Missione 69D - Ulubranco, Per Tatsumaru e Belfagor

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view post Posted on 24/3/2012, 19:04     +1   -1

The Pine

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*Una richiesta da Genin, data a Genin, e che portava Genin a muoversi verso le porte del proprio villaggio. Non v'era scritto molto sulle lettere di reclutamento che avevano ricevuto. Per il semplice fatto che, probabilmente, la richiesta non era chiara nemmeno ai vertici del villaggio. L'unica cosa ben capibile era una: "lupi". La loro missione era incentrata su queste creature. In che modo? Non lo sapevano. L'avrebbero scoperto una volta raggiunti a destinazione... Ora l'importante era ritrovarsi.*


Gdr Off/ Sapete i nomi gli uni dell'altro, sono scritti nel mandato, quindi il primo che posta arriva alle porte, aspetta l'altro e trovate un modo per riconoscervi. /Gdr On
 
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Belfagor90
view post Posted on 25/3/2012, 20:24     +1   -1




La riflessione di quella sera era incentrata su un punto cardine dell’esistenzialità umana. Lo so, la parola “esistenzialità” non esiste, ma dire solo “esistenza” suona meno ricercato e banale. E io odio essere banale. Se qualcuno mi dicesse in faccia che sono banale probabilmente userei la sua testa mozzata per giocare a calcio. Non troverei molte persone disposte a giocare con me, ma non me ne importa una mazza. Sarebbe stata una buona scusa per imparare a palleggiare.
Cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Per farla breve il punto della questione era riassumibile in questa domanda: cosa vi da più fastidio in assoluto mentre state mangiando? Molti di voi direbbero “qualcuno che fuma vicino a me” e io gli darei ragione. “Avere davanti un maleducato che mastica a bocca aperta e parla sputando cibo come un vulcano attivo erutta lapilli” e anche questa è una risposta buona e giusta. Tuttavia io non risponderei in nessuno di questi due modi. Il mio particolare caso fa sì che la cosa che io odi di più quando sto mangiando è la gente che urla, specie quando è vicina. Non vi viene in mente il perché, vero? Beh, mi pare ovvio. Scommetto che a nessuno di voi è mai successo di sedersi ad un bar e vedere la clientela, nonché il barista, ritirarsi urlando sotto i tavoli – non vorrei suonare melodrammatico, ma un paio di volte hanno tirato fuori anche delle armi – oppure entrare in un chiosco e provare l’irritazione di una donnicciola che vi urla nell’orecchio appena vi guarda. E’ una puttanata, ve lo garantisco. Una puttanata bella grossa.
Mai però, ripeto MAI, mi era capitato di incorrere in una situazione del genere mentre ero in un fottuto bosco lontano miglia da qualsiasi forma di civilizzazione che non fosse me medesimo! Ero lì in... err, in ritiro spirituale – non direttamente collegato ad un certo vaso e all’aver minacciato l’intera servitù di casa Hyuga – e ci tenevo particolarmente a non essere rintracciato da anima viva. All’improvviso, proprio mentre mi stavo godendo la mia cena a base di cacciagione davanti ad un gran fuoco, mi vedo spuntare davanti un ninja! Immaginate la mia “sorpresa” in quella “insperata” visita notturna da parte di quella che avrei osato definire un rappresentante della legge. Nessuno si aspetterebbe una felice reazione da tutto questo da parte di una persona dalla coscienza pulita solo in parte, no? Oh, non dovete preoccuparvi. Non lo uccisi mica. No, denti e braccia erano ancora al loro posto quando me ne andai. Certo che siete diffidenti!! Semplicemente credo che vedere un viso tenero e dolce come il mio circondato dalle fiamme del falò con un generoso pezzo di carne fra i denti possa aver provocato un certo shock. Ebbe appena il tempo di sollevare la testa mentre diceva “convocazione per Hiroki Hyuga” che i nostri sguardi si incrociarono.
Come già annunciato il tipo mi aveva preso abbastanza di sorpresa e sono quasi certo che la mia espressione non fosse esattamente ospitale – come se io POTESSI FARE una faccia ospitale – quindi nessuna sorpresa, almeno per me, che il tipo lanciasse un urlo di terrore prima di svenire sul posto cadendo all’indietro.
Strano, pensai, eppure non gli ero ancora saltato addosso. Si vede che stavo migliorando.
Che dovevo fare? Prestargli soccorso o no? Nah, meglio di no. Sarà la sua punizione per il poco tatto dimostrato nell’interrompermi mentre mangiavo quindi, per prima cosa finirò con calma lo stinco di cinghiale che stavo rosicando. Tanto non mi mancava molto, dovevo solo spaccare in due l’osso e succhiare via il midollo – ve lo consiglio, è estremamente nutriente – per poi seppellire i resti così da non attirare animali selvatici. A quel punto, succhiandomi le punte delle dita ancora unte di grasso, mi avvicinai al’intruso per guardarlo in faccia. Ne rimasi irritato: era solo un bambinetto dal coprifronte così lucido da dichiarare subito il suo rango di Genin. Era di aspetto decisamene banale, con capelli castani e nessun tratto distintivo se non per un piccolo disegno a rombo color viola chiaro sullo zigomo destro. Gli sollevai una palpebra e notai che gli occhi marroni erano rivolti verso l’alto nella tipica maniera degli svenuti e non reagivano al movimento se gli passavo davanti un dito. La mollai lasciandola richiudere. Quel bamboccio era davvero partito per la strada maestra del mondo dei sogni.
Cazzo ci era venuto a fare lì? Come cavolo sapeva il mio nome? Era forse un messo del tribunale dei minori? Eppure le altre volte avevano mandato degli adulti, che fossero a corto di personale? Eppure dovrebbero conoscermi bene: non sono così facile da acchiappare, specie per un novellino!
Scartando quindi l’ipotesi del tribunale non rimaneva che perquisirlo per riuscire a scoprire la verità. Non dovetti lavorare troppo visto che teneva un piccolo foglio di carta in una tasca. C’era inciso sopra lo stemma di Konoha e in un angolo c’era scritto il mio nome, quindi non credo proprio che fosse la lista della spesa del coglione lì steso.
Oh beh, siccome c’era il mio nome sopra...


CITAZIONE
I Genin Hyuga Hiroki e Senju Tatsumaru sono convocati per una missione di grado D riguardanti alcuni lupi. Presentarsi domani al cancello del villaggio alle ore 08.00 per...

Smisi di leggere e dopo averla accartocciata buttai la lettera nel fuoco. Non avevo tempo da perdere. Se volevo evitare questa manfrina dovevo fuggire il prima possibile!! Non voglio avere a che fare con cose inutili come giocare a Cappuccetto Rosso o raccogliere margheritine sulla Rupe della Noia. Se vogliono qualcuno per raschiare il fondo delle missioni barbose hanno sbagliato uomo!! Ah, ma io faccio baracca e baracchini e nessuno mi troverà mai! Se butto il messaggero nel fuoco posso dire che la lettera è bruciata e non ne sapevo niente. No che non lo brucio vivo, che diavolo. Gli do giusto una piccola doratura se così si può dire.
Tuttavia la voce della ragione si fece udire distintamente nella mia testa riottosa facendo un’obiezione che non potevo permettermi di controbattere: “niente missioni uguale niente soldi e tu sei al verde”.

- ’fanculo... - pensai maledicendo la scarsa organizzazione delle mie finanze che avevo dimostrato fino a quel momento. A quanto pare sembrava proprio che non potessi evitare questa pallosa incombenza. Da quello che ricordavo sarei stato in coppia con un altro ninja che si chiamava... si chiamava... Zozzomaru? Era forse un qualche riferimento alla facilità con cui lo si trovava annusando l’aria mentre giocava a nascondino? Ricordavo però che era un Senju e ciò mi disturbava. Voglio dire, gli Uchiha sono i depressi segaioli di Konoha, gli Hyuga i guardoni ciecati, gli Akimichi i grassoni, i Nara i pigroni con la testa d’ananas e così via. Ma i Senju? Cosa potevo dire dei Senju? Ero, nonostante tutto, curioso di quale epiteto potrei affibbiare ad un clan che usa tecniche di legno. Voglio dire, a parte quello non hanno nessun tratto distintivo.
Per il bene dell’ordine cosmico era mio dovere trovare una risposta a quest’assillante domanda!
...sì, nonostante significasse travestirmi da coniglio e vagare per i boschi per fare da esca per dei lupi. Sempre che vogliano che faccia questo. Ora che me ne rendevo conto non avevo letto i dettagli sulla lettera e ciò era un peccato. Avrei dovuto aspettare il mattino per soddisfare la mia curiosità, sperando che almeno Zozzomaru sapesse cosa ci sarebbe toccato affrontare.
Ma prima di tutto ciò ci voleva una buona dormita! E per quanto riguardava il messaggero... che si fotta. Quando si risveglierà avrà un bel raffreddore e, spero, il buonsenso di tornarsene a casa senza più rompermi le scatole.
Senza aggiungere un altro commento su chicchessia mi preparari a ritirarmi nella tenda dopo aver messo qualche altro ciocco di legno sul fuoco. Non volevo che si spegnesse nel bel mezzo della notte o qualche animale avrebbe potuto portarmi via la preda ancora da cuoce...
Fissai il messaggero svenuto con addosso ditate di grasso e unto che ad un naso sensibile da cacciatore avrebbe fatto venire l’acquolina in bocca. Non potei far altro che dare la mia opinione ai posteri:

- La maialona di quella sorella trogola... - ringhiai frustrato fra me e me.
Dovevo trovare un modo per togliermi questo piccolo rimorso di coscienza. Ma come?
Guardai un rotolo di corda per le emergenze che avevo con me e un bell’albero robusto che sorgeva vicino al mio accampamento. L’idea prese rapidamente forma e lestamente preparai il cappio...

