Watashi 6C/2A - Tears in the Rain, Per Bahamut, Bishop, Karen. Passaggio di rango per Morph

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view post Posted on 24/10/2012, 14:47
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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In un mondo in cui il sole scaldava le terre e ne favoriva la crescita rigogliosa non si sarebbe mai potuto pensare ad una storia di oscurità, di nubi, di istanti neri a coprire l'azzurro di quel cielo che tutti descrivevano come meraviglioso, ma un'entità aveva fame di quella luce, di quei raggi rigeneranti che garantivano la vita ed un benessere celato nel sorriso di qualunque persona che poteva vantarsi di essere stato sfiorato almeno una volta da quella potenza senza pari. Si racconta fosse invidiosa della sua bellezza ed un giorno gli lanciò una maledizione secondo la quale un pianto nefasto ne avrebbe per sempre coperto la lucentezza.

Questo si racconta, questo si verificò avverando la leggenda.


||Mooolto bene cari miei, dopo questa introduzione possiamo cominciare. Di voi credo che solo Melo abbia avuto il piacere (o dispiacere :gusperm: ) di avermi come master se non consideriamo la ruolata all'eremo anche con Jè, quindi lasciate che vi dica che se cercavate una missione calcolosa in cui vince chi fa millanta... siete morti :addit: . Poche chiacchiere dunque, Buon role e ricordatevi che la regola fondamentale è divertirsi!

Ps. Primo post liberissimo, solo fermatevi alle porte del villaggio.||
 
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view post Posted on 24/10/2012, 16:09
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Uscito dal sontuoso palazzo del Sandaime, il ragazzo poté nuovamente essere baciato dai caldi raggi del Sole, che subito irradiò l'espressione seria che si era dipinta sul suo volto. Non riusciva ancora a credere a ciò che Akane aveva raccontato, tremendi scenari di morte e disperazione si dipingevano nella sua mente non appena questa si fermava a pensare alla parola guerra. Era incredibile come l'apparizione della diafana messaggera del Dio, inizialmente reputata dal giovane non più veritiera di uno scherzo ben organizzato e lentamente divenuta una tremenda e misteriosa realtà, fosse sfociata in un conflitto mondiale, ove tutte le nazioni avevano in comune accordo deciso di allearsi per contrastare un nemico potente, una divinità che minacciava di debellare il genere umano dall'intero pianeta. Si chiedeva quante possibilità avessero le forze alleate di uscire vincitori dalla guerra, se davvero fosse sensato schierarsi contro un Dio. Arrivò persino a pensare che tutto ciò non fosse reale, che si trattasse soltanto di un sogno o - meglio ancora - di un terrificante incubo dal quale avrebbe tanto voluto evadere, svegliandosi. Furono le grida innocenti di alcuni bambini di passaggio a riportarlo con i piedi per terra, suo malgrado nella stessa crudele realtà.

Quando finirà tutto questo? La pace che tanto desidero è ancora così lontana.. Sembra un'utopia, niente di più che un'allettante chimera.

Non poteva tuttavia lasciarsi cullare da certi pensieri, gli era stato affidato un incarico, una missione che avrebbe dovuto compiere per sottrarre i poveri abitanti di un villaggio dagli orrori che quel mostro insaziabile era capace di creare. Non si sarebbe fatto scoraggiare nemmeno dalle responsabilità di cui avrebbe dovuto farsi peso in qualità di leader, sapeva che mettendocela tutta avrebbe potuto superare qualsiasi ostacolo, specialmente ora che aveva dei compagni al suo fianco. I ricordi dell'ultima missione compiuta riaffiorarono come immagini ancora nitide e le dita prive di vita della mano sinistra erano rimaste come chiara testimonianza del sacrificio che lo Hyuga aveva compiuto per proteggere i suoi amici. Sperava di non dover arrivare nuovamente a quel punto ma ora era più consapevole, certo che in caso di necessità avrebbe avuto il sangue freddo per reagire.

Senza perdere tempo si voltò con un sorriso in volto per incrociare gli occhi di Chiaki, prima di sfoderare di pochi centimetri Namida e massaggiare la fredda lama con il pollice della mano destra. Pagato quindi il tributo di sangue unì le mani per formare pochi sigilli, così da poter usare il Kuchiyose. Vi fu uno scoppio che generò una piccola nube di fumo che, diradandosi, lasciò il posto ad una piccola donnola dal manto candido come la neve. Poteva essere lunga non più di cinquanta centimetri e i suoi occhi blu come il mare in tempesta incontrarono immediatamente quelli del suo fratello, che con aria pacata si schiarì la voce per spiegare la situazione alla creatura.


- Ho bisogno del tuo aiuto, Yuki. Vorrei che tu riferisca un messaggio a due Shinobi di Suna che attualmente stanno collaborando con le squadre speciali, li troverai sicuramente in compagnia di qualche ANBU.. Dì loro che la loro presenza è richiesta per una missione, dovranno farsi trovare domani mattina dinanzi alle porte di Konoha, all'alba.

Fu il più chiaro e conciso possibile, malgrado sapesse che la sua sorella fosse parecchio scaltra e sveglia. Non vi fu infatti alcun bisogno di ripetere, la creatura annuì docilmente e svelta sparì tra la folla, che intanto si era avvicinata ai due Hyuga, probabilmente incuriosita dall'esplosione di fumo che aveva visto in precedenza. Il Chunin cercò di non badarci e con calma si avvicinò alla sua allieva, ponendole una mano sulla spalla in segno di fiducia. I loro sguardi si incrociarono per l'ennesima volta e stavolta quello di lui era fiero e incredibilmente fiero di sé. Si sentiva sollevato nel sapere che la piccola Kunoichi sarebbe rimasta al suo fianco, nessuno dei due sarebbe rimasto da solo.

- Vai pure a riposarti adesso, Chiaki.. E mi raccomando, cerca di essere puntuale stavolta!

Concluse, scoppiando in una piccola e contenuta risata, alludendo chiaramente al ritardo della Genin all'appuntamento con Akane. Le regalò l'ultimo sorriso fraterno per congedarsi, prima di sparire a sua volta tra le persone che affollavano le strade del villaggio.


[...]


Giunta a destinazione, la donnola si fiondò tra i corridoi del distretto, in cerca dei ninja di cui Fuyuki le aveva parlato. La ricerca non impiegò più di qualche minuto ed infine il mustelide si ritrovò finalmente al cospetto dei due Shinobi di Suna. Mentre si accertava di non aver interrotto il lavoro degli ANBU, cominciò a scrutarli. Non notò niente di particolare nel primo, il guerriero dello Shakuton, ma quando i suoi occhietti blu si posarono sul secondo, subito rimasero stupiti. Il controllore della sabbia sarebbe sembrato un normale ragazzo, se non fosse stato per la singolare forma di albinismo che lo aveva contagiato. Era, come dire.. Bianco, similmente a lei.

Yuki - Vi ho trovati finalmente! Siete stati assegnati ad un team che partirà in missione domani mattina.. Fatevi trovare all'alba davanti alle porte del villaggio, vi sarà spiegato tutto al vostro arrivo. Siate puntuali.

Non dimenticò nulla l'astuta donnola, che - non avendo più niente da aggiungere - si voltò per ritornare sui suoi passi, probabilmente lasciando alcune domande sospese sulle labbra dei due Genin. Avrebbero dovuto prendere parte ad una missione senza ancora conoscerne i dettagli, ma presto ogni loro curiosità sarebbe stata placata.. O almeno così aveva detto Yuki. Era troppo tardi per fermarla, la creatura era ormai sgattaiolata nei corridoi, pronta a tornare dal suo eremita.


[...]


Le luci del nuovo giorno si presentarono infine per svegliare gli abitanti del villaggio, che presto sarebbero dovuti tornare alle loro mansioni, per ripetere la solita, monotona e serena vita, ignari che quel giorno alcuni ninja avrebbero lasciato le proprie case per partire in guerra, per affrontare un conflitto di cui forse erano ancora all'oscuro.

Lo Hyuga era già lì, ai piedi delle maestose porte in legno di Konoha. Aveva passato una notte insonne, contorcendosi sotto le coperte tra mille pensieri e preoccupazioni. Non aveva trovato Ayame ad aspettarlo a casa, la tredicenne era sparita senza lasciare alcun messaggio, forse partita per qualche missione durante la sua permanenza all'eremo. Nonostante fosse consapevole che la sorella non fosse più la bambina di un tempo e che fosse giusto lasciare che facesse esperienza sul campo in quanto Genin del villaggio, non riusciva a fare a meno di pensare a lei e di constatare con l'amaro in bocca quanto non l'avere notizie di lei incutesse timore nel suo cuore. Probabilmente anche la ragazzina al suo ritorno non avrebbe trovato l'adorato fratellone ad accoglierla a braccia aperte, dato che quest'ultimo stava per lasciare a sua volta la Foglia, pronto a raggiungere il Paese delle Terme, ove delle sfortunate persone avevano richiesto l'intervento di una squadra ninja per risolvere la questione. Aveva portato con sé tutto il suo equipaggiamento e adesso non gli restava altro da fare che attendere con le braccia incrociate davanti al petto l'arrivo dei propri compagni. Chiaki e il medico lo avrebbero senz'altro riconosciuto, mentre i due di Suna avrebbero avuto la certezza di trovarsi nel posto giusto semplicemente mettendo a fuoco l'immagine di Yuki, che beatamente era distesa tra le punte disordinate della chioma castana del ragazzo.

 
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view post Posted on 24/10/2012, 20:47

lo cavalier del Gangbang!!

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Una volta finito di informare gli anbu e aver messo in guardia Kinji e la sua amica Setsuna riguardo quel malevolo Dio, Hiro e Hisashi rimasero finalmente soli, era forse il primo momento in quella lunghissima giornata dove i due genin avevano un momento in cui riposarsi, solo allora il sunese si rese conto della fatica sia fisica, sia mentale che aveva accumulato quel giorno.
Tutto era iniziato all'eremo in quella lunghissima battaglia contro le volpi, la quale si era rivelata soltanto una complessa e immensa illusione del loro ex kage, qualche secondo dopo aver ricevuto i doni dell'eremo e firmato il sutra ed il genin venne letteralmente evocato dinanzi al tempio di Watashi. In quel luogo aveva visto la rinascita di un Dio che si era rivelato crudele e malvagio e che aveva tentato di nutrirsi di loro, scampato per un qualche miracolo ad un'orrenda fine, il ragazzo era tornato all'eremo, raccontato tutto all'amico neo eremita dei cani, erano partiti a massima velocità in direzione di Konoha villaggio ninja più vicino a dove si trovavano. Dopo tre lunghe ore di corsa a perdifiato i due erano giunti a destinazione, in qualche modo erano riusciti a incontrare il Kage e raccontare i terribili eventi vissuti dal genin, aveva poi dovuto aggiornare le squadre speciali su tutto ciò che sapeva su quella malevola Divinità.
Il ragazzo era esausto, voleva soltanto andare a riposare in una locanda, ma a quanto pare gli eventi di quella giornata non erano ancora terminati, dinanzi a loro comparve una donnola dal pelo candido come la neve, l'espressione stupefatta di Hiro era quasi simile a quella dell'animale quando aveva notato la sua "particolarità", l'evocazione informò che i due genin l'indomani mattina sarebbero partiti per una missione, luogo e scopo erano sconosciuti, gli avrebbero spiegato tutto una volta giunti alle porte del villaggio.
Il genin era felice, l'Hokage aveva mantenuto la promessa, non gli avrebbe lasciati in disparte, avrebbero partecipato ad una missione ed anche se non conosceva i dettagli, il ragazzo era conscio che fosse in qualche modo legato a Watashi, il resto lo avrebbe scoperto l'indomani, seppur curioso il genin non avrebbe potuto sapere in alcun modo altri dettagli, visto che la donnola una volta recapitato il messaggio si dileguò velocemente tra la folla, al ninja non rimaneva altro da fare che andare a riposare e presentarsi puntuale alle porte del villaggio all'alba, così una volta messosi d'accordo con l'amico decise di andare a riposare nella prima locanda che avessero trovato.



[...]




La notte scorse velocemente per il genin, grazie al fatto che era esausto, non appena appoggiò la testa sul cuscino venne accolto all'istante tra le braccia di morfeo, se non fosse stato per tutta la fatica accumulata, probabilmente quella notte sarebbe stato sveglio tutta la notte a rivivere chissà quante volte ciò che era successo al tempio.
Non voleva più rimanere inerme ad osservare gente che moriva, questa volta non l'avrebbe permesso, avrebbe fatto di tutto per sconfiggere quel Dio e per impedire che altri morissero a causa sua.
Determinato come non mai, il ragazzo si svegliò prima dell'alba e dopo aver preso tutto il suo equipaggiamento, i due di Suna si diressero verso le porte del villaggio dove gli aspettavano gli altri membri del team e dove gli avrebbero informati sullo scopo della missione.

