Amnesia, Quest firma dei Mustelidi per Karen91

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view post Posted on 5/7/2012, 17:41     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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||Continua da Qui.||

I due shinobi partirono immediatamente alla ricerca della fanciulla dai capelli biondi, era scomparsa da tre giorni ma la potente vista degli Hyuga avrebbe potuto dare loro una piccola fiamma di speranza. Fuyuki aveva fatto una promessa, avrebbe badato a quella così cocciuta ragazza e non aveva intenzione di tradire la parola data. Eppure non era solo questo, era come se l'avesse tradito, era scappata senza dirgli niente, fuggita dai suoi fratelli, da coloro che volevano soltanto difenderla ed aiutarla, ma come fermare uno spirito in una ventata d'aria fresca come quella di cui aveva bisogno Seiri? Non aveva importanza ed in quel momento, insieme alla giovane Chiaki ed i mustelidi, il diciottenne era concentrato soltanto su ciò che lo circondava: squadrava ogni centimetro della foresta all'esterno dell'eremo, oltre ogni albero, foglia, ramo, oltre tutto ciò che avrebbe potuto fermare la ricerca di un ninja normale ma non la sua, non quella di uno Hyuga affiancato da un'altra esponente del suo stesso clan. Proseguirono con un nulla di fatto per diversi minuti, il tempo passava inesorabile ed insieme al vento, scorreva la possibilità di vedere spenta quella luce che lo spingeva a ritrovare quegli occhi chiari e profondi. No, non poteva arrendersi, non poteva lasciarla andare in quel modo senza neppure sapere il vero motivo che l'avesse spinta ad agire in quel modo ed essendo consapevole che Kirinaki stessa fosse sulle tracce, non riusciva a rimanere calmo ed a sospirare anche solo per un istante. Poi, in un soffio, una figura alla fine dei due chilometri di cui aveva campo visivo, si rese riconoscibile anche se il suo volto tumefatto quasi celava lo splendido e candido viso impreziosito dal riflesso azzurrino dei suoi occhi. Era Seiri, non vi erano dubbi ma era devastata, strisciante al suolo e piena di sange... ma viva.

- A-aiutatemi...
 
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view post Posted on 5/7/2012, 19:57     +1   -1
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I suoi piedi calpestavano il terreno con violenza, scandendo come un affidabile metronomo il ritmo della ricerca di Seiri, sfogando contro il terriccio la frustrazione che in quei pochi minuti Fuyuki aveva accumulato. Quella donna aveva osato tradire non solo la sua fiducia, ma anche quella dei suoi fratelli, che generosamente le avevano dimostrato una spiccata ospitalità, pur sapendo di mettere a repentaglio la propria incolumità. Lo stesso Hyuga aveva riflettuto più volte sulla scelta che aveva fatto, chiedendosi se valesse la pena di mettere a rischio la propria famiglia per mantenere la promessa fatta ad un amico, per contribuire alla causa della quale il rosso stava con fatica portando il fardello. Anche lui era finito nel mirino di Kirinaki e proprio questo l’aveva convinto ad offrire aiuto alla Kunoichi di Kiri, certo che lì non avrebbe corso alcun pericolo, sicuro che lì nessuno l’avrebbe mai trovata. Fino a quel momento era filato tutto liscio ma adesso il giovane si vedeva costretto a fare nuovamente i conti con la testardaggine della sua ospite. In quel preciso i ricordi del suo risveglio all’eremo riaffiorarono nella sua mente, che ora provava assurdamente nostalgia per lo scontro che era stato interrotto dal sommo. Già, in quel breve lasso di tempo il Chunin si era affezionato a lei e credeva che quel sentimento fosse ricambiato. Ma a quanto sembrava non aveva fatto altro che prendere l’ennesimo granchio, anche questa volta.

Mentre ripensava alle vicende passate, i suoi occhi misero a fuoco una figura sul finire della foresta. Si trattava di una fanciulla, distesa a terra in una pozza cremisi e agonizzante. Il volto sporco di sangue e corrugato in una smorfia che ben rappresentava il dolore che stava provando non impedirono al diciottenne di identificare in quegli occhi azzurri, limpidi come il cielo senza nuvole, la persona che stava cercando. Il giovane ANBU si portò una mano alla bocca, mentre le sue dita tremavano per la rabbia nel vedere una persona cara ridotte in quelle pietose condizioni. Non riuscì a trattenersi, troppo grande era il desiderio di correre immediatamente in suo soccorso, nella disperata speranza di poter fare qualcosa per salvarle la vita. Non si sarebbe mai perdonato se la donna avesse perso la vita per una sua disattenzione, per l’ingenuità che aveva dimostrato nel credere che lei sarebbe rimasta in silenzio dietro le sbarre in cui l’avevano rinchiusa.


Seiri, ti prego.. Resisti!

Senza dire nulla si mise alla testa del gruppo di ricognizione e con un cenno della mano invitò sia la donnola che la Genin a seguirlo mentre con destrezza si muoveva tra gli alberi che costellavano quella lussureggiante foresta. Nessun ostacolo poteva rallentarlo, avrebbe persino raso al suolo l’intera selva se fosse stato necessario, l’unica cosa che veramente era importante in quel momento era soccorrere la povera Seiri nel più efficace dei modi possibile. Corsero senza sosta per un’altra manciata di minuti, sfrecciando come saette celate dall’ombra che le fronde proiettavano per terra, fino a quando a quando non giunsero finalmente al cospetto della malcapitata. Senza perdere tempo l’eremita si avvicinò alla Kunoichi e con delicatezza la aiutò a distendersi in posizione supina, così che le complicanze per le ferite che aveva riportato tardassero ad arrivare. Le prese dolcemente la testa fra le mani, mentre lei si sforzava a parlare. Lui scosse il capo, prima di sussurrarle poche parole.

- Shhh.. Va tutto bene, ci siamo noi adesso.

Chi ha osato ridurti in queste condizioni?!

Non aveva fornito nessuna spiegazione alla piccola Chiaki, ma quelle immagini crude parlavano da sole e sicuramente le avrebbero fatto intuire ciò che era necessario sapere. Era essenziale che Seiri facesse meno fatica possibile e che risparmiasse il poco fiato che le restava in gola per raccontare ciò che le era accaduto, avrebbe dovuto rimandare ad un secondo momento eventuali ringraziamenti. Lo Hyuga ormai era impietosito, anche se voleva rimproverarla per la sciocchezza che aveva commesso non ci riusciva, non era in grado di essere severo con una donzella in quelle condizioni. Una lacrima rischiò quasi di solcare il suo volto, ma per fortuna riuscì a trattenersi mentre i suoi occhi incrociavano in uno sguardo carico di tensione quelli della ragazza, privati della luce che di consueto li illuminava. Un moto d’ira nei confronti di chi aveva infierito di lei cominciò a dilaniare il suo cuore come una lama spietata, cercando di sottrarlo senza alcuna pietà dal suo solito comportamento razionale e riflessivo. In quel momento avrebbe tanto voluto far soffrire chiunque avesse osato torcerle un capello, ma purtroppo sapeva che con le poche informazioni di cui disponeva si sarebbe soltanto lanciato in una caccia alla cieca.

- Adesso ascoltami, Seiri.. Prendi un lungo respiro e dimmi cosa ti è successo.

Si mostrò comprensivo e paziente nei suoi confronti, mentre le accarezzava dolcemente il viso per infondere fiducia nel suo animo, probabilmente in preda al panico per la tremenda esperienza che aveva vissuto. Ora doveva però trovare la forza di raccontare come erano andate le cose, così da poter fornire al suo determinato samaritano le informazioni necessarie per mettersi sulle tracce del bastardo che aveva avuto lo sporco coraggio di compiere un simile scempio. Intanto il Byakugan continuava a vigilare nei dintorni, senza mai abbassare la guardia, nemmeno per un istante. Il ninja di Konoha non sapeva se il nemico fosse ancora nei paraggi o se si fosse allontanato, ma in ogni caso era assolutamente indispensabile agire con cautela. Avevano per fortuna ritrovato la bella Kunoichi, ma si trovavano in una posizione scomoda che li rendeva alquanto vulnerabili.

