Watashi 26C - Elementare, missione per Hanabi, Kazuto, Tatsumaru e Shinodari

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doc scratch
view post Posted on 7/4/2013, 16:28




Era una mattina cupa e depressa, al campo base. Già da mesi, in effetti quasi un anno, stavano combattendo contro Watashi, e all'orda non sembrava esserci una fine. Per ogni demone che uccidevano, altri due prendevano il posto con rinnovato vigore e spietatezza. I seguaci sparsi in tutto il continente venivano sistematicamente eliminati o catturati, ma senza alcun costrutto: non si facevano progressi, riuscendo solo ad arginare il fenomeno. Forse l'alto comando aveva un piano, forse tutto quel sangue non sarebbe stato invano.
Ma per ora, i soldati combattevano e morivano uno dopo l'altro, bloccando sempre più a fatica quel colossale, mostruoso e disgustoso essere.
Fu quindi con il solito senso di allarme, ma con una rassegnata determinazione, che all'urlo disumano nel centro dell'accampamento accorsero vari elementi dello staff, aspettandosi di trovare il solito spettacolo raccapricciante di sangue e morte.
E trovando, invece, una tenda linda e pulita. Uno dei locali si guardò attorno, stupefatto: da dove era arrivato quell'urlo? Poi notò l'omino dalla testa calva e dal corpo tondeggiante che stava tremando in un angolo, sotto shock.


-Shikaku-san? Cosa ci fa lì?-

Shikaku era l'uomo dei numeri di quell'accampamento, un ragioniere, un contabile, che teneva in ordine praticamente qualsiasi cosa entrasse ed uscisse da quel luogo, noto per puntigliosità e per la capacità di rimanere inflessibile e burocratico anche di fronte a kage e generali.

-Li hanno presi.... LI HANNO PRESI!-

Indicò con un dito tremante l'altro lato della tenda. Qualcosa, nell'ombra, indicava una gran confusione.

-LI HANNO PREEEESIIIIIIIIIIIIIIIII!-

L'urlo squarciò l'accampamento.

ruolata libera, unica restrizione, arrivate al campo base e venite attirati dall'urlo in questione. Potete postare (Sia ora che dopo) nell'ordine che preferite. Siccome alcuni di voi hanno impegni, liberatevi e poi postate, non c'è comunque fretta.
 
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view post Posted on 11/4/2013, 19:00
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Un giorno, solo ventiquattro ore da quando quella lettera aveva raggiunto la dimora del giovane, finalmente sarebbe arrivato anche il suo momento, la guerra lo attendeva, ma cosa avrebbe trovato? Si era allenato duramente e con determinazione per raggiungere quel punto, per se stesso, per la propria famiglia e.. detestava ammetterlo, anche per Misato, la Sunese capricciosa e isterica a cui aveva strappato con inganno il suo primo bacio.
Quando le iridi nere come la pece incontrarono quel pezzo di carta rimasero paralizzati, per un membro del clan Uchiha entrare finalmente nel vivo della battaglia era un onore e un privilegio, era così anche per suo padre, ma Kazuto? Di certo non poteva esser contento, ma cosa allora? Il suo corpo gli dava segnali davvero forti, il non riuscire a muoversi, gocce di sudore freddo che solcano il volto, battito accelerato, respiro irregolare.. Uchiha Kazuto aveva paura, lui non era un genietto dai super poteri, un comune ragazzino e futuro giocattolino di un Dio che non aveva trovato nulla di meglio da fare, esattamente.. un Dio.. Poteva essere sconfitto un essere superiore? Da circa un anno le nazioni ninja si erano unite per raggiungere un unico scopo, l'unico risultato ottenuto sembrava essere stato semplicemente il ritardo nella fine di quel mondo, così come lo si conosceva, a quel punto tutto sarebbe svanito, così come le promesse e i sogni fatti mutabili in sottilissimi granelli di sabbia e polvere..


Ma che cavolo sto pensando? Non è da me deprimermi in questo modo, poi potrei incontrare anche Takeshi al campo base, credo che mio cugino sarà felice di sapere che finalmente dopo tanti anni cel'ho fatta anche io, anche se comunque non mi salterà addosso dalla felicità, quel tipo deve proprio imparare a lasciar andare le proprie emozioni, infondo non ci vuole molto, la regola è semplice! Dì quel che pensi, ormai è la mia filosofia di vita..


Fortunatamente l'Uchiha non si fece coinvolgere particolarmente da quei pensieri, così pessimisti e reali allo stesso tempo, scosse la nuca velocemente scrollandosi di dosso ogni cosa brutta oscurasse i suoi buoni propositi, in tempo lampo raggiunse le terme del villaggio, era fondamentale prima di entrare in guerra rilassare ogni piccolo nervo fuori posto, non farsi prendere dal panico e rilassarsi, il corpo tonico si lasciava cullare dal tepore del liquido caldo in cui era immerso, gli innumerevoli lividi subiti "casualmente" durante gli allenamenti pungevano come aghi in vari punti, a partire dalle braccia sino all'addome del ragazzo, il labbro ferito ancora faceva fatica a guarire, piccoli segni del suo duro impegno che erano parte di un nindo non sempre facile con cui convivere.. Andare avanti, sempre.. con forza e determinazione..

Il giorno dei preparativi divenne senza nemmeno accorgersene quello dell'addio al villaggio, quasi con malinconia attraversò quelle vie con un mezzo sorrisetto sul volto, al suo fianco una ragazza incontrata per puro caso, ma bella come la luna piena e calda come il sole, in qualche modo poteva sentirlo, non riguardava più se stesso o la propria famiglia, aveva motivazioni ben più grandi per entrare in guerra, lo faceva per vedere ancora il sorriso sul volto dei bambini che giocavano spensierati al parco, per chiunque affidasse le proprie vite agli Shinobi e infine, perchè no.. Anche per quella ragazza, la più bella che avesse mai visto..
Quando tutto questo sarà finito, renderò tutti i miei progetti realtà..

____________________________________________________________________________________________________

La mattina seguente arrivò più veloce di quanto pensasse, Kazuto si alzò stanco e poco riposato, la notte precedente non era stata molto tranquilla per il genin, si rigirava più e più volte sul soffice materasso, senza mai trovare la posizione comoda e che gli permettesse il giusto riposo per il viaggio che avrebbe intrapreso.
Pesantemente mosse i piedi verso l'armadio in cerca di qualcosa che potesse essergli utile in guerra, nulla.. normali vestiti, pezzi di stoffa semplici da scalfire e senza alcuna utilità, perchè portarseli appresso senza un ricambio? Decise quindi di prendere semplicemente i suoi soliti sandali neri, pantaloni non troppo aderenti e guanti abbastanza lunghi, in grado di tenere i muscoli del giovane caldi ed evitargli bizzarri strappi muscolari da principiante, non era però troppo sicuro che tutto ciò potesse bastare, non era come il nascondino a cui era abituato da bambino, in cui per salvarti non dovevi far altro che scappare e non farti prendere dal cattivone di turno, lì i cattivoni erano le progenie, figli di un Dio dalla mentalità e dai pensieri folli, contorti e disturbati.
Chiuse l'armadio alle sue spalle e si avvicinò all'Himogatana, l'arma a cui aveva deciso tempo prima di affidare la propria vita, se quella lama fosse stata oltrepassata o spezzata allora la sua morte sarebbe giunta senza alcuna pietà, la fissò tra le proprie mani preoccupato in volto, improvvisamente aveva voglia di nascondersi sotto al letto e di non uscire più, sino alla fine della guerra, ed era un codardo, un inutile codardo pieno di speranze senza senso, proprio come aveva sempre detto Takeshi.


Purtroppo sono in ballo, direi che è giunto il momento di iniziare a ballare.. Uff..



Uscì dalla propria camera e si portò rapidamente in quella dei suoi genitori, non era solito frugare di nascosto tra gli oggetti dei suoi, ma se voleva entrare in duello come un vero Shinobi allora avrebbe preso qualcosa in "prestito" dal padre, a cui era più che sicuro non avrebbe avuto nulla in contrario, strabuzzò gli occhi alquanto perplesso quando la maggior parte degli oggettini nella stanza non aveva alcuna utilità, l'unica cosa che forse avrebbe potuto salvarlo erano due protezione in metallo per le braccia, già piene di lividi del ragazzo, sorridente li prese e se li infilò tranquillamente, l'opera era quasi giunta al termine, mancava solo un ultimissimo dettaglio e sarebbe stato pronto per il viaggio.

Quella baldracca di Kumiko mi ha ridotto proprio male, non posso presentarmi con un labbro spaccato e lividi sull'addome! Potrei sempre dire di essere appena tornato da una missione, forse questo renderebbe un pò meno umiliante il mio arrivo al campo base, fa nulla dai, mi inventerò qualcosa durante il viaggio, adesso mi serve qualcosa per completare il mio stile da combattimento, aspetta.. Ho trovato!



L'illuminazione avuta lo portò a scendere le scale per il piano inferiore, ad ogni suo passo sul legno consumato si poteva sentire uno scricchiolio irritante e classico delle più comuni abitazioni, dopo essere entrato in cucina andò a recuperare delle fasce bianche di stoffa che sua madre utilizzava comunemente per medicare le ferite in battaglia e se le avvolse sul polpaccio e sulle braccia, all'altezza dei bicipiti, anche l'ultimo piccolo dettaglio era ultimato, doveva però essere sicuro e convinto del risultato ottenuto, si andò quindi a guardare allo specchio, sperando di vedere non più un bambino.. ma un vero Shinobi..

Non male! Dovrebbe essere il mio stile quotidiano, chissà quante ragazze riuscirei ad abbordare in questo modo, forse dovrei metter qualcosa addosso, non so se andare in giro a torso nudo sia molto accettato al campo base, mah lo saprò solo quando sarò lì, ora non ho più molto tempo, devo raggiungerli prima dell'ora di pranzo o morirò di fame..



..Si parte!



Ho deciso di inaugurare il lavoro faro da rita in questa mia prima missione, ecco qui il Kazuto War Style!


____________________________________________________________________________________________________

Finalmente giunto al campo base, il ragazzo mosse i primi passi all'interno dell'area, colto completamente alla sprovvista dalla depressione e lo sconforto ovunque presente, le labbra socchiuse, rimase immobile per qualche istante ad osservare chi per un motivo o per l'altro non aveva voglia di sorridere, in effetti perchè avrebbero dovuto? Le possibilità di combattere un essere immortale e morire, senza poter dare un ultimo abbraccio ai propri cari erano alte.. Una morsa gli attanagliò il cuore, doveva resistere, prima o poi tutto quello sarebbe stato un mero ricordo..

Aspetta.. Ma se quello che combattiamo è davvero un Dio, potrebbe avere poteri inimmaginabili, potrebbe creare degli esseri apparentemente innocui e ucciderci a tradimento quando meno ce lo aspettiamo, e se conoscesse anche il nostro animo? Oh no, non voglio nemmeno immaginare una cosa del genere, saprebbe dei nostri punti deboli e potrebbe usarli contro di noi, non potrò fidarmi nemmeno di tutte quelle belle topoline che incontrerò per la strada! Questo non è affato leale! Non so se ucciderei qualcosa che abbia le sembianze di una dea.. Stupidissimo Dio, meriterebbe di-..


Non era neppure arrivato che già la sua mente vagava su elementi inutili e poco logici, quel suo sfogo mentale venne però interrotto da un urlo ghiacciante che squarciò l'aria, portando l'epicentro dell'attenzione dei presenti su una tenda in particolare, l'Uchiha deglutì con fatica ritrovandosi col cuore in gola, iniziò a muovere passi rapidi incuriosito mentre una leggera scossa elettrica gli pervase l'intero corpo, qualcosa in lui lo bloccò poco prima di avventurarsi nella tenta, rimase all'esterno cercando di comprendere cosa fosse accaduto, l'unica cosa che riusciva a vedere tra le teste di alcuni uomini era un uomo senza capelli con un espressione chiaramente impaurita sul volto..

Ma quel grassoccio è uno Shinobi anche lui? Ehy però potrebbe almeno farsi crescere un pò i capelli.. Ma.. Che sta succedendo?



Allungò il collo cercando di seguire con le iridi nere la causa di tutta la paura mostrata dal grassone, iniziò a grattarsi la nuca e ad inarcare un sopracciglio piuttosto confuso, restando ad osservare lo svolgersi della situazione..

