L'incontro con l'Hokage, 4 anni prima di watashi

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Cieko
view post Posted on 18/7/2013, 09:39     +1   -1




4 ANNI PRIMA L'AVVENTO DI WATASHI

Continua da qui.

Era appena sorto il sole e la tiepida atmosfera mi ridestò. Avevo passato la notte a tentare di non morire di freddo e mi ero imposto di continuare a camminare, nonostante più volte la fatica ed il dolore, non solo fisico per la mano, ma anche e soprattutto quello dell'anima, mi invitavano a buttarmi da una parte e morire. Mentre i primi mattinieri uscivano dalle loro case, io ero quasi arrivato alla residenza. Cominciai ad arrampicarmi per quella ripida scalinata tutto intorno ad uno spesso asse portante. Arrivai poi ad una specie di balconata in legno, sopraelevata e più in alto rispetto alla media dei tetti di Konoha. Giunto lì cercai l'entrata. Fui fortunato quando vidi un chunin uscire da una porticina bianca a qualche metro da me. Mi guardò un secondo. Aveva un'aria confusa, cosa ci faceva uno straccione come me (o almeno come ero ridotto in quel momento) nella casa più importante del villaggio? Anche lui però non fece troppe domande e lasciò la porta aperta chiedendomi se dovevo entrare. Borbottai una frase di gratitudine ed entrai dentro. Quel posto era magnifico, tetti alti, legno pregiato, una architettura semplice ma elegante. Tuttavia non spesi molto tempo a contemplare archi e archetti della residenza, preferendo piuttosto continuare la ricerca per l'ufficio del kage. Zoppicai fino ad una sala più ampia dove una guardia mi fermò.

"Vorrei vedere l'Hogake se è permesso ..."

L'uomo continuava a fissarmi come se si aspettasse qualche altra informazione. Colsi il significato di quelle occhiate con un leggero ritardo, a causa della stanchezza.

"Mi chiamo Itsuki Fune e vengo dal Paese delle Paludi. Voglio diventare uno shinobi."

Ancora una volta è importante ricordare quali fossero le mie condizioni fisiche ma soprattutto estetiche. Il sudore impregnava la veste larga, sudicia di terra e sporco. Il sangue rappreso sporcava il bendaggio della mano destra visibilmente deforme anche se le bende celavano le due dita mozzate. Il viso era sciupato, due grandi occhiaie pesavano sotto gli occhi mentre lo sguardo era vuoto e terrorizzato. Ancora vivi erano nella memoria i ricordi di quello che era successo la scorsa notte. Possiamo riassumere il tutto dicendo che avevo un aspetto più che pietoso. La guardia mi guardò dubbiosa ma senza fare altre domande sparì dietro una larga porta di legno.

(Speriamo almeno decida di ricevermi ... conciato così potrebbero prendermi per un mendicante.)
 
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view post Posted on 21/7/2013, 23:28     +1   -1
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*Il suo interlocutore parve divertito da quelle parole ma al tempo stesso mentre lo guardava dalla testa ai piedi i suoi occhi trattenevano appena lo sdegno, d'altronde non era suo compito giudicare e augurandogli buona fortuna lo mando al piano superiore indicandogli all'incirca la strada da prendere. Salite due rampe di scale il giovane avrebbe trovato un lungo corridoio circolare e sulla sinistra infondo avrebbe trovato facilmente la grossa porta con su inciso il nome Sandaime Hokage.*

"Torna vincitore!"

