Watashi 5C/B - Un villaggio nuovamente nei guai, per Vale93ba (passaggio a chunin) EmptyPumpkin e Kira

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view post Posted on 13/10/2012, 18:26
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// Vi do il benvenuto alla mia prima missione Watashosa. Tutti voi siete stati miei masterati in passato quindi sapete come ruolo e più o meno cosa voglio da un post, ovvero quello che volete far uscire voi.
Molti cominciano la missione facendovi già andare al villaggio dove si tiene, io preferisco perdere il giro iniziale per farvi riunire insieme, già che siete tutti nello stesso villaggio. Descrivete quello che volete nel vostro post, quello che avete fatto di recente, eventi importanti, o una mattinata tipo, come vi pare. Siete stati chiamati per una missione per sconfiggere la prole di Watashi, quindi tutto molto vago, non sapete nulla. Rendezvous all'alba, alla porta ovest del villaggio. Buon divertimento ^^

Edit: a seguito della ruolata che hanno fatto Kinji e Setsuna, sapete qualche cosina in più che nulla XD Il resto rimane invariato. //

Edited by Xetos God of the Pillows - 5/11/2012, 17:23
 
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view post Posted on 1/11/2012, 12:06
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Il sole ormai era alto nei limpidi cieli di Konoha; quella che si presentava agli occhi di Kinji era una splendida giornata, tralasciando il dettaglio che il fantomatico Watashi aveva scatenato contro tutto il mondo ninja la sua progenie. Stando alle informazioni di Hiro, l’amico nonché uno dei tredici prescelti, questo dio era molto più potente di quanto non avesse potuto immaginare, e la preoccupazione con la quale lo shinobi di Suna ne parlava, ai due genin non rimaneva che rimanere in guardia una volta abbandonate le sicure porte del villaggio.

Se due jonin sono caduti così facilmente contro di lui, come pretendono da semplici genin di eliminare lui o la sua progenie? O meglio, forse i sannin e i kage sono alla sua portata, mentre noi potremmo contare sul gioco di squadra per abbattere piccoli gruppi di nemici

I due shinobi avevano lasciato la dimora della più piccola da poco, ed erano venuti a conoscenza di ancora più dettagli grazie all’Hokage Akane Uchiha, che li aveva convocati personalmente. Non sembrava un compito facile quello che si prospettava, ma entrambi erano vogliosi di rendersi utili e di fare la propria parte; quelle ore di intimità che avevano smorzato la fatica dovuta alla missione successiva, erano state un toccasana per l’Uchiha, che si era lasciato scorrere via come l’acqua di un fiume, tutta la stanchezza e la tensione.
La bella ragazza dalla chioma color cobalto aveva suggerito di andare prima al palazzo del Kage, in modo da scoprire se c’era già bisogno del loro intervento, oppure se potevano dirigersi liberamente verso nord per poi dare manforte a dei gruppi di shinobi già raggruppati e intenti a contenere la minaccia.


Kinji: Ci siamo quasi Setsuna-chan, ti senti pronta?

Come detto da Akane, entrambi dovevano recarsi alle porte ovest del villaggio all’alba per incontrare Zu e definire quindi il gruppo che sarebbe partito poi per la missione appena assegnata.
Kinji guardò la compagna come per rassicurarla e per far capire che a quanto pare aveva suggerito la cosa più giusta.


Kinji: Tranquilla Setsuna-chan, Zu è un ragazzo piuttosto taciturno, ma comunque è un buon compagno di squadra… credo sia giusto informarti che è un membro del clan delle figure animate e che porta sempre con se, sulla sua spalla, un clone della regina delle lumache Katsuyu… beh e poi ci sono io, quindi non preoccuparti.

All’alba non mancava molto, quindi c’era giusto il tempo di raggiungere in tutta calma la porta ovest del villaggio per poi attendere che venisse dato il via alla missione vero e proprio.
Il muscolo miocardico di Kinji batteva forte al solo pensiero di poter combattere per un fine così grande; in fondo lo scopo di un ninja secondo lui era di proteggere la propria patria e i propri ideali, quindi quale occasione migliore di quella per poter dimostrare il proprio valore e le convinzioni che lo avevano spinto da sempre a intraprendere quel percorso? In più si aggiungeva il voler fare bella figura davanti all’Hokage, che aveva riposto fiducia in lui e che di sicuro non avrebbe mai voluto farla venir meno.
I due genin arrivarono presso le porte ovest all’orario prestabilito, ma del membro in più che doveva accompagnarli non vi era traccia; c’erano molti gruppi che partivano, ma erano troppo numerosi per accalappiarsi la loro attenzione visto che ne cercavano uno solo: Zu.
Kinji si appoggiò per un attimo sul muro più vicino, poggiando una mano sulla spalla di Setsuna per farsi sentire vicino. Le difficoltà non sarebbero mancate, ma insieme avrebbero potuto superare qualsiasi tipo di difficoltà.


Kinji: Sei agitata? Perché non ne avresti alcun motivo…

Disse scherzando e tirandola dolcemente a se.
 
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view post Posted on 6/11/2012, 00:34
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*Il tiepido meriggio volgeva al termine, sancendo in qualche modo la fine di quella giornata ricca d’eventi e movimento. Separatasi dall’Uchiha, a cui si sarebbe comunque ricongiunta il mattino dopo, la piccola Hyuga dalla capigliatura color cobalto aveva deciso di passare le restanti ore antecedenti alla partenza in camera sua, lontana da tutto. Si premurò d’accendere una candela, poiché la luce del giorno stava lentamente scemando verso l’oscurità della notte, e continuò senza distrazione la sua attenta lettura seduta alla scrivania. “I Segreti del Chakra”, così era intitolato il volume. Gli occhi bianchi di Setsuna scorrevano incuriositi fra le righe che riempivano le pagine un po’ malconce e appuntate, captando quante più informazioni possibili. Un modo come un altro per sgomberare la mente, addirittura il più efficace per la Hyuga. Dopo qualche minuto prese un foglio e intinse un pennello dalla punta fine nell’inchiostro. Abbozzò qualcosa, scrivendo accanto degli appunti personali che modificò più volte durante la lettura. Le ore passavano senza che nemmeno se ne rendesse conto, ma fu l’insolita e silenziosa presenza alle sue spalle a destarla da quel ritaglio di mondo fatto di parole e schemi.*

Setsuna Hyuga: “Akari-chan, che cosa ci fai qui? E’ tardi ormai, torna a letto.

*Le sussurrò, lasciando la sua postazione e avvicinandosi alla figura della sorellina in penombra.*

Akari Hyuga: “Onee-san.. io..

*Il tentativo della più piccola d’iniziare un discorso fu bruscamente interrotto dai singulti, che le mozzarono di netto qualsiasi suono. La maggiore delle Hyuga, preoccupata per l’inspiegabile comportamento della minore, annullò le distanze e l’abbracciò per darle conforto.*

(Che cosa sarà successo? Non è da lei svegliarsi e piangere nel cuore della notte..)

*Vogliosa di comprendere il motivo di quella reazione, la prese dolcemente per mano e la scortò più vicina alla luce. I boccoli color pece le ricadevano scompigliati davanti al viso umido per le lacrime, chiaro segno del fatto che la piccola stava fino a poco prima dormendo tranquillamente nel suo futon. Setsuna, in un gesto tanto spontaneo e protettivo, la fece adagiare sulle proprie gambe e le asciugò piano le lacrime.*


Setsuna Hyuga: “Che ti succede, nee-chan? Hai fatto un brutto sogno?

*Chiese con dolcezza, senza smettere di darle attenzioni. Fortemente rassicurata dalla sua presenza, Akari annuì alle parole della sorella maggiore. Le piccole mani strinsero i lembi inferiori della veste notturna nervosamente, mentre lo sguardo vacuo, velato da una pressante patina di sconforto, era rivolto verso il basso.*

Akari Hyuga: “sniff.. non andare..

