I due nomi della Pace

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view post Posted on 8/3/2012, 22:20
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Shinan riscese velocemente il monte a sei facce, luogo in cui aveva vissuto quelle ultime ore e su cui aveva lasciato il titolo di Genin. Ogni passo era diverso adesso, non era più lo stesso ragazzo che aveva iniziato il torneo, era cambiato, si era adattato al suo desiderio e sicuro dei propri mezzi e delle proprie convinzioni, percorreva in quel modo Kumo. Aveva fretta di tornare da Seiri, darle la lieta notizia eppure rallentò d'un tratto come se raggiungere nuovamente la sua terra natia fosse la cosa più sbagliata del mondo. Tornare a Kiri, in quello stesso paese dove tutto era cominciato, dove ogni cosa aveva torturato la sua esistenza, non doveva tornare lì eppure ne aveva motivo, o almeno uno. Si guardò intorno scrutando attraverso la gente del paese ed in lontananza intravide una struttura e diverse persone nei dintorni.

Saranno lì per celebrare i nuovi Chunin?

Continuò a camminare finché non intravide due ombre farsi largo tra la brezza gelida di Kumo. Avrebbe riconosciuto il movimento di un ninja a kilometri di distanza e soprattutto ne avrebbe sentita la fragranza, satura di sangue e polvere. Rimase dunque guardingo e quando si accertò che lo stavano braccando, estrasse due kunai e reagì al primo colpo che arrivò puntuale.

Shinan - Ma che diavolo?

Una delle due ombre rimase sorpresa dalla guardia avversaria e spaventata dai sui kunai cadde all'indietro goffamente. L'altro individuo, rimasto più indietro, se la rise invece sonoramente per la pessima figura del compagno. Quindi accennò ad un inchino nei confronti del neo Chunin e prendendo la parola, si accertò che la gente nei paraggi non si insospettisse pensando ad uno scontro.

Rushifa - Perdona il mio amico, è senza speranze. Il mio nome è Rushifa e lui è Girudo. Avevo detto di provare un altro metodo ma non ha voluto ascoltarmi

Girudo - Rù, mi ha colto di sorpresa!

Shinan ne ebbe abbastanza e tramutando parte del suo corpo in carta, prese la parola mettendo in chiaro di non aver tempo da perdere. Il suo chakra sembrava quasi tangibile nell'aria, così come i suoi pensieri, pronti ad esplodere in un qualche colpo devastante.

Shinan - Che cosa volete da me?

Rushifa - La tua vita!

La risposta giunse secca insieme ad un celere fendente fatto partire dal tizio dai capelli biondi. Usò una particolare lama nascosta dalla manica con una tale maestria da riuscire a rendere l'intera esecuzione di quella danza mortale, quasi coperta dallo scorrere del vento. L'Akami si spostò di lato cavandosela con un piccolo taglio alla guancia e senza attendere un altro eventuale affondo, contrattaccò con una potente gomitata proprio sul fianco sinistro dell'avversario. In quell'istante si mosse però anche Girudo, l'uomo dagli occhi glaciali.

Girudo - Maledetto, non toccare Rù!

Attaccò con una pioggia di ghiaccio, tipico di un clan che Shinan non aveva ancora avuto l'onore di affrontare. Eppure lo conosceva bene grazie ai libri di Seiri: ninja capaci di plasmare il chakra rendendolo gelido, gli shinobi del ghiaccio, gli Yuki. Evitò tutte le frecce elementali salvo una che lacerando l'aria stessa si andò a conficcare sulla coscia del Chunin per quando lo stesso riuscì a limitarne la profondità grazie ad un chakra denso e potente.

Shinan - Maledetti, chi vi manda, che cosa volete da me?

Per quanto potente, era pur sempre in svantaggio numerico e quei due ninja comparsi dall'ombra non avevano certo l'aria di principianti. Era un attacco studiato e dai loro movimenti avevano intenzione di terminare prima di attirare l'attenzione di qualcuno.
 