*Per quanto cinico l'uomo alla fine ammiccò sperando quindi di vederlo tornare con il permesso per iscriversi all'accademia, anche se era uno straniero il nuovo Hokage salito in carica pareva essere piuttosto indulgente e forse quel bambino aveva qualche speranza di impietosire il capo villaggio.
Certo l'essere una donna creava molti pregiudizi anche in un ambiente come quello e la bella Akane Uchiha di questo era cosciente e e così come sapeva che la guardia pensava di avere un capo docile sapeva anche che gli Anziani Saggi di Konoha le avevano affidato il comando per motivazioni opposte. Da quando aveva accettato l'incarico dovevano essere trascorso quasi un anno e il suo nome cominciava ad essere sulle bocche di tutti, già dal precedente torneo di selezione tenutosi proprio li a Konoha dove fu annunciata e poi a Suna, dove purtroppo nessun genin fece un rientro trionfante. Da quel viaggio nel deserto la donna non aveva più varcato le porte del villaggio, varie problematiche l'avevano tenuta impegnata in quella residenza e tra riforme e modifiche ai piani di sicurezza e controllo non v'era mai tempo da dedicare agli allenamenti o allo svago. Nei momenti liberi anzi, terminati gli incontri ufficiali, doveva ricevere gli abitanti del villaggio, mercanti, fabbri, shinobi e non che avevano da esporre problemi e richieste alla sua persona. Per quanto stancante non volle mai delegare quel compito ad altri, era importante specialmente agli inizi far sentire la sua presenza e con il tempo e la dedizione prese a cuore ogni compito.*


"Il prossimo."

*Fuori dalla grande porta dell'ufficio v'era una coda di una decina di persone e tutte all'impiedi cercavano di tenere la fila ordinata. Dalla divisa si potevano notare due shinobi della Foglia, uomini comuni di mezza età, una donna con il figlio in braccio e qualche straniero. Questi ultimi riconoscibili per via dell'abbigliamento stravagante, vesti larghe e variopinte che andavano a coprire perfino il capo, difficile dire se fossero uomini o donne, giovani o anziani.
A man a mano che venivano chiamati restavano nel'ufficio cinque minuti a testa, i due shinobi impiegarono di più ma tutti uscendo parevano soddisfatti e anche il bambino in braccio alla madre pareva sollevato: sorrise dolcemente anche a quella sorta di mendicante infondo alla fila ed emettendo qualche verso infantile gli fece "ciao" con la mano.*


 
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Cieko
view post Posted on 23/7/2013, 10:39     +1   -1




Un bambino mi salutò con un sorriso così ampio da essere contagioso. Mi ritrovai anche io a sorridere a quel piccolo uomo.
Le sedute con l'hokage erano piuttosto veloci, all'incirca una mezz'ora ciascuno e poi uscivano tutti contenti e rassicurati. Sperai che sarebbe stato lo stesso per me. La fila avanzò di un passo. Fu il momento in cui alzai la testa e comincia a guardarmi intorno per bene. Davanti a me c'era un altro ninja della foglia, lo capì al volo perchè indossava il coprifronte legato ad un cappello che portavo all'indietro. Il marchio di Konoha mi fissava scintillante e la pressione saliva.
La fila avanzò nuovamente mentre una donna anziana se ne andava con la consapevolezza che un qualche genin avrebbe ritrovato il suo gatto che aveva l'abitudine di scappare di casa. Mi ritrovai presto ad essere il primo della fila. Il ninja della foglia davanti a me rimase una quarantina di minuti a discutere di chissà cosa con il kage. Magari ne aveva combinata una grossa. O forse, tutto il contrario, era lì per essere premiato dopo una eccellente missione o qualcos'altro.
Alla fine, mentre l'angoscia e l'ansia mi stavano soffocando, sentì un uomo dire "avanti", o "il prossimo", mentre indicava me con il dito indice. Le porte si aprirono lentamente. Cercai, senza successo, di iniziare a pensare ad una frase d'apertura: era stato il mio problema da quando ero arrivato al villaggio! Chiusi gli occhi e feci un altro passo avanti. Ero tutto concentrato cercando di fare bella figura che non mi accorsi che le porte dietro di me si erano già richiuse ed io avevo ancora quell'espressione concentrata in viso. Riaprì gli occhi convinto di aver trovato qualcosa da dire, stavo per pronunciare quelle parole quando vidi il kage. Ero giovane a quei tempi, avevo appena otto, forse nove anni. Dovete anche sapere che là, da dove vengo io, nel Paese delle Paludi, le donne hanno tutte un aspetto trasandato e malaticcio e quell'ecosistema forgia dei corpi deformati e poco sensuali. Mia madre era sempre stata un'eccezione, infatti era di Konoha e non era originaria del posto. Tutto ciò per dire che quando vidi Akane per la prima volta rimasi basito. Non mi stupì il fatto che fosse una donna, anche il mio paese è retto da una femmina, ma la sua bellezza cancellò ogni sillaba che avevo progettato nella mia testa e seguirono una manciata di secondi di imbarazzante silenzio.