*Cercava di sforzarsi per tentare di raccontare tutto alla maggiore, ma proprio non riusciva. Quelle parole, supplichevoli e accompagnate dalle lacrime, colpirono la più grande in maniera sicuramente non positiva. Non le ci volle molto per comprendere a cosa la minore si riferisse. Aveva sentito, seppur non capendo ogni cosa, le discussioni concitate del padre riguardo le ombre che minacciavano il mondo e aveva sicuramente percepito la tensione nell’aria. Preoccupata dunque per l’imminente partenza della sorella maggiore, importante figura nella sua vita e inarrivabile esempio da seguire, Akari aveva sognato di non vederla più tornare a casa.*

Setsuna Hyuga: “Sei tanto dolce a preoccuparti per me, ma non c’è motivo di farlo. C’è Kinji-kun con me, mi proteggerà lui. Stai certa che tornerò presto, senza il minimo graffio.

*La rassicurò, dandole un bacio sulla fronte e tenendola stretta a sé. Il bene che voleva alla sua sorellina non era possibilmente quantificabile e vederla in quello stato a causa sua le faceva male. Quella notte, decise di farla dormire in camera sua. Coccolata dal calore che la bella Setsuna riusciva ad emanare con quei suoi semplici gesti, Akari trovò quasi immediatamente sonno ma così con fu per la maggiore. Setsuna, scossa dalla preoccupazione della sorella minore, rimase a guardare il soffitto per attimi interminabili. Di certo non aveva ben soppesato a cosa stesse andando incontro. La grinta e la genuina voglia di riuscire in qualcosa le avevano obnubilato la mente, adesso ridimensionata adeguatamente grazie all’inconsapevole contributo della più piccola.
Svegliatasi spontaneamente alle prime ore del mattino, la bella Hyuga sciolse delicatamente l’abbraccio che la teneva stretta alla sorella minore e, impegnandosi nel non fare alcun rumore per evitare di svegliare la piccola, si preparò per la partenza. L’appuntamento con il bell’Uchiha doveva aver luogo alla piazza centrale del Konohagakure No Sato, dalla quale poi avrebbero raggiunto facilmente la porta ovest. Il momento del ricongiungimento fra i due giovani shinobi fu sancito da un avvolgente abbraccio, per poi intraprendere il cammino verso la loro prima destinazione. Scambiarono qualche parola durante il tragitto, ma quelle della piccola Setsuna parevano suonare vacue e spente. Non aveva dormito moltissimo, il che non l’aiutava di certo ad articolare un discorso. La sua mente era come svuotata da tutto, in quel momento.. incapace di svolgere tutte le sue funzioni a pieno. Il bell’Uchiha dalla chioma castana, comprendendo forse che qualcosa in lei non andava, giunti alla porta ovest la tirò dolcemente verso di se e, con tono scherzoso, cercò di rassicurarla. La bella Hyuga sorrise a quel gesto tanto semplice quanto dolce e, di rimando, si fece stringere dalle braccia del ragazzo.
*


Setsuna Hyuga: “Io agitata?! Quando mai..

*Gli rispose col sorriso sulle labbra, mentre gli occhi bianchi scrutavano attenti la miriade di persone riunite in quello spiazzo.*

(Speriamo che quel Zu arrivi in fretta. Non mi piace aspettare..)

 
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view post Posted on 8/11/2012, 23:37




*Ero tornato da poco dalla mia avventura all’eremo, il Sutra che mi era stato affidato dalle Lumache stava li sul tatami nell’angolo destro rispetto alla porta della mia stanza, avvolto nella sua sacralità, mentre io ero coricato nel mio letto e riflettevo su ciò che avrei dovuto affrontare il giorno dopo, con Tsuyu che mi dava consiglio. Al mio ritorno avevo trovato la nonna preoccupata che ragionava con il nonno, entrando non mi fu rivolto un minimo cenno di saluto, un “bentornato” sarebbe stato più che gradito, invece venni improvvisamente aggredito da parole d’ansia e preoccupazione. “Tu non puoi andarci! E’ troppo rischioso” questo era il sunto. Mi ero sempre classificato come un ragazzo dotato di parecchio intuito, ma capire di cosa stesse parlando mia nonna era impossibile. Fortunatamente c’era il nonno che manteneva sempre un atteggiamento pacato e sereno, così tra sospiri e lamenti che facevano da sfondo alla conversazione tra me e il nonno, riuscii a capire quale era la situazione: avevo ricevuto una lettera da parte dell’Hokage che richiedeva la mia presenza in una missione contro una presunta apparizione di alcuni mostri, che potevano essere ricondotti alla progenie di Watashi. Rimasi subito stupito e tornai con la mente all’eremo dove la regina mi parlò di quegli esseri. Non potevo sottrarmi, avevo fatto una promessa. Tranquillizzata la nonna, andai a letto per recuperare tutte le energie che mi sarebbero servite l’indomani.*

(Quindi questo strano “dio” ha sguinzagliato la sua prole… Ti riferivi a questo quando mi hai detto che l’eremo non poteva rimanere scoperto?)

Clone-Katsuyu: (Esattamente, non possiamo permetterci di rimanere senza eremita, soprattutto in una situazione come questa. Ma tu cosa hai intenzione di fare a riguardo?)

(Non ho molte alternative, l’ho promesso a voi Lumache e l’ho promesso a me stesso. Per quanto non mi piaccia combattere, non mi sento di rimanere in disparte. Devo agire… )

*Non mi sentivo affatto agitato, forse perché ancora non avevo ben focalizzato la pericolosità della situazione. Comunque la notte passò tranquilla e il buio portò riposo, tuttavia il mattino seguente mi alzai presto e preferii applicarmi nella meditazione, che mi portò via parecchio tempo facendomi arrivare in ritardo al luogo dell’appuntamento. - Perché non la racconti giusta? – Tsuyu questo è il mio racconto! – Ok, ma dici come sono andate le cose realmente. – Uff… Ok. Ero così sereno che il sonno abbondò, non mi resi conto dell’orario e venni svegliato di soprassalto da Tsuyu.*

Clone-Katsuyu: (Zu, è tardissimo e ancora dormi?!? SVEGLIATIIII!!!!!!!!!!!!!)

(Eeeh?? Che succede?!? La Foglia è sotto attacco???)

Clone-Katsuyu: (Sono le sei del mattino…)

(Quindi? Perché mi hai svegliato così presto?)

Clone-Katsuyu: (Perché l’appuntamento con i tuoi compagni di missione era alle sei al cancello ovest di Konoha e tu sei ancora in pigiama!)

(Oh… Merda!!!)

*Saltai dal letto come una molla, ma fortunatamente avevo avuto la buona idea di preparare tutto l’equipaggiamento la sera precedente, quindi mi bastò lavarmi e cambiarmi per essere pronto.*

(Visto? Ti preoccupavi tanto? E’ tutto sotto controllo, farò all’incirca un quarto d’ora di ritardo… Non è molto!)

Clone Katsuyu: (Un ninja deve essere sempre puntuale! )

(Si, si…)


*Salutata la nonna piangente e ancora non rassegnata all’idea della mia partenza, insieme al nonno che sarebbe diventato il suo consolatore, mi incamminai verso la porta Est di Konoha.*

Clone-Katsuyu: (Zu, l’incontro è alla porta Ovest.)

(Già, già…)


*Cambiai traiettoria e mi diressi al cancello Ovest.*

(Non sono tanto convinto di portare il Sutra con me. Se dovesse succedergli qualcosa?)

Clone-Katsuyu: (In tal caso lo riporterei immediatamente all’Eremo. Mentre invece se l’avessi lasciato a casa, non avremmo potuto tenerlo sotto controllo. I tuoi nonni non hanno niente a che fare con la vita da ninja, l’avrebbero potuto scambiare come un vecchio rotolo e buttarlo…)

(Ma pesa!!!)

Clone-Katsuyu: (Ah ecco qual era la tua vera preoccupazione...)


