Luci e ombre, Ruolata libera per Karen91 e .Melo

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view post Posted on 27/9/2013, 13:19     +1   -1
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La calda luce del sole filtrava attraverso la finestra della piccola costruzione lignea dove Fuyuki riposava, baciando i suoi lineamenti e il pelo marroncino di un anziano furetto che sedeva al suo fianco. Quest'ultimo teneva in mano una piccola bottiglia di saké e senza badare al risparmio stava bagnando con quel liquido apparentemente inutile la profonda ferita aperta nel petto del ragazzo, che stringeva i denti senza scomporsi per sopprimere il dolore che provava.

Kenshin - Non ci vorrà molto tempo prima che la ferita si richiuda del tutto, tuttavia..

Il suo tono di voce era decisamente preoccupato e l'apprensioni per la decisione che il ragazzo aveva preso si leggeva chiaramente negli occhi scuri e impregnati di serietà del suo mentore.

Kenshin - Mujinahen-sama mi ha raccontato tutto. Ciò che hai fatto è un gesto nobile, ma ti rendi conto che in questo mod-

- Si, lo capisco perfettamente.

Tagliò corto Fuyuki con tono seccato, facendo intendere senza alcun fraintendimento la sua scarsa propensione ad affrontare l'argomento. Sapeva già cosa Kenshin voleva dirgli e capiva perfettamente la sua preoccupazione: da quando sulle sue spalle gravava la responsabilità di proteggere quel piccolo angolo di paradiso, l'eremo aveva attraversato un periodo di grande serenità e sotto la guida dell'eremita l'intera comunità dei mustelidi era stata in grado di affrontare qualsiasi avversità, dalla minaccia dei nukenin della nuvola, all'avvento di Kai ed infine alla pericolosa minaccia della traditrice Kokuma. Adesso che era cosciente di avere i giorni contati un nuovo peso teneva costantemente occupata l'attenzione del suo cuore. Qualcuno avrebbe dovuto prendere il suo posto quando i suoi giorni sarebbero terminati.. Ma chi avrebbe potuto farsi carico di un simile onere?

- Sta per arrivare.. E' meglio che lei vada, Kenshin-san.

Non aggiunse altro e scambiando uno sguardo d'intesa con l'anziano mustelide lo vide sgattaiolare via dalla casa, preparandosi ad affrontare la sua giovane allieva. Si rivestì in pochi secondi e prima che lei potesse raggiungere la porta lui la aprì, facendosi trovare pronto ad accogliere lei e il piccolo Aiko.

- Sta ancora dormendo? Forse è meglio lasciarlo riposare in un posto più comodo.

Commentò e senza incontrare lo sguardo di Chiaki prese il piccolo dalle sue braccia, per poi deporlo con dolcezza sul comodo giaciglio che si trovava all'interno della casa. A quel punto ritornò al cospetto della ragazza e non appena i suoi occhi ebbero incontrato quelli di lei le parole iniziarono a morirgli in gola. Il segreto che custodiva seminava panico e distruzione nel suo animo come una tempesta dispensatrice di morte, un uragano scatenato dal contatto con un anima che, al contrario della sua, era tenera ed innocente. Cercò in ogni caso di non darlo a vedere, ritrovando la lucidità e lasciando che finalmente la lingua si sciogliesse.

- Deve essere stata un'esperienza tremenda.. Come ti senti?

 
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view post Posted on 27/9/2013, 16:09     +1   -1
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A passi lenti e cadenzati raggiunse la struttura, fermandosi a qualche metro davanti alla porta di legno. Aiko iniziava a pesarle sulle sue esili braccia, ancora non si era totalmente ripresa dallo sballottamento ricevuto fino a quel momento ma i muscoli delle gambe le si irrigidirono all'improvviso e le dita delle sue mani iniziarono a tremare leggermente.

- C'è qualcosa che non va Chiaki? - chiese Yin perplesso da quel suo strano comportamento da quando si era svegliata.

Prima che potesse rispondere la porta si spalancò, lasciando intravedere la figura del ragazzo. Sapeva che lei lo avrebbe raggiunto, sapeva che avrebbe preferito rimanere li con lui che seguire Ashi ma come aveva fatto a prevedere tutto? Anche lui sicuramente le voleva parlare di quello che era successo. La bella Uchiha era stata breve e coincisa ma probabilmente anche a lei sfuggivano molte cose, proprio come alla kunoichi dai capelli blu.
Riprese a camminare verso di lui nascondendo ogni insicurezza, ogni timore o paura che le si insediava nella mente. Cercando di mantenere la testa vuota così che i suoi movimenti non avrebbero tradito i suoi pensieri. Gli occhi bassi, troppo insicura in quel momento per poter guardare quegli specchi candidi. Si lasciò prendere quel piccolo fagottino dalle sue braccia sfiorando erroneamente la pelle calda dello shinobi che le provocò dei brividi lungo la schiena.
L'immagine del viso di lui così vicino al suo era ancora vivida nella sua mente e quel gesto inaspettato ancora la rendeva dubbiosa. Era stato proprio quello strano atto a riportarla in vita e aveva sciolto persino i vincoli che bloccava loro ogni fuoriuscita di chakra. Aveva detto ad Ashi che sarebbe rimasta li perché ne aveva bisogno ma adesso si chiedeva se avesse mai trovato le parole adatte a esternare il tumulto di emozioni che lottavano dentro di lei.

- Non ho ancora c-completamente chiaro cosa sia successo ma ho come l'i-impressione che dormirà ancora per un bel po' Aiko - disse con un tono di voce sereno, la quattordicenne, fissando il viso di quel piccolo rimasto ormai orfano.

Lo guardava come una madre che si prende cura dei suoi piccoli. Aveva sempre voluto un fratello o una sorellina più piccoli ma sua madre era scomparsa troppo giovane per poter avere questa fortuna e suo padre aveva dedicato le sue ultime forze al lavoro, non aveva tempo di cercarsi un'altra donna. Ora che il ninja le dava le spalle, gli occhi di lei seguirono ogni suo spostamento; finché non lo vide riporre delicatamente quella piccola creatura sul suo letto.
Adesso erano solo lei e lui, non c'erano scappatoie. Il discorso era imminente ma entrambi sembravano tesi mentre il cuore della kunoichi accelerava ogni secondo che passava. Riusciva a malapena a sostenere lo sguardo del suo maestro quando finalmente fu lui ad aprire il discorso.

- Dai non si stava poi così male dall'altra p-parte - disse la fanciulla accennando a un sorriso fugace, per non mostrarsi abbattuta davanti a lui - Tu invece piuttosto? Come va la ferita?

Si ricordava perfettamente dove la lama che stringeva tra le sue mani lo avesse colpito. Fissò il punto esatto, quasi come se senza byakugan potesse scrutare attraverso le vesti di lui. Non voleva apparire invadente per questo continuò a tenersi a distanza, forse anche per paura di provare nuovamente quei sentimenti strani che ancora non si sapeva spiegare.
 
