| *La battaglia infervorava, per il momento Shinji si teneva a debita distanza da entrambe le parti, lasciando che fossero gli insetti a fare per lui il lavoro sporco e sistemare Rushifa. Il suo rivale pronunciò una sola parola di fronte al ciclone che si trovva a fronteggiare, e questa era il nome del clan di Shinji. Lo conosceva dunque, e al contempo nel suo tono il medico non carpì la sicurezza di chi conoscendo bene un clan pensa di saper fronteggiare ogni attacco. Al contrario, l'Aburame si sentì parte di qualcosa che l'uomo temeva, il che giocava ovviamente a favore della sua strategia, mirata appunto più all'incutere timore piuttosto che a vincere. Avvenne però qualcosa che Shinji sperava con tutto il cuore che non sarebbe successo: il ninja di Kiri non evitò l'attacco, ma al contempo nemmeno si parò, scelse piuttosto di utilizzare una mossa particolare, con cui eliminò localmente l'aria da un certo spazio, in modo che si creasse il vuoto e che questo risucchiasse ogni cosa al suo interno, compresi quindi gli insetti che vennero fagocitati da quel buco. Pochi riuscirono a salvarsi, la maggioranza venne condannata dalla pressione, e la cosa a Shinji non piacque affatto.*
(Ancora una volta vi ho causato dolore e morte... non ho scusanti stavolta, sono stato imprudente a usarvi subito.)
| Sai bene su cosa si basa la nostra simbiosi, la nostra parte include tra ciò che offriamo anche la vita, non hai niente da rimpiangere, hai scelto la mossa migliore al momento giusto, nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo. |
(Sapere? Io potevo saperlo. Io DOVEVO saperlo. Rientrate tutti immediatamente, proseguirò nello scontro da solo.)
| Forse non sarà necessario. Guarda, l'hai spompato. |
*Il mukenin sembrava effettivamente provato, come gli insetti avevano indicato. Non era stato l'attacco di Shinji a ridurlo così, no, era la sua difesa, una tecnica che crea un vuoto d'aria totale non può certo essere poco dispendiosa, ma fino a quel punto... Quasi immediatamente cominciò l'offensiva di Shinan e della ragazza chiamata col nome di Seiri. I due Kiriani utilizzarono una tecnica illusoria combinata, di cui Shinji potè osservare la preparazione, un incredibile quantità di chakra che invadeva terra e cielo travolgendo Rushifa ormai in ginocchio, e il risultato, ossia il nemico a terra quasi privo di coscienza, in preda a rantolii e convulsioni. Ancora un volta il medico non sentì sua la vittoria, carenze dell'avversario e sostegno dei compagni, anzi di stranieri in questo caso, l'avevano salvato. Ma non gli importava niente di chi aveva vinto, pensava al prezzo che aveva dovuto pagare: gli insetti si sostituiscono, i legami formati con loro nel corso di mesi di lavoro combinato, no. Dal manipolatore di carta arrivò la richiesta di intrappolarlo, e non potevano parole umane soddisfarlo di più.*
-Intrappolarlo, uh? Credo di aver scordato a casa cordami e affini, ma conosco un modo ben più veloce e semplice.-
*Stava emergendo in Shinji un lato che finora aveva sfoderato solo ai tempi in cui aveva imparato le basi della genetica, ed era stato costretto a mostrarlo per salvarsi la vita. Stavolta era diverso, era lo stesso Aburame ad averlo scatenato per pura e semplice vendetta. Un lato freddo e crudele, incurante della vita altrui, quasi sadico, che sfruttava le abilità mediche non per curare ma per ferire. Era addirittura peggio dell'ultima volta, perlomeno al tempo si era impegnato per preservare l'incolumità dei ninja cui era stato costretto a trapiantare gli occhi. Stavolta VOLEVA invece infliggere dolore. Tuttavia, fu piuttosto chiaro nel rivelare che all'inizio non era quella la sua intenzione: da parte di Shinji il rispetto delle vite altrui era funzione dell'interesse che aveva nei loro confronti, e del rispetto che gli altri avevano della sua.*
-Non immagini quanto sto sperando che tu sia abbastanza cosciente da udire me e percepire dolori. Sai, io non stavo combattendo per ucciderti, rispettavo la tua vita un po' come quella di tutti in nome del quieto vivere, speravo non mi dassi ragione di cambiare idea. Ma pare che tu non fossi della stessa opinione. Già, come quasi tutti i ninja del tuo repellente Villaggio. Beh non posso certo lasciare impunita la morte dei miei fratelli...stringi i denti, ti sto per dimostrare quanto prima non stessi scherzando a proposito del "male".-