 
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view post Posted on 6/7/2012, 20:47     +1   -1
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Quella che doveva essere una ricerca esasperata era effettivamente cominciata. Si vedeva che l'animo dei partecipanti era in subbuglio. Ognuno era perso nei propri pensieri e cercava di dare il massimo con le proprie capacità che possedeva, forse per cercare quella fantomatica persona che era scomparsa. Chiaki che in un primo momento aspettò le direttive del ragazzo, attivò anche lei il suo byakugan quando si accorse che il silenzio sarebbe stato il loro compagno per po'. Anche i due furetti sulla testa della ragazza sembravano essersi zittiti, probabilmente avvertivano anche loro quel forte clima di tensione che faceva muovere il gruppo il più velocemente possibile senza una meta certa. Le ricerche continuavano, nessuno dava segno di aver scoperto qualcosa, facendo crescere la preoccupazione nella piccola kunoichi. Qualunque cosa fosse successa quella pessima sensazione che provava interiormente aveva colpito anche lei. Forse il suo animo era troppo debole? I suoi occhi perlacei si spostavano ritmicamente nella varie direzioni riuscendo a cogliere solamente la flora selvatica che cresceva in quel boschi e qualche animale che si aggirava timoroso nella zona. Riuscire a tenere il passo e concentrarsi anche sul proprio doujutsu, non era cosa affatto facile, soprattutto per una genin attenta come Chiaki. Improvvisamente un cambio strategico da parte di Fuyuki fece capire alla ragazzina che forse era riuscito ad ottenere qualche indizio. Il ragazzo si mise alla testa del gruppo e invitò la donnola e la kunoichi a seguirlo, mentre il passo diventava più sicuro. Il trio iniziò a muoversi più velocemente, adesso che sembrava avessero trovato una scia da seguire. Corsero a perdifiato e mano a mano che si avvicinavano, Chiaki riusciva a vedere le stesse cose che probabilmente aveva colto l'ANBU e che erano diventate sintomo della sua preoccupazione, sentimento che gli si leggeva facilmente in viso anche se era abbastanza lontano dalla ragazzina. A terra c'era una ragazza, la sua chioma dorata era stata profanata dal rosso scarlatto del suo sangue che si espandeva sul terreno, macchiando la sua pelle delicata. La luce nei suoi occhi azzurri, sembrava spenta, probabilmente preda della stanchezza. La piccola kunoichi di Konoha non si era mai trovata davanti a una situazione del genere e nonostante fosse ancora lontana dalla ragazza, quella vista le fece distogliere lo sguardo. La sua breve carriera ninja fino a quel momento era stata una passeggiata a confronto, non aveva affrontato i veri dolori della vita, come vedere una persona cara ridotta in quello stato. Il suo sguardo si soffermò sul suo compaesano, cercando capire quanto potesse soffrirci. Le gambe della piccola Hyuga ormai andavano da sole, voleva aiutarla, voleva fare qualcosa, ma cosa? Lei era solo una genin e non aveva nemmeno l'abilità di curare le persone. Teneva gli occhi fissi sul terreno sperando di arrivare il prima possibile, ormai non mancava che qualche secondo. Quando finalmente furono li davanti, Chiaki rallentò il passo fino a fermarsi, lasciando Fuyuki andare incontro alla bionda. Il ragazzo soccorse la ragazza mettendola in una posizione più dignitosa e anche più facile per comunicare. Yang alla vista della scena si coprì gli occhi quasi scioccato mentre Yin sembrava più impassibile quasi come se si aspettasse ciò, come possibile conseguenza. La kunoichi non sapeva che rapporto avessero i due animali con la kunoichi distesa a terra ma anche loro sembravano voler lasciare spazio allo Hyuga, rimanendo insieme alla loro nuova amica. La disgraziata ragazza faceva smorfie e versi di dolore mentre tentava di dire qualcosa che venne prontamente interrotto da parole di incoraggiamento del ragazzo. Un brivido percorse la schiena di Chiaki che si guardava intorno in soggezione.

*E se quello che l'ha ridotta così fosse ancora nei dintorni?*

Abbandonò la vista di quel corpo tumefatto per studiare la situazione li intorno. La pessima sensazione che aveva provato all'inizio della ricerca si faceva sempre più incalzante, non rimaneva che sperare che fosse tutto solo un'impressione. Intanto il ragazzo voleva saperne di più, indagava per scoprire chi avesse ridotto in quelle condizioni la donna, anche se le forze della kunoichi, non si sa fino a quando avrebbero retto. I gesti di affetto che Fuyuki regalava alla bionda sofferente fecero immaginare alla piccola Chiaki che tra quei due ci fosse un rapporto molto stretto, qualcosa che andasse oltre un semplice legame di amicizia. L'ultima volta che la ragazzina si era trovata davanti a un simile affetto, era quando sua madre era ancora in vita. Erano gesti che li per li sembravano naturali per una piccola frugoletta di cinque anni ma solo adesso si rendeva conto quanto potessero essere imbarazzanti e significare qualcosa di diverso, di profondo. Era bello come alcune scene le ricordassero il volto della donna che l'aveva messa al mondo, piccoli ricordi che la tenevano ancora vicina a lei.

- Forse non dovremmo soffermarci troppo qui - disse Yin facendo tornare Chiaki alla realtà.

Edited by Karen91 - 6/7/2012, 22:12
 
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view post Posted on 6/7/2012, 23:40     +1   -1
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La sfiorò, l'aiutò, la fanciulla sentì sulla sua pelle logorata dal sangue, un torpore confortevole che le permise di assumere una posizione che non gravasse troppo sulle profonde ferite sul suo corpo. Sembrava essere stata frustata, picchiata, colpita ripetutamente da una qualche arma contundente, si erano proprio divertiti. Volse a quel punto lo sguardo cercando un viso familiare, cercò di sforzare gli occhi per mettere a fuoco colui che con rabbia ardeva del desiderio di farla pagare a chiunque le avesse fatto questo, ma quando si immerse nel suo riflesso, in quei così magnifici e peculiari specchi candidi, una lacrima di sangue le rigò la guancia rosea e nelle mani strinse decisi pugni come per scacciare definitivamente quel momento infernale. No, non poteva averlo riconosciuto o non avrebbe mai reagito in quel modo all'aiuto del Chunin di Konoha. Parlò, soffocando lemmi tra colpi di tosse e gemiti di dolore, ma ciò che proferì non era esattamente ciò che i due Hyuga potevano aspettarsi.

- C-chi diavolo sei? Lavori per loro? L-lasciatemi in pace!

Volse lo sguardo cercando l'intervento di chiunque altro, non si fidava di loro, non si fidava di chi... non aveva mai visto. Lui però la chiamò, o meglio, aveva pronunciato un nome rivolgendosi alla giovane kunoichi, con un tono preoccupato, realmente in pensiero per le condizioni di chi lottava tra il baratro dell'eterno buio e la luce confortevole del sole che abbracciando il mondo in quel chiarore brillante ne risaltava ciò che poteva ancora esistere di buono. Fu a quel punto che smise di muoversi e di cercare di divincolarsi dalla presa dell'eremita, e sospirò dolorosamente così come le aveva consigliato. Cercò di concedere un istante più a se stessa che a quelle persone che l'avevano raggiunta, un momento per capire se era riuscita ad allontanarsi dagli aguzzini o se era finita nuovamente nella tana del lupo.

- Seiri... E' me che hai c-chiamato così?

Riuscì a calmarsi, non lo credeva nemmeno lei in quelle condizioni, avrebbe solo voluto farla pagare al mondo per il dolore che in quei secondi le stava logorando il fisico e l'anima. Infine vide anche una ragazzina dietro il giovane dagli occhi bianchi e se avesse potuto, si sarebbe concessa un sorriso intuendo che una simile presenza poteva voler dire soltanto una cosa: non facevano parte di quella gente, non avevano visto il suo stesso sangue schizzare tra le urla ad ogni singola frustata. Era salva, avrebbe potuto rifiatare e ne era fiera, fosse stato solo per un secondo.
 