A quell'ora del mattino non vi era molta gente in giro per le vie del villaggio, vide qualcuno che andava a lavorare e qualche altro ninja che si dirigeva chissà dove in missione.
Non fu difficile quindi per i due genin capire che il ninja che gli aspettava alle porte del villaggio fosse un membro del loro team, a conferma di questo i due videro la stessa donnola che gli aveva informati della missione, sopra la testa del ninja con i capelli castani e dagli inconfondibili occhi bianchi che tutti i membri del suo clan avevano, leggermente più alto del sunese e con le braccia incrociate al petto, scrutava nella loro direzione probabilmente attendendo proprio il loro arrivo.
Hiro sapeva che la loro missione sarebbe stata difficile, l'Hokage gli aveva promesso che avrebbero partecipato attivamente alla lotta contro quel Dio, quindi era convinto che la loro missione era legata in qualche modo a Watashi, chissà quale pericoli avrebbero dovuto affrontare, conscio che per avere una qualche possibilità di sopravvivere avrebbero dovuto collaborare tra di loro, per questo era necessario instaurare fin da subito un buon rapporto con gli altri membri del team, quindi nonostante lo stato d'animo non proprio allegro dovuto agli ultimi eventi, Hiro si sforzò di sorridere e prendendo l'iniziativa porse la mano al ninja di Konoha presentandosi.


Dalla tua amica sulla testa, deduco che tu sei uno dei membri del team di cui faremo parte, piacere di conoscerti io sono Hiro Takagi di Sunagakure e tu sei?

Lasciò all'amico la libertà di presentarsi come voleva, era conscio però che anche lui avendo il carattere molto simile al suo, avrebbe agito in maniera cordiale con il ninja di Konoha, presto avrebbe conosciuto la loro destinazione ed il loro compito, una cosa era certa però, questo era solo il primo passo nella lotta a Watashi, sicuramente sarebbe stata una lunga e cruenta battaglia, ma sperava ne sarebbero usciti vincitori in qualche modo e avrebbero fatto tornare quel mondo alla pace cui si trovava prima del suo risveglio.
 
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Mr. Bishop
view post Posted on 26/10/2012, 20:58




Fu un lungo pomeriggio per i due genin, interminabile. Cascate di domande vennero poste fin dalla mattina dagli anbu, che più di una volta avevano riascoltato la loro intera versione in cerca di particolari sfuggiti o di connessioni fra eventi difficilmente visibili, se non ad una attenta analisi. Hiro e Hisashi continuarono a ripetere quella incredibile quanto vera storia alle maschere colorate dei loro interrogatori che, una dopo l'altra, si davano il cambio davanti a loro: di volta in volta i due genin si sforzavano di aggiunge particolari accidentalmente trascurati nella loro precedente versione, ma presto si ritrovarono a ripetere le stessa parole e, quando anche gli anbu capirono che non avrebbero ricevuto nuove informazioni, decisero di lasciarli andare, con loro grande sollievo.
I genin si stavano incamminando verso l'uscita quando apparve davanti a loro una piccola donnola dalla pelle chiara quasi quanto quella di Hiro e dagli occhi color azzurro cielo che squadrarono i due genin con occhiate vispe e veloci, nel tentativo di appurare la loro identità. Non fu difficile comprendere che i due fossero stranieri e i loro abiti lasciavano chiaramente intendere che venissero dal lontano deserto del vento. Quella disse loro poche parole, semplici, ma che risuonarono alle orecchie di Hisashi come l'eco della promessa di qualche ora prima: annunciò loro che il giorno dopo sarebbero partiti per una missione, senza scendere troppo nei particolari, lasciando loro il gusto dell'ignoto. Hisashi capì che dietro quelle parole si nascondeva il desiderio dell'Hokage, che aveva deciso di ascoltare la loro richiesta e permettergli di partire.
I due ninja lasciarono in fretta l'edificio, stanchi da tutte quelle domande e tutto quel parlare, avventurandosi per le sconosciute vie di Konoha, alla ricerca di una locanda dove trascorrere la notte: senza fare troppo gli schizzinosi prenotarono due camere nella prima che trovarono, una antica struttura in legno impregnata del buonissimo odore di pesce che proveniva dalle cucine e delle chiacchiere dei clienti, ma mentre Hiro decise di andare a dormire, Hisashi lo salutò, consapevole che, nonostante la stanchezza, avrebbe avuto bisogno di una lunga passeggiata per riuscire a prendere sonno.
I suoi passi, casuali in quelle strade a lui nuove, lo condussero al limitare del villaggio, fino al costone di roccia in cui, come immensi bassorilievi di roccia, i volti degli Hokage vegliano sereni sul grande villaggio che, quando ancora erano al potere, contribuirono a rendere rigoglioso e florido. In poco tempo il genin, avventurandosi in una via ripida che serpeggiava su per la parete rocciosa, giunse nell'ampia piazza che la sovrastava. Raggiunse la ringhiera di protezione che impediva di sporgersi troppo e si sedette, poggiando la testa contro la fredda grata di ferro e osservando il villaggio che si estendeva luminoso e maestoso sotto i suoi piedi penzolanti. Erano successe tante cose quella giornata, troppe perché il ragazzo se ne rendesse conto, perché si accorgesse del fatto che la sua vita stesse lentamente cambiando e presto lo avrebbe costretto a scelte coraggiose, gli avrebbe dato grandi responsabilità: lo avrebbe fatto crescere.
Era sera ormai e la luna avvolgeva, con i suoi pallidi raggi, tutto il villaggio di Konoha in un abbraccio calmo e rassicurante.
Il cuore di Hisashi era però turbato: il mondo cambiava attorno a lui, ma lui non sentiva di essere maturato, di essere pronto per ciò che accadeva attorno a lui.
Fissava le luci del villaggio spegnersi lentamente con sguardo malinconico, quando una pesante mano gli si poggiò sulla testa, abbassandola di una buona decina di centimetri. Hisashi riconobbe subito quel gesto che il suo Sensei era solito fare più o meno ogni volta che voleva dire qualcosa di importante al ragazzo, e quella notte le parole davvero importanti erano solamente due:


Kasai - Ragazzo, come stai?

Hisashi si voltò a guardarlo con un largo sorriso: aveva dimenticato che si erano dati appuntamento proprio al villaggio di Konoha, prima di separarsi, ma di certo quell'incontro era una benedizione dal cielo, visto il bisogno che aveva di parlare con qualcuno che potesse consigliarlo.

Hisashi - Kasai-sensei, sono il nuovo eremita dei canidi! Fenrir-sama in persona mi ha affidato questo compito!

Kasai rispose con un sorriso, ma riusciva ormai a leggere attraverso gli occhi del suo allievo e l'ostentazione di quella felicità non lo avrebbe di certo ingannato.

Kasai - Non avevo dubbi, sapevo saresti riuscito a dimostrare quanto vali. Tuttavia non va tutto bene... Cosa ti turba?

Hisashi rimase in silenzio un attimo, nel tentativo di dare un nome a ciò che sentiva dentro. Intanto si era alzato in piedi, portandosi su una delle panchine, seguito dall'imponente Kasai che si sedette al suo fianco.

Hisashi - Ecco... Non so come spiegarlo... Sensei, non le è mai capitato di non riconoscere più la via che sta seguendo? Non riesco più a capire per cosa combatto, non capisco quale è il mio obiettivo: tutto ciò in cui credo, la mia via ninja, non è altro che l'eredità di ciò che mi ha raccontato mio padre. Sono diventato ninja perchè lo erano i miei genitori, vado in missione perchè loro lo hanno fatto prima di me, difendo chi è più debole perchè questo è ciò che loro vorrebbero...

Kasai sorrise, contro ogni aspettativa di Hisashi.

Kasai - E credi che questo sia poco? Credi che seguire la via che i tuoi genitori hanno tracciato sia qualcosa di poco valore? Ogni pianta, per quanto imponente il suo fusto o rigogliosa la sua chioma possa essere, nasconde delle radici nel suo intimo, sotto terra. Ciò che i tuoi genitori ti hanno lasciato in eredità sarà uno dei più preziosi tesori che porterai con te: in ogni tua scelta, in ogni prova che dovrai affrontare, le tue "radici" saranno sempre lì, ad aiutarti, a guidarti. Troverai un obbiettivo interamente tuo, sarà la vita stessa a porterlo d'innanzi, e sono certo che sarai pronto a dare la vita per perseguirlo, ma per il momento lasciati guidare dagli ideali e dagli obbiettivi che senti nel tuo cuore, anche se non ti appartengono: anche se ti potrà sembrare di camminare verso il nulla, il destino tesse, a partire da questi tuoi passi incerti, il tuo futuro, un futuro luminoso come il sole che porti nel cuore.

Hisashi rimase ad ascoltare le parole del sensei a testa bassa e con gli occhi lucidi, trovando fiducia nel suo cammino di shinobi parola dopo parola. Si alzò in piedi, lo sguardo rivolto verso il cielo stellato, troneggiante con i suoi astri sulla sua testa, il volto sorridente mentre prendeva quella che si sarebbe rivelata essere la decisione più importante della sua vita.

Hisashi - Kasai-sensei, prenda questi e li porti con se a Suna...

Slegò il rotolo dalla sua cintura e lo consegnò a Kasai, insieme alla maschera dai caratteri canini.

Hisashi - È vero, troverò anche io qualcosa che dia senso al mio cammino. Ma finché non sarò riuscito a capire quale sarà la mia via, voglio che tenga lei questi due oggetti: saranno il simbolo, tangibile, del mio obbiettivo, per me e per chiunque incontrerà il volto del lupo rappresentato nella maschera. Grazie sensei.

Il jonin non replicò alla richiesta del giovane allievo, consapevole che se gli chiedeva questo, era ciò di cui aveva davvero bisogno, ripose anzi nel suo bagaglio i due oggetti e, alzatosi in piedi, poggiò la mano sulla testa del ninja, scompigliandone i capelli.

Kasai - Vai e rendimi orgoglioso di te.

Senza altre parole il ninja si voltò e cominciò a correre, lasciando l'imponente piazza per raggiungere le porte del villaggio alla volta di Suna.
Il genin rimase ancora qualche altro minuto a godersi il panorama, stavolta con le labbra solcate da un sorriso carico di serenità. "Difendere i più deboli, ad ogni costo": ecco il più grande valore trasmessogli dal padre, il valore per il quale avrebbe combattuto, il valore in virtù del quale avrebbe sconfitto anche Watashi stesso.

Quando l'ora si fece tarda, il ninja tornò sui suoi passi riattraversando le vie addormentate del villaggio fino a raggiungere la locanda e, silenzioso come un soffio di vento, tornò in camera, si concedette qualche minuto di riposo immerso nell'acqua bollente e andò a dormire.

Il mattino dopo il genin venne svegliato dalle pesanti nocche dell'oste che battevano contro la porta della sua camera e lo intimavano a svegliarsi. Con aria stanca quello si mise a sedere, guardando fuori dalla finestra, dove il sole non accennava ancora a sorgere e le stelle trapuntavano il cielo come diamanti.
Il genin cerco di darsi una sistemata, quanto bastava per nascondere ai suoi compagni di non aver dormito abbastanza, quindi, indossato l'equipaggiamento ninja, scese al piano inferiore, dove gli odori del cibo mattutino gli ricordarono da quanto tempo non mangiava, facendogli brontolare lo stomaco. Prese quindi posto in uno dei tavoli e chiese alla giovane cameriera di portargli quello che di più buono aveva da offrire la cucina.
Hisashi aveva appena finito di mangiare il suo leggero, ma energetico pasto, quando Hiro scese dalla sua camera e i due si avventurarono in strada, diretti verso l'ingresso del villaggio. Le prime pennellate di luce avevano appena iniziato a coprire le stelle e il cielo scuro che decoravano, mentre dalle case i padri uscivano di buon mattino per recarsi a lavoro. Konoha dava il meglio di se a quell'ora del giorno: un tripudio di tenui colori pastello che aumentavano la loro intensità con lo spuntare del sole, imitando l'aurora dai tanti colori e dalle mille sfumature.
I due ninja cominciarono subito a parlare del più e del meno, ma fra i tanti futili argomenti, Hisashi chiese al compagno di missione di non rivelare a nessuno che lui era l'eremita dei canidi: non gli diede molte spiegazioni, chiese solamente di rispettare questo suo desiderio.
Non fu difficile per i ninja arrivare alle porte del villaggio, raggiungibili da più vie che confluivano nell'ampia piazza, ultimo luogo urbano prima delle foreste rigogliose: individuarono immediatamente quello che Hisashi confuse per il mandante della missione, ma che invece non era altro che un loro compagno. Sembrava avere qualche anno in più dei ragazzi, ipotesi rafforzata anche dal fisico più imponente e allenato del loro, mentre, a mo' di capello, troneggiava sulla sua testa il pallido furetto dagli occhi azzurro cielo, che sembrò riconoscerli subito e avvisare il suo compagno del loro arrivo.
Il primo a presentarsi fu Hiro, che saluto il ninja della foglia dandogli del compagno e spiazzando Hisashi che aveva già preparato un saluto formale per il chunin.