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view post Posted on 9/3/2012, 16:37
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// Continua da qui. //

Nei pochi secondi che seguirono un imbarazzante silenzio andò lentamente creandosi. Il ragazzo attendeva con pazienza che la Kunoichi prendesse nuovamente parola, tenendo le braccia incrociate davanti al petto. Il tempo scorreva inesorabile, eppure nessuno dei due sembrava intenzionato a spezzare la quiete, che aveva ormai preso il sopravvento. Chi garantiva al giovane che non sarebbe stato lui per primo a farlo? Grazie a quel poco che aveva conosciuto di Seiri, era praticamente sicuro che presto avrebbe aperto le labbra, concedendogli l'onore di udire ancora una volta la sua voce celestiale. La sua previsione sembrò avverarsi dopo poco, tuttavia le urla della folla che acclamava i nuovi Chunin le fecero cambiare rapidamente idea. Svelto Fuyuki voltò il capo in direzione del luogo dal quale proveniva il boato e, intuendo cosa fosse successo, anticipò prontamente la donna, prima che essa potessa esclamare ciò che egli avrebbe detto.

- Il torneo è terminato. Vieni, ti faccio strada.

Sentenziò lui, regalandole un altro sorriso ed invitandola a seguirlo. L'assassina non se lo fece ripetere due volte e subito affiancò lo Hyuga, che con passo lento e tranquillo si incamminò verso il posto che avrebbe ospitato i festeggiamenti finali. Lì sarebbe venuto a conoscenza del verdetto, lì avrebbe conosciuto i nomi di coloro che con il sudore della propria fronte erano diventati suo parigrado. Avanzò sereno, sperando che almeno uno dei tre membri del suo Clan avesse conquistato la promozione. In cuor suo faceva il tifo per uno Shinobi in particolare: Shinji, che aveva dimostrato di saper tener testa anche ad un avversario dal potere sconosciuto e temibile. Sapeva che non solo la forza avrebbe potuto far di lui un valido leader. Altri erano infatti gli elementi necessari per poter ambire a quel rango. Si sentiva stranamente bene, nonostante il freddo cercasse in ogni modo di compromettere la sua saluta; era come se in quel momento rivivesse le emozioni che aveva provato a Suna, quando aveva dimostrato ai ninja delle cinque grandi nazioni quale fosse la pasta di cui era fatto. Ce l'avrebbe fatta il Genin a fare lo stesso?

In pochi minuti i due giunsero infine a destinazione. Sfortunatamente il milite di Konoha aveva perso il momento della premiazione, considerando il rapido sfoltimento della folla. Lanciò veloci occhiate in ogni direzione, nel disperato tentativo di individuare il proprio allievo, ma nonostante ciò i suoi sforzi furono vani. Anche Seiri non riuscì a trovare il rosso e preoccupata chiese aiuto al suo accompagnatore.


Seiri - Hai idea di dove sia finito Shinan?

- Non ne ho idea, però...

Commentò seccato, prima di prendere la decisione definitiva. Non aveva intenzione di perdere tempo inutilmente in uno stupido nascondino, per questo motivo sarebbe quindi ricorso al proprio Doujutsu. Sicuro di sé e delle proprie capacità, il diciassettenne incrociò le mani e concentrò parte del proprio Chakra negli occhi. Il suo sguardo divenne improvvisamente ancora più pallido e vitreo, quasi come quello di un insegnante che adirato sgrida il proprio alunno indisciplinato.

Byakugan!

Senza perdere tempo cominciò a setacciare con perizia l'intera zona, scavalcando l'infinita fila di spettatori, che dopo la fine della cerimonia aveva ben pensato di rientrare nelle proprie abitazioni. Scese velocemente per il monte, trovando finalmente ciò che cercava dopo pochi secondi. Shinan si trovava a qualche centinaia di metri di distanza dai due, tuttavia qualcos'altro catturò l'attenzione del ragazzo. Il neo Chunin di Kiri era stato ferito da un altro Ninja, che insieme ad un suo compagno gli aveva teso un'imboscata. Osservando i loro coprifronte Fuyuki fu in grado di capire che quei criminali fossero dei traditori della Nebbia, ma un simile dettaglio non lo aiutava a comprendere la motivazione che li aveva spinti ad attaccare qualcuno dopo il termine di un'importante manifestazione come il torneo Chunin. Era probabile che quei due fossero già ulle tracce del loro obiettivo già da un po' di tempo. Mai avrebbe potuto credere che un Nukenin fosse così stupido da assalire un Ninja senza una valida ragione.