"mmm ... ecco ..."

Ancora oggi non so quale divinità mi venne incontro, ma superato l'istante di sorpresa, riuscì a rimediare.

"Vogliate perdonare il mio aspetto, ma vengo da un lungo viaggio."

Una volta cominciato a parlare, la tensione svanì e le parole tornarono fluide. Fino a quando non mi travolse il dubbio che forse avrei dovuto aspettare che il kage mi concedesse la parola. Mi ammutolì di nuovo ... non sapevo che fare. Scossi la testa e continuai. Ormai il danno era fatto.

"Il mio paese d'origine è il paese delle paludi. Laggiù c'è stato l'ennesimo attacco dei Samurai e questa volta hanno fatto più danni del solito. Non voglio scendere nei particolari, ne voglio ricordare qualcosa che cerco di dimenticare. In quanto la sua carica è quella di Hokage, mi dispiace informarla che mia madre, una ninja della foglia, è morta per proteggermi. Il suo nome era Nana Fune, anche se temo il cognome non sia quello con cui è registrata qui. Non so altro su mia madre."

Le ultime parole furono inevitabilmente accompagnate da lacrime salate che mi bagnarono la faccia. "Non so altro su mia madre", forse era quello, più di tutto a farmi stare male. Lo stomaco era contratto e le gambe tremavano appena. Cercai di ricompormi, cancellando le lacrime dalle guance e tornando a guardare gli occhi scuri del kage.

"Ma il vero motivo per cui sono qui è un altro. Voglio ripercorrere le orme di mia madre e diventare anche io uno shinobi al vostro servizio. Giuro di donare le mie abilità al villaggio della foglia."

Caddi allora in ginocchio, ma non come uno che prega o come un mendicante, ma come un cavaliere che deve ricevere il suo nuovo titolo.

"Ho solo una condizione: quando verrà il momento, mi permetterete di tornare al Paese delle Paludi per qualche giorno. Se sarò diventato abbastanza forte, caccerò i Samurai una volta per tutte!"

Ricordo che attesi con ansia la risposta della bella hokage. Tenni lo sguardo fisso a terra e la testa china, aspettando che il destino mi travolgesse.

Edited by Cieko - 26/7/2013, 20:02
 
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view post Posted on 23/7/2013, 15:55     +1   -1
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*Uno dopo l'altro le visite si susseguirono nel suo ufficio, si passava da richieste di missioni elementari di recupero a più alte esigenze, rapporti di missioni concluse e lamentele di mercanti per la concorrenza. Da anni ormai Konoha era alleata con Suna, quasi una tradizione più che un effettivo rapporto di stima e amicizia reciproca, specie quanto riguardava i vertici. Incontrare il Kazekage pareva ogni volta un'impresa titanica e la giovane Hokage che da poco si era inserita nell'ambiente non riusciva a soddisfare le richieste delle alte sfere della società sull'instaurare un rapporto saldo con il capo villaggio della Sabbia; sfuggevole fu anche l'ultimo Kazekage come tutti i suoi predecessori, che fosse questa la particolarità che accomunava i suoi abitanti? Sembrava davvero che fossero in grado di sparire e assentarsi maggiormente quando erano più vicini proprio come sabbia tra le dita..*

(..quanto meno con Saneatsu non ho nulla di personale in sospeso, ma questo sembra renderlo maggiormente una figura fittizia, un presta nome fantasma..)

"Riferisca pure che il contratto di alleanza prevede l'apertura di filiali nei rispettivi villaggi, è concorrenza legittima che cerca di portare benefici da ambo le parti."

