Missione 8B - Cinetosi marina ed orride creature affini, Per Lepnat, el marinero.

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view post Posted on 27/3/2012, 00:41     +1   -1
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*Giornata fredda.
C'era parecchio vento, abbastanza da disturbare fauna e flora alle propaggini del bosco; contadini compresi, che maledicendo tempo e governo premevano i cappelli in testa e le bestie nel recinto.
Più che a terra però, i problemi erano in mare. Picchiava tramontana, le imbarcazioni del mare a nord trovavano rifugio sulla costa del Paese delle Risaie, alcune ai moli, altre spiaggiandosi cercando il minor danno.
Non tutte avevano questa fortuna; un vascello dalle vele bordate di verde combatteva ancora le onde, una marea insolitamente possente. Si destreggiava, a dire il vero, e a bordo le grida degli ufficiali facevano appena in tempo ad abbandonare le labbra prima di perdersi nel fragore. Gli uomini remavano, e in vedetta si cercava qualcosa oltre la prua.
Poi apparve, indistinta, la poppa di un'altra nave. Il legno dello scafo era talmente scuro da sembrare pietra, e non aveva vele né bandiere.
Di colpo, dal vascello inseguitore saltò un nutrito gruppo di marinai armati. Toccarono l'acqua, e, incredibilmente, riuscirono a mantenervisi in equilibrio. Scattarono tutti verso il relitto, quasi avessero paura di lasciarselo sfuggire.
Alla testa dell'assalto un lupo di mare barbuto, a torso nudo ed armato di un'enorme, indefinibile arma. Era completamente consunta, come se l'avesse appena riesumata da un giacere millenario. La brandiva con fierezza, gridando e cercando di mantenerla in superficie nonostante l'evidente peso.
L'urlo divenne una risata sguaiata, irruenta e soddisfatta, quando ad una cinquantina di metri dal bersaglio il cimelio iniziò a cambiare forma. Il filo della lama ritrovava la pericolosità, dal lato opposto invece coralli e molluschi prendevano vita e crescevano a vista d'occhio, in un guazzabuglio di colori. Un'enorme spada vivente, e sempre più leggera.
Il capo urlò qualcosa ai compagni, che pure vedevano bene da loro cosa accadeva, e rimanevano sbigottiti: il relitto cambiava, riprendeva a sua volta colore e maestosità, un nutrito vivaio di creature si sviluppava sullo scafo.
Erano a pochi metri dall'obiettivo, e la meraviglia divenne orrore. Sotto i loro piedi la marea cresceva ancora, abbastanza da fargli presto intuire che qualcosa andava alzandosi sotto i loro piedi. Persero di vista il relitto vivente, ed una montagna d'acqua li ricoprì assieme alla loro nave.
Solo il Lupo tornò in superficie. Il sale negli occhi gli impediva una vista nitida, ma qualcosa di enorme e scuro ruggiva a poca distanza, sospingendo un tremendo fetore a forza di vento. L'uomo fece per muoversi, ma di nuovo l'acqua prese vita a suo danno, e lo colpì dai lati con fragore terrificante. Ancora vivo sentì il fetore intensificarsi, e la massa oscura coprirlo senza lasciargli scampo. Lo colpì, ma anziché grondare sangue, una nube bianca si sprigionò dalle membra, fino a dissolverle.*


-------------------

*Notte, qualcuno bussa alla porta. Non con insistenza, ma con la decisione di chi è lì per un buon motivo. Il burattinaio avrebbe certamente udito.*


GDR OFF///Finalmente ci siamo :). Sarà una bella missione, ho un buon masterato e una trama.... feconda?///GDR ON
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 27/3/2012, 12:52     +1   -1




GDR OFF ///: ho già i brividi... AHRR, marinaio!/// GDR ON

Yo Saito non era un tipo mattiniero, un gran lavoratore o un entusiasta della vita ninja. Era stato addestrato a dovere, era cresciuto in una casata antica e importante del villaggio di Suna, ma, davvero, era la tipica pecora nera. Non gli importava, molto semplicemente, di tattiche militari, attacchi combinati e simili stupidaggini, almeno a suo dire, o almeno, era tutto molto secondario rispetto all'adorazione quasi fanatica per la costruzione, sperimentazione e innovazione di automi meccanici alimentati con chakra.
Yo era un burattinaio, e trovava nell'essere tale una realizzazione profonda e sufficente a giustificare la lontananza dal villaggio di origine per trovare un ambiente più "libero" culturalmente come Oto, la sedentarietà, l'assenza da missioni e convenzioni ninja di vario tipo, spesso e volentieri l'assenza di una alimentazione sana o continuativa. Da quando non era più costretto a seguire i ritmi prefissati e rigidi della vita di Suna, Yo era più spesso nel suo magazzino-laboratorio che altrove, sviluppando occhiaie notevoli e un colorito sempre più pallido. Il ghigno sardonico, tuttavia, raramente lo abbandonava.
Non era quindi una sorpresa che il bussare lo trovasse chino dentro una grossa struttura in metallo ad armeggiare con componenti e strutture. Le sue conoscenze nel campo della medicina, acquisite in realtà molto di recente, gli stavano dando qualche idea su come rendere i burattini più "autonomi" in combattimento, ma di certo quelle e altre sperimentazioni erano ancora molto lontane da una realizzazione adeguata al loro uso in uno scontro. Yo costruiva burattini per usarli, non per piacere estetico. Erano ideati come armi e come armi avrebbero dovuto funzionare, pur senza rinunciare ad un gusto personale.
Dato che già un'altra volta ualcuno lo aveva trovato impreparato nel suo laboratorio, aveva montato numerosi congegni letali e-o esplosivi a guardia di ingressi e uscite. Non che pensasse che un ninja di alto livello ci sarebbe cascato, ma magari avrebbe tenuto alla larga indisponenti scocciatori.
Dato che qualcuno bussava alla porta, quindi, doveva essere in qualche modo legato alla gerarchia del villaggio, quindi, burattini o meno, era preferibile rispondere: ad Oto erano privi di umorismo, riguardo all'assenza di disciplina.

-Arrivo...-

Si pulì brevemente le mani in uno straccio unto. La figura, esile e di bassa statura, non avrebbe impressionato nessuno in primo luogo, lo sporco e l'assenza di una divisa, sostituita da comuni abiti consunti, rendevano la sua figura del tutto priva di minacciosità: l'unico indice di una qualche particolarità nel basso ed esile personaggio era l'andamento sicuro ed elegante tipico di chi praticava da sempre arti marziali e non solo di molti tipi diversi.
Raccogliendo un kunai da un tavolo mentre passava, aprì la porta, circospetto ma non allarmatissimo... erano nel mezzo del villaggio nascosto del suono, dopo tutto, cautela sì, ma nei limiti del dovuto.