Hisashi - È un piacere fare la tua conoscenza, mi chiamo Hisashi Toguchi... Salute anche a te...

La frase rimase incompleta, dato che non sapeva come rivolgersi alla strana creatura, nonostante fosse evidente che si trattasse di un evocazione anch'essa, si concluse con un largo sorriso da parte del ragazzo, quasi a voler nascondere l'imbarazzo per la frase sconclusionata che aveva appena pronunciato.
Attese le loro presentazioni, ma ciò che desiderava davvero era partire per la missione: aveva chiarito dentro di se i propri obbiettivi, adesso sentiva il bisogno di raggiungerli, di realizzarli, di viverli.


Edited by Mr. Bishop - 27/10/2012, 11:20
 
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view post Posted on 27/10/2012, 14:05
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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La genin camminava saltellando, seguendo il suo sensei. Il fatto di partire in missione con lui, le rendeva il cuore così leggero, anche se sapeva che non andavano di certo a fare una scampagnata. Invece Fuyuki era così cupo e serio, probabilmente chissà quanti pensieri e preoccupazioni per il suo ruolo assegnatogli, gli passavano per la testa. Chiaki non era di chissà quante parole ma questa volta volle dire la sua.

- S-sono contenta che l'Hokage ci abbia affidato la stessa m-missione - disse sorridendo la piccola kunoichi, cercando di tirare su il morale al suo compagno.

I suoi occhi timidi guardavano sfuggevolmente il ragazzo, prima di posarsi su alcuni ragazzini che scorrazzavano felici per la strada. Vedere la loro felicità, le portò in mente pessimi ricordi dell'accademia, non era stata mai ben voluta come compagna di giochi dagli altri aspiranti ninja. Non aveva mai assaporato il gusto di giocare in compagnia, se qualcuno glielo avesse chiesto adesso, probabilmente non l'avrebbe saputo fare. Scrollò la testa, scacciando quei brutti ricordi, non voleva pensare a quelle cose in quel momento; la sua unica preoccupazione doveva essere il sorriso di quei fanciulli, voleva che rimanessero tali, felici e spensierati, per questo sarebbe partita in missione, per questo avrebbe rischiato volentieri la vita. Improvvisamente l'ANBU si voltò, donandole un sorriso, prima di far comparire accanto a lui una creatura dell'antico eremo dei mustelidi. Inizialmente la genin si preoccupò se il ragazzo avesse notato il suo improvviso cambio di umore poi quando vide l'animaletto, iniziò subito ad agitarsi.

*Oddio! Ma Yin e Yang che fine hanno fatto? Non è che sono rimasti nell'ufficio dell'Hokage?*

Si era talmente sbrigata a seguire il chunin che si era dimenticata dei due furetti. Aveva mostrato loro dove si trovava la sua casa e Yin la prima volta l'aveva persino trovata da solo, ma sapeva perfettamente in che guai sarebbero potuti finire con lo scatenato Yang. Si mise una mano in volto, cercando di tranquillizzarsi mentre l'eremita dava indicazioni all'ermellino di un bianco puro, per avvisare i loro compagni di missione sunesi sul luogo e l'ora dell'incontro. Nel mentre, un piccolo circolo di gente si era formato intorno a loro, un po' imbarazzata la ragazzina si avvicinò a Fuyuki, come per nascondersi, si sentiva troppo a disagio a stare al centro dell'attenzione. Lanciò qualche occhiata persa ai cittadini, prima di sentire il contatto caldo della mano dell'ANBU sulla sua spalla. Grazie a quel tocco la kunoichi riuscì a riportare la sua concentrazione sul ragazzo, cercando di non badare a tutta la folla che la circondava, come stava facendo il suo sensei, ormai abituato e conosciuto nel villaggio.

- Vai pure a riposarti adesso, Chiaki...e mi raccomando, cerca di essere puntuale stavolta! - disse il ragazzo ridacchiando della sbadataggine della ragazzina.

- S-si, scusa. Sarò io la prima domani m-mattina! - rispose la Hyuga diventando leggermente rossa, ripensando al suo ritardo per l'incontro con l'Hokage.

Il ragazzo finì di parlare e si disperse per le vie del villaggio. Chiaki adesso di nuovo sola, si guardò velocemente intorno controllando che la folla si fosse diradata, prima di dileguarsi anche lei, per tornare alla sua dolce dimora.

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- Ma come devo fare con te? - disse un furetto dal pelo scuro.

Alcuni mugugni uscirono da qualcosa di bianco e arrotolato che non sembrava affatto d'accordo sulla domanda retorica dell'ermellino che teneva le zampette sui fianchi indispettito. Yin era stanco di tutte le marachelle che suo fratello andava combinando così l'aveva legato e imbavagliato cercando di tenerlo fermo. Forse aveva un po' esagerato ma ci teneva a Chiaki e se la donnola chiara avesse fatto qualcosa di peggio che far rotolare qualche pergamena e non chiedere il permesso per entrare nell'ufficio dell'Hokage, non se lo sarebbe perdonato. Yang si divincolava, cercando qualche punto debole in quei lacci ma niente, il suo era solo un continuo rotolare esasperato. Non appena la creatura dal morbido pelo scuro si girò per osservare l'interno della stanza e cercare la piccola firmataria rimase allibito nel vedere che ormai sia lei che Fuyuki erano spariti.

- Ma che fine ha fatto Chiaki? - chiese a suo fratello che emise solo qualche suono confuso.

All'interno della stanza intanto era rimasto solo un piccolo ermellino dello stesso colore di Yin ma con una macchia bianca intorno all'occhio.

- Che ci fa qua Senshoku? Qualcosa non mi quadra - continuò il suo monologo il piccolo animale.

Furtivamente si avvicinò il più possibile cercando di non farsi notare ma sapeva che capacità poteva avere un kage, per questo cercò di non sfidare troppo la sorte, avvertendo solo alcune parole a casaccio, soprattutto il nome di una ragazzina che lui e suo fratello conoscevano molto bene. Non voleva mettersi nei guai e per di più non amava immischiarsi nei fatti altrui, sopratutto quando non era qualcosa che gli riguardava personalmente, così prese il fratello come un sacco di patate e iniziò a incamminarsi verso casa della giovane.

- Non abbiamo più nulla da fare qui, torniamo da Chiaki - chiuse il discorso, sbuffando per l'eccessivo sforzo che avrebbe dovuto fare.

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Aveva un mucchio di cose da preparare e nonostante stesse in pensiero per i suoi due amici pelosi, non poteva fare di nuovo ritardo, non voleva presentarsi come la solita sbadata anche ai suoi futuri compagni. Le luci della sua abitazione erano tutte spente, il canto degli animali del bosco era l'unica presenza vivente in quel luogo. Le era mancata la tranquillità della sua casa, nonostante l'avesse considerata sempre una prigione, non riusciva a restare troppo lontana dal suo piccolo paradiso.
Appoggiò la grande spada che teneva sulle spalle, non era ancora abituata a quell'arma ma non se ne sarebbe liberata facilmente. Aveva sempre voluto un ricordo di sua madre, suo padre aveva dato via la maggior parte delle cose per non pensarla, nella speranza di dimenticarla, già le bastava lei, Chiaki, che le assomigliava così tanto e le faceva tornare in mente sempre la sua graziosa figura. Dopo aver sistemato tutte le faccende di casa, almeno quelle più urgenti, la ragazzina decise di lavarsi; aveva proprio bisogno del suo bagno dopo tutti quei giorni all'eremo. Un'altra cosa che non poteva evitare di sistemare era il cerchietto che le aveva donato Mujinahen, troppo grande e ingombrante per la sua piccola testolina, fortuna che la Hyuga era sempre stata incredibile con ago e filo e per questo non ci mise molto ad aggiustarlo, dandogli persino un tocco di stile diverso.
Fu così che arrivò la notte. Dei due mustelidi ancora non c'era traccia e la fanciulla non aveva intenzione di mettersi a letto finché i due "combina guai", non avessero fatto il loro ritorno a casa. Così si sedette sul letto sfinita, iniziando a lucidare il ricordo di Hazuki mentre flebili raggi lunari illuminavano il volto bianco candido della ragazzina, rendendo la sua pelle sempre più diafana. Era solita stare ore li a guardare quella sfera luminosa in cielo, riusciva a calmarla, infatti l'aveva sempre associata alla figura spirituale di sua madre. Nonostante lei non le rispondesse, le capitava di parlare con lei, nella speranza che le sue parole le arrivassero.

- Mamma mi sei mancata. Quanti giorni sono passati da quando abbiamo conversato l'ultima volta? Scusami. Non mi sono dimenticata di te, il fatto è che sono stata coinvolta in tante cose in questi giorni. Lo so non è una giustificazione valida ma ora sono qui. Lo sai? Ho conosciuto tante persone splendide e anche nelle situazioni più brutte sono rimasti al mio fianco. Sono contenta che nessuno mi odi più come all'accademia. Penso che questa cosa mi stia dando forza e magari così riuscirò a cambiare un po' il mio carattere. Ti ricordi quando volevo diventare una ninja solo per rendere orgoglioso papà? Adesso invece, inizio a dare un senso alla mia scelta ma tu resterai comunque il mio punto di riferimento, quello che vorrei diventare - si confessò la ragazzina con occhi sognanti, mostrando un dolce sorriso a quell'astro lucente.

Finite quelle parole, la genin si alzò e appese l'arma al muro. Si accasciò sul letto fissando pensierosa la finestra mentre un venticello freschetto muoveva le tende del baldacchino, rendendo l'ambiente un po' spettrale.

D7g4Hgy

Si svegliò improvvisamente sentendo un piccolo zampettare sul parquet, quel rumore le sembrava così familiare.
Lentamente aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco la stanza. Aveva la pelle d'oca e la sue braccia congelate erano il chiaro segno che se avesse continuato a dormire così si sarebbe presa un malanno; stando ferma la temperatura del suo corpo si era abbassata parecchio. Faticosamente si alzò dal letto andando a chiudere le persiane e vide una scena che per alcuni minuti pensò fare parte di un qualche sogno. Yin portava sulle spalle il fratello più piccolo, il furetto era veramente stanco, probabilmente non abituato a tali sforzi. Camminare su due zampe non era poi così vantaggioso per una creatura veloce come lui. La ragazzina e la creatura si guardarono per alcuni secondi, rimanendo in silenzio.

- Yin che stai c-combinando? Vi ho a-aspettato fino adesso - chiese assonnata Chiaki stropicciandosi gli occhi.

- Lascia perdere, storia lunga - disse accasciando il fratello addormentato sul letto e finalmente trovando un po' di riposo anche per lui.

La ragazzina veramente esausta, per essere stata sempre in dormiveglia si riappoggiò sul letto e chiuse gli occhi.

- D-domani sarà una lunga e faticosa giornata, sono un po' p-preoccupata. Speriamo che vada tutto per il m-meglio - sospirò la piccola Hyuga.

- Tranquilla Chiaki con noi c'è anche Fuyuki, non ti preoccupare adesso di quello che succederà domani, adesso riposati. Smettila di dubitare sempre di te stessa, sei più forte di quello che credi - disse infine il furetto rassicurandola come sempre e accoccolandosi vicino alla fanciulla.

Infine entrambi vennero accolti tra le braccia di Morfeo, raggiungendo Yang che già ronfava da un po'.

D7g4Hgy

I primi raggi del mattino andarono a disturbare il sonno della kunoichi dai lunghi capelli blu, che infastidita si coprì la faccia con il cuscino. Intanto anche Yin si era svegliato e cercava di smuoverla, avevano un appuntamento per una missione, non c'era tempo da perdere. La Hyuga ormai sveglia grazie al suo amico e al sole che schiariva lentamente tutta la stanza, decise di alzarsi.
Ancora assonnata si vestì nel minor tempo possibile mentre il piccolo animaletto dal pelo nero le passava gli accessori che le occorrevano, cercando di aiutarla a sbrigarsi. Non appena la giovane ebbe finito afferrò le sue solite armi, poi si soffermò a guardare un po' Tsuki no Namida, non era in perfetto stato, soprattutto per combattere ma la voleva con lei. Anche se sarebbe stata di impiccio non le importava, così se la mise in spalla e insieme al furetto nero scese velocemente le scale di casa. Stava per chiudere la porta quando un dubbio la assalì.

- Ma Yang? - chiese la Hyuga guardando il mustelide pece.

Entrambi si guardarono per qualche secondo e corsero di nuovo al piano di sopra. Il piccolo furetto se la dormiva comodamente ancora legato. Chiaki non poté che ridere a quella vista, mentre suo fratello Yin cercava di liberarlo velocemente e svegliarlo.

- Dai muoviti! Sveglia! Dobbiamo andare! - urlò la creatura con la coda bianca, scuotendo il suo opposto.

- Perché? Ho sonno! Altri cinque minuti - disse la donnola girandosi dalla parte opposta.

