mentre si insediava nella sua testa una voce acuta e stridula, diversa da quella della ragazza e molto più fastidiosa. Si trattava di una convocazione, un invito più o meno formale all'unico modo che avevano di sopravvivere, o almeno questo era quello che gli veniva detto, poi dubitare era lecito.*


(Una trappola. Come minimo.)


*Riprese il controllo di sè dopo qualche attimo, ma non senza difficoltà. I segni vitali erano ancora a posto, ma quello che gli era successo faceva male dentro, perchè significava che il potere di Watashi gli permetteva di bypassare le sue difese mentali. In linea teorica, poteva liquidare uno dopo l'altro ogni shinobi dell'alleanza con quel trucco, invece aveva scelto di invitarlo a cena - l'Aburame probabilmente sarebbe stato la cena.*

| Quindi, che intendi fare, socio? |


(Dietro quelle rime pietose c'era un messaggio ben più chiaro dell'invito alla trappola. Watashi può fare quello che vuole delle nostre menti, e se non vado... )


| Temi possa riprendere il controllo della tua, con conseguenze ben più gravi. |


(Non ho scelta, devo dargli quella soddisfazione se non voglio rischiare di peggio. A volte l'unico modo di sopravvivere al nemico è che lui te lo conceda. Ci ho fatto l'abitudine, ormai.)

*Come lui, altri cinque avevano manifestato gli stessi sintomi e udito la stessa voce. Tra questi, anche Jagura che non aveva mancato di farsi riconoscere come sempre. Ridendo, aveva spazzato via letteralmente quelli che lo stavano aiutando a rialzarsi, ed era partito all'inseguimento. Molti di loro non sarebbero tornati a casa quel giorno, questo era davvero il limite per Shinji, che avrebbe messo a tacere quel pagliaccio di persona. Sfortunatamente, il vero Shinji era a qualche metro di distanza, e solo lui poteva rispondere alla chiamata della figliastra di Watashi. Ma anche se la sua dipartita era giustificata, doveva lasciare qualcuno a guidare la divisione. E chi meglio di...lui?*

(Che mi ascoltino o no non mi interessa più. Farò il mio maledetto lavoro, e se vogliono crepare per la loro anarchia facciano pure.)


*Di nuovo si concentrò per usare la moltiplicazione, stavolta optò per un clone di terra, stessa efficacia ma meno vita da spezzare in caso le cose avessero preso una brutta piega. Inoltre, sfregando il dito su una delle sue frecce, ottenne il sangue necessario per usare la tecnica del richiamo, che fece comparire in campo l'immenso Gamaken. Probabilmente Akane avrebbe usato altri rospi in battaglia, ma era abbastanza sicuro che quello era ancora disponibile a lui, ed era ottimo per supportare la divisione, anche se non era proprio il massimo della discrezione viste le sue dimensioni. Rivolse le ultime parole al suo clone e al rospone, prima di correre all'inseguimento di Jagura verso il luogo in cui erano stati chiamati.*


-Lascio a te...cioè, a me, il comando fintanto che sono impegnato altrove. Gamaken, l'aiuto che ti chiedo stavolta è ben superiore a quello che ho richiesto in passato. È una guerra che ci aspetta, immagino tu lo sappia, ma ho scelto te perchè credo che tu sia il migliore, in queste cose. Se le cose si mettono troppo male ed è davvero necessario il mio ritorno, usa il richiamo inverso. In caso contrario, buona fortuna finchè non ci rivedremo.
A tutte le truppe, tenetevi pronti, se Watashi ha deciso di tenere impegnati alcuni di noi, avrà qualcosa in mente per gli altri. A coloro che hanno ricevuto l'invito, seguitemi se vi sentite davvero pronti a tutto, non stiamo andando a evitare la battaglia, stiamo andando a rischiare la pelle ancora di più.-


*Shinji-clone rimase lì a dirigere Gamaken e le truppe, incerto su quanto Watashi gli avrebbe permesso di esistere. Era molto più fragile di Shinji in fondo, ma in compenso anche più sacrificabile.
Intanto il vero Shinji richiamava a sè una buona metà dello sciame che aveva disperso - metà di loro erano più che sufficienti per monitorare l'area e comunicare, gli altri gli sarebbero serviti - e scattava verso la destinazione designata. Sfruttò una ninjutsu di terra per soffocare le fiamme di Jagura e passarle indenne, e da quel momento era di nuovo in pista, e riusciva a intravedere il Joker in lontananza. Era veloce, ma la destinazione non era poi così lontana, poteva accettare di non arrivare per primo. Fu lieto anzi di sentire solo la parte finale della poesia che Jagura volle dedicare a colei che l'aveva invitato: le sue rime non erano migliori, e soprattutto erano molto fuori luogo in un momento simile.*


(Oh, puoi dirlo forte di essere d'intralcio all'alleanza. Ma non per molto...)