-Chi è?-


Il pensiero avrebbe voluto esprimersi in termini molto meno cortesi verso qualcuno che lo interrompeva mentre finiva gli ultimi ritocchi ad una sua creazione, ma, come già spiegato, sospettava fossero "affari del villaggio" e rispondere a malo modo poteva costargli una lama ficcata in una spalla o peggio.
 
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view post Posted on 28/3/2012, 15:56     +1   -1
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*Aprì la porta un giovane mingherlino. In normali circostanze magari non gli sarebbe stato attribuito tale aggettivo, ma in presenza dell'uomo che aveva di fronte, il rapporto ne conciliava l'uso.
Una figura ammantata, l'ombra circostante prolifica tra le pieghe del drappeggio, e alta e presumibilmente nerboruta. Parecchio presumibilmente.
La mano sinistra, pesantemente guantata nonostante le temperature, stringeva una torcia, l'altra rimaneva celata da buio e manto. Il volto era incappucciato, ma dal riflesso vi si potevano distinguere una barbetta rada e le propaggini di un naso ben piazzato, probabilmente non estraneo a fratture.
Vi fu un secondo, forse meno, in cui rimasero a guardarsi. O meglio, Yo lo osservò meglio che poté, dell'altro non si poté dire con certezza cosa stesse facendo.
Poi, di colpo, l'energumeno parve riscuotersi dal torpore, ed abbasso il capo fino ad incontrare, con due bulbi lucidi, gli occhi del burattinaio. E parlò, con una voce estremamente roca, quasi ansimata, priva d'aria a sufficienza.*


???:"Yo... Saito?"

*In altre circostanze, quella voce sarebbe suonata come proveniente da un uomo ferito e bisognoso d'aiuto. Ma lì, nella notte e alla soglia di casa, pronunciata da un tizio enorme, assumeva una tonalità un pizzico terrificante.
Rimasero dunque a guardarsi un altro attimo. E poi l'omaccione, interpretando tacitamente il silenzio come assenso, mosse dalla parte destra del corpo. Era il braccio destro a muoversi, e fu presto evidente, ma la massa in movimento pareva totalmente sproporzionata persino guardando l'imponente lato sinistro. E non fu soltanto il muoversi della vasta cappa, fu anche un rumore... metallico ad acuire il senso di disarmonia.
Apparve alla vista, in ogni caso, soltanto un'elegante lettera. Ed era elegante non perché particolarmente istoriata o decorata, ma perché, sempre in rapporto al tipone e all'enorme bozzo sotto il mantello, era bianca ed intonsa.
Riconoscibile la lacca violacea del Kokage, ma singolare un piccolo barlume dorato che scappò fuori nel momento della consegna.*


???:"......"

*Un lungo sospiro, forse liberatorio, forse necessario.
Consegnata la missiva, e prostrato un lieve inchino con il capo, il legato si voltò dal lato sinistro e procedette per la strada. Lo spostamento di vento rizzò i capelli in testa al giovane ed ammazzò quasi la torcia, e prima che vi potessero essere altre, improbabili domande, l'uomo svanì. Il singolare rumore sferragliante lo seguì a ruota.

Era un anello, il piccolo barlume. Legato ad una catenella palesemente d'oro come d'altronde la gioia. E presentava un simbolo particolare, in campo verde e placcato in oro: un'àncora, incordata da piccoli coralli e con due chele d'astice al posto delle classiche unghie.
Il contenuto della lettera era d'altro canto molto meno equivoco ed interessante. Le solite pratiche ufficiose, elencazioni e numerazioni burocratiche. E poi la missione: un grado B, a chi era stata affidata senza chiedere alcun consenso: Yo Saito, e dove recarsi al più presto: Il mulinello a vento. Un ospizio fuori dal villaggio, sulla via per i porti a nord.*
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 28/3/2012, 17:49     +1   -1




Yo rimase un momento sorpreso e preoccupato dall'incontro con un tale quattro volte più grosso di lui, in stazza, altezza, possanza. Yo non era un nano nè un anoressico, era solo leggermente più basso e mingherlino della media... ma quel tizio era un armadio a due ante fatto di muscoli, e la maggior parte del corpo era coperta.
A giudicare dal brivido lungo la schiena del chuunin, comunque, quello doveva essere decisamente un'elite del villaggio che non conosceva, e lui doveva essere decisamente a portata di qualsiasi attacco l'altro potesse usare. Sperò seriamente non lo usasse, e improvvisamente il kunai che aveva in mano, ben celato, gli sembrò ridicolmente inutile.


"eep."

Quando fece per estrarre qualcosa da sotto il mantello, si irrigidì. Era scoperto: i burattini nel laboratorio erano mezzo costruiti, mezzo no, e nessuno davvero operativo. Quel tizio dava l'impressione di potergli staccare la testa con uno schiaffo.
Il suo sollievo fu enorme ma difficilmente decifrabile sul suo volto: caratteristica dei ninja era non mostrare le proprie emozioni, caratteristica dei burattinai era nasconderle con accuratezza assoluta. Lui, poi, era un tipo particolarmente riservato in ogni caso... solo un rapido tic ad un occhio tradì quella subitanea reazione, velocemente tacitato con uno sforzo volontario.


-Ah... una missione... molte grazie.-

Senza dire una parola, il colosso si allontanò. Con un brivido, Yo chiuse la porta e usò il kunai come un tagliacarte. L'anello ovviamente colpì immediatamente la sua attenzione, ma lo depose su una scrivania libera, supponendo fosse in qualche modo importante. Leggendo la descrizione della missione, aggrottò le sopracciglia: nessuna vera descrizione, solo ordini di recarsi in un ospizio. L'anello improvvisamente prese un altro significato.

"anelli con sigillo... di solito questa roba è usata per riconoscere la gente, se devo proprio entrare in un ospizio, servirà a quello... non credo serva a molto altro. Perchè poi un ospizio?"


Non serviva farsi quelle domande nelle missioni ninja. Sospirando, schioccò le dita dopo aver velocemente memorizzato il messaggio, che prese fuoco. La copia era conservata negli archivi di oto, la parte burocratica era per autenticarlo, e trovare indizi riguardo una missione addosso ad un ninja, per qualsiasi motivo, era un comportamento poco professionale.
Raccolse il suo coprifronte, legandoselo in vita: era tempo di pagare l'affitto al villaggio di Oto.
Un centinaio di sottili fili di chakra uscirono dalle mani tese del ninja, cominciando ad ordinare vari oggetti nella stanza...


......................................................................