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view post Posted on 7/7/2012, 11:28     +1   -1
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Momenti di calda tensione si susseguirono rapidamente, accavallandosi forse con troppa violenza, scandendo i secondi che inesorabilmente scorrevano. Fuyuki poteva sentire i battiti di quel pendolo, che lentamente conferiva il ritmo a quella situazione di stallo in cui si era cacciato. Non poteva far altro che attendere tacitamente una risposta da parte di Seiri, l'unica che magari possedeva qualche informazione utile per stanare chi l'aveva ridotta in quelle misere condizioni. Il giovane attendeva solo che le sue labbra si aprissero, pronto a memorizzare come un freddo calcolatore ogni dettaglio, anche il più piccolo particolare che avrebbe potuto aiutarlo a comporre quel complicato puzzle. Qualcosa tuttavia non andò come lui aveva previsto. La fanciulla sembrava in preda al panico, dato che non aveva riconosciuto il suo samaritano e lo aveva persino scambiato per uno dei bastardi che l'avevano colpita. Lo Hyuga rimase spiazzato da quella reazione e quando lei cercò di divincolarsi dalla sua cordiale presa, lui non oppose alcuna resistenza, stupito per la scena a cui stava assistendo. Possibile che una donna forte e risoluta come lei fosse così sconvolta da cacciare malamente anche chi voleva aiutarla? Il diciottenne si fermò un attimo a pensare, valutando tutte le opzioni possibili e trovandone una alquanto pessimista, ma che purtroppo doveva essere tenuta in continuazione.

Avrebbe continuato ad analizzare la situazione e a pesare bene le parole che sarebbero uscite dalla bocca della Kunoichi, così da poter trarre una conclusione il più veritiera possibile, come un medico che annuncia una malattia dopo aver effettuato minuziosi controlli sul paziente che si era presentato al suo cospetto. Era una posizione scomoda, ma in quel momento lui era l'unico a possedere la risolutezza necessaria per compiere quel passo e avvicinarsi furtivamente alla verità, tragica o meno che fosse. Le avrebbe posto una domanda per verificare quanto le sue tesi fossero fondate, ma quando lei dimostrò di non conoscere nemmeno il proprio nome, tutto quanto fu chiaro al Chunin, che amareggiato si morse le labbra, osservando con guardo impietosito la ragazza. Ci era andato vicino, ma purtroppo le sue condizioni erano ben più gravi di quanto immaginasse. La violenza degli aguzzini di Seiri era stata talmente prepotente da cancellare con colpi ben mirati ogni suo ricordo, rendendola al pari di una bambina che non conosce ancora bene la propria identità.


Ha perso la memoria.. Dannazione!

Cosa fare adesso? Lei aveva completamente distrutto tutto ciò che aveva plasmato la sua persona, bruciato le memorie di Seiri, di Fuyuki, di Shinan e della stessa Kirinaki, la sporca organizzazione che con molta probabilità si celava dietro quello scempio ingiustificato. Il giovane ANBU ancora non riusciva a comprendere bene cosa fosse successo, tantomeno era in grado di capire quale fosse la motivazione che aveva spinto la Nebbia Piangente a risparmiarla, preferendo lasciarla in fin di vita piuttosto che ucciderla. Troppe domande erano ancora senza risposta e purtroppo soltanto la fanciulla poteva placare le curiosità di chi ardeva dal desiderio di ridurre in cenere coloro che avevano osato mettere un dito su quella dolce fanciulla, che - nonostante fosse una fiera e orgogliosa guerriere - restava sempre tale ai suoi occhi. Con quel gesto Kirinaki aveva conquistato finalmente le attenzioni di Fuyuki, che ora non sarebbe più rimasto in secondo piano, ma che sarebbe sceso in campo al fianco dell'angelo cremisi in quella pericolosa battaglia per estirpare il male da quel mondo corrotto. Abbassò il capo in segno di assenso, rispondendo positivamente alla sua ultima domanda, prima di rivolgersi a lei con un tono di voce calmo e rassicurante. Era importante che lei si sentisse protetta, specialmente dopo tutto quello che aveva passato.

- Sono qui per aiutarti, Seiri. Non devi temere.. Troverò chi ti ha fatto questo e per lui la morte diventerà un desiderio.

Non per vendetta, del resto non era più quella che costringeva il ninja di Konoha ad agire, ma la consapevolezza di dover eliminare dal mondo che aveva intenzione di costruire ogni possibile minaccia, chiunque potesse ostacolare la sana crescita della pace a cui tanto ambiva. In quel momento avrebbe tanto voluto ritrovarsi accanto a Shinan, per poter lottare insieme a lui contro il nemico comune, ma sapeva che purtroppo l'amico era lontano e che di conseguenza avrebbe dovuto contribuire alla causa soltanto con le proprie forze, facendosi scudo con la sua ferrea determinazione. Così lo Hyuga prese una pausa, respirando in modo profondo e formulando la richiesta nel modo più cortese possibile. Seiri sembrava non ricordare più i particolari del passato, ma i più recenti - specialmente quelli legati allo shock che aveva provocato l'amnesia - sembravano ben impressi nella sua memoria.

- Per favore, so che puoi farcela.. Devi trovare la forza di raccontarmi cosa ti è successo e di dirmi dove si trovano quei bastardi.

Chiunque voi siate, iniziate a tremare. Presto la mia ira si abbatterà su di voi e delle vostre misere vite non resterà altro che polvere.

 
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view post Posted on 7/7/2012, 19:04     +1   -1
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Chiaki rimase immobile mentre la ragazza sembrava dare qualche segno di ripresa. Non voleva spaventarla chissà come si sentiva dopo tutto quello che le era successo. I muscoli della donna si irrigidirono e una lacrima scese dalle sue candide gote. Chiaki istintivamente fece qualche passo con molta calma, non voleva spaventarla ma vederla così persa le fece portare una mano al cuore. Il silenzio era tornato a regnare mentre i protagonisti del ritrovamento attendevano che la bionda iniziasse a sciogliersi e narrare ciò che le era successo. La tensione era alle stelle e anche Yang che si era ripreso da poco dal trauma di quella vista, si era sporto in avanti aspettando che quella fanciulla così mal ridotta gli desse un indizio, qualunque segno per mettersi sulle tracce del suo o dei suoi carnefici.

- Dai dicci c... - la frase del furetto bianco venne improvvisamente interrotta da suo fratello che gli tappò la bocca con la zampetta.

Yin alzò gli occhi al cielo, quasi esasperato. Sapeva che portarsi dietro Yang avrebbe potuto metterli in guai seri, era per questo che voleva lasciarlo insieme agli altri, li sarebbe stato al sicuro, invece così doveva stare sempre all'erta che non provocasse danni irreparabili e che non gli succedesse niente. Insomma un lavoro in più per lui e per la sua svogliataggine. Yang cercò di divincolarsi per liberarsi dalla presa, mentre continuava a parlare imperterrito con la zampa dell'altra donnola sulla bocca che gli faceva uscire solo mugugni incomprensibili. Fortunatamente a parte i tre nessuno sembrava essersi accorto della scenetta.

- C-chi diavolo sei? Lavori per loro? L-lasciatemi in pace! - disse faticosamente la kunoichi a terra.