// I primi post per me sono sempre tragici xD Ci tenevo comunque a mostrare le preoccupazioni di Kazuto in quella che è la sua prima ascesa in questa guerra, Sorry silviè farò meglio u.u //
 
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view post Posted on 13/4/2013, 00:06

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CITAZIONE
(Pensato Shiho)

|Pensato Kumiko|

- Parlato Shiho -

- Parlato Kumiko, quando Shiho le lascia il controllo del corpo -


Più maturava e più poteva apprezzare come le vie dei Kami fossero imprevedibili e molte volte sorprendenti. Così come lampo e tuono, ad ogni evento seguiva una conseguenza e spesso entrambi erano imprevedibili quanto paradossali. Un Kami, dal nulla, aveva scatenato una guerra, altri l'aveva guidata sul sentiero del potere, altri ancora si erano divertiti a giocare con le sorti e la relazione che la stessa Shiho aveva con suo padre. Nonostante le prime due vie fossero più più lampanti, più burrascose per la genin, imminenti e importanti, in quel momento, di fronte al laghetto del giardino di casa, il pensiero della piccola Yamanaka era concentrato sull'ultimo concetto, quello che riguardava lei e suo padre. Tutto era più silenzioso che mai, il quartiere dove molti del suo clan risiedevano era stato svuotato da quella guerra, da Watashi, lo stesso Dio che aveva stravolto le sue emozioni e che aveva scatenato gli orrori che il giorno dopo avrebbe cominciato ad affrontare. Perfino i friniti della fauna notturna di Konoha, sotto la pallida Luna di quella notte, sembravano più trattenuti e timidi del solito, tanto da lasciare il solo ritmico sbattere del shishi odoshi ascandire i pensieri della genin. Tutta una vita, per quanto breve, aveva dedicato ogni sua forza a compiacere il padre, a concentrarsi sulla via dello shinobi, ad allenarsi, solo quello importava all'unico genitore rimasto alla giovane e nonostante tutti i suoi impegni, il sudore e sangue versato, non era mai riuscita a strappare un briciolo d'affetto da quest'ultimo. Era tornata a Konoha a testa bassa, sentiva di aver tradito la sua Kage presenziando alla venuta di quel Dio, di aver fallito come quella volta che sulle vette dello stesso Paese delle Cascate aveva affrontato insieme a Kaminari quel drago e neanche il successo all'Eremo dei Molluschi aveva alleviato la paura nell'affrontare il padre al suo ritorno. Quella sera, invece, tutto era stato diverso, tutto era stato come mai prima. Aveva riportato, come erano soliti fare sia lei che i suoi fratelli ogni volta che tornavano da una missione, tutti gli avvenimenti che si erano resi protagonisti del suo viaggio al padre, decisa, ma alla stesso tempo timorosa per il verdetto che avrebbe seguito, ma proprio quest'ultimo si era rivelato un tuono del tutto diverso da come l'aveva più volte visualizzato nella sua mente. Non vi furono complimenti, come al solito, ma dall'altra parte neanche rimproveri. Il "generale"era rimasto in silenzio, pensieroso, un silenzio, seppur freddo come al solito, diverso. Per la prima volta nella sua vita, il padre stava riflettendo su di lei, si era fermato a pensare alla figlia al posto di punirla e sgridarla, non aveva mostrato affetto, sarebbe stato una cambiamento troppo radicale, ma qualcosa di molto simile ad una preoccupazione o forse addirittura apprezzamento. Non poteva saperlo Shiho, il padre non esternò niente, qualsiasi fosse il pensiero che aveva occupato la sua mente, ma una volta rotto il silenzio, per la prima volta, si offrì di aiutare la figlia nei preparativi per la partenza. Dopo cena passarono insieme la serata, nello studio di Shinji, dove quest'ultimo mostrò alla piccola, seppur con il solito rigore, alcuni trucchi per utilizzare al meglio i rotoli e gli equipaggiamenti che Shiho aveva comprato nel pomeriggio e dove i due prepararono insieme le pillole tipiche del loro clan. Shiho era contenta, non aveva mai passato una serata tranquilla e spensierata col padre e, nonostante fosse ad un passo dal baratro di quella tremenda guerra, si sentiva in qualche modo... Completa! Spentesi le candele dello studio di Shinji, Shiho si era, appunto, soffermata ai bordi del laghetto della sua residenza, riflettendo felice e compiaciuta di come, questa volta, nella maniera più inaspettata, al lampo dei Kami fosse seguita la pace, quel dolce tuono che aveva svuotato la sua mente.

(Questo ritorno a Konoha si è rivelato a dir poco... Incredibile! Prima l'Hokage, ora papà, il mondo intorno a me sta mutando, ma non solo in peggio, anzi!)



|Domani potresti morire, che te frega? Ahahah Io penserei piuttosto a dormire o ad allenarmi, in modo da evitare quest'evenienza! Ora che ho un corpo, non vorrei perderlo per i tuoi... Sentimenti positivi! Ahahah|



(Sono mesi che non mi rilasso, qualche minuto in più o in meno qui in giardino non può che farci bene! Senti che pace... Continui a sottovalutare il potere degli umani, i nostri sentimenti! Ahahah)



|Non ricominciare ad assere mielosa per carità del nostro caro amico Watashi! Piuttosto... E' tanto che non mi lasci il controllo e ti ricordo che abbiamo un accordo!|



(Tranquilla, non me ne dimentico, domani avrai il tuo... Tempo libero!)



|Sono proprio curiosa di vedere che ha scatenato in giro per il mondo il caro Watashi... Potrebbe essermi di ispirazione per il futuro, quando saprò padroneggiare meglio i miei poteri! Ahahah|



Quando gli occhi smeraldini della genin tornarono ad aprirsi, era mattina. Un tiepido sole scaldava il lenzuolo che la copriva, si trovava nel suo letto. Non ricordava quasi più quanto fosse comodo, come non rimembrava quanto fosse soffice il suo pigiama, nonostante il prurito sul petto provocato dall'etichetta quest'ultimo, le fece capire che la maglietta le era stata messa al contrario. Fra i tuoni e fulmini dei suoi pensieri e le chiacchiere interiori con Kumiko, doveva aver preso sonno in riva al laghetto e, cosa alquanto più sbalorditiva, a meno che i nonni non fossero passati in piena notte a casa sua, il padre doveva averla portata a letto. Sorrise stiracchiandosi e lasciandosi coccolare ancora qualche istante dal profumo delle lenzuola, non era mai successo in tredici anni di che il padre si fosse curato di lei e questo palesava ulteriormente come i Kami avessero deciso di placare la burrasca che l'aveva sempre separata dal padre. Non sapeva se sarebbe durata o se sarebbe stata solo una quiete passeggera, ma stava bene. Certo, poteva anche solo essere una puara di perdere la figlia in guerra il cambiamento del padre, ma anche già solo questo, per Shiho, era un gran passo avanti. Sarebbe rimasta in quel letto, nel suo letto, ancora per delle ore, ma il senso del dovere che sempre l'aveva caratterizzata e che non si era assopito nonostante le soddisfazioni ottenute, era già ben desto e concentrato sul viaggio che avrebbe dovuto affrontare quel giorno. Si alzò dal letto, tutto il necessario era già pronto dalla sera prima nell'ufficio del padre, tornò a vestire i capi che l'avevano accompagnata nelle sue avventure e con essi, quasi come se fossero loro a portare con se gli orrori del passato e del futuro, anche il peso di quella guerra tornò a pesarle addosso, cancellando il suo sorriso, riportando la sua mente alla serietà e concentrazione che era solita accompagnarla durante le sue missioni, sul campo di battaglia. In poco tempo era pronta per partire, il padre a quanto pare non era in casa, ma Shiho decise di non aspettare il suo ritorno, anche non volendo forzare quel nuovo rapporto che stava fiorendo. Solo più la rituale visita ai nonni, appuntamento fisso prima di ogni viaggio, la divideva dal campo base e dalle progenie del Dio che aveva visto sorgere. Affettuosi come sempre, i due anziani posticiparono il viaggio di Shiho di un paio di orette, passate fra coccole, raccomandazioni e, naturalmente, preghiera. "Benedetta" dai loro baci, quindi, la piccola genin raggiunse le porte del villaggio. La prospettiva non era delle migliori, lasciava alle sue spalle l'affetto di quei giorni, le risate, il relax e si stava dirigendo verso le sofferenze e la violenza che la guerra portava con se. Non tentennò, non perse tempo per strada, era concentrata, determinata, era la sua via e l'avrebbe seguita fino in fondo, senza contare che le emozioni provate in quei giorni, al posto che farla desistere, l'avevano maggiormente spronata. Avrebbe combattuto per quei sentimenti, non solo i suoi, ma anche per tutti quelli degli abitanti del suo villaggio. Sentiva di odiare già questa guerra, il dolore che portava con se, la infastidiva nel profondo, la innervosiva. Il viaggio fu tranquillo, spedito, senza troppe interruzioni, senza soste, aveva già perso troppo tempo in questa guerra, si sentiva già in ritardo e, nonostante non fosse necessario, il ritmo di marcia fu sostenuto.

|Forza, forza, muoviamoci ad arrivare a questo campo base, non vedo l'ora di godermi un po' di relazioni interpersonali fra umani! Ahahah|



(Ricorda cosa mi hai promesso! Vedi di non mettermi nei pasticci!)



|Si, si, eviterò di parlare con i tuoi superiori! Ahahah Ma diamoci una mossa! Ahahah|



(Secondo le indicazioni che mi han fornito, dovremmo quasi esserci!)



Dopo lunghe, ma veloci, ore di viaggio, di attesa, finalmente all'orizzonte cominciarono a disegnarsi le tende del campo base. Era molto più vasto di come lo aveva immaginato, di come se lo aspettava, ma dopotutto, essendo il centro operativo dell'alleanza fra i quattro villaggi ninja più grandi, non poteva che essere così. La corruzione nell'aria era forte, così come il clima era molto più "freddo". Ancor prima di muovere un passo all'interno del campo, poteva sentire un clima completamente diverso da quello che si era lasciata alle spalle. Mancava il calore della gente, il vociare di donne e bambini. Quella sensazione fu la prima a colpirla! Era stata forse troppo lontana da Konoha, dal villaggio che aveva giurato di difendere e ora che ne aveva riassaporata l'aria, già soffriva di nostalgia? O forse, come spesso venivano dipinti, erano veramente solo armi gli shinobi? Rimase qualche minuto li ad osservare il vasto accampamento, pensierosa, fino a quando non si decise a fare il suo ingresso ufficiale in guerra o meglio, a lasciare che Kumiko lo facesse per lei. Non senza le ultime raccomandazioni, lasciò il possesso del corpo alla Yōkai, sperando che quest'ultima non la facesse subito finire in qualche guaio, come quando si era intrufolata nel cuore dell'armeria della spadaccina a Suna! Si fidava di lei, era pur sempre un'intelligenza innata, uno di quegli esseri che tanto adorava, ma dall'altra parte, ormai, la conosceva bene. Era sfrontata, fin troppo curiosa, in generale, così come nei confronti degli umani, maliziosa, avventata, ma in quel momento, da un lato, era felice di averla al suo fianco, le dava sicurezza e in qualche modo riusciva a sovrastare la freddezza di quel luogo con la sua, seppur eccessiva, spensieratezza. Dal canto suo, la Yōkai, non perse tempo, gettandosi letteralmente a capofitto nell'accampamento. Si guardava intorno con il suo solito sorrisetto malizioso, l'espressione sul volto era cambiata, non era più quella seria e assente di Shiho, gli occhi smeraldini, più scuri quando Kumiko era "al comando", vagavano senza sosta a destra e a sinistra, soffermandosi sulle sfumature degli esseri umani che la circondavano. Passare inosservata, con i suoi comportamenti "ambigui", non era certo la sua specialità e, nonostante ormai sapesse controllare al meglio quel suo contenitore, di sicuro non si poteva definire del tutto normale, umanamente parlando. La postura ondeggiante, il passo spedito e dalla velocità irregolare, gli sporadici accovacciamenti su casse e basi rialzate per poter poi sbirciare dentro tende e container, erano tutte azioni che non poteva passare inosservate, così come non potevano non essere seguite dai rimproveri stizziti di Shiho. Improvvisamente, però, un urlo, forte, sofferto, disperato, bloccò la curiosità di Kumiko e le lamentele della Yamanaka. Senza bisogno di consultarsi, seppur con intenti diversi, le menti della due si lasciarono rapire dal grido. Rapida, la Yōkai, si fece strada fra i sentieri disegnati dalle disposizioni ordinate delle tende del campo, raggiungendo il luogo da cui proveniva l'urlo, ad occhio e croce nel cuore dell'accampamento. L'epicentro della disperazione sembrava essere una capanna in particolare, all'interno della quale, disperato, un uomo non più troppo giovane e completamento calvo, farfugliava a proposito di quello che sembrava essere stato un furto, indicando un angolo buoio della tenda. Un'altro shinobi, preoccupato e riverente nei confronti del pelato, cercava di calmarlo, mentre tutt'intorno altri accorrevano, chi allarmato, chi per curiosità. Kumiko, sempre più affascinata dalla situazione, non si limitò ad imitarli, superando un giovane a petto nudo, quasi sicuramente coetaneo di Shiho, ed entrando direttamente nella tenda, per poi rivolgersi spigliata e senza troppe riverenze all'uomo disperato.