Poche ore dopo, una figura ammantata e incappucciata usciva dal villaggio di Oto dal lato nord. Le marionette supervisionate e rinchiuse nei rotoli legati alla cintura, le poche altre armi ed equipaggiamenti riposti in tasche e coperture, la minacciosità del ninja stesso ridotta a poco o niente. Le guardie non commentarono: o erano state istruite, cosa probabile, o riconoscevano quando un ninja andava in missione, o entrambe.
In ogni caso Yo si allontanò tranquillamente dal villaggio, le indicazioni ancora molto chiare in testa per andare all'ospizio in questione. L'ultima missione era un bordello, quella prima una prigione, ora un ospizio... avrebbe mai fatto missioni in cui poteva andare, per esempio, in un eremo sulle montagne? In un villaggio qualsiasi? A caccia di banditi?
Perchè lui non poteva mai andare a caccia di banditi, come tutti i ninja che si rispettino?
Il caso aveva voluto che questo non sarebbe successo. Ospizi e bordelli. E d'altronde, nell'ultimo bordello ci aveva quasi rimesso le penne.
Arrivato a destinazione, avrebbe studiato rapidamente la situazione, valutando rischi e simili, e presentandosi senza troppi sotterfugi: nel paese del riso, sperava non ce ne fosse bisogno.

 
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view post Posted on 30/3/2012, 20:34     +1   -1
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*La strada per il mare era ventosa, ma tutto sommato tranquilla. Niente di anormale; gli uccelli cinguettano, il sole sospinge un'alba rosata, pirati e traditori rientrano a casa... si preannunciava una giornata radiosa. Incappucciato e scuro nel mantello, solo il burattinaio pareva stonare in quella ridente cornice. Ma nessuno se ne curò, perché nessuno ne aveva il tempo o la voglia. E così le persone passavano alla sinistra del ragazzo, degnandolo di poche attenzioni e proseguendo per la loro via, e gli animali a loro volta si allontanavano cautelativamente all'avvicinarsi dei passi, lasciandolo proseguire dritto per la sua strada.
Giunse a mattino inoltrato in un paesino come tanti, lì nelle Risaie, i tetti bassi e le case modeste. Un forte odore di sake nell'aria, e gente al mercato sulla strada principale. Avvicinatosi alla ressa, il giovane poté apprezzare una grande varietà di odori. Dal pesce fresco al pane appena sfornato, dal formaggio fresco al letame sotto le proprie scarpe, fino a distinguere un inconfondibile aroma di polvere da sparo. E ci fu un'esplosione, discretamente potente, che fece ringiovanire qualche vecchio barbuto e ribaltare una possente comare. I primi ritrovarono la lena di correre a salvare la pellaccia, la seconda rotolò su un bancale ricavandone segatura.
Il botto lasciò, oltre ad un considerevole caos e alla nebbia di guerra, un piccolo cratere in terra e parecchie merci incustodite. Ma finalmente ci fu silenzio, e Yo era in un lampo solo. O quasi.*


???:"Ah, guardate! Uno non è scappato!"

???:"Troppo terrorizzato per darsela a gambe eh?! Ahahahahah!"

???:"Che ne facciamo?"

???:"Vediamo cos'ha sotto quel mantellone e poi lo lasciamo marcire nel suo stesso sangue, al solito."

*Quattro sagome si delinearono attorno all'ormai comprensibilmente infastidito ninja, tutte piuttosto nutrite tranne una. Allampanata.
Man mano poi che la fumera si diradava, Yo fu in grado di distinguere sulle bandane e le giubbe lo stesso simbolo riportato sull'anello. Scagnozzi?
I quattro si avvicinavano, circondandolo e lasciando trapelare sguardi famelici. Coltelli alla mano.*


???:"Tranquillo, vogliamo soltanto divertirci un po'... è da tanto tempo che qualcuno non fugge al nostro arrivo."

???:"Eheh... facci vedere quello che hai lì sotto..."

???:"S-suonava gay capo... questa suonava gay..."

???:"Cos..!?!"

???:"Ricordati questo nome quando andrai all'inferno: Compagnia di Ebi!"

*E saltò addosso al malcapitato, puntando ad atterrarlo violentemente. Gli altri due, dopo un imbarazzante frangente ed un eloquente sguardo, lo seguirono.
Il quarto allampanato, rimasto in disparte, osservava ancora la scena oltre in naso brufoloso. Non sembrava molto sveglio, ma qualcosa nel profondo degli occhi lucidi parve illuminarsi di fronte a quell'assalto.
E parlò a sua volta.*


???:"Avete mai avuto l'impressione che qualcosa di brutto stesse per accadere? Non dico in generale, dico a noi. Ora ho come la netta sensazione che le cose si metteranno male per tutti. Non saprei dire come mai, sembra tutto normale, e dopotutto siamo quattro contro uno, ma qualcosa nel profondo della testa mi dice che oggi andrà male. È quasi una voce, e mi dice "Shikari, smettila di fare il corsaro, non molestare individui tenebrosi e fatti una famiglia". Non dico che mi pento della mia vita, ma adesso più che mai sono aperto alla riflessione sui miei atti. Come se qualcuno mi stesse suggerendo cosa pensare e cosa dire in questa situazione, magari sapendo cosa accadrà alla mia anima in un futuro prossimo...
Ma magari mi sto immaginando tutto, e sarebbe ora di..."


*Nessuno lo ascoltava, ma andava bene. Non era certo colpa degli altri tre; loro stavano semplicemente facendo il proprio dovere.*

GDR OFF///Oh lol. Forza 50.///GDR ON
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 31/3/2012, 22:41     +1   -1




GDROFF://cioè, no, è stupendo... che c'entra il quarto pirata che parla così tanto!?!?!? XDXDXD//GDRON:

Yo proseguì nel suo viaggio senza troppi intoppi. La strada era tranquilla e frequentata da paesani, in ogni caso. La bellezza del paesaggio e della giornata erano completamente sprecate, con lui... impassibile a questioni estetiche o naturalistiche, la mente del burattinaio, quando guardava il mondo che lo circondava, vedeva azioni e reazioni, chimica in movimento, forze contrastanti, possibili obbiettivi o minacce: era un meccanismo difensivo, scomporre e analizzare tutto ciò che incontrava, dalla famigliola che portava le sue merci al mercato, al vecchio che zoppicava per andare al vicino santuario.
La sveglia mattutina di solito per il burattinaio, di vita frugale e interessi ben concentrati, era inesistente. Era appassionato del suo lavoro, ma faceva orari assurdi, spesso coinvolto nelle speculazioni ed esperimenti fino all'alba. L'idea di svegliarsi, all'alba, aveva qualcosa di comico, ma chissà come mai, a lui non veniva voglia di ridere, al massimo di sbadigliare sonoramente, di tanto in tanto.
Il paese verso cui era diretto non sembrava riservare sorprese di sorta. Non individuò immediatamente l'ospizio, e si aggirò per un poco per le strade dense di odori e di fanghiglia schifosa. Un paesino come tanti altri, vicino al mare, lontano dai conflitti. Il paese del riso non era poi così ricco, anzi, e Oto era il villaggio di quel paese fondamentalmente per la debolezza delle infrastrutture governative, che non potevano fare a meno di chiudere uno o entrambi gli occhi sulle attività dei ninja del suono.
La tranquillità venne distrutta prima ancora che dal boato, dal puzzo di polvere da sparo. In quanto appassionato di ordigni esplosivi, cosa non molto savia per qualsiasi persona, ma decisamente pericolosa in mano ad un burattinaio, Yo conosceva le componenti di bombe e congegni esplosivi di vario tipo, e sentire, in mezzo a quel connubio di odori, quello in particolare, fu stranamente spaesante.
Lo spaesamento fu rapidamente cancellato dall'esplosione, non abbastanza nè forte nè vicina da impensierirlo o metterlo davvero sulla difensiva, ma comunque era fonte di preoccupazione: sapeva quanto danno poteva fare un esplosivo ben piazzato.
Quattro improbabili ceffi uscirono dal caos che l'esplosione aveva lasciato. Yo si era coperto il viso per evitare la polvere, ma non era di certo scappato, e questi lo puntarono immediatamente con l'arma peggiore che ogni ceffo che si rispetti può usare nel momento del bisogno.
Una discussione tra ceffi su chi è più duro o forte.