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view post Posted on 27/9/2013, 21:18     +1   -1
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Rimase a debita distanza la dolce Hyuga, ancora non del tutto sicura di potersi avvicinare ulteriormente al sensei per paura delle emozioni che aveva provato quando aveva sfiorato le sue labbra. Il ragazzo comprese i suoi sentimenti e decise di non oltrepassare quella linea invisibile che lei aveva tracciato dinanzi a lui, almeno per il momento; c'era tanto di cui voleva parlarle e parecchi punti da chiarire, ma per il momento la conversazione stava aggirando quello che era il nocciolo della questione e i due interlocutori non si decidevano a compiere il primo passo, entrambi senza parole e incapace di prendere l'iniziativa e accendere così la luce che avrebbe potuto dissipare le preoccupazioni di Fuyuki e le perplessità di Chiaki.

- Non preoccuparti, non è niente di grave.. Un paio di settimane di riposo e sarò tornato esattamente come nuovo.

Le sorrise, cercando di non farla sentire in colpa per ciò che in realtà lei non aveva commesso. Era stato lo spirito del figlio del Daimyo a guidare la lama che aveva trafitto il suo petto e il fatto che fosse sua la mano che aveva stretto l'arma non era una colpa, dato che il suo corpo era stato costretto ad agire contro la sua volontà, come un freddo involucro privato del calore che lo aveva reso umano. Non smise neanche per un istante di fissare gli occhi innocenti e pregni di curiosità di lei, trovando infine il coraggio di farsi avanti e di sciogliere il ghiaccio che si era creato e che li teneva ancora lontani l'uno dall'altra.

- Immagino di non essere stato il migliore dei sensei e per questo ti chiedo scusa, Chiaki.. E' passato un anno da quando ci siamo lasciati, avrei dovuto restarti vicino e invece..

Strinse i pugni e abbassò lo sguardo. Era abbattuto, deluso dalla sua incapacità di seguire i passi della sua allieva, che riscopriva adesso più cresciuta e matura rispetto all'ultima volta che l'aveva vista. Un tremendo intreccio di eventi e situazioni lo avevano tenuto lontano da lei ma ciò non costituiva di certo una giustificazione, anzi: erano tempi duri per tutti e specialmente per una kunoichi ancora insicura e inesperta come lei. Tuttavia non si era dimenticato di lei e alla prima occasione utile si era presentato al suo cospetto.. Anche se sotto mentite spoglie, a causa della taglia che pendeva sulla sua testa e della quale sicuramente la ragazza ignorava l'esistenza.

- Forse l'avrai già intuito e ciò che ti dirò per te non sarà nulla di nuovo.. Ero io a nascondermi sotto gli indumenti di Kori.

 
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view post Posted on 28/9/2013, 11:53     +1   -1
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A Chiaki occorreva quel tempo, sentiva che ne aveva bisogno più che mai. Semplici botta e risposta scambiati senza che qualche catastrofe si frapponesse tra loro. Le poche volte che erano stati insieme era sempre successo qualcosa ma in quel momento la piccola Hyuga voleva solo godere della pace dell'attimo. Tranquilla ascoltò le parole del suo sensei anche se non la convinsero più di tanto. Sapeva perfettamente che anche se stesse per morire non avrebbe mai fatto preoccupare la sua dolce allieva.
Parecchio tempo era trascorso da quando lui fece la sua apparizione nella sua stanza insieme al piccolo Yin, in tutti quegli anni aveva imparato a conoscerlo ormai. Forse la sua era stata una domanda inutile ma quello scambio di parole la faceva sentire meglio, ogni minuto che passava. La quattordicenne fece una piccola smorfia contrariata, quasi come se cercasse di scrutare se quello che Fuyuki stesse dicendo fosse la verità, poi non appena il jonin le sorrise non poté che sorridergli di rimando prima di cambiare sguardo per l'ennesima volta perdendosi nei meandri della casa.
Si era stata sempre timida ma perché non riusciva a sostenere il suo sguardo? Si incolpò mentalmente per quella sua dannata timidezza che proprio la sentiva affiorare sempre di più, chiedendosi persino se le sue guance fossero contornate da quel colore rossastro che le caratterizzavano spesso.

- N-nemmeno io sono stata proprio un allieva modello. Mi hai i-insegnato a combattere, ad essere forte invece ho ceduto subito al volere dell'Onryō senza preoccuparmi delle persone che mi stavano accanto - una vena di tristezza affiorò sul viso della giovane kunoichi - Credo di aver pensato diverse cose brutte in quest'ultimo anno sulla tua scomparsa ma il fatto è che...mi sei m-mancato.

Ci furono attimi di silenzio prima che lei riuscisse a dire quelle parole. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo di nuovo, come in quel suo sogno, sentire il suo calore e invece rimase li in piedi, riuscendo a guardarlo a intermittenza nelle sue iridi del suo stesso colore. Giocherellò con una ciocca blu, facendosela scivolare tra le mani fredde e sudate per colpa dell'agitazione.

*Ce l'ho fatta, gliel'ho detto finalmente*

Quella era l'unica cosa che la face sentire meglio, finalmente si era levata quel peso sullo stomaco. La loro conversazione era solo al principio eppure una parte della barriera che aveva innalzato davanti a lei sembrava essere crollata, esternando i suoi veri sentimenti.

- Forse lo sapevo o s-semplicemente qualcosa dentro di me, mi ha fatto sperare che tu fossi li con noi - disse con un fil di voce la genin, ripercorrendo con la mente tutto il percorso da quando aveva incontrato Kori.

Quando aveva affrontato il Daimyo da solo, appena aveva provato a sfiorarla e il doloroso destino che gli era toccato per primo. Le loro strade che si erano separate di nuovo, segnata dalla sua figura che scompariva in lontananza trascinata dalle guardie. Era stato lui ad affidare sotto le sue cure Aiko, dandole pienamente fiducia e infine era stato proprio lui a salvarla da quella morte fredda e solitaria. Le sarebbe stata per sempre riconoscente per averle dato un'altra possibilità, per poter passare del tempo ancora al suo fianco.

- Ehi a-aspetta. Chi è quella piatta come una tavola? - disse la fanciulla incrociando le braccia e assumendo un espressione corrucciata molto buffa.

Non ce la fece molto a resistere con quell'espressione che scoppiò in una risata cristallina. Yin scosse la testa esasperato a quel suo intervento ma Chiaki rimaneva sempre Chiaki. Da quanto tempo era che non rideva? Il cuore fu più leggero e tutto sembrò essere tornato alla normalità per un momento, proprio come i vecchi tempi.
 
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view post Posted on 9/10/2013, 20:19     +1   -1
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Un nuovo Sole iniziò a illuminare i ruderi che costellavano quel piccolo angolo di paradiso non appena il sorriso si fu dipinto sul volto della ragazza e mentre la sua dolce risata alleviava la sofferenza che il giovane provava dentro nel doverle nascondere una crudele verità che le avrebbe sconvolto la vita i suoi piedi avanzavano senza che lui se ne rendesse conto, come attratti da quella calamita che era il corpo di lei. Non appena fu giunto ai suoi piedi le sue braccia l'avvolsero e stringendola a sé lasciò che l'affetto che nutriva nei suoi confronti prendesse il posto delle parole, che in quel caso sarebbero risultate più che superflue. Lasciò che il proprio corpo la scaldasse e accarezzandole i capelli le poggiò la testa al suo petto, affinché potesse sentire i battiti del suo cuore. Lentamente avvicinò le labbra all'orecchio di lei, così da poterle sussurrare ciò che la sua anima stava dettando alla sua lingua.