*Strinse forte il suo bisturi avvicinandosi al ninja immobile, con un movimento deciso capovolse il suo corpo portandolo a schiena in su, e puntò alla zona dietro al ginocchio. Dapprima si aprì uno squarcio nei vestiti, poi scrutò un momento la gamba, intesa come parte inferiore dell'arto e non come tutto questo, alla ricerca del punto giusto da tagliare, ed eseguì. Un taglio preciso, che avrebbe fatto uscire ben poco sangue, ma in compenso avrebbe fatto provare un male del diavolo al malcapitato: aveva reciso i tendini calcaneali, noti ai più come tendini di Achille, i più lunghi del corpo umano, eppure così fragili e dolorosi. E insieme a un forte dolore, Rushifa avrebbe anche sentito l'impossibilità di muovere il piede, cosa molto utile per il medico a cui era stato detto di impedirgli di scappare.*
| Questo fa male, Shinji, ora non scappa più, ma c'è da vedere se vi dirà qualcosa. Sicuro che andassimo vendicati così? |
(Sicurissimo. Se conosceva il nostro clan, conosceva anche quanto noi aborriamo il danneggiare direttamente e quanto teniamo ai nostri insetti. Usare una tecnica che ti impedirà di continuare a difenderti allo scopo di uccidervi è stata la scelta più stupida che potesse prendere.)
*Intanto in mezzo ai probabili urli che si sarebbero uditi, Shinji non aveva finito, aveva in mente un altro modo per impedire che scappasse trascinandosi o facesse strani scherzi con armi o sigilli. Un braccio poteva servire per indicare o gesticolare, l'altro no. Con una crudeltà riprovevole e condannabile per qualunque ninja della foglia, l'Aburame recise altre fibre muscolari, stavolta quelle dell'ascella sinistra, anch'esse estremamente dolorose e fragili. Con questo, braccia e gambe erano bloccate, tuttavia il ninja non era realmente in pericolo di vita, potevano fornirgli cure ed era quella la merce di scambio che avrebbero fornito in cambio delle informazioni. Giusto per sicurezza, Shinji compose sigilli di elemento terra per formare una Gabbia Rocciosa, non quella solita tuttavia, vista la condizione del nemico, l'Aburame optò per la variante di una massa di terra a stretto contatto con Rushifa che vincolava il suo corpo al terreno dal petto al bacino, impedendo quindi ogni speranza di liberarsi o fuggire.*
-Puoi interrompere la tua illusione ora, da qui non scapperà. E se devi chiedergli qualcosa, fai pure.-
*Proferì verso Shinan, che aveva molto da chiedere sull'organizzazione. A Shinji non poteva fregare di meno, ma si trovava in quella situazione perchè aveva interesse a parlare con il ninja dai capelli rossi e non poteva rifiutare così la sua richiesta, soprattutto se gli forniva una valida motivazione per ripagare il mukenin per le vite perse dei suoi insetti. Gli parlò ancora, stavolta i suoi erano consigli e al contempo velate minacce.*
-Oh, da medico, ti consiglierei un'operazione d'urgenza e un ricovero immediato, ma purtroppo solo noi possiamo portarti in ospedale, e solo io posso operare qui sul posto. Meglio che rispondi in fretta al ragazzo se non vuoi rimanere paraplegico a vita. E non forzare la mia pazienza, un medico conosce abbastanza metodi per farti soffrire così tanto da farti sputare infamità contro il tuo stesso kage, e mi hai dato già abbastanza ragioni per usarli. Sei in vita solo perchè puoi essere utile a Shinan, ti consiglio di approfittare di questa possibilità.-
*Intanto buttava un occhio alla cupola di specchi con cui Girudo aveva circondato Fuyuki e il Senju, avrebbe voluto andare ad aiutarli dall'esterno, forse sarebbe stato utile, ma prima doveva ascoltare quanto Shinan doveva chiedere e quali risposte avrebbe ottenuto. La curiosità che aveva nei confronti della Kirinaki cresceva ma si teneva sempre a un livello basso, ciò che lo tratteneva lì era piuttosto la curiosità nel sentire le risposte di Rushifa, e la possibilità di punirlo ulteriormente se avesse cercato di fare il furbo.*
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