"fottuti trogloditi..."


Yo non potè fare a meno di notare il simbolo su una delle giubbe. Lo stesso dell'anello... kame, perchè non davano mai spiegazioni esaurienti, nei briefing? A quello avrebbe pensato dopo, comunque. I trogloditi volevano attaccarlo, senza troppe sorprese, in modo ravvicinato e brutale, Il fatto avessero anche convenientemente rivelato il nome del gruppo di cui facevano parte, era un piccolo bonus che poteva sfruttare in seguito, probabilmente.

"Ebi... gambero, ecco perchè quello strambo simbolo."

Mentre pensava, agiva. un controllo accurato del chakra gli garantiva vantaggi immensi rispetto ai tre disgraziati che aveva davanti. Primo, era più forte di loro in generale, per quanto fosse un ninja piuttosto ossuto.

"Che senso ha attaccare in questo modo un villaggio così vicino ad Oto... capisco che siamo pochi, ma è pura idiozia."


deviò il primo attacco con una manata ben piazzata sul braccio avversario, sfruttandone l'impeto, passò prima sul suo lato, poi dietro di lui, e gli sferrò un colpo di piatto dietro la nuca.


"e poi con truppe così scarse. un genin li batterebbe tutti, con facilità. E' assurdo."

gli altri due non si aspettavano quel primo atterramento, e non si aspettavano neanche la piccola figura ammantata che scivolò senza problemi tra di loro, allungando due pugni perfettamente coordinati nello stomaco di entrambi. Se c'era qualcosa che non mancava ad un burattinaio, era coordinazione mente-mani. Chakra fluiva nel sistema del chuunin, rendendo ogni suo attacco decisamente più pericoloso, ma cercò di limitarsi il più possibile, evitando colpi letali.
Finito coi tre, si spolverò le mani, voltandosi vero l'ultimo, che stava parlando a raffica dall'inizio dello "scontro", e che, sperava Yo, avrebbe smesso a breve.


-Portami dal tuo capo, ora.-

Il volto ancora coperto, aveva però un ghigno molto evidente stampato sul volto magro. E un kunai molto affilato in mano, e puntato contro la gola del chiacchierone.


GDROFF:/for 62, chk 117. Non so quanto serva per essere "letale, ma non troppo" quindi non so quanta stm spendo, ma in ogni caso dovrei recuperarla naturalmente nel turno dopo :S/:GDRON
 
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view post Posted on 2/4/2012, 19:36     +1   -1
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*La polvere non si era ancora stufata di aleggiare quando i tre incontrarono il suolo sterrato, visibilmente sorpresi e doloranti. Uno era svenuto, quello colpito alla nuca, o almeno ipotizzarono fosse stato colpito alla nuca. Forse era morto, e ciò li smuoveva abbastanza da dimenticare per un attimo il dolore allo stomaco.
L'altro osservava, ancora. Stavolta zitto, ma pochi avrebbero potuto immaginare quanto, interiormente, si domandasse sull'origine del pensiero che l'aveva portato a parlare.
E la risposta era li, sulla punta di quel kunai che ora invitava la gola a non deglutire. Lo guardò, e incontrò anche la dentatura del ragazzo. Sana, a dispetto della sua.
Parlò presto, ma non pareva granché spaventato. Anzi, oltre all'abitudine giocava un ruolo preponderante la volontà di redimersi. Una volontà abbastanza strisciante, pigra, ma era lì assieme a lui.*


???:"L'avevo detto però... vabbé, di qua."

*Si voltò, e placidamente marciò oltre il cratere. Mostrò un'andatura lievemente caracollante, forse dovuta all'altezza, ma perfettamente in grado di superare il dislivello.
La gente, intanto, iniziava a fare capolino dai vicoli e dalle finestre. Alcuni anche dalle bancarelle rimaste integre o quasi. I più curiosi si avvicinavano al buco. Nessuno, comunque, tentò di fermare i due, specialmente perché il capo dei masnadieri cacciò un urlo sofferente al seguito del chiacchierone.*


???:"OSHAAAAAAAAAAAAAAAAA TRATTIENILO, ORA VENGO AD INFILZARLO FINCHÈ NON SONO SODDISFATTO!"

*Il tipo non si voltò, ma si fermò un attimo, confuso. Intanto l'appello furente era sfociato in un potente rigurgito a base di pescato; il conato perfettamente udibile.
Non era il solo ad essere confuso in effetti. Trai paesani più vicini al polverone, qualcuno giurò di aver sentito ventilare ipotesi di omosessualità circa i gusti sessuali del bandito, sempre più fondati. Lui non poté smentire, se non vomitando mugugni assieme alla colazione.
Procedettero, e procedettero ancora. Non si fermarono per diverse ore, non si parlarono e non si guardarono. Uno davanti, insospettabilmente pensoso, l'altro dietro a fare attenzione. La strada era dritta, ma del tempo ora non importava a nessuno dei due.
Dopo aver percorso un numero considerevole di chilometri, Osha si fermò ad una svolta. Una stradina poco battuta, a sua volta lunga e stretta e trai campi. Monotona, se ne vedeva la fine in un bel casolare biancastro circondato da giardino.
Senza troppa cura, girò e partì alla volta della costruzione che tutto aveva fuorché del piratesco. C'erano belle siepi, bei fiori profumati ed alberi ridenti. Ogni tanto si sentiva il cinguettare di un passero, ma nulla di più.
Sulla targa posta sopra il cancellino di ingresso si leggeva: "Il mulinello a vento, la casa dei vecchi marinai che vorrebbero stare a mare ma non possono starci per via dei reumatismi della demenza e della mancanza di criterio e che quindi sono mollati qui con una scusa e non vengono più ripresi e quindi si lamentano..." continuava, ma diveniva man mano più piccola all'avvicinarsi della fine dello spazio disponibile.
Passarono oltre, ed entrati nel giardino costeggiarono un piccolo cammino in ciottoli fin dietro la facciata. Qui, dietro un cespuglio, un vecchietto riposava stringendo la damigiana come fosse un peluche. Il sole filtrava attraverso il fogliame, e, dondolando la sedia, raggiungeva a fasi alterne gli occhi del dormiente disturbandolo. Ma subito finiva, e subito ricominciava, sicché il nonnino pareva tormentato.
Cosa più importante, però, era che ogni volta che la sedia raggiungeva la massima inclinazione all'indietro, il legno toccava un ciottolo che a differenza degli altri cedeva alla pressione, provocando l'apertura di uno spiraglio nella parete alle spalle del vecchio. Subito lo spiraglio si richiudeva al sollevarsi del dondolo, e della polvere cadeva su testa e spalle del dormiente.
Quando i due lo raggiunsero, il nonnino aveva respirato abbastanza stucco da starnutire poderosamente. Si svegliò, li guardò oltre la nuvola biancastra creatasi, poi si stropicciò gli occhi azzurrini e li guardò ancora.
E biascicò senza denti.*


???:"Shono giallo o verdashtro, la cinetosi è mia mamma e lo shtomaco mio papà, cado dalle navi ma galleggio facilmente, non mi piace invece rimanere a casa mia. Cosha shono?"

*Inutile dire che Osha non avesse la più pallida idea di cosa fosse la cinetosi. Ma forse Yo, da medico, un'idea l'aveva. E forse aveva anche la facile risposta a quel quesito.*
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 2/4/2012, 20:23     +1   -1




Yo fu piuttosto soddisfatto del fatto che il bandito si comportasse bene. Sia per il fatto obbedisse, sia per il fatto di stare zitto. Stava appunto per incamminarsi dietro di lui, se non per il fatto che il capo dei "pirati" pareva essersi ripreso abbastanza da urlare dietro di lui... eppure era sicuro di aver colpito un punto piuttosto vitale, per la respirazione e la digestione. A quell'ora del mattino, se aveva fatto colazione, non poteva...
Come sospettava, l'urlo sfociò in un conato di vomito. Non era un buon combattente, ma sapeva dove colpire per fare male, o causare gli effetti che voleva.


-Questi tre fessi forse hanno una taglia sulla testa, usatela per riparare i danni.-

Fatto il suo dovere di difensore dell'onorevole paese dei campi di riso, di cui in realtà importava poco o niente, riprese la marcia. Passarono le ore, in quella mattinata perfetta. Ripose il kunai, che d'altronde poteva estrarre con grande velocità, e si fidò del fatto che l'altro non fosse un imbecille, come in effetti non sembrava essere, e provasse a fare mosse azzardate.
Arrivarono all'ospizio del messaggio, senza troppe sorprese. Questo annullava il dubbio che era sorto a Yo riguardo al fatto di ignorare le specifiche della missione. Almeno sapeva cosa c'entrava un ospizio. La descrizione improbabile non sorprese il ninja di Oto: se era invischiato con quei banditi da quattro soldi, poteva immaginare quanto scarse fossero le difese. Di nuovo, perchè mandare un chuunin a svolgere un lavoro da genin? La cosa puzzava sempre di più.


"beh, perlomeno è un posto... carino."

Non era proprio il suo genere, quel paesaggio bucolico, e, anche se non lo irritava, di certo si sentiva vagamente fuori posto, non a suo agio, comunque. In più, si chiedeva perchè mettere un ospizio per marinai in pensione lontano dal mare. Più stupido che sospetto, in effetti, ma Yo era un noto paranoico.
Quando incontrarono il vecchio, con il suo spettacolo della sedia a dondolo e l'indovinello obrobrioso, Yo aggrottò ancora più le sopracciglia. Questo era ridicolo: ovviamente l'indovinello di per sè era semplice, anche se vagamente disgustoso... ma cosa nascondeva? Era davvero quello il "capo" del gruppetto di banditi?


-Il vomito.-


Per evitare di sorbirsi altri indovinelli, comunque, estrasse l'anello col sigillo dell'ancora con le chele, mostrandolo al vecchio. Non liberò il volto dal mantello, nè fece mosse azzardate, e comunque teneva d'occhio il chiacchierone, che in fondo non aveva ancora visto in azione.

-Ora tocca a me. Che vuol dire questo, e cosa c'entri tu?-

Yo come al solito raramente aveva pazienza o buone maniere. Arrivava al punto, nel modo più veloce che conosceva, ovvero raramente badando a chi c'era in mezzo. Curiosamente, il suo stile di combattimento era l'esatto opposto.
 
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view post Posted on 10/4/2012, 12:36     +1   -1
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*Sia il vecchio che Osha rimasero abbastanza di sasso alla risposta di Yo. Il nonnino piantò lo sguardo appannato sul burattinaio, ma non si poté dire se per sorpresa nell' aver ricevuto responso così celermente o semplicemente per difficoltà nel ricordare lui stesso la risposta al quesito. Osha rimase perplesso, come sempre era, attonitamente perplesso.*

???:"Eeeeeeeh...."

*Un lungo sospiro in quel del giardinetto. Null'altro.
Il dondolìo della sedia arrivò alla fine, e la pietra perì definitivamente sotto il peso del legno. La fessura alle spalle divenne rapidamente un'apertura, l'apertura un passaggio. Ed eccolo li, alle spalle del guardiano senile, il passaggio segreto non più molto segreto.
Osha si riscosse, e senza dare peso alla domanda del burattinaio si incamminò al buio della lunga scalinata discendente appena comparsa.
Il nonnino si girò lentamente verso Yo, stavolta sorridendo tutto denti senza denti.*


???:"Rishposhta eshatta, vi shta ashpettando."

GDR OFF///Finalmente. Scendi e dimmi cosa vedi, lo lascio alla tua discrezione.///GDR ON
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 10/4/2012, 18:04     +1   -1




Yo strinse gli occhi, allarmato e vagamente sorpreso... anche se non troppo. Il fatto che un bandito l'avesse portato in quel luogo ameno, e la sua missione fosse di recarsi lì l'aveva già messo abbastanza in allerta su possibili sorprese e di certo dubitava dell'apparente tranquillità di un "ospizio" dove tante tracce sospette conducevano. Di certo ficcarsi nella tana del lupo (o dell'aragosta) non era una prospettiva allettante.
Guardò il bandito ora diventato taciturno, valutandone ancora una volta la pericolosità: la valutava come inesistente, sperò di non sbagliarsi.