- Adesso è tutto finito. Ora sono qui, Chiaki..

Gli era mancato quel contatto, tremendamente. Rimpiangeva di aver perso tutto quel tempo e frustrato contro il destino avverso avrebbe voluto maledire la triste sorte che gli era toccata e adesso che gli restava poco da vivere il suo cuore piangeva lacrime di sangue al solo pensiero che i momenti che avrebbe potuto trascorrere in sua compagnia sarebbero stati notevolmente limitati. Per non parlare della missione di cui si era fatto carico, che sicuramente avrebbe continuato a tenerlo lontano da lei, mettendo a repentaglio persino quel poco da vivere che aveva ancora dinanzi a sé.

- Anche tu mi sei mancata.. Non puoi immaginare quanto.

Le lasciò andare la testa, senza però staccarsi da lei, in modo che i loro occhi potessero incontrarsi ancora una volta. Sapeva benissimo cosa provava nei confronti di quella dolce kunoichi, ma l'istinto razionale che lo aveva sempre contraddistinto frenava i sentimenti che desideravano ardentemente riaffiorare. L'amava, ormai ne era certo, ma che felicità avrebbe potuto darle un ninja ormai condannato a morte? Presto di lui non sarebbe rimasto altro che un lontano ricordo e allora chi l'avrebbe protetta? Chi sarebbe rimasto al suo fianco? Eppure mentre la sua mente rifletteva su tutto ciò il suo cuore lo spingeva ad alimentare la fiamma delle sue emozioni e così, senza nemmeno che lui se ne rendesse conto, le sue labbra iniziarono a cercare quelle di lei, facendosi sempre più vicine e desiderose di sentire ancora una volta quel sapore che non avevano di certo dimenticato.

 
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view post Posted on 10/10/2013, 17:52     +1   -1
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Il suono della sua risata riecheggiò in quello spazio etereo, lasciando un alone di allegria su tutto ciò che la circondava. Si portò le mani sul viso per asciugarsi le lacrime di gioia che ora le bagnavano le lunghe ciglia, poi improvvisamente lo sentì. Di nuovo quel dolce calore che l'avvolgeva, non c'era nemmeno bisogno che guardasse con i propri occhi cosa stesse succedendo per capire che quello era ciò che desiderava.
Una scena che aveva già vissuto tra il sogno e la realtà, eppure le stava facendo provare le stesse emozioni come se fosse la prima volta se non più forti. Non riusciva a comprendere bene il suo corpo, del perché si adattasse così bene a quello di lui eppure i suoi sensi sembravano offuscati dalle troppe sensazioni misteriose. Non aveva la forza di parlare e le energie sembravano risucchiate da un demone invisibile che le bloccava ogni sorta di movimento, facendola apparire come una bambola. La paura contrastava qualunque gesto istintivo.
Chiuse gli occhi godendosi quell'istante accompagnato solo dai respiri e dal ritmo perpetuo che dava il pulsare di quel cuore. Inerme davanti a quella figura che non pensava potesse essere così estremamente fondamentale per lei. Stava crescendo, non se ne era resa conto ma il suo corpo in quegli anni aveva fatto dei cambiamenti ma non era l'unica cosa che era cambiata. I pensieri, le preoccupazioni che aveva avuto, il dolore che aveva provato dovevano significare qualcosa.
Era stata sempre una ragazza sensibile ma nessuno le aveva mai trasmesso niente di tutto quello. La lunga notte passata abbracciata a Hyou era stata bene, molto bene con se stessa eppure nella sua testa iniziava a formarsi come l'idea che quella ricerca di contatto fosse dovuta proprio alla ricerca di ciò che lei voleva realmente. La bocca di lui si avvicinò al suo orecchio, sfiorandole la pelle con il fruscio delle sue parole. Ci volle un istante prima che brividi di piacere le percorressero tutto il corpo, arrivando a sfiorarle persino le caviglie. Lerci ancora della missione che avevano appena affrontato ma a nessuno interessava in quel momento.
A parlare c'erano solo i loro gesti, le loro carezze, i loro sguardi. Occhi che ammaliatori si specchiavano gli uni con gli altri e come calamite si attraevano. Cos'era quel fervore che le faceva vibrare l'anima? Cosa stava accadendo? Che fosse caduta sotto una genjutsu? Sapeva veramente cosa stava facendo? Proprio come Fuyuki nemmeno Chiaki riuscì a opporsi al desiderio di provare di nuovo quella sensazione di piacere e benessere, come se nulla intorno a loro esistesse. Pochi millimetri a separarla dalle morbide labbra di lui.

- Ehm...qualcuno mi spiega cosa sta succedendo qui? - disse una vocetta da sopra la testa della kunoichi che si era eretta sulle zampette posteriori, mostrando esplicitamente la sua presenza.

Al suono di quella domanda la dolce Hyuga si allontanò di colpo dal jonin, mostrando un viso estremamente paonazzo. Non si era ricordata minimamente del furetto che se ne stava beatamente sistemato sulla sua testa e che non si era perso nemmeno un istante di tutta la scena. Probabilmente sapeva anche lui cosa stesse per succedere tra quei due ma il fatto che non fosse stato aggiornato o almeno tenuto in considerazione, non gli era andato molto a genio.
 
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Tutto stava lentamente scomparendo intorno ai due Hyuga e mentre le loro labbra si facevano sempre più vicine le une con le altre, una dolce e soave brezza scostò le ciocche dei loro capelli e accarezzò delicatamente di quei due ninja che, dopo aver affrontato non poche avversità, si erano finalmente ritrovati. Qualcuno però non si curò di interrompere quel momento che apparteneva soltanto a loro e non appena la voce di Yin ebbe spezzato il silenzio venutosi a creare lo shinobi svelto si allontanò dalla ragazza e lo fissò impaurito, come un ladro colto con le mani nel sacco. L'espressione del suo volto tuttavia mutò in fretta e fulminando con lo sguardo quella piccola palla di pelo si rivolse a lui con fare scocciato, cercando di essere il più cordiale possibile ma lasciando trapelare in maniera decisamente evidente il suo disappunto nei confronti del furetto.

- Ti dispiace lasciarci da soli?

Chiese, senza curarsi di nascondere il tono perentorio e fiscale che accompagnava le sue parole.

- Tranquillo.. Te la restituirò viva e vegeta.