*Era un bel ballottaggio quello su chi sistemare prima tra Watashi e il ninja truccato dalla lingua lunga, ma confidava di potersi occupare di entrambi, con calma.*
Non una parola arrivava dal Generale, i suoni provenivano quasi tutti da Jagura, le sue parole come i suoi gesti. Ma andava bene visto che presto non ne avrebbe potuti produrre altri. Silente e assorto nei suoi pensieri, Superò la soglia della porta distrutta, ed entrò nella casa.*


(Ed eccoci qui, nella tua casupola all'ombra di queste nubi temporalesche, ad attendere la tempesta imminente. Avanti demonietto, mostraci cosa hai in mente per noi.)
 
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Lloyd_
view post Posted on 17/1/2014, 01:07




Nel giro di 10 minuti, da un calmo e tranquillo colloquio si era passati a muri infuocati, nuvole nere e persone possedute. Lo scompiglio e la tensione erano giunti anche nell'area Sud, la zona più povera del villaggio di Kumo, là dove la parte di popolazione che si guadagnava da vivere con il sudore della fronte era stata evacuata, senza nemmeno saperne il motivo. Ora, un manipolo di ninja occupava quel territorio, ognuno per i suoi motivi, e tra quelli vi era una squadra di shinobi provenenti da villaggi diversi che apparentemente non c'entravano nulla l'uno con l'altro. Eppure eccoli lì, pronti a farsi valere contro un Dio che probabilmente nessuno aveva mai visto, ma di cui tutti avevano sentito parlare.

Hikaru era ancora a terra dopo la dimostrazione di potere del Joker. A tentoni cercò di capire se fosse ancora nel mondo reale oppure anche le sue sensazioni fossero partite per la tangente. Toccando qua e là riconobbe l'arido terreno delle vallate, buon segno. Intorno a lui nel frattempo stava accadendo un putiferio, ma a quello sarebbe arrivato dopo. Prima di tutto, era necessario riprendere possesso delle proprie facoltà mentali.
Da un lato, vide avvicinarsi l'altro genin di Konoha il cui sguardo cupo non lasciava presagire nulla di buono. Ed infatti così fu: la notizia non era delle migliori. L'Uchiha alzò lo sguardo al cielo: un manto di nubi oscure incombeva su di loro, oscure come i presentimenti che avvertiva ognuno degli astanti.


"Uhm e così lui ha già visto Watashi all'opera, eppure è ancora qui per raccontarlo. Beh, almeno una buona notizia, e comunque è già un vantaggio, anche se molto piccolo. Agli inizi dovremo cercare di affidarci alla sua esperienza, dato che sembra sapere quale sarà la sua prossima mossa..."

Facendosi aiutare dal suo compagno di squadra si rimise rapidamente in piedi, conscio che un'imminente minaccia si stava per abbattere su di loro. Cercò di ampliare il più possibile il suo campo visivo, anche ricorrendo allo Sharingan se fosse stato necessario. Non voleva certo andarsene all'altro mondo soltanto perchè un tizio qualunque, sotto il controllo di forze maligne, lo aveva pugnalato alle spalle. Se effettivamente la donna era posseduta, ognuno dei presenti era un potenziale nemico. La situazione si faceva davvero fastidiosa, se non ci si poteva fidare nemmeno più dei propri alleati come avrebbero fatto a combattere contro la progenie?
Oltre alla fiducia, veniva meno una grande fetta di potere combattivo. In quel momento però, non c'era nemmeno tempo per preoccuparsi, doveva rimanere vigile. Il pericolo poteva arrivare da ogni parte, ma stavolta il bersaglio non erano i genin. Di fronte a loro, nel mezzo della divisione, potè chiaramente vedere Shinji accasciarsi al suolo, tenendosi il petto con una mano. Strano, soltanto lui sembrava aver sentito qualcosa. Con una rapida occhiata Hikaru cercò di passare in rassegna tutto il campo: la stessa scena si era ripetuta con un altro paio di persone, non di più.
Perchè mai selezionare soltanto un pugno di prescelti, se effettivamente questo Dio aveva poteri sconfinati? Soltanto in quel momento, i pensieri del ragazzo tornarono a Jagura. Immediatamente si voltò, cercando di scorgere un sagoma in cima alle case in lontananza, ma non vide nulla. Il mago era già schizzato via e stava attraversando il muro di fiamme creato da lui stesso a gran velocità.