La mattina seguente, quando quel coglione di un fortunello di messaggero si risvegliò appeso a testa in giù all’albero, io ero già sparito da tempo. Dovevo essere al cancello per le otto, giusto? Beh, non voglio dover annusare la gente a casaccio e se Zozzomaru non aveva il quoziente intellettivo della foglia che avevo usato per pulirmi il culo quella mattina, allora avrebbe cercato uno Hyuga risparmiandomi un po’ di tempo e fatica. Il mio equipaggiamento da campeggio era stato ripiegato e nascosto per il mio ritorno per evitare problemi. Chissà, magari se avessi compiuto la missione avrei potuto anche tornare a casa per prendere qualche ricambio senza il timore di essere punito. Cominciavo ad essere a corto di vestiti e biancheria e lavare i panni nel fiume con un tozzo di sapone non era certo quello che io oserei definire un’attività divertente.
Dovevo proprio farla bene questa missione del cavolo. Era diventata una questione di sopravvivenza!

Quando arrivai al portone principale del villaggio subii per l'ennesima volta la seccatura di essere fermato dalle guardie che sospettavano di un qualche traffico illegale di armi, stupefacenti o quant’altro. Meno male che la cosa era ormai abituale e c’era una mia foto nella guardiola con scritto sotto “anche se lo sembra non è, ancora, un criminale” e quindi riuscii a togliermi da quell’impiccio con relativa facilità. La cosa buffa è che mi lasciarono andare dal posto di blocco al cancello esattamente per l’orario prefissato e devo dire che un po’ avevo tenuto in conto la possibilità questo contrattempo. Che volete farci? Ormai per me era quasi un'abitudine.
Ora non mi restava che aspettare l’arrivo del Senju puzzone e sperare che il nome non abbia un diretto collegamento con la realtà.

- Sempre che Zozzomaru non sia un emerito coglione. Se la gente mi rompe le palle di solito gli capitano strani incidenti...

Edited by Belfagor90 - 25/3/2012, 23:44
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 26/3/2012, 19:57     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Una fresca brezza accompagnava i passi di Tatsumaru sulla via che conduceva alle porte del villaggio. Il rumore dei suoi passi si perdeva nel brusio della gente indaffarata per le strade, tra gli schiamazzi dei bambini e le grida dei venditori, una gioiosa confusione era tutta intorno a lui, mentre sul suo viso regnava solo un placido sorriso. Dopo l’incontro con l’Hokage, il pensiero di Kai lo aveva visitato solo poche volte, lasciando il suo animo libero di essere ciò che era sempre stato.

L’inaspettato regalo di suo padre poi, lo aveva impegnato molto nei giorni precedenti, distraendolo dai cattivi pensieri. Kiku no Komichi, la meravigliosa spada che suo padre aveva fatto forgiare apposta per lui, il cui fodero laccato splendeva ora sulla sua schiena alla luce del mattino. Ogni giorno si recava nel bosco vicino casa sua, un luogo che aveva cominciato ad apprezzare sempre più da quando aveva risvegliato la sua kekkei genkai, forse per via della grande energia che percepiva in mezzo agli alberi. Aveva trovato un piccolo corso d’acqua, e in quel luogo integrava le lezioni del padre, allenandosi nei kata e nel controllo del flusso di chakra nella spada. I suoi piedi sfioravano con infinita grazia la superficie dell’acqua, mentre questa si muoveva e gorgogliava ad ogni fendente della katana. Ninjutsu incanalate, una tecnica che nemmeno suo padre conosceva, e di cui sua madre gli aveva solo accennato. Aveva raggiunto una grande sintonia con la spada, tanto da provare un insolito attaccamento nei confronti di quell’oggetto.

Il tonificante ricordo di quei momenti si accompagnava al pensiero dell’imminente missione. Tornato a casa dall’allenamento nella foresta, sua madre gli aveva consegnato una lettera recata nel pomeriggio da un Genin del villaggio. Era la convocazione per una missione, la prima della sua carriera. Se non fosse stato stanco per via dell’allenamento, di sicuro non avrebbe dormito per l’eccitazione. Era la prima occasione ufficiale in cui avrebbe messo alla prova se stesso, e il suo essere ninja. Nei momenti prima di addormentarsi, aveva ripensato all’Hokage, al villaggio della foglia, e un moto di orgoglio lo colmò al pensiero che quella missione era per lei, ma soprattutto per il villaggio.

Mentre faceva colazione, rilesse il foglio della convocazione. Non era molto preciso sulla natura di quest’ultima, ciò che aveva dedotto è che riguardava dei lupi. Inoltre, su di essa era scritto anche il nome del suo compagno, uno Hyuga. Naturalmente il suo pensiero colò allo Hyuga del suo esame Genin, sparito ancor prima di presentarsi o di completare l’esame. Si chiese se potesse essere lui, ma scartò l’ipotesi. Benché nell’ultimo periodo le coincidenze fossero state tante, non credeva possibile un nuovo incontro.

La sua mente smise di divagare non appena raggiunse le porte del villaggio. Davanti ad esse vi era un ragazzo, dai capelli arruffati, color castano scuro, e dall’apparenza poco raccomandabile. Tatsumaru rimase interdetto. Se non fosse stato per le iridi bianche tipiche del clan Hyuga, e per il fatto che si trovava proprio nel luogo dell’appuntamento, avrebbe detto si trattasse di un teppista. Si fece coraggio, l’apparenza spesso inganna, e in ogni caso avrebbero dovuto collaborare. Si avvicinò con passo sicuro, accennando un tiepido sorriso, e una volta raggiunto il ragazzo esordì con un inchino di saluto.

"Konnichiwa, il mio nome è Tatsumaru Senju. Tu devi essere Hiroki Hyuga, è stato facile riconoscerti"



Gli occhi del Senju non potevano fare a meno di fissare le iridi del suo interlocutore. Gli Hyuga lo avevano sempre inquietato. Il loro sguardo era per lui così freddo ed enigmatico da non lasciar trapelare alcuna emozione o stato d’animo. Era lo sguardo di un morto. Stranamente negli occhi del ragazzo colse dell’ira, ma poteva sbagliarsi. Mantenne il suo sorriso cordiale, era presto per sbilanciarsi, una sua risposta avrebbe permesso di capire meglio con chi aveva a che fare.

 
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view post Posted on 29/3/2012, 18:55     +1   -1

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*E dunque i due giovani si incrociarono. La loro missione stava per avere inizio. Ora non restava altro che trascinarsi nel luogo indicato dalle carte. Un villaggio non troppo lontano dalla foglia, immerso nella foresta e ben lontano dalle vie principali. V'era spiegato per bene il percorso da prendere, percorrere la strada magna che trascinava via dal villaggio per un paio di chilometri per poi andare verso nord, seguendo un percorso ben poco noto che tagliava in mezzo ad un bosco. Una strada poco trafficata per ovvi motivi.

Non restava che partire e godersi la passeggiata nel Paese del Fuoco, con un placido sole e una piacevole calura ad accompagnarli. Un quattro ore e sarebbero arrivati, nel mentre, potevano iniziare a pensare cosa gli sarebbe toccato svolgere. Lupi...*
 
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Belfagor90
view post Posted on 30/3/2012, 17:43     +1   -1




//E buttiamo giù qualche cazzata per entrare nel giusto spirito ^^//


Nel mezzo dell’aspettar di mia rottura, mi ritrovai davanti una ragazzina, che la via sicuramente avea smarrita... e dopo questa botta di ispirazione poetica da quattro soldi ho chiuso gente! Tanto scommetto che sarebbe venuta una grandissima merda. D’altronde me ne stavo in piedi a cavalcioni di quella che poteva essere la linea immaginaria che divideva il “fuori villaggio” dal “dentro il villaggio” e al momento ero troppo occupato a pensare come sarebbe starsene in quel modo sul confine di due stati per concentrarmi su stronzate come poesie mondane estemporanee. Certe cose mi vengono meglio sulla famosa tazza di ceramica.
Tornando a parlare della ragazzina, che vedevo solo ora essere un maschio (dannati capelli lunghi!!), mi si avvicinò con un sorrisetto “pace e amore” tale che già stavo pensando fosse un rivenditore ambulante senza merce o un fanatico religioso in cerca di approccio. Cosa non fanno i ninja per arrotondare un po’ il loro stipendio da fame!!
Il tale si presentò col nome di Tatsumaru Senju. “Tatsumaru”? Ma non significava forse “ragazzo drago”? Lo squadrai per bene da capo a piedi.
...
...“ragazzo drago”? Chi? LUI?
Esplosi in una prorompente risata malvagia. No, non chiedetevi perché. Io so ridere solo in quel modo.

- MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHH!!!
Diavolo, forse non ero stato tanto educato a ridere così forte dopo che il tipo si era presentato. Pero, uhuhuuhuhuh, mi arriva davanti un nanetto che avrà si e no dodici anni e si presenta con un nome altisonante come quello e una spada a tracolla che è lunga quasi quanto lui... beh, l’effetto è stato come vedere un coniglietto dalla voce caramellosa che si presenta come il “Il Divoratore di Interiora”: semplicemente esilarante!! E non osate contraddire il mio metro di cosa è divertente e cosa invece non lo è! I gusti son gusti e se i miei vi fanno schifo allora peggio per voi e andatevene a quel paese!! Che gentaglia c’è in giro, tsk!
- Non te ne farò un mistero, questa missione è una rottura di maroni e quindi voglio finirla il prima possibile. Andiamo, facciamo qualunque cosa dobbiamo fare e torniamo prima che qualcuno mi rintracci. Fai strada.
L’ultima parte poteva suonare un po’ dispotica, è vero, ma immagino che qualche stupido non si ricorderà che ho bruciato la lettera dopo le prime due righe perciò lo dirò un’altra volta: ho bruciato la lettera e non so dove dobbiamo andare o cosa dobbiamo fare!! Se il Senju lì ha avuto la premura di conservarla così da evitarci la rottura di chiederne un’altra allora tanto di guadagnato e che faccia lui da guida. Io di certo non glielo andrò a spiegare perché non ho i dettagli.
Tornando però a parlare del nanerottolo... come cavolo si chiamava alla fine? Zozzomaru non era, in fondo non puzzava e non c’erano “o” nel suo nome. Non poteva neanche essere “Tatsumaru” per ovvie ragioni e non potevo chiedergli di ripeterlo ancora una volta per non fargli credere che non me ne importasse niente. Anche se forse era proprio così.
Mmmmmhhh... ci sono!! Era sicuramente TAZZAmaru! C’era chiaramente una “a” in quello che aveva detto e poi mi suonava bene. Aveva anche una valenza simbolica visto che non c’era modo che non potessi diventare amico di qualcuno il cui nome rimembrava una tazza. A me piace il thè coi biscotti e quindi è naturale che mi piacciano anche le tazze dove poter bere e inzuppare!
Sì, doveva essere sicuramente così.
Ora dovevo solo cercare di creare un rapporto cameratesco di tipo “andiamo d’accordo fino a fine missione e poi ciao”. Per questo approfittai del fatto che probabilmente avremmo dovuto camminare parecchio prima di arrivare a destinazione. Questo sole continuo che batte sopra Konoha – e da quel che sapevo poteva essere secondo solo a quello della Terra del Vento che era un fottuto deserto!! – era una vera rottura e rimpiangevo il mio povero asciugamano perduto per delle lacrime di coccodrillo e uno spirito da tsundere. Sarebbe stato dannatamente comodo inzupparlo un pochino e tenerselo sul collo per ripararlo dal sole. No, non vi racconterò tutta la storia. Era una rottura di coglioni e poi la vostra piena comprensione era l’ultimo dei miei problemi al momento e non sto parlando della missione. Io parlavo del fatto che dovevo comunicare con qualcuno per un qualcosa che non erano delle minacce di morte! Non è facile ammetterlo, quindi lo dirò una volta sola: ero in piena ansia da prestazione!!
Preparai il mio bel discorso per tutto il tragitto sulla strada maestra e anche per un po’ di quello nel sottobosco quando deviammo verso nord per addentrarci nella foresta. Ci tenevo che venisse fuori bene visto che non sono abituato a fare quella che si chiama “una conversazione casuale”, quindi dovevo cercare di limitarmi a poche domande dirette per limitare i possibili errori. Aspettai fino a quando non ci fummo inoltrati abbastanza nel bosco prima di dare sfogo al mio accurato lavoro di oratoria. Per prima cosa avevo il sentore che iniziare con un qualche tipo di battuta potesse essere buono per alleggerire la tensione.

- Dunque Tazzamaru, vedo che non puzzi e ciò è un bene...
Perfetto, mi sembrava un buon inizio di conversazione. Se dovevo creare una specie di legame cameratesco era bene cominciare a trovare degli interessi comuni, a “fraternizzare” come si suol dire. Quanto alla mia idea di usare un travestimento alla Cappuccetto Rosso per attirare i lupi e sterminarli, se di questo si trattava, mi pareva fosse una cosa buona... ehm, “chiedere l’opinione di altri”. A dire il vero non ero familiare con questo concetto per più di un motivo. Primo, gli altri facevano quasi sempre quello che volevo IO. Secondo, era piuttosto raro che avessi a che fare con altri per cose simili. Di solito ero sempre e solo io quindi ciò che volevo fare era sempre la cosa migliore tra quelle proposte. Un sistema a prova di controversie e dispute per dirla tutta e finora non mi aveva mai tirato brutti scherzi.
Tuttavia un cambio di situazione richiede un’adeguazione di metodo. C’era anche il detto, no? “A Suna fai come i sunesi” o qualcosa del genere.

- Dimmi, tu da che parte preferisci scuoiare? Per orizzontale o verticale? Sei per caso familiare con i travestiti? Ho una certa idea su Cappuccetto Rosso che è una figata.
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 7/4/2012, 07:49     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



||Scusate l'immenso ritardo, ma la linea prima assente e poi presente per brevi periodi mi ha fatto dannare. Scusate ancora.||

La risata ricevuta in risposta alla sua presentazione, lasciò Tatsumaru perplesso. Non sembrava una risata di scherno, per questo la sua prima reazione non fu un istintivo odio verso lo Hyuga, piuttosto la sensazione che il tono malvagio della risata fosse fuori luogo. Chissà cosa passava per la mente di quel ragazzo, chissà cosa si celava dietro a quegli occhi vitrei. Tatsumaru ritirò lentamente la mano, mentre fissava sconcertato e perplesso la scena. L’insistenza di quella risata accese un fuoco d’ira, che prese lo stomaco del Senju, salendo fino alla testa e propagandosi per tutto il corpo. Se c’era una cosa che non sopportava erano i prepotenti ed essere preso in giro, e sebbene non fosse sicuro della prima, ora aveva la conferma che la seconda stava avendo luogo in quel momento. In situazioni come queste Tatsumaru cedeva all’ira, trasformandosi da dal placido ragazzo votato alla parola più che alla forza, nell’esatto opposto. Lo sguardo perplesso diventava sempre più adirato, finchè, nel tentativo di farlo smettere per non compromettere ulteriormente il loro futuro rapporto, sbottò

"Quando hai finito avvisami!"



*Cominciamo bene …*



Pensò sconsolato, privato di gran parte dell’entusiasmo che lo aveva accompagnato fino a quel momento. Era la sua prima missione, la prima volta che doveva collaborare con uno sconosciuto per raggiungere uno scopo comune, e questi si prendeva gioco di lui? Avrebbe voluto possedere gli stessi poteri di Yukiko per capire cosa stesse accadendo nella mente bacata di quello Hyuga.

Finalmente Hiroki sembrò aver esaurito la sua scorta di gas esilarante, e tornando serio mise subito in chiaro la sua posizione. Non sembrava particolarmente felice dell’incarico assegnatogli, e inoltre sembrava non volesse essere rintracciato da qualcuno. Non indagò sull’ultimo punto, tutta la voglia che aveva di socializzare con quell’individuo era svanita quasi istantaneamente. Gli disse di fare strada, e Tatsumaru fu felice di accontentarlo. Finalmente la sua prima missione aveva inizio.

Hiroki stette in silenzio per la prima parte del tragitto, e sul suo viso si poteva leggere un’espressione pensosa. Dal canto suo, anche Tatsumaru stette in silenzio, preferendo ripassare mentalmente il contenuto della lettera, in modo da lasciar sbollire l’ira e il fastidio che quello Hyuga gli avevano procurato. Avrebbero dovuto seguire la strada maestra per circa due chilometri, dopodiché avrebbero svoltato verso nord, tagliando per i boschi fino al luogo indicato. Una lunga passeggiata insomma, nulla di difficile all’apparenza, tuttavia un dettaglio lasciava perplesso il ragazzo. Lo scopo della missione era intuibile, ma non chiaramente specificato. Lupi, solo questo era scritto nella lettera, il nome dei loro nemici in quella missione, nessun altro dettaglio. Era difficile sapere esattamente cosa aspettarsi, Tatsumaru immaginò che un branco di lupi desse problemi agli allevatori locali, e che il loro compito fosse stato quello di scacciarli, o peggio eliminarli. Nel secondo caso gli sarebbe dispiaciuto, alla fine si trattava di istinto di sopravvivenza, e l’unica colpa che quelle creature avevano era quella di volersi procurare il cibo. Pensò a dei modi per risolvere la questione nel miglior modo possibile, e subito gliene venne in mente uno. I lupi sono animali con un forte istinto gerarchico, organizzati in branchi guidati da un unico individuo, il maschio alfa. Forse eliminando il maschio alfa, o catturandolo, il branco si sarebbe diviso, scegliendo un altro territorio di caccia. Queste fantasie riempirono gran parte del tempo, finchè la voce dello Hyuga non tornò a farsi sentire nel silenzio di quel giorno di sole.

Un brivido scosse il Senju da capo a piedi. Lo aveva chiamato… Tazzamaru? Il resto era secondario, benché si rivelò essere la frase giusta per una risposta efficace.

"Wow, hai davvero un olfatto sopraffino, se non fosse per gli occhi potrei scambiarti per un Inuzuka"



Disse sarcastico, ma anche un po’ divertito. Alla fine non riusciva ancora ad odiare seriamente il suo compagno, lo irritava certo, ma non aveva ancora toccato livelli preoccupanti. Preoccupanti invece furono le parole seguenti, che lasciarono attonito il ragazzo.

"Ca… Cappuccetto Rosso? Stai parlando sul serio?"



L’assurdità di quell’affermazione lo aveva lasciato senza parole. Sarebbe stata una lunga giornata.


 
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view post Posted on 15/4/2012, 18:38     +1   -1

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*Il loro cammino continuò senza alcun problema lungo il sentiero... Se non che, alla svolta per raggiungere il villaggio, il tempo per i due Genin si bloccò. Ebbero la visione.