- Il tuo amico è in pericolo, dobbiamo muoverci!

Annunciò platealmente, lanciandosi in una folle corsa giù per la montagna. Macinava metri, veloce come il vento. Era un ANBU, abituato a seguire le proprie prede anche nei luoghi più angusti o sconosciuti, come in quel caso. Nonostante i suoi movimenti fossero sinuosi e decisamente rapidi, cercò di far in modo che la Kunoichi riuscisse a mantenere il passo. Orientandosi con il Byakugan scavalcò le rocce che lo separavano dal rosso, minacciato da uno dei due Nukenin, ormai prossimo ad attaccarlo e - con molta probabilità - porre fine alla sua vita. La lama che il biondo celava era un'arma pericolosa e letale, capace di penetrare con incredibile facilità nelle carni delle sue vittime. Non preoccupandosi di Seiri portò la propria velocità al limite e con un ultimo scatto fulmineo l'eremita si portò ai piedi del nemico, frapponendosi tra lui e il suo bersaglio. Afferrò con una presa salda e determinata il braccio del criminale, sorpreso e frustrato a causa di un intervento così puntuale e soprattutto inaspettato. Con un poderoso calcio lo colpì in pieno ventre, tuttavia l'avversario riuscì comunque ad atterrare in piedi a qualche metro di distanza.

Diamine, è forte...

- Vi consiglio di andarvene, qui non c'è niente per voi.

Ringhiò a denti stretti, lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi. Tutto ad un tratto alcune scariche elettriche iniziarono a serpeggiare intorno agli arti superiori del Chunin, che con sguardo serio ed infuriato incrociava gli occhi di Rushifa. Si trattava del jutsu che aveva sviluppato personalmente, con il quale poteva godere della piena potenza del Raiton. In quella circostanza aveva tuttavia un compito intimidatorio, poiché il giovane sperava di spaventare i due Nukenin e di costringerli alla fuga. Nonostante fosse entusiasta dell'idea di lottare contro qualcuno del quale non conosceva nulla, aveva imparato ad evitare lo scontro, qualora fosse possibile. In quel caso aveva tentato un approccio diretto, a tratti diplomatico. Con voce quasi atona concluse la sua minaccia, aggiungendo un ultimo - ma non meno importante - particolare.

- Ve lo chiederò una volta sola.

 
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view post Posted on 9/3/2012, 18:20