*Come previsto arrivai con quindici minuti di ritardo, ad aspettarmi una mia vecchia conoscenza con una ragazza mai incontrata prima. Il primo era Kinji Uchiha, mi ricordavo di lui per i suoi occhi scarlatti e per la missione che facemmo insieme, in quel villaggio… Come si chiamava? Non ricordo più… Comunque quel villaggio infestato da brutti mostri che si rivelarono essere delle illusioni causate da fuoriuscite di gas dal terreno. La seconda invece era una tipa bizzarra, senz’altro era una Hyuga, gli occhi erano inconfondibili, ma aveva qualcosa nell’aspetto che non quadrava con gli standard del suo Clan.*


(Che tipa ribelle, Tsukiyama è del suo stesso Clan, lei ha un portamento regale, ma nello stesso tempo docile e a modo, così come la maggior parte dei suoi consanguinei. Lei sembra aggressiva… che sia una reietta? Ho come l’impressione che non ci andrò molto d’accordo! )


*Arrivai nello splendore dei miei 140 centimetri, notando con dispiacere che i miei compagni di missione erano più alti di me. Rivolsi un sorriso all'Uchiha per fargli capire che avevo piacere a incontrarlo di nuovo, mentre diedi una fugace occhiata inerspessiva alla ragazza. Tuttavia feci un inchino a entrambi in segno di saluto, ma soprattutto di scuse per il ritardo. Poi lasciai la parola a Tsuyu.*

Clone-Katsuyu: -Buongiorno Signor Kinji è un piacere rivederla, buongiorno anche a lei Signorina Hyuga. Il Signorino Zu chiede innanzitutto perdono per il suo ritardo e, se non è troppo, chiede di aggiornarlo sulla missione in caso in cui foste a conoscenza di maggiori informazioni. La lettera spedita dall’Hokage ci informava solo di alcuni avvistamenti avvenuti in un paese non molto lontano da qui, riconducibili alla progenie della minaccia che sta terrorizzando gran parte dei paesi. –

(Però dai… Ha dei capelli fighi la tipa!)

*Pensai mentre la fissavo, sfregandomi il mento.*
 
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view post Posted on 10/11/2012, 16:46
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*I tre giovani ninja erano lì, diverse erano le vicende che avevano preceduto il loro incontro, diverse erano le loro conoscenze a proposito della missione, avendo Kinji e Setsuna già parlato all'hokage precedentemente, ma uguale sarebbe stata la loro destinazione e l'obiettivo.
Tre genin. Due portatori di abilità oculari ben diverse, che condividevano un forte legame personale, e un membro di uno dei clan più inconsueti eppur versatili del villaggio. Le loro abilità si completavano alla perfezione, sarebbe stato a loro sfruttarle a dovere per completare la missione senza danni.
Il ninja di servizio alle porte non appena notò l'assembramento dei tre, li chiamò a sè dicendo di avere qualcosa per loro, indi gli consegnò le indicazioni per raggiungere il villaggio qualora non se lo ricordassero, anche se era lo stesso in cui tempo fa Kinji e Zu avevano svolto una missione di grado inferiore. Consegnò anche una copia della richiesta d'aiuto pervenuta. In essa si parlava di avvistamenti sospetti di masse informi e scure in diversi punti del villaggio. Immobili e apparentemente innocue, in realtà la loro presenza era motivo di apprensione, sia perchè creature estranee, sia perchè a quanto riferiva la richiesta, avvicinarsi e stuzzicarle si era rivelato essere piuttosto nocivo e diversi abitanti ne avevano fatto le spese. Collegare queste manifestazioni a Watashi sembrava quasi scontato, ma c'era solo un modo per accertarsene: raggiungere la loro destinazione.
Il viaggio avrebbe preso probabilmente buona parte della giornata, in mancanza di pause e ad andatura decisa, avrebbero avvistato il piccolo paese poco dopo il tramonto, altrimenti avrebbero ritardato di un po' il loro arrivo in funzione di rallentamenti o soste.*


// Ruolate pure liberamente, sia prima che il tizio vi chiami, sia dopo. Non intendo prendere una pagina per il viaggio come fece Elrik, quindi a vostra discrezione potete in questo giro di post già arrivare in vista del villaggio (non entrarci ancora, c'è qualcosa che vorrei farvi ruolare nei territori circostanti), oppure fermarvi prima a riposare e lasciare che intrattenga la vostra serata.
Se preferite non comprimere troppo i dialoghi, potete anche usare due giri di ruolata libera senza che io intervenga, per arrivare, basta che in caso mi avvisiate. //
 
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view post Posted on 12/11/2012, 13:16
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Dopo una quindicina di minuti dall’orario prestabilito per l’incontro, finalmente Zu si fece vivo assieme all’ormai inseparabile clone minore di Katsuyu sulla spalla.
Il giovane, come suo solito, non proferì parola, ma preferì mostrare con la gestualità del proprio corpo che era dispiaciuto per averli fatti aspettare, facendo un piccolo inchino dopo aver sorriso all’Uchiha e dato un fugace sguardo alla ragazza al suo fianco.
Ovviamente, il clone minore della regina delle lumache prese parola per il suo protetto, scusandosi apertamente e chiedendo se magari i due erano a conoscenza di qualche informazione in più rispetto a ciò che era stato scritto sulla lettera mandata dall’Hokage.
Kinji scosse il capo, per poi prendere parola, distaccandosi leggermente dalla compagna.


Kinji: E’ un piacere rivedervi entrambi. Purtroppo ne sappiamo quanto voi… Siamo stati al palazzo dell’Hokage per poterci parlare personalmente e avere appunto maggiori informazioni a riguardo… sicuramente Zu ricorderai del villaggio che chiese il nostro intervento per quella strana nebbia, vero? Bene, sembra che stavolta il problema sia molto più grave, visto che le masse informi di colore nero create da questo “Dio” sono bene radicate nello stesso luogo… mi viene da pensare che qualcuno lì porta sfortuna.

Terminò con una nota scherzosa per rendere il clima più leggero per tutti.
L’Uchiha sperava che Setsuna capisse che non aveva voluto diffonde di proposito le informazioni riguardo Hiro e Watashi per non dare troppe preoccupazioni non necessarie e che avrebbero solo fatto pesare ancor di più il peso della missione sulle loro giovani spalle.
Sempre a proposito di pesi, Kinji non poté fare a meno di notare il grosso rotolo che Zu portava con se stavolta. Sembrava molto pesante, e il suo portatore, ancor meno voglioso di tenerlo con se.


Kinji: Se non sono indiscreto… quel rotolo da dove sbuca? Non sembri molto contento di portarlo… e poi è esageratamente sproporzionato, sembra quasi più grande di te!

Gli occhi pece del più grande notarono inoltre che il membro del clan delle figure animate era piuttosto incuriosito da Setsuna, ed effettivamente non si poteva dargli torto.
Ancora una volta, come il giorno prima, il ragazzo cinse la vita della compagna con una mano e la presentò a dovere.


Kinji: Credo che sia arrivato il momento delle presentazioni dunque! Zu, questa è Setsuna Hyuga. Siamo stati in missione più volte ed è un’ottima compagna di squadra… Spero non ti spiaccia se mentre aspettavamo le ho parlato un po’ di te e delle tue abilità.

Il gruppo aveva iniziato a scambiarsi opinioni e informazioni, com’era giusto che fosse; il pericolo rappresentato da Watashi era reale e molto preoccupante, così dovevano fare in modo di fidarsi l’uno degli altri per esorcizzare la paura e la tensione che sarebbero via via cresciute man mano che si sarebbero avvicinati al villaggio.
Dopo poco però, un ninja di turno alle porte di Konoha, li intravide parlare, decidendo poi di avvicinarsi e di assicurarsi delle loro credenziali; una volta fatto ciò, consegnò ad ogni membro del gruppo due foglietti: uno contenente le informazioni per arrivare al villaggio al confine fra il paese del fuoco e della cascata, e l’altro invece era una copia della richiesta di aiuto pervenuta al Kage.
Non c’era scritto nulla in più rispetto a quello che sapevano, anzi, la lettera parlava solo di queste masse scure informi, che non avevano ancora commesso alcun danno sostanzialmente, ma era ovvio che in quel clima non si poteva pensare ad altro se non a Watashi.
Il gruppetto decise dunque di mettersi subito in marcia verso il villaggio al confine con il paese della cascata; Kinji ricordava stranamente bene il percorso che aveva intrapreso con Zu per raggiungerlo, quindi non aveva bisogno di consultare il biglietto con le indicazioni che era stato fornito al villaggio.
Il paesaggio attorno ai giovani sembrava essere rimasto immutato nel tempo: man mano che si avvicinavano a destinazione, la vegetazione si faceva sempre più fitta.
Gli alberi dalla spessa corteccia e dalle fronde rigogliose, si estendevano per svariati metri, a tal punto da far pensare che fossero stati piantati tutti lì di proposito per rendere ancora più solide le difese del villaggio.