"E adesso dove sta andando?"

Sempre più spiazzato, l'Uchiha si fece letteralmente sorprendere da una scossa simile a quella di un terremoto, che percosse il suolo. Un enorme rospo era comparso dal nulla ed era a colloquio con due Shinji. Ecco che si facevano sentire i poteri di Watashi, aveva provocato delle allucinazioni a tutti quanti!
Tuttavia, quella era la realtà, gli occhi non mentivano. Congedatosi dalla propria copia, il generale tenne a bada le fiamme come soltanto un alto graduato saprebbe fare e si ricongiunse in fretta al membro di Akatsuki.


"Ma dove se ne vanno tutti così di fretta? E che cos'è successo poco fa?

Da solo, il ninja di Konoha non avrebbe mai saputo darsi una risposta, ma forse qualcun'altro sì, ed era più vicino di quanto pensasse. Essendoci già passato, Satsuki probabilmente riusciva a dare una spiegazione a tutto questo, ma il tempo per le chiacchiere era finito. Se non volevano rimanere indietro dovevano agire subito.
Tra la folla, i rossi occhi cercarono l'unica femmina che faceva parte della squadra: stava già correndo anche lei nella stessa direzione degli altri due, verso le fatiscenti case in cui voleva recarsi la donna preoccupata per il proprio pargoletto.


Hikaru - Ehi, ti chiami Satsuki giusto? Da quello che ho capito, tu puoi spiegarmi che diavolo sta succedendo. Adesso però non abbiamo tempo, dobbiamo raggiungere gli altri. Shinji e Jagura sembra che abbiano sentito qualcosa; forse non saremo in grado di seguirli, ma almeno noi genin dobbiamo cercare di restare uniti.

Era un buona idea andare nella loro stessa direzione? Chissà.
 
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Tana_per_Auger
view post Posted on 17/1/2014, 21:20




In ginocchio, questi erano cinque ninja. Le prime vittime del massacro di Watashi? Forse, ma il tutto durò pochi secondi.
Satsuki osservò la scena dall'esterno mentre parlava con gli altri due genin che aveva incontrato qualche ora prima.
Guardò il generale e il joker per terra che si tenevano stretto il cuore, quasi fosse sul punto di scappare.
Ricordava ogni inganno e azione che fece Watashi contro lui e i suoi compagni.
Il primo fu nell'isola a Est di Konoha, quando un'onda enorme color rosso sangue e ricolma di corpi smembrati stava per abbattersi sulle coste, vicino a quel villaggio ormai deserto, forse morto, forse abbandonato.
Il secondo era l'immagine del generale di Kiri impossessato che aggredì i tre ragazzi, quando in realtà quell'illusione non fece altro che produrre graffi e tagli autolesionistici.
Il terzo fu l'assalto della progenie gigante contro di loro, ma Sabaku no Keiichi intervenne prontamente per salvare il trio.
Il quarto fu un racconto di un genin della sabbia, raccontò di come un mostro della progenie divorò la sua fidanzata.
Il quinto fu nel villaggio di Neet quando andò in cerca dell'unica persona colta all'interno della comunità, era un artista in continua cerca di ispirazione, poco prima di arrivare alla porta di casa sua una pioggia rossa di corpi umani ostacolò l'arrivo. Il tutto cessò dopo qualche istante, ma una folata di vento fece svenire uno dei compagni di missione, Kaito, da Kiri.
Il sesto fu nel Bosco nel villaggio di Neet: un paesaggio bucolico e una bella ragazza che amava il Samurai, ma era tutta una illusione e questo lui lo sapeva in cuor suo. Furono proprio le questioni di cuore a non farlo cadere in inganno. Stava addiritura per perdere la propria identità; si salvò per miracolo da quel bosco infernale trascinando dietro di sè il corpo di una giovane bambina incosciente, l'aveva salvata. La sorpresa venne alla fine quando scoprì che tutto il villaggio tranne lui era morto e quello fu il colmo che spinse Satsuki a ritirarsi in un lungo allenamento per anni interi, l'ennesima umiliazione.
Ogni immagine della natura morta si ricollegava ai ricordi della disperazione e distruzione che produceva Watashi. L'argenteo sentiva vivi come tre anni prima quei ricordi. Continuava a ripensare alle sconfitte guadagnate e pensò che in guerra non avrebbe potuto perdere di nuovo.