*Era primo mattino, il sole ancora pallido sorgeva dietro i monti e gli innumerevoli torrenti che li attraversavano. La luce non era ancora giunta al tempio che restava plasticamente silenzioso, d'un silenzio quasi fastidioso per via della sua costruita piattezza. Il kimono era lacero ed impregnato di sudore. Ko se ne privò con cautela, quasi stesse maneggiando qualcosa di estremamente fragile e lo ripose in una cesta, ai piedi del letto. I gesti eleganti di chi li compiva uguali da anni, ogni giorno, diventavano quasi una danza a guardarli eseguiti da un corpo così fine. Il piccolo del tempio, caricatosi di abiti nuovi si diresse nudo verso i bagni comuni del Tempio. Troppo presto perché gli altri discepoli gli tenessero compagnia, il ragazzino poté godersi la pace e la poesia di quel posto. Non v'erano rubinetti, l'odore di muschio diffondeva armonia in tutto l'ambiente e lo scrosciare dell'acqua sulla nuda pietra suonava note inimitabili anche dal migliore dei musici. Una parte della cascata che proprio fuori dalle mura del tempio dava sfogo a tutta la sua possente bellezza, deviava il proprio corso, solo per piccola parte, attraverso la struttura abitata dai Monaci, il che permetteva loro d'usarla a mo' di doccia. L'acqua era incredibilmente gelida, tuttavia chiunque vivesse in quel posto aveva avuto modo d'abituarsi a ciò che la natura sola offriva, senza ricercare i piaceri tra le invenzioni degli uomini. Forse quel tempio era caratterizzato da un naturalismo assai estremizzato, tuttavia nessuno era costretto ad accettare quelle regole: Chiunque avrebbe potuto andarsene in qualunque momento.
Si lasciò cullare dall'acqua che minuziosa gli percorreva ogni centimetro di quella pelle quasi diafana, rimanendo in apnea mentre quella gli lavava via dal viso il sudore di una notte del tutto insolita, e poi calava il capo così che l'acqua gli colasse giù dai contorni del viso lasciandogli lo spazio di riprendere fiato. La stanchezza si faceva sentire, avrebbe voluto restare sotto quella corrente d'acqua ancora a lungo ma sapeva di avere un compito ed ogni minuto che perdeva, era solo una gentile concessione di colui a cui era stato affidato. Poco dopo l'avventura di quella notte, lo stesso Chunin di Konoha, salvato solo poche ore prima, aveva bussato alla propria porta, dicendogli che sarebbero partiti assieme, proprio come gli aveva chiesto. Era l'occasione per Ko di conoscere il mondo e forse i Ninja, di cui aveva tanto sentito parlare ma dei quali non aveva mai visto neanche l'ombra, non prima di incontrare Mikata. Sicuro d'esser solo Ko raccolse un candido telo da bagno, asciugandosi prima il volto. Quando riaprì gli occhi una figura snella e alta era a pochi metri di distanza da lui. Lo riconobbe subito.*
"Kaito..." *Sorrise, un sorriso appena accennato. Il suo maestro non era mai stato tipo da grandi cerimonie, neanche quando ne valeva la pena, ed un sorriso come quello avrebbe potuto essere il massimo dell'espressività da un tipo come lui.* "Ho saputo del tuo esame. Ti faccio i miei complimenti." *Si interruppe solo per una breve pausa, voleva dire altro, altrimenti sarebbe già andato via e questo il neo Discepolo lo sapeva bene. "Mi hanno anche detto che partirai, sei stato affidato alle cure di Mikata. Non ti fidare dei ninja." *Lo sguardo di Ko si fece dubbioso, forse addirittura turbato da quelle parole e Kaito lo seppe immediatamente ed altrettanto tempestivamente rispose alla domanda che si apprestava ad uscire dalla bocca del oramai ex allievo.* "Sono subdoli, ricercano il potere e gli strumenti per ottenerlo. Non farti soggiogare." "Non succederà." *Una rassicurazione stupida, quasi vana ma Ko conosceva il parere del suo amico più anziano a riguardo di quel mondo e conosceva l'affetto che li legava tacitamente. Si salutarono così, senza una parola di più ne un gesto, il silenzio ristabilito e rotto solamente dalla paziente acqua che si faceva strada tra le rocce, oramai da secoli.
Arrivò presto in giardino, con se soltanto alcune provviste procurate nel magazzino, una veste pulita ed i propri pugnali. Alcuni guaritori stavano insieme al giovane Mikata, per le ultime raccomandazioni ma quando giunsi ebbero la cura di fermare la propria premurosa tiritera e si ritirarono nel tempio, rivolgendo anche a Ko un sorriso compiaciuto. Presto, ci incamminammo diretti a Kumo.