Giusto il tempo di riprendersi e proseguire. Erano Ninja, e per quanto tutto ciò fosse attraente, spaventoso o ciò che solo loro potevano sapere di provare, ora era il momento di proseguire con la propria missione. Ancora poco e avrebbero raggiunto il villaggio... E così fu. Un bellissimo villaggio di fattura antica, con casette in tipica architettura giapponese, esclusion fatta per una, più grande delle altre, che pareva un vascello rovesciato. Forse la casa del capo. Di fianco al villaggio, che si snodava tra gli alberi e pareva avvolgere il lato destro del paesucolo, passava un gran torrente, dal tratto limpido e dal suono piacevole.

Erano arrivati... E come potevano vedere, sul punte che collegava la strada al villaggio, superando il corso d'acqua, un giovane li aveva avvistati, urlando verso il centro città l'arrivo dei due.*
 
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Belfagor90
view post Posted on 15/4/2012, 21:16     +1   -1




//Non pensavo sarebbe così penoso scrivere di certi malintesi, anche se voluti!! Tanto per evitare confusione lo dico chiaro e tondo: il mio pg non ha la minima idea che quello di Tatsumaru sia sarcasmo! Brutta cosa non essere allenati nella pratica della chiacchiera...//


Sono un autentico genio! Era appena il mio primo tentativo e avevo ricevuto quello che se non erro è un complimento! Non pensavo proprio che il mio naso potesse essere fonte di lodi. Per un breve istante pensai addirittura che potesse essere una presa in giro, ma accantonai l’idea. In fondo gli avevo fatto un complimento e Tazzamaru avrebbe dovuto essere un grandissimo pezzo di merda per rispondere male ad un mio raro impeto di buone intenzioni.
Una cosa che però non capii del tutto fu la sua strana reazione quando sottolineò in maniera esagerata la mia idea su Cappuccetto Rosso. La credeva uno “scherzo”, eppure io ero serio. In fondo era una tattica basilare e sempre valida quella di piazzare un’esca per attirare il nemico in una trappola o in un’imboscata di un qualche tipo e cosa c’è di meglio di Cappuccetto Rosso per far venire allo scoperto un lupo? Un bel pezzo di carne sanguinolenta? Banale! Un agnellino tenero e belante? Seh, ora spunta il bravo pastore volenteroso che ce lo offre su un piatto d’argento!!
Però potremmo anche fare una cosa a coppia. Voglio dire Tazzamaru/Cappuccetto Rosso e me in versione “amabile pecorella”. Con la favola non c’entrava un tubo, ma immaginate la scena e mi darete ragione...


CITAZIONE
La piccola pulzella e il tenero agnellino saltellano felici e contenti nell’ameno foresta quand’ecco che dai cespugli spunta fuori un branco di lupi famelici dalle fauci trasudanti di bava e gli occhi rossi delle belve affamate! E mentre la donzella si arrende con urla di terrore il piccolo agnellino si alza, diventa un giovane dall’aria veramente da duro e con la faccia spaventosa brandisce un’ascia bipenne!
Un bel “Hasta la vista, baby” e via col carnevale di sangue e membra volanti!

Ok, forse la simulazione era piuttosto di parte con tutto quello strillare da femminuccia di Tazzamaru e il mio fare tutto il lavoro. Ammettetelo però, a chi avreste dato la parte guardandoci in faccia? Su, siate sinceri.
Ma che ve lo chiedo a fare? Tanto la vostra opinione per me ha lo stesso valore di una... lascio alla vostra immaginazione.
Tutti questi allegri pensieri che mi ballavano per la testa non poterono fare a meno di affiorare sulla mia faccia dandomi un’espressione... ecco, potrebbe essere chiamata “poco benigna” contornata da quello che sembrava a tutti gli effetti una piccola scossa di terremoto che fece scricchiolare gli alberi attorno al sentiero.


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Non so, forse immaginare di finire i superstiti del branco a suon di intestinate coi loro compagni caduti mi aveva sovreccitato un pochino o forse era invece era la cosa innominabile che avevo fatto con due di essi verso la prima metà del combattimento. Cazzo, non avrei saputo dirlo cosa mi diede così alla testa da fare quella faccia così diabolicamente contenta. Quello che so è che c’era uno scoiattolino su un ramo poco davanti a me lo quando i suoi occhietti neri incrociarono i miei perse la presa e rimase fermo a terra con le zampette rigide tese verso l’alto. Che stesse facendo finta di essere morto per salvarsi da un predatore? Ma non era questa forse un’abitudine degli opossum? Non avevo voglia di accertarmene e far notare a qualcuno che se sorridevo morivano gli animali di piccole dimensioni non era un buon argomento di conversazione. No, non era il mio buonsenso a dirlo quanto piuttosto la mia esperienza. Fate piangere un paio di bambini con una dimostrazione pratica – specie sul loro criceto – e imparerete anche voi la lezione.
Però il terremoto mi sembrò un’esagerazione, me lo sarò forse immaginato nel brivido della mia macabra ispirazione? MAH!!

Un pensiero però mi tolse dalle mie fantasie: forse Tazzamaru non conosceva la favola! Ciò poteva portare alla sola conclusione logica che nessuno gliel’aveva mai raccontata – ma che lo dico a fare, è OVVIO cazzo! – e siccome è una delle storielle più famose in assoluto i casi erano due: i suoi genitori sono dei degenerati che non si curano di loro figlio oppure il ragazzo non ha proprio famiglia! Sì, doveva essere così. In fondo abitiamo in un mondo di ninja e le morti sono il nostro pane quotidiano, non c’era niente di anormale – anzi, forse era quasi TROPPO normale – che a qualcuno fossero venuti a mancare i genitori e vivesse in condizioni disagiate stile barbone mangiando sempre e solo cibo spazzatura in una casa minuscola e sporca.
Evidentemente dovevo aver toccato qualche nervo scoperto e ora stava soffrendo per i brutti ricordi che avevo risvegliato in lui! Dovevo rimediare in qualche modo o potrei causare una rottura sanabile solo con una situazione/stronzata tipo che gli salvo la vita o una merda simile. Sì, come se potesse capitare nel futuro prossimo!! E’ una D porca puttana! Quando mai si è sentito di qualcuno morire in una fottutissima D!?!?
Immagino quindi che se devo preservare la buona situazione iniziale mi toccherà dire qualcosa di carino e magari di s... di ssssss... di scu... scusaaaaarrrrkkkk!!
Andiamo bene, mi veniva male anche il solo pensarlo. Ma partiamo col concentrarci sull’espressione facciale che magari così mi viene fuori meglio la battuta. Una volta avevo letto un libro dove in un passo era descritta l’espressione di una persona contrita che doveva scusarsi, l’avrei presa a modello. Dunque ci voleva una decisa diminuzione della ferinità oculare, un’inclinazione delle labbra a forma di V rovesciata per esprimere un maggior risentimento, il capo abbassato per indicare costrizione con un pizzico di vergogna e guardare il coglione di turno... cioè la “persona interessata” – cavolo, mi sbaglio sempre – con occhi che emettono onde di dispiacere.
Tsk, facile a dirsi. Nascosi la faccia qualche secondo aiutando i miei muscoli mimici con le dita per fargli assumere la posizione richiesta – da solo sennò non riesco a metterceli – e quando mi sembrò che il risultato potesse essere accettabile mi voltai verso il Senju dal tragico passato e sfoggiai il mio capolavoro.




In effetti le parole mi vennero meglio di quanto mi fossi aspettato. Merito della via secondaria che avevo trovato per non chiedere direttamente scccsucsckk!! CAZZO!! DI SOLITO MI VIENE QUINDI PERCHE’ OGGI NON RIESCO NEANCHE A PENSARLO!?!? Merda, sarà una di quelle giornate no per cui qualcosa non va perché così deve essere secondo un ordine cosmico che non sia il mio. Diavolo, la cosa mi dava un fastidio... sì, quasi come la misteriosa figura fluttuante che era apparsa durante quel misterioso lampo viola – maledetto effetto serra! – e che ora se ne stava lì a guardarci con sguardo vitreo. Ma sì, non sto scherzando! Ce ne stavamo camminando così per i fatti nostri che all’improvviso ci spuntò questa tipa davanti. Premetto che non ero proprio sull’attenti e quindi qualcosa potrebbe essermi sfuggito, ma non vedere qualcuno arrivarmi davanti è un po’ una delusione. Era una donna dalla pelle diafana e dalle strane tonalità purpuree, della stessa tonalità del lampo di poco prima, gli occhi di un candore impossibile – tranne per gli Hyuga, oh yeah! - e dal volto perfetto e liscio come quello di una bambola di fine ceramica. Anche i vestiti erano stranamente delicati e dall'aria impalpabile come se fossero qualcosa che trascendeva perfino la seta più fine. Sembrava quasi una piccola nobildonna persasi nel bosco. Brava però a muoversi così silenziosamente. Sarà perché non ha le gambe e levitava che non l’ho senti-
...
...

- Oh... - dissi semplicemente quando la mia bocca si spalancò da sola.