*Terminato il discorso con i mercanti dalle vesti variopinte l'Uchiha fece accomodare il prossimo e controllando a che punto della lista fossero avvisò che tra mezz'ora avrebbe chiuso le udienze, la sua presenza era richiesta al campo di allenamento n° 5 per delle supervisioni. Non sapeva bene di cosa si trattasse ma l'avviso dell'anbu parve di una certa rilevanza e dunque non dubitò dell'ormai ex collega. Già la squadra anbu, le mancava molto essere sempre in prima linea tra gli inseguitori, ormai trovava davvero poco tempo per dare sfogo alle sue energie ma prima o poi si ripromise di riprendere gli allenamenti. Un capo non poteva permettersi di essere fuori forma per dedicarsi alle scartoffie.
Nel mentre ad entrare fu un bambino dall'aspetto trasandato che la trovò comodamente al suo posto, lasciva e annoiata la donna si sforzò di concentrarsi anche per quest'ultimo suo dovere e sistemandosi sulla poltrona poggiò i gomiti sulla scrivania fino a poggiare il suo dolce viso sulle nocche chiuse.
Presentandosi a fatica sulle prime il giovane iniziò il suo racconto senza attendere alcuna istruzione da lei, ciò non la disturbò e anzi non fece altro che attirare maggiormente la sua attenzione. Non si era presentato con il suo nome ma precedentemente qualcuno dalla segreteria al piano di sotto le aveva fatto avere già qualche dettaglio, era Itsuki Fune della Palude. Di quel Paese la giovane Uchiha non conosceva molto in quanto non vi aveva mai fatto visita ma per dovere aveva dovuto studiare molto più del necessario e oltre alla conformazione fisica della zona ricordava l'organizzazione del posto e i vecchi contrasti interni sociali per ribaltare il potere da matriarcale a patriarcale. Quanto le venne raccontato dal giovane però le giunse nuovo, non sapeva che Numa fosse sotto minaccia di presunti Samurai e nessun accenno era riportato nemmeno nei libri che aveva studiato.*


(Ecco l'utilità di studiare la storia antica.. dovrei far fare degli aggiornamenti con dei sopralluoghi, ma scommetto che l'idea non piacerebbe a nessuno, "I testi sono affidabili" vero Sachiyo-sama?)

*Pensando ironicamente all'ipotetica risposta della vecchia donna rugosa Akane finì di ascoltare il racconto di Itsuki e le sua richiesta. Nulla parve scuoterla nemmeno quando disse che la madre defunta era originaria della Foglia. Impassibile l'Hokage continuò a scrutare nei suoi occhi in un modo incomprensibile, non era sua intenzione metterlo in soggezione, era il suo modo di fare e di "leggere le persone": pareva in grado di scrutare nella sua anima con quei suoi occhi scuri come la pece, lasciavano credere che in quel modo mai un'insicurezza o una menzogna le sarebbe sfuggita.
Facendosi forza lo straniero si asciugò le lacrime e inginocchiandosi ribadì che come suo unico erede dopo la morte di sua madre voleva seguire le sue orme diventando uno shinobi.
Nobile intento per certo.. se non fosse che dietro tanta amarezza v'era solo un grande desiderio di vendetta. *


(..come biasimarlo del resto)

"Nana Fune. Fune, Fune.. non ho ricordo di questo cognome ma deve essere originario di Numa, lo avrà preso dal matrimonio con tuo padre. Di lui cosa ne è stato, qual'era il suo nome?"

*Sapeva già la risposta ma volle sentirlo dal ragazzo, data la consapevolezza sembrò sadismo ma un'idea strana le era balata per la mente: conoscendo il nome dell'uomo che aveva sposato Nana della Foglia poteva sapere di più sul perchè non risultava nulla di lei in quei registri.
Aspettata la risposta infatti la donna indietreggiò con la poltrona e aprendo un cassetto della grossa scrivania andò a cercare un fascicolo. Appena trovato i sui occhi, con gran sollievo del ragazzo, si concentrarono tra le pagine nello sfogliarlo in silenzio.*


"Non avrei nulla in contrario ad acconsentire alla tua richiesta ma questo solo nel caso in cui tua madre si sia allontanata pacificamente da Konoha. Questa che ho tra le mani è una lista si fuggitivi, traditori e nemici del nostro villaggio: se dovesse risultare il nome di tua madre o di tuo padre temo di non poter fare molto per te.."

*Il suono piatto di quelle parole parve riecheggiare tra le quattro mura di quella stanza, inaspettate sarebbero giunte alle orecchie tese del già provato Itsuki. Fortuna volle che ad allentare la tensione intervenne qualcuno, bussarono dolcemente alla porta e al terzo rintocco questa si spalancò previo consenso. Una donna avvolta in un kimono grigio con gli interni bianchi avanzò nella stanza portando elegantemente un vassoio con del thè e dei biscotti da servire al suo superiore e al debole ospite. Terminato di riempire le tazze e serviti entrambi raccolse il vassoio e abbracciandolo con un inchino si congedò da entrambi.*

"Alzati pure e accomodati, sarai stanco."