Chiaki continuando a ridacchiare di gusto non poté fare a meno di afferrare l'amico e metterselo in testa ancora dormiente. Aveva fretta e non aveva nessuna intenzione di lasciare solo il piccola Yang, se doveva combinarne una delle sue era meglio che almeno rimanessero tutti uniti, non voleva tornare a casa e vedere suo padre che lo rincorreva nel tentativo di fargliela pagare per qualche marachella. Non appena riuscirono ad abbandonare la casa, la kunoichi iniziò a correre a perdifiato per i boschi di Konoha, la sua casa era poco fuori il villaggio e a parte Fuyuki che sapeva perfettamente dove abitava probabilmente gli altri due si sarebbero meravigliati del suo strano arrivo dai boschi, per non parlare per la sua repulsione verso le calzature, ormai abituata com'era a stare sempre a contatto con la natura.
Saltellava da un albero all'altro, leggera come il vento, lo stesso elemento che le apparteneva e intanto il piccolo furetto bianco scivolava lentamente dalla sua testa ancora intontito dal sonno. Un ultimo salto più lungo e fuori programma lo fece quasi cadere, riuscendo ad aggrappandosi alla veste della genin solo all'ultimo. Chiaki non si accorse di nulla, continuando a muoversi agilmente, noncurante di ciò che stava accadendo alla bestiola. Quando arrivò a destinazione, in lontananza notò alcune persone che parlavano tra di loro. Non appena riuscì a identificare Fuyuki, come il più grande, si avvicinò a passo più sicuro al gruppetto.

- Uffa sono a-arrivata per ultima anche questa v-volta? - bisbigliò Chiaki al furetto nero sulla sua spalla.

- Però non siamo in ritardo - disse Yang che ancora penzolava beatamente dalle vesti della ragazzina, con gli occhietti chiusi per il sonno, troppo stanco per tornare al suo solito posto sulla spalla.

- Che ci fai li? - disse Yin guardandolo perplesso, aspettando una risposta che non sarebbe arrivata.

Non appena sgattaiolò davanti ai ragazzi, la kunoichi non disse nulla. Nonostante appena avesse visto l'ANBU si fosse sentita a suo agio, mano a mano che si avvicinava sentiva le mani sudarle freddo e il sangue ribollirle nelle guance, alla ricerca di frasi di presentazione decenti. La sua attenzione venne particolarmente catturata da uno strano ragazzo dalla carnagione, dagli occhi, anzi da tutto il corpo di uno strano colore bianco.

*Che sia anche lui uno Hyuga? Ma non era di Suna?*

La ragazzina storse leggermente la testa, un po' perplessa prima che l'animaletto nero sulla sua spalla la riportasse alla realtà.

- Chiaki forse è il caso che ti presenti - suggerì il furetto bisbigliando all'orecchio.

- Ah si, s-scusate. Piacere io sono C-Chiaki Hyuga - disse la giovane mostrando un timido sorriso, seguito da un piccolo inchino educato.

Edited by Karen91 - 23/8/2014, 20:29
 
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view post Posted on 30/10/2012, 16:42
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Il sole brillava alto nel cielo, scaldava l'intera Konoha con i suoi raggi calorosi ed in un modo o nell'altro riusciva a trasmettere una tranquillità che in quelle ultime settimane le ombre della progenia di Watashi aveva devastato. Fortunatamente i maggiori villaggi erano stati risparmiati, o meglio, avevano resistito alle orde più corpose e mantenevano la propria supremazia militare su quei mostri. Lo stesso non si poteva di certo dire dei villaggi più piccoli che popolavano il Paese del Fuoco così come anche quello del Vento e tanti altri. In particolare era critica la situazione al Paese delle Terme, terra devastata da un disastro meteorologico che, secondo le pochissime notizie che alcuni dei ninja più abili avevano raccolto, aveva portato una sorta di morbo mortale che stava asfaltando abitante dopo abitante ogni villaggio del luogo. Erano stati mandati in cinque: l'eremita dei Mustelidi Fuyuki Hyuga, Chunin ed ANBU del Paese del Fuoco e di Konoha dalle grandi abilità d'infiltrazione e raccolta informazioni. Aveva già avuto a che fare in passato con missione del genere nella vicenda di Taki ed allora il suo nome in codice era "Raion", che rispecchiava perfettamente il suo grande valore e carisma; Chiaki Hyuga, giovane ed ancora inesperta Genin dalla grande forza di volontà che si è guadagnata il privilegio di firmare un patto di sangue con i mustelidi. Dopo aver passato un periodo sotto gli insegnamenti di Fuyuki si è dimostrata pronta a cominciare la sua prima vera missione pericolosa; Hisashi Toguchi, neo eremita dei cani. Un ninja con la consapevolezza di dover combattere per una necessità che prescinde dal volere personale. Tra il dovere dell'essere ninja e la speranza di poter finalmente trovare la propria strada, acquisisce quella necessaria virtù per affrontare un dio malvagio; Hiro Takagi, Genin manipolatore della sabbia ed ormai shinobi consapevole del proprio valore. Per Suna o per Konoha, per lui non aveva più importanza: combattere per difendere le terre che avevano costruito la sua esperienza era l'unica cosa assumeva davvero importanza e l'aveva capito, ed infine...

??? - Ce ne avete messo di tempo

Da sopra uno dei tetti delle abitazioni vicine alle grandi porte di Konoha, balzò un agile giovane con un lungo cappotto nero con un cappuccio ed una folta chioma argentata. Si avvicinò al resto del gruppo e scrutando un istante coloro che lo avrebbero accompagnato in quel lungo viaggio, incrociò le braccia e successivamente i propri occhi scuri con quelli del 'caposquadra'. A quel punto gettò per terra il sacco che teneva sulla schiena.

Jaku - Mi chiamo Jaku e sono il medico che vi accompagnerà, spero siate state avvisati. In questo sacco vi sono dei cappotti come il mio, metteteli. Il luogo che andremo ad esplorare è stato devastato da una pioggia, non so se passa il motivo di questa precauzione dunque

Adesso erano davvero tutti, parola al caposquadra.

||Chiaramente, per stavolta, meglio se posti prima Melo per le dovute direttive, a voi!.||
 
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view post Posted on 30/10/2012, 18:43
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Il Sole era ancora nascosto dietro la maestosa montagna ove erano stati scolpiti i volti dei Kage, che austeri sembravano vegliare sul villaggio, che con calma cominciava a prendere vita, quando il giovane ANBU vide in lontananza due persone mai incontrate fino a quel momento. Inizialmente erano soltanto due sagome confuse tra i colori della piazza illuminati dalle prime rosee luci del mattino, ma lentamente si fecero sempre più vicine, fino a quando egli non fu certo della loro identità: erano i due ninja di Suna che per quella delicata missione erano stati affiancati al suo team. Tuttavia, se in principio il volto del Chunin si era corrugato in un'espressione affabile e cordiale, questa non poté fare a meno di sfociare in una smorfia a dir poco stupita. Tra di loro vi era uno strano Shinobi che sembrava essere affetto da una particolare forma di albinismo. Tutto in lui era bianco, occhi, capelli.. C'era da chiedersi come potesse sopportare il caldo torrido del Paese del Vento, dato che la sua carnagione sembrava una ghiotta preda per i raggi del Sole. Malgrado Fuyuki fosse un membro della Squadra Speciale, abituato a simulare emozioni in maniera tremendamente naturale, in quel caso gli risultò non poco difficile mascherare il suo stato di disorientamento. Se si fosse trovato in una posizione diversa l'avrebbe sicuramente sommerso di domande, ma purtroppo non era quello né il luogo, né il momento adatto.
Fu proprio lui il primo a farsi avanti dopo aver riconosciuto Yuki, presentandosi come Hiro Takagi. Il ragazzo lo aveva detto con estrema innocenza, ignaro del compito secondario che il Sandaime aveva affidato allo Hyuga, che con un sorriso dipinto sul viso ricambiò la stretta di mano. Approfittò di quei pochi secondi per studiarlo, domandandosi cosa avesse spinto la bella Uchiha a dubitare di lui fino al punto di tenerlo d'occhio e non riscontrando nulla di sospetto in quel primo approccio.


Dunque sei tu il glifato.. E sia, da adesso in poi sarò la tua ombra. Spero soltanto che Akane si sbagli.

L'altro, Hisashi Toguchi, si presentò timidamente e in maniera formale, forse trovatosi a disagio nel vedere il suo compaesano comportarsi in maniera così espansiva. Il suo impaccio era perfettamente comprensibile agli occhi del diciottenne, che senza alcuna esitazione fece al suo posto il primo passo, allungando la mano come aveva fatto in precedenza il manipolatore della sabbia. Accompagnò quel gesto non il sorriso più naturale che riuscì ad esibire. Presto si sarebbero ritrovati a dover cooperare per la buona riuscita della missione e di conseguenza era essenziale appianare da subito anche il minimo segno di tentennamento.

- Il piacere è mio. Mi chiamo Fuyuki Hyuga e sono a capo del team a cui siete stati affidati. Lieto di avervi a bordo, ragazzi.

Commentò con un tono di voce compiaciuto, come per incoraggiarli, conscio che continuando in quel modo avrebbe presto ottenuto dei risultati. La donnola dal manto bianco come la neve intanto era scivolata sinuosamente lungo le spalle del giovane fino a toccare il suolo con le zampette, catturando l'attenzione del suo evocatore in modo da fargli notare l'arrivo degli ultimi componenti del gruppo. La piccola Chiaki sembrava in forma smagliante, affiancata dai suoi due fedeli amichetti si presentò ai due di Suna, mostrando anch'ella il lato timido e introverso della sua personalità. Fuyuki ormai la conosceva bene, aveva imparato a fare i conti con la sua superficialità e sperava vivamente che la missione potesse aiutarla a maturare da quel punto di vista, dato che probabilmente le sue mancanze erano dovute per l'appunto alla mancanza di esperienza. Lo stesso non poteva dirsi per il medico, un certo Jaku del quale non aveva mai sentito nulla, che in maniera decisamente risoluta aveva portato con sé dei cappotti che sarebbero stati utili per difendersi dalle misteriose precipitazioni che avevano investito il Paese delle Terme.

- Davvero un'ottima trovata. Ne avremo bisogno, quando arriveremo a destinazione.

Jaku.. Possibile che non abbia mai sentito parlare di te?

Si chiese, spostando lo sguardo dal sacco che era stato gettato per terra con noncuranza fino ad incontrare gli occhi scuri e profondi del medico dalla splendida chioma argentea. Non riuscì a leggere niente di confortante in quel breve ma intenso contatto visivo, conscio che sicuramente si trattava soltanto di una prima impressione sbagliata. Del resto temere ciò che non si conosce fa parte della natura umana e il lavoro di ANBU aveva insegnato al giovane a diffidare anche dei propri compagni, almeno fino a quanto questi non si sarebbero dimostrati degni della sua fiducia. Avrebbe controllato anche le sue azioni, sperando che le sue congetture fossero esclusivamente frutto dell'accortezza che aveva maturato da quando era entrato a far parte delle forze speciali.
Preso uno dei cappotti neri lo indossò, lasciando però il capo scoperto. Era arrivato per lui il momento di prendere parola per illustrare ai presenti i dettagli della missione, operazione di fondamentale importanza prima di lasciare Konoha per partire alla volta del Paese delle Terme. Così l'eremita prese dal taschino una sigaretta e dopo averla portata alla bocca l'accese, pronto a svolgere con calma il suo compito.


- E' stato richiesto il nostro aiuto da un villaggio che si trova nel Paese delle Terme. Secondo i dettagli che ci hanno fornito, questo è caduto in miseria dopo l'avvento di alcune misteriose piogge nere che si sono abbattute su di loro. Hanno prima perso il raccolto e successivamente la piaga si è estesa fino a colpire gli stessi abitanti. Alcuni di loro infatti si sono ammalati e purtroppo hanno perso la vita.. La nostra missione prevede il completamento di due incarichi. Primo, salvare i superstiti. Secondo, trovare una cura per fermare questa maledizione.

Spiegò tra un tiro e l'altro, cercando di essere il più chiaro e coinciso possibile. Sperò di ottenere in maniera particolare l'attenzione di Jaku, visto che le sue nozioni di medicina si sarebbero sicuramente rivelate utili una volta che il team sarebbe entrato in azione. Quella che era stata affidata loro non era una banale missione, c'era in gioco la vita di un'intera comunità che aveva riposto le proprie speranze in Konoha, che a sua volta aveva visto in loro le persone adatte per trovare una soluzione a quel problema.
Lo Hyuga fece dunque una breve pausa, affinché il suo discorso venisse assimilato bene dai suoi compagni. Successivamente passò al punto che più premeva per essere esposto, ovvero la conoscenza dei vari membri del gruppo. Il diciottenne infatti poteva affermare con certezza di conoscere la dolce Chiaki, ma degli altri tre conosceva ben poco, oltre le informazioni che aveva ricevuto dal Kage e dai suoi colleghi ANBU.