- Agitarti a questo modo non risolverà la situazione... Amico! Perché non cerchi di calmarti e non provi ad esser un po' più... Esplicito? Che ti hanno preso? Chi? -



(Amico!? Per tutti i Kami Kumiko-Sama! Ma come ti viene in mente di entrare senza permesso in una tenda e rivolgerti così ad uno shinobi sicuramente più anziano e, oltretutto, in quello stato? Fra noi umani esiste il rispetto! Neanche siamo arrivate e ti sei subito fatta notare!)



|Quel cicciottello... Sarebbe uno shinobi? Ahahah Gli ho solo dato un consiglio, sono stata gentile, che ho fatto di male! Ahahah|



(Devi essere meno sfrontata se vuoi rapportarti bene con gli altri, con noi esseri umani, più delicata! Le cose si mettono male, tu dici solo più quello che io ti dico di dire per favore!)



|Va bene, va bene! Ahahah Oggi si che ci divertiremo, me lo sento! Ahahah|




 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 13/4/2013, 12:58




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Gli ultimi preparativi erano compiuti. Il ragazzo strinse le fasce che gli coprivano le braccia, e con cura si sistemò le pieghe del corto Kimono, che aveva preso il posto della sua solita felpa nell'abbigliamento da missione. Ne saggiò la mobilità, ruotando il braccio a formare ampie circonferenze, dopodichè, guardandosi allo specchio, decise che era giunto il momento di andare. L'immagine che vide riflessa non era la stessa a cui era abituato, il tempo lo aveva cambiato, ma più di quello, le esperienze vissute avevano lasciato indelebili segni nella sua mente. Nei suoi occhi non più l'innocenza della fanciullezza, non più il candore della curiosità, ma una fredda determinazione, dietro cui si agitavano gli spettri dell'incertezza. Ne avevano discusso qualche giorno prima, lui e Yukiko, della possibilità di ritornare al campo base, per ricevere un nuovo incarico nella guerra contro il Falso Dio, e nonostante gli orrori del Nemico danzassero ancora in un angolo della sua mente, sentiva che non poteva starsene inerme quando l'oscurità calava sul mondo. Keiichi non lo aveva fatto, Keiichi aveva lottato, e lui non sarebbe stato da meno.

Quella mattina si era svegliato presto, il pensiero dell'imminente partenza aveva accorciato il suo sonno, e così, per scaricare la tensione, si era inoltrato nel bosco, nel suo posto segreto, per allenarsi in previsione della battaglia. Immergendosi nella natura, riusciva a scaricare ogni preoccupazione ricevendone in cambio un effetto benefico, forse per via del suo sangue, che lui amava paragonare alla fotosintesi delle foglie. Respirare e inspirare, in un continuo ciclo dove l'aria che veniva espulsa tornava purificata, nello stesso modo in cui i suoi pensieri si trasformavano. Si era concentrato nel lancio dei kunai, scagliandoli in una precisa direzione, per poi innalzare subito dopo un muro di radici a intercettarne la traiettoria. Un allenamento di riflessi, di attacco e difesa, una preparazione necessaria se voleva essere utile alla squadra. Nelle missioni che aveva svolto, la sua presenza era stata spesso un intralcio, o il suo contributo era stato irrilevante per il gruppo, se non addirittura dannoso. Anche per questo si allenava, per questo aveva comprato equipaggiamenti migliori, aveva speso ore a ristudiare le nozioni apprese all'accademia, e spesso nei giorni passati aveva visitato il suo posto segreto nel bosco per ritrovare la pace che sentiva di non avere.

Calma e concentrazione, la staticità dell'albero unita alla rapidità del ninja, la rigidità del tronco fusa alla flessibilità dei muscoli. Cercava di applicare il suo nindo con più costanza e determinazione, non poteva farsi piegare dagli eventi, doveva durare, lottando nella tempesta e crescendo verso il cielo, per questo le sue radici dovevano essere salde. Radici profonde, ottenibili solo con la consapevolezza di se stesso, dei suoi limiti, ma anche della sua forza. Equilibrio era la parola d'ordine, rettitudine e aspirazione, come ritto è il tronco dell'albero che aspira al cielo. Non era facile per lui, strattonato agli estremi da una profonda frustrazione e da un incondizionato amore, trovare l'equilibrio in quell'età di tumulto, ma il solo fatto che ci stesse provando, significava che le sue radici avevano cominciato a insinuarsi nel terreno.

Tornato a casa, immerso nell'acqua fumante, recuperò le energie spese, e quando udì i suoi genitori levarsi dal letto, seppe che l'ora di partire era arrivata. Dopo essersi vestito, scese al piano inferiore, consumando la colazione, abbondante per l'occasione, insieme ai suoi genitori, i quali come sempre non mancarono di fargli mille raccomandazioni. Non aveva raccontato loro della conversazione con l'Hokage, ne di Keiichi, o del passato che essi stessi avevano vissuto. Non voleva dar loro pensiero, e non voleva che la loro apprensione lo soffocasse. Dopo gli ultimi saluti, lo zaino colmo di provviste e attrezzatura in spalla, Tatsumaru varcò la soglia del giardino, attendendo l'amica davanti casa sua. Da li sarebbero partiti nuovamente verso il Campa Base. Al solo pensarci, Tatsumaru provò lo stesso disagio della prima volta, nel vedere quanta sofferenza la guerra stesse causando, e di quanta gente stesse lottando per la sua fine, compreso lui.

Fortunatamente il viaggio proseguì in un clima più sereno. Yukiko e Tatsumaru percorsero la stessa strada della volta scorsa, che in quell'occasione parve più breve, almeno per il ragazzo. Si sentiva stranamente in imbarazzo a camminare al fianco dell'amica, e non riusciva a togliersi dal volto l'espressione ebete che aveva assunto non appena l'aveva vista. Resistette per un pò, dopodichè le prese la mano, e la strinse per farsi forza. Si accorse di essere arrossito, ma cercò di far finta di niente, proseguendo il cammino come se nulla fosse. Tenere la sua mano gli dava una piacevole sensazione, e l'espressione ebete si tramutò in un sorriso sereno.

Il campo base era tale e quale a come lo ricordava, un luogo dove il peso della guerra gravava sulle spalle di ogni individuo in egual modo, che fosse ninja o qualcos'altro. Nulla pareva essere cambiato, eccetto la bacheca degli eventi, che ora contava più rapporti di azioni concluse con successo, tra cui figurava anche la loro. Si sentì in qualche modo orgoglioso di leggere il proprio nome tra quello dei ninja che avevano contribuito alla lotta, nonostante ciò, riteneva ancora di non esserne meritevole. Improvvisamente, un urlo di terrore squarciò l'aria, sovrastando il caotico vociare della piazza. Allarmato, Tatsumaru volse il suo sguardo a Yukiko, e in un flebile cenno di intesa, si diresse insieme ad altri all'origine di tale grido. Una piccola folla si era assiepata davanti alla tenda, ma facendosi largo riuscì ad avvicinarsi tanto quanto bastava per osservarne l'interno. Li, alcuni ninja stavano soccorrendo un uomo robusto, probabilmente colui che aveva lanciato l'urlo, e tra di essi, Tatsumaru riconobbe un volto noto.

*Quella ragazza... quella è Shiho, la nipote dell'anziana venditrice dell'armeria...*



Cercò Yukiko con lo sguardo, e qualora l'avesse individuata, le avrebbe teso la mano, per far si che entrambi non venissero divisi dalla calca. Fatto ciò, si sarebbe fatto largo ulteriormente, arrivando all'interno della tenda, in modo da vedere più chiaramente e capire cosa stesse succedendo.

 
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^Shinodari^
view post Posted on 16/4/2013, 15:07




Narrato
"Pensato"
"Parlato"




Lame e sangue.

Era l’immagine che riempiva la sua mente ogni qualvolta ripensava all’accampamento. Armi appoggiate all’esterno delle baracche, lamenti dei feriti, sangue che imbrattava l’astanteria delle infermerie da campo, tende bianche sozzate dal rosso vermiglio e un brulicare di soldati come formiche indaffarate.

Lame e sangue.

Aveva visto i volti dei reduci, aveva osservato le loro espressioni e carpito i loro sentimenti, vittoria o sconfitta non recavano alcuna differenza, ognuno di loro aveva subito uno strappo nell’anima o la perdita di un compagno. Legami spezzati per sempre e impossibili da rimpiazzare. Lei no, lei aveva riportato a casa i compagni, aveva portato a termine la missione, ma qual era stato il costo della vittoria? Anche lei, come tutti aveva pagato un pegno e la sua fanciullesca esistenza era stata troncata per sempre.

Lame e sangue.

Essere una kunoichi significava dunque perdere l’innocenza? Non era più ingenua come prima, aveva subito una maturazione, che come una folata di vento primaverile, aveva portato via le foglie secche del faggio e lasciato scoperte le nuove gemme. Una rinascita dunque. Un nuovo ciclo della sua vita stava nascendo a causa di quella malaugurata guerra. Una guerra che l’aveva coinvolta fin dal momento in cui era stata marchiata dal Demone oscuro.



“Lame e sangue”



Disse al piccolo ermellino che l’avrebbe protetta finché sarebbe stata in pericolo per la faccenda di Kai.



Okojo: “Kiko-chan?”



“Ah .. nulla, pensavo al Campo Base e quella è l’immagine che mi viene in mente.”



Okojo: “Tutti gli accampamenti di tutte le guerre sono uguali, sono tristi e terribilmente deprimenti. Meglio la battaglia che la permanenza in quei postacci.”


Come sempre il suo sguardo si caricò d’eroismo e spavaldo coraggio.



“Meglio la pace ..”



Rispose in un sospiro.



Okojo: “Proprio come Fuyuki ..”



Disse lui pensando ad alta voce.



“Mi manca terribilmente ..”



Okojo: “Lo so Kiko-chan, lo so ..”



Sentiva una specie di vuoto nel suo cuore, la guerra li aveva divisi e il suo Sensei ora stava combattendo da qualche parte là fuori, ma ciò che la faceva star male era il non sapere se stava bene, se era in difficoltà. Forse, se avesse avuto fortuna l’avrebbe rivisto al Campo Base e allora quel posto sarebbe stato un po’ meno triste.
Slegò il nastro che le teneva i capelli raccolti e li buttò in avanti, ci infilò le dita e li ravvivò per poi ributtare la massa quasi bianca all’indietro e fermarla nuovamente. Si alzò dal pavimento sul quale era seduta a gambe incrociate e si diresse verso la cassapanca che custodiva i suoi vestiti.



“E’ quasi ora pigrone, Tatsu ci aspetta!”



Okojo: “Guarda che io sono pronto, non mi devo nemmeno vestire.”



Le rispose mostrando i denti in un buffo sorriso.

Quel giorno si sarebbe vestita diversamente, era ora di smettere i vecchi abiti, era una gemma nuova e l’inverno era giunto al termine.
Quando aprì la cassapanca lo vide. Vide il bocciolo di rosa di sabbia, il dono di Keiichi per l’Hokage, quel dono che inaspettatamente era rimasto a lei. Sorrise a quel pensiero che rasserenò il suo animo. Lo prese delicatamente con i palmi aperti, voleva spostarlo per frugare agevolmente tra i tessuti, ma inciampò goffamente nell’infradito che giaceva abbandonato davanti al baule.



“Ma porc ..!?”



La scena fu molto simile a quella di un cameriere che per reggere un vassoio ricolmo di stoviglie effettua una serie di buffe manovre ai limiti della fisica. - Un colpo di reni in avanti e una gamba si alza pericolosamente, un colpo all’indietro e la gamba si ripiega su sé stessa, una scivolata di fianco e infine si ristabilizza l’equilibrio e la forza di gravità si arrende al saltimbanco. - Lo sguardo era rimasto fisso sul fragile bocciolo che, nonostante lo sballottamento, era integro e salvo.
Se il buongiorno si vede dal mattino ..
Scelse un kimono corto, bianco con piccoli fiori blu di Linaiola Alpina disegnati su un lato e dei comodi pantaloni neri elastici che le coprivano la gamba fino al ginocchio. Ora era pronta.

Quando uscì sulla strada e vide Tatsumaru non riuscì a trattenere un sorriso, come se si fossero messi tacitamente d’accordo, si accorse che anche lui indossava un kimono. Lo vide più affascinante del solito e uno sguardo d’ammirazione illuminò i suoi occhi blu, attenuandone la profondità e facendoli somigliare a due laghetti di montagna illuminati dal sole. Lasciarono Konoha e ripercorsero il cammino che già conoscevano. Durante il tragitto lui le prese la mano, inizialmente imbarazzato, ma ben presto divenne la cosa più naturale del mondo. Era così che doveva essere.

Lame e sangue.

