| Ciò che si susseguì furono una serie di gesti che la piccola Hyuga decise di seguire in silenzio. Non sapeva perché il suo sensei stesse mantenendo quell'aura di mistero intorno a se ma la cosa la incuriosiva. Forse quello che stava per dirle era qualcosa di molto delicato per spingerlo a comportarsi in quella maniera. Un semplice movimento di mani e il suolo si mosse sotto i loro piedi, creando un canale oscuro che portava chissà dove. Rimase affascinata da quel trucco ma cercò di mantenere una compostezza degna del ruolo che ricopriva, non era il momento per far uscire la parte curiosa di se, voleva sapere cosa il jonin le stesse nascondendo. Con immensa fiducia si lasciò guidare proprio da quest'ultimo in quella zona inesplorata e tetra, lasciando solo che l'odore di muffa e di polvere le inondasse prepotentemente i polmoni. Non ci volle molto prima che i suoi occhi riuscissero a vedere altro oltre quelle pareti lerce che la circondavano; alcuni mobili spartani arredavano quella strana abitazione. Chi ci viveva li e soprattutto perché qualcuno avrebbe dovuto trascorrere la sua giornata in un posto del genere? Si guardò intorno spaesata, chiedendosi cosa la aspettava e perché Fuyuki l'avesse portata proprio li. Un brivido di freddo le percorse la schiena mentre avvertì di essere guardata. Alzò anche lei quelli che erano gli specchi della sua anima, fissando il ragazzo che la sovrastava. Uno sguardo serio e scuro, che in quello spazio lugubre rendeva la scena tutta più teatrale. Due parole e poi la lasciò li ad aspettare mentre la suspense diventava sempre più pesante. La ragazzina si morse il labbro mentre si dondolava su se stessa impaziente di capire bene cosa si celasse dietro la seconda porta. Lo scatto del chiavistello e poi un inquietante silenzio la investì, interrotto di tanto in tanto dal tamburellare delle dita sulle gambe e dal gocciolare d'acqua piovana sul freddo pavimento di pietra. Che fosse tutto uno scherzo? No, non le sembrava tipico di Fuyuki e allora perché la teneva così sulle spine? Fissò il letto quasi tentata nel mettersi a sedere, non sapeva se la cosa sarebbe andata per le lunghe ma il tempo di fare qualche passo verso il giaciglio che la porta chiusasi qualche minuto prima, cigolò e rivelò la figura scura di quel ragazzo che conosceva bene. I candidi occhi della fanciulla vennero immediatamente attratti da quei disegni rossi, nuvole scarlatte. Largo nella sua mente comparvero di nuovo quelle pagine impolverate che sfogliava da bambina e quasi in un gesto istintivo la quattordicenne si portò la mano al petto, afferrando il pendente con il dente di lupo che le aveva ceduto Hyou. Akatusuki, si ricordava quel nome, gliene aveva già parlato lui. Perché anche il suo amato sensei era entrato in quell'organizzazione criminale? Così l'aveva definita il ragazzo di Kumo, ma quale era il loro vero obiettivo? Che anche lui si fosse nascosto sotto la maschera delle nuvole rosse per un altro obiettivo da portare a termine proprio come faceva Furikami? La sua espressione per un attimo dipinta di stupore, tornò subito a essere serena e tranquilla come il suo solito. Effettivamente che una genin rimanesse così impassibile davanti a una notizia del genere poteva sembrare strano, eppure lei era Chiaki non una normalissima kunoichi. Il valore di villaggio e appartenenza, non era mai riuscito ad affondare le radici dentro di lei, sempre più convinta nel discorso che aveva affrontato con quello straniero che le era rimasto nel cuore. Il mondo era la casa di tutti, il villaggio era solo un luogo dove si era designati a nascere ma chi erano loro per scegliere chi era il buono o il cattivo? Chi erano loro per giudicare gli intenti degli altri? Lei conosceva Fuyuki, non lo comprendeva ancora appieno ma se aveva preso una scelta del genere sicuramente era abbastanza intelligente per averlo fatto per un motivo più che valido. Si fidava di lui, forse era sbagliato nel mondo dei ninja fidarsi così di una persona ma non riusciva a non essere così sognatrice e pura, questa croce probabilmente l'avrebbe condotta alla sua fine ma non le importava; perché solo così avrebbe vissuto in maniera vera, come la vera se stessa.
- Forse c-chiedendoti perché lo hai fatto non riceverò nessuna risposta ma sarei curiosa di sapere cosa o chi ti ha spinto a prendere questa strada. Non sono qui per g-giudicare, voglio sapere solo la verità - disse con una calma innaturale la dolce kunoichi, rimasta immobile a osservarlo.
Probabilmente il ragazzo non si sarebbe aspettato una simile reazione, forse la fanciulla dai capelli blu era veramente diventata più matura, inconsapevolmente, tra tutti quei viaggi e gli incontri fatti. Lo sguardo passò dalla veste al coprifronte sbarrato che rappresentava il loro villaggio d'origine; il simbolo che rinnegava quello che era stato, il villaggio che lo aveva cresciuto. Quante peripezie la bella Hyuga aveva dovuto affrontare per ottenere quella lamina di metallo; solo che adesso tutto le sembrava così futile e strumentale.
- Quindi conosci anche Furikami... - concluse il discorso infine la giovane.
Non se l'era dimenticata la proposta che le aveva fatto la pantera, anche se era passato parecchio tempo e non sapeva nemmeno se fosse ancora vivo. Lui aveva creduto in lei, c'era stato quando ne aveva avuto bisogno. Forse Furikami sarebbe stata veramente la strada di quel ragazzo, oppure solo uno stupido sogno utopico che non si sarebbe mai sviluppato.
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