-Ok, ti lascio libero, fai quello che vuoi della tua stupida vita.-

Ciò detto, si voltò, per quanto non abbassando del tutto la guardia, e cominciò a seguire il passo ciondolante e strascicato del vecchietto. Era poi davvero un vecchietto? Se lo era, era anche un guardiano davvero da poco. O forse puntavano sul sotterfugio, chiunque "loro" fossero? Ma perchè doveva essere così paranoico dopo che aveva sconfitto già tre sgherri di quella banda senza dover usare praticamente nessun suo punto di forza?
La risposta era semplice: era fatto così.
La discesa pareva piuttosto lunga, ma non così terribile come temeva: pareva che quel passaggio segreto fosse stato fatto all'interno di un muro dell'ospizio dal nome chilometrico, e poi scavando verso il basso. Dopo una decina di gradini, comunque, arrivarono a quella che sembrava una cantina riarredata, e forse era davvero quello il caso, dato che Yo potè notare qualche otre nell'angolo della stanza. Un tavolo e due sgabelli stavano nel suo mezzo, mentre un'altro corridoio dall'aria dimessa stava dall'altro lato della stanza.
Il simbolo dell'ancora con le chele si trovava sopra questo ingresso, e l'unica fonte di luce era una lampadina dall'aria malferma e attempata nel mezzo. Non sapendo cos'altro fare, Yo aspettò succedesse qualcosa, cercando di tenere d'occhio il vecchio, le scale dietro di lui e l'altro ingresso, vagamente in penombra, contemporaneamente. Teneva le mani dietro la schiena, apparentemente a suo agio, in realtà una sul rotolo delle evocazioni, l'altra con in mano un kunai. Il mantello e il cappuccio continuavano a mantenergli fattezze e vestiario in ombra... perchè la prudenza, si sa, non è mai troppa.


"E ora aspettiamo che qualcuno si faccia vedere e mi spieghi che succede."
 
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view post Posted on 13/4/2012, 10:59     +1   -1
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*Non dovette attendere molto, aveva già atteso abbastanza.
Un rumore di passi si distinse dall'ormai confinato frusciare del giardino, ed avanzando portò con sé l'eco di una falcata ampia e decisa, stivali dal tacco duro.
Apparve alla luce del lumino una camicia aperta sul davanti, di un verde acceso e gessature bianche. Il colletto sbocciava ampio, sfacciato quasi, ed un ciondolo d'oro sfolgorava sul petto villoso e fiero. Dopo aver emesso uno sbuffo dal sapore di ghigno divertito, il nuovo arrivato parlò in direzione del buio davanti a sé.*


???:"Perdonami se ti ho costretto a questo trantran ridicolo... ma non ti immagino come uno di quei ninja imborghesiti, affamati di rispetto, più vicini ad un samurai...
Grazie Osha, puoi aspettare fuori."


*Il giovane allampanato si irrigidì, ma neanche troppo, fece un passo indietro e scomparve su per la scalinata. Quella voce, suadente, come minimo, ma venata di una sicurezza tra il carismatico e l'autoritario, doveva aver fatto presa persino sull'animo ciondolante del brufoloso. Ed era tutto dire.
Avanzò, rivelandosi del tutto al giovane shinobi ed andando oltre la chiacchiera. Sottobraccio una feluca ben tornita e alle orecchie anelli, portava una barbetta caprina ed aveva le sopracciglia ben delineate, forse curate. La muscolatura rimaneva coerente anche in luce, e non si nascondeva affatto sotto la camicia.
Sorrise, e gli indicò lo sgabello dinnanzi, sedendosi.*


???:"Sono il capitano dell'Ebidaiba, il Gambero Tuffatore, e tu devi essere Yo Saito. Il piacere è mio.
Prima di chiederti di restituirmi il mio anello di famiglia, voglio domandarti se ti piace il mare. A me molto, ma certe volte vorrei proprio essere a terra. E certe volte a terra vorrei essere in mare... mhmh...
Fai bene ad andare in giro coperto, a non fidarti... il Suono non delude quanto a capacità dei suoi... affiliati. Ma ti invito ugualmente a sederti, e a non prendermi troppo sul serio."


*Attese qualche secondo, forse una risposta o un gesto da parte dello shinobi, o forse no. Ritrasse la mano ospitale, degradandola ad allisciabarba, ma non smise di sorridere. Anzi allargò il ghigno sornione.
Gli occhi erano difficili da collocare. A differenza del resto del corpo, che tradiva un gusto estetico marinaresco e gioviale, le palpebre erano fessure nascoste all'ombra delle sopracciglia. Ma non vi era dubbio che lo stesse guardando, che lo vedesse bene nonostante l'oscurità.*


???:"Mentirei se ti dicessi che non ho voglia di sfidarti qui ed ora, e vedere di cosa sei capace... dato che ho bisogno di un combattente eccezionale per ciò che sto cercando di ottenere...
Ma ti prego di rispondere alla mia domanda iniziale..."
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 13/4/2012, 17:07     +1   -1




//schitarrata di fandango//

Yo studiò l'individuo al buio del suo cappuccio. Fisico allenato, aria sorniona, parlata suadente. Un tipo sicuro di sè, forse anche troppo. Di sicuro, un tipo ambiguo, o almeno, dava quest'impressione. Quella di qualcuno che raramente mostrava le sue carte, e anche quelle che mostrava, probabilmente le aveva tirate fuori da qualche manica o anfratto segreto.

"pirati. tch. E lavoriamo coi pirati, avanti."

Coprire il suo volto non aveva più alcuna utilità. Nè pareva utile sogghignare come faceva di solito: di solito non aveva davanti gente sogghignante, e avrebbe perso gran parte del senso del drammatico: come molti burattinai, Yo contava molto sull'effetto scenico delle sue tattiche.
Si tolse il cappuccio, mostrando il viso affilato e vagamente volpino, gli occhi cerchiati dalla prolungata permanenza in ambienti scuri, e un'espressione tranquilla e sorridente, anche se in modo non sfacciato e affilato come al solito. Solo sorridente. Poggiò l'anello sul tavolo... anello di famiglia? In effetti non pareva paccottiglia, ma doveva tenerci, a quell'intervento, per lasciar andare in giro ninnoli a cui pareva tenere. Non sembrava il tipo da non dare importanza a certe cose.


-Sono Yo Saito, capitano. Onore, rettitudine e morale li lascio a gente che non deve campare nascondendosi nelle ombre. Sono un ninja, non un daimyo.-

Ed era vero, anche se Yo stesso pareva seguire uno strano senso dell'onore... molto particolare e decisamente contorto. L'altro non si era presentato, ma conosceva il suo nome, non aveva più senso nasconderlo. Chi si nasconde quando è scoperto è un imbecille, tanto vale mostrarsi e cambiare strategia.