Ricordo distintamente che da queste parti c’era anche un ruscello, dal quale la volta scorsa presi dell’acqua. Inoltre ricordo anche che tra i cespugli e l’erba un po’ più alta, gli abitanti avevano piazzato delle trappole piuttosto pericolose, meglio avvisare Setsuna.

L’Uchiha procedeva speditamente secondo il proprio passo svelto, e altrettanto sembravano fare gli altri due componenti del team. Per un attimo si voltò verso entrambi.

Kinji: Setsuna-chan, mi riferisco soprattutto a te perché immagino che Zu ricorda… dobbiamo stare molto attenti in queste terre. Sembrano lande selvagge che non hanno mai visto la presenza umana, ma in realtà più ci avviciniamo al villaggio, più aumenta la probabilità di incappare in alcune trappole azionate da meccanismi di vario genere… inoltre non sappiamo se la minaccia possa essersi estesa anche qui da quando abbiamo ricevuto la richiesta d’aiuto… quindi occhi aperti!

I ragazzi procedettero con cautela, ma non accennando a diminuire la velocità del loro passo, riuscendo così ad arrivare nelle prossimità del villaggio quando il sole era da poco calato all’orizzonte. Già i rami degli alberi erano così fitti da formare una fitta rete che lasciava passare difficilmente i caldi raggi solari durante il mattino, figurarsi durante la notte, in un posto dove non vi era la minima possibilità di trovare una fonta di luce; erano stati abbastanza previdenti sotto questo punto di vista, grazie anche all’esperienza passata dai due ragazzi.
Da lontano, si potevano iniziare a notare le alte mura di cinta fatte con i possenti tronchi degli alberi che circondavano la zona, facilmente riconoscibili, interrotte ad intervalli ben precisi da torri di avvistamento.


Kinji: Ci siamo… ancora qualche centinaio di metri e saremo arrivati a destinazione.
 
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view post Posted on 16/11/2012, 19:39
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*Le lancette dell’orologio avanzavano inesorabili, scandendo minuto dopo minuto. Ancora circondata dalle forti braccia dell’Uchiha trasse un profondo sospiro e buttò indietro il capo, poggiandolo dolcemente sulla spalla di lui. Poteva sentire la pazienza scivolar lentamente, mentre quei suoi occhi bianchi guardavano vacuamente le sfumature di quel cielo limpido senza che parola o pensiero osassero variare la monotonia. Una quindicina abbondante di minuti trascorse, prima che la sagoma del piccolo shinobi artista facesse capolino fra la folla. Un’eternità, nella noia dell’attesa. Grazie alla descrizione, seppure approssimata, che il compagno di squadra le aveva fornito, riuscì a riconoscerlo immediatamente. Dall’aspetto singolare, il giovane si presentava esattamente come le era stato accennato. S’avvicinò velocemente, simulando solo un lieve inchino senza emetter fiato. La parola fu presa dalla lumaca posata dolcemente sulle sue spalle che, in sua vece, dopo il perdono per il ritardo chiese maggiori informazioni circa il compito a cui erano stati assegnati. L’Uchiha rispose per entrambi e la Hyuga, diffidente tanto quanto l’interlocutore, decise di ascoltare senza intervenire. Non si sarebbe mai presa la libertà della confidenza, non subito per lo meno. Su di lei, gli occhi del più piccolo tentavano d’indagare sulla sconosciuta personalità ma inevitabilmente andavano scontrandosi contro quelli imperturbabili e illeggibili della bella kunoichi. Quando l’Uchiha le cinse poi i fianchi e passò alle presentazioni, lei salutò con un breve inchino.*

Setsuna Hyuga: “Kinji-kun mi ha parlato delle tue qualità artistiche. Sono certa si riveleranno molto utili in battaglia.

*Poco dopo, un ninja di servizio attirò la loro attenzione e fornì ad ognuno una mappa e una copia della richiesta d’aiuto del villaggio interessato. La kunoichi prese entrambi i fogli, spiegando dapprima la copia della lettera pervenuta all’Hokage, della quale, dopo una veloce lettura, constatò di conoscere già gran parte di quello che vi era scritto, e poi la mappa. La loro destinazione era segnata con una X d’inchiostro nero. All’unanimità, decisero d’avviarsi senza indugiare oltre. I due shinobi conoscevano bene il villaggio e sapevano perfettamente come raggiungerlo, ma così non poteva dirsi per la kunoichi. Loro guidavano, lei seguiva. Controllava spesso la mappa che le era stata data, non perché non si fidasse dei compagni ma più per controllare indicativamente la distanza percorsa. Voleva avere tutto sotto controllo questa volta, non voleva commettere errori che avrebbero potuto compromettere la missione e le loro vite. La posta in gioco era troppo alta per permettersi il lusso di sbagliare. Il panorama si presentava uguale per lunghi tratti di strada, arricchito soltanto dalla quantità e varietà della vegetazione che, man mano, diveniva sempre più fitta e selvaggia. Quando il sole fu abbastanza alto da perforare la barriera naturale costituita dalle folte fronde degli alberi, i tre decisero di fare una breve sosta. Consumarono un pasto veloce, poi ripresero la marcia. Come di consueto, Setsuna preferì rimanere dietro e continuò a controllare la mappa.*

(Se procediamo con quest’andatura, dovremmo arrivare a destinazione al calar del sole..)

*Gli imprecisi ragionamenti basati sulla distanza percorsa furono interrotti dalla voce dell’Uchiha che, rivolgendosi più a lei che al compagno, li allertò circa la presenza di trappole nelle vicinanze del territorio di loro interesse.*


Setsuna Hyuga: “Non preoccuparti, Kinji-kun..

*Gli disse, mentre i suoi occhi bianchi venivano contornati dagli insoliti capillari gonfi che le donavano quell’aria minacciosa in netto contrasto col sorriso che le illuminava il bel volto. Procedettero dunque senza soste facendo attenzione alle possibili trappole, facilitati nel compito dal Byakugan della bella kunoichi dai capelli cobalto.*

(Ci siamo quasi.. è il momento di scoprire di cosa sono capaci queste ombre.)



// Che post schifoso.. maledetta ispirazione. //
 
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view post Posted on 21/11/2012, 17:26




*Non avevano altre informazioni sulla missione e non sembrarono innervositi dal ritardo, anzi, solo la tipa sembrava un po’ annoiata ed esordì con una frase che fece riferimento solo alle mie capacità in combattimento, capacità che avrei preferito sfruttare il meno possibile.*

(Mi aspettavo un saluto più cordiale… E’ vero che neanche io sono stato il massimo della calorosità… )

Clone-Katsuyu: - Al Signorino non piace combattere, preferisce utilizzare le sue capacità solo se strettamente necessario. -

(Beh… Non c’era bisogno di specificarlo, ora mi prenderanno per un pigrone.)

Clone-Katsuyu: (Ma tu sei un pigrone!)

(Ehi!!! Per fortuna ci sei tu a ricordarmi dei miei difetti!!! Ad ogni modo non volevo che la cosa si esponesse così apertamente…)

Clone-Katsuyu: (Non c’è bisogno di dirlo, lo si nota guardandoti. Porti il Sutra come se fosse un macigno e Kinji se n’è pure accorto!)

(Hai provato a fare la proporzione tra me e il Rotolo? Pesa più lui che io… Comunque non dire nulla riguardo all’Eremo. Non voglio che si sappia in giro!)


*Così evitai la domanda di Kinji. Non mi pesò più di tanto, lui aveva già avuto a che fare con me e sapeva che durante la mia compagnia era possibile che non rispondessi a qualche domanda. La mia attenzione si spostò su altro: dal modo di fare tra i due, mi sembrò che avessero una sorta di affinità perchè si abbracciavano, si cingevano i fianchi, si guardavano in modo singolare.*

(E bravo ad Uchiha… Si è dato da fare!)

*Pensai mentre feci una risatina maliziosa.*

Clone-Katsuyu: (Accidenti, stai diventando anche sporcaccione ora?)

(Ma… ma… io…)

Clone-Katsuyu: (Hai dimenticato che leggo i tuoi pensieri?)

(Uff… Che seccatura!)


*In quel momento arrivò un ninja adibito al servizio di guardia dei cancelli di Konoha, ci riconobbe e ci diede il materiale per la missione: una mappa e una copia della richiesta d’aiuto.*

(Ah!!! Ma questo è il villaggio dove siamo stati la prima volta io e Kinji…)

Clone-Katsuyu: (Si, l’ha detto anche lui, prima ancora che arrivasse la guardia.)