Aggiunse con fare ironico, attendendo il responso del piccolo mustelide e sperando che comprendesse la sua necessità di rimanere solo con Chiaki. C'erano molte cose di cui lei era ancora all'oscuro e che avrebbe dovuto sapere e di certo il Jonin avrebbe preferito discutere con lei in privato, piuttosto che dinanzi gli occhi attenti e vigili di Yin.
In seguito invitò la fanciulla a fare due passi in sua compagnia e mentre camminavano fianco a fianco tra i ruderi vestiti d'edera che impreziosivano quel piccolo angolo di paradiso l'eremita si preparò ad affrontare il nocciolo della questione, iniziando sin dal principio a parlarle con un tono di voce decisamente più serio rispetto a quello che aveva usato fino a quel momento. Troppe erano gli avvenimenti che Chiaki ignorava e adesso era finalmente giunto per lei il momento di sapere la verità, di conoscere le vere motivazioni per le quali il suo sensei le era rimasto lontano fino ad allora.


- Devo parlarti Chiaki.. Sono successe parecchie cose in quest'ultimo anno e non tutte saranno piacevoli, ti avviso. Ti chiedo scusa se sarò schietto, ma non riesco a trovare un altro modo per dirtelo..

Si fermò dinanzi a lei, per poi incrociare nuovamente i suoi occhi, lasciando che il suo sguardo freddo e serio rendesse ancor più pesante l'aria impregnata di tensione che i due respiravano. Sospirò, chiudendo gli occhi e non appena li ebbe riaperti le sue labbra si schiusero, declamando infine l'amara sentenza. Parole che, pesanti come macigni, avrebbero sicuramente toccato il cuore della sua giovane allieva.

- Io.. Ho lasciato Konoha.

 
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view post Posted on 18/10/2013, 10:36     +1   -1
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Il piccolo animale dal manto nero si gonfiò di orgoglio quando notò che con il suo intervento aveva scaturito l'effetto desiderato. Non era la prima volta che vedeva Chiaki tra le braccia di qualcuno eppure il suo istinto protettivo e forse un po' di gelosia, lo facevano intervenire senza troppi se e ma. Al contrario non gli piacque il modo il cui suo fratello lo invitò gentilmente ad andarsene per lasciarli soli. Non poteva rifiutare una richiesta dell'eremita ma non voleva nemmeno lasciare la sua dolce sorella.
Fece un espressione contrariata e senza proferire parola sgattaiolò giù dalle spalle della ragazza fino ad arrivare alla finestra dove lanciò un ultimo sguardo ai due. Dopo l'ultima rassicurazione si Fuyuki, Yin si lasciò convincere e scomparve in quel manto erboso insieme agli altri suoi simili. Chiaki rimase li ferma, ancora con le gote arrossate e il cuore che sembrava volerle uscire dal petto. Ma che diavolo le stava succedendo? Perché si comportava in quella maniera in compagnia di quel ragazzo? Sembrava quasi che la sua testa smettesse di ragionare e i suoi istinti la sovrastassero, nulla aveva più senso.
Riprese fiato e non appena il jonin la invitò a spostarsi da quel luogo, senza esitare un solo attimo lo affiancò buttandosi tutta la vicenda alle spalle. Non sapeva che quello che il ragazzo le stava per dire probabilmente era anche peggio di quel piccolo momento di imbarazzo che aveva interrotto quel secondo bacio. Intorno a loro solo i suoni della natura che incontaminata li circondava, passeggiando tra quel fogliame che li rendeva per un momento dei naufraghi del mondo. Il suono della voce del ragazzo la fece destare dal benessere che provava in quel momento, facendole intuire che qualcosa non andava.
Cosa c'era che faceva così fatica a dirle e perché non glielo aveva detto immediatamente? Rimase silenziosa in ascolto rimanendo sempre leggermente dietro, quasi per farsi condurre da lui. Lo sguardo basso e pensieroso ancora combatteva cercando di interrompere quel tremore che la accompagnava da quando aveva rivisto lo Hyuga. Doveva essere più concentrata e allora perché non ci riusciva? Poi improvvisamente Fuyuki interruppe il loro tragitto parandosi davanti a lei.
La piccola kunoichi alzò il suo sguardo incrociando quegli occhi che la guardavano in maniera così diversa e seria. Qualunque cosa le avesse detto sembrava non avvertire quel clima di tensione che il ragazzo stava cercando di creare. Lo guardò spaesata e incuriosita, aspettando che pronunciasse il verdetto finale. Un ultimo sforzo e infine le venne rivelata l'ardua verità. Non sapeva come reagire, ancora non era stato abbastanza chiaro. Cosa intendeva con quel ho lasciato Konoha? Per una vacanza? No, non glielo avrebbe detto in quella maniera. Ma perché lo aveva fatto?

- Che cosa...significa? - disse la quattordicenne con aria perplessa, inclinando leggermente la testa.
 
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La reazione della ragazza non lasciò perplesso, anzi; lui stesso era conscio di non aver scelto il modo esatto per dirle la verità, ma preferiva che lei ne venisse a conoscenza senza essere introdotta ad essa da troppi giri di parole. Voleva prima sciogliere quel nodo che gli opprimeva il cuore e soltanto in seguito avrebbe potuto fare lo stesso con quello che al momento impediva alla sua lingua di raccontarle i dettagli di quella vicenda ancora avvolta nel mistero. Non disse nulla, si limitò ad unire le mani a comporre un sigillo e dopo poco istanti la terra sotto i loro piedi iniziò a tremare e un varco si aprì dietro di lui, connesso ad una rampa di scale che si perdeva nell'oscurità che avvolgeva quel buio antro. Con un cenno del capo invitò la fanciulla a seguirlo, per poi voltarle le spalle e scendere in quel tetro cunicolo.
Meno di un minuto di cammino li condusse in una stanza abbastanza piccola, separata da una seconda da una porta vecchia poco meno di quelle mura sporche e lugubri. Un letto e un tavolo con una sedia componevano l'arredamento spartano di quel luogo misterioso, la cui esistenza era rimasta nascosta alla Hyuga fino a quel momento e la cui utilità non era ancora chiara. A quel punto il giovane incontrò nuovamente gli occhi di lei con i suoi, freddi come il ghiaccio e impregnati di un'aria seria che non lasciava presagire nulla di buono.


- Aspettami qui.

Si voltò ancora, aprì la porta e la richiuse alle sue spalle, mentre i cardini arrugginiti lasciavano che il loro lamento risuonasse in quel tetro antro. La Genin non dovette aspettare che pochi minuti prima che Fuyuki si presentasse di nuovo a lei, ma in un modo in cui lei forse non lo avrebbe mai potuto immaginare. Un lungo manto nero avvolgeva il suo corpo e nuvole rosse svettavano minacciose su di esso, segni impossibili da fraintendere che costituivano un vessillo conosciuto e temuto in tutto il mondo ninja. Quello impresso sul suo coprifronte era rigato e ciò poteva significare soltanto una cosa: era divenuto un membro di Akatsuki, un criminale al servizio di quella sporca organizzazione.

- Questo è ciò che sono adesso, Chiaki.. O almeno è questo ciò che voglio mostrare. Come ti ho già detto io ho lasciato Konoha, ma non l'ho mai tradita.