Le parole della ragazza bloccarono i movimenti di tutti. Chiaki che era convinta che la bionda stesse in ottimi rapporti con Fuyuki, rimase scioccata. Come era possibile? I due furetti si guardarono perplessi, chiedendosi probabilmente se la kunoichi oltre ad essere stata ferita, fosse anche impazzita. La donna cercò persino di liberarsi dalla presa dello Hyuga ma nelle condizioni in cui si trovava, la sua forza era ridotta al minimo. La piccola kunoichi di Konoha iniziava ad essere sempre più perplessa, sperava che almeno quella ragazza le chiarisse un po' le cose e invece la bionda era più confusa di lei. Gli occhi di Chiaki non si staccavano un attimo da quella figura, il suo sguardo vuoto sembrava nascondere in parte la preoccupazione che provava. Non sapeva proprio che fare se non stare li ad assistere in disparte alla scena. Le successive parole che uscirono dalla bocca di Seiri, fecero intuire a tutti cosa potesse essere veramente successo. La ragazza infatti sembrava non ricordarsi nemmeno il suo nome. Che non riconoscesse il volto di Chiaki era più che normale, non si erano mai incontrate fino a quel momento, anzi forse le stava creando ancora più confusione. In compenso però la bionda si calmò smettendo di contorcersi come un anguilla e tornando forse a ragionare più lucidamente. Ad un tratto gli occhi di Seiri si incrociarono sfuggevolmente con quelli della piccola Hyuga prima che tornasse a guardare l'uomo che la sosteneva. Il volto pulito e lo sguardo innocente di Chiaki forse erano riuscita a convincerla che loro non erano cattive persone ed erano arrivate fin li solo per cercare lei. Nonostante quel tremendo trauma, Fuyuki continuava a dire parole di incoraggiamento alla donna. La speranza che quella perdita di memoria fosse solo una cosa passeggera invadeva la mente della genin. Per un millesimo di secondo si immedesimò nei suoi panni, chiedendosi come avesse reagito dopo quel tremendo trauma, non riuscendo a ricordare quasi nulla. Chiaki rimembrò quando nella sua prima missione aveva smarrito per alcuni minuti la sua coscienza, non sapeva cosa era successo ne cosa aveva fatto, era come se attimi della sua vita si fossero volatilizzati nell'aria senza una degna spiegazione. Si era informata, aveva passato giornate intere a leggere libri che l'aiutassero a capire cosa era accaduto, se quella perdita di memoria era una reazione a una qualche malattia o se sotto c'era qualcosa di più. Tutto ciò che era riuscita ad accumulare non combaciava con nessun sintomo che la ragazza avrebbe dovuto avere, così iniziò a pensare che doveva esserci altro e ancora adesso quel punto interrogativo la tormentava. Non sapeva se si sarebbe potuta ripresentare e soprattutto in quale momento l'avrebbe presa alla sprovvista, l'unica certezza che aveva era che qualunque cosa le fosse successa in quegli attimi non era lei, non si riconosceva nelle cose che diceva o faceva. Il fastidio più grosso rimaneva il fatto che dovevano essere gli altri a raccontargli cosa aveva combinato e se un giorno al suo fianco non ci fosse stato nessuno di raccomandabile? Il suo volto si rattristò improvvisamente a quel pensiero, Chiaki voleva solo essere una ragazza normale come molte altre e non era giusto che la sua vita potesse finire improvvisamente senza nemmeno che se ne rendesse conto.
 
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view post Posted on 8/7/2012, 02:49     +1   -1
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La donna prese grossi respiri cercando di essere più forte del dolore che stava provando. Era incredibile come nonostante tutto fosse riuscita ad arrivare fin lì, quelle erano ferite mortali, non tutti avrebbero avuto la forza, il coraggio, la determinazione di allontanarsi in chissà quale modo dagli artefici di quelle azioni abominevoli. Battè un paio di volte i suoi occhi blu per schiarire l'immagine di Fuyuki che a volte vedeva sbiadirsi, dovevano essere le fitte per le botte subite, la stanchezza, il desiderio di volersi soltanto riposare e scordare quei momenti che gli scorrevano nelle mente come un film dell'orrore, ironico per una che non riusciva a ricordare neppure il proprio nome. Si mise seduta, stringendo i denti ed i pugni ma ce la fece e chiudendo gli occhi per un istante lasciò che la sua mente rielaborasse le vicende che l'avevano resa protagonista in quel cumulo di istanti infernali: rivide quelle scene struggenti, i colpi di frusta, i tagli, le botte, l'elettricità, il fuoco, qualsiasi tipo di tortura sperimentato per l'occasione, per un motivo che... no, quello non riusciva a ricordarlo, non riusciva a ricordare le parole dei torturatori ma i loro volti sì ed anche il loro sangue ad accompagnare quello già versato da Seiri nel momento in cui la fanciulla era riuscita a liberarsi dalle catene che la tenevano confinata all'inferno. Nessuno sarebbe mai riuscito a legarla.

Seiri - I miei ricordi... sono tutti molto confusi. R-riesco a ripercorrere bene soltanto i-il momento della mia fuga. Ho trovato uno spiraglio e sono riuscita a scappare uccidendo le t-tre guardie che mi tenevano d'occhio. Per il resto...

Parlava a stento, aveva assolutamente bisogno di assistenza o quelle emorragie già molto gravi sarebbero potute risultare fatali. Ad accompagnare quella già tragica situazione vi erano anche i ricordi delle torture subite e quelle... quelle le avrebbe scordate con piacere.

Seiri - Ho corso finché ho potuto da Nord-Ovest per... non lo so, minuti, ore, non ho più compreso il passare del t-tempo

Si era sforzata abbastanza ed almeno i presenti avevano adesso abbastanza informazioni per cominciare quella caccia all'uomo, o per essere precisi, a Kirinaki: era lampante che dietro quell'abominio vi fosse sempre quella maledetta organizzazione che dal Chunin di Kumo, non aveva lasciato in pace quegli shinobi sprezzanti del vero pericolo che rappresentava. Era una partita a scacchi cominciata nel momento in cui Seiri aveva respinto l'attacco di Kyoki a Kiri e che tra l'assalto a Kumo, al ponte Shi, fino a quel giorno, continuava mossa dopo mossa ad intrappolare quelle pedine che sapevano ancora troppo poco del loro avversario, ed adesso che l'unica risorsa consapevole era stata messa fuorigioco, era il momento dell'assalto al Re. Shinan era lontano, toccava a Fuyuki affiancato dalla sua piccola allieva cercare di riguadagnare passi in quella tacita sfida che sembrava essere arrivata alla conclusione di una scelta: agire, presto e far scomparire nella nebbia piangente quegli ostacoli che considerata la situazione, assumevano solo il ruolo di piccoli intoppi, per il momento.
 
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view post Posted on 8/7/2012, 12:13     +1   -1
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Rimase in tacita attesa di un responso, sperando che la donna ricordasse qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo parecchio in quella caccia, fino a quel momento insostenibile a causa della spiccata penuria di informazioni. Le sorti di quella vicenda erano nelle mani della fanciulla, poiché - qualora non avesse ottenuto ciò che desiderava - lo Hyuga si sarebbe limitato a tornare indietro e a confrontarsi con il saggio Mujinahen, l'unico che avrebbe potuto trovare la migliore soluzione per ciò che era successo alla povera Kunoichi della Nebbia. Tuttavia, prima che il giovane potesse abbandonare il suo desiderio di porre fine alle inutili vite di chi aveva osato compiere quel macabro scempio, la sua interlocutrice si mostrò propensa a discutere sull'argomento. Si mise seduta, mentre Fuyuki la osservava con fare preoccupato, del resto le sue ferite erano profonde e senza le dovute precauzioni si sarebbero potute rivelare fatali in un secondo momento. Iniziò a parlare, annunciando immediatamente che i suoi ricordi erano limitati e che partivano da quando era riuscita ad evadere da quel tremendo incubo, scappando per un tempo imprecisato da nord-ovest. Era proprio ciò che l'eremita voleva sentire, adesso sarebbe bastato procedere in quella direzione e fare affidamento al proprio Doujutsu per rintracciare il nemico.

- Sei stata bravissima, Seiri.

Le disse Fuyuki con un sorriso dipinto sul volto, avvicinandosi ancora una volta a lei, mentre con un rapido seals richiamava qualcosa dal suo rotolo, una piccola pallina nera che venne partorita da una densa cortina di fumo bianco e che il giovane afferrò al volo con la mano destra. Giunto al cospetto della dolce donzella, si chinò sulle ginocchia e con fare affabile le consegnò il medicinale, guardandola con occhi pregni di ammirazione nei suoi confronti. Era una donna forte, che - nonostante avesse subito torture indescrivibili - aveva ancora la forza di lottare, senza pensare nemmeno per un secondo di mollare la spugna e di lasciarsi sconfiggere dalla crudeltà di Kirinaki. Chissà quale informazioni l'organizzazione aveva cercato di estirpare dalle sue rosee labbra, adesso chiuse in un silenzio che lasciava trapelare bene la stanchezza e lo shock che avevano avvolto le sue membra.

- Mangia e vedrai che starai meglio!

Non guarirai immediatamente, ma questo almeno riuscirà a salvarti dalla morte..