(Ah si? Probabilmente ero troppo impegnato a fissare i capelli di Senatsu!)

Clone-Katsuyu: (Setsuna!!!)

(Si… e io che ho detto?)

Clone-Katsuyu: (Basta, ci rinuncio…)


*Senza perdere altro tempo ci mettemmo in marcia, Kinji stava in avanti dato che ricordava meglio la strada, io lo seguivo avendo ancora molto familiari quei posti e Satsuna stava dietro, mi giravo ogni tanto per vedere se c’era ancora e le sorridevo giusto per non sembrare troppo scorbutico. Quei luoghi erano ancora impressi nella mia memoria: il sentiero era ben definito, una stradina di terra battuta non molto polverosa, gli alberi secolari che costeggiavano la via erano molto alti, ancora di più per uno nanetto come me. I loro tronchi erano grossi con una corteccia che sembrava spessa e resistente. I rami, invece, erano pieni di foglie tanto da creare una chioma così fitta che i raggi del sole dovevano sgomitare per poter passare, creando un’atmosfera quasi serale nonostante fosse pieno giorno. Man mano che andammo avanti, la visibilità diventò sempre più scarsa e la vegetazione sempre più fitta, ma per il nostro gruppo non c’erano problemi: avevamo lo Sharingan e il Byakugan, la visibilità non era affatto un problema. La strada non c’era più, camminavamo nel pieno della foresta e a rendere tutto ancora più bello era il sottobosco, un tappeto di fogliame secco e qualche pianta rampicante che danzava intorno ai maestosi tronchi. Quel gioco di linee e intrecci, lo ricordavo davvero molto bene e ricordavo che da quelle parti mi ero fermato per disegnare. Improvvisamente mi agitai, stavamo dimenticando una cosa importante, ma non feci in tempo ad interpellare Katsuyu che Kinji avvisò la sua ragazza del pericolo.*

(Ah… Ha più memoria di me! Sono curioso di vedere quanto sei diventato forte, Kinji…)

*La foresta si tinse di scarlatto e oro, segno che indicava che ci trovavamo in prossimità del tramonto, tuttavia non dovemmo preoccuparci perché tra gli alberi iniziarono a vedersi le alte torrette collegate tra loro da una altissima staccionata.*

(Uh… Ci siamo quasi, abbiamo fatto più in fretta dell’altra volta!)
 
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view post Posted on 23/11/2012, 01:21
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*Un viaggio lungo e stancante portò i tre genin in prossimità del villaggio in molto meno tempo di quanto ci avevano impiegato l'ultima volta. Non fermarsi mai aveva i suoi pro e contro, chiaramente, e forse ciò che volevano ora era semplicemente entrare nel villaggio, essere accolti e magari mettere qualcosa sotto i denti. Anche cominciare subito le indagini se erano particolarmente desiderosi di entrare in azione, ma avrebbero trovato nella fatica accumulata un serio ostacolo. Prima però di qualsiasi ingresso trionfale o fastoso banchetto - che potevano solo sognarsi da un villaggio simile - dovettero affrontare una scelta.
Fu il byakugan di Setsuna che individuò prima di qualunque altro una di quelle ombre che sembravano essere i loro nemici. Come forse avevano già sentito, questi esseri avevano la peculiarità di manifestarsi in luoghi relativamente nascosti, in questo caso essa si trovava attaccata alle palizzate lignee del villaggio, nel lato adiacente a quello da cui sarebbero potuti entrare, coperta in parte da alberi e arbusti - quindi non sarebbe entrata nel loro campo visivo se si fossero diretti semplicemente verso l'ingresso del villaggio. Il byakugan della giovane dai capelli color cobalto non rilevava chakra in essa, anzi non vedeva nulla dentro essa, in un certo senso venne trovata proprio perchè era un blocco nero impenetrabile in mezzo ad alberi ed altri esseri viventi che il byakugan poteva superare senza problemi.
Pur nascosta, un occhio attento poteva notarla: si trattava di un globo semisferico delle dimensioni di una persona, di colore violaceo scuro tendente al nero vista la posizione ombreggiata che aveva. Pur non staccandosi da lì, oscillava come una gelatina, deformando lievemente la forma semisferica, ogni istante in maniera diversa. Impossibile definire se era qualcosa di solido, liquido o gassoso, solo toccarla avrebbe risolto il dilemma. Dettaglio non trascurabile, che avrebbe forse aiutato chi non possedeva il byakugan a trovarla, era il fumo violaceo che la circondava, lo stesso fumo che infettava ogni luogo in cui Watashi si manifestava con la sua prole. Certo, Kinji e Zu forse ricordavano un altro tipo di fumo in quel villaggio, e non era assurdo pensare che fosse di nuovo quello, seppur bisognasse esser proprio un villaggio di tonti per farsi ingannare due volte dallo stesso trucco. Avevano trovato lì il loro primo nemico - sicuramente non l'unico - e ora stava a loro decidere se esaminare subito quello e avere un'anticipazione di cosa li attendeva, oppure recarsi prima nel villaggio a sentire le informazioni in più che loro avevano. Intanto, la cosa globulare dondolava placidamente nel suo appiglio, incurante dei ninja che erano stati mandati per cacciarla. Ammesso che fosse davvero un essere vivente.*


// Vista la situazione, Simo dovrebbe postare per prima in modo da avvisare tutti di ciò che il suo byakugan ha trovato. A meno che non comunichi in via privata quella che sarà la sua reazione, in tal caso potete "scavalcarla". Ma preferisco che questa eventualità sia usata solo se davvero necessaria. //
 
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view post Posted on 27/11/2012, 19:31
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*L’andatura spedita e l’assenza di soste prolungate avevano giocato un ruolo piuttosto rilevante sulla base della tempistica, consentendo ai giovani shinobi del Konohagakure No Sato d’arrivare molto prima del previsto. L’affaticamento generale s’era depositato sulle gambe a causa del lungo tragitto percorso, tanto che i muscoli protestavano dolorosamente passo dopo passo. Gli occhi bianchi della Hyuga setacciavano il campo in lungo e in largo, allertandola sulla presenza di eventuali trappole nascoste. Da quando l’innata aveva aggravato l’espressione sul suo volto, aveva assunto una posizione di leadership all’interno del gruppo: nonostante i suoi compagni sapessero perfettamente come raggiungere la destinazione, ella li guidava attraverso il sentiero battuto - costeggiato dai numerosi e massicci alberi dalle impenetrabili fronde, le cui foglie parevano rilucere d’un verde intenso alla luce del sole, che proiettavano lunghe sul terreno le loro ombre scomposte - controllando di tanto in tanto la preziosa mappa che stringeva gelosamente tra le dita per non perdere la rotta. Il lontano prospetto del villaggio era finalmente entrato nel loro naturale campo visivo, dunque decisero, all’unanimità d’un tacito accordo, d’affrettare il passo. C’erano quasi, ma qualcosa d’insolito attirò l’attenzione della giovane dalla particolare capigliatura cobalto: la speciale vista di cui era dotata le aveva infatti permesso d’avere una prima, generica, visione sull’oscura presenza per la quale erano stati mandati in missione. Sarebbe stato difficile o totalmente impossibile non distinguerla in mezzo alla rigogliosa vegetazione che pareva celarla da occhi indiscreti. Grande quanto un essere umano, s’avviluppava silente sulle palizzate del villaggio tingendole con le sue sfumature violacee. Un’informe massa di colore nero, impenetrabile. La realtà attorno a questa pareva distorcersi ad ogni movimento e offuscarsi di denso fumo purpureo. Nell’osservarla, non s’accorse nemmeno di aver rallentato tanto il passo da fermarsi. Quella visione l’aveva paralizzata e incuriosita al tempo stesso, rendendola incapace di volgere lo sguardo da un’altra parte.*

(Cosa diavolo sarà? Sembra avere una consistenza gelatinosa, ma non posso esserne sicura.. quel fumo, quegli impercettibili movimenti, la distorsione.. tutto mi fa pensare che si tratti di una sorta di portale. Ma non posso scrutare attraverso.. pare che il byakugan si scontri contro un muro invisibile. Non c’è chakra, e nemmeno vita.. se quella sostanza assumesse le sembianze di qualche oscuro essere, come possiamo noi debellare un’oscurità tanto radicata?)