Parole ancora avvolte nel mistero le sue e sicuramente la ragazza avrebbe faticato a comprenderle ancora una volta, ma il momento delle spiegazioni non era ancora giunto. Voleva prima vedere la sua reazione, lasciare che l'impatto della notizia si affievolisse prima di parlare: affollare la sua mente con altre nozioni sarebbe stato solo controproducente.

 
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view post Posted on 19/10/2013, 21:14     +1   -1
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Ciò che si susseguì furono una serie di gesti che la piccola Hyuga decise di seguire in silenzio. Non sapeva perché il suo sensei stesse mantenendo quell'aura di mistero intorno a se ma la cosa la incuriosiva. Forse quello che stava per dirle era qualcosa di molto delicato per spingerlo a comportarsi in quella maniera. Un semplice movimento di mani e il suolo si mosse sotto i loro piedi, creando un canale oscuro che portava chissà dove. Rimase affascinata da quel trucco ma cercò di mantenere una compostezza degna del ruolo che ricopriva, non era il momento per far uscire la parte curiosa di se, voleva sapere cosa il jonin le stesse nascondendo.
Con immensa fiducia si lasciò guidare proprio da quest'ultimo in quella zona inesplorata e tetra, lasciando solo che l'odore di muffa e di polvere le inondasse prepotentemente i polmoni. Non ci volle molto prima che i suoi occhi riuscissero a vedere altro oltre quelle pareti lerce che la circondavano; alcuni mobili spartani arredavano quella strana abitazione. Chi ci viveva li e soprattutto perché qualcuno avrebbe dovuto trascorrere la sua giornata in un posto del genere? Si guardò intorno spaesata, chiedendosi cosa la aspettava e perché Fuyuki l'avesse portata proprio li. Un brivido di freddo le percorse la schiena mentre avvertì di essere guardata.
Alzò anche lei quelli che erano gli specchi della sua anima, fissando il ragazzo che la sovrastava. Uno sguardo serio e scuro, che in quello spazio lugubre rendeva la scena tutta più teatrale. Due parole e poi la lasciò li ad aspettare mentre la suspense diventava sempre più pesante. La ragazzina si morse il labbro mentre si dondolava su se stessa impaziente di capire bene cosa si celasse dietro la seconda porta. Lo scatto del chiavistello e poi un inquietante silenzio la investì, interrotto di tanto in tanto dal tamburellare delle dita sulle gambe e dal gocciolare d'acqua piovana sul freddo pavimento di pietra.
Che fosse tutto uno scherzo? No, non le sembrava tipico di Fuyuki e allora perché la teneva così sulle spine? Fissò il letto quasi tentata nel mettersi a sedere, non sapeva se la cosa sarebbe andata per le lunghe ma il tempo di fare qualche passo verso il giaciglio che la porta chiusasi qualche minuto prima, cigolò e rivelò la figura scura di quel ragazzo che conosceva bene. I candidi occhi della fanciulla vennero immediatamente attratti da quei disegni rossi, nuvole scarlatte. Largo nella sua mente comparvero di nuovo quelle pagine impolverate che sfogliava da bambina e quasi in un gesto istintivo la quattordicenne si portò la mano al petto, afferrando il pendente con il dente di lupo che le aveva ceduto Hyou.
Akatusuki, si ricordava quel nome, gliene aveva già parlato lui. Perché anche il suo amato sensei era entrato in quell'organizzazione criminale? Così l'aveva definita il ragazzo di Kumo, ma quale era il loro vero obiettivo? Che anche lui si fosse nascosto sotto la maschera delle nuvole rosse per un altro obiettivo da portare a termine proprio come faceva Furikami? La sua espressione per un attimo dipinta di stupore, tornò subito a essere serena e tranquilla come il suo solito. Effettivamente che una genin rimanesse così impassibile davanti a una notizia del genere poteva sembrare strano, eppure lei era Chiaki non una normalissima kunoichi.
Il valore di villaggio e appartenenza, non era mai riuscito ad affondare le radici dentro di lei, sempre più convinta nel discorso che aveva affrontato con quello straniero che le era rimasto nel cuore. Il mondo era la casa di tutti, il villaggio era solo un luogo dove si era designati a nascere ma chi erano loro per scegliere chi era il buono o il cattivo? Chi erano loro per giudicare gli intenti degli altri?
Lei conosceva Fuyuki, non lo comprendeva ancora appieno ma se aveva preso una scelta del genere sicuramente era abbastanza intelligente per averlo fatto per un motivo più che valido. Si fidava di lui, forse era sbagliato nel mondo dei ninja fidarsi così di una persona ma non riusciva a non essere così sognatrice e pura, questa croce probabilmente l'avrebbe condotta alla sua fine ma non le importava; perché solo così avrebbe vissuto in maniera vera, come la vera se stessa.

- Forse c-chiedendoti perché lo hai fatto non riceverò nessuna risposta ma sarei curiosa di sapere cosa o chi ti ha spinto a prendere questa strada. Non sono qui per g-giudicare, voglio sapere solo la verità - disse con una calma innaturale la dolce kunoichi, rimasta immobile a osservarlo.

Probabilmente il ragazzo non si sarebbe aspettato una simile reazione, forse la fanciulla dai capelli blu era veramente diventata più matura, inconsapevolmente, tra tutti quei viaggi e gli incontri fatti.
Lo sguardo passò dalla veste al coprifronte sbarrato che rappresentava il loro villaggio d'origine; il simbolo che rinnegava quello che era stato, il villaggio che lo aveva cresciuto. Quante peripezie la bella Hyuga aveva dovuto affrontare per ottenere quella lamina di metallo; solo che adesso tutto le sembrava così futile e strumentale.

- Quindi conosci anche Furikami... - concluse il discorso infine la giovane.

Non se l'era dimenticata la proposta che le aveva fatto la pantera, anche se era passato parecchio tempo e non sapeva nemmeno se fosse ancora vivo. Lui aveva creduto in lei, c'era stato quando ne aveva avuto bisogno. Forse Furikami sarebbe stata veramente la strada di quel ragazzo, oppure solo uno stupido sogno utopico che non si sarebbe mai sviluppato.
 
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view post Posted on 20/10/2013, 16:49     +1   -1
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Il giovane inarcò un sopracciglio udendo le parole che la sua dolce allieva pronunciò, lemmi impregnati di una maturità che lui non ricordava e che sicuramente lei aveva nutrito con l'esperienze affrontate in quell'ultimo anno. Ricordava ancora la ragazzina timida e indifesa che aveva lasciato sotto il cielo cupo e traboccante di lacrime del Paese delle Terme, eppure quella che adesso aveva davanti era una kunoichi che, per quanto avesse ancora parecchia strada da compiere, era indubbiamente cresciuta. La guerra l'aveva cambiata, nel vedere il suo sensei indossare le vesti di Alba non lo aveva accusato immediatamente, anzi; era curiosa di conoscere le ragioni che si celavano dietro quel gesto, come se fosse certa che lui avesse avuto delle buone motivazioni per entrare a far parte di quel gruppo di criminali di fama mondiale.. Come se nei suoi occhi lei avesse già letto ciò che lui stava per dirle.