- Lo so, può sembrare difficile, ma sono certo che unendo le forze riusciremo a venirne a capo. A tal proposito, vorrei che ci conoscessimo meglio prima di metterci in marcia. Come avete sicuramente intuito, sono in grado di usare il Kuchiyose per chiedere l'aiuto dei mustelidi.. Inoltre sono uno Hyuga, specializzato nel combattimento corpo a corpo e in possesso di buone capacità sensitive. Ultima cosa, ma non per questo meno importante.. Anche se sono il leader del team, mi piacerebbe che voi mi consideriate un vostro pari e che vi sentiate liberi di esprimere le vostre opinioni. Odio le formalità, in fin dei conti sono un vostro compagno, non un vostro superiore.

Cercò di mostrarsi disponibile ad ascoltare qualsiasi parere, del resto l'esperienza gli aveva insegnato che due cervelli - anzi, quattro nel loro caso - sono sempre più efficienti di uno soltanto. Non aprì parola su dettagli che avrebbero potuto rivelare la sua identità di membro delle forze speciali, limitandosi a fornire le informazioni necessarie per permettere ai suoi compagni di avere un nitido e sintetico resoconto su quelle che erano le sue abilità. Si inebriò di un'altra boccata di fumo, passando in rassegna lo sguardo di ognuno e lasciando quindi a loro la parola.

 
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view post Posted on 30/10/2012, 23:35

lo cavalier del Gangbang!!

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Finalmente avrebbe agito, non sarebbe più rimasto fermo a guardare quella Divinità, avrebbe lottato contro la sua progenie e se ne avesse avuto la possibilità contro lo stesso Dio, questa era la determinazione del sunese, quella mattina sarebbe iniziato il primo passo in quella lotta, il suo primo passo sarebbe stato la missione con dei ninja di Konoha, il primo dei quali si trovava già ad aspettarli.
Hiro cortese e sorridente nonostante quello che aveva passato poche ore prima, si presentò al compagno di missione, la sua reazione fu di sorpresa, ormai il genin era abituato a quella reazione al suo particolare aspetto, quindi non se la prese e mantenne il sorriso, il ninja di nome Fuyuki Hyuga si riprese subito dalla sorpresa e si presentò a sua volta in maniera cortese, a sorpresa fu Hisashi a comportarsi in maniera più riservata quasi timida, che fosse stato a causa del comportamento troppo espansivo di Hiro? Probabile, il sunese però sapeva quanto era pericoloso quella Divinità, quindi secondo la sua valutazione era importante avere un buon rapporto, se possibile di amicizia con gli altri membri del team, solo con un rapporto stretto avrebbero potuto fidarsi l'uno dell'altro, la fiducia tra i membri del team secondo il ragazzo avrebbe dato più possibilità di sopravvivere a quella missione. Era vero non conosceva i dettagli, ma se era qualcosa correlato a Watashi come pensava, il rischio di morire sarebbe stato molto elevato, soltanto fidandosi l'uno dell'altro avrebbero avuto qualche possibilità, non voleva di certo che uno si dovesse sacrificare per salvare gli altri come era accaduto al tempio, non l'avrebbe permesso non questa volta.
I pensieri del ragazzo furono interrotti dall'arrivo di un altro membro del team, questa volta si trattava di una ragazza, piuttosto carina capelli blu molto lunghi, pelle chiara e i caratteristici occhi del suo clan, due furetti si muovevano vicino a lei, sapeva che quello che gli aveva informati era un evocazione, il genin ipotizzò quindi che anche quei due lo fossero, anche la ragazza rimase sorpresa quando vide Hiro, con un pò di titubanza ed imbarazzo si presentò come Chiaki Hyuga.
Un'altra Hyuga, fino a 24 ore prima non ne aveva visto nemmeno uno ed ora in un giorno ne aveva conosciuto già tre, Hiro per cercare di ridurre le distanze e far sentire meno a disagio la ragazza rispose alla sua presentazione con un caldo sorriso.


Piacere di conoscerti Chiaki.

Il team non era però ancora completo, infatti da un tetto saltò un uomo con una pesante sacca, si presentò come Jaku, indossava un cappotto nero, ciò che lo caratterizzava era il colore dei capelli argentati ed un modo di fare piuttosto sbrigativo, si dimostrò piuttosto previdente, aveva portato dei giubbotti pesanti per tutti, inizialmente il genin non ne capì la ragione, il motivo gli fu chiaro solamente quando Fuyuki spiegò i dettagli della missione, il suo primo pensiero fu "questa missione ha davvero a che fare con Watashi?" lo avrebbe scoperto solamente una volta arrivato a destinazione.
La missione era importante, c'era un villaggio intero che stava morendo a causa di questa pioggia assassina, il fatto che questo fosse accaduto dopo la diffusione della progenie della divinità non poteva essere solo una coincidenza, c'erano alte possibilità che ci fosse il suo zampino, almeno Hiro pensava questo, forse Watashi stava diventando per lui un'ossessione, dopo quello che aveva passato chi poteva biasimarlo? comunque il suo istinto era sempre di proteggere e difendere i suoi cari e amici e coloro che vedeva in pericolo, quindi ora la sua prima preoccupazione erano gli abitanti di quel villaggio nel paese delle Terme, poi avrebbe trovato il modo di fermare quel Dio.
Come consigliato dal medico indossò il giubbotto nero sopra i normali vestiti, si mise anche il cappuccio in modo da attirare meno l'attenzione sul suo particolare colorito, dopo aver rindossato anche la giara con la scorta di sabbia che portava sempre con se, il genin riprese a prestare attenzione allo Hyuga, sarebbe stato lui il leader del team, rivelò alcune sue abilità, era un chuunin era in grado di evocare i mustelidi ed era un combattente corpo a corpo, infine chiarì che se anche se lui era il capo, chiese di trattarlo come suo pari e che erano liberi di esprimere le loro opinioni.
Questo comportamento piacque al genin della sabbia, si era comportato in modo cortese e dimostrarsi disponibile ad accettare anche le loro opinioni, era il modo migliore per avere un rapporto più collaborativo ed avere successo nella missione proprio come Hiro desiderava, questo fece guadagnare parecchi punti allo Hyuga, era qualcuno con cui Hiro sarebbe potuto andare molto d'accordo, a differenza del kiriano con cui aveva fatto team all'eremo, quel ninja si era dimostrato aggressivo e poco collaborativo, senza contare il fatto che l'aveva sfidato, una volta sistemato Watashi, sarebbe venuto anche il suo turno, ora però aveva di meglio da fare.
Una volta terminato di parlare il chunin, fu Hiro a prendere l'iniziativa e spigare brevemente le sue caratteristiche, decise di essere sincero quindi accennò anche al suo essere uno dei gliffati da watashi, l'Hokage aveva espresso la preoccupazione che i prescelti potessero diventare bersagli, quindi visto che avrebbero fatto parte dello stesso team, era giusto da parte sua informargli vista la possibilità che anche loro avrebbero potuto rischiare la vita per colpa sua.


Fuyuki-san apprezzo il tuo modo di agire, secondo me è il miglior modo di operare come team, prima di tutto voglio essere sincero con voi, sono uno dei prescelti di Watashi, sono riuscito in qualche modo a sfuggire alle sue grinfie, ma c'è la possibilità che possa diventare un bersaglio, questa è l'opinione del vostro kage, quindi mi sembra giusto informarvi di questa possibilità di pericolo...
Riguardo alle mie caratteristiche io faccio parte del clan della sabbia, quindi la mia principale caratteristica il controllo di quest'elemento...


Quasi a voler enfatizzare questo, il genin fece fuoriuscire per pochi secondi la sua sabbia dalla giara, facendola ruotare in cerchio intorno a lui prima di farla tornare a posto.

La uso per lo più per difendermi, ma sono abile anche nell'attaccare a distanza, sono maestro del Doton e nel piazzare le trappole, ho stretto un patto con i cani che sono i miei fidati alleati, quindi non avremo carenza di alleati in questa missione...

Hiro disse quest'ultima frase sorridendo, alludeva al fatto che vi erano due che evocavano i mustelidi e due che potevano evocare i canidi, certo loro ancora non lo sapevano, ma sicuramente l'amico lo avrebbe accennato quando sarebbe toccato il suo turno nel parlare, sicuramente avrebbe nascosto il fatto che fosse l'eremita per prudenza e per questo il genin non aveva accennato nulla su quel fatto.
Una volta terminato di parlare si guardò in torno osservando gli altri, il prossimo a parlare chi sarebbe stato? Hisashi, il medico o la ragazza?
 
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view post Posted on 3/11/2012, 04:26
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Lo stesso ragazzo che la piccola Hyuga aveva fissato, un po' troppo incuriosita dal suo strano albinismo si presentò con una gentilezza inaudita. Le guance della ragazzina continuavano a rimanere colorate, nell'attesa che l'attenzione si spostasse da lei. Le sue preghiere vennero subito ascoltate per sua fortuna.
Con l'arrivo dell'ultimo membro, saltato fuori da un tetto vicino, i ragazzi lasciarono stare tutti i convenevoli per concentrarsi sugli oggetti che gli stava porgendo il tipo. Quando gli occhi del medico e i suoi si incrociarono, un brivido strano percorse la schiena della ragazzina. Non era una cosa voluta personalmente da lei ma c'era qualcosa che non le piaceva in quel ragazzo, anche se non aveva la minima idea di chi fosse.
Come era possibile una cosa del genere? Non le era mai successo di pensare una cosa simile a primo acchito, soprattutto perché lei odiava giudicare gli altri. Li però non si trattava di giudicare, qualcosa le ribolliva dentro, che fosse solo una stupida impressione? Lasciò cadere subito il suo sguardo al suolo, ascoltando silenziosamente le parole del medico e afferrando il cappotto quando qualcuno glielo porse. La mantella era molto consistente e rigida.
La ragazzina non aveva mai apprezzato le cose ingombranti e pesanti ma se Jaku gliele aveva date ci doveva essere un buon motivo, infatti come aveva detto la stessa Akane, la pioggia con cui avevano a che fare non sembrava niente di normale. Non appena si inserì quella tetra veste, i due furetti uscirono simultaneamente da sotto, restando anche loro coperti in parte.
Appena tutti furono pronti il caposquadra cominciò a parlare, toccava a lui dare delle direttive su come muoversi e su cosa fare. Chiaki si immedesimò al suo posto, non aveva la minima idea se sarebbe stata all'altezza del suo stesso compito e soprattutto si chiese se mai il Kage le avrebbe mai affidato tale responsabilità in un futuro anche lontano, per adesso non poteva che essere orgogliosa per l'amico. Non appena Fuyuki cacciò le solite sigarette che la fanciulla odiava, la genin cominciò ad allontanarsi lentamente senza dare troppo nell'occhio.
La giovane aveva già assistito alla spiegazione che stava riferendo il ragazzo, direttamente dal loro Hokage, quindi si permise di non essere proprio vigile, sfruttando quei pochi minuti di disattenzione per studiare i suoi nuovi compagni. Il ragazzo gentile rimaneva ancora un mistero per la piccola. Il suo stato di albinismo che aveva fatto credere alla kunoichi che lui appartenesse al suo stesso clan, era un po' ambiguo, soprattutto perché il ragazzo non apparteneva al villaggio di Konoha mentre il suo compagno beh, non che i suoi capelli di duplice colore fossero molto più normali ma non avrebbe mai raggiunto il livello dell'altro. Alla fine anche i suoi occhi bianchi potevano sembrare assurdi per estranei al suo villaggio, per questo cercò di mettersi nei loro panni. I due poi sicuramente erano più grandi di lei, lo si vedeva dalla struttura ossea ma anche dai tratti del viso, più definiti.
Si trovava a essere sempre la più piccola in missione ma ciò non le dispiaceva, i più grandi le dava l'impressione che le trasmettessero più esperienza dei normali coetanei, poi viste le sue brutte esperienze dell'accademia, aveva sempre il terrore che qualcuno la prendesse in giro per quel suo carattere così poco degno per una kunoichi. Dopo una breve pausa indetta dall'eremita, quest'ultimo riprese la parola facendo tornare sulla terra la ragazzina dai capelli blu. La proposta del ragazzo non dispiacque per niente alla tredicenne, conoscersi e scambiarsi informazioni su loro stessi poteva essere utile per andare d'accordo ma soprattutto per sapere cosa ognuno di loro era in grado di fare con le proprie capacità. Iniziò per primo il loro caposquadra, come era normale che fosse.
Chiaki ormai conosceva Fuyuki, quindi tutte le cose che disse ormai le sapeva bene. Non le aveva mai confessato i risvolti del suo passato ma in quel momento non erano molto utili, ci sarebbero stati tempi migliori per parlare di quello. Non appena il suo sensei ebbe finito la sua presentazione, la ragazzina fece per prendere la parola. Visto che i due appartenevano allo stesso clan ed avevano la capacità di evocare entrambi i mustelidi, sarebbe stato più facile per la Hyuga integrare la sua presentazione. Purtroppo non fu abbastanza rapida, forse troppo preoccupata su quello che doveva dire e venne anticipata dal bianco sunese di cui ancora non sapeva il nome.
Non appena questo si dichiarò essere il ragazzo marchiato dal "Dio", nella testa della kunoichi volteggiò tutta la discussione e le indicazioni che le aveva dato Akane. Era lui il ragazzo da tenere d'occhio, eppure sembrava così tranquillo e simpatico, non voleva nemmeno immaginare cosa Watashi gli avesse fatto e soprattutto se si fosse ripresentato per averlo. Scosse la testa, tornando a concentrarsi sulle informazioni utili al suo compito. Anche lui come il suo amico Hariken aveva la forza della sabbia dalla sua parte, che aveva lo stesso colore della sua pelle bianca.
Quando fece ruotare intorno a lui l'arena, Chiaki lo guardò sorridendo. Il sabbioso le aveva fatto tornare in mente un flash, quando il suo ex compagno l'aveva difesa da quelle creature insaziabili, della sua ultima missione, utilizzando la sua abilità innata. Un'altra cosa che colpì la ragazzina fu quando il ragazzo parlò del patto sigillato con i cani.
Non aveva la minima idea che ci fossero altre creature che avessero messo a disposizione un contratto da firmare, si l'aveva sospettato tantissime volte ma non aveva mai avuto conferme. Lo avrebbe chiesto a Yin e Yang appena si fosse levata il peso della sua presentazione, adesso era il suo turno.

