| Karasu, in Akatsuki, si è scelto appositamente un angolo decisamente isolato e riservato dove stare. In media gli altri membri hanno covi privati e particolari, ma Karasu preferisce restare al covo per ragioni sue personali: è al centro di una vasta rete di spie meccanizzate -o almeno, quasi al centro- e rimanere nel punto nevralgico è quindi essenziale, per lui.
L'ampia sala di roccia in cui si trova è quindi equipaggiata in un modo molto poco adatto ad un guerriero o un ninja. Schermi sparsi in giro per l'intera grandezza riproducono incessantemente immagini da diverse parti del mondo, da angoli aerei, o nascosti. Non sembrano seguire uno schema preciso, nella loro collocazione, assomigliando più all'occhio composito di un insetto visto dall'interno, che un'operazione ben coordinata. Karasu passa la maggior parte del suo tempo qui dentro, al centro di questa struttura surreale, in osservazione e attesa, coordinando la rete in questione nelle ombre. Nel caso qualcuno si fosse avvicinato, ovviamente, molti occhi l'avrebbero scorto, allertando il burattinaio mascherato, e preparandolo a qualsiasi cosa... non che ce ne fosse davvero bisogno, il covo era uno dei luoghi più sicuri in assoluto.
Un'apertura nella parete dà accesso ad una serie di grotte naturali e gallerie che comunicano con l'esterno, e attraverso essa numerosi corvi vanno e vengono, apparentemente innocui. Raramente lo sono.
E' da notare che questa camera, non essendo stata pensata come una camera, è priva di letto o accessori utili ad un residente: se ne deduce che Karasu dorme in piedi, se dorme.
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Aveva appena finito di montare l'ultimo schermo, che la chiamata arrivò, aspettata a lungo. Erano giorni che era entrato in Akatsuki, ma non c'era stato alcun segno di connessione. Prudenza, supponeva. Aveva continuato a comunicare con altri metodi, ma mai in quel modo più "diretto", non sapendo di quali mezzi avessero a disposizione lì dentro, se possedevano jutsu di intercettazione o simili.
La chiamata era come sempre... soddisfacente. Dava qualcosa di simile al piacere, a Karasu, o almeno qualcosa che lui poteva immaginare come piacevole, ma Karasu raramente si perdeva in considerazioni simili. Gli schermi si illuminarono, mostrando un simbolo. Un serpente inscritto in un corvo, inscritto in una ruota dentata. Karasu non aveva bisogno di vedere gli schermi, ovviamente -erano lì per altri motivi- ma un supporto grafico aiutava.
-I preparativi sono ultimati?-
La voce era secca, tranquilla, ma piuttosto intimidatoria. Non richiedeva di parlare con un suo pari, era chiaro.
-Può vederlo con i suoi occhi. Tutto è pronto. La fase uno è terminata.-
-Perfetto. Continua a collaborare, informati sui progetti dell'organizzazione, fornisci ogni informazione possa interessare loro... escludendo quelle di priorità due o superiori, e anche in quel caso contattami immediatamente. Hanno qualche possibilità di intercettare?-
-No, nessun metodo, sono ciechi, ma forti. Jagura sospetta qualcosa.-
-Comprensibile, sarebbe sciocco non farlo. Il mago tuttavia non è il nostro problema principale. Prosegui pure verso la fase due, attendi informazioni, e... uhm... cerca di divertirti, vedila come una vacanza.-
-Vacanza?-
Il corvo era piuttosto perplesso, a quel punto. Il concetto di vacanza era piuttosto alieno a Karasu, ma evitò di contraddire l'altro, che forse si rese conto dell'incomprensione. O forse no, essendo sempre stato un tipo piuttosto egomaniacale.
-Uh... già. Beh, useremo il collegamento diretto, a questo punto. Continua così, ottimo lavoro.-
La comunicazione si interruppe, ritornando a mostrare immagini dal resto del continente. Karasu rimase immobile, a pensare. Un corvo volò vicino, con un anello bianco nel becco. Karasu scambiò il suo con quello del corvo, che volò via. Il nuovo anello era identico al vecchio... una copia perfetta.
Come lui.
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Naruto Gdr 