*Una sedia di fronte alla scrivania gli era stata preparata e con una voce molto più delicata questa volte Akane lo invitò a rilassarsi. Il suo viso sotto il riflesso del sole che trapelava dalla grande vetrata alle sue spalle le donò un aspetto quasi materno nonostante la giovane età. Doveva avere all'incirca vent'anni ma le vesti importanti che indossava e la carica che ricopriva le donavano un'aria di saggezza e una maturità indicibili. Non se ne rendeva conto ma lei stessa era un contrasto seduta a quel posto, non ci aveva ancora fatto l'abitudine ma stava imparando ad accettare quella filosofia.*

 
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Cieko
view post Posted on 28/7/2013, 07:50     +1   -1




Le domande dell'Hokage piombarono su di me come un macigni in caduta libera. Mi sforzai per ricordare i dettagli di quella notte, remavo contro corrente, una parte di me voleva cancellare tutto. Chiusi un istante gli occhi e rividi la spada di uno degli invasori togliere la vita a mio padre. Uccisi quel figlio di pu***** con tutte le forze che avevo. Imparai solo dopo qualche anno ad usare il Chakra come si deve, e scoprì che concentrarlo intorno ad un pugno, lo rendeva decisamente più fatale. Deve essere andata così, un controllo involontario, un potenziale in azione. Tornando a mio padre, comunque, anche di lui non sapevo molto. Insomma, avevo solo otto anni e preferivo passare i pomeriggi a giocare con i vicini piuttosto che ascoltare le noiose storie di mio nonno sulla famiglia di pescatori Fune. Cercai di spiegare tutto al capo del villaggio, mentre gli occhi di Akane continuavano a scrutarmi nell'animo.

"Mio padre si chiamava Juro, Juro Fune. Il giorno che il mio villaggio è stato attaccato, anche lui si è difeso con onore, ma come mia madre ..."

Lasciai intendere il finale della frase.
Mi sembrò di essere quasi riuscito a strapparle un sì, quando con mio grande stupore, tirò fuori un grosso libro e lo poggiò sul tavolo alzando un bel po' di polvere. Le accuse a seguire mi ferirono profondamente, nel cuore e nell'orgoglio. La donna infatti doveva accertarsi che mia madre non fosse una mukenin e che si trovasse nel Paese delle Paludi per una ragione specifica, sotto mandato di Konoha. In parole povere, doveva vedere se ero o meno un figlio di una traditrice.
La cultura a Konoha e nei grandi paesi è largamente diversa rispetto a quella di villaggi più ristretti e circoscritti come quello in cui sono nato io. Per fare un esempio, io non vidi mai la kage delle paludi, la Sognatrice, come si faceva chiamare. Il rispetto per i ceti alti della società non veniva insegnato. D'altro canto, l'onore personale e della famiglia era un valore inestimabile. Vi dico ciò per giustificare in parte la reazione che ebbi dopo quelle accuse. Va inoltre detto che ,per me, Akane Uchiha era solo una donna, null'altro, nè il mio capo, nè un ninja (di ninja non ce ne erano, o ce ne erano pochissimi nel Paese delle paludi, ed io non ne avevo mai visti), quindi in alcun modo, un mio superiore.


"Come osa mettere in dubbio l'onestà della mia famiglia? Non c'è motivo per un Fune di tradire! E se ..."

Ero rosso dalla rabbia e le mie braccia si agitavano di continuo. La prima cosa che avrei dovuto imparare sarebbero state le buone maniere. Fui fortunato che ad interrompere quella scenata arrivò una donna a servire del thè. Smorzata la tensione, mi resi conto della figura che avevo appena fatto e abbassai la testa. Acconsentì ad accomodarmi più vicino all'Hokage. Avrei dovuto chiedere scusa, ma non lo feci. Attesi in silenzio il termine della ricerca di Akane e mi abbuffai di biscotti per recuperare energie dopo il lungo viaggio. Con quattro biscotti in bocca ed il thè che mi gocciolava dalle labbra, ero sicuro che mi avrebbero cacciato di lì!
 