L’accampamento era lì e sembrava proprio non fosse passato nemmeno un istante da quando lo aveva visto per la prima volta. Immoto e immutabile nella sua crudezza. Ora fu lei a stringere la sua mano, ora ne aveva davvero bisogno, ora sentiva tutto il peso della responsabilità. E il peso di Okojo sulle sue spalle. Lo aveva trasportato come sempre e come sempre il piccoletto aveva approfittato del passaggio.
Il campo brulicava di varia umanità, forse anche più della volta precedente, ma qualcosa attirò la sua attenzione e non solo la sua. Un urlo si diffuse oltre i comuni rumori di un luogo particolarmente affollato e Tatsu si precipitò nella direzione da cui proveniva trascinandola con sé. Riuscì a scorgere la sorgente di quel grido e la identificò in un uomo grassoccio e calvo, dal viso rubicondo ma particolarmente turbato, nella confusione si sentì di nuovo trascinare dalla mano dell’amico e questa volta all’interno della tenda. Pareva che Tatsu avesse riconosciuto qualcuno, cercò anche di informarla ma lei, confusa, non afferrò che qualche parola. Si guardò intorno cercando di capire cosa stava succedendo ma per ora, colta di sorpresa, non riusciva a trovare spiegazioni. Con un po’ di calma sarebbe riuscita di nuovo a far funzionare il cervello.



Scusate l'attesa ragazzi, ma conoscete il mio problema delle settimane alterne ..
 
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doc scratch
view post Posted on 18/4/2013, 07:17




accidenti, per leggere il tutto ci ho messo un sacco di tempo D: Complimenti a tutti per i bellissimi (e curati) post di apertura, pare che non dovrò preoccuparmi dello scarso entusiasmo :)


L'ingresso della spigliata kunoichi... beh, almeno una parte di essa, visto il piccolo problema di personalità multiple... l'ingresso della kunoichi, dicevo, stava per suscitare una pronta risposta nell'omino a terra, che si voltò, balbettando confusamente qualcosa, ma solo per venire prontamente interrotto da una stentorea voce all'ingresso. Qualcuno si era fatto strada fino alla tenda, fendendo la calca senza apparente sforzo, e il motivo era evidente.
La testa di quell'uomo spuntava tranquillamente sopra quella di chiunque altro, e la struttura lo faceva assomigliare più ad un armadio a due ante che ad un uomo qualsiasi. Il volto era avvolto da bende ovunque, tranne che sugli occhi, che erano liberi, cosa che lo rendeva in qualche modo ancora più inquietante, visto che sfoggiava occhi neri e iniettati di sangue, occhiaie mostruose e un paio di sopracciglia cespugliose e altrettanto nere. Un Oni in forma umana, e anche la voce non era da meno.


-Che cazzo è successo qui, non avete nient'altro da fare?-

Avvicinandosi, oltre al volto anche altri dettagli furono evidenti ai quattro genin. Indossava una giubba da jonin, con il coprifronte di Iwa legato ad un braccio.

-Chiunque di voi fighette abbia altri compiti, vada immediatamente a farli, questo è un accampamento militare, non un fottuto asilo.-

Il tono era stentoreo, ed era piuttosto evidente che fatti avrebbero seguito le azioni, visto il modo vagamente inquietante con cui si scrocchiava le nocche. Non ci volle molto quindi perchè la stragrande maggioranza dei presenti si disperdesse in fretta, lasciando solo i quattro genin, l'uomo pelato e frignante e il jonin nei paraggi della tenda.

-Uhm. Voi quattro sfaccendati, è evidente che non avete niente di meglio da fare, quindi al lavoro. Voglio un rapporto completo sulla situazione tra mezz'ora. Chiedete alla tenda centrale del Golem. FILARE.-

Senza attendere risposta, si diresse fuori dalla tenda a passo di marcia. Il Golem... era un ninja di Iwa, sì, ed uno dei più famosi in assoluto, noto per essere il guerriero più sanguinario e indistruttibile del villaggio della roccia, una serie di leggende giravano nel mondo ninja su quel bestione, c'era quindi poco da stupirsi che fosse occupato in guerra.
Quando tutto sembrò essersi calmato, l'omino piagnucolò lievemente, cercando di rispondere alla domanda iniziale della kunoichi.


-I registri... i registri del campo base... tutti i registri delle entrate, sono spariti... siamo finiti.-
 
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view post Posted on 25/4/2013, 01:11
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Osservava la scena ancora abbastanza confuso, quel ciccione aveva decisamente qualche problema, che motivo poteva avere per essere così spaventato? Una biondina che poteva avere più o meno la sua stessa età entrò senza troppi complimenti nella tenda, il modo in cui si approcciava all'uomo lo fece sorridere, di ragazze così schiette e dritte al punto ne aveva viste davvero poche, poteva quasi considerarle più uniche che rare, sapere della presenza di gente più simile a lui lo rilassò visibilmente.

Menomale! Pensavo che qui ci fosse solo gente depressa, a quando pare non è così, ma quella ragazza.. Davvero notevole, sembra che abbia più palle lei di quel vecchio ciccione con seri problemi di ricrescita in testa! spero davvero che abbia una parte moolto moolto piccola qui all'accampamento, altrimenti inizio a capire il motivo percui siamo ancora tutti fermi e bloccati contro un Dio-NonTantoDio..



Improvvisamente, qualcosa di grande e grosso mosse con una facilità sconcertante il corpo di Kazuto, due iridi nere si spostarono irritate verso il soggetto in questione, rimase a bocca spalancata quando vide quello che all'apparenza era un uomo alto e decisamente ben piazzato, una sorta di blocco di cemento con gambe e braccia e dall'aspetto poco raccomandabile, l'intero viso era avvolto da bende, gli occhi non mostravano alcuna espressione, non rabbia, non tristezza, qualcosa di indefinito e confuso ma al tempo stesso raccapricciante agli occhi del genin, il coprifronte legato al braccio definiva l'appartenenza al villaggio di Iwa e portava spavaldo, con orgoglio una giubba da jonin.
Il bestione non perse tempo, aprì bocca e la sua voce cupa e metallica fece rabbrividire gran parte dei presenti, il ragazzo deglutì, visibilmente allibito da quell'essere che, nonostante le forme, possedeva ben poco di umano..


Ma, ma ma.. Che diavolo è quel coso!?!?!? Mette i brividi, come minimo mi tira un pugno e mi taglia a metà! E quelle bende, cosa nasconde? Brr, ci mancava solo lui, prima un ciccione spelacchiato e adesso una mummia pazza! Altro che alleanza e campo base, questo pare più un campo per disadattati, nemmeno una bella ragazza! Che inutile spreco delle mie probabili ultime ore di vita.. Uff.. Se alla fine di tutto questo sarò ancora in vita, credo che dovrei proprio iniziare a mettere a posto la testa e cercare una bella ragazza, non posso mica girovagare per il mondo a spiare ragazze nude.. O forse si?..



La voce dell'omone tuonò nuovamente all'interno della tenda, intimando verso chiunque avesse da fare, di sparire immediatamente da quel luogo e fare ciò che richiedeva la loro presenza, in quel momento Kazuto avrebbe tanto voluto girarsi, facendo finta di avere altro per la testa e farsi una camminata per il campo, doveva pur "familiarizzare" con quel luogo o no? Infondo ci avrebbe potuto passare molto tempo se fosse sopravvissuto abbastanza.
Il jonin, forse accortosi che gli shinobi all'entrata titubassero a muovere un solo dito, strinse le grosse mani in pugni, scricchiolandosi le nocche con fare intimidatorio, gesto efficace e dall'ovvio significato, l'Uchiha cercò di muoversi ma era come se fosse paralizzato, il cervello dava un determinato comando e il corpo, semplicemente non rispondeva, vide come quasi tutti scomparvero due secondi dopo, impauriti dalla mummia, gli unici "coraggiosi", o meglio, gli unici che non riuscirono a scappare oltre a lui furono tre ragazzi molto giovani, uno aveva dei capelli decisamente lunghi e neri, in netto contrasto col chiaro colore degli occhi, poco più basso dell'Uchiha e dal fisico snello e slanciato.


Oddio oddio oddio! Una ragazza! Quel tipo mi sembra tanto una ragazza! Questo va contro ogni mia regola di vita, insomma, insomma.. le donne DEVONO avere i capelli lunghi e l' uomo DEVE averceli corti, lo sanno tutti!



Il secondo, o meglio la seconda, era una ragazza dalla carnagione chiara, forse anche troppo, pallida era la definizione perfetta, i capelli biondo cenere non erano troppo curati e tenuti abbastanza distrattamente dalla kunoichi, solo gli occhi di un blu profondo accendevano quel volto quasi spento.

E questa invece? Mm.. Decisamente non è il mio tipo, devo però ammettere che non è troppo male, quegli occhi.. Fanno da perfetto contorno al suo volto, davvero belli devo dire.. Peccato che non ci sia una bella ragazza con lunghi capelli neri, occhi verdi e un paio di.. Aemh.. ma che cavolo Kazuto! Non anche in guerra! Passiamo alla prossima..



La terza povera anima sventurata invece, era proprio quella ragazzina che si era rivolta in modo così spontaneo e schietto al ciccione, adesso kazuto poteva osservarla meglio, i lineamenti duri e lineari entravano in estremo contrasto con quella parte del carattere che aveva mostrato inizialmente, lunghi capelli biondi erano adeguatamente curati a differenza della prima, celando in parte alcune sfumature rosa, ciò che realmente aveva catturato l'attenzione di Kazuto però erano gli occhi, dure sfere color smeraldo, profondi quanto eterei..

Alleluia! Questa qui almeno non è malaccio ed ha pure un bel caratterino, potremmo divertirci insieme, di sicuro è meglio che ritrovarmi con tizi come quel cosetto piagnucolante, spero solo che la mummia qui ci dica "voi potete andare a riposarvi", sarebbe un sogno



Sogni che ben presto l'Uchiha avrebbe dovuto catalogare come irrealizzabili, la cupa voce del jonin rieccheggiò nuovamente nell'aria, sembrava proprio che gli piacesse dare ordini per l'accampamento, anche i quattro ebbero il loro compito, nulla di complicato, dovevano solo farsi dire dal pelatone cosa fosse successo e poi andarglielo a riferire, prima di lasciarli al loro lavoro si appellò col nome di Golem, non era la prima volta che Kazuto lo sentiva pronunciare, purtroppo non riusciva a ricordarne quando o dove, la memoria era fin troppo confusa..
Finalmente erano soli e con un compito piuttosto semplice da svolgere, la fortuna sembrò aver iniziato a girare per il verso giusto, con calma si avvicinò a Shiho, o almeno la parte fisica di lei, coprendosi le labbra con la mancina e sussurrando come se avesse paura di essere ascoltato..


Quel tipo metteva i brividi, era davvero brutto e inquietante non trovi?..



Paradossalmente poi, nemmeno aspettò un accenno di risposta della ragazza, mosse invece brevi e rapidi passi verso l'uomo piagnucolante sul terreno, ascoltando quell'ammasso di lettere che a fatica riusciva a pronunciare, sembrava di parlare con un cane, con la differenza che i cani non sanno parlare ma trovano il modo di farsi comprendere, quel tipo invece parlava senza arrivare mai al nodo chiave, possibile che per un intero anno la sua vita fosse dipesa da uno come lui? La cosa irritò parecchio l'Uchiha, portandolo all'esasperazione vera e propria

Ma di che registri stai parlando? Entrate di cosa? Ma vuoi calmarti dannazione? Da lì a breve Kazuto avrebbe accennato un gesto che in pochi avrebbero avuto il coraggio di compiere, di certo non poteva star lì a coccolarlo e consolarlo come se fosse una bella donna appena stuprata da un maniaco, serviva qualcosa di forte e dal giusto impatto, forse così quel ciccione avrebbe riacquistato la sanità mentale perduta. Strinse la mano destra in pugno e con un rapido movimento cercò di colpirlo sulla luna piena, senza imprimerci troppa forza, non voleva poi fargli molto male, nel tentativò poi mormorò determinato.. E riprenditi testone!

 
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view post Posted on 25/4/2013, 15:58

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La calca cresceva sempre di più attorno alle urla dell'uomo disperato. Shinobi di ogni rango erano accorsi per verificare l'accaduto, ma il pelato non voleva saperne di dare qualche informazione in più. Shiho sentiva chiaro un sentimento di nervosismo crescere nell'animo di Kumiko. Non riuscì a capire se fosse per i troppi esseri umani nelle vicinanze o per le confusionarie e sconclusionate parole dell'uomo, ma la sentiva parecchio irrequieta e questo la preoccupava. Anche lei non era tranquillissima. Finora aveva lasciato il controllo alla yōkai solo in situazione tranquille, che non le importava più di tanto vivere in prima persona, ma in quella circostanza, dove tutti i suoi sensi sarebbero stati all'allerta, vedere solo quello che gli occhi di Kumiko volessero vedere, essendo di fatto lei a controllarli ora, non aver la possibilità di scrutare l'ambiente che la circondava, le voci o i volti che la incuriosivano, la faceva sentire incomoda. Lo sguardo di Kumiko era fisso sull'uomo, quasi come se stesse cercando di estrapolare a forza informazioni dalla sua mente, quando improvvisamente, una voce a dir poco agghiacciante, roboante, attirò all'unisono l'attenzione di entrambe. Un essere immenso, imponente, dall'aspetto tutt'altro che rassicurante e dall'aria autoritaria aveva fatto il suo ingresso, senza troppi complimenti, nella tenda, di fatto portando con se un silenzio tombale. Se la prima impressione che toccò lo spirito della Yamanaka fu da brividi, ammesso che un anima senza corpo potesse provarli, ben diverse furono le sensazioni che animarono Kumiko. Tramite la simbiosi dei due spiriti e la ormai lunga convivenza, Shiho sentì chiaramente eccitazione e curiosità da parte di Kumiko nei confronti di quel misterioso shinobi, una pericolosissima curiosità, conoscendo la yōkai!