- Ehm...come a-avrete capito dal mio cognome anche io a-appartengo al clan Hyuga come Fuyuki. Le a-abilità sono le stesse con la differenza che io sono ancora una d-debole genin - disse sorridendo imbarazzatissima la fanciulla, stringendo la stoffa del cappotto nero.

Non appena si sentì al centro delle loro attenzioni, la ragazzina distolse subito lo sguardo dai compagni. Probabilmente si aspettavano tutti che con il suo carattere introverso fosse l'ultima a parlare nel gruppo e invece sembrava aver trovato un minimo di coraggio.

- Non ti devi preoccupare Chiaki per quello ci siamo qui noi! - disse fiero Yang, il furetto bianco dalla coda color pece sventolando una zampetta al cielo, fiero di se stesso.

Sembrava quasi che il sonno che fino a quel momento si era portato dietro, fosse scomparso improvvisamente nel nulla. L'animaletto amava stare al centro dell'attenzione e aveva trovato il momento più opportuno per intervenire. Chiaki si grattò la testa ancora più a disagio, aspettando impaziente che qualcun altro prendesse la parola. Aveva detto anche troppo in quel momento.
 
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Mr. Bishop
view post Posted on 6/11/2012, 17:50




In pochi minuti tutti si riunirono davanti alle porte del villaggio, pronti a partire per la missione. Il chunin, al quale Hisashi si era presentato in modo impacciato e poco deciso, porse con decisione e tranquillità la mano al ragazzo, che la strinse sorridendo imbarazzato: quell'insicurezza, che di solito non è una sua peculiarità, derivava dall'educazione che aveva ricevuto dai suoi genitori, che lo avevano sempre abituato a rispettare e quindi trattare con le giuste riverenze i ninja di grado superiore al suo. Ma lo Hyuga dimostrò immediatamente di non essere legato a certi formalismi e di voler appianare quelle differenze di grado che avrebbero potuto ostacolare la missione.
Dopo di lui una ragazza dai lunghi capelli dal colore blu acceso e inusualmente lunghi per una kunoichi si presentò con aria imbarazzata, pronunciando con un filo di voce poche e semplici parole e rivelando a malapena il suo nome prima di nascondersi dietro al rosso intenso delle sue guance. I suoi modi strani fecero sorridere Hisashi che, stava per presentarsi, quando venne interrotto dall'arrivo dell'ultimo ninja del team: uno shinobi con il volto occultato da un lungo cappotto nero con cappuccio, dal quale alcune ciocche di capelli argentei facevano capolino.
Il ninja atterrò con delicatezza accanto al gruppo di genin, presentandosi come un medico e consegnando loro dei lunghi cappotti neri simili al suo, che sarebbero serviti ai fini della missione. Hisashi si avvicinò al ninja e prese uno dei quattro abiti e se lo legò al collo, lasciando penzolare il cappuccio alle sue spalle: era lieto di avere quell'equipaggiamento a proteggerlo, memore del suo ultimo allenamento nel paese della pioggia, dove, nonostante il suo obbiettivo fosse rimanere più asciutto possibile sotto la pioggia torrenziale grazie al calore sprigionato dal suo corpo, le infide gocce d'acqua inzupparono i suoi abiti e l'equipaggiamento ninja più e più volte.
Mentre lui indossava lo scuro capo, il leader del team, Fuyuki, aggiunse qualche dettaglio sulla missione che avrebbero dovuto affrontare e appianò immediatamente ogni differenza di grado o abilità, garantendo che avrebbe trattato il resto del team da pari: questo tranquillizzò Hisashi che riuscì subito a vedere il ninja con un occhio diverso, notando che, in fondo, non doveva essere molto più grande di lui.
Lo Hyuga concluse il suo breve discorso raccontando le proprie caratteristiche e invitando gli altri a fare altrettanto.
Dopo che i suoi compagni ebbero parlato, Hisashi, desideroso di rimediare alla brutta impressione data poco prima, con la sua presentazione impacciata e insicura, si armò del sorriso più smagliante che potesse sfoggiare e raccontò di se, anche per i due ultimi arrivati.


Hisashi - Come dicevo prima a Fuyuki-San, mi chiamo Hisashi Toguchi e faccio parte del clan Shakuton...

Diede anche lui prova delle sue abilità estraendo leggermente Joinetsu dal fodero e mostrando la lama incandescente, che, attraversata dal suo chakra, brillava di una focosa luminescenza arancione, ai suoi compagni di missione.

Hisashi - Riesco a controllare il calore e concentrarlo in una lama, come avete appena visto, o nel corpo di un nemico. Sono in oltre abile nell'uso del Katon e godo di una discreta velocità. Infine, come Shiro-kun, ho stipulato l'alleanza con i canidi e posso invocare il loro aiuto in qualunque momento.

Adesso era il turno di Jaku, conosciute le sue abilità, il gruppo si sarebbe potuto spostare alla volta del paese delle terme.

Post brutto, lo so... Recupererò al prossimo giro.
 
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view post Posted on 6/11/2012, 21:56
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Fuyuki prese la parola mettendo immediatamente in chiaro gli obbiettivi della missione: la presenza del medico del gruppo avrebbe garantito uno studio approfondito della malattia per un'eventuale realizzazione di una cura se possibile mentre i restanti avrebbero indagato in ogni angolo del luogo per cercare superstiti e raccogliere informazioni generali. Per quanto ne sapessero, non era neanche detto che la pioggia nera fosse una causa di Watashi per quanto potesse risultare l'idea più ovvia, ma avevano bisogno di prove, dovevano capire cosa realmente aveva devastato quella popolazione. In seguito il Chunin invitò i presenti a presentarsi a fare una piccola analisi delle abilità di cui potevano disporre in modo tale probabilmente da poter ideare una formazione adeguata al viaggio. Ognuno si espresse a modo suo, rese noto il potere che avrebbe potuto mettere al servizio della squadra ed al termine del 'giro' anche il medico prese la parola mentre se ne stava poggiato ad una delle colonne delle porte principali.

Jaku - Io sono un medico specializzato nel creare particolari tonici ed antidoti, mi servirà la massima attenzione anche per i più infimi particolari e mi rivolgo ovviamente ai Genin che per questo tipo di missioni saranno piuttosto inesperti. Non date niente per scontato, venitemi a riferire ogni cosa che notate di sospetto

Si fermò ad osservarli uno ad uno ma si rese conto di aver detto delle parole che in genere dovevano essere lasciate al caposquadra, magari l'aveva fatto di proposito per provocare lo Hyuga o semplicemente non ci aveva fatto caso. In ogni caso continuò cercando di rimediare al clima di tensione che poteva essersi formata fra lui e l'ANBU di Konoha.

Jaku - O riferite al caposquadra che poi dirà a me

Sorrise beffardamente ma era inutile creare delle rivalità in un momento come quello e lo sapeva bene, per questo tornò serio e si alzò prendendo dal portaoggetti una cartina che mostrava il percorso più agibile per raggiungere in poco tempo il Paese delle Terme.

Jaku - Raggiungeremo il Paese del Fiume a Sud-Ovest e da lì prenderemo una grotta che attraversa tutto il confine per sbucare direttamente in quello delle Terme. Purtroppo il percorso diretto ad Est è bloccato da alcune creature che hanno preso possesso della foresta ed abbiamo ordine di non andarci a cacciare in pericoli superflui. Tutto chiaro?

Era senz'altro preparato il giovane ed aveva esposto chiaramente la via da seguire per giungere in quel manto tempestato dalla pioggia nera. Adesso però parola a Fuyuki, era il momento di sentire le direttive del caposquadra prima della partenza. Anche Jaku si mostrò attento, era curioso di vedere all'opera il prestigioso Fuyuki Hyuga.

||Anche qui meglio se posta prima Fuyuki, l'ultimo potrà dire che il gruppo comincia il viaggio.||
 
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view post Posted on 7/11/2012, 16:21
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Fu il glifato il primo a prendere parola dopo il leader, mostrandosi dal primo momento sincero nei confronti dell'intero team. Rivelò la sua vera identità, proclamandosi come uno dei tredici prescelti, un superstite che per miracolo era riuscito a sfuggire dalle dita fameliche del crudele Watashi. Non poteva di certo sapere che Fuyuki avesse il compito di vegliare su di lui, pronto a proteggerlo nel caso in cui fosse finito nuovamente nel mirino del Dio o a fermarlo se malauguratamente fosse divenuto una minaccia, eppure non aveva esitato a condividere una verità così tanto scomoda, consapevole dei rischi che il gruppo avrebbe potuto correre semplicemente restando al suo fianco. Lo Hyuga apprezzò parecchio la sua lealtà e rimase piacevolmente sorpreso quando vide alcuni granelli di sabbia danzare attorno a lui per poi rifugiarsi ancora dentro la pesante giara che il ninja del deserto trasportava. Conosceva benissimo quel tipo di abilità, aveva persino avuto il piacere - ironicamente parlando, dato che se l'era cavata con qualche osso rotto - di saggiarne la potenza sulla propria pelle, durante uno scontro con una sua vecchia amica, Hay Lin. Come se non bastasse, quel ragazzo aveva anche stipulato un patto di sangue con i cani ninja, preziosi alleati dal fiuto infallibile che sarebbero potuti giungere in loro soccorso, qualora avessero avuto bisogno del loro ausilio. Se da un lato il Chunin si mostrò compiaciuto, lieto che uno Shinobi così promettente si trovasse nel gruppo, dall'altro la donnola dal manto bianco si lasciò sfuggire una smorfia pregna di disgusto non appena ebbe sentito la parola cani. Non avrebbe mai potuto collaborare con una creatura della quale non riusciva a sopportare l'odore, quindi, dopo aver scambiato uno sguardo d'intesa con l'eremita, congiunse le zampette e si dileguò con un'esplosione, inghiottita da candidi boccoli di fumo.
Successivamente fu la piccola Chiaki a farsi avanti, trovando il coraggio ma non le parole adatte per spiegare quali erano le sue capacità. La sua fu infatti una mera citazione delle abilità del caposquadra, che sorrise nel notare l'impaccio con il quale la sua allieva si esponeva. La ragazzina aveva inoltre omesso di dire che fosse capace di evocare i mustelidi, proprio come Fuyuki, che non avrebbe saputo dire se lo avesse fatto volutamente o se la sua fosse soltanto una dimenticanza, frutto della sbadataggine che la caratterizzava.
Giunse poi il turno di Hisashi, membro del Clan Shakuton e padrone di un'arte che l'ANBU non aveva mai conosciuto e che lo lasciò parecchio meravigliato. Il ragazzo era in grado di dominare il calore e per provarlo sfoderò di qualche centimetro la sua lama, sfoggiando con orgoglio il ferro incandescente e aggiungendo che avrebbe potuto fare lo stesso con il corpo di un nemico. Si trattava di un'abilità che il giovane Shinobi di Konoha reputò affascinante, a tal punto da bramare di vedere quel Genin in azione, anche se in cuor suo sperava che non ve ne fosse bisogno durante il viaggio.
L'ultimo a parlare fu quindi Jaku, che si presentò in maniera fiscale come un medico abile nel creare tonici e antidoti, capacità che si sarebbe sicuramente rivelata insostituibile per trovare un rimedio alla piaga che stava impietosamente uccidendo gli abitanti del villaggio che aveva disperatamente richiesto soccorso a Konoha. Ciò che però colpì di più lo Hyuga fu il suo essere schietto, nonché la scarsa attenzione ai lemmi che pronunciava. Il medico infatti si rese conto soltanto in un secondo momento che con i suoi "ordini" aveva quasi spodestato il leader dalle sue mansioni e per questo cercò di trovare un rimedio, correggendo in maniera beffarda la frase che aveva appena formulato.


