| Un bambino mi salutò con un sorriso così ampio da essere contagioso. Mi ritrovai anche io a sorridere a quel piccolo uomo. Le sedute con l'hokage erano piuttosto veloci, all'incirca una mezz'ora ciascuno e poi uscivano tutti contenti e rassicurati. Sperai che sarebbe stato lo stesso per me. La fila avanzò di un passo. Fu il momento in cui alzai la testa e comincia a guardarmi intorno per bene. Davanti a me c'era un altro ninja della foglia, lo capì al volo perchè indossava il coprifronte legato ad un cappello che portavo all'indietro. Il marchio di Konoha mi fissava scintillante e la pressione saliva. La fila avanzò nuovamente mentre una donna anziana se ne andava con la consapevolezza che un qualche genin avrebbe ritrovato il suo gatto che aveva l'abitudine di scappare di casa. Mi ritrovai presto ad essere il primo della fila. Il ninja della foglia davanti a me rimase una quarantina di minuti a discutere di chissà cosa con il kage. Magari ne aveva combinata una grossa. O forse, tutto il contrario, era lì per essere premiato dopo una eccellente missione o qualcos'altro. Alla fine, mentre l'angoscia e l'ansia mi stavano soffocando, sentì un uomo dire "avanti", o "il prossimo", mentre indicava me con il dito indice. Le porte si aprirono lentamente. Cercai, senza successo, di iniziare a pensare ad una frase d'apertura: era stato il mio problema da quando ero arrivato al villaggio! Chiusi gli occhi e feci un altro passo avanti. Ero tutto concentrato cercando di fare bella figura che non mi accorsi che le porte dietro di me si erano già richiuse ed io avevo ancora quell'espressione concentrata in viso. Riaprì gli occhi convinto di aver trovato qualcosa da dire, stavo per pronunciare quelle parole quando vidi il kage. Ero giovane a quei tempi, avevo appena otto, forse nove anni. Dovete anche sapere che là, da dove vengo io, nel Paese delle Paludi, le donne hanno tutte un aspetto trasandato e malaticcio e quell'ecosistema forgia dei corpi deformati e poco sensuali. Mia madre era sempre stata un'eccezione, infatti era di Konoha e non era originaria del posto. Tutto ciò per dire che quando vidi Akane per la prima volta rimasi basito. Non mi stupì il fatto che fosse una donna, anche il mio paese è retto da una femmina, ma la sua bellezza cancellò ogni sillaba che avevo progettato nella mia testa e seguirono una manciata di secondi di imbarazzante silenzio.
"mmm ... ecco ..."
Ancora oggi non so quale divinità mi venne incontro, ma superato l'istante di sorpresa, riuscì a rimediare.
"Vogliate perdonare il mio aspetto, ma vengo da un lungo viaggio."
Una volta cominciato a parlare, la tensione svanì e le parole tornarono fluide. Fino a quando non mi travolse il dubbio che forse avrei dovuto aspettare che il kage mi concedesse la parola. Mi ammutolì di nuovo ... non sapevo che fare. Scossi la testa e continuai. Ormai il danno era fatto.
"Il mio paese d'origine è il paese delle paludi. Laggiù c'è stato l'ennesimo attacco dei Samurai e questa volta hanno fatto più danni del solito. Non voglio scendere nei particolari, ne voglio ricordare qualcosa che cerco di dimenticare. In quanto la sua carica è quella di Hokage, mi dispiace informarla che mia madre, una ninja della foglia, è morta per proteggermi. Il suo nome era Nana Fune, anche se temo il cognome non sia quello con cui è registrata qui. Non so altro su mia madre."
Le ultime parole furono inevitabilmente accompagnate da lacrime salate che mi bagnarono la faccia. "Non so altro su mia madre", forse era quello, più di tutto a farmi stare male. Lo stomaco era contratto e le gambe tremavano appena. Cercai di ricompormi, cancellando le lacrime dalle guance e tornando a guardare gli occhi scuri del kage.
"Ma il vero motivo per cui sono qui è un altro. Voglio ripercorrere le orme di mia madre e diventare anche io uno shinobi al vostro servizio. Giuro di donare le mie abilità al villaggio della foglia."
Caddi allora in ginocchio, ma non come uno che prega o come un mendicante, ma come un cavaliere che deve ricevere il suo nuovo titolo.
"Ho solo una condizione: quando verrà il momento, mi permetterete di tornare al Paese delle Paludi per qualche giorno. Se sarò diventato abbastanza forte, caccerò i Samurai una volta per tutte!"
Ricordo che attesi con ansia la risposta della bella hokage. Tenni lo sguardo fisso a terra e la testa china, aspettando che il destino mi travolgesse.
Edited by Cieko - 26/7/2013, 20:02
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