*Quei suoi pensieri furono interrotti dal contatto col giovane Uchiha, che preoccupato s’era avvicinato alla compagna pietrificata e poggiando una mano sulla spalla nuda le aveva chiesto cosa c’era che non andava. L’attenzione della più piccola fu dunque fortemente decentrata e catturata da quelle iridi d’onice che adesso l’osservavano apprensive. Scosse la testa, poggiando la destra sul petto del più grande. Il ritmico battito del suo cuore era piacevole.*


Setsuna Hyuga: “ L’ho vista, Kinji-kun. Ho visto l’oscurità per cui siamo stati mandati. E’ lì, sulle palizzate.. è grande quanto un uomo, di colore scuro.. da essa si disperde una sostanza gassosa dalle sfumature violacee e sembra.. muoversi. La realtà attorno ad essa sembra distorcersi. Curioso.. così com’è curioso il fatto che è sprovvista di chakra, quindi non saprei cosa pensare a riguardo.. il mio byakugan non è in grado di indagare oltre. Per un attimo ho avuto paura.. per questo mi sono fermata.

*Ammise. Quella confessione non poteva definirsi facile, e nemmeno fatta a cuor leggero. Lei era una ragazza testarda, impavida, orgogliosa.. quegli attimi imprevedibili fatti di pensieri e timori non le si addicevano molto. Mettere a nudo una cosa simile equivaleva a mettere a nudo le sue debolezze, quel lato caratteriale fatto d’estrema fragilità che la Hyuga nascondeva dietro a una maschera sorridente.*

(Potremmo avvicinarci e indagare subito, ma non credo sia un’idea saggia.. non sappiamo con precisione a cosa stiamo andando incontro e la quasi totale assenza d’informazioni gioca a nostro svantaggio. Inoltre, il viaggio è stato lungo e stancante per tutti noi e di conseguenza le nostre forze sono scemate. Credo convenga indagare innanzitutto, e riposare.. prima di affrontare l’oscurità a viso aperto.)

*Dunque le sue labbra s’incresparono in un sorriso e, allontanandosi un poco dal compagno fece intendere di voler riprendere a camminare.*


Setsuna Hyuga: “ Andiamo, siamo quasi arrivati.

 
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view post Posted on 27/11/2012, 21:52
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Il viaggio era andato bene, non contando la stanchezza più o meno generale dovuta alla decisione unanime di proseguire senza sosta verso il villaggio. Grazie all’aiuto della particolare abilità oculare della giovane Hyuga, avevano evitato senza intoppi le trappole che invece la prima volta che i due ragazzi giunsero in quelle terre, crearono non pochi problemi; Zu era rimasto silenzioso per l’intera durata del viaggio ma, riflettendoci bene, non doveva essere un brutto segno, anzi, era tipico del genin del clan delle figure animate non aprire bocca se non strettamente necessario, quindi si poteva dedurre che anche per lui tutto procedeva secondo i piani.

Fino ad ora tutto a posto, nulla di insolito. Siamo persino giunti a destinazione prima della scorsa volta… in fondo non è stato un male essere assegnati nuovamente a questo villaggio in difficoltà. Certo che spero abbiano risolto poi il problema di quella misteriosa nebbia violacea che creava allucinazioni! Sarebbe ostico un combattimento contro gli esseri deformi e allo stesso tempo con i sintomi del gas.

Qualcosa però interruppe i dubbi e i pensieri dell’Uchiha: Setsuna si era fermata per qualche attimo a fissare apparentemente il nulla, verso una parte della palizzata lignea che divideva la foresta dalla civiltà. Kinji si avvicinò alla compagna, visibilmente scossa da ciò che stava osservando in quel momento, mettendole una mano sulla spalla.

Kinji: Setsuna-chan, tutto bene?

Gli occhi perlati della bella Hyuga ormai non nascondevano più segreti per lui, e in quell’occasione anche uno sconosciuto avrebbe potuto captare dall’atteggiamento della ragazza dai capelli cobalto che qualcosa non andava, come probabilmente aveva fatto Zu, seppure a pochi passi dai due.
Setsuna confessò di aver visto qualcosa di insolito, che poteva facilmente essere ricondotto a ciò per cui il team era stato convocato: una massa scura sulle palizzate che sembrava muoversi sul posto, della grandezza di un uomo e sprovvista di chakra.
Kinji aguzzò gli occhi d’ebano verso la zona indicata dalla compagna, e riuscì dopo un po’ a intravedere qualcosa di simile alla descrizione fornita; non serviva attivare lo sharingan visto che la “cosa” sembrava sprovvista di chakra e, dettaglio che fece preoccupare ancor di più l’Uchiha, sembrava avere un’aura fatta di fumo violaceo, simile a quello visto precedentemente.


No, non è possibile! Che quella cosa abbia utilizzato il fumo allucinogeno per svilupparsi e ampliare le proprie capacità? E’ piuttosto improbabile, ma non possiamo escludere questa eventualità.
D’altronde l’Hokage non ci ha fornito più dettagli riguardanti la loro consistenza, o in che modo si manifestano queste creature, quindi non dobbiamo cercare uno scontro diretto.
Potrei chiedere a Zu di mandare qualche creatura d’inchiostro per verificare l’ostilità della cosa e il reale pericolo che corriamo…ma potrebbe rivelarsi controproducente data la situazione.


La bella Hyuga inoltre aveva confessato di essersi fermata per paura, di sicuro una confessione difficile da fare in presenza di un membro del team che avrebbe potuto facilmente fraintendere, e una persona cara alla quale non voleva essere di intralcio ma di aiuto.
Il ragazzo dalla chioma castana si limitò a sorridere ad entrambi, parlando poi con fare rassicurante, ma diminuendo il tono di voce.


Kinji: Sarebbe anormale e incosciente non avere paura in una situazione del genere, ma noi siamo un team, e finché rimarremo uniti, non dobbiamo temere nulla. Da questo momento mettiamo la vita dell’uno nelle mani degli altri.
Ora, veniamo al dunque… Credo che non abbiamo informazioni sufficienti per buttarci subito contro quel coso, quindi sarebbe sconsiderato da parte nostra buttarci a capofitto verso l’ignoto. Aggiriamolo nella maniera più silenziosa possibile, a basso profilo dunque. Quando avremo parlato con chi di dovere, decideremo un piano adatto per fronteggiarlo.


Non voleva sembrare il capetto della situazione, ma credeva che esprimere il proprio parere fosse fondamentale, così come lo era per gli altri due. Era il più grande e in un certo senso si sentiva responsabile per i suoi compagni, che avrebbe difeso ad ogni costo pur di non perderli; Kinji si era fatto una promessa, e aveva intenzione di mantenerla costantemente, durante ogni missione.
Così, dopo aver sentito ciò che aveva da dire a riguardo Zu, la Hyuga mosse un passo, incitando i compagni ad affrettarsi e a lasciar perdere momentaneamente la possibile minaccia.


Kinji: Bene, occhi aperti ragazzi… Setsuna-chan, ti prego di non perdere di vista la massa scura finché non saremo oltre le palizzate, non vorrei che ci facesse qualche agguato… Zu, io e te concentriamoci sull'ambiente circostante

Forte del fatto che il gruppo tecnicamente era composta da quattro elementi, comprendendo Katsuyu, Kinji aveva intuito che potevano avanzare in maniera ancora più prudente se ognuno di loro avesse avuto un obbiettivo ben preciso. Non sapevano se ciò che avevano visto fosse l'unico esempio di manifestazione della prole di Watashi, se era davvero qualcosa che aveva a che fare con il "Dio", o se dovevano aspettarne altri ancora nelle vicinanze, quindi dovevano fare attenzione su più fronti.

Chissà se anche questa volta verremo scortati da un gruppo di guardie fino al palazzo del capo villaggio… Non credo che sia propriamente felice di rivederci a questo punto. In ogni caso temo che non ci stiano aspettando con un tappeto rosso e magari delle scorte di cibo per rimetterci in sesto dopo aver passato una giornata in cammino… che sfortuna.
 