A che gioco stai giocando, Jaku?

Sebbene si fu sentito preso in giro da quel comportamento, abituato com'era lavorare con la massima serietà al fianco dei suoi colleghi ANBU, Fuyuki comprese che creare degli screzi sarebbe stato inutile se non addirittura controproducente, dato che Jaku era l'unico componente del team ad avere le carte in regola per trovare una cura per combattere la malattia che stava stroncando le vite di quelle sfortunate persone. Perciò si vide costretto ad ingoiare un boccone amaro per il bene della missione, consapevole che quel tipo avrebbe potuto mettere a dura prova la sua pazienza.

- Esattamente. Ricordate che anche il dettaglio in apparenza più insignificante può rivelarsi di vitale importanza. Sarà necessaria la collaborazione di tutti voi, se vogliamo venire a capo di questo mistero.

Sottolineò con maggiore enfasi le ultime parole, incrociando con il suo sguardo freddo e impassibile gli occhi profondi e misteriosi di Jaku, come per lanciargli un messaggio impossibile da fraintendere anche per il più stolto degli uomini. Si era mostrato ben disposto ad accogliere le opinioni di tutti i componenti del team, ma non avrebbe tollerato altri errori da parte del medico, non almeno dopo averlo avvisato apertamente. Era vero, lui stesso aveva affermato di odiare le formalità e di apprezzare la condivisione di idee, ma questo non costituiva di certo un buon motivo per dare ordini a destra e manca. Quel compito sarebbe stato soltanto suo e il ninja dalla chioma argentea avrebbe dovuto portare rispetto, se non a lui, per lo meno alla carica che ricopriva.
Era dunque giunto per lui il momento di farsi coraggio e di dimostrare di che pasta fosse fatto. Quando Akane gli aveva affidato quel compito così gravoso aveva subito dubitato di esserne in grado e le sue perplessità continuavano ancora a sopravvivere, malgrado fosse consapevole di trovarsi a capo di un team che aveva tutte le carte in regola per completare la missione in maniera impeccabile. Non era la responsabilità delle vite di quei ragazzi a preoccuparlo - del resto in quanto eremita si era ritrovato a portare sulle spalle il peso di incombenze ben maggiori - bensì la guerra che bussava alle porte, uno scenario del tutto ignoto che aveva timore di esplorare. Per la prima volta in tutta la sua carriera si sarebbe ritrovato nel cuore della battaglia, tuttavia non avrebbe affrontato il suo destino. Quei ninja sarebbero stati al suo fianco contro qualsiasi minaccia, pronti a far fronte insieme a lui ad ogni evenienza, come un vero team. Fu proprio questa sicurezza ad accendere nei suoi occhi e nel suo cuore una nuova fiamma di determinazione, che inesauribile avrebbe continuato a bruciare fino a quando non avrebbe più avuto fiato in corpo.


Chiaki, Hiro, Hisashi.. Jaku. Possiamo farcela, confido in voi.

- Come sapete, la progenie di Watashi può nascondersi ovunque, anche dietro l'angolo. Per questo motivo ritengo opportuno che il team viaggi in formazione, così da essere pronto a combattere qualsivoglia minaccia. Prestate bene attenzione, non mi ripeterò una seconda volta..

Il suo tono di voce si fece serio e, mentre la sigaretta si consumava inesorabilmente, il suo fumo coprì con lieve velo il volto e gli occhi di Fuyuki, che tutto ad un tratto si fecero ancor più vitrei. Aveva attivato il Byakugan, il famoso Doujutsu del quale il suo Clan era tanto geloso, e adesso le vene gonfie sulle tempie conferivano al suo sguardo un'inquietante aria di austerità, a tal punto che sarebbe potuto sembrare un severo comandante che si rivolge con franchezza ai suoi sottoposti.

- Ci disporremo su tre file. Jaku si troverà in quella intermedia. Hiro, tu mi affiancherai nella retroguardia, mentre Chiaki e Hisashi si occuperanno dell'avanguardia.

Il ragionamento che lo aveva condotto ad adottare una simile soluzione era quasi scontato. Il medico era la persona più importante del team e in quanto tale avrebbe occupato la posizione centrale della formazione, difeso da attacchi provenienti da qualsiasi fronte. La piccola Hyuga e il manipolatore del calore si sarebbero sicuramente trovati a loro agio, in caso di assalto nemico, nel fronteggiarlo a distanza ravvicinata, mentre Hiro avrebbe sicuramente trovato più conveniente e comodo usare la sua fidata sabbia dalla lunga distanza. Lui invece avrebbe affiancato quest'ultimo nell'ultima fila in modo da poter controllare ogni suo movimento, così da trovarsi nelle condizioni di poter intervenire prontamente qualora avesse compiuto un passo falso. Non dubitava della sua buona fede, ma se Watashi si era dimostrato degno di essere definito un Dio, c'era da aspettarsi la qualsiasi.

- Hiro, gradirei che tu evocassi uno dei cani ninja.. Sono certo che il suo fiuto possa tornarci utile. Chiaki, io e te invece useremo il Byakugan per accertarci dell'assenza di nemici lungo il cammino. Siamo fortunati, essendo in due potremo alternare i turni per evitare di affaticare troppo la nostra vista. Mi resta poco da dire, particolari inutili da aggiungere, ma forse è meglio non dare nulla per scontato.. Ci troviamo in guerra, ogni distrazione, ogni titubanza, ogni particolare non osservato potrebbe risultare fatale. Tuttavia sono certo che cooperando riusciremo a farcela.. L'Hokage si fida di noi. Io mi fido di voi.

Lemmi proferiti in maniera solenne, accompagnate dallo sguardo determinato del leader che lentamente incrociava gli occhi di tutti i suoi compagni. Cercò di caricarli con quel discorso, di trasmettere nei loro animi la stessa risoluzione che lo aveva spinto a parlare e tentando con discreti risultati di fronteggiare la paura che fino a quel momento aveva seminato così tanta distruzione e disperazione nel suo cuore da non dover invidiare nulla anche alla tempesta più spietata. Gettò per terra il mozzicone della sigaretta, ormai ridotta all'osso, sospirando. Non sapeva ancora se il Sandaime avesse visto giusto riponendo in lui la propria fiducia, ma di una cosa era pressoché certo: avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per guidare quei ragazzi alla vittoria o per preservare la loro incolumità, qualora le cose avessero assunto una piega indesiderata. Perché?

- Siamo una squadra.

// Edit: corretta una svista ortografica, pardon. //



Edited by .Morph - 7/11/2012, 17:08
 
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view post Posted on 8/11/2012, 13:41

lo cavalier del Gangbang!!

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Dopo Hiro fu il turno della ragazza di parlare, a dire il vero non disse molto, si limitò a dire che aveva le stesse abilità del Chunin con la differenza che lei era una semplice genin, la timidezza di questa ragazza era qualcosa di incredibile, pronunciò soltanto dieci parole balbettando e rossa in viso, il sunese stentava a credere che esistesse qualcuno di così introverso, chissà quale era il motivo di tale timidezza, magari conoscendola meglio avrebbe avuto la possibilità di capirlo.
Dopo Chiaki fu Hisashi a proferire parola, Hiro conosceva già le abilità dell'amico, avendolo visto all'opera il giorno prima all'eremo, le sue abilità non erano tutte li però, si ricordò l'utilizzo particolare del suo sole per disorientare le volpi, era un'abilità di sicuro molto versatile.
Infine l'ultimo a parlare fu il medico, fu piuttosto sintetico nell'elencare le proprie capacità, disse solamente che era un medico e che era in grado di creare tonici e antidoti, terminata la sua presentazione, diede dei "consigli" ai genin sullo prestare massima attenzione anche al minimo dettaglio, aggiungendo di riferirgli qualsiasi cosa che sembrasse sospetta.
La prima cosa che il genin pensò è ma il capogruppo non è Fuyuki? perchè ci ha chiesto di riferire a lui? Forse perchè si era accorto della gaffe o più probabilmente per provocare lo Hyuga, aggiunse in tono beffardo di riferire al caposquadra che poi avrebbe riferito a lui, lo sguardo di Fuyuki fu gelido lo fulminò con gli occhi, ma non disse niente probabilmente per non creare tensioni nel gruppo.
Quel Jaku gli divenne subito antipatico, stavano andando ad affrontare una missione complicata e pericolosa, invece quell'idiota si metteva a fare giochetti da bambino per provocare il chunin, non era di certo il miglior modo per creare un buon rapporto nel team e aiutare ciascun membro a fidarsi degli altri. Senza la fiducia era difficile avere un buon lavoro di gruppo, infatti in caso di pericolo non fidandosi l'uno dell'altro ci sarebbe stata dell'esitazione a collaborare insieme e questo contro un nemico così letale poteva essere molto pericoloso.
Proprio per evitare contrasti fin dall'inizio, Fuyuki confermò ciò che il medico aveva detto, anche se lo sguardo nei suoi confronti era tutt'altro che amichevole, dopo di questo Jaku continuò a parlare, spiegando la strada che avrebbero dovuto seguire per giungere al Paese delle Terme.
Come senti le indicazioni però il ragazzo pensò di aver sentito male, si sarebbero diretti verso il paese del Fiume, una volta lì si sarebbero inoltrati in una grotta che gli avrebbe portati nel paese delle Terme. Il primo pensiero di Hiro fu che gli stesse prendendo in giro, il Paese delle Terme si trovava a Nord-Est di Konoha, mentre il medico gli aveva detto di dirigersi nella direzione opposta verso Suna, il ragazzo non si seppe trattenere quindi chiese direttamente a Jaku.


Giusto per conferma, il Paese delle Terme si trova a Nord-Est di qui e non per arrivarci ci dirigiamo nella direzione opposta? Ok che ad Est c'è la progenie di quel Dio, ma non c'è un percorso sicuro più vicino? Con la strada che hai proposto dovremo attraversare ben sei paesi all'interno di una grotta, passando tra l'altro per il Paese della Cascata dove risiede Watashi, non credi che sia più pericoloso passare per quella strada? Tra l'altro in questo modo ci impiegheremo il triplo del tempo per giungere a destinazione e perdendo così tanto tempo chissà quanta altra gente morirà in quel villaggio.

Creare polemiche di certo non era il massimo per creare un buon gruppo, ma quella decisione sul percorso da seguire gli sembrava del tutto illogica e il ragazzo voleva qualche chiarimento dal medico, gli sembrò strano anche che il Chunin non ebbe niente da ridire sulla scelta del percorso da seguire, forse era lui che era troppo inesperto o forse lo Hyuga si era fidato delle indicazioni fornite da Jaku.
Per Hiro invece sembrava incredibile il fatto che non ci fosse una strada più sicura per recarsi a destinazione che recarsi nella direzione opposta, il fatto poi che si sarebbero inoltrati in una grotta che gli avrebbe fatto costeggiare tutto il confine del Paese del Fuoco gli sembrava impossibile, esisteva davvero una grotta così lunga?
Due erano le preoccupazioni del ragazzo, con quella strada sarebbero passati vicino al Paese delle Cascate e quindi vicino a Watashi, di certo decisione non proprio sicura in quella situazione, la seconda preoccupazione era invece legata alle condizioni in cui versava il villaggio dove si stavano dirigendo, quella strada gli avrebbe fatto perdere tantissimo tempo prezioso per gli abitanti di quel martoriato villaggio, un'altro pensiero si insinuò nella mente del ragazzo:


Che razza di creature ci sono a Est per costringerci a fare il giro dell'asino per evitarle?

Il ragazzo attese la risposta del medico, poi fu la volta del Chunin di dare indicazioni al gruppo, avvisò di fare estrema attenzione perchè la progenie di Watashi sarebbe potuta sbucare da ogni angoli per attaccarli, per questo motivo elaborò una formazione per il viaggio, si sarebbero disposti in tre file in testa ci sarebbero stati Chiaki e Hisashi, dietro di loro ci sarebbe stato Jaku il medico e in coda Hiro e Fuyuki.
La scelta era stata sensata, Chiaki e Hisashi erano combattenti corpo a corpo avrebbero affrontato meglio le minacce in quel modo, Hiro invece prediligeva gli attacchi a distanza quindi era logico per lui stare in retroguardia, Fuyuki probabilmente lo avrebbe affiancato dietro in modo da poter controllare tutti e intervenire in tempo per proteggerli, visto che era il ninja più abile in quel gruppo, il medico invece punto cruciale di quella missione, sarebbe stato al centro in modo da poter essere protetto da qualsiasi direzione avessero subito l'attacco.
Lo Hyuga mentre parlava aveva un espressione diversa in volto, gli occhi erano ancora più vitrei del solito, inoltre le vene intorno agli occhi sembravano dilatate diventando visibili dall'esterno, questo cambiamento lo rendeva ancora più serio e severo, che avesse attivato l'abilità del suo clan, il Byakugan?
Hiro pensò fosse così, aveva appena visto all'opera uno dei più potenti Doujitsu del mondo ninja, aveva sentito diverse voci su questa fantastica abilità degli Hyuga, ma vederla all'opera era un'altra cosa, di certo l'aspetto serio che aveva assunto Fuyuki una volta attivata questa abilità incuteva un certo timore, il genin si chiese se anche Chiaki assumesse quell'aspetto con il Doujutsu attivo, provò quindi ad immaginarsi la ragazzina timida e impacciata quando attivava quell'abilità, l'immagine che venne in mente al sunese fu alquanto buffa, una ragazzina timida e dolce con un'espressione così seria gli sembrava troppo comica.
Hiro riuscì a non far trasparire i pensieri idioti che stava avendo in quel momento, solo lui in momenti così seri se ne usciva con pensieri ridicoli e stupidi, le sue idiozie furono interrotte dalla richiesta del chunin di evocare un canide per supportarli durante il viaggio, il fiuto dei suoi preziosi alleati sarebbe stato utilissimo in quella situazione, il ragazzo accantonando quei stupidi pensieri acconsentì subito.