Mentre guardava il campo di battaglia, l'argenteo ripensava a tutte le volte che vide Watashi. Stava con gli occhi fissi verso quella donna che mise in ginocchio cinque ninja con uno schiocco di dita; era ormai ovvio a tutti.
Quando si rialzarono quei cinque si diressero velocissimi verso la casa.
Il primo fu Jagura che si lanciò come un pazzo superando il muro di fuoco.
Poi l'assurdità arrivò nell'Area Sud.
Shinji si scompose in un insieme di insetti i quali volarono verso un luogo lontano da dove la donna aveva soggiogato i cinque ninja. Poi richiamò un rospo enorme in mezzo al campo di battaglia.
Satsuki rimase sorpreso nel vedere un animale apparire dal nulla; solo qualche secondo dopo si ricordò che in accademia studiò qualcosa di simile.


(A volte mi stupisco di quanto mi senta ignorante, come ho fatto a finire l'accademia con una buona valutazione?)

Dopo quella parentesi auto-ironica il Samurai cercò di ricordare qualche nozione sulle evocazioni, ma senza troppi risultati; concretamente, stava solo divagando.
L'Aburame dopo aver richiamato quel rospo inviò un messaggio a tutte le truppe presenti nel campo:


CITAZIONE
A tutte le truppe, tenetevi pronti, se Watashi ha deciso di tenere impegnati alcuni di noi, avrà qualcosa in mente per gli altri. A coloro che hanno ricevuto l'invito, seguitemi se vi sentite davvero pronti a tutto, non stiamo andando a evitare la battaglia, stiamo andando a rischiare la pelle ancora di più.

Il discorso era realistico seppur pessimistico, ma questa era la guerra.
Dette quelle parole il generale si lanciò all'inseguimento di Jagura e della donna.
Ora Satsuki era rimasto solo con gli altri due genin.
Ad un certo punto l'Uchiha vicino a lui chiese delle delucidazioni riguardo cosa stesse succedendo:


CITAZIONE
Ehi, ti chiami Satsuki giusto?

Sì, e tu sei Hikaru, dimmi!

Rispose l'argenteo con tono pacato, mentre il genin continuò:

CITAZIONE
Da quello che ho capito, tu puoi spiegarmi che diavolo sta succedendo. Adesso però non abbiamo tempo, dobbiamo raggiungere gli altri. Shinji e Jagura sembra che abbiano sentito qualcosa; forse non saremo in grado di seguirli, ma almeno noi genin dobbiamo cercare di restare uniti.

Non ti affidare troppo a quello che dico io, conosco solo il modus operandi di Watashi, ma non ho idea di quante carte abbia, ne di quanti assi nella manica disponga. Comunque non penso sia il caso di seguire quei due, sembrano essersi cacciati in un grosso guaio avvicinandosi a quella donna, sarebbe meglio che noi tr...aspetta...dov'è finita la ragazza?!

In quell'istante si girò e vide dei capelli rossi fluenti correre verso la casa dove la donna cercava il bambino, a quel punto veloce come un fulmine Satsuki scattò verso la casa e fece cenno ad Hikaru di seguirlo.

Il muro di fiamme che fece Jagura era sparito, Shinji usò una ninjutsu di terra, così il campo verso quella casa maledetta era libero. Raggiunse la ragazza quando ormai il mago era già entrato dentro di essa, perdendosi così ulteriori versi delle sue poesie improvvisate.
Appena arrivò vicino alla rossa subito guardandola in quegli occhi vuoti cercò di riempirli di parole per farle entrare qualche concetto in testa. In quel momento Satsuki prese delle posizioni da capo senza chiedere niente a nessuno, sentiva dentro di sé che quello che stava facendo era giusto senza "ma" e "forse". Nel caso in cui avrebbe invece condannato a morte la ragazza con il suo gesto non avrebbe avuto rimorsi, sentiva che quella cosa andava fatta.
Prese Akane per il polso e cominciò a parlare, il suo tono non era aggressivo, era piuttosto pacato, ma appariva meno tranquillo di prima; qualcosa lo preoccupava sotto quella veste di sicurezza che cercava di far trasparire:


Quale sarebbe il tuo grande piano? Come vedi una trappola di Watashi ti piace fiondartici contro senza ascoltar ragione che tenga? Parlerò troppo per essere uno spadaccino, ma tu ora volente o nolente scappi di qui prima di morire, il dio fasullo è bravo a tendere trappole e quella donna posseduta ne è un chiaro esempio, meno ti avvicinerai a questo posto più possibilità di sopravvivere avrai, qua non saresti nemmeno utile alla battaglia, lascia che quei cinque ninja esperti se la cavino a gestire la situazione, devi credermi. Se cerchi una battaglia o uno scopo non è qui che devi stare al momento, guarda in cielo, osserva quelle nubi!

Finita quella frase trascinò la ragazza via da lì per riportarla dove stavano prima, a meta via tra il campo di battaglia e il bosco. Sapeva che nessun posto era sicuro, ma sentiva in cuor suo che quel posto specifico dove il generale e il mago erano scappati era il meno sicuro di tutti.
 
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view post Posted on 19/1/2014, 12:46
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Una scelta casuale quella della mente che stava dietro a tutto o ben ponderata? Nessuno di quei cinque ninja lo sapeva ma nonostante questo nessuno di loro osò tirarsi indietro, soprattutto adesso che iniziava a vedersi lo spiraglio che avrebbe portato all'inizio della loro guerra. Il comandante aveva deciso che nonostante tutto non avrebbe abbandonato il suo esercito non in quel momento, doveva riguadagnarsi la loro fiducia. Il sostegno che aveva perso da quando Jagura aveva liberamente deciso di affrontare la situazione a modo suo.
Solo ora che si erano avvicinati abbastanza all'agglomerato di case di legno erette verticalmente poterono notare che quella nuvola nera che si muoveva circolarmente era viva. Piccoli animaletti neri e rotondi, all'apparenza innocui, vorticavano freneticamente sbattendo l'uno sull'altro in maniera quasi tenera. Se erano realmente delle creature di Watashi allora quella doveva essere solo apparenza, oppure non avevano seriamente intenzione di fare niente di male? Continuavano a muoversi indisturbati chi più velocemente e chi se la prendeva più tranquillamente. Tutta la situazione sembrava surreale e d'istallo.
La calma prima della tempesta. Non appena Shinji entrò tra quelle mura, i ragazzi poterono vedere una parete trasparente ergersi dal terreno. Sembrava cristallo quel materiale all'apparenza così duro e di colore rosato. Come una pellicola ricoprì interamente la casa e ogni suono, rumore esterno, sembrò essere solo un lontano ricordo per chi si trovava all'interno di quelle mura. Molti ninja osservarono la scena estasiati, quasi non riuscendo a capire cosa si stesse insinuando tra di loro come un serpente. Successe tutto così improvvisamente, quasi come quando era comparsa la ragazza dalle sembianze di una comune civile di Kumo.

Che la festa abbia inizio...



Il suolo cominciò a tremare mentre quelle piccole palle di pelo si dispersero in tutte le direzioni. Il terreno iniziò a creparsi mentre burroni e voragini iniziarono a formarsi dividendo le diverse divisioni. Una coltre di fumo nero e violaceo fuoriuscì dal centro più oscuro della terra. Nessuno osò avvicinarsi, troppa la paura che potesse trattarsi di qualche gas tossico. Ma il peggio non era ancora arrivato. I ninja che si erano spostati verso i boschi, iniziarono a indietreggiare quasi impauriti da quello che era venuto ad accoglierlo. Una moltitudine di esseri deformi che nessuno di loro aveva mai visto, fuoriuscì facendosi strada dall'oscurità, il ventre della loro madre.
Erano diversi tra loro e le loro capacità come le loro intenzioni sconosciute. Almeno non prima di aver visto con i loro occhi come falciavano shinobi senza il minimo impegno. L'inferno era salito in superficie per accoglierli. Occorreva una strategia prima che le vittime aumentassero sul loro cammino. A loro disposizione avevano solo una copia del generale che al minimo attacco poteva tornare ad essere un cumulo di terra, avrebbe lasciato i suoi sottoposti ad arrangiarsi da soli?