I fantasmi non mi fanno paura... perché dovrebbero? E’ solo l’immagine di gente morta che fluttua per aria e al massimo fa cadere i soprammobili. Insomma, alla fine della fiera cosa c’è di tanto spaventoso? Sarebbe come avere paura di una semplice ombra! Se qualcuno vuole il mio parere è una cosa semplicemente ridicola. L’unica cosa che sono effettivamente in grado di fare è rompere i coglioni a suon di chiacchiere e sembrava proprio che questo spirito dall’aria tanto fragile fosse lì proprio per questo visto che ci salutò come “uomini di un mondo Nuovo”. La cosa m’inquietò un pochino. Ero riuscito a sentire la N maiuscola in “Nuovo”! Devi spaventarti se qualcuno riesce a farti sentire una cosa del genere, vuol dire che non è un novellino nel far lavorare la lingua. Oppure è un esaltato. Non saprei scegliere quali dei due sia la razza più pericolosa.


CITAZIONE
Ognuno di voi sta assistendo al Miracolo della Nuova Nascita, miei amici. Io sono la portavoce dell'Unica Grande Divinità. Del Signore del Tutto. Del Destino, del Tempo e della Caso. Oggi, con grande gioia, il suo tempio è tornato alla luce come molti dei vostri fratelli di quello che chiamate Paese delle Cascate hanno potuto vedere.

Oh fantastico, un testimone di Jashin! Ora i piazzisti ci tormentano anche dall’oltretomba e mentre siamo in missione!! Ma si avrà mai un momento di pace!?! E quella sua vocetta eterea e delicata da segretaria che dice “il signor Tizio è in riunione al momento” mi irritava un casino!
- Non compriamo niente e non sono tuo amico - misi subito in chiaro incrociando le braccia sul petto.
E che cazzo, non si può mica piombare così in mezzo ad una discussione tra gente che cerca di fare amicizia e cominciare a proclamare la Pace-che-verrà o stronzate simili! Personalmente lo trovo estremamente maleducato e di pessimo gusto, specie se lo fai con quello che sembra chiaramente un messaggio registrato e mandato a chissà quante persone. Cavolo, per quel che m’interessava poteva anche nel paese dei balocchi, ma io di certo non verrò ad unirmi ad una qualche setta per...

- ...ha detto “soldi” e “potere”? - pensai con le orecchie improvvisamente dritte.
Beh? Che avete da guardarmi in quel modo? Sia ben chiaro che sono rimasto fregato con questa missione del cavolo perché avevo bisogno di soldi e sfido chiunque di voi a non essere interessato quando vi offrono più potere! E’ una cosa normale cazzo! Tsk, coglioni!

Con quella sua vocetta da segretarucola continuò a farneticare di cose tipo tredici uomini – no, non “sulla cassa del morto”. Qualcosa a proposito di prescelti e cazzate varie – e su come il fantomatico Gran Capo avrebbe realizzato i loro desideri. Chi erano questi tredici bamboccioni? E che cazzo ne so io!? Parlava di una specie di marchio o simili, ma va a sapere quale!
Hey... e se fosse l’immagine di un pene? Sai che bello trovare tredici scemi in pellegrinaggio con un grosso pene colorato stampato sulla fronte?
La sola idea mi fece scoppiare a ridere con la mia solita risata da pazzo omicida.

- MUAHAHAHAHAH!! SFIGATI, MUAHAHAHAHAHAHAHAHH!!
No, di certo non avrei voluto essere marchiato con un pene. La cosa suonava troppo ambigua!! E poi una cosa così comoda come ottenere soldi e potere semplicemente chiedendo non viene mai gratis. Va a capire cosa avrebbero chiesto di fare per poi magari metterlo nel culo all’ultimo. Io non mi fido.
- Però poteri e soldi... cavolo!
Ero sinceramente indeciso, ma non mi diedi troppo cruccio. Come disse qualcuno di molto intelligente – e se non l’ha ancora detto nessuno è un grosso spreco – “Che sarà, sarà!” e tanti saluti ai Tredici Pellegrini del Pene.
La faccetta completamente neutra e liscia della piazzista soprannaturale perse la poca vitalità che l’aveva animata fino a quel momento durante il suo esaltato sproloquio. Sembrava che il suo messaggio fosse prossimo a finire e magari sarei stato lasciato in pace. Stava già iniziando a schiarire.

- Finalmente sloggia, eh Tazzamaru? - feci rivolto al Senju accanto a me.
Lui però non mi rispose. Non fece neanche segno di avermi sentito. Stavo per tirargli un pugno per punirlo della sua maleducazione, ma poi notai che si era come bloccato a metà di un passo in una posizione che gli avrebbe sicuramente causato qualche seria lesione ai tendini se stesse cercando di fare la bella statuina. Il vedere poi una foglia che avevo smosso camminando restare bloccata in aria senza volteggiare mi diede un importante indizio su cui lavorare.
Ora, come qualunque logica supporterebbe, non rimaneva che una cosa da fare per accertarsi della mia ipotesi. Così, senza alcun preavviso, sparai una ginocchiata in mezzo alle gambe di Tazzamaru!
Nessuna risposta.

- Fiiiicoooo... - mormorai affascinato.
Cosa avrei potuto fargli dopo? Calargli i pantaloni? Infilargli dei ramoscelli nel naso? Oh, quante meravigliose possibilità!! Ma per una dannata ingiustizia non ebbi il tempo né la possibilità di fare nessuna nelle cose che mi ero prefissato. La figura sparì dimostrando di aver finito col suo messaggio e il mondo tornò alla sua routine lasciandomi con un vago senso di amaro in bocca per l’occasione sprecata.
Cavolo, Tazzamaru non sembrava neanche aver accusato il colpo!! Si vede che quando si era tutto bloccato non si poteva influire sul mondo circostante in maniera efficace. Un vero peccato.
Però avrei sempre potuto dire di essere stato il Genin dal colpo più veloce del mondo. Quello sì. Oh, sarebbe stato dannatamente divertente!

Il ritorno al normale concorrere delle leggi fisiche però mi poneva un problema: anche Tazzamaru aveva visto? Non avevo motivo di dubitarne e neanche di poterlo supporre con sicurezza. Era stato un messaggio globale oppure era una cosa più selettiva? Voglio dire, da qualche parte attorno a noi c’erano forse degli scarafaggi molto confusi o dei piccioni che hanno improvvisamente una concezione più profonda della loro esistenza assieme al marchio di un pene? Era davvero un messaggio para-divino o avevo pesato il funghetto sbagliato?

- Mistero della fede - mormorai pensieroso fra me e me riprendendo a camminare.


//A parte darmi un facepalm per il bastardo egoista che ho creato, vi metto anche una piccola scena tagliata per colpa della chiara impossibilità a poterla mettere e della sua generale stupidità:

CITAZIONE
Quella tipa era forse un... fantasma? Mmh, non so se vero o Chuck Testa...

Non preoccuparti Cele/Blu/Athlaua/Vattelapesca, non mi sono scordato del tuo post: ci siamo messi d’accordo io e Tatsumaru per far interegire i nostri pg riguardo a quanto accaduto. Nel post successivo riprenderò da dove ho mollato adesso così da dimostrarti che non snobbo il tuo lavoro XD//
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 16/4/2012, 20:27     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Il viso dello Hyuga assunse un’espressione sadicamente divertita, e ciò fece sudare freddo Tatsumaru, il quale era indeciso se essere spaventato o allibito. Una grossa goccia di sudore scivolò sulla tempia del ragazzo, il suo compagno era indecifrabile, e quel suo aspetto sinistro rendeva il Senju sospettoso sulle sue vere intenzioni. Forse era solo paranoico, effettivamente lo era diventato in parte dopo gli spiacevoli eventi dell’ultimo periodo. Kai lo aveva segnato più di quanto credesse, ma d’altro canto, chi non sarebbe rimasto segnato dopo aver sfiorato la morte?

Un’ulteriore dimostrazione di follia fece perdere definitivamente la pazienza al ragazzo. Ora Hiroki mostrava una faccia contrita, chissà per quale oscura turba psichica, e sembrava voler offrire sincere condoglianze a Tatsumaru. Condoglianze per cosa?

"Cos’hai che non funziona in quella testa?! Condoglianze per cosa?! Mi vuoi spiegare che ti passa per la mente?!"



Tatsumaru si voltò furioso in direzione del compagno, deciso ad esternare ciò che teneva dentro dal primo momento che lo aveva visto. Si bloccò, dietro di lui non c’era nessuno, e le parole si persero nel silenzio più assoluto. Nel mentre, una scossa di terremoto fece ondeggiare il terreno ai suoi piedi, ma il suono gli giunse quasi ovattato. Un lampo violaceo squarciò il cielo, focalizzando l’attenzione di Tatsumaru su di esso. Era a bocca aperta, mai aveva visto una cosa simile. Un gigantesco anello di energia viola sembrava espandersi da un epicentro imprecisato, oltre l’orizzonte, smuovendo l’aria e tuonando nel silenzio come un temporale. Le fronde si mossero a seguito del suo passaggio, sfrecciava veloce nel cielo, sopra la testa del ragazzo, continuando la sua espansione verso le montagne. Il Senju seguì il fenomeno con sguardo incredulo, ma ancora più incredulo rimase nell’osservare la raccapricciante figura sospesa a mezz’aria di fronte a lui.