- Sono qui proprio per raccontarti la verità, Chiaki. Sei la prima a cui lo sto dicendo, neanche l’Hokage è a conoscenza di ciò.

Annunciò con calma, prendendo un lungo respiro e preparandosi a narrare la tumultuosa serie di eventi nella quale era stato coinvolto e che aveva tragicamente segnato la sua vita e le sue scelte.

- Quando un anno fa sono riuscito a scacciare la maledizione di Azura, sono venuto a conoscenza dei piani di Kai grazie a Seiri, che ha perso la vita proprio a causa di quel dannato criminale.

Sebbene non avesse avuto modo di conoscerla in maniera approfondita, la Hyuga poteva ricordare la kunoichi dalle ciocche dorate e dallo sguardo cristallino che aveva salvato loro la vita quando Kai, poco prima dell’avvento della grande guerra, aveva osato macchiare la sacra quiete dell’eremo con la sua lurida presenza. L’eremita parlava di lei con un tono afflitto, evidentemente vi era stato un profondo legame ad unirli e, malgrado fosse passato parecchio tempo da quanto questo era stato reciso, non riusciva ancora a darsi pace per la sua scomparsa.

- Kai sta radunando un esercito e presto sferrerà il suo potente attacco.. Si tratta di una minaccia ben più grande di quella di Watashi e temo che le possibilità di sconfiggerlo siano poche. Quel pazzo sta cercando di mettere le mani su tre forze che gli permetteranno di ottenere un potere in mezzo. Una di questa, i medaglioni di Azura, è stata distrutta da me, mentre l’altra è la porta di Nihil, che si trova proprio qui vicino. Per questo motivo sono entrato nel suo mirino e sono stato costretto a prendere questa decisione. Akatsuki e Furikami possono fornirmi i mezzi per raggiungere Kai ed eliminarlo prima che sia troppo tardi. A proposito, chi è stato a parlartene?

Chiese, incuriosito e sorpreso dal fatto che la ragazza fosse a conoscenza di quell'organizzazione. Era dunque questa la verità che si celava dietro ciò che Fuyuki aveva fatto e sia i suoi occhi che le sue parole lasciavano trapelare quanto ardua fosse la missione che avrebbe dovuto affrontare. Un compito che probabilmente avrebbe richiesto il sacrificio della sua vita, ma questo Chiaki poteva capirlo anche da sola.

- Avrei potuto anche restare a Konoha e continuare ad allenarmi, ma sono sicuro che Kai non avrebbe esitato ad attaccarla pur di riuscire a trovarmi. Avrei messo a rischio la sicurezza del villaggio e della sua gente, mentre in questo modo l’attenzione di Kai si sposterà altrove e nessun innocente rimarrà coinvolto.. A Konoha tutti mi considerano uno sporco nukenin ed è così che deve continuare ad essere.

Il dovere del sacrificio. Chissà se la fanciulla ricordava ancora l’insegnamento che il suo sensei le aveva trasmesso una volta arrivati nel Paese delle Terme, quando lei aveva scoperto la maledizione che aveva colpito la sua mano sinistra rendendola mera carne morta. Allo stesso modo il ragazzo non aveva esitato a dare la propria vita pur di salvare quella di lei. Sacrificio. Era attorno a questo che ruotava la vita di quello shinobi, un guerriero che nell’ombra portava avanti i suoi ideali e la sua missione, senza preoccuparsi di ciò che gli altri pensavano di lui alla luce del sole.

 
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view post Posted on 22/10/2013, 11:37     +1   -1
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Nemmeno l'Hokage in persona era a conoscenza di ciò che stava per rivelarle. Ma perché proprio a lei? Non l'avrebbe messa maggiormente in pericolo? La sua curiosità però la teneva all'oscuro di tutti questi dubbi, voleva sapere perché aveva scelto la via del mukenin, perché tra tante soluzioni o possibilità lui aveva preso proprio quella strada. Quando il ragazzo iniziò a raccontare, Chiaki capì immediatamente che la storia sarebbe andata per le lunghe, così riprese ad avvicinarsi al giaciglio adagiandosi delicatamente sopra, cercando di sostenere costantemente lo sguardo del suo sensei.
Vederlo con quelle vesti non era affatto facile. Sapere ciò che rappresentavano e quale sacrificio probabilmente aveva fatto prendendo quella decisione, le sembrava così inverosimile. Tutto era cominciato dalla comparsa di Kai, ancora lui stava cercando di smuovere le acque, probabilmente approfittando persino della guerra per arrivare ai suoi sporchi obiettivi. Il nome di Seiri gli era già suonato familiare durante la fine della missione che aveva affrontato con il suo sensei ma nessuno le aveva voluto confermare se era proprio la ragazza bionda che conosceva, la persona che l'aveva salvata per una seconda volta.
Non se lo era affatto scordata, quando quell'essere potentissimo aveva disturbato la quiete dell'eremo solo per poter entrare nella porta di Nihil. Quella volta erano riusciti a scamparla ma quante altre possibilità aveva di trarli in inganno? Gli mancava il terzo elemento per poter raggiungere i suoi scopi, sempre che non l'avesse già trovato e fosse sfuggito al jonin. Ma come poteva il ragazzo combattere contro un esercito? Era forte si ma si trattava sempre di un esercito. Adesso capiva il motivo perché Fuyuki se ne fosse andato ma ce l'avrebbe fatta a sconfiggere Kai?
Si ricordava perfettamente cosa era in grado di fare con gli elementi e l'unica volta che era comparso davanti a lei, se l'era vista brutta proprio come l'eremita. Inizialmente si era sentita come un burattino nelle sue mani mentre provava a farla parlare, a rivelare la frase che avrebbe aperto quel portale maledetto, poi la distruzione davanti ai suoi occhi, finché tutto non diventò buio. Non aveva dimenticato nulla, come poteva dimenticare. La perdita di Seiri sicuramente aveva inciso particolarmente sulla decisione dello Hyuga, si ricordava come aveva reagito quando la bella kunoichi era stata trovata sanguinante durante la sua prima comparsa all'eremo. Perdere qualcuno di importante.
Conosceva bene quel sentimento, lo stesso che aveva provato quando sua madre l'aveva lasciata da sola. Certo quella volta era stata la malattia ad ucciderla ma la sua mancanza aveva segnato particolarmente la vita della piccola. Si portò una mano al cuore quasi cercando quel calore che la donna le trasmetteva e abbassando lo sguardo. Avvertendo l'afflizione nella voce del suo caro maestro e preferendo rimanere in silenzio mentre si sfogava con lei, scuotendola con quel segreto forse anche più grande di ciò che immaginava ma non avrebbe mai tradito la sua fiducia e proprio come si aspettava, la decisione che aveva preso non era affatto casuale.

- Pensi di avere la forza di d-distruggere Kai con l'aiuto dell'Akatsuki e di Furikami, una volta che l'hai raggiunto? - disse con una voce preoccupata e sommessa, la quattordicenne.