Allora ragazzi adesso ci si divide. Chiunque provi a toccare o usi il chakra sul cristallo, noterà che questo gli verrà risucchiato, se volete potete provare. Per il resto visto che Shinji ha lasciato una sua copia sul campo, beh se vuole dare direttive e ordini dovrà fare piccoli post anche qui ma che stia attento perché al primo scontro implode, dato che è una copia. I mostri che sono apparsi sono molto forti e iniziano immediatamente a decimare il plotone, se volete un dato indicativo più o meno rango jonin-s. Per Ste e Gasp invece continua qui.


Edited by Karen91 - 19/1/2014, 15:57
 
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view post Posted on 20/1/2014, 12:33
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*Il clone era rimasto l'unico Shinji nell'area dopo la sparizione dell'altro. Si rese conto troppo tardi che alcuni ninja non convocati avevano deciso di seguire l'originale in quella missione suicida, e poteva solo rammaricarsi di ciò, perchè fermarli a questo punto era impossibile. Erano solo genin molti di loro, già avevano poca speranza con la prole, figurarsi con uno dei suoi rappresentanti più forti. Sospirò, prima di balzare in groppa a Gamaken, da dove sarebbe stato più in alto dei suoi sottoposti, e oltre a farsi sentire meglio, avrebbe potuto anche essere difeso meglio. Era un clone in fondo, rimasto lì come ultimo dovere del Generale, ma a livello combattivo era molto più debole del già discutibile originale.*

-Gamaken, ho bisogno di tutta la protezione possibile, visto che un colpo mi basterebbe a svanire.-

Gamaken: -Ci provo, anche se sai...-

-Non sei goffo. Ti conviene, non essere goffo. Stavolta, goffo è morto.-


*Mentre ancora osservava la sua divisione, studiando le potenzialità di questi, e anche il numero ridotto complice la testardaggine di alcuni che poco alla volta si erano staccati dal gruppo, udì la voce che annunciò l'inizio di tutto. E dopo l'annuncio, l'incubo.
La terra tremò, mentre si squarciava in più e più parti, e un immenso buco si andava a creare da essa. Non per farci cadere qualcuno, ma per far risalire tutti. I mostri dell'inferno raggiunsero la superficie, e una quantità notevole di progenie estremamente forte cominciò il suo attacco, sfondando le difese di una divisione allo sbando, che non avrebbe mai potuto fermarli senza organizzazione.*

(Maledizione, alla fine sono arrivati. E sono ben più forti anche di me... del vero me.)


*Una smorfia di disappunto comparve a indicare quanto il falso Shinji fosse seccato dalla situazione, ma tutti ciò che poteva fare era dare ordini. Doveva fare in modo che fossero quelli giusti, e che tutti li udissero. Gli attacchi delle bestie erano troppi e troppo diversi per ideare contromosse per ciascuna di esse. E di ordini generali, era facile intuire cosa avrebbe dato.*


-Chiunque sia in grado, indietreggi da quelle bestiacce e ripieghi verso la montagna. Tutti coloro che sono in grado di utilizzare ninjutsu di discreto livello, o comunque tecniche di barriera, formino un gruppo compatto e cerchino di rallentare la prole con ogni muro possibile, proteggendo il resto della divisione. Non ci servono eroi morti in questo momento, ci serve una solida posizione da cui avere un vantaggio tattico. E chi sa usare il vento, provi a disperdere quel gas, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un gas tossico che aleggia tra noi.-


*Scappare. Ancora, aveva dato l'impressione di essere un Generale codardo, che preferiva la posizione all'attacco indiscriminato, e la ritirata a una morte onorevole. Certo, ora non c'era più Jagura a contraddirlo con la sua teoria del rischio, e probabilmente vedendo la morte in faccia, anche i suoi sottoposti ci avrebbero fatto un pensierino all'idea di arretrare, il problema è che era tardi. La divisione era già decimata, e divisa da mille solchi nel terreno, forse non tutti oltrepassabili. Inoltre se quei mostri erano troppo forti, le barriere non avrebbero retto.
Eppure, lui avrebbe dato il suo contributo: composti i sigilli, formò ripetutamente aai piedi di Gamaken, muri di Doton e Raiton, di compattezza e larghezza adeguate forse al Shinji di un anno fa. Ma lui era solo una copia, quello poteva fare.
Diede poi indicazione al rospone di arretrare, mantenendo in alto lo scudo piuttosto che la lancia, che comunque sarebbe stata utile per coprire eventuali falle nelle barriere.*