Una donna, o almeno tale appariva, avvolta in vesti bianche dai ricami viola, che parevano stranamente vuote, da cui non usciva nessuna appendice, ne braccia, ne gambe. Solo il viso era visibile, un viso candido come la neve, ma più freddo di essa, un viso lucido e levigato, come una maschera di porcellana. Non poteva tuttavia trattarsi di una maschera, perché i tratti su essa impressi presero a muoversi, e quel viso parlò con voce solenne. Nuovo Mondo, Nuova Nascita, Unica Grande Divinità … Lo spirito annunciava la venuta di un Dio misericordioso, un Dio benevolo, che avrebbe soddisfatto i desideri di tredici prescelti. Benchè le parole dell’araldo di questo Nuovo Dio sembrassero incoraggianti, Tatsumaru ebbe come un presentimento, una sensazione sinistra, un brivido che lo scosse. La voce neutra di quella creatura, le sue parvenze, così spettrali in quella luce viola che aveva sostituito quella del sole. Non riusciva a gioire di tale notizia, era confuso, disorientato, e quel presentimento … Come era possibile che tutto ciò stesse accadendo? Da dove veniva quella figura? Chi era questo Grande Dio? La naturale propensione di Tatsumaru a cercare la risposta ad ogni quesito lo spinse oltre quell’apparizione, lui voleva conoscere, voleva sapere, ma ancora non se ne rendeva conto. Quella visione lo aveva colto impreparato, troppe erano le domande, e prima che potesse anche solo delinearne chiaramente una, la visione scomparve.

In un istante tutto tornò alla normalità. Nel cielo vi era solo il sole e il suo piacevole tepore. Alle sue spalle lo Hyuga.

"Ha… hai visto anche tu?"



Chiese come frastornato, essendosi improvvisamente scordato della rabbia che provava verso il compagno. Si fermò a riflettere, mettendo a fuoco il mondo che lo circondava. E se fosse stato l’unico a vederla? Cosa avrebbe pensato quel pazzo schizzato? Come avrebbe reagito? Tatsumaru giunse alla conclusione che sarebbe stato meglio non approfondire l’argomento, proseguendo invece nella loro missione

"Nulla, lascia stare … Proseguiamo, la meta non dovrebbe essere lontana."



Il ragazzo riprese il cammino a passo spedito, e ogni volta che i suoi piedi poggiavano sulla strada i suoi dubbi venivano dissipati, accantonati per momenti più consoni.

Dopo non molto i due giunsero in vista del villaggio. Davanti agli occhi del ragazzo si aprì un paesaggio bucolico in stile giapponese, un grazioso agglomerato di case antiche e alberi, lambito da un torrente, che con il suo scrosciare donava al tutto un suggestivo sottofondo naturale. L’attenzione del ragazzo venne attirata da una costruzione diversa dalle altre, che assomigliava per forma ad una barca rovesciata. L’unico abitante che riuscì a scorgere mentre si avvicinavano, fu u giovane, che correndo verso le case avvisava tutti dell’arrivo dei due ninja. Tatsumaru inspirò l’aria di quel luogo, e subito si sentì rinvigorito. La loro missione era sul punto di cominciare, ed un brivido di entusiasmo animò il passo del ragazzo.

||Scusate la scarsa qualità, avrei voluto fare di meglio ma il destino ultimamente mi è avverso :sisi:||


 
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view post Posted on 21/4/2012, 17:57     +1   -1

The Pine

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*Non ci volle molto prima che i due fossero immersi nell'aria decisamente particolare del villaggio, perché come entrarono nello stesso, ben notarono che solo le case avevano una parvenza orientale. Di fatto, le persone che ora erano riversate per strada, salutandoli con gran sorrisi, non avevano per niente i tratti o le vesti tipiche della cultura di quella fetta del mondo. Erano donni e uomini dai capelli rossi e biondi, con occhi chiarissimi, le prime dalla pelle chiarissima e molto belle, mentre i secondi robusti e assai massicci. Comunque il villaggio in se doveva essere tutto lì... Ed era un villaggio davvero piccolissimo. Probabilmente, erano si e no una quarantina di persone, tutte giovanissime, esclusion fatta per quell'uomo che giaceva di fronte la bizzarra costruzione a forma di barca, proprio di fronte la sua porta, reggendo tra le mani un grosso bastone nodoso. Era un uomo assai grasso, con il volto ricoperto di una barba foltissima, che gli nascondeva il volto insieme alle ispide sopracciglia e ai capelli bianchi. Ridacchiò gracchiando alla vista dei due, allargando le braccia.*

- Benvenuti, benvenuti nnìngià!

*Il modo in cui aveva pronunziato quella parola metteva a posto l'indizio conclusivo per far capire tutto. Quegli uomini non erano affatto di lì.*

- Spero vi piaccia la di nostra piccola casetta, ryl? Ryl che vi piace! Prego, prego! Volete entrare dentro, bere un po' di sidro caldo? Oppure volete già sapere perché siete stati chiamati qui, signori nnìngià?


 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 22/4/2012, 18:06     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Raggiunto il ponticello che univa la loro sponda del corso d'acqua a quella del villaggio, Tatsumaru ebbe modo di osservare ancora più da vicino quel bizzarro luogo. Più si addentrava in esso, più si sentiva fuori posto, come se non si trovasse nella Terra del Fuoco, ma in qualche nazione lontana oltre i confini delle mappe. Eccezion fatta per le case, gli abitanti non mostravano i tratti tipici di quella terra, a cominciare ai vestiti, dai toni naturali e ricamati con piccoli ricami sgargianti. Gli uomini presentavano un'abbondante e insolita peluria, ed erano più alti e massicci di qualunque abitante di Konoha. Le donne, di una bellezza particolare, erano anch'esse molto più alte della media, e i loro tratti somatici più spigolosi. La carnagione lattea e i capelli e occhi chiari, suggerivano che nella loro terra d'origine il Sole illuminasse con meno intensità la terra, perciò il ragazzo dedusse a grandi linee la longitudine di questa.

*Queste persone devono venire da una terra all'estremo nord del mondo ... chissà cosa spinse i loro antenati a stabilirsi in questo luogo ... *



La curiosità di Tatsumaru lo spinse ad analizzare oltre quei bizzarri abitanti, che erano usciti dalle loro case per accoglierli con benevoli sorrisi e gesti con le mani. Il ragazzo sorrise di rimando, cercando di imitare i loro gesti. Sembravano essere cortesi e ben disposti verso di loro, e questo era un gradito punto di partenza. Tuttavia qualcosa lo insospettì. Tra i pochi abitanti del villaggio non sembravano esserci anziani. La cosa non pesò più di tanto sul momento, pensò che fossero rimasti nelle loro case, probabilmente avevano visto così tanti stranieri da non festeggiare più il loro arrivo come facevano i giovani, tuttavia immagazzinò quell'informazione, casomai gli fosse tornata utile.

Proseguendo il cammino raggiunsero lo strano edificio a forma di barca rovesciata, dove ad aspettarli vi era un uomo robusto, e dalla folta barba. Sembrava essere più anziano degli altri, e dal modo in cui parlava era chiaro non fosse nativo delle terre ninja. Tatsumaru si inchinò in segno di saluto, accompagnando il gesto con poche altre parole.

"La ringraziamo signore, il mio nome è Tatsumaru"



Lasciò che il suo compagno si presentasse da solo, poi proseguì.

"Si, ci piace ... la vostra ... casetta"



Disse imbarazzato, intuendo che con "casetta" si riferisse al villaggio, o alla costruzione alle sue spalle. Non aveva fretta, avrebbe discusso volentieri con lui del villaggio e bevuto quel "Sidro" che gli aveva offerto. Non sapeva esattamente cosa fosse, ma se era caldo doveva essere una specie di thè, o un infuso. Inoltre gli sembrò poco educato rifiutare a sua ospitalità, perciò accettò l'invito ad accomodarsi "dentro".

 
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Belfagor90
view post Posted on 23/4/2012, 19:39     +1   -1




Tazzamaru era uno stramaledetto stronzo. Chi è che ti da del matto quando gli stai facendo le tue condoglianze? Ve lo dico io: un gran figlio di puttana, un insensibile e uno che ha una forte voglia di prendersi un pugno sul grugno. Badate, lo graziai solo per via della piazzista fantasma. Se non fosse successo quello strano fatto lo avrei fatto tornare piangente alla sua casa sull’albero o dovunque vivano i Senju, parola di Hiroki!
Il bimbetto preferì evitare di parlare dell’argomento e io seguii il suo esempio. A meno che qualcuno non avesse espresso un desiderio che aveva a che fare con me personalmente la cosa non m’interessava e sinceramente non avevo voglia di mettermi a pensare troppo a cosa poter chiedere ad un Dio che si proclamava onnipotente. Avrei semplicemente chiesto soldi, un mare di soldi. Mi sarei comprato un paio di promozioni e avrei vissuto di rendita addestrando e bocciando sistematicamente reclute come farebbe un qualunque militare in pensione. Ecco cos’avrei fatto quindi caso chiuso!