Va bene, lo evoco subito, ci sarà di certo molto utile durante il viaggio.

Il genin si ferì un dito con un kunai, quindi dopo aver composto i sigilli necessari poggiò il palmo a terra, facendo comparire dietro una nuvola di fumo il fidato alleato Pakkun.

Pakkun Hiro-kun, Hisashi-kun piacere di rivedervi, serve qualcosa?

Si Pakkun, dobbiamo affrontare un lungo viaggio e c'e la possibilità di essere attaccati, il tuo fiuto ci sarà sicuramente molto utile, sei disposto ad aiutarci?

Pakkun Certo lasciate fare a me...

Il canide si guardò intorno e vedendo una faccia familiare aggiunse sorpreso.

Pakkun Vedo che avete buona compagnia, se non sbaglio sei Fuyuki-kun giusto? è passato parecchio tempo...

Il sunese rimase sorpreso nello scoprire che il canide conosceva lo Hyuga, quindi preso dalla curiosità chiese subito al canide.

Vi conoscete?

Il canide accennò di si con la testa, la curiosità di come i due si fossero conosciuti prese il sopravvento sul giovane ninja, quindi decise di chiedere direttamente al chunin, convinto che fosse un buon modo di stemperare la tensione e rompere il ghiaccio con il nuovo compagno di Team.

Fuyuki-san scusa se te lo chiedo, ma sarei curioso di sapere come vi siete conosciuti, ti dispiacerebbe raccontarmelo?
 
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view post Posted on 8/11/2012, 18:14
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Subito dopo di lei fu il turno del compagno di Hiro, che sfoderando un confortevole sorriso si presentò come Hisashi Toguchi. Nonostante Fuyuki avesse cercato di mettere a proprio agio tutti, il sunese sembrava essere un po' rigido nei modi, dettaglio che la ragazzina notò dal diminutivo che utilizzò con lo stesso ANBU.
Questa piccola formalità venne messa subito in secondo piano, non appena diventarono tutti spettatori delle spettacolari abilità del ragazzo. Chiaki non aveva mai visto niente di simile. Hisashi estrasse in minima parte la sua arma, mostrando cosa era in grado di fare grazie al potere trasmesso dal suo clan. La lama della spada sembrava incandescente, quasi come se fosse appena stata battuta a fuoco.
La piccola kunoichi rimase ammaliata da tutta quella luce, era ancora inesperta nell'ambiente ninja e quello strano potere era una novità per lei. Il ragazzo continuò a parlare di lui, confessando di aver stipulato un alleanza con i cani, proprio come il suo stesso compagno sunese.
La Hyuga rimase perplessa e meravigliata di tale scoperta. Come era possibile che non aveva mai sentito parlare di tutti questi patti con creature animali e adesso in squadra aveva ben tre compagni firmatari? Scalpitava per parlare con i due furetti, magari ne avrebbe approfittato quando fossero rimasti soli, non occorreva mettersi in ridicolo davanti a tutti e soprattutto adesso la missione aveva la priorità.
Poco distante, un'ultima voce intervenne per concludere le presentazioni. Le sue parole arrivarono dritte e pericolose. Il modo in cui si espresse, gli atteggiamenti autoritari che assunse diedero molto l'idea di aver appena dato un ordine o un comando. La giovane dai capelli blu alzò lo sguardo dal suolo erboso, fissando il ragazzo per alcuni secondi per poi soffermarsi su Fuyuki.
Che Chiaki fosse inesperta era un dato di fatto, sia perché era ancora una genin sia perché l'unica missione che aveva affrontato era una D, per cui era normale che venisse ripresa da qualcuno più grande di lei soprattutto su una missione così delicata; quello che però non le piacque fu il tono e il modo in cui il mendico lo disse. Si leggeva tra le righe quel barlume di superiorità che emanava, distanziandolo da tutti, persino dal loro caposquadra.
La genin sapeva perfettamente che l'unica persona a cui avrebbe riferito qualcosa era lo Hyuga, nel rispetto del compito che gli aveva affidato l'Hokage e nel buon rapporto che la univa a quest'ultimo. Quel medico era veramente strano. Non appena si fu corretto cominciò a sorridere sarcasticamente. La fanciulla era più che sicura che il ragazzo l'avesse fatto apposta, forse per studiare come si sarebbe comportato il suo sensei a quella provocazione?
Fortunatamente le acque si acquietarono subito, grazie al buon senso del chunin che lasciò correre probabilmente per non creare le prime faide nel gruppo. Dopo che Jaku ebbe estratto la mappa con le indicazioni per il Paese delle Terme e aver esposto brevemente i suoi studi sui vari percorsi fattibili, lasciò la parola a Fuyuki. Cogliendo un po' tutti alla sprovvista, Hiro intervenne con una domanda diretta al medico del gruppo.
Effettivamente nemmeno Chiaki si era accorta che il percorso che avrebbero dovuto fare sembrava un po' assurdo, forse troppo presa da tutto quel correre con i preparati e dell'aria di guerra che pressante, pesava sui pensieri della kunoichi. La giovane guardò il ragazzo dalla chioma argentata, impaziente di avere maggiori certezze su quello che li aspettava. Come mai avrebbero dovuto percorrere così tanta strada? Quanto tempo avrebbero impiegato? Di una cosa era certa, il viaggio non sarebbe stato poi così corto, occorreva una strategia per muoversi nella foresta.
Il loro era un gruppo molto ben fornito ma ognuno di loro aveva sviluppato caratteristiche utili per determinati compiti. In più l'attenzione non doveva mai venire meno perché i sudditi di Watashi, avrebbero potuto essere nascosti in ogni angolo, non sapevano con esattezza come si sarebbero mostrati a loro ne se li avrebbero attaccati senza riserva. Per rendere meglio l'idea dell'importanza del compito che andavano a ricoprire, il ragazzo a capo del team attivò la sua capacità innata; ormai per Chiaki non era niente di nuovo ma probabilmente avrebbe meravigliato o scandalizzato i loro compagni, soprattutto i due sunesi.
La strategia era semplice, i sei ragazzi si sarebbero dovuti sistemare su tre file a seconda del ruolo che ricoprivano, alla kunoichi aspettava l'avanguardia insieme a Hisashi. La ragazzina dagli occhi perlacei, lasciò uno sguardo di intesa al nuovo compagno, che riuscì a mantenere solo per pochi secondi. Sperava che lui avesse percepito un minimo la sua determinazione, per quanto potesse risultarle difficile comportarsi così sfrontatamente.
Stare davanti non sarebbe stato facile, anche se aveva Fuyuki a coprirle le spalle con un potere del Byakugan molto più potente del suo, sapeva anche che all'eremo il loro doujutsu aveva fallito, non riuscendo a vedere oltre al portale nascosto tra gli alberi, e se fosse ricapitato? Era molto esposta e come era normale che fosse provava un po' di paura ma non lasciò intravedere a nessuno, i subbugli che le stava giocando la sua mente in quel momento.
C'era anche da dire che la sua posizione era abbastanza strategica, gli attacchi ravvicinati erano il suo forte e avrebbe potuto utilizzare persino il suo elemento senza dare noie a nessuno. Dopo una breve pausa l'ANBU si rivolse direttamente alla fanciulla, riferendole che avrebbero fatto a turni con l'utilizzo del Byakugan.
Effettivamente era inutile sprecare energie di troppo ma Chiaki si era talmente abituata a usare il suo potere oculare, soprattutto nelle situazioni di pericolo, che quando il ragazzo le rivolse quelle parole si sentì improvvisamente così indifesa, per questo non obiettò. Sicuramente il primo turno lo avrebbe iniziato l'ANBU visto che il suo potere era ormai attivo.

- A-agli ordini! - disse la ragazzina portandosi una mano sulla fronte in un gesto militaresco, imitata dai due furetti in modo molto buffo.

Appena lo Hyuga finì il suo discorso, la genin si avvicinò a ragazzo del clan Shakuton, sorridendogli. Avrebbero dovuto condividere la stessa postazione, era bene che cercasse di rompere un po' il ghiaccio. Fece per dire qualcosa ma l'evocazione dell'albino attirò tutta la sua curiosità. Il canide dopo i primi saluti con i due firmatari, scrutò tutti i presenti, riconoscendo Fuyuki.
Il ragazzo era un chunin della Foglia abbastanza conosciuto, a parte Chiaki che aveva sempre vissuto isolata dal villaggio, era difficile che qualcuno non lo conoscesse senza contare il fatto che era l'eremita dei mustelidi. Forse era quello il motivo? Che tutti i vari eremiti si conoscessero tra di loro? No, ne voleva assolutamente sapere di più. Guardò incuriosita il suo sensei aspettando una risposta alla domanda del sunese.
 
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view post Posted on 13/11/2012, 18:28
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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||Per sto turno salto Bishop visto il ritardo, inoltre son costretto a mettere un limite di tempo per postare o questa missione rischia di non finire mai e come avrete visto è piuttosto importante in quanto darà la possibilità a Morph di passare di grado. 72 ore da adesso ed in caso di problemi o imprevisti vari, avvisatemi.||

Fuyuki parlò esponendo la propria formazione tipo affinché potessero effettuare il viaggio nel migliore dei modi anche nel caso di incontri poco piacevoli come quelle orrende ombre figlie di Watashi. Il Chunin era rimasto composto nonostante le provocazioni di Jaku e da caposquadra qual era avrebbe dovuto rappresentare un esempio per i Genin più inesperti che formavano la squadra, era un compito il rimanere lucido in ogni circostanza, il creare fratellanza tra i membri per evitare inutili incomprensioni durante possibili battaglie. Per il resto il ninja di Suna manovratore della sabbia aveva esposto un dubbio che l'assillava fin dalle parole del medico, ed anche se Fuyuki stesso non aveva osato chiedere delucidazioni al riguardo considerando la preparazione del compagno dai capelli argentati, egli non si pose freni facendo vincere la propria curiosità sul motivo di quel percorso tanto lungo ed a sua detta pericoloso. Jaku alzò un sopracciglio osservando di sbieco colui che aveva parlato e celando un accenno di risata, incrociò le braccia e gli rispose senza neppure voltarsi a guardarlo.

Jaku - Ti ho detto che ad Est la strada è bloccata, ti serve sapere altro? Se non hai voglia di fare il giro non ti costringo mica a rimanere con noi, chiedi il permesso al caposquadra e vattene

Lo disse in una tranquillità tale che non sembrava neppure un rimprovero, anche se in fin dei conti... lo era. Poco male, erano tutti pronti a partire ed annuendo alle parole dello Hyuga riguardo alla formazione, il gruppo si mosse immediatamente verso il Paese del Fiume alla ricerca di quella misteriosa grotta che avrebbe dovuto tagliare l'intero Paese del Fuoco nei pressi degli altri confini. Viaggiarono a gran velocità per un paio d'ore finché non si inoltrarono in una parte di foresta senz'altro più fitta e rigogliosa di quanto dovesse essere normalmente. Non serviva uno studioso per capirlo, era l'effetto della progenie e dei poteri oscuri di Watashi a creare delle modifiche al paesaggio naturale di tutto il mondo. Dopo pochi metri i raggi divennero sempre più fiochi e quando ne percossero circa cento erano già nel buio più totale, o quasi. Gli Hyuga avrebbero potuto vedere se vi fossero state forme di vita nei dintorni percependone il flusso di chakra ma quanto potevano essere sicuri che quegli esseri fossero... vivi? Erano immersi nella selva in una culla di silenzio assordante in cui l'unico suono percepibile era il cuore palpitante dei presenti. Avanzarono dunque per un altro piccolo tratto per poi fermarsi quando un grido acuto riecheggiò per quella vasta oscurità. Era strano, i due Hyuga non vedevano nulla ma Pakkun percepiva un odore strano in ogni direzione.

Jaku - Ho come l'impressione di essere circondato...

Non aveva torto, non del tutto. Quell'odore nauseante e mai sentito prima era ovunque sebbene percepibile dal solo cane ninja.
 
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112 replies since 24/10/2012, 14:47   2431 views
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