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view post Posted on 8/12/2012, 18:47




*Ero stanco, ero veramente stanco. Dovevo portare un rotolo gigante sulla schiena e inoltre ogni tre passi dei miei compagni era uno in più per me, se volevo stare al loro passo. Che brutta cosa nascere con le gambe corte. Consolazione, se pur scarna, era il fatto che eravamo vicini al villaggio.*

(Sediaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa… O meglio… Lettoooooooooooooooo!!!)

*Un sussulto fermò la nostra camminata e io me ne approfittai per appoggiarmi sulle ginocchia curvando la schiena e prendendo un po’ di fiato.*


(Che succede? Io ho bisogno di sdraiarmi…)

*La ragazza Hyuga si strinse al petto di Kinji e confessò ciò che vide: una strana sostanza nera impenetrabile persino ai suoi occhi attorniata da uno strano fumo violaceo. Mi balenò subito in mente quel gas allucinogeno con cui ebbi a che fare nel medesimo villaggio ed ero sicuro che lo stesso pensiero lo ebbe anche l’Uchiha, ma non poteva essere quello, perché provocava allucinazioni solo se inalato e la Hyuga accertava di riuscire a vederlo anche da quelle distanze. Inoltre questo usciva dal terreno attraverso una fessura e si disperdeva nell’aria, quindi come poteva aleggiare intorno ad un… “corpo”? O qualsiasi cosa fosse? Certamente per capirci qualcosa di più, avremmo dovuto esaminarlo. Così, mentre Kinji si dava da fare a consolare la sua fidanzatina io mi voltai innanzitutto per risparmiarmi la scena, poi per cercare di individuare quella cosa.*

(Ma daiii, risparmiatemi… )

Clone-Katsuyu: (Invidioso?)

(Ma anche no!!! Proprio per niente… )


*Strizzai gli occhi, aggrottai le sopracciglia e dividendo la fronte con un palmo, cercai di intravedere la forma e dopo un po’ di ricerche, la vidi. Una macchia nera, mi ricordava tanto l’inchiostro che utilizzavo per disegnare, impossibile capire se avesse una consistenza o no, sicuramente andava esaminata, ma non in quel momento: dovevamo riposarci, o in caso di scontro avremmo potuto avere la peggio. Inoltre, parlare con gli abitanti del villaggio si sarebbe potuto rivelare importante, magari avevano qualche informazione in più. Ad ogni modo iniziavo a capire cosa avremmo dovuto affrontare e ciò non mi tranquillizzava molto. Setsuna ebbe molto coraggio ad esternare i suoi sentimenti, ma condividevo il suo stato d’animo, non conoscevo il mio nemico e la cosa ci impauriva. Non più di tanto, però, il mio carattere mi impediva di rimanere preoccupato per più di una manciata di minuti, così affrontando la cosa nella mia solita maniera, alla “me-ne-frego”, seguii i miei compagni intenti ad entrare nel villaggio, seguendo le istruzioni di Kinji che mi consigliava di tenere d’occhio i dintorni.*
 
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view post Posted on 12/12/2012, 00:08
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*All'ingresso del villaggio furono accolti da un manipolo di guardie in testa a cui stava una figura che già conoscevano: si trattava del loro capitano, lo stesso che la prima volta li aveva "accolti", se così si poteva dire, e scortati per i primi passi nel villaggio. Anche stavolta era quell'uomo che li avrebbe scortati, ma perlomeno stavolta si evitavano la seccatura di dare nuovamente le loro generalità: ormai erano conosciuti, dunque bastò la parola dell'uomo per farli passare.*

-Benvenuti nel nostro villaggio...di nuovo. Vi prego di seguirmi.-


*Percorsero strade che già conoscevano - a parte Setsuna - ovvero lunghi viali lastricati che si districavano per un villaggio non così piccolo, che contava numerosi edifici in legno, di pregevole fattura. Il villaggio era insomma un luogo tutt'altro che povero e diroccato, eppure come la prima volta, non c'era un'anima in giro salvo qualche curioso dall'aria spaventata, e qualche pazzo che gridava alla fine del mondo, salvo poi essere ricondotto dalle guardie nei suoi appartamenti.
Come la volta precedente, il capitano non spiccicò parola per tutto il viaggio, così i ninja ebbero la possibilità di dare un occhiata intorno. E in qualche luogo nascosto, poterono intravedere nuovamente altri di quegli esseri globiformi, forse più piccoli del precedente, ma della stessa specie. In tutto il viaggio ogni ninja ne avrebbe avvistati almeno due o tre, non necessariamente gli stessi degli altri. Si materializzavano solo in luoghi nascosti, ad esempio negli angoli delle staccionate piuttosto che sotto i tetti, o in muri rivolti lontano dai comuni sguardi. La loro mole e la nebbia che creavano li rendeva comunque visibili per chi cercava, eppure le guardie e gli abitanti - se ce n'erano ancora - non sembravano in grado di fronteggiarle, e infatti al loro passaggio semplicemente furono ignorate. Del resto, non si muovevano, non attaccavano, quindi stuzzicarle non era nel loro interesse.
Finito il tour, giunsero in prossimità della piazza e principale e del palazzo del capo. Proprio in quell'enorme palazzo dall'aria quasi di castello, costruito secondo i più rigidi canoni giapponesi che lo facevano svettare in mezzo agli altri edifici, avrebbero incontrato la figura reggente del villaggio.*


-Conoscete le regole: niente armi nel palazzo. Avanti, il capo vi attende-


*Le guardie e il capitano procedettero a raccogliere le loro armi - come se un ninja non sapesse nasconderle o rendersi pericoloso in altri modi - e in seguito aprirono il portone, accompagnandoli per i corridoi che li avrebbero condotti alla stanza del reggente.
Arrivati lì, aprirono l'ultima porta e li fecero entrare, rimanendo però indietro. Ad accoglierli fu lo stesso uomo asciutto dalla rada capigliatura grigia che la prima volta avevano riconosciuto come il saggio capo del villaggio. Se non altro, non c'erano stati colpi di stato durante la loro assenza.*


-Bentornati, ninja della Foglia. Spero che sia stato un viaggio piacevole e privo di insidie, se vi serve qualcosa non esitate a chiedere.-


*Salutò con cordialità, forse anche più di quanta se ne aspettavano, ma in realtà non fece molto caso ai tre, tanto che nemmeno sembrò notare che vi era una graziosa aggiunta al team dell'ultima volta. Forse se ne sarebbe accorto più tardi, per ora si limitò ad avvicinarsi a loro poggiandosi sul suo prezioso bastone, mentre le sue lunghe e nobili vesti rosse svolazzavano intorno a lui.*


-Come vedete, abbiamo di nuovo bisogno di voi. Avete svolto un lavoro egregio l'ultima volta, e ci piacerebbe che il successo venisse replicato. Immagino abbiate già visto la malignità che affligge il nostro villaggio. Avete forse provato anche a interagire con essa?-


*Fermò così il suo discorso, aspettando che fossero i ninja stessi a prendere la parola, in modo da evitargli uno sproloquio su cose che già sapevano. Non poteva immaginare quanto sapessero e quanto gli andava spiegato, ma in ogni caso una cosa era certa: c'erano un sacco di cose che nè i ninja nè il villaggio conoscevano. Scoprirle e agire di conseguenza sarebbe stato l'obiettivo della missione.*


// Mi sono permesso di "spingervi" fino al capo in modo da poter già parlare con lui, ripresentarvi se volete, oppure chiedere qualcosa, sia relativo alla missione che alle necessità del corpo umano. A voi. //
 
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view post Posted on 13/12/2012, 21:45
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Per la seconda volta, i due ragazzi si accinsero a raggiungere l’entrata del villaggio, ovviamente sorvegliata dal solito gruppo di guardie armate. Per Setsuna era tutta una nuova esperienza e, presto, avrebbe visto anche lei come era stato ridotto il villaggio.
Tra tutti gli uomini si fece largo il capitano, che di sicuro si ricordava dei due genin, e che quindi non avrebbe perso tempo nel presentarsi o nel richiedere la stessa cosa da parte dei giovani shinobi; il suo atteggiamento era pacato, tranquillo, seppur turbato da una nota di tensione difficilmente percepibile ad una prima occhiata.
Esattamente come la prima volta, non volle dilungarsi in parole inutili, era decisamente più interessato ai fatti; Kinji non volle rompere il silenzio, limitandosi a notare con grande delusione che le cose non si erano sistemate da quando avevano lasciato il piccolo villaggio, anzi, se possibile la situazione era addirittura peggiorata.