Il villaggio si rivelò strano sin dal nostro arrivo: il classico vecchio villaggetto in culo alla foresta con le sue belle casine in legno e paglia che probabilmente avevano visto nascere, vivere e morire qualcosa come quattro o cinque generazioni di bifolchi. Sembrava tutto decisamente normale e questo mi dispiacque.
Non prendetemi per il verso sbagliato – ma anche se lo faceste non me ne importerebbe un fico secco. La mia è solo una figura retorica – però mi aspettavo almeno qual cosina tipo una rovina, degli incendi, dei cadaveri per strada... qualcosa per ravvivare l’ambiente insomma!
Mi eccitai un pochino quando udii qualcuno annunciare il nostro arrivo. Sperai subito in un equivoco che avrebbe provocato una grande scazzottata, tanto per togliersi la tensione di dosso, ma si rivelò essere solo qualcuno che chiamava la gente per darci il benvenuto. Non mi era MAI stato dato un vero benvenuto. Se qualcuno mi correva contro poteva solo significare due cose: voleva combattere o dall’altra parte non si poteva scappare!! Come dovrei comportarmi con un evento del genere? La migliore opzione era stare zitti ed essere pronti ad usare il pezzo di merda alla mia destra come scudo umano. Una volta diventato inutile lo avrei poi buttato nel torrente qua accanto, così imparava a darmi del matto!
La seconda cosa che mi colpì di quel posto furono le persone. Sembravano completamente fuori posto lì! Voglio dire, in un villaggio dai tratti chiaramente locali come si poteva non chiedersi cosa cazzo ci facevano un mare di tizi biondi e rossi? La loro pelle era troppo chiara e i loro occhi non erano da meno e detta da uno del clan Hyuga la cosa era davvero disturbante! Era un’accozzaglia che mi fece male agli occhi e non mi fece sentire per niente a mio agio. Gente così me la immaginavo su delle navi mentre vestivano pellicce – non chiedetemi perché, l’immagine mi era saltata alla mente da sola – e sicuramente non a raccoglier riso in capanne di legno! Qualcosa mi sembrava dannatamente ingiusto in quel posto e non parlavo dei loro vestiti dannatamente troppo leggeri per la stagione.
A loro scapito andava detto che non c’erano vecchi. Che le loro tradizioni ne prevedessero il segregamento o l’esilio dalla comunità una volta superata una certa soglia d’età? Wow, questi tipi erano fuori posto, ma una cosa l’avevano proprio capita alla grande: morte alle cariatidi e largo ai giovani! ALE’!!
Continuando a parlare di vecchi e giovani, tuttavia, mi venne naturale notare erano davvero pochi in quel buco di zotici. Non gli avrei dato più di quaranta unità, almeno da quelli che potevo vedere. Ero finito in un buco di zotici piccolo, in culo al mondo e pieno di gente strana. Scommetto che erano un mucchio di immigrati sottopagati che lavoravano per conto di qualcuno. Sospirai. La paga sarebbe stata dannatamente misera se dovevano pagare di tasca loro.

Arrivammo a quella che non avrei esitato neanche un secondo a definire la casa del capo. Era l’unica diversa dalle altre e la sua struttura era decisamente più consona alla stravaganza della gente del posto. Sembrava quasi che qualche grosso tizio, o una manica di tipetti robusti, avesse fatto navigare una nave controcorrente lungo un fiume fino ad arrivare parecchio a fondo nell’entroterra, l’avesse capovolta, fatto un buco come porta e qualcuno come finestra e poi avesse dichiarato “Questa ora mia casa!” con tono da paleolitico. Mi sembrava di intravedere l’asse della chiglia, dannazione! C’è un limite a quanto si può essere originali come architetti per non sfiorare nel ridicolo! Diavolo, ma dove cazzo mi ero andato ad infilare!?
Oh, perfetto! L’unica casa idiota nel raggio di trenta chilometri era proprio quella dove dovevamo andare e per coincidenza ancora più ironica era anche l’unico posto abitato da un vecchiaccio grasso, col barbone e con un accento decisamente ridicolo! Cos’erano tutti quei “ryl” e quei “nningià”? “Nningià” sarà tua madre e “ryl” tua sorella!! Ma io ti... IO TI..!!!

No, dovevo trovare un modo per calmarmi. Quei soldi mi servivano e le spese mediche al committente vengono detratte dalla busta paga e un conto ospedaliero da parte mia è una cosa da non prendere tanto alla leggera! Potrei finire in bancarotta in un attimo!!
Provai quindi a contare i doppimenti del capo villaggio – un po’ come quando per addormentarsi si contano le pecore – ma questi si vedevano male attraverso la barba – per un attimo mi venne in mente di usare il Byakugan per aggirare l’ostacolo, ma il momento dopo la cos ami sembrò assurdamente cretina! – e poi si muovevano e si moltiplicavano mentre il vecchio parlava e quindi perdevo in continuazione il conto finendo solo con l’irritarmi di più. Non mi restava che usare l’ultima spiaggia: l’immaginazione!


CITAZIONE
In mezzo allo stupore generale ecco che scatto, prendo quel nano nningieggiante del vecchiaccio e con un’ottima proiezione sbatacchio il suo culone grasso sulla testa di quello stronzone di Tazzamaru per una, due, tre... innumerevoli volte! La parte migliore era che, manco si trattasse di un balocco per bambini, ogni volta che il lardone colpiva per terra di sentiva uno squittio che somigliava tanto ai suoi “ryl”!
E quindi ryl... ryl... ryl... ryl... ryl.....
MUAHAHAHAHAHAHAH!! AVEI POTUTO CONTINUARE PER ORE!!

- Kukukukukuku... - ridacchiai malignamente sotto i baffi godendo a questo mio piccolo escamotage per salvare la situazione e il mio conto in banca.
Avrei voluto farne un metodo fisso, c’era del potenziale in questo! Chissà quante vite avrei salvato e quante seccature mi sarei risparmiato se ogni volta mi servissi un antipasto di vendetta tanto per placare l’urgenza? Diavolo, mi sentii così bene che arrivai addirittura a seguire Tazzamaru – invece di impormi come primo ad entrare in quanto più anziano di lui e decisamente più fico – per provare quello che loro chiamavano “sidro”. Cosa sarà mai? In linea generale non mi fido mai molto delle novità, ma quei “ryl” disperati che mi riecheggiavano in testa erano come un palliativo per la mente.

- Io sono Hiroki Hyuga. Ora... perché siamo qui di preciso?
Altra prova che ero completamente incantato dalla visione: presentarmi per intero! Non ho mai dato il mio nome completo a degli estranei, anche perché che fossi uno Hyuga era sempre dannatamente ovvio. La mia poteva essere etichettata come “gentilezza disinteressata verso di completi estranei”. Cazzo, quel metodo di controllo della rabbia era troppo efficace! Dovrei smettere finché sono in tempo.
Però...


Ryl... ryl... ryl... ryl...

MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHHAHAHAHHH!!!


//Gag sul nome di Tatsumaru nel prossimo post. Per ora troppo impegnato anche io ad immaginarmi tutto quel "ryl ryl ryl" XD//
 
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view post Posted on 25/4/2012, 19:00     +1   -1

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*L'anziano capovillaggio, dopo la presentazione dello Hyuga e lo sgusciare rapido della sua domanda, prese a ridere colto da grasse risate, smuovendo tutto il suo panzuto corpo nel divertimento innocente che gli causava la velocità del giovane. Era una persona molto semplice, così come dovevano essere tutti gli altri membri del villaggio, che sorridettero nel semplice vedere del loro capo. Quindi, calmatosi, l'anziano allungò la mano verso Hiroki, dandogli una... Calorosa pacca sulla spalla. Calorosa, perché pareva quasi che gli avesse spezzato un braccio.*

- Ryl, ryl! Voi siete nnìngià d'azione! Ryl! Subito al questione, ryl!

*Disse ad alta voce, continuando a ridacchiare calorosamente, grattandosi poi il pancione vibrante e cercò di tornare il più serio possibile. Tornò ad accucciarsi sul bastone, tirando con forza su col naso emanando quell'odioso rumore, quindi, mantenendo il sorriso ma con una chiara serietà nei gesti e nel modo di fare, si mise in condizione di spiegare cosa dovevano fare i due giovani.*

- Ordunque... Ryl... La situaziane è questa. E gnòl è buona. Noi siamo credenti di un culto molto antico, ryl... E veneriamo i Lupi. Ma ultimamente Lupi lontani da nostri boschi. Perciò chiediamo voi di capire perché Lupi sono andati via. Semplice, gnòl? Gnòl! Gli uomini della legna dicono che le ultime tane dei Lupi sono a nord, ryl, ryl. Lì forse troverete qualcosa. E, vi prego, qualora dovesse incrociare i Lupi... Niente male a loro. Sono importanti.

*E dunque, ecco il loro obbiettivo. Non spazzare via i lupi, ne tantomeno finirli o allontanarli... Ma riportarli in quelle terre. Una richiesta decisamente bizzarra e fuori dal comune e probabilmente per questo a Konoha non hanno dato ulteriori informazioni: quasi sicuramente non avevano capito niente. Era decisamente una bizzarra missione di soccorso.*

- Se vi serve aiuto, posso mandare con voi mio figlio Uther. Sennò, potete partire quando volete, ryl!
 
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Belfagor90
view post Posted on 25/4/2012, 23:22     +1   -1




Rise la persona che nella mia testa stava prendendo a culate il mio compagno di squadra. Non capii perché e la cosa mi dava un fastidio assurdo. Come mai rideva? Suonava stupido alle mie orecchie ridere quando qualcuno ti fa una domanda seria. Che sia una loro usanza? Da certa gente non dovrei neanche sorprendermi. In fondo sono stranieri. Già tra villaggi ninja diversi vi sono delle differenze radicali, sia come ambiente che come mentalità, figuriamoci con gente che viene da fuori!
D’un tratto lo vidi sollevare la mano che sembrava grande come un badile e dall’aspetto altrettanto duro. Quelle erano mani di un tizio che si era fatto il culo tutta la vita. Forse un pelino lo rispettai per questo.
Errore madornale.

SPACK!!