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view post Posted on 31/7/2013, 15:42     +1   -1
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*La reazione scontrosa del giovane fu più che giustificabile, chiunque in quello stato avrebbe risentito di simili insinuazioni. Tuttavia l'Hokage doveva aver ritenuto necessario parlare schiettamente e quando ottenne da lui anche il nome del defunto padre ottenere un riscontro fu molto più semplice. Alzandosi si incamminò verso la seconda libreria alla parete e trovato ciò che le interessava lo estrasse dalla pila per poi tornare al suo posto. Restando in silenzio si mise a scorrere le pagine del grosso catalogo appena rispolverato, con ordine proseguì nella lista delle missioni e ordini vari circoscritti in passato nel Paese della Palude. Vi erano quattro voci degne di nota: una missione di recupero merci richiesta da un proprietario terriero del posto e portata a termine ancora due anni prima, due richieste di supporto militare per le schermaglie e una missione di ricerca. Quest'ultima attirò l'attenzione dell'Uchiha che notando il nome della kunoichi chiamata all'appello potè tirare un sospiro di sollievo. *

(Nana.. Yamanaka, inviata a Numa per delle ricerche sulla flora del posto..blabla bla.. e questa? Nota successiva, dice missione sospesa per trasferimento di residenza dai Fune, famiglia di umili origini che hanno ospitato a lungo la kunoichi durante lo svolgimento della sua missione.)

"Il cognome da nubile di tua madre era Yamanaka e da quanto registrato risulta tutto in regola.

Diverso tempo fa fu inviata nel Paese delle Paludi per delle ricerche in campo medico, sono arrivati a noi diversi rapporti completi di campioni ma nonostante tutto il fine non è stato raggiunto e poi leggo di un permesso accordatole per soggiornare a tempo indeterminato dai Fune.
Questa informazione risale a circa nove da oggi, cosa che potrebbe coincidere con la tua nascita e quindi l'inizio di una vita diversa da come l'aveva programmata.
"

(non che ci sia nulla di male nell'avere un figlio e farsi una famiglia.. non è stata la prima ne sarà l'ultima a fare questa scelta..)

*Leggendo e a tratti riportando solo vaghi stralci Akane cercò di informare il piccolo su ciò che aveva portato sua madre lontana da casa, fece trasparire la sua passione per le erbe medicinali, la flora e l'attaccamento alla natura nonchè alla famiglia. C'era da notare di certo però la grande forza di volontà di quella donna, tra i due Paesi la Yamanaka doveva aver trovato profonde differenze non solo nel suo oggetto di studio quasi opposto alla rigogliosa Konoha nel Paese del Fuoco, ma anche in quanto a regimi politici e sociali.
Con un leggero sorriso la bella Hokage richiuse il grosso tomo impolverato e si decise a informare il giovane dell'esito di quell'incontro.*


"Con ciò hai pieni diritti di stabilirti a Konoha Itsuki.
Potrai iscriverti alla nostra Accademia e con i suoi anni di formazione apprendere il nostro sistema e diventare a tutti gli effetti uno shinobi della Foglia.
"

(le tue origini potrebbero riservarti dolci sorprese.. )

"Prenditi tutto il tempo che ti serve per riprenderti, i corsi inizieranno tra due settimane e nel mentre ti sarà messo a disposizione un alloggio per studenti. Prima di andare però permettimi di fare un appunto, non è per smorzare il tuo entusiasmo o altro, non voglio mettere in dubbio nemmeno il tuo valore.. un consiglio, in questi anni di preparazione cerca un altro scopo. La mera vendetta non porta mai delle vere soddisfazioni e se anche riuscissi ad atuarla un giorno potrebbe avere ripercussioni inaspettate sul tuo stato emotivo."

(anche se ora probabilmente non comprendi appieno un giorno capirai.. per allora spero avrai trovato altro per cui combattere)

*Dopo quella parentesi aperta con tono alquanto serio, la donna tornò a sorridente e cercando di motivare il ragazzo gli diede ufficialmente il benvenuto a Konoha.*

 
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5 replies since 18/7/2013, 09:39   217 views
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