Procedevamo a passo sostenuto da già alcune ore oramai, lui si muoveva sicuro, quasi conoscesse quel posto come le proprie tasche. Il clima era favorevole ma a rendere stancante quella traversata ci pensò la geografia delle terre che ospitavano il Tempio: Il paese della cascata era un paese ricco di monti e valli, formate per l'appunto da fiumi che scorrevano imperturbabili da secoli. Discendere pendii tanto ripidi non era meno stancante che risalirli e benché si stessero muovendo sul sentiero più facilmente percorribile, spianato appositamente dai Monaci che trasportavano i beni da loro prodotti ai villaggi, fu comunque difficile per Ko mantenere il passo dell'agile ninja della foglia, che ogni tanto si vedeva costretto a rallentare. Non lo riprese neanche una volta e nemmeno sembrava infastidito dall'inesperienza del Discepolo che lo seguiva ma Ko era convinto d'essergli di peso proprio per quel motivo e lui detestava sentirsi a quel modo. Quando giunsero finalmente a valle, il membro del nobile clan Senju si decise a rivolgere la parola al giovane che lo accompagnava. Con un sorriso sulle labbra si avvicinò al fiume che scorreva tranquillo nel proprio letto e vi immerse le dita, cominciando a giocherellare con l'acqua.*
"Sei stato bravo, scusami se non ti ho rivolto la parola ma non volevo che sprecassi troppo fiato. E' ora che io ti spieghi come ho intenzione di proseguire. La strada battuta e più sicura è quella che passa per Konoha e poi, attraversando il paese delle terme e quello del gelo ci condurrebbe dritti a Kumo passando per un comodo sentiero battuto. Tuttavia non ho molto tempo e saremo costretti a tagliare, una volta giunti nel paese del Fuoco: Non attraverseremo il villaggio della foglia e questo ci farà guadagnare del tempo. Faremo pause di venti minuti ogni quattro ore e giunta la notte ci concederemo una pausa più lunga per consumare una cena rapida e dormire qualche ora; Per tutto il resto si tratta solo di camminare e tenere gli occhi aperti" *Concluse quello, sorridendo, per poi aggiungere* "Se riesci a starmi dietro, dovremmo impiegarci poco più di un giorno". *Da quel momento in poi, si instaurò un rapporto tra i due: Ko aveva preso coraggio, dopo che gli ebbe rivolto la parola per la prima volta, vedendolo bendisposto al discorso, e cominciò a fargli domande. Per tutto il viaggio, parlò quasi soltanto lui mentre il bambino si limitava ad incalzare con nuovi quesiti ogniqualvolta l'altro terminava le proprie spiegazioni, sul mondo dei ninja, sulle loro usanze e sul loro modo di guadagnarsi da vivere. Nonostante le raccomandazioni di Kaito, Ko trovò il ninja una persona assai piacevole e fu contento di apprendere così tanto a riguardo di quel suo mondo, tanto distante dalla realtà che aveva sempre vissuto nel Tempio.
Il viaggio durò, proprio come era stato previsto, un giorno e poche ore. Fu una dura traversata perché i continui cambi di clima colsero impreparato il giovane Ko che una volta giunto alle porte di Kumo aveva ridotto i propri abiti ad uno stato piuttosto pietoso. Tuttavia, fu contento d'essere finalmente giunto al villaggio e di poter assistere a quel nuovo tipo di vita di cui aveva, sino a quel momento, soltanto sentito parlare. Mikata gli aveva spiegato che in quei giorni, a Kumo, si stava svolgendo il torneo chunin: Un evento di grande importanza per il mondo dei ninja che si sottoponevano, in quel giorno, a durissime prove per ottenere una promozione.*
"Ora però dovrò lasciarti: Il nostro viaggio insieme si conclud..." *Si interruppe d'improvviso, quando qualcuno tagliò loro la strada intanto che si dirigevano verso il centro. Il viso tanto sottile e pacifico del chunin di Konoha si mutò in una smorfia di seria preoccupazione. Senza troppe cerimonie, quello afferrò Ko per le spalle e gli intimò di seguirlo e di stare ben accorto a non farsi notare, prima di cominciare a correre con passo felpato ma rapido. Ko dal canto suo non era addestrato di certo a quel genere di situazione ma aveva un talento nel correre veloce e nel non farsi sentire, pertanto, eseguì gli ordini senza fiatare: D'altra parte, era lì per assisterlo. Rapidi e silenziosi corsero l'uno dietro l'altro, zigzagando tra la folla, intenti a non perdere di vista i loro obiettivi. Li inseguirono poi fin su di una strada in salita che conduceva al pendio d'un alto monte, riparati dall'ombra che offrivano le rocce. Quando si fermarono, poterono scorgere a pochi metri di distanza altre tre figure, intente a lottare fra loro. L'arrivo del ragazzo dai lunghi capelli castani sembrò placare per alcuni secondi la drastica situazione ma Mikata appariva comunque turbato. Sussurrò a Ko di stare in disparte, restare nascosto e poi scattò fuori, raggiungendo tutti gli altri.* "Fuyuki." *Disse annunciando la propria presenza dopo alcuni passi dal loro nascondiglio.* "Iwa era stata già avvertita, non ho fatto in tempo a mettere in allarme Kumo, tuttavia. Avevo il compito di informare le autorità locali della loro presenza nel territorio ma ho avuto dei contrattempi." *Intanto Ko restava nascosto proprio dove Mikata l'aveva lasciato, osservando tutto da lontano, bramoso di cogliere almeno qualche sillaba di quelle che uscivano dalle labbra degli altri. Quella faccenda lo spaventava ed il suo cuore batteva tanto forte da fargli temere che qualcuno potesse sentirlo.*