Tremai violentemente. Non solo per quella specie di bolide che mi diede cercando ingenuamente di farlo passare per una specie di “pacca amichevole”, ma anche perché io detesto essere toccato. Va tutto bene se si tratta di uno scontro o di una rissa – in fondo è così che funziona, no? Prima prova uno e poi l’altro e alla fine che ha colpito di più vince – ma se qualcuno, specie ad un estraneo che mi parla come fossimo amiconi di vecchia data, prova a toccarmi come e quando gli pare a lui, beh io... come dire... nel suo caso potrei provare l’irrefrenabile istinto di ucciderlo facendogli mangiare la sua stessa barba!! E anche voi, là dietro, cosa CAZZO ridete a fare!?!
Cosa lo salvò? Non fu un intervento divino – da leggere come “ebbi pietà di lui” – e neanche la provvidenza dei Kami – da leggere come “provare improvviso menefreghismo nei suoi confronti” – no... fu un mantra a salvarlo. Un mantra che veniva recitato nelle profondità del mio cervello da una certa personcina e che bloccava l’impulso di colpire che dal cervelletto doveva scendere lungo il midollo spinale e da lì andare ai muscoli appropriati.
Il mantra era “ricordati i soldi dell’ospedalizzazione ricordati i soldi dell’ospedalizzazione ricordati i soldi dell’ospedalizzazione ricordati i soldi dell’ospedalizzazione...” e colui che lo recitava era una vocina a cui avevo dato il nomignolo di “Buonsenso”. Certo, lei preferiva essere chiamata col suo vero nome, “Avidità”, ma io avevo fatto quattro chiacchiere e ora lei era convinta. Quando poi il vero “Buonsenso” era spuntato fuori reclamando il suo posto, io l’ho portato da parte e gli ho fatto un’offerta che non poteva rifiutare.
Ora si chiama “Roba Inutile” e se ne sta sempre zitto zitto rannicchiato nel suo angolino.

Dopo essersi fatto serio – e qui lo detestai davvero perché avrebbe potuto benissimo cominciare cinque minuti prima e in quel momento non sarei stato sulla soglia di un raptus – ed aver tirato sul col naso facendo un rumore di meteoritico in punto di morte, finalmente ci fu spiegato cosa cavolo eravamo andati a sprecare il nostro tempo.
Sapete cosa vi dico? Che noi siamo stati ingaggiati da dei completi e totali COGLIONI!! Gli scemi adoravano i lupi e siccome quelle bestiacce non erano più vicino casa loro erano tristi e volevano che NOI glieli riportassi indietro senza far loro del male.
Che dite? Giochiamo a chi trova più incongruenze? Cazzo, la gente avrebbe baciato appassionatamente un maiale per togliersi di torno i lupi da vicino le loro case e questi cosa vogliono? Riportarli indietro!! Ma qui siamo tutti matti!! C’era scritta quella gigantesca BOIATA su quella strafottutissima lettera!? Se l’avessi letta prima mi sarei finto morto per evitare una cosa così problematica! E ‘fanculo i “nnìngià”!!!

- No, aspetta. Forse la cosa è più semplice di quello che appare. Dopotutto... io ce l’ho già un piano!
Con questa prospettiva riuscii a placare il furioso fiorire di vene pulsanti che mi stavano spuntando sulle tempie e l’istinto omicida che stavo facendo trapelare come se fosse carbone sotto un’enorme macchina a vapore. Non c’era ancora niente di cui preoccuparsi, almeno finché una certa persona non la piantava di fare lo stronzo egoista e non faceva il suo lavoro. D’altronde... era sempre meglio che doverli affrontare. Una seccatura in meno.
- Si può fare. Uther ci farà da guida e noi riporteremo i lupi: ho già un piano.
Detesto essere al centro dell’attenzione. Tutti mi guardano male, almeno di solito, e comincio ad avere la sensazione che mi stiano giudicando. Normalmente provocherei una rissa o un bagno di sangue per questo, ma strinsi i denti e continuai cercando di evitare di pensarci troppo. Era tutto per il bene di finire la missione il prima possibile e andarmene da quel nido di gente che ragionava in modo strano.
Indicai il mio compagno di squadra mentre rivolgevo un richiamo alla platea.

- Qualcuno, al contrario di questo povero orfanello, conosce la storia di Cappuccetto Rosso? Se il ragazzo facesse da esca travestito dalla dolce bambina lo seguirebbero come mosche col miele! Tranquillo Tazzamaru, farò vece ai tuoi defunti genitori che non te l’hanno potuta raccontare e ripristinerò un punto chiave della tua infanzia perduta. Sono appunto di buonumore.
Non era proprio vero. E’ che stavo disperatamente pensando che era tutto per i soldi e la prospettiva mi faceva sembrare appena accettabile tutto quel mucchio di stronzate.
Speriamo solo che Tazzamaru non voglia fare il principino sul pisello come suo solito. Non supererà mai la morte dei genitori se continua con questo suo atteggiamento...

 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 29/4/2012, 10:28     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Il fragore della poderosa pacca sulla spalla data dall'anziano a Hiroki, riempì le orecchie del giovane Senju. Benchè volesse probabilmente essere un gesto amichevole, dalla forza di quest'ultimo parve più una punizione. Tatsumaru trattenne a stento un sorriso, dovuto sia alla genuinità di quell'uomo così rozzo e alla mano, sia perchè la vittima di tale sganassone era lo Hyuga.

Doveva ammetterlo, quel ragazzo non gli era mai piaciuto. Dal principio il suo viso e l'espressione su di esso gli avevano ispirato poca fiducia, e quando egli sembrò ridere di lui, trasse le definitive conclusioni. Sembrava un prepotente, uno di quei bulletti che all'accademia lo mandavano su tutte le furie, e forse per questo il suo giudizio fu inflessibile. La prepotenza e la superbia erano due elementi che mai avrebbe digerito. Inoltre durante la mattina, lo Hyuga aveva dimostrato una scarsa sanità mentale, o forse un senso dell'umorismo del tutto indecifrabile per Tatsumaru, già poco propenso a dargli retta. D'altronde era pur sempre il suo compagno, colui che gli era stato affiancato per quella missione, e dunque un elemento importante per il suo svolgimento. Avrebbe sopportato, come faceva sempre, come un albero sopporta immobile l'invadenza di un picchio.

Quando il vecchio si fece serio, e riprese a parlare, Tatsumaru capì che la sua curiosità in merito alla strana bevanda offerta loro non sarebbe mai stata soddisfatta. Maledisse mentalmente Hiroki per la sua irruenza, ma se ne pentì, dopotutto la missione veniva prima della sua onnipresente curiosità.

Il ragazzo assunse un'espressione sorpresa non appena ebbe compreso le parole del capo villaggio. Loro avrebbero dovuto salvare i lupi, non sterminarli o allontanarli. Un senso di sollievo si impossessò di Tatsumaru, ma anche un briciolo di preoccupazione, dato che questa era una missione assai più complicata del previsto. Non si scoraggiò, infondo la cosa sembrava interessante, e la sua curiosità lo spingeva ad agire. Oltretutto quella gente gli stava simpatica, e benchè non fosse molto religioso poteva comprendere il vuoto lasciato dalla scomparsa delle creature che essi veneravano.

Rifletteva così, a braccia incrociate, guardando l'anziano e la sua folta barba, che nascondeva un'espressione che doveva essere in qualche modo sconsolata. Improvvisamente la voce sgraziata di Hiroki lo fece voltare di scatto. Aveva un piano, e Tatsumaru temeva di scoprire quale fosse. Volle dargli una possibilità, e si voltò completamente verso di lui, pronto ad ascoltare attentamente le sue parole.

Come piccole crepe su di un muro, le vene sulla fronte del Senju si gonfiarono man mano che lo Hyuga esponeva il suo pensiero.

*Orfano... come gli è venuto in mente... questo qui non ha tutte lòe rotelle a posto... e poi cosa dovrei fare?! Brutto figlio di... *




I pnsieri abbandonarono la loro sede nella mente del ragazzo, per trasformarsi in parole, che a denti stretti uscirono sibilando dalla sua bocca.

"Che diamine stai dicendo Hiroki..."



I pugni erano serrati, mentre le braccia incrociate sul suo petto tremavano flebilmente. Si contenne solo perchè l'anziano li stava sicuramente osservando, e non avrebbero di certo fatto bella figura litigando di fronte a lui. Lo fulminò un'ultima volta con lo sguardo, dopodichè rilassò i muscoli, e si rivolse al capo villaggio, esponendo la sua idea.

"Scusi il mio compagno e le sue sciocche idee. Comunque sia... Da quanto ne so i lupi sono animali territoriali e gerarchici, e solo la scarsità di cibo o la decisione del loro capobranco può averli spinti lontano dalle loro abituali zone di caccia. Può forse dirci se ha notato una diminuzione delle prede, dei comportamenti strani nel branco poco prima che scomparissero, o qualunque altra cosa possa essere utile a dedurre come mai i lupi siano scomparsi?"



Il ragazzo vagliò ogni ipotesi, o almeno le più logiche. Sicuramente quel popolo la sapeva lunga sui lupi, e l'aiuto fornito dalle loro conoscenze, in particolare quella della loro guida Uther, avrebbero reso il loro compito molto più facile. Se avessero capito perchè i lupi erano scomparsi, forse avrebbero anche capito come farli tornare. Tuttavia un'altra ipotesi si insinuò nella sua mente: E se i lupi non se ne fossero andati? Se fossero tutti morti, o semplicemente scomparsi nel nulla? Non espose tali dubbi all'anziano, non sembrava comprendere alla perfezione la loro lingua, e non voleva metterlo in difficoltà. E poi si sarebbe solo ripetuto, la domanda fatta in precedenza avrebbe prodotto una risposta senza dubbio esauriente, magari rivelando le risposte ai dubbi non espressi.

Tutto ciò era stimolante per Tatsumaru, tanto che quasi si dimenticò dell'irritante compagno di viaggio.


 
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32 replies since 24/3/2012, 19:04   655 views
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