-Chi può usare le armi anche a distanza, non si faccia nessuno scrupolo a bersagliare quegli esseri. Focalizzatevi su uno alla volta, e rimanete comunque indietro rispetto alla prima linea di difesa. Chi invece è poco bravo negli attacchi a distanza, rimanga dietro al gruppo barriera, e fermi eventuali sortite frontali e laterali dei mostri. Se ancora qualcuno non si ritrova in nessuna di queste categorie ma è bravo con le illusioni, provi la liberazione per disperdere eventuali trucchi mentali di Watashi.-


*Aveva pressochè dato un assegnazione a tutti. A tutti quelli che erano ancora in grado di assumere una formazione compatta. Ma sapeva che i mostri erano superiori come potenza e se continuavano a uscirne, anche come numero. Tappare il buco nel terreno poteva servire? Difficile che ci fosse qualcosa che trattenesse tutti quei mostri, e gli bastava comunque crearne un altro, l'ipotesi venne dunque scartata.
In compenso, notò che sopra alla casa il vortice oscuro sembrava essersi disperso in tutte le direzioni, in parte anche dalle loro parti, e da esso riuscì a distinguere un paio di granuli apparentemente "vivi". Sembravano innocui, ma la correlazione nube nera e mostri forti non poteva essere una casualità, e valeva la pena indagare. Diede ordine ad alcuni dei suoi insetti di salire di quota fino ad approcciare uno di quei pulviscoli troppo cresciuti, perlomeno scoprire cos'era e cosa faceva, e anche se era aggressivo. Una piccolissima parte degli insetti venne invece reindirizzata alla voragine, per scoprire che altro li attendeva lì dentro. Come barriera, erano discutibili contro quei mostri, soprattutto perchè sarebbero morti presto. Ma come esploratori, erano infallibili, e quelle bestie troppo cresciute difficilmente avrebbero prestato attenzione a un insetto. Per loro, gli insetti erano i ninja.*


-Vi avviso, in quanto clone io sono troppo fragile per garantirvi di esserci fino alla fine. La mia presenza qui dipenderà strettamente dalla protezione che riuscirete e sarete disposti a offrirmi. Se mi succede qualcosa, il nuovo capo della divisione è lui.-


*Visto che la battaglia infuriava, si sentiva in dovere di dare un capo anche se fosse sparito e il Shinji originale non potesse essere richiamato. La persona che indicò fu una scelta molto veloce, semplicemente pescò uno dei ninja che dalle liste che gli erano arrivate in quanto generale sapeva essere di grado elevato, e che finora sembrava avesse tenuto un atteggiamento composto e razionale.
Detto questo ritornò alle sue barriere, cercando di contenere nel suo piccolo la costante avanzata delle creature.*

// Ci tenevo a designare un png come mio secondo, ma lascio tutto in mano a Jè riguardo a chi sia e come si comporti. Ho dato giusto qualche requisito, s0pero ci sia ancora qualcuno così, vivo, in caso contrario modifico. //
 
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view post Posted on 21/1/2014, 13:16
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Era ancora ferma sul ciglio della porta, cercando di capire come poter aiutare quello strano ninja che si era buttato senza alcuna remora all’interno di quella casa, a rimase ferma ad attendere. Lei sarebbe rimasta lì per fare in modo che nessuno, ma proprio nessuno, possa oltrepassare quella porta. Soltanto shinji, il loro capitano, la superò raggiungendo Jagura all’interno di quella bettola…sicuramente più bella di quella in cui viveva Akane. Beh ora erano dentro in due, probabilmente i due più forti della loro squadra, non aveva nulla da temere. Strinse ancora più forte il kunai che aveva in mano, ma non ebbe il tempo di dire nulla, né di guardarsi intorno che qualcuno la prese per il polso trascinandola via. Si stava già preparando ad attaccare, quando si accorse che era uno dei suoi compagni…quello più strano oltretutto.

”Non mi toccare!”



Riuscì solo a pensare, fissandolo ma seguendolo. In fondo la stava sgridando perché era stata troppo incauta, ma era davvero così? Davvero era stata incauta? In fondo stava seguendo uno dei suoi “compagni” per cercare di aiutarlo a pararsi il culo. Non era forse questo che si faceva in una squadra? Si sentiva confusa, stava cercando di comportarsi come una buona compagna, invece sembrava quasi che avesse fatto la cosa sbagliata per tutti. E quindi? Come ci si doveva comportare? Bisognava soltanto seguire gli ordini?