-Quanto al mare, vengo dal paese del vento, l'unico mare che conosco è fatto di sabbia. Mi piace, ma non è quello che vuoi sapere. Non mi attira il tuo mare, non mi fa schifo, non mi preoccupa. Non mi interessa e basta: se vuoi ninja, non ottieni un poeta, dimmi cosa devo fare, e sarà fatto.-

Il commento sul combattere contro di lui lo lasciò cadere nel nulla. Gente che voleva combattere con tanto entusiasmo di solito finiva impalata in qualche scontro incontrando qualcuno di più forte: non lo stile del burattinaio, nè lo stile di un ninja, secondo Yo. Finire impalati era male per gli affari.
Le mani, in compenso, rimasero dietro la schiena, celate dal mantello. Va bene tutto, ma non era comunque il caso di abbassare la guardia. Supponeva che l'altro non sapesse che lui aveva steso tre suoi sottoposti in un villaggio vicino: il fatto che utilizzasse ninja di un villaggio che garantiva la pase del paese che pareva voler razziare era strano. Forse anche i quattro fessi erano un test per lui, tanto per assicurarsi fosse davvero un ninja e non un falsificatore. Anche il fatto di far esplodere bombe in mezzo ad un paese era sospetto. Ma forse, come al solito, Yo pensava troppo e quel pirata era solo ciò che sembrava: un pirata. I pirati razziano i villaggi vicini alla costa, è noto, quindi perchè scervellarsi?
 
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view post Posted on 16/4/2012, 19:51     +1   -1
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???:"Puoi contarci.... e beh, si, anche un mare di sabbia va bene. Oh io non ho mai navigato in mari di sabbia, anche se posso dire di aver solcato parecchi liquami improbabili, ma sapere che c'è un mare, nella tua mente, che ti ricorda casa e che ti piace..."

*Ridacchiò, e poi, scomparve.
Scomparve cioè si mosse rapido, di quei movimenti istantanei che lasciano intravedere un vibrare indistinto di sfumature nello spazio. In poche parole, Yo non lo vide neppure avvicinarsi.
Un braccio nerboruto lo strinse dal fianco ammantato, e con vigore amicale lo scosse fino a far oscillare le teste d'aglio appese poco distanti. Cosa volesse ottenere non fu molto chiaro, dato che il burattinaio avrebbe potuto reagire, e sarebbe finita male.*


???:".... ti rende un po' marinaio, no?! Dhahehehehehhehehehahah!"

*Il vocione, caricato di complicità da osteria ubriaca, gli rimbombò nelle orecchie e stesso fece attraverso l'ospizio. E rideva, e lo scuoteva, e rideva.
Poi lo lasciò scarmigliato, portandosi di fronte e battendogli una mano sulla spalla. Ora che si trovavano a pochi centimetri, tornava quella strana sensazione di confronto tra Davide e Golia, seppur in forma lieve, che aveva preso piede all'apparire dell'omaccione, ad Oto. Il Capitano era bello alto, e il burattinaio bello mingherlino.*


???:"Ti prendevo per il culo quando dicevo di volerti sfidare... cioè, è vero che mi serve un combattente eccezionale. Ma mi sei simpatico, e dunque, se moriremo, e moriremo, moriremo ridendo.
Ora andiamo, che si è fatto tardi. Le formalità da daimyos sono finite."


*E prese la via del giardino, fischiando, probabilmente ad Osha, perché gli si facesse incontro. Alla luce del sole, il fisico gagliardo incontrò lo sguardo stralunato del vecchietto di guardia, che non si aspettava di veder uscire da quel buco un ragazzone del genere.
Forse in quel momento gli passò per la testa di entrare a vedere cosa c'era in quella cantina. Se un ragazzetto incappucciato entrava, ed usciva trasformato in un pezzo d'atleta, forse le sue vecchie ossa sarebbero potute tornare a vestire muscoli guizzanti come un tempo, una volta entrato. O forse non pensava proprio ad un bel niente, ed aveva lasciato che la demenza lo vincesse.
Fu così che il nonnino, al comparire del Capitano, compì uno sforzo epico. Si levò dal dondolo e marciò all'epopea, puntando la scalinata per la cantina.
Al primo scalino vacillò, al secondo cadde rovinosamente. Il Capitano lo seguì mentre ruzzolava, o almeno poté farlo finché l'ombra non lo avvolse completamente, quindi si concentrò su Osha, che gli ciondolò davanti in breve.*


???:"Alle navi!"

Osha:"Alla nave... una è. E pure piccola."

*Il capitano fece finta di non sentirlo, o forse non lo sentì proprio. Camminò oltre, alla volta del porto.*

GDR OFF///Allora, due opzioni. La prima è che mi mandi un mp dicendomi che segui il giovine, quindi io descrivo il viaggio e l'arrivo al porto. In alternativa puoi fare tu tutto questo, e fermarti al momento in cui arrivate alle banchine. Hai massima libertà in quest'ultimo caso.///GDR ON
 
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lepnat_vasquez
view post Posted on 17/4/2012, 12:30     +1   -1




//la seconda che hai detto, ma se potessi decidere com'è la nave stessa, dato che probabilmente ci dovrò passare sopra del tempo e non vorrei scombinarti i piani.//

Il movimento rapido del capitano era... degno di un ninja. Pericolosamente vicino ad un attacco, e tuttavia non c'era vero intento omicida in quel movimento. Yo concentrò comunque il chakra nella mano, pronta per un attacco a sorpresa all'orecchio dell'altro: questo, l'avrebbe indubbiamente stordito abbastanza da mollarlo, in caso di attacco. Attacco che non arrivò mai, l'altro pareva entusiasta di sbatacchiarlo come una bambola di pezza, e d'altronde Yo, cresciuto in un villaggio dove l'abilità fisica era spesso considerata più in alto di quella mentale, era piuttosto abituato a quelle forme di cameratismo-bullismo.
Non ne era affatto contento, in compenso. E lo innervosiva essere di nuovo così vicino ad un evidente esperto di combattimento ravvicinato.
Ma era il cliente, quindi si tappò il naso, evitò di fargli saltare un timpano con una ninjutsu, e si limitò a cercare di avere un'aria meno sconvolta, ricomponendosi.


"e cosa sono questi discorsi sulla morte certa? Non doveva essere una missione di grado B? In cosa mi hanno ficcato, stavolta?"