La perdita dei propri cari, degli amici ecco di cosa realmente aveva paura. Un timore che la stessa Chiaki capiva perfettamente, completamente devota agli altri più che a se stessa. La sua domanda risultava così inutile, sapeva perfettamente che il ragazzo non aveva certezze ma quella era seriamente l'unica via che poteva seguire? Essere considerato un traditore per la vita, un peso altrettanto grande da portare sulle spalle e lei cosa poteva fare in tutto ciò se non stare li a guardare? Si sentiva inutile.
A cosa voleva arrivare dicendole tutto questo? Era un addio? Non lo avrebbe rivisto più? Il dolore di perderlo di nuovo le fece venire i crampi allo stomaco che riuscì a trattenere stringendo il braccio in vita. Perché si preoccupava così tanto? Quel luogo era la casa d'entrambi, non avrebbe mai abbandonato quel posto o almeno così credeva.

- Durante il ritorno della nostra prima missione i-insieme, mi sono separata dal gruppo ed ho incontrato un ragazzo di nome Hyou mentre raggiungevo il campo base. È stato proprio lui a p-parlarmi di Furikami e a propormi di farne parte - disse brevemente la dolce fanciulla senza entrare troppo nel dettaglio.

Sembrava che tutte le persone a cui lei teneva sul serio, si trovassero in quel gruppo. L'idea di farne parte non le appariva più così completamente sbagliata; avrebbe potuto combattere accanto a loro e sostenerle. Si la sua forza non era paragonabile a quella di Fuyuki o del ragazzo di Kumo ma avrebbe potuto essere utile anche per piccole commissioni. La paura di rimanere sola ancora la tormentava dopo diversi anni ma più che altro di allontanarsi ancora una volta da quello shinobi che era stato un fratello, un protettore e un confidente.
 
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view post Posted on 23/10/2013, 18:33     +1   -1
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La sua spiegazione era stata il più esauriente e dettagliata possibile, ma il giovane era consapevole che mai alcun discorso avrebbe potuto narrare l’infausto tumulto di emozioni e incertezze che aveva dilaniato il suo cuore e che tuttora continuava a rendere inquiete le sue giornate, trascorse nel rimorso di quanto non aveva fatto e nella paura di quanto avrebbe ancora dovuto affrontare. La domanda di Chiaki giunse quindi rapida e precisa: anche lui si era posto quel quesito più volte, senza trovare mai una risposta che avesse potuto ammettere in quel momento, senza nascondere il vero dietro alcun velo di menzogna, alla ragazza che aveva di fronte. Era certo di avere ben poche speranze contro quel mostro e il suo esercito, ma con quale coraggio avrebbe potuto annunciare alla propria allieva di essere condannato? Avrebbe impiegato tutte le sue forze, ogni sua singola risorsa, ogni istante del poco tempo che gli restava da vivere pur di porre fine a quella terribile minaccia, ma non vi era nessuna certezza alla quale poteva aggrapparsi. Solo vaghe speranze e illusioni, niente di più.

- Dovrò continuare ad allenarmi costantemente per poter riuscire a ucciderlo. Da loro non pretendo nessun aiuto militare, non è una questione nella quale sono coinvolti.. Possono solo darmi mezzi e informazioni per raggiungere Kai, nient’altro.

Spiegò con calma, abbandonando il tono serio usato in precedenza e allentando la tensione che si era venuta a creare all'interno di quelle tetre e lerce mura. La sua risposta era stata chiara, nessuno dei membri di quella temibile organizzazione lo avrebbe aiutato a porre fine alla vita di quello sporco criminale: tutti loro erano nukenin con i propri ideali e i propri interessi e non era da escludere che indossassero le nuvole rosse per raggiungere il loro scapo personale, esattamente come stava facendo lui. Nessuna collaborazione, nessun conforto da parte di coloro che potevano essere definiti soci piuttosto che alleati. Si incupì per pochi secondi, riflettendo sulla sua triste condizione. Era solo contro un avversario che superava di gran lunga le sue possibilità, solo nella crudele realtà di cui era entrato a far parte per salvaguardare l’incolumità di coloro che avevano un peso importante nella sua vita.

- Non è una vita facile da affrontare, ma purtroppo non posso fare altrimenti.. Lotterò sempre per proteggere le persone a cui tengo, anche a costo di rimetterci la vita.

Fu con un nuovo ardore che incrociò gli occhi della kunoichi, lasciando che quella nuova fiamma di determinazione che ardeva nel suo cuore si propagasse fino a toccare anche il suo. Era quella l’unica motivazione che lo spingeva ad andare avanti, incurante di quanto avrebbe dovuto sopportare pur di garantire serenità e pace ai suoi cari.

- Capisco. E cosa ne pensi della sua proposta?

Domandò subito, curioso di conoscere il responso della Hyuga. Non aveva avuto modo di conoscere Hyou personalmente, ma per quanto ne sapeva non doveva trattarsi di un ninja pericoloso per l’incolumità di lei e per questo motivo non spese nessuna parola nei confronti della pantera di Alba.

 
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view post Posted on 2/11/2013, 10:00     +1   -1
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Il ragazzo sembrava determinato nelle sue parole. Proprio come sospettava la giovane kunoichi, nessuna certezza uscì dalle sue labbra ma questo era il rischio che doveva correre. Probabilmente una delle sue ultime prove, e poi se non ci sarebbe riuscito? Non lo avrebbe più rivisto e non avrebbe più potuto godere della sua presenza anche se fatta di attimi sfuggenti in quel periodo di guerra. L'Akatsuki, un conflitto di interessi, esattamente come gliene aveva già parlato Hyou: anche lui aveva le sue faccende da portare a termine e chissà se un giorno ci sarebbe riuscito.
Mentre lei qual era l'obiettivo della sua esistenza? Perché era stata buttata li sulla terra da qualche essere superiore? Proprio come Fuyuki l'unica cosa a cui teneva più di se stessa erano proprio quei legami, vincoli che la spingevano a dare il meglio di se stessa ed erano stati proprio loro a condurla fino a li.
Quell'organizzazione criminale non era coinvolta nelle battaglie che doveva combattere il jonin, ne era stata presente quando occorreva ma lei aveva già visto cosa quell'essere fosse in grado di fare, lei poteva rimanere insieme allo Hyuga anche se sarebbe stata solo un insetto facile da schiacciare rispetto al suo sensei. Ma cosa aveva da perdere se non lui?

- S-so di non essere forte quanto te ma vorrei che mi dessi la possibilità di poter restare al tuo fianco quando g-giungerà il momento... - disse a testa bassa la dolce genin e sperando in un responso positivo.