(Non parlare per nessun motivo per l'amor dei Kami! Rientra fra i miei superiori a giudicare dall'abbigliamento e abbiamo un patto a proposito! Vedi di non mettermi nei pasticci!)



|Questo si che è un umano coi fiocchi, non come i soliti rammolliti che ti circondano! Ahahah Fammici fare due chiacchiere, suvvia! Ahahah|



(Se fossi nella tua forma, forse, potrebbe anche lasciar perdere i suoi doveri ed aver la voglia, o la curiosità, di far due chiacchiere con te, ma ti ricordo che sei nel mio corpo, una genin e a giudicare dal suo tono, non mi sembra un tipo del tutto amichevole!)



|Non ti fidi di me? Ahahah|



(Non mi fido di lui e del suo carattere!)



|Che noia, non sapete proprio divertirvi voi umani! Pfff|



L'autorità e la relativa semplicità con la quale riportò ordine nella tenda, non fece altro che palesare il ruolo che quell'omone misterioso avesse al campo base. Con poche e decise parole che non ammettevano repliche, subito piombò il silenzio, quindi tutti tornarono alle loro faccende, lasciando in compagnia del jonin e del disperato solo una manciata di genin, curiosamente tutti della Foglia. Per quello che gli occhi di Kumiko le diedero modo di vedere, oltre a lei, erano rimasti l'Uchiha a petto nudo che aveva intravisto entrando nella tenda, il genin che aveva conosciuto qualche giorno prima nella sua armeria e un'altra ragazza, che aveva tutta l'impressione di essere in compagnia di quest'ultimo e, fattore ancor più interessante, di appartenere al suo stesso clan. Chiedere a Kumiko di salutare Tatsumaru sarebbe stata una procedura troppo complessa, nonché fuoriluogo in presenza del jonin, così Shiho decise di assecondare il momentaneo menefreghismo della yōkai, ancora completamente rapita dalla natura dell'omone. Quest'ultimo tornò a tuonare. A quanto pareva, i quattro, erano gli unici a non aver ricevuto ancora nessun compito e così il Golem, questo risultò essere il nome del jonin, decise subito di provvedere a tale mancanza, affidandogli il compito di scoprire con esattezza cosa fosse successo, per poi fargli rapporto mezz'ora dopo. La tenda ricadde nel silenzio per alcuni attimi, un silenzio sicuramente più rilassato, meno grave, quindi il pelato, l'origine di tutto quel caos, prese a farfugliare qualcosa a proposito di alcuni registri contabili. A quanto pareva erano stati rubati e, a giudicare dalla disperazione dell'uomo, dovevano avere una certa importanza. Il ragazzo a petto nudo fu il primo a rompere le righe, passandole vicino e sussurrandole le sue impressioni sul Golem, per poi raggiungere il contabile.

(Kumiko-Sama, non farti... Ehm, cioè, non farmi toccare da quel tipo!)



|Dovresti essere più amichevole con i tuoi simili! Ahahah Comunque come vuoi, vediamo di muoverci piuttosto, voglia scoprire qualcosa di più rispetto a questo Golem, è sicuramente l'essere umano più interessante che io abbia mai incontrato dopo la Vecchia Rui! E dopo di te! Ahahah|



(Mica mi offendo se lo trovi più interessante di me... Ma comunque son d'accordo, direi che potresti cominciare a perlustrare la tenda, magari il ladro ci ha lasciato qualche indizio utile al rapporto!)



- Tutto sto casino per dei registri pieni di numeri... Bah! -



(Kumiko-Sama, alla prossima mancanza di rispetto nei confronti di quel poveretto, torno io in controllo del corpo! Ma che diavolo ti salta in testa? Non siamo qui per giocare, dannazione!)



|Parlavo fra me e me! O me e te! Ahahah Non mi avrà nemmeno sentito! Ahahah E poi... E' un essere così patetico... Debole...|



(Fintanto che ti trovi nelle mie situazioni, segui le mie regole! I patti son sempre stati chiari!)



|Ahahah Si è appena preso un pugno sulla zucca! Vedi che non son la sola a mancargli di rispetto? Ahahah|



(Che idiota! Digli qualcosa!)



- Sei per caso idiota? Non siamo qui per giocare, dannazione! Porta rispetto nei confronti dei tuoi simili! -



Anche se con un tono non troppo convinto, più malizioso che di rimprovero, Kumiko aveva deciso di assecondare la rabbia che il gesto dell'Uchiha aveva scatenato in Shiho. Non che alla yōkai, di per se, avesse dato fastidio, ma era sicuramente stata un'ottima occasione per decentrare l'attenzione della Yamanaka dai rimproveri per il suo non sapersi relazionare con gli esseri umani. L'esclamazione, soprattutto nel suo finale, era stata un po' ambigua, ma almeno Shiho si sarebbe calmata. Senza aspettare una risposta, Kumiko decise di passare all'esplorazione della tenda suggerita sempre dalla piccola genin. L'ispezione non poteva che partire dall'angolo in penombra che il pelato stava indicando al loro arrivo. Con le sue solite movenze strambe, ondeggianti, Kumiko si recò senza troppi complimenti verso l'altro lato della tenda, cominciando a guardarsi intorno, a cercare qualcosa di possibilmente utile sul pavimento e negli angoli e fessure formati dall'incontro di quest'ultimo e gli apici inferiori delle pareti delle tenda. Sotto la guida di Shiho, ispezionò meticolosamente ogni centimetro di quel lato buoio, accovacciandosi in prossimità dell'esatto punto indicato dall'uomo. Nel frattempo, la Yamanaka, impossibilitata ad una ricerca fisica, cercò di affinare il più possibile le sue capacità sensitive, in cerca di qualche possibile indizio che potesse sfuggire ad una semplice analisi visiva. Se i registri erano veramente scomporsi, qualcuno doveva essersi intrufolato in quella tenda e, con un pizzico di fortuna, aver lasciato qualche traccia che avrebbe potuto far luce almeno sulle dinamiche dell'accaduto. Una volta conclusa l'analisi "inferiore", Kumiko prese ad ispezionare anche le pareti e il soffitto.

(Penso di non essermi mai soffermata con così tanta attenzione su niente prima d'ora! Ahahah Anche senza azione, un po' mi sto divertendo! Ahahah)



(Controlla tutto per bene, ogni particolare potrebbe essere importante!)



(Agli ordini! Ahahah)



(E comunque, potevi anche salutare quel ragazzo che abbiamo conosciuto all'armeria! Sta la all'ingresso, non l'hai riconosciuto?)



Interrompendo per un istante le ricerche, infine, gli occhi vivaci di Kumiko andarono a posarsi sugli altri due genin che erano stati coinvolti in quella faccenda, così dando anche a Shiho la possibilità di conoscere meglio la ragazza che era in compagnia del Senju. A colpirla furono nuovamente i lineamenti, decisamente molto vicini a quelli che caratterizzavano gli esponenti del suo clan e il piccolo ermellino bianco appollaiato sulle sue spalle. Con loro due, insieme all'Uchiha, il quadro di quelli che, almeno per quella mezz'ora, sarebbero stati i suoi compagni di relazione, era concluso. Il fatto che fossero tutti di Konoha, almeno per quel suo primo approccio al campo base, la rincuorava. Fino a quel momento gli unici avvicendamenti con shinobi di altri villaggi, per la piccola Yamanka, erano sempre stati burrascosi, partendo dalla sfida sulla spiaggia dell'Eremo, fino ad arrivare al ninja che l'aveva evocata nel Paese delle Cascate al cospetto di Watashi e, nonostante l'alleanza di cui Akane l'aveva informata, Shiho preferiva di gran lunga aver a che fare con esponenti della sua Konoha. Prima di tornare con il capo sulle ricerche, Kumiko si lasciò andare ad una simpatica, quanto per Shiho inaspettata, presentazione.

- Io, comunque, sono Shiho, allieva della Vecchia Rui! -



(Addirittura?! Non pensavo saresti stata così amichevole! Facciamo progressi! Anche se presentarmi come allieva della Vecchia Rui, forse, è un po' troppo... Originale! Ahahah)



(E' stata l'unica cosa che mi è passata per la mente! Ahahah)




Cercherò di essere più concisa... Dopo questo post, Silvio! xD


 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 26/4/2013, 09:53




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




L'uomo calvo al centro della stanza sembrava sempre più agitato, e a fatica tentò di rispondere alle domande di Shiho, riuscendo solo a pronunciare balbettii senza senso. Doveva essere stato testimone di un terribile evento, se il risultato era un terrore così forte da impedirgli persino di parlare, un terrore che si sposava fin troppo con la figura di Watashi. Che il Falso Dio fosse in mezzo a loro? Che si fosse insinuato nel campo base, seminando il terrore tra i ranghi dell'alleanza? Nessun posto era sicuro, questo lo aveva sperimentato in prima persona, tuttavia sapere che nemmeno il campo base dell'alleanza era immune allo sguardo di Watashi, lo demoralizzò, impensierendolo ulteriormente.

Improvvisamente, il vociare alle sue spalle tacque, e il suono di un'unica voce tuonò sopra le altre. Nel voltarsi per capire cosa stesse succedendo, si trovò di fronte un'imponente massa di muscoli, che in malo modo lo scostò ponendogli una mano sul petto. L'inaspettata spinta e la forza con cui questa venne data, colsero alla sprovvista il Genin, che cercando di mantenere l'equilibrio, per non finire addosso a Yukiko, cadde rovinosamente a sedere. Impiegò qualche secondo per capire cosa fosse successo, mentre i suoi occhi scrutavano la figura che lo aveva appena superato. Dalla sua posizione seduta pareva ancora più imponente, un uomo alto e muscoloso, una montagna fatta a persona, col volto coperto di bende ad eccezione degli occhi, il cui sguardo era così duro che sembrava passare attraverso ad ogni cosa su cui si posasse. Il coprifronte legato al braccio lo identificava come un ninja di Iwa, esattamente come i due malcapitati divorati da Watashi, mentre il suo abbigliamento non lasciava dubbi su quale fosse il suo grado. Un Jonin, e ad osservarlo non si sarebbe potuto dire altrimenti. Bastò la sua presenza a dissolvere la folla di curiosi, e le parole intimidatorie che seguirono scoraggiarono i più coraggiosi di loro. Rimasero in quattro in quella tenda, oltre al Jonin e all'uomo calvo. Tatsumaru si alzò, senza distogliere lo sguardo da quell'uomo, che per certi versi gli ricordò Tetsugi, e avrebbe seguito l'esempio degli altri andandosene, se la montagna umana non li avesse trattenuti tutti e quattro, ordinando loro di indagare su cosa fosse successo.

Una goccia di sudore scivolò sulla tempia di Tatsumaru, che si trovò involontariamente coinvolto in quella faccenda. Si fece coraggio, cercando supporto in Yukiko, dopotutto era venuto al campo base per rendersi utile, e quel compito era uno dei modi per farlo. L'uomo, che si identificò col nome di Golem, diede loro appuntamento mezz'ora dopo, ordinando un rapporto completo sulle loro indagini. Detto ciò, abbandonò la tenda, senza dar loro possibilità di replica.

Con un profondo sospiro, Tatsumaru si rassegnò definitivamente alla situazione, e cercando di recuperare tutta la determinazione di cui disponeva, osservò i presenti per cercare di farsi un'idea. Aveva già incontrato Shiho all'armeria di sua nonna, e in quell'occasione aveva avuto modo di constatare la sua agilità, e le sue abilità di sensitiva, proprio come quelle di Yukiko, anche se questa volta notò qualcosa di diverso in lei, soprattutto nel tono di voce, e nelle movenze incerte. L'altro ninja era invece un mistero, e la scelta del suo abbigliamento risultò fin troppo eccentrica per i gusti del ragazzo. Fu proprio lui a compiere la prima mossa, avvicinandosi all'uomo terrorizzato, che nel frattempo aveva palesato il motivo della sua reazione. L'uomo, evidentemente il contabile del campo base, lamentò la sparizione dei registri contabili dell'alleanza, una perdita grave, che tuttavia il Senju non seppe ricollegare a Watashi.