Si trattava di un concentrato di erbe dai poteri miracolosi, un medicinale che a lui era stato donato in quanto membro delle forze segrete di Konoha, un rimedio in grado di curare in poco tempo qualsiasi tipo di ferita e di debellare velocemente i più fastidiosi effetti collaterali dovute ad esse. Grazie a quel gesto di altruismo la ninja di Kiri sarebbe sopravvissuta ed era proprio ciò che interessava allo Shinobi della Foglia, che dolcemente le accarezzava il viso e asciugava la lacrima di sangue che i suoi occhi azzurri avevano partorito. Quella goccia cremisi ormai non era altro che un brutto ricordo, adesso erano le calde effusioni del ragazzo a donarle fiducia e consolazione dopo una macabra e sadica esperienza che l'aveva vista come sua protagonista. La fonte della sua rinascita adesso era proprio lo Hyuga, dato che soltanto lui avrebbe potuto restituirle le memorie che aveva perso, l'unico che poteva aiutarla a ricostruire il puzzle della sua vita, ricomponendo i tasselli che la Nebbia Piangente aveva spazzato via come una prepotente tempesta.

Mancava poco prima della partenza, bastava soltanto che la fanciulla tonasse sana e salva a casa e poi il gruppo avrebbe potuto mettersi sulle tracce di quegli sporchi traditori. Fuyuki avrebbe voluto accompagnarla personalmente, ma era consapevole che il tempo a disposizione era esiguo e quindi non poteva permettersi quel lusso. L'avrebbe affidata ad uno dei suoi fratelli, una creatura alla quale avrebbe consegnato il destino della propria vita, tanto era forte il legame di reciproca fiducia che li univa. Avvicinò la mano destra all'elsa di Namida e sfoderò soltanto minima parte dell'arma, quanto bastava per sfregare il pollice della sinistra contro il ferro, affinché il tributo per usare il richiamo fosse pagato. Successivamente compose alcuni seals, prima che una nube di fumo lo avvolgesse. I candidi boccoli si diradarono in fretta e rivelarono la presenza di una donnola dal manto bianco, vestita con un corpetto nero con striature rosse e che, brandendo una grossa e affilata falce, osservava i presenti con l'occhio non bendato, con uno sguardo che avrebbe suscitato il timore anche dei ninja più esperti. Kamatari era grande la metà di Fukuizuna, ma non per questo motivo era meno pericoloso. Notò subito Seiri e, dopo aver scambiato uno sguardo d'intesa con il Chunin, la prese in braccio e svelto come una saetta scomparve tra gli alberi della foresta, diretto all'eremo.


Per una volta, Seiri.. Lascia che sia io a combattere per Shinan.

Tutto era pronto, o almeno così la donnola dal pelo marroncino aveva intuito, dato che stava per riprendere la marcia in direzione nord-ovest, ma l'eremita non era ancora sicuro di ciò che stava facendo. Non temeva per la sua vita, ormai aveva imparato ad essere sprezzante del pericolo al momento giusto, ma non amava decidere per gli altri e non voleva coinvolgere con la forza Chiaki in una vicenda che era ben più grande di lei. Lei era lì soltanto per trascorrere un po' di tempo in compagnia dei mustelidi, rimanendo in totale serenità. Lo Hyuga l'avrebbe messa di fronte ad un bivio e avrebbe accettato qualsiasi sua scelta, pronto a giustificarla in entrambi i casi. Così si voltò verso di lei, guardando prima i due fratelli sulle sue spalle ed infine perdendosi nei suoi occhi chiari, mentre tendeva la mano, emulando lo stesso gesto che aveva fatto quando si erano conosciuti nella sua modesta abitazione. Adesso toccava a lei scegliere: accettare o rifiutare l'invito?

- D'ora in poi tutti quanti rischieremo le nostre vite. Se non te la senti, torna indietro con Kamatari e Seiri.

 
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view post Posted on 8/7/2012, 16:47     +1   -1
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Chiaki rimase scioccata quando vide Seiri che nonostante lo stato in cui era ridotta riuscì comunque a mettersi seduta. Si aiutava molto faticosamente e sembrava quasi che i suoi occhi stavano per chiudersi dalla stanchezza ma ciò sembrava non importarle. Ecco cos'era una vera kunoichi, una donna sempre capace di rialzarsi anche nelle peggiori delle situazioni. La piccola Hyuga iniziò a guardarla con occhi sognanti. Era forte e intraprendente come sua madre, era la donna che avrebbe voluto diventare. La sua voce delicata iniziò a narrare la sua esperienza. Finalmente le preghiere di Fuyuki erano state esaudite, forse adesso avrebbero avuto un indizio migliore verso dove mirare le ricerche. Nonostante la grande forza di volontà di Seiri, la sua voce scostante evidenziava notevolmente il pessimo stato in cui era ridotta. Chiaki non vedeva l'ora che il tempo delle chiacchiere finisse, così che la donna potesse riposarsi un attimo magari sotto le cure di qualche persona esperta. Mentre le parole della kunoichi scorrevano, Chiaki provava sempre più stima nei confronti della bionda. Seiri era riuscita a tenere testa a tre guardie e persino a scappare dal luogo delle sue torture in quelle condizioni. Ripercorrendo la sua storia un brivido si terrore accapponò la pelle della ragazzina dai capelli blu. Gli avversari con cui aveva avuto a che fare la kunoichi sanguinante era gente senza pietà, persone che se fossero riusciti a prendere la piccola genin, probabilmente non le avrebbero più permesso di vedere la luce del sole. Era normale che avesse paura era pur sempre una ragazzina di 13 anni, una fanciulla che aveva vissuto quasi tutta la sua vita isolata dal mondo che non conosceva ancora il vero male. Le sue esperienze fuori dalla sua casa si potevano contare sulla punta dita. La sua mano improvvisamente sentì qualcosa di freddo. Lasciò che le sue dita accarezzassero quella lastra incisa di metallo. Senza nemmeno accorgersene aveva spostato l'arto verso il collo e adesso toccava quel segno di riconoscimento, quell'oggetto per cui aveva tanto lottato durante l'esame genin, per rendere fiero di lei suo padre. Sapeva dei rischi a cui sarebbe andata incontro facendo la scelta di diventare ninja, sapeva che avrebbe dovuto incontrarsi molte volte con la morte ma lei aveva scelto lo stesso quella via e adesso non poteva tornare indietro. Il suo unico nindo era proteggere e aiutare, questa era la gratificazione che voleva, nessun riconoscimento che l'avrebbe messa a disagio per via del suo carattere timido, nessuna fama mondiale. Lei voleva semplicemente essere lo specchio del suo animo. La ragazza non parlò molto ma finalmente sembrava che avessero in mano le informazioni necessarie per prendere una direzione giusta. Non restava che soccorrere Seiri e dirigersi verso l'ignoto che li attendeva. Lo Hyuga estrasse un rotolo da dove evocò qualcosa molto simile a una pillola nera. Chiaki inclinò leggermente il viso, l'aveva già vista da qualche parte ma non si ricordava esattamente dove. Probabilmente con tutti i libri che aveva sfogliato negli ultimi giorni qualcosa la sua testa aveva memorizzato. Fuyuki si avvicinò alla ragazza occhi-cielo porgendole il medicinale mentre con le sue dolci parole e le sue effusioni, cercava forse di allietare il cuore di Seiri donandole pace e sicurezza. I preparativi erano quasi ultimati, lo Hyuga fece per estrarre la sua spada lasciando una lieve espressione perplessa sul viso di Chiaki. La ragazzina sapeva che ci si poteva aspettare qualsiasi cosa dal mondo dei ninja, soprattutto dopo quella mattina che si era trovata un furetto parlante in camera. Improvvisamente dopo aver composto dei segni, dietro a una coltre di fumo si aggiunse a loro un ulteriore donnola. Il candido manto bianco era in completa contrapposizione al suo sguardo truce. Si vedeva che aveva combattuto molte battaglie, glielo si leggeva nel suo unico occhio non bendato. Se Chiaki non avesse avuto la certezza che fosse loro alleato probabilmente si sarebbe spaventata. L'animale non proferì parola, lui e lo Hyuga si guardarono per un istante e subito sembrarono intendersi. La creatura afferrò la ragazza sofferente e a una velocità mai vista prima dalla genin, portò via la donna verso la salvezza. Telepatia? La ragazzina si era sempre chiesta se esistesse. Pensava che fossero solo storie raccontate ai bambini e invece quello che aveva appena visto tra il ragazzo e la donnola sembrava qualcosa di molto simile. Chiaki fece un sorriso allietato, Seiri sembrava essere in buone mani e quella scena la aveva tranquillizzata lasciandole lo spazio di vagare nelle sue fantasie.

- Prepariamoci a partire, chissà cosa ci attenderà - disse Yin abbandonando il suo muto silenzio.