Sapeva quanto fosse protettivo il suo maestro ma sperava ancora in un bagliore di luce che lo convincesse a tenerla con se. Anche se usata come mero oggetto, la ragazzina sognava di essergli utile in qualche maniera. Pensare alla vita dura che lo attendeva fatta solo di allenamenti, solitudine e menzogna non la faceva stare tranquilla. Teneva troppo al ninja che aveva davanti, nonostante indossasse quella maschera da cattivo che non gli si addiceva affatto. Sarebbe riuscito seriamente a vivere serenamente così?
Non poteva permetterglielo. Chiaki non poteva sostituire quello a cui lui aveva deciso di rinunciare ma poteva essere almeno quella polvere di ricordi, che fastidiosamente non si riesce a pulire, rendendolo cosciente di cosa era stato e chi era veramente.

- Avevo già a-accettato la proposta di Hyou ma a quanto pare non ero ancora pronta. Io vorrei solo che le persone smettessero di giudicarsi, anche se a-apparteniamo a villaggi diversi condividiamo tutti le stesse sorti. Mi piacerebbe aiutare il prossimo ma allo stesso tempo non vorrei nemmeno fare del male a qualcuno. Forse p-penserai che non sono adatta per essere un ninja con queste idee strambe in testa, ma credo che un giorno tutto questo sarà possibile e io voglio esserne parte - disse sorridendo la fanciulla e alzando il viso per guardare negli occhi la persona che ammirava più di tutte.

Non sapeva quello che lui avrebbe pensato di lei dopo quella dichiarazione ma sperava con tutta se stessa che avrebbe provato a capirla, a comprenderla. Sapere che una persona tanto cara, stava al suo fianco in una simile scelta le riempiva il cuore di gioia. Passare una vita da sola, aveva conferito a quel ragazzo un valore inestimabile per la ragazzina.
Non sapeva ben identificare quei sentimenti che tumultuosi si muovevano dentro di lei ma se c'era una cosa di cui era sicura, era il valore che Fuyuki aveva preso nella sua vita.
 
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view post Posted on 2/11/2013, 19:33     +1   -1
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Non si fece attendere più del dovuto la ragazza, giungendo senza troppi convenevoli al nucleo del discorso e spiazzando totalmente il giovane. Ascoltò ogni sua parola senza osare spezzare quel clima di enfasi ed entusiasmo venutosi a creare, lasciando che la Hyuga esponesse il suo pensiero senza alcun impiccio. Era davvero lei la stessa ragazzina inesperta e impaurita che aveva lasciato sotto la tempesta dispensatrice di morte del Paese delle Terme? Aveva avvertito immediatamente il cambiamento che era avvenuto in lei, ma non avrebbe mai immaginato che dentro di lei fosse maturata una simile consapevolezza di ciò che la circondava, che tuttavia – malgrado gli orrori della guerra – non aveva intaccato minimamente i suoi sogni e i suoi ideali. La guardò negli occhi senza interrompere il contatto visivo nemmeno per un istante, cercando di leggere in quelle iridi perlacee ciò che quelle labbra morbide avevano trattenuto. Lei credeva che tutto ciò che stava accadendo fosse inutile, che la violenza fosse soltanto un inutile mezzo per prevalere sugli altri, quando una pacifica convivenza avrebbe potuto rendere lieta la vita di tutti. Non era passato molto tempo da quando quello stesso pensiero aveva permeato la sua mente, prima di venire brutalmente dilaniato dalla cruda realtà e dagli eventi che aveva dovuto affrontare. Ciò che lei diceva non era sbagliato, anzi: non ci sarebbe stato bisogno di violenza, se tutti avessero condiviso la sua stessa idea, ma la verità purtroppo era ben lontana da una simile utopia.

- Sei una ragazza speciale e dal cuore puro, Chiaki.. Ma purtroppo ci sarà sempre qualcuno che vorrà dominare l’altro, è una maledizione che è nata insieme a noi ninja. Chiedi a chiunque incontri se desidera la pace e lui ti dirà sempre di sì. Ma allora perché i villaggi continuano a rinforzare i loro eserciti?

Chiese con enfasi, cercando di non essere troppo schietto e brutale con la ragazza e al tempo stesso chiaro e conciso. Se la stava mettendo dinanzi alla crudele realtà era solo per il suo bene, per metterla in guardia affinché non dovesse patire le stesse sofferenze che lui aveva dovuto sopportare a causa dell’errore che aveva commesso nel riporre troppa fiducia nel prossimo.

- Usare la violenza è sbagliato, ma non sempre. A volte sarai costretta a scegliere tra ciò che vuoi e ciò che devi fare e si tratterà di una decisione di vitale importanza. Se qualcuno volesse fare del male alle persone che ami riusciresti a lasciarlo in vita, consapevole di ciò che potrebbe fare? Kai ha intenzione di impadronirsi del mondo e non si fermerà di fronte a niente.. Eliminerà innocenti, donne e bambini, se necessario. E’ una minaccia per Konoha, per il mondo intero. E’ una minaccia per te..

Senza smettere di fissare gli occhi di lei alzò la mano sinistra e le mostrò la piaga che l’aveva colpita, la stessa che lei aveva avuto modo di vedere durante l’ultima missione che avevano affrontato insieme. Il dovere del sacrificio. Le parole che Fuyuki aveva speso al riguardo del suo gesto erano state un valido insegnamento, un monito la cui fiamma avrebbe sempre dovuto rimanere viva dentro l’anima della ragazza. Lei che adesso chiedeva di affiancarlo in quella pericolosa spedizione non poteva dimenticare ciò che il suo sensei le aveva tramandato.

- Ed è per questo motivo che devo ucciderlo. Non so se ci riuscirò o meno, ma preferisco provarci piuttosto che guardarlo mentre distrugge tutto ciò in cui io e te crediamo. Non ho intenzione di dire di no alla tua proposta, ti vedo determinata e impormi sarebbe come tarpare le ali a un’aquila pronta a spiccare il volo. Se è ciò che desideri, puoi restare al mio fianco, ma ad una sola condizione.. Devi sopravvivere.

Avrebbe potuto proteggerla con più facilità se lei fosse rimasta sotto la sua ala protettiva, ma al tempo stesso avrebbe dovuto salvaguardarla dai rischi che avrebbe corso a causa di questa sua scelta.

- La tua vita è molto più importante della mia. Perciò se la situazione diventasse critica, scappa, nasconditi, fuggi lontano dal pericolo.. Anche a costo di lasciarmi indietro. Mi rendo conto che non potrò mai farcela da solo e se non dovessi farcela sarai tu a prendere il mio posto e a completare l’opera. Non ho più intenzione di lasciarti Chiaki..


Era serio e il suo sguardo ne era testimone. Non avrebbe mai potuto perdonarsi se fosse accaduto qualcosa di male alla sua adorata allieva. Per lei non aveva esitato a sacrificare la propria vita e non voleva che il gesto che aveva compiuto si rivelasse vano al termine di quella vicenda così intricata e impregnata di incertezze. Al suo fianco la sofferenza sarebbe stata alleviata, ma la strada che si parava dinanzi ai due era tutt’altro che facile da percorrere. Si avvicinò a lei e quando la distanza tra loro fu del tutto azzerata la strinse a sé, accarezzandole i capelli e lasciando che lei potesse avvertire il suo calore e udire i battiti del suo cuore.

- Non voglio perderti.

 
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