*Che cosa se ne farà una creatura demoniaca di un registro contabile? A meno che non sia qualcun'altro a voler in qualche modo sabotare l'Alleanza... Certo è una perdita grave, ma perchè agitarsi tanto? Che informazioni sono contenute in quei registri? Se quell'uomo trema di paura, devono esserci più di semplici numeri... *



Mentre Tatsumaru formulava le prime ipotesi, il ragazzo a torso nudo passò alle maniere forti, tirando un violento scappellotto sulla zucca pelata del povero contabile.

"Gha! Che cosa fai! Sei impazzito? Quest'uomo è sotto shock e tu gli tiri anche un pugno?!"



Tatsumaru si avvicinò rapido, mentre Shiho, che aveva espresso come lui il suo disappunto, si spostò ai lati della tenda con uno strano passo barcollante, alla ricerca di indizi.

"Lo perdoni signor... Qual'è il suo nome? Adesso si calmi, e ci dica cosa ha visto, ma soprattutto cosa era contenuto di così importante in quei registri"



Nel pronunciare quelle parole, Tatsumaru si mostrò il più accomodante possibile, accucciandosi accanto a lui e cercando di calmare il malcapitato, in modo che i blocchi mentali dovuti allo shock si allentassero, e potesse ricordare meglio l'accaduto. Cercò anche un approccio fisico, rassicurandolo con un'amichevole mano sulla spalla, forse avrebbe aiutato. Qualsiasi informazione avesse potuto dare, avrebbe rivelato un nuovo tassello in quel mistero capitatogli tra capo e collo.

Quando la concitazione iniziale dovuta all'improvvisa assegnazione di quel compito andò scemando, Shiho fu la prima a presentarsi. Accortosi della scortesia della sua mancata introduzione al gruppo, Tatsumaru si alzò in piedi, rimediando alla disattenzione.

"Io sono Tatsumaru, allievo di... bhè, di nessuno al momento"



La risatina nervosa a conclusione della sua presentazione, mutò il suo sorriso cortese in un sorriso imbarazzato, mentre portò la mano destra dietro il capo, grattandosi la nuca.

"Io e te ci siamo già incontrati all'armeria di tua nonna, ti ricordi di me? Mi hai rinfacciato di averti rubato il chakra."



Nel raccontare quell'episodio non perse il sorriso, anche se ora l'imbarazzo era cessato. Evitò di palesare le sue sensazioni sullo strano comportamento di Shiho, dopotutto l'aveva incontrata solo una volta, e forse non provava nemmeno troppo piacere nel rivederlo, dato che non lo aveva salutato prima. Lasciò che anche gli altri si presentassero, prestando attenzione al tipo manesco accanto a lui. Il suo aspetto poteva non andargli tanto a genio, tuttavia era un individuo particolare, e ciò lo incuriosiva. Sperò che la loro collaborazione potesse essere utile, e che per una volta questo incontro non lo avrebbe condotto ad un'ennesima lotta tra la vita e la morte.

 
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^Shinodari^
view post Posted on 30/4/2013, 12:26




Far funzionare il cervello. Già, ma pareva che ancora non era giunto il momento. L'omino se ne stava lì, piagnucolando come un bambino, la folla vociante lo assillava soffocandolo e una ragazzina lo stava apostrofando in modo ben poco gentile. La ragazzina. Quella l'aveva già vista, ne era convinta, e sbirciandola tra la massa di corpi che le stavano davanti, la riconobbe: l'aveva incrociata nei corridoi dello studio dell'Hokage non troppo tempo prima. Era sicura che appartenesse al suo stesso Clan ma si comportava in modo parecchio strano e percepì in lei pensieri confusi, pensieri che si sovrapponevano come se non fosse un'unica persona a formularli.
In ogni caso, come dicevo, non era ancora arrivato il momento di mettere ordine nella sua mente. Un energumeno alto a dismisura e possente come un blocco di granito entrò nella tenda facendosi largo in malo modo, talmente “malo”, il modo, che gettò praticamente a terra il povero Tatsu che si trovava, sfortuna volle, ad intralciare il suo cammino. Lei cercò di afferrarlo al volo, ma gli sfuggì di mano e andò a posare il fondoschiena sul duro pavimento del ricovero. In realtà le veniva da ridere, ma si trattenne per non metterlo in ulteriore imbarazzo, cosa che invece importava ben poco a Okojo, il quale scoppiò in una risata soffocata, fortunatamente coperta dalle parole del nuovo arrivato. E fu su di lui che si concentrò.
Oltre alla mole notevole notò, ed era impossibile non farlo, le bende che nascondevano i suoi lineamenti, lasciando però scoperti due occhi inquietanti incorniciati da folte sopracciglia nere. Non provò nessun timore per quell'uomo, si era abituata ad avere a che fare con personaggi estemporanei, Tetsugi in primis, ed aveva scoperto che spesso erano pregni di umanità nonostante l'aspetto ed i modi bruschi, in più si fidava di chi apparteneva a quell'alleanza temporanea. Le minacce esterne erano sempre state un toccasana che rendeva gli uomini uniti e collaborativi e Watashi lo era, decisamente.
In un batter d'occhio la calma venne ripristinata dalle minacce del tizio, il quale impose l'evacuazione del luogo a chi aveva altro da fare, cosa che tutti rispettarono, non per mero spirito eroico ma bensì per il terrore che lui suscitava. Alla fine rimasero in quattro: un ragazzo poco vestito, la Yamanaka strana, Tatsu e lei, se non altro appartenevano tutti allo stesso villaggio.
Fu allora che arrivò il primo ordine di servizio. Ebbene ora dovevano investigare su ciò che era accaduto al pover'uomo rotondo e terrorizzato, Golem, questo era il nome del jonin bendato, avrebbe atteso un rapporto nella successiva mezz'ora.
Ecco, ora forse avrebbe potuto ricollegare il cervello.

Okojo si alzò sulle zampe posteriori e mise quelle anteriori sui fianchi guardandosi attorno attentamente, lei mise le mani sui fianchi e fece la stessa cosa senza saperlo. Due figure, una sopra l'altra nella stessa posizione, ridicolo.
Prima di tutto, si disse, era d'uopo esaminare gli attori che riempivano il palcoscenico in quel momento, a parte Tatsu ovviamente.
Il ragazzo pareva a suo agio, non lo conosceva affatto ma le venne in mente lo stereotipo del ragazzo che fa di tutto per mettersi in mostra, decisamente poco attinente al suo ideale di amico. Tuttavia si ripromise di non esprimere giudizi affrettati ed attendere di approfondire la conoscenza.
La giovane Yamanaka le aveva suscitato immediatamente simpatia, se non altro perché apparteneva al suo Clan, ma era frenata dalle sensazioni che riceveva e che la lasciavano confusa e incuriosita.
Poi c'era la vittima, un ometto terrorizzato e ancora sotto shock. Cosa poteva essere accaduto di così spaventoso da lasciarlo in quelle condizioni? Rispose alla domanda poco gentile della ragazza affermando che erano stati rubati “i registri” del campo, quelli delle “entrate”. Si trattava di semplici registri contabili? Quell'uomo doveva avere uno spiccato senso del dovere se un furto di così scarsa entità riusciva a terrorizzarlo a tal punto. Oppure non erano registri contabili. Aveva accennato alle entrate, si, ma che genere di entrate? Denaro? Armi? Medicinali? Persone?

I suoi occhi si spostavano in continuazione sui compagni senza in realtà vedere ciò che osservava, finché il ragazzo dai capelli corti non si avvicinò all'ometto per calmarlo.



“Ehi! Ma che .. ?!”



Si era avventato su di lui e, sia Tatsu che la Yamanaka, lo stavano ora rimproverando. Certo era il modo più spiccio per far rientrare nei ranghi una persona sconvolta, ma era anche un'esagerazione in quel frangente, del resto non era una questione di vita o di morte per nessuno. Ci pensò Tatsu a prendersi cura del poveraccio. Lei, dal canto suo, si limitò a scuotere il capo e sospirare.
Pensò semplicemente di essere capitata in un gruppo di personaggi strani e che quella a cui stava assistendo fosse l'ennesima commedia dell'assurdo. Si dimenticò però di aggiungere sé stessa al cast, dopotutto andava in giro con un ermellino irriverente sulle spalle.
Se non altro qualcuno passò alle presentazioni di rito e fu la ragazza, Shiho, a farlo per prima. Tatsu le rispose e allora lei capì ciò che le aveva detto prima di entrare nella tenda, capì anche che la cosa lo rendeva nervoso e imbarazzato. Accorse in suo aiuto presentandosi a sua volta.



“Si, bene .. io sono Yukiko, Yukiko Yamanaka e credo che io e te, Shiho, abbiamo qualcosa in comune.”



Le sorrise, sapeva che lei avrebbe capito a cosa alludeva.



“Dimenticavo .. e sono allieva di Fuyuki Hyuga.”



Aggiunse poi ironicamente. Okojo, stranamente, non disse nulla e questo la lasciò perplessa, ma quello non era il momento di chiedere a lui spiegazioni.



Ho editato perchè mi sono accorta di aver citato gli Uchiha a sproposito XD


Edited by ^Shinodari^ - 30/4/2013, 15:31
 
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doc scratch
view post Posted on 1/5/2013, 09:33




attenti a non fare meta-gaming: Kazuto non ha detto di essere un uchiha :) A parte questo complimenti a tutti, è un giro spassoso questo, bravo kazuto.


L'omino era sotto shock, certo, ma un pugno in testa era un pugno in testa, e sembrò quasi che qualcuno l'avesse usato come campanello del bancone di un hotel: si azzittì immediatamente, mentre una diatriba nasceva tra i genin riguardo al comportamento poco consono di Kazuto. Se non altro pareva essersi calmato, e questo era solo un guadagno. Nel frattempo, ebbero modo di esaminare la stanza, per quanto si concentrassero principalmente sull'ometto.
Era una tenda "stabile" come molte altre in quell'accampamento che doveva perdurare nel tempo, a giudicare da quanto sembrava durare quella guerra. Aveva pareti in legno e un tetto in tela, ma intelaiato: una casa in miniatura, compreso il pavimento rialzato dal semplice terreno grazie ad un sistema a listelle. C'erano tre scrivanie, registri ovunque e una cassaforte spalancata in un angolo. La cassaforte stessa pareva un modello particolare: massiccia, molto grande, sembrava poter ospitare una persona intera al suo interno, e recava un sigillo particolare: il simbolo del villaggio della sabbia, iscritto in una ruota dentata. Era perfettamente pulita, e praticamente nuova, ma anche vuota.
L'omino terrorizzato si riprese, ansimando e alzandosi. Si appoggiò alla scrivania, quindi si sedette su una poltrona dall'aspetto comodo, ma spartano.


-Io... scusate. Lo shock è stato... scusate. Sì... i registri. Tutti i registri. Entrate, uscite, spostamenti, ricompense, approvigionamenti. Qualsiasi cosa entri o esca da questo campo, persone o cose, viene segnata su quei registri, ed erano tutti conservati in quella cassaforte.-

Indicò l'enorme scrigno aperto, e vuoto.

-A prova di bomba... eheheh... maledetti burattinai, coi loro trucchetti meccanici. L'ho aperta stamattina, esistono due copie per la chiave, una è mia, l'altra è chiusa nella tenda dello stato maggiore, e vi assicuro che penetrare là dentro è impossibile... ma stamattina, i documenti erano spariti. E senza, siamo perduti. L'organizzazione del campo andrà in fumo, nessuno saprà dove trovare le cose che servono, i servizi medici verranno a mancare... semplice e devastante. Watashi maledetto.-

Ricominciò a frignare. Quella spiegazione probabilmente era sufficente a capire l'entità del danno, ma di certo non aiutava molto nelle indagini. Qualcuno aveva aperto una cassaforte inapribile, e aveva trafugato un mucchio di scartoffie, probabilmente per sabotare il campo base, ma come avevano fatto restava un mistero. La tenda era ampia, e forse investigare nel dettaglio o fare altre domande all'omino avrebbe aiutato in qualche modo.

potete usare qualsiasi metodo di indagine vi venga in mente, concentrarvi su qualsiasi parte della tenda, fare quante domande volete al notaio. Non vi dò opzioni multiple, avete completa libertà di role :)
 
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view post Posted on 2/5/2013, 18:12
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Il pugno dell Uchiha colpì in piena zucca il poveretto, era stato come un fulmine a ciel sereno, probabilmente quel gesto era l'ultima cosa che i presenti si aspettavano da lui, e pure sembrò che qualcosa l'avesse risolta, non sentirlo piagnucolare insistentemente in cerca di dire due parole in fila era un ottimo punto di partenza, gli improvvisati compagni di sventura espressero il loro disappunto e Kazuto si grattò il retro della nuca mostrando un sorrisetto imbarazzato, il senso di colpa iniziò a divorargli il fegato, forse non era la soluzione migliore, seppur la più scontata e naturale, per un attimo abbassò le iridi nere perdendo quella sicurezza mostrata sino a quel momento, quando tornò a guardarli puntò l'indice in modo accusatorio sul ciccione, cercando una qualche scappatoia che gli desse ragione.