Non mi piace… sembra la stessa atmosfera che si percepiva durante la missione D, e neanche questa volta vedo abitanti, ne fuori tra le vie, ne dentro alle abitazioni. Ancora una volta, questo villaggio fantasma ha qualcosa che non quadra… che qualcuno porti sfortuna?

Mentre gli shinobi camminavano con un andamento piuttosto rapido, gli occhi d’ebano del più grande riuscirono a notare sparse qua e la per il villaggio, tante di quelle masse informi scure; negli anfratti più bui, negli angoli più nascosti, li dove difficilmente potevano essere avvistate.

Non sembrano essere pericolose visto che non accennano a far nulla. Non attaccano, non scappano… eppure sembrano avere una qualche forma di intelligenza seppur primordiale; non si sono materializzati senza criterio, ma hanno preferito farlo in zone più riparate… che abbiano uno scopo ben preciso? Oppure sono specchietti per le allodole che servono solo a distogliere l’attenzione dei cittadini da un pericolo ben più grande?
Fortunatamente il gas violaceo li rende più facilmente individuabili, quindi per il momento non dovremo stare sull’attenti in caso di attacchi improvvisi… sempre se ne sono capaci.


Il gruppo si fece largo tra gli edifici di pregiabile fattura, finché non giunse alla familiare piazza principale, che non era mutata per nulla dall’ultima volta che i genin avevano fatto visita al palazzo del capo villaggio.
Anche la struttura principale, che si faceva notare anche a distanza per via della sua maestosità e sfarzosità, non sembrava aver subito alcun attacco.
Prima di entrare nella pagoda, come da regola, il capitano chiese ai giovani di consegnare tutte le proprie armi per poter proferire parola con il capo villaggio; Kinji fece un cenno col capo ai due compagni, consegnando per primo i propri attrezzi ninja, attendendo che poi anche loro, seppur magari con un certo rimpianto, facessero lo stesso.


Non riuscirò mai a capire per quale ragione in questo villaggio si ostinino ad adottare una regola così inutile dal nostro punto di vista: siamo shinobi, addestrati ad essere letali con o senza armi, chi più e chi meno… evidentemente non hanno una mentalità così aperta da potersi fidare di chi li ha tirati fuori dai guai già una volta in passato.

I tre varcarono assieme al convoglio di guardie le grandi porte che dividevano le desolate strade esterne, da quelli che erano i lussuosi corridoi interni dell’abitazione; vennero condotti fino ad una delle stanze principali, dove ad accoglierli trovarono nuovamente il capo villaggio dalla capigliatura grigiastra e dal fisico asciutto. Insomma, sembrava non essere cambiato nulla dalla loro prima visita: una minaccia sconosciuta, gli abitanti inesistenti o scomparsi dalla vista, un capitano taciturno e le sue guardie e per finire, un capo villaggio ignaro di cosa stesse accadendo.

Spero non diventi una routine…

L’anziano, esattamente come il capitano, non sembrò quasi accorgersi che non erano più solo in due stavolta, ma forse quell’atteggiamento poco curato nei loro confronti era dovuto alla preoccupazione riguardo a ciò che stava accadendo; con i soliti modi molto placidi e amichevoli, non esitò a mettere a loro agio gli shinobi della Foglia, procedendo poi dritto al sodo della questione.
Poggiando tutto il peso del suo gracile quanto elegante fisico sul fido bastone, l’uomo chiese senza indugio se uno dei suoi interlocutori avesse provato ad interagire con le masse globiformi, ma tutti e tre si erano ben visti dal farlo prima di avere abbastanza informazioni a riguardo.
Le prospettive erano pessime e la prudenza non si sarebbe rivelata mai troppa; magari prendere decisioni affrettate prima, non li avrebbe portati dinnanzi all’anziano per poter raccontare il loro vissuto.
Esattamente come in passato, fu Kinji a prendere per primo la parola per il gruppo, selezionando il contenuto dei propri discorsi in modo da non sembrare troppo superficiale.


Kinji:: A dire il vero non ci siamo voluti accertare della pericolosità di questa minaccia volutamente. Speravamo che foste voi a darci più informazioni a riguardo, per agire con più prudenza.

Si interruppe per pochi istanti per poi riprendere

Kinji:: Di sicuro qualche abitante o qualche guardia avrà provato a interagire con i globi oscuri, altrimenti non avrebbero motivo di rimanere barricati in casa e camminare con cautela per le vie del villaggio… o forse i ricordi del fumo violaceo che fluttua attorno agli stessi, ha impedito ogni azione per paura?
 
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view post Posted on 21/12/2012, 00:03
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*Sorrise. Quelle parole assennate, assistite e rinforzate dalla positiva influenza di colui che le aveva pronunciate, non erano sufficienti a cancellare l’ombra del timore dal cuore della più giovane ma, quantomeno, erano state utili ad allontanare le preoccupazioni superflue. Il bell’Uchiha aveva sempre trovato le parole adatte a spronarla, nei momenti in cui quell’infantile quanto naturale fragilità tentava di prendere il sopravvento sullo spirito forte che l’aveva sempre caratterizzata. Gli veniva naturale ascoltarla, comprenderla. Quando le era vicino, sembrava che una parte di lei - chissà quanto grande e ben nascosta - volesse gridare e imporre la sua presenza. Interruppe il contatto come una goccia di rugiada lascia la foglia, facendo scivolare dolcemente la mano lungo gli addominali del più grande, e riprese la marcia verso il villaggio. Al loro avvento furono accolti da una scorta di guardie, capeggiata da un uomo austero e di poche parole. Non pretese nulla, solo che lo seguissero. Così fecero. Egli li condusse attraverso strade pressoché deserte, costeggiate da abitazioni lavorate e intagliate nel legno, anch’esse a volte talmente cupe da sembrare abbandonate. Un triste spettacolo, agli occhi della giovane.*

(Questo posto mi fa venire i brividi.. non è naturale che le strade siano così deserte e prive di vita. Comprendo perfettamente che la paura possa giocare un ruolo determinante nella scelta delle precauzioni, ma così diventa eccessivo. Barricarsi in casa o scomparire dalla circolazione non serve a nulla, solo a rendere più opprimente la minaccia che incombe. Dov’è il sovrano, se non vi è più un popolo?)

*Quei candidi occhi color della neve, attraenti e severi per via degli innaturali vasi sanguigni che si diramavano dalle tempie, non si erano lasciati sfuggire le chiazze scure che s’avviluppavano negli angoli più oscuri. Il modus operandi pareva simile a quello di piccoli tumori. Infettavano la terra laddove era più difficoltoso notarli, crescendo indisturbati finché non sarebbero divenuti un serio ed inarrestabile problema.
L’edificio del reggente si stagliava maestoso sul fondale della piazza principale. Per potervi accedere e parlare con la massima autorità, il capitano li esortò a consegnare le armi come da regolamento. L’Uchiha fu il primo a consegnarle, suggerendo ai compagni di fare lo stesso con un cenno del capo. La Hyuga non parve entusiasta. Le armi, per quanto maneggevoli e pratiche, sarebbero risultate in ogni caso superflue per una specialista del corpo a corpo, ma qualcosa le impediva di lasciare il tutto con serenità. Trasse un profondo sospiro e slacciò la cinta col fodero della katana. Separarsi da lei era più difficile, poiché le aveva attribuito un forte valore affettivo. Consegnare il resto la disturbò, ma risultò più semplice.
Percorsero in silenzio i lunghi corridoi che li separavano dalle stanze ove il sovrano li attendeva. Quando furono al suo cospetto, vennero accolti calorosamente da quell’uomo gracile, avvolto in lunghe vesti cremisi, e dalla rada capigliatura ingrigita dal tempo. S’avvicinò lentamente al trio e si sorresse con un bastone. Non sembrava averli notati più di tanto, tanto che pareva non essersi accorto dell’impareggiabile bellezza al seguito dei due shinobi già conosciuti.. ma questo non dava fastidio alla Hyuga, anzi. Le parole furono poche, nonostante gli interrogativi fossero tanti da entrambe le parti. Setsuna si limitò momentaneamente ad ascoltare, scrutando l’anziano capo con il semplice e meno perentorio sguardo privato delle peculiarità del Byakugan.
*



// Ancora auguri, Ste! //
 
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