| ///ahahahah Eh beh si nevrotico si, ha un bg abbastanza stressante! XD///
Aveva appena varcato l'entrata dell'accademia, quando l'uomo parlò nuovamente. Erano strane, però, le cose che diceva. Iwao ebbe nuovamente la sensazione che quest'ultimo fosse capace di leggergli nel pensiero...
-He... quindi preferisci la vita del ninja, eh?-
Iwao si volto di nuovo verso di lui, forzò di nuovo un sorriso e fece un altro inchino.
Si... B-buona giornata..!
Andava interpretato. Il significato reale era più o meno "okey, è stato un piacere parlare con te (ma anche no) , ma adesso è meglio se ci salutiamo!" Tuttavia pare che il messaggio non fu recepito o fu volontariamente ignorato, in quanto l'uomo senza alcuna ragione, cominciò a seguirlo... Cosa voleva? Perché era entrato? Perché nessuno gli diceva nulla, nonostante fosse sporco e losco?
(P-erché non se ne va? Ma che vuole? Meglio ignorarlo, prima o poi qualcuno dovrà pur dirgli di andarsene, no?)
Non dovette camminare molto prima di incontrare uno dei suoi insegnanti. Quest'ultimo, con la sua aria del tipico insegnante antipatico, gli spiegò dove si sarebbe svolto l'esame, una raccomandazione, sbaglio pronunciare il suo cognome -Iwao avrebbe voluto correggerlo, però pensò che era meglio evitare- ma poi nient'altro. Quasi non avesse neanche notato il vagabondo, nonostante quest'ultimo lo avesse anche salutato con un cenno. Iwao rimase molto sorpreso da ciò e avrebbe voluto dire qualcosa al riguardo, ma se sua madre avesse scoperto che i suoi voti avevano subito un malus perché era arrivato in ritardo all'esame lo avrebbe scuoiato vivo. Meglio affrettarsi al campo, ben poche sarebbero state le ragazze che avrebbero mostrato interesse per un Iwao privo di pelle e con interiora, muscoli e vene costantemente allo scoperto. Per non parlare poi della costante perdita di sangue... No, non era proprio il caso. Fece un cenno con la testa all'insegnante per dire che aveva capito, poi si voltò e camminò a passo spedito verso la nuova meta. L'uomo lo stava ancora seguendo, questa volta però un pò più distante, abbastanza da non sentire più i suoi ghigni.
("preferisci la vita del ninja"... detto così sembra come se fossi stato io a scegliere!)
Il vagabondo rimase anche quando Iwao entrò al campo d'addestramento! Solo che adesso rimaneva a una certa distanza. Ad accogliere l'aspirante Genin fù un insegnate di sua conoscenza, un uomo abbastanza robusto e decisamente più "umano" e socievole rispetto l'altro precedentemente incontrato. Gli chiese come si sentiva e se era pronto.
(Pronto? Per essere mangiato? Beh, dipende, questione di gusti. Per quelli a cui piace la carne al sangue credo di si, anche se sinceramente credo che un pò si dovrebbe rosolare comunque... Poi ci vorrebbe giusto una goccia di salsa di soia, del buon riso e per gli amanti del piccante anche un pò di wasabi! In quel caso si che mi sentirei pronto!)
Preferì che quei pensieri rimanessero tali, abbozzò un altro sorriso forzatissimo e formulo una frase che senza accorgersene rappresentava una perfetta via di mezzo tra ciò che Iwao sentiva realmente e la classica risposta che ricevono normalmente tutte le domande simili quella.
La ringrazio, Kensai-sensei... Mi sento abbastanza bene credo, e immagino di essere anche discretamente pronto...
Il vagabondo era ancora lì, appoggiato ad un muro, e osservava ogni cosa. Era alto, magrissimo, sporco. Portava con se una grossa custodia, che poteva benissimo contenere anche uno strumento musicale. Persino una chitarra, lo strumento tanto amato dal giovane. Li, inerme, riusciva quasi a mettere Iwao in soggezione. Quell'uomo aveva adesso un aspetto quasi familiare. Lo aveva già "visto", nella sua immaginazione. Numerose furono le volte in cui Iwao provò a spiegare alla madre che non voleva diventare un ninja a favore dell'arte, e ogni volta essa ripeteva sempre le stesse cose: l'artista è povero, affamato, sporco, senza una casa. L'artista fa una vita orribile. Il ninja ha fama e soldi. La vita del ninja è bellissima. Quell'uomo era l'incarnazione dell'idea che sua madre aveva degli artisti. Quell'uomo era l'inevitabile futuro al quale sua madre sosteneva che sarebbe andato incontro, nel caso in cui avesse scelto una via diversa da quella del ninja. Era ciò che Iwao, secondo sua madre, sarebbe diventato se avesse scelto la musica. Ma quanto di tutto ciò era reale? E quanto solo una massa di pregiudizi, luoghi comuni e paura del diverso e del cambiamento? Questo Iwao non poteva saperlo, era ancora troppo giovane e con poca esperienza. Inoltre adesso c'era un esame da sostenere, e di certo non il tempo per pensieri simili.
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