Ma lo avete visto? Almeno adesso può pensare a cosa rispondere invece di dire parole senza senso, poi che dovevo fare? riempirlo di coccole, fargli qualche carezza e magari dargli un bacetto? Uff..


Su un intera alleanza, gli unici shinobi pace, amore e rispetto dovevo trovarli proprio io e tutti insieme? Non che abbiano tutti i torti, forse gli ho fatto male, dovrei chiedere scusa, ma così sarebbe un tornare sui miei passi, speriamo solo non mi faccia sgozzare dal tipo enorme di prima, mi vengono i brividi solo al pensiero, è così raccapricciante che una compagna non la troverà mai!



A proposito di "compagne", il ragazzo dai capelli lunghi si mise di fianco al poveraccio dalla luna piena, Kazuto lo sentì mentre cercava di consolarlo, il timbro di voce era abbastanza dolce, il colpo di grazia per la mente già decisamente deviata fu però la pacca sulle spalle, in quell'istante strabuzzò gli occhi sorpreso da così tanta "dolcezza" e una serie infinita di ipotesi iniziò a farsi largo nella mente..

Allora allora, ricapitoliamo.. Fisicamente è già molto femminile, quei capelli dovrò tagliarli, magari mentre dorme.. Ha un visetto abbastanza innocente e un atteggiamento da cucciolo del clan inuzuka, in calore poi, devo ricordarmi di stare alla larga da lui!



Finalmente il ciccione tornò alla realtà, che tutte quelle moine fossero servite più delle maniere forti? Si scusò con i ragazzi e si mise a sedere su una poltrona lì vicino, la situazione era molto semplice, qualcuno si era introdotto di soppiatto nell'accampamento, era entrato nella tenda prendendo.. registri contabili.. Tutto quel baccano era derivato proprio da semplici registri contabili, solo in quel momento Kazuto si accorse della cassaforte alla sua sinistra appena aperta, a prima vista doveva essere di buona fattura e abbastanza resistente, sulla parte superiore poi era stato marchiato un sigillo che ne dichiarava il possesso al villaggio della sabbia, aggrottò la fronte decisamente contrariato, in più non avevano fatto una grandissima figura davanti alle forze alleate, scosse il capo cercando di focalizzarsi sulle parole del ciccione, l'intera tenda sembrava completamente intatta e ricercarne indizi era difficile, o il ladro era molto bravo o quei documenti erano spariti nel nulla ad opera di watashi

La sopravvivenza di un intero esercito può dipendere solo da un mucchio di scartoffie? Ragioniamo un attimo, due chiavi, una serratura, nessun indizio, diventerò pazzo!



Entrambe le mani raggiunsero la nuca, pensare non era mai stato il suo forte e una situazione del genere non lo favoriva, era visibilmente in difficoltà, amava l'azione, si era impegnato così tanto per attivare lo sharingan e manipolare il katon, Ei non era stata una Sensei molto paziente e successivamente con Kumiko non era andata meglio.
Si diede una scrollata di spalle lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, senza delle buone basi era impossibile arrivare ad una conclusione, mosse piccoli passi verso la grande cassaforte, inumidendosi le labbra prima di porre le proprie domande alla testa rotonda..


Credo proprio che abbiamo bisogno di sapere alcune cose, c'era qualcuno o qualcosa per sorvegliare la tenda? Dubito che l'alleanza non si fosse prevenuta per avvenimenti di questo genere..
Secondo quesito.. hai detto burattinai vero? Se sono da qualche parte in questo accampamento credo che avremo bisogno di loro per risolvere questo mistero, infondo sono loro ad averla prodotta no?
Terza ed ultima domanda.. Potrei vedere la chiave che la apre? Mi sarebbe davvero utile, prometto che dopo gliela rendo!



Quando fu avanti alla cassaforte la osservò in ogni minimo particolare, entrambe le mani andarono a tastare lentamente la dura superficie, ciò che cercava erano segni particolari e magari asimmetrici, anche qualche graffio o imperfezione, tutto sareste stato utile alla causa, infine spostò gli occhi sulla serratura, osservando il macchinario che permetteva l'apertura della stessa, per ottenere risultati ancora migliori però necessitava di due cose, la prima era la chiave, la seconda lo sharingan.

Mostrare adesso lo Sharingan davanti a tutti, in una situazione come questa.. Avrei davvero voluto sfoderarlo come arma segreta in combattimento, pazienza.. dovrò farmene una ragione..



Le iridi nere tornarono ad osservare il pancione in cerca delle risposte da lui richieste, se fosse stato favorevole nel dare la chiave a Kazuto, avrebbe lasciato dipingere gli occhi di un rosso vivo, attivando finalmente la propria innata, in seguito non avrebbe dovuto far altro che controllare nuovamente la cassaforte e testare il macchinario che azionava la serratura, solo così sarebbe entrato in possesso di ogni minimo dettaglio..

Tanta fretta, qualcosa del tipo 35 gradi in casa e poca ispirazione.. Pardon mi farò perdonare xD

Modificato per orrori ortografici xD


Edited by KazutoUchiha - 2/5/2013, 20:23
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 3/5/2013, 09:58




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




L'uomo sotto shock sembrò calmarsi, ma Tatsu non seppe dire se per merito della sua calma o per l'irruenza dello strano tipo a petto nudo, il quale fu l'unico a non presentarsi agli altri. Il Senju gli lanciò un'occhiata indagatoria, forse un pò troppo invadente, con la volontà di capire che tipo di persona fosse. Ignorò il suo commento imbarazzato, focalizzando la sua attenzione sull'uomo grassoccio, che aveva preso posto su una sedia vicina alla scrivania. Questi spiegò con maggior calma e chiarezza gli avvenimenti di pochi minuti prima, e grazie a ciò i ninja ebbero un quadro più chiaro della situazione. Tatsu seguì con lo sguardo il dito dell'uomo, che puntava ad una enorme cassaforte aperta in un angolo della tenda, un oggetto all'apparenza molto pesante, e che a prima vista non sembrava riportare grossi segni di usura o scasso. Il ragazzo misterioso vi si avvicinò, esaminandola con cura, mentre Tatsu cercò di ricostruire mentalmente le dinamiche del furto.

*La struttura della tenda sembra abbastanza solida... dovrei esaminarne il perimetro, ma credo che il ladro sia passato per l'ingresso principale. Se così fosse, qualcuno potrebbe averlo visto entrare... Tuttavia... Quella cassaforte sembra molto sicura, come avrà fatto ad aprirla, dato che esistono solo due copie della chiave? Di certo uno scassinatore esperto... forse un marionettista di Suna. I loro formidabili congegni sono uno dei segreti più gelosamente custoditi di Suna, e dato che la cassaforte è un loro prodotto, solo chi conosce tali meccanismi segreti potrebbe averla forzata... *



Le domande del ragazzo dai capelli neri al contabile sollevarono in Tatsumaru altri dubbi e ipotesi.

*Ha ragione, se tali registri erano così preziosi, di sicuro l'Alleanza doveva avere un'ulteriore misura di sicurezza oltre alla cassaforte massiccia... Tuttavia... Perchè darsi tanta pena per dei registri contabili? Perchè Watashi, capace di sconvolgere il mondo coi suoi poteri, dovrebbe agire in modo così macchinoso, e soprattutto dovrebbe volere dei registri contabili... Certo, l'omino grassoccio non ha tutti i torti, senza i registri tutte le attività del campo base non sono più documentate, e quindi non si può sapere di quanto denaro si dispone e come è stato usato, quale armamentario è in dotazione all'Alleanza, l'entità delle scorte mediche, l'identità delle persone che si aggirano per il campo... l'identità delle persone...*



Quest'ultima deduzione fece scattare una scintilla nella mente del Senju. Se prima il furto gli pareva di poco conto, ora forse cominciava a capire il motivo di tanta agitazione. Rivolgendosi ai presenti, cercò di esporre il filo logico dei suoi pensieri.

"Sono d'accordo con... con... con il ragazzo senza maglietta, un burattinaio potrebbe aiutarci a capire come sia stata aperta la cassaforte. Di certo il ladro lo sapeva, e non escludo appartenga allo stesso clan. Trovo strano che non ci fossero guardie all'ingresso, e quella è l'unica via da dove potrebbe essere passato, ma per esserne sicuro dovrei prima ispezionare il perimetro della tenda."



Tatsumaru si portò una mano al mento, un gesto istintivo, segno che stava pensando alle parole migliori da usare per spiegare la sua deduzione.

" Piuttosto, sulle motivazioni del furto... Per quanto sembri insolito che Watashi agisca in modo così "terreno", senza far ricorso ai suoi poteri occulti, probabilmente non poteva fare altrimenti. Pensateci un secondo, se Watashi avesse potere all'interno del campo base, non lo avrebbe forse già annientato? La sua oscurità penetra nelle menti delle persone, e forse il ladro è uno dei suoi strumenti. Tuttavia rimane una domanda: Perchè Watashi si sarebbe dato pena per rubare dei registri? Come ho ipotizzato, Watashi non può entrare direttamente al campo base, tuttavia i suoi servi o succubi possono farlo. Un singolo ladro passa inosservato, ma non può fare molto, non con tutti gli abili ninja qui presenti. Infiltrare un gruppo scelto invece, potrebbe distruggere l'Alleanza, e il primo passo sono proprio i registri. Signore, non ha forse detto che su quei registri sono trascritti tutti i movimenti del campo base? Deduco quindi siano registrati anche gli ingressi e le uscite dalle porte del campo, e le identità e mansioni delle persone qui presenti. Quale modo migliore per introdurre delle spie o dei sabotatori, senza che il loro ingresso risulti? E come far si che si mimetizzino tra le altre persone, se non prendendo la loro identità e mansione?"



Si era dilungato un pò troppo nella spiegazione, ma voleva essere più chiaro possibile, in modo che anche gli altri comprendessero la sua linea di pensiero. Era un vizio che aveva sempre avuto, dilungarsi in dettagli e percorsi logici perchè le sue tesi fossero chiare fin dalla radice. Esporre il ragionamento, oltre che la deduzione, gli sembrava il modo migliore.

Attese un responso dai presenti, o altre teorie riguardo il furto o le sue motivazioni, e naturalmente attese che l'uomo grassoccio consegnasse la chiave, e rispondesse alle domande del ragazzo dai capelli neri.

 
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^Shinodari^
view post Posted on 6/5/2013, 12:44




Maleducato. Quello fu il suo primo pensiero quando si rese conto che il ragazzo mezzo nudo non aveva alcuna intenzione di presentarsi e questo la portò a segnare mentalmente un punto in negativo sulla scala del giudizio globale. Maleducato e manesco, due punti in meno. Uno però venne cancellato nel momento in cui percepì in lui una sorta di senso di colpa, probabilmente per aver colpito duramente l’ometto.
Ad ogni modo, non sapeva se per merito di Tatsu o per colpa del ragazzo, la lingua del contabile si sciolse e prese a descrivere il contenuto dei registri e di come gli stessi fossero custoditi all’interno di una grande cassaforte.
La cassaforte era posta in un angolo della tenda e, sparse per l’unico locale, vi erano tre scrivanie ingombre di documenti. Il luogo pareva solido e i muri di legno perimetrali inviolati, così come il pavimento.

Prese a camminare avanti e indietro con le mani intrecciate dietro la schiena, la testa bassa e lo sguardo fisso sul pavimento. Okojo aveva assunto un’aria pensosa e quasi assente, ma quando lei si girò in modo repentino per tornare sui suoi passi dovette attaccarsi ai suoi capelli per evitare di essere sbalzato via. L’andirivieni si ripeté numerose volte e, ad ogni giravolta, l’ermellino svolazzava come una mantellina posata sulla spalle. Questo non gli piaceva affatto, ma non avrebbe interrotto i ragionamenti di sua sorella e avrebbe sopportato in silenzio, ad eccezion fatta per una specie di grugnito appena percettibile.
Pareva assorta, ma in effetti le elucubrazioni dei compagni giungevano alle sue orecchie e venivano sistematicamente esaminate, soppesate ed eventualmente scartate.



CITAZIONE

c'era qualcuno o qualcosa per sorvegliare la tenda?


Ottima domanda, ma piuttosto inutile. Se ci fosse stata sorveglianza adeguata, nessuno sarebbe riuscito ad entrare inosservato e compiere il furto.



“Scarso controllo .. a meno che ..”



CITAZIONE

hai detto burattinai vero? Se sono da qualche parte in questo accampamento credo che avremo bisogno di loro per risolvere questo mistero, infondo sono loro ad averla prodotta no?


Questo aveva più senso e valeva la pena parlare con loro.



“Suna .. Suna ..”



CITAZIONE

Potrei vedere la chiave che la apre? Mi sarebbe davvero utile, prometto che dopo gliela rendo!


Avrebbero fatto meglio a controllare entrambe le chiavi, sia per essere sicuri che fossero al loro posto e per controllare che nessuno ne avesse fatto una terza copia.



“Entrambe le chiavi .. non una ..”