<<il tuo comandante e uno dei tuoi compagni sono lì dentro. Vuoi per caso abbandonarli?>>



Chiese alla fine, tenendo il suo sguardo vuoto su quello strano ragazzo dall’abbigliamento discutibile e alla fine alzò lo sguardo al cielo. Davvero quelle nuvole erano strane, sembravano quasi..vive! Ma non poteva essere così, insomma erano nuvole, eppure ormai doveva tenere in conto che quello che stavano affrontando era un Dio, a tutti gli effetti e poteva aspettarsi qualsiasi cosa da lui, anche che cambiasse l’atmosfera intorno a loro. SI, quelle nuvole sembravano vive e anche piuttosto pigre a suo parere. Oltre a quelle strane spianate di nero che si muovevano nel cielo, anche il terreno prese vita, tremando sotto i loro piedi e attentando deliberatamente alla loro capacità di equilibrio. Per fortuna erano tutti ninja, con i piedi ben saldati per terra. Molti stavano iniziando a farsi prendere dal panico, ma non da Akane.

”Essere terrorizzati non serve. Magari non sei la più forte sul campo, ma resta calma e ascolta la tua paura, se sai tenderle l’orecchio da vera guerriera non sbaglierai ad agire e non finirai nella tomba!”



Già, non poteva morire, aveva tante cose da fare, come diventare un pirata. Ascoltò quel mare in tempesta che si agitava dentro di lei sempre prima di un combattimento, prima di sentire l’odore del sangue e lei voleva vederne anche il colore di quello strano liquido che circolava nelle vene della progenie, sempre se ne avessero avuto. Strinse di più il kunai, guardandosi in giro e notando molte crepe nel terreno che si aprivano in vere e proprie voragini, facendo uscire creature infernali che avevano aspetti davvero strani e fuori dal comune. Adesso si che aveva tanta paura e il sangue le stava gelando le vene. Erra questo il potere di un dio incazzato? Era questo che voleva dimostrare? Che era più forte di loro e che dei piccoli umani non avrebbero potuto nulla contro di lui?

”Non diciamo cazzate!”



Eppure ormai si sentiva senza difese, non solo avevano perso il generale e Jagura insieme a molti altri compagni, ma non sapevano nemmeno come fronteggiare quell’avversità…o almeno, lei non lo sapeva. Improvvisamente una voce si levò in mezzo al campo: il generale?!? Effettivamente la giovane non si era accorta della copia creata, ma adesso poteva tirare un sospiro di sollievo. Anche se era un po’ più debole di quello vero, avrebbe potuto dare ordini, sarebbe stato loro compito difenderlo.

Ed ecco il primo vero ordine del generale: difendere! Con tutta la loro forza e con tutto ciò che avevano nel loro arsenale. Certo, Akane aveva ben poco con cui aiutare e non conosceva molte tecniche, ma poteva fare qualcosa. Mise velocemente via il suo kunai, correndo in prima linea con tutti coloro che sapevano usare ninjutsu di difesa, iniziando a plasmare il suo chakra, con una forza e una disperazione mai avuta in vita sua, perché mai aveva sentito la sua vita così fragile davanti a qualcuno. Sporca si, ma fragile mai!

Cercò di pensare rapidamente a qualcosa, mentre attorno a lei iniziavano a levarsi muri d’acqua e di terra, muri di sabbia, tutto ciò che gli altri ninja sapevano fare, ma lei non sapeva fare nulla di tutto quello, sapeva creare un vortice, inutile che poteva sltanto proteggere la sua vita, ma non quella degli altri, così lo creò, rntanandosi dentro il suo guscio d’acqua, ma doveva anche fare qualcosa e mentre un nugolo di kunai iniziarono a attaccare quelle strane creature, la stessa Akane iniziò ad impastare il chakra all’interno della sua bocca, cominciando a sparare dei veri e propri proiettili d’acqua contro di loro, contro uno in particolare che non era molto lontano da lei e che molti stavano già attaccando come ordinato poco prima dal falso generale.

<<suiton: proiettili d’acqua!>>



Forse non li avrebbero sterminati, ma per lo meno potevano rallentarli mentre le linee dietro cominciavano a sistemarsi per il vero e proprio attacco. Akane sperava solo di sopravvivere perché non ne valeva la pena morire in quel modo e in un posto del genere.

 
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