Fukuizuna si voltò facendo qualche passo verso la direzione suggerita dalla donna che li aveva appena lasciati, senza accorgersi che i due Hyuga erano fermi e si fissavano negli occhi in silenzio. Il ragazzo le aveva teso la mano, proprio come quella mattina quando si erano visti per la prima volta e l'aveva messa davanti a una scelta. Una decisione che non era facile da prendere effettivamente. Un gioco che nel caso di una loro vittoria, avrebbe portato grandi benefici ma nel caso di una loro perdita, la penitenza sarebbe stata probabilmente la morte. Chiaki sapeva di non essere particolarmente coinvolta in quella faccenda ma voleva dare il suo aiuto, voleva fare qualcosa almeno come ringraziamento per essere stata portata in quel luogo. Come tutti loro le avevano dato fiducia, la piccola kunoichi voleva sentirsi degna di quel pegno. I due furetti sopra le sue spalle non proferirono più parola, volevano lasciare libero arbitrio alla genin. Nonostante la terribile timidezza della ragazza, stramente riusciva a sostenere lo sguardo dello Hyuga, forse il mondo parallelo in cui era immersa un po' alleviava questo peso. La sua mano incominciò a tremare non di paura ma di agitazione per quello che stava per fare. Allungò il braccio velocemente ma invece di afferrare la mano di Fuyuki, questa volta fece combaciare i loro mignoli in segno di promessa.

- C-ce la posso fare, promesso - disse sorridendogli prima che le sue guance diventassero di nuovo bordò.

Quel gesto poteva sembrare futile e imbarazzante, invece nella memoria della ragazzina aveva un significato profondo. Quel gioco che facevano lei e sua madre, era il modo in cui Hazuki convinceva la sua piccola che avrebbe mantenuto una promessa. Un gesto quasi dimenticato dal tempo che invece in quel momento le era nato spontaneo, riportando a galla vecchi ricordi. Aveva dato nuovamente modo di far appurare la sua stranezza.
 
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I suoi occhi erano fissi su quella della ragazza, che adesso si trovava costretta a prendere una decisione complicata, che ovviamente avrebbe inciso qualcosa nella sua vita come dei lemmi che scavavano nella fredda pietra per diventare immortali. Era stata avvisata da Fuyuki, che non voleva coinvolgerla - senza darle il libero arbitrio - in una caccia che non escludeva grandi rischi per la propria incolumità. Non l'avrebbe criticata se avesse scelto di andarsene, del resto si trattava pur sempre di una timida tredicenne, era normale che avesse paura di confrontarsi con criminali di un certo calibro. Era come se lo Hyuga avesse letto la risposta nei suoi occhi, colmi di imbarazzo e indecisione, per questo rimase parecchio stupito quando la fanciulla non si limitò ad acconsentire, ma strinse con lui i mignoli, siglando così una promessa che aveva intenzione di mantenere. Con quelle parole aveva spiazzato l'eremita, che ora ardeva di ammirazione nei suoi confronti. La Kunoichi, per quanto fosse insicura, stava dimostrando carattere e aveva così catturato le attenzioni del giovane, che ora le sorrideva di rimando. La osservò con uno sguardo pregno di soddisfazione, mentre con calma accendeva la seconda sigaretta della giornata. Era carico di adrenalina e quello era il modo migliore che conosceva per sfogare le tensioni prima di un'ardua battaglia.

- Possiamo partire.

Pronunciò quelle poche parole mentre l'aspro sapore del fumo bagnava la sua bocca e candidi boccoli si levavano in cielo, cercando di celare il volto dello Shinobi, che svelto si mise di nuovo in testa al gruppo. Avrebbe proceduto in direzione nord-ovest, anche se non sapeva con precisione quanto tempo fosse necessario per giungere a destinazione. Sarebbe stato il suo fidato Byakugan a svolgere questo lavoro, che con perizia avrebbe ispezionato la zona fino a quando non avrebbe messo a fuoco ciò che gli interessava. Al momento il giovane ANBU non poteva fare altro che affidarsi al suo Doujutsu e ai suoi piedi, che rapidi come saette macinavano metri, accorciando le distanze che lo separavano dai bastardi di Kirinaki. Quei Nukenin avevano torturato una sua amica e quindi avrebbero dovuto fare i conti con la sua ira, poiché lo scontro diretto sarebbe stato inevitabile. La partita stava iniziando ad accendersi e, ora che i pedoni erano stati spostati, i pesci grossi potevano finalmente entrare in azione.

 
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view post Posted on 10/7/2012, 15:22     +1   -1
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Era deciso, Seiri sarebbe stata mandata all'eremo ed alcuni mustelidi si sarebbero preoccupati di curare le sue ferite, Chiaki decise invece di rimanere di fianco all'eremita stringendo una promessa da cui sapeva bene di non potersi più sottrarre. Quella non era una missione per conto del villaggio, non era una spedizione che sarebbe stata ricompensata, era un viaggio alla ricerca della propria esistenza contro un'organizzazione che da loro voleva soltanto la vita. Kirinaki non era solo un nemico, era una fazione avversa a chi come Fuyuki aveva deciso di servire il proprio paese, o chi come Chiaki aveva appena intrapreso la via per diventare una kunoichi importante per rendere fiere le persone che per lei erano fondamentali. La nebbia piangente non era solo un gruppo di nukenin da stanare, era un'ideologia precisa, una famiglia, un gruppo che come Konoha stessa, agiva per il proprio bene. Combatterli era come combattere un altro villaggio, un'altra legislatura, affrontarsi era una vera e propria guerra. Avevano però superato il punto di non ritorno: rubare i ricordi di una fanciulla è strappargli un'infanzia costruita esperienza dopo esperienza e per una come Seiri che basava la propria cultura sul sapere, non esisteva tortura peggiore in quel mondo che l'avrebbe devastata fisicamente e psicologicamente. Il gruppo della foglia avanzò tra le foglie della foresta facendosi strada con la potenza del Byakugan, ogni metro era previsto, ogni ostacolo saltato, erano una formazione perfetta per scovare il covo infernale in cui Seiri aveva lasciato la sua mente. Dopo circa un'ora di percorso, sull'asfalto fu possibile notare diverse frecce a tracciare un percorso su per il sentiero e con la potente vista, Fuyuki riuscì a ripercorrere quella strada fino in cima, luogo in cui il suo campo visivo non riusciva più a filtrare oltre una sorta di cancello che bloccava probabilmente un'apertura nel terreno. Era lì che finivano le frecce ma per qualche strana ragione, per quanto potessero avvicinarsi, né l'eremita, né la piccola Hyuga, riuscirono ad osservare oltre quella limitazione. Non poterono dunque far altro che avvicinarsi fino a portarsi proprio sopra il grosso portone al suolo nascosto da fogliame e terra, quindi fecero un pò di pulizia e notarono alcune incisioni tutte intorno quel pesante cancello di ferro. Fu a quel punto che successe qualcosa di strano, proprio i simboli sembrarono illuminarsi e nella mente dei presenti si manifestò una cupa e profonda voce sommessa che gli rivolse alcune incomprensibili parole.

Asgra ri ros, amah chio dah!



Non le udirono direttamente, era come se quelle stesse parole fossero nate direttamente nella loro testa, come un ricordo, como un flash dopo un'amnesia, e potevano osservarle adesso come immagini, le avevano dato forma, dopo un istante non gli sembravano neanche più così lontane da loro stessi, ma non avevano effettivamente idea di cosa potessero realmente significare, non avevano ancora i mezzi per poterle comprendere fino in fondo.
 
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view post Posted on 12/7/2012, 10:33     +1   -1
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Avanzavano spediti nella foresta, muovendosi in direzione di una meta ancora sconosciuta, guidati dal Byakugan del Chunin, che senza sosta sorvegliava l'intera zona, pronto a reagire al primo segno che avrebbe ritenuto sospetto. Fukuizuna e Chiaki, con tanto di furetti al seguito, si limitavano a stare dietro e a non perderlo di vista, seguendo i suoi spostamenti e aumentando il ritmo del passo quando il giovane ANBU si mostrava impaziente di giungere a destinazione. Il suo desiderio di incontrare i nemici e di dar loro una lezione memorabile dopo ciò che avevano fatto alla povera Seiri era fin troppo grande, tanto da averlo costretto ad entrare in azione immediatamente, prima che il nemico potesse allontanarsi da quel luogo. Kirinaki avrebbe pagato un caro prezzo, il più salato per espiare le proprie colpe e sarebbe stato proprio Fuyuki ad esigere il riscatto, come un crudele strozzino che non si fa scrupoli dei debitori che non hanno modo di saldare il passivo. Non poteva perdonare chi aveva osato rubare i ricordi di una dolce fanciulla, privandola non solo delle enormi conoscenze che possedeva, ma del suo stesso passato, della sua identità. In quel mattino la Nebbia Piangente aveva firmato la propria condanna a morte, sarebbe passato del tempo, ma prima o poi lui e Shinan avrebbero visto bruciare il vessillo di quell'organizzazione davanti ai loro occhi pregni di soddisfazione.

Continuarono a correre senza trovare nulla per circa un'ora, quando improvvisamente lo sguardo del ragazzo si posò su una freccia depositata per terra, seguita da un altra a diversi metri di distanza. Seguendo quella pista il gruppo di ricognizione giunse nei pressi di un nero cancello situato su un'altura, posto in cui la scia di dardi terminava. Una smorfia perplessa si dipinse sul volto dello Hyuga quando si accorse di non poter indagare oltre quel ferreo traguardo con il suo potente Doujutsu, per qualche ragione a lui ancora sconosciuta. Quella situazione non gli piaceva, ma per lo meno era certo di trovarsi vicino alla tana del nemico, proprio come quando a Kitawashi aveva trovato un abitazione protetta dal suo sguardo acuto, identificandola subito come il covo del famigerato Sanzu. Ciò che invece puzzava ancora di più erano le frecce che aveva trovato per terra, indizi troppo evidenti che un Nukenin che si rispetti non avrebbe mai lasciato dietro di sé, se non per attirare in un tranello i suoi inseguitori.


E' una trappola, ne sono certo.

Nonostante temesse di cadere in un'imboscata, al tempo stesso doveva però considerare che non era possibile procedere oltre. Sarebbe stato come fare un salto nel buio, nessuno di loro poteva dire chi o casa li avrebbe attesi oltre quel cancello, ma avrebbero reagito con prontezza ad ogni situazione, come dei veri ninja di Konoha. Si avvicinò al portone di ferro e con la mano scostò il manto di foglie che l'aveva coperto, scoprendo alcune incisioni lungo i bordi, simboli che non riusciva a decifrare, che stranamente presero vita, venendo baciati da una densa luce, non appena il diciottenne ebbe toccato con la mano la fredda superficie.



Asgra ri ros, amah chio dah!


Quei lemmi risuonarono nella sua mente, pronunciati da una voce atavica che sembrava essere stata partorita dal suo stesso inconscio. Non riusciva a comprendere quale fosse il loro reale significato, ma era come se in passato le avesse giù udite, come se dopo tanto tempo stessero riaffiorando nella sua testa. Lanciò un'occhiata alla Genin, che - esattamente come lui - sembrava perplessa, completamente spiazzata da quel misterioso evento. Anche lei aveva sentito quelle strane parole, mentre Fukuizuna sembrava essere stata risparmiata, dato che nemmeno una traccia di dubbio aveva infettato la sua espressione, sempre fiera e glaciale, degna bandiera per una guerriera come lei. L'eremita non riusciva ancora a dare una spiegazione a ciò che era successo, ma da quel momento in poi avrebbe agito con cautela, senza mai dimenticare quelle parole. Non poteva trattarsi soltanto di una coincidenza.

- Mi raccomando, occhi aperti.

Disse con fare freddo, mentre candidi boccoli di fumo venivano partoriti dalla sua sigaretta, che lentamente andava consumandosi, riversando il suo aspro odore nell'aria. Non poteva fare altro che superare quell'ostacolo e procedere oltre, anche senza conoscere ciò che avrebbe trovato dietro quel portone. Non si sarebbe fatto trovare impreparato, la sua mano destra accarezzava con cura l'elsa di Namida, pronta a sfoderarla immediatamente, se fosse stato necessario. L'altra invece ispezionava il nero cancello, cercando con attenzione qualcosa con cui avrebbe potuto aprirlo. Se fosse riuscito nel suo intento si sarebbe finalmente ritrovato a pochi passi da Kirinaki, come il cacciatore nella tana del lupo, inconsapevole però che anche lui era a sua volta una ghiotta preda, una pecora che si stava lanciando nelle fauci del suo carnefice.

 
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view post Posted on 12/7/2012, 22:26     +1   -1
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L'espressione che si dipinse sul volto dello shinobi le fece capire che il suo gesto aveva raggiunto il cuore del ragazzo ma ora che ci pensava effettivamente, restare in quella posizione era molto imbarazzante per la piccola Chiaki così ritrasse velocemente la mano. Mentre nella sua mente si interrogava sul fatto di come potesse esserle venuto in mente un simile comportamento, Fuyuki estrasse un'altra sigaretta e dette il via libera per partire alla difficoltosa ricerca delle persone malvagie che avevano ridotto così Seiri. La ragazzina cercò di trattenere un colpo di tosse, non voleva fare la parte della debole e sperava che presto si sarebbe abituata a quel fumo. Adesso che erano pronti per ripartire, l'Eremita si mise in testa al gruppo pronto a guidarli verso la meta. Le sue capacità per quella ricerca sembravano essere le più adatte rispetto agli altri componenti del gruppo, Chiaki avrebbe cercato per lo meno di coprire le spalle di tutti i presenti per questo si mise alla fine del gruppo. La sua mente era persa come al solito anche se spostava meccanicamente la sua testa per guardare tutto lo spazio che riusciva a cogliere. I suoi occhi che vedevano tutto fungevano quasi da sensori di movimento, ma notarono solo qualche foglia ormai stanca di vivere che si lasciava trascinare dal vento autunnale in qualche luogo migliore. Il silenzio era tornato a regnare nel gruppo, solo qualche uccellino timidamente faceva sentire il suo canto.

- Non so per quali ragioni tu abbia accettato ma...g-grazie - bisbigliò il furetto scuro faticando a dire l'ultima parola.

- Yin visto così fa quasi paura - disse abbastanza rumorosamente suo fratello ridacchiando.

Se non fosse stato per il pelo color pece che lo circondava, si sarebbe visto sicuramente l'espressione imbarazzata che la mustelide aveva in quel momento. Avrebbe voluto dare un pugno in testa a suo fratello come al solito ma alla fine si accorse che non c'era motivo per farlo, aveva trovato note di verità in quello che diceva, c'era qualcosa di strano che lo rendeva così con quella ragazzina, lo faceva sembrare un altro, tanto che nemmeno si riconosceva. Chiaki non rispose, non occorreva una risposta per giustificare il suo comportamento, si sentiva di farlo e di rimanere accanto a loro, ormai c'era dentro anche lei in quella faccenda e non si sarebbe mai perdonata se fosse successo qualcosa a qualcuno di loro. Le sue gambe acceleravano e deceleravano seguendo i movimenti del capogruppo, che sembrava voler arrivare a destinazione il prima possibile. Era da un pezzo che mantenevano quell'andatura incostante magari alla ricerca di indizi, di qualsiasi cosa che gli desse la certezza che stessero seguendo la retta via. La piccola Hyuga stava iniziando a sentire i primi segni di stanchezza quando qualcosa attirò la sua attenzione. Avevano raggiunto un sentiero ma la cosa più strana era che sul suolo era poggiata una freccia. Chiaki la guardò un po' perplessa, sembrava quasi che fosse stata messa li apposta, ma a quale scopo? I muscoli della ragazzina iniziarono a fremere. Che il suo incontro con la morte si avvicinava? Fece un giro su se stessa cercando un chakra rispetto a tutte quelle piante, un'energia umana ma niente, i suoi occhi identificarono solo un'altra freccia molto più distante. Percorsero una strada in pendenza che alla fine li portò su uno spiazzo erboso, le frecce terminavano li come anche la sua vista. Si, perché un enorme cancello nero di ferro battuto non faceva scorgere cosa ci fosse oltre. La piccola Chiaki rimase allibita. L'unica cosa che si intuiva guardandolo bene era il possibile luogo dove avrebbe portato, se avessero varcato quell'apertura probabilmente si sarebbero trovati nelle profondità della terra. Non sapeva che il byakugan avesse delle limitazioni, nel suo clan nessuno gli aveva parlato di questa eventualità, che fosse un problema solo suo? Della sua debolezza?