Intercalava parole ai pensieri, incurante dei giudizi degli altri, era il suo modo di concentrarsi e quando ci riusciva non si rendeva conto di ciò che faceva, com’era avvenuto anche all’isola, quando aveva composto il puzzle misterioso.
Più li sentiva parlare e più si convinceva che fosse inutile e prematuro formulare ipotesi. Ciò che occorreva ora era trovare il movente, che tuttavia appariva abbastanza chiaro: intaccare l’alleanza dall’interno per annientarla, distruggerla in modo subdolo. Tatsu centrò in peno questo punto. Ma non era tutto.



CITAZIONE

Deduco quindi siano registrati anche gli ingressi e le uscite dalle porte del campo, e le identità e mansioni delle persone qui presenti. Quale modo migliore per introdurre delle spie o dei sabotatori, senza che il loro ingresso risulti? E come far si che si mimetizzino tra le altre persone, se non prendendo la loro identità e mansione?"


“La parola chiave è sostituire .. o forse non ce n’era bisogno?”



Sostituire persone con altre persone. Ignari shinobi dediti all’alleanza con accoliti di Watashi?



“Watashi .. l’alleanza per la pace .. pace ..”



Le venne in mente il discorso con Akane, la parte in cui l’Hokage, come anche lei del resto, auspicava una pace durevole tra le nazioni, una pace che andava al di là del pericolo Watashi e che avrebbe portato prosperità collaborativa.



“Un momento!”



Disse ad alta voce, arrestando la sua camminata ripetitiva e alzando lo guardo dal pavimento di legno.



“Vi pare possibile che Watashi possa affidarsi a questi mezzucci per sabotare l’alleanza? Il Watashi che conosco distrugge e divora, a viso aperto, mandando la sua schifosa progenie a compiere razzie sanguinose.
Siamo sicuri che sia lui il mandante?
Pensateci un attimo. Questo Campo è pieno di persone che provengono da culture diverse, con storie diverse di paesi diversi. Siamo davvero tutti amici? Siamo qui per combattere un nemico comune, certo, ma siamo tutti nazionalisti. Davvero ci fidiamo degli altri? Io pensavo di sì, ma ora non ne sono più così sicura ..”



Si zittì un attimo, voleva dare la possibilità di formulare pensieri ai compagni. Poi riprese.



“E se il mandante non fosse Watashi? Se il sabotaggio fosse opera di shinobi impegnati in qualche sporco e oscuro gioco di potere per il proprio villaggio?”



Riprese a camminare e questa volta si diresse verso la cassaforte, girò attorno ad essa una volta, la osservò e poi guardò di nuovo i ragazzi.



“Suna. Burattinai di Suna. E’ stato proposto di parlare con loro, qualora ce ne siano al campo. Sono d’accordo, ma forse dovremmo approcciarli in modo diverso, non come persone che ci possono aiutare, ma come possibili colpevoli.”



A questo punto si avvicinò al contabile seduto e appoggiò le mani sulla scrivania sporgendosi verso di lui.



“Solo un paio di domande Signore, lei da quale paese viene e chi sono i suoi due colleghi?”



Ora non restava altro che esaminare la scena del crimine per trovare eventuali tracce di chakra presenti.

 
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view post Posted on 6/5/2013, 17:03

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La situazione, anziché cominciare a diventare più chiara, si intricava sempre più. L'ometto paffuto, finalmente, aveva recuperato un po' di compostezza, cominciando a collaborare e rivelando l'entità degli oggetti trafugati. Registri di entrate e uscite, di denaro, equipaggiamenti e shinobi. La stanza sembrava in ordine, nessun segno di lotta, la cassaforte intatta... Chiunque si fosse intrufolato, doveva essere qualcuno che godeva di fiducia all'interno del campo base o veramente abile nell'occultare i propri spostamenti. Nel suo limbo spirituale, Shiho smise di guardarsi intorno, concentrandosi sui propri pensieri. Intorno a lei i suoi compagni cominciarono a formulare teorie, pianificare mosse, additando come possibili responsabili chi Watashi in persona, chi i suoi seguaci, chi ipotetici alleati corrotti da sentimenti contrastanti verso il proprio villaggio. Non essere in possesso del suo corpo cominciava a pesarle, tutto era più difficile senza la libertà di agire, tutto era più lontano e presto avrebbe dovuto inevitabilmente riprendere il controllo.

- Un luogo così importante, di un'alleanza così importante, lasciato incustodito e alla mercee di chiunque... Bella roba! Nessuno era stato assegnato a guardia di questa tenda? Ahahah -



(Evita di ridere, la situazione è più che seria! Presto mi servirà nuovamente il mio corpo... Non posso lavorare in queste condizioni!)



|Immaginavo... Anche se non riesco veramente a capire perché tu ci tenga tanto ad appartenere a quest'alleanza di incapaci... Voi umani... Se qualcosa ha un valore, bisogna saperlo proteggere... Sono a dir poco basita dalla vostra incompetenza!|



(Non posso darti tutti i torti in effetti, ma non possiamo trarre conclusioni senza avere almeno un'idea di come sia stata la dinamica del furto... Magari le guardie c'erano... Magari la dinamica è totalmente differente da come la stiamo vedendo ora e il furto era inevitabile...)



|Sinceramente, a mio parere, siete un'alleanza di incompetenti... Se Watashi è stata in grado di entrare nel cuore del vostro tempio e prendere liberamente ciò che voleva, non avete molte speranze di vincere! Per non parlare dell'ipotesi della tua amica, che dipinge una scenario ancora peggiore... Non perdiamo tempo qui ed andiamo a cercare un'altra arma per i fatti nostri, un nuovo potere come quello acquisito dal patto con i Molluschi!|



(Ho una missione Kumiko-Sama! Dobbiamo riporre fiducia nell'alleanza, altrimenti noi per prime saremo alla stregua degli esseri umani che tanto disprezzi...)



|Riprenditi il tuo corpo già da subito allora... Mi irrita dover mettere il mio tempo a disposizione di una manica di incompetenti! Che destino che mi è toccato... Ricordati le ore che mi son avanzate, le sfrutterò più in la, per qualcosa di più interessante!|



Un piccolo brivido, quasi impercettibile, scosse per intero il giovane corpo della kunoichi, era di nuovo lei in possesso del suo contenitore ora. Gli occhi tornarono i suoi, di nuovo chiari, ma allo stesso tempo meno vispi, più spenti. Subito mosse qualche passo verso la cassaforte, con la mente persa fra le ipotesi dei suoi compagni e le parole forti di Kumiko. Per quanto ora la guardasse con più attenzione, tutto sembrava perfettamente in ordine come aveva precedentemente constatato attraverso lo sguardo distratto della Kami. Tutta quella situazione era un gran bel grattacapo. Le domande poste dallo shinobi a petto nudo erano sicuramente un buon punto di partenza, le ipotesi di Tatsumaru e Yukiko, tutte possibili. Se c'erano delle guardie, magari avevano rivelato qualche movimento almeno inusuale, mentre dei burattinai, ammesso che ce ne fossero presenti al campo base, avrebbero potuto confermare se la cassaforte fosse stata aperta oppure forzata. Certo, se come diceva Yukiko, questi ultimi fossero stati veramente coinvolti, il loro giudizio avrebbe potuto depistare le loro indagini, ma dall'altra parte era tutto quello che avevano. Yukiko, inoltre, sembrava convinta del fatto che non ci fosse Watashi dietro tutta quella faccenda. In qualche modo le parole della compagna le ricordavano il discorso fattole da Kumiko qualche minuto prima. Ognuno sembrava avere visioni diverse della situazione, per quanto vicine l'una all'altra, opinioni proprie e questo, secondo la kunoichi, non avrebbe aiutato le indagini. Il loro fine ultimo, dopotutto, era un rapporto e, sempre secondo come Shiho vedeva il tutto, sarebbe stato più opportuno e utile mettere tutte quelle congetture da parte, ma allo stesso tempo sfruttarle a loro vantaggio. Ascoltò le parole di tutti in silenzio, soppesandole e cercando le maniere giuste per esprimersi a sua volta. Nonna Ayako, così come Nonno Mitsuo e i suoi fratelli, la rimproveravano sempre per il suo modo di rapportarsi con i suoi coetanei e la giovane kunoichi si era ripromessa di migliore sotto questo punto di vista, soppesando le sue parole. Tirò un lungo sospiro, quindi si girò verso i compagni, accompagnando le sue parole con degli ampi gesti.

- Senza offesa, ma secondo me stiamo un po' perdendo di vista quello che è il nostro compito. Non tocca a noi, almeno per ora, indagare sul responsabile, dobbiamo solo mettere insieme più indizi possibili e disegnare un'eventuale dinamica, un rapporto. Tutte le vostre ipotesi possono essere percorribili, possibili, ma secondo me stiamo sbagliando approccio alla missione, senza contare che il tempo a nostra disposizione non è molto e sta scorrendo. -



|E senza contare che io ho fame! Ahahah|



(Per cortesia, puoi aiutarmi per una volta, anziché parlare sempre a sproposito?)



|Magari i ladri si son fermati a mangiare da qualche parte! Potrebbero esserci degli indizi! Ahahah Anche loro devono mangiare! Ahahah|



(Sei davvero senza speranze! Però... In qualche modo potresti aver ragione!)



Avevano già perso abbastanza tempo e, fra lo shock del contabile e le congetture fatte, non ne rimaneva molto. Il loro obbiettivo era quello di riportare un quadro completo della situazione e quella tenda non aveva più molto da dirgli in quel momento, secondo quanto detto dal contabile. Per come Shiho vedeva la situazione, l'unica cosa utile da fare, sarebbe stata quella di prendere atto di quello che avevano la dentro e completarlo con possibili indizi che avrebbero potuto raccogliere nelle vicinanze o da shinobi più "competenti". Si prese una piccola pausa, era veramente difficile esprimersi frenando i propri istinti e cercando di seguire una metodologia che non le apparteneva del tutto. Sicuramente la sua figura ora era più umana agli occhi dei compagni, meno stramba, meno maliziosa, più credibile, risoluta. Di nuovo dritta sulla schiena, sicura, tornò ad aprire lentamente le braccia semi tese, volgendo i palmi verso il soffitto, quasi come se quei gesti avrebbero potuto farla passare come una ragazza gentile, educata. Non voleva passare per quella che dava degli ordini, che voleva comandare, Nonna Ayako le aveva sempre detto che era antipatico, ma non riusciva a tenersi dentro quella che per lei era la soluzione migliore.

- Io direi di passare ai fatti. Dobbiamo dividerci e seguire le piste che abbiamo. Qualcuno, nel caso fossero presenti, deve andare a parlare con gli shinobi incaricati di sorvegliare questa tenda o comunque con le sentinelle che erano di turno in questo settore. Il ladro, che sia dell'alleanza o meno, dev'esser passato di qui e magari qualcuno ha visto qualcosa di insolito, qualcuno che non doveva trovarsi qui. Qualcun'altro potrebbe raccogliere le testimonianze di persone che non rientrano fra il corpo di guardia, ma che comunque sono solite frequentare questa zona, come commercianti o ninja che la frequentano giornalmente, qualcuno che abbia potuto notare qualcosa fuori dagli schemi, conoscendoli bene, vivendoli. Qualcun'altro deve cercare dei burattinai e mostrargli questa cassaforte. Yukiko, la tua visione "scettica" nei loro confronti potrebbe essere quella più efficace a tale proposito! Infine, qualcuno dovrebbe rimanere qui con il nostro contabile, per la sua sicurezza e per una descrizione più accurata e precisa di questi registri da inserire nel rapporto. Almeno... Questo è il mio parere... -



|Noi andiamo da commercianti vero? Ahahah|



(Ti lascerei volentieri dentro al contabile per una bella mezz'oretta a te se solo sapessi come fare!)



Nervosa nell'attesa di scoprire se il suo nuovo modo di esprimersi avesse riscosso più successo, se fosse stato più vicino ai consigli dei nonni, Shiho infine sfilò dalla piccola tasca della manica sinistra un rotolo. Si avvicinò ad una scrivania, quindi lo stese delicatamente e, seguendo le istruzioni ricevute dal padre, evocò le quattro piccole ricetrasmittenti che aveva comprato prima di partire. Con cura le ripose l'una accanto all'altra sul piano di legno, quindi, dopo aver riposto il rotolo nella sua tasca, si rivolse nuovamente ai compagni, senza guardali negli occhi questa volte, le gote leggermente arrossite e un tono sicuramente meno sicuro, quasi titubante.

- Nel caso... Con questi potremmo tenerci in contatto, rimanere aggiornati sugli svolgimenti gli uni degli altri e coordinare le nostre mosse! Sono un... Regalo da parte mia... -




Scusate la lentezza, ma son immersa nello studio in questo periodo! Le ricetrasmittenti le avevo prese appositamente per noi, quindi potete metterle in scheda, sono un piccolo regalino! =P




Edited by Hanabi! - 18/5/2013, 14:27
 
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