Pareva che se non c'erano almeno due o tre pazzi omicidi per missione, non erano contenti. Bell'affare, lavorare per un villaggio segreto elitario e isolazionista.
Salì le scale dietro al "capitano" che continuava a non avergli detto il suo nome, ed evitò per un soffio il vecchio caracollante che rotolava giu dalle scale.
Con un sospiro, lo bloccò con un paio di fili di chakra, rimettendolo dritto, anche se un pò malconcio... l'indovinello sul vomito in fondo faceva piuttosto ridere. Un poco.
Uscì all'aria aperta, tirando su di nuovo il cappuccio, anche per poter un attimo rimettere assieme i pensieri, organizzare una linea d'azione.
Era evidente che la missione sarebbe continuata sul mare, ma per fare cosa? Quel capitano non pareva un tipo particolarmente legale, ma di sicuro aveva un qualcosa di eroico. Era eroismo in caccia di tesori, come tutti i pirati, sospettava il chuunin, ma sempre eroismo. Comunque pareva gli servisse qualcuno in grado di fare seri danni, e combattere bene... sconfiggere qualcosa, sembrava essere l'ipotesi migliore. Sconfiggere qualcosa in mezzo al mare.
L'immagine di qualcosa di enorme e tentacolare balzò per un secondo in mente al ninja, facendolo rabbrividire. Poi un mal di testa atroce lo colse, mentre numerose altre immagini lo riempivano. La promessa di una tizia che parlava di Dio... cosa? E quello da dove saltava fuori?
Durò poco, ma si accorse di essere piegato a metà, con gli occhi sbarrati e una mano a premersi la tempia.


"e ora comincio a sentire le voci. Fantastico."

Il sigillo maledetto sul suo petto pulsava dolorosamente, come in risposta a quell'intrusione. Qualsiasi cosa fosse stata, pareva essere passata. Gli altri parevano non aver avuto lo stesso problema. Sbuffando, proseguì dietro al capitano, ancora tenendosi una mano alla testa. Ci mancavano, le apparizioni divine.
Nonostante l'aria cupa e schifata, la giornata era davvero stupenda. Mentre il capitano proseguiva baldanzoso, Yo e il pirata ciarliero lo seguivano di buon passo, anche se quelle maledette gambe lunghe non aiutevano il ninja, che si trovò costretto a trotterellare in modo vagamente ridicolo. Stupidi atleti.
La banchina pareva del tutto provvisoria e non molto ben costruita. Si trovava in una insenatura rocciosa a poca distanza dalla casetta, un punto insospettabile, e probabilmente usato per operazioni di contrabbando. La discesa verso la banchina non era particolarmente difficoltosa, ed era inoltre ben calcata e usata da molto tempo: non era la prima volta che quel posto veniva usato per questi affari. Il ninja tenne a mente la posizione, non si sa mai a cosa potevano servire posti come quello.

 
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view post Posted on 23/4/2012, 13:34     +1   -1
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*Avevano deciso di attraccare a debita distanza dal porto vero e proprio. In effetti, più che attraccata, la nave pareva essersi arenata alla buona. La polena prendeva il sole sulla spiaggia, e buona parte dello scafo era visibilmente ancorata alla battigia.
Il gruppetto si avvicinò senza troppi convenevoli, e venne dapprima scrutato, quindi raggiunto dall'equipaggio nascosto tra le rocce. Alcuni spudoratamente delinquenziali, con le loro pance pelose e barbe ingioiellate, altri dalle parvenze persino oneste.
Erano davvero pirati? O almeno, tralasciando la condotta dei singoli, l'Ebidaiba poteva dirsi una nave pirata?
Il Capitano si fece incontro agli uomini, salutandoli con una sventolata di mano ed un sorriso smagliante.*


???:"Signori, ecco la forza che il villaggio del Suono ci manda in aiuto. La difesa delle sue coste vale l'impiego di un singolo ninja: Yo Saito.
Naturalmente è uno shinobi di grado sannin, che per chi non lo sapesse è il massimo livello di capacità acquisibile da un ninja."


*Seguirono mormorii ammirati, e sospiri di sollievo. La figura ammantata del burattinaio guadagnava un'aura di comando ed autorità immediata.*

???:"Non basterà."

*Non era una voce che amava farsi sentire, né che svettava di natura sulle altre. Eppure, neanche pronunciata la prima sillaba della frase che si accingeva a proferire, l'uomo ottenne l'immediato silenzio. Così parlò, e così tutti poterono ben udire.*

???:"Shiko-chan, apprezzo i tuoi sforzi, ma non c'è nessuno qui in grado di aiutarmi efficacemente..."

*La maschera di entusiasmo del Capitano parve incrinarsi; subito il sorriso smagliante si fece venato di rammarico, e gli occhi tradirono una leggera delusione. Si grattò la testa, e ghignando avanzò verso l'interlocutore.
Non perdeva il suo aplomb.*


Shiko:"Ahhh e dai vecchio, non può essere così tragica. Abbiamo uomini validi e volontà forte, ed abbiamo te! Il più famoso corsaro dell'intera costiera nord!"

???:"Mhmh... come vuoi tu Shiko-chan."

*La ciurma si aprì per permettere il passaggio di un uomo alto, slanciato, brizzolato. Doveva averne viste parecchie, e con lui la sua barba, che gli copriva il petto nudo fin quasi all'ombelico.
Ogni tanto tra le volute del pelame facevano capolino le valve semichiuse di un'ostrica o i baffetti di un crostaceo, e addirittura alcuni esserini si spingevano fuori dalla barriera corallina per passeggiare sulle spalle, fin sull'impugnatura dell'enorme arnese che portava cinto alla schiena.
Come facesse a portarlo non era dato saperlo. Pareva soccombere al peso dell'oggetto, una specie di blocco di pietra, un pezzo di rudere, che ad ogni movimento si sgretolava in quella che pareva essere sabbia.*


???:"Il mio nome è Shinkai. Immagino che questo sia solo lavoro per te, Yo-kun, ma ti ringrazio comunque per tutto l'aiuto che potrai darmi.
Hai già conosciuto il mio braccio destro, Kogake..."


*Si, l'aveva già conosciuto. Enorme, dall'inconfondibile suono metallico, minaccioso da far indietreggiare persino la luce attorno alla sua figura, Kogake lo osservava dal buio del cappuccio.
Il fatto che al tempo fosse notte non c'entrava nulla. L'energumeno era davvero terribile, almeno sulla carta.*


Shinkai:"Sappi che l'equipaggio di questa nave ha già accettato di seguirmi nella mia impresa. Tu sei libero di farmi quante domande vuoi, ed io ti risponderò.
Il tuo giuramento al Suono non so quanto valga, ma la tua vita non è senz'altro da buttare."


*Ciò detto, si rivolse al Capitano e alla ciurma.*

Shinkai:"Per stanotte rimaniamo ancora a terra. Domani vi darò altre istruzioni."

*Fece dietrofront, e lievemente curvo sotto il peso del rudere fece ritorno a quella che doveva essere una tenda da campo.
Kogake lo seguì immediatamente, totalmente insensibile alle fatiche del protetto.*


GDROFF///Perdonami il ritardo Silvio, non dovrebbero esservene altri. Sei libero di descrivere il vascello naturalmente. Passi la notte assieme all'equipaggio, decidi se fare visita a Shinkai o meno.///GDR ON
 
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