- P-perché non riesco a vedere oltre? - si chiese la piccola kunoichi più a se stessa che per ricevere una risposta.

Molto lentamente Chiaki seguì i passi dell'ANBU che si portò sopra all'enorme inferriata scostando il manto colorato di foglie secche. L'entrata verso l'ignoto era piena di simboli strani. La genin si accucciò accanto al ragazzo per poterli leggere meglio senza però osare toccarli, stava sempre molto attenta in quello che faceva. Non aveva la più pallida idea di che linguaggio si trattasse, magari se fossero stati a Konoha coloro che si occupavano di decodificare messaggi ci avrebbero messo un attimo a capire il contenuto di quei geroglifici, ma in quel bosco erano soli e nessuno dei presenti sembrava avere capacità così elevate. Improvvisamente al tatto del ragazzo, i simboli si illuminarono all'improvviso di una fredda luce bianca che si andò a rispecchiare nei loro occhi perlacei mentre una voce agghiacciante invadeva l'unico posto dove la piccola Chiaki pensava ancora di essere al sicuro, la sua mente.

*Asgra ri ros, amah chio dah! Cosa significa?*

Quelle strane lettere sembravano appartenere al passato lontano, ma non riusciva ad associarle a nessun evento, a niente di spiegabile che le era accaduto. Lo sguardo della kunoichi si incontrò con quello di Fuyuki come a cercare una spiegazione, risposte che dallo sguardo perplesso del ragazzo, la ragazza capì che non sarebbero arrivate mai. I due furetti sulle spalle della ragazza non dissero niente, non sembravano preoccupati anzi guardavano incuriositi gli strani atteggiamenti che avevano i due Hyuga, come se non sapessero spiegarsi cosa stesse succedendo. Chiaki alle parole dell'eremita fece un veloce segno di assenso spostando il suo sguardo a destra e sinistra tornando a tenere d'occhio la situazione nei dintorni mentre il ragazzo si occupava di trovare qualcosa che potesse aprire quel blocco, permettendogli la continuazione della ricerca.
 
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view post Posted on 13/7/2012, 00:07     +1   -1
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Lì dove il silenzio echeggiava fra le fronde degli alberi, dove gli urli del vento battevano sui rami secchi e come soffi di un tifone avvolgevano gli animi di coloro che aveva attraversato quella serva persa nel vuoto dell'ignoto. Li guidava il desiderio di andare fino in fondo, Chiaki aveva promesso a Fuyuki, Fuyuki a se stesso ma non potevano vincere l'angoscia se tutto ciò che sapevano di lei era che in qualche modo sarebbe riuscita comunque ad attagliare la paura nel cuore di chi l'affronta. Potevano percepirla, toccarla, sentire il mistero che velava quel luogo abitato da nessuno, quei giardini naturali corrosi dal passaggio delle nebbia e la sensazione di inquietudine che per quanto coraggiosi, stava lentamente risalendo la schiena dei due Hyuga. Una frase a sancire l'inizio della ricerca, per cominciare a confondere le idee di chi non riusciva a capire quella di colui che chiamavano nemico. Fuyuki incitò tutti all'attenzione e cominciando a studiare i dintorni, cercò qualcosa che l'avrebbe potuto aiutare ad aprire la porta, o che gli potesse dare qualche indicazione per decifrare la frase che era comparsa nella sua mente. Quando fece un altro passo verso il cancello però, una forza azzurra lo fece volare per diversi metri finché il tronco massiccio di un albero non gli permise di arrestare il colpo. Rimase intontito per alcuni istanti ma non era ferito gravemente, era però lampante che la porta non potesse essere aperta manualmente. Fu allora che un'altra frase gli inondò la mente, esclusivamente a lui stavolta, seguendo lo stesso fenomeno della prima, come immagini, come ricordi che lentamente stavano riemergendo dalle profondità del suo subconscio.

Fa ritra chio dah...



Sembrava avere un tono meno diretto rispetto a prima, più lento, come se lo stesse compatendo per il tentativo andato male. Quella volta però, insieme alle parole, spiccò tra tutti i ricordi che in quell'istante stavano infuriando nella sua mente, l'immagine di una donna dagli splendidi e lucenti capelli biondi e lo sguardo dal rifresso zaffiro. I suoi lineamenti erano confusi, smarriti, la sua espressione forse adirata, calma, sofferente, non riusciva a darle bene un volto. Che fosse un ricordo di un sogno, o di una persona realmente conosciuta... non riusciva proprio a capirlo. Poi ancora altro, come se in quella manciata di momenti non fosse successo già abbastanza: Chiaki osservò il giovane eremita finire scaranvetato all'albero e quando ne poté scrutare nuovamente il viso, quasi non lo riconobbe, il byakugan le permise di vedere un volto oltre quello di Fuyuki che sogghignava tra sé e sé e la guardava, attraverso gli occhi del Chunin di Konoha e la sua anima pura. Lo sapeva soltanto lei, grazie al byakugan, e dirglielo o meno sarebbe stata una sua scelta e di nessun altro.
 
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view post Posted on 14/7/2012, 22:26     +1   -1
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La concentrazione stentava ad aiutare la piccola kunoichi che ancora pensava a quelle parole uscite dal nulla. La cosa strana era che non riusciva a rimuoverle dalla sua mente, le continuavano ad apparire scritte nitidamente. Provò a rimembrare luoghi e persone conosciute nella sua breve vita, qualunque indizio nascosto che le avrebbe svelato qualcosa in più. Un altro maledetto problema con la sua memoria? Non ne aveva avuti già abbastanza? Era parecchio infastidita dagli strani scherzi che il suo corpo stava giocando con lei, tanto che involontariamente strinse le mani a pugno innervosita. La sua unica consolazione era di non essere sola questa volta, non era l'unica a combattere contro questa tremenda consapevolezza di non riuscire a ricordare. Si allontanò leggermente dal ragazzo per tenere fede al suo compito, voleva controllare meglio la situazione che le si presentava intorno. Tirò un sospiro abbattuto mentre cercava di disincantarsi da quelle chiome erbose che nascondevano il cielo azzurro e teneva il gruppo nascosto nell'ombra della foresta. Un'improvvisa luce alle spalle si Chiaki la fece girare di scatto, il tutto susseguito da un forte rumore.

- Ma che sta succedendo? - chiese Yang preoccupato osservando suo fratello con i suoi piccoli occhietti scuri.

La scena che si presentò davanti al trio, li fece rimanere di sasso. Fuyuki si trovava sospeso su un ramo ad alcuni metri di altezza. La genin senza pensarci due volte lo raggiunse saltando sui vari tronchi. Il suo peso leggero fortunatamente la aiutava a muoversi velocemente e a destreggiarsi più facilmente anche sui rami più piccoli.

*Come ha fatto a finire lassù? Che abbia provato ad aprire il cancello? Starà bene?*

L'agitazione le si leggeva in volto e saliva mentre si avvicinava allo Hyuga. Sperava che non fosse successo nulla di grave, anche se un rivolo di sudore le bagnò la sua fronte chiara. Era impossibile che un cancello avesse tutto quel potere, chissà che tecnica avevano usato per erigere una simile barriera. Un ultimo salto e finalmente arrivò in cima. Il ragazzo da quello che riusciva a scorgere non sembrava essersi fatto troppo male. Senza pensarci troppo allungò il passo per raggiungerlo, per accertarsi meglio delle sue condizioni quando i muscoli delle sue gambe si bloccarono di colpo. C'era qualcosa in lui che non le quadrava, provava una strana sensazione. I suoi dubbi vennero confermati quando i due Hyuga si guardarono dritti negli occhi. Il volto di Fuyuki si sovrapponeva a quello di un altro, poco amichevole e decisamente gelido. Il tipo se la rise in maniera molto inquietante, facendo indietreggiare di un passo la kunoichi. Chi era la persona che aveva davanti? La mano della ragazzina strinse il lembo del vestito senza preoccuparsi di sgualcirlo, mentre con i denti si mordicchiò un labbro forse sintomo dell'ansia che provava.

- E tu c-chi sei? - chiese timidamente ma allo stesso tempo con tono distaccato, Chiaki.
 
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