 
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view post Posted on 10/3/2012, 02:15
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// Mboh, diciamo che continua da qui, più o meno. //

*Il torneo chunin aveva offerto come previsto uno spettacolo apprezzabile, il giovane Aburame aveva osservato performance di genin provenienti da diversi estremi del mondo ninja, ognuno con le proprie capacità, ognuno con le proprie idee. Ma non si era certo recato lì solo per vedere prove in cui si combattevano mostri o vermoni, oppure combattimenti nudisti, ciò che Shinji era lì per osservare era l'atteggiamento dei partecipanti, i loro diversi approcci alle sfide loro proposte, allo scopo in seguito di fare la conoscenza dei più degni. Sotto questo punto di vista, l'evento fu meno soddisfacente di quello di un anno prima, meno persone attirarono il suo interesse e poche provenivano da fuori da Konoha, ciononostante ci fu un miglioramento: stavolta aveva adocchiato la sua preda, e non se la sarebbe fatta scappare come successo con la Flautista e il Marionettista osservati durante il chunin di Suna.*

(Una persona che ha il coraggio di far valere le proprie idee cozzando addirittura con una religione, un ninja di Kiri disposto a collaborare e parlare invece di ammazzare qualunque cosa respiri. Se questo non è interessante, mi domando cosa potrebbe esserlo.)

*La premiazione si era conclusa, ma non gli importava più di tanto, non è il grado a definire davvero un ninja, e lui stesso aveva scelto di tentare il passaggio solo per allargare le sue possibilità all'interno del villaggio, in effetti difficilmente senza essere passato a chunin avrebbe avuto ciò che ora aveva: la conoscenza delle arti mediche, la possibilità di entrare e uscire dai laboratori dell'ospedale a piacimento, la possibilità di sostenere missioni che arricchivano sempre di più il suo bagaglio di conoscenze scientifiche, saziando temporaneamente la sua enorme curiosità.
Ma il successo o meno dei genin lì presenti non intaccava minimamente l'opinione che Shinji aveva di loro, difatti appena vide che colui che aveva adocchiato se ne stava andando, subito ordinò a due dei suoi insetti di uscire dalla locanda e attenderlo ai piedi del monte, per poi seguirlo e permettere così a Shinji di raggiungerlo una volta dissipata la folla, non voleva un incontro con troppa gente tra i piedi, entrambi avrebbero potuto compromettersi.
Velocemente liquidò il discorso con Kazuku, ormai ultimo rimasto dopo l'uscita di Fuyuki, e anche con lui comunque la discussione era ormai morta, non riusciva a condividere le sue idee e a migliorare la sua opinione di lui. Sicuramente era forte, ma Shinji non aveva interesse a combattere una sfida persa in partenza solo per soddisfare un ego altrui.*


-La nostra sfida si farà presto, ma prima voglio vederti maturare un po', Kazuku. Questa tua nuova vita... secondo me hai abbracciato questo sentiero con troppa sicurezza e senza considerare adeguatamente i rischi. Voglio vedere quanto saprai essere determinato nel percorrerlo, quando avrò la certezza di trovarmi di fronte un ninja che sa quello che fa, combatterò volentieri. E ora se permetti...-


*Si allontanò, dal suo ormai ex allievo, dalla locanda, dalla bolgia dei festeggianti, e presto avrebbe anche lasciato Kumo, un paese che non gli aveva trasmesso niente tutto sommato, se non un ossessione fin troppo evidente per i Kami, tollerabile fintanto che rimaneva fede personale o del villaggio, ma nel momento in cui le loro stupide leggi e credenze diventavano imposizione per gli ospiti, il limite di tolleranza era passato. Pensava alla seconda prova, all'imposizione per partecipanti e spettatori di rimanere completamente nudi salvo per un'arma; volendo avrebbe potuto salire il monte ed entrare nel tempio senza scoprirsi, gli bastava utilizzare gli insetti come un vestito vivente visto che a quanto pareva le armi erano ammesse. Ma non l'aveva fatto, per non soddisfare le richieste di un villaggio che pone la sede di una prova in un luogo sacro per imporre le proprie regole, per rispetto nei confronti di chi invece non aveva la sua fortuna, per rispetto di chi come Shinan o Akane aveva rifiutato in nome delle sue idee scegliendo di non dare corda a delle condizioni ridicole e soprattutto, ben poco giustificabili, come aveva dimostrato il discorso, o meglio la repressione verbale senza argomentazioni decenti, tra la Raikage e l'infedele.
In pochi attimi si isolò da tutti, raggiungendo uno dei pochi angoli di Kumo rimasti deserti, attendendo che i suoi insetti dessero un segnale. Il segnale arrivò in fretta, ma era ben lungi da quello che si aspettava. I suoi insetti l'avevano seguito con discrezione e senza farsi trovare, ma ora tornavano da lui per comunicargli qualcosa di infausto.*


| È stato attaccato da due ninja. Pare che qualcuno sia arrivato ad aiutarlo, ma quelli sembrano forti... |


( Ho capito. Non posso permettere che qualcun altro di interessante mi scappi di nuovo. Forti o no, lui fino a poco fa era un genin, che razza di nemici si può avere a quel livello? Ladruncoli, al massimo gente che ha un conto in sospeso con la sua famiglia. Se ci sono già rinforzi, vale la pena di andare a dare un occhiata.)


*Particolare rilievo aveva l'ultima parte, probabilmente da solo Shinji non si sarebbe mai recato ad aiutare un altro rischiando di rimetterci le penne. Ma se vi erano più persone disposte a combattere, la cosa era molto più comoda, in primis perchè potevano aiutarlo, in secundis perchè in caso le cose si mettessero male, sarebbero potute morire al suo posto. Anche se sperava che il secondo egoistico pensiero non si realizzasse.
Seguì i suoi insetti fino al luogo nominato, lontano dalla gente, proprio come voleva, era il momento ora di scoprire se valeva la pena seguire e addirittura difendere il ninja dai capelli rossi, oppure se era una perdita di tempo. Il campo di battaglia era lì davanti a lui, anche se al momento era in stallo: gli avversari erano due mukenin di Kiri, le tracce di ghiaccio per terra lasciavano intuire l'innata di almeno uno di loro. Poi vi era Shinan, a terra e ferito da un fendente sicuramente arrivato dai suoi avversari, ma non in pericolo di vita, di fianco a lui vi era Fuyuki, fattosi avanti per difendere il Kiriano per ragioni sconosciute, e già pronto a combattere come dimostravano le scariche di Raiton che preparava. Ancora, vi era un ninja sempre di Konoha che però non aveva mai visto, ma che sembrava avere qualcosa in sospeso con quei ninja traditori. Abbastanza persone per tenere testa ai nemici, e se a loro si aggiungeva Shinji, la situazione si faceva ancora più tosta per questi. Aveva ormai deciso di intervenire, ma non si fece avanti affiancandosi a loro, al contrario scelse di rimanere a distanza e in disparte, non per questo non fece notare la sua presenza, anzi si fece avanti con passo deciso, ma non liberò ancora nemmeno un singolo insetto, non intendeva svelare subito le sue carte, in questo modo poteva sfruttare il vantaggio rispetto a quei mukenin che invece già avevano svelato parecchio.
Prima però di combattere tentò la strada diplomatica, se avesse evitato la sfida era molto meglio, dunque si rivolse ai due traditori e proclamò le sue intenzioni con tono fermo e sicuro di sè; erano assai ardite, ma dopotutto era ben cosciente che anche se fosse stato il primo a essere attaccato, avrebbe potuto difendersi al suo meglio e poi nascondersi. Finora le sue difese avevano fermato perfino gli attacchi di un demone, gli umani al confronto lo preoccupavano meno.*


-Desolato di intromettermi Signori, ma almeno due tra le persone che state affrontando è nel mio interesse che rimangano in vita, non posso proprio permettervi di toglierli di mezzo ora, indipendentemente dalle vostre ragioni.
Non amo combattere nè sporcarmi le mani, e voi non siete nella lista di quelli che voglio nel mio laboratorio, quindi spero che facciate la cosa più ragionevole e ve ne andiate, in caso contrario mi vedrò costretto a farvi un po' di male.-


// Evvai, una battaglia di solo gdr. Oh, ricordatevi che io sto ruolando nel passato, e poichè nel presente sono vivo e sarebbe un paradosso il contrario, non posso perdere :rox: //
 
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view post Posted on 10/3/2012, 21:27
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Come un fulmine attraversante il clima gelido del paese, Fuyuki scattò davanti il ninja dai capelli rossi riuscendo a fermare con grande maestria l'offensiva di Rushifa. Aveva dato dimostrazione della sua celerità, di una grande preparazione fisica ed esperienza nell'effettuare lo scatto e scegliere il tempo della difesa. Seiri ne rimase positivamente sorpresa ma quando vide l'amico ferito alla gamba cambiò radicalmente espressione: il suo sangue gli fece tornare alla mente la sofferenza provata da Mera e per quanto quella donna fosse in realtà una traditrice, le si era legata in un modo che andava al di là del normale buon senso. Come se fosse una madre, una sorella e durante l'ultimo periodo in cui la vide lottare quella convalescenza si rese anche conto di come stesse cambiando. Mera aveva ucciso il padre di Shinan sotto commissione di chissà quale organizzazione, eppure era più quell'assassina, forse a causa del jutsu di Deimos o forse per il suo amore. Ad ogni modo, la giovane Chunin non rimase con le mani in mano e raggiungendo il rosso, concentrò immediatamente del chakra nei palmi delle mani per curargli la ferita sanguinante. Shinan era senza parole, vide il volto della giovane venirgli vicino quando credeva si trovasse a kilometri di distanza. Eppure era lì, vicino a lui, accompagnata dal suo profumo e dalla lucentezza dei suoi occhi. Poi tornò serio e considerata la situazione le chiese spiegazioni.

- Che cosa ci fai a Kumo?

La donna sorrise e sospirando guardò alle proprie spalle la muraglia creata dai Chunin di Konoha sopraggiunti per aiutarlo. Poi tornò a fissare l'interlocutore e con aria determinata, rispose alla domanda.

Seiri - Gli uomini che ti hanno attaccato sono la ragione della mia venuta. Il loro intervento mi risparmia molte parole. Qualcuno ti vuole morto Shin... Una certa 'Kirinaki'

- Kirinaki? Mai sentita... Aspetta un attimo, e tu come lo sai?

Seiri - Mi hanno attaccata a casa tua, probabilmente speravano di trovarti lì

- E sei corsa fin qui perchè te la sei fatta sotto, o perchè ti preoccupavi per me? Sono felice di vederti

Seiri - Sono viva e vegeta, li ho rispediti a casa a calci. Sono qui per te

Nel frattempo, i due nukenin furono obbligati a passare per tre potenti ninja della foglia prima di giungere nuovamente a Shinan, era stata una mossa azzardata la loro ma di sicuro non avevano ancora neanche minimamente mostrato le loro carte. L'uomo dai capelli biondi sorrise e facendo volteggiare il suo piccolo pugnale cominciò a scrutare i nuovi avversari, l'altro invece sbuffò, evidentemente non amava per niente le complicazioni.

Rushifa - Non credevo che Shinan avesse tanti amici e che qualcuno ci avesse avvistati, comunque non fa differenza... Abbiamo il compito di ucciderlo insieme ad ogni cosa che ostacola la nostra missione, e voi state ostacolando!

Girudo - Rù... Sono tre. Cinque se contiamo anche la ragazza e Shinan

Rushifa - Coraggio, non avrai mica paura di tre insetti delle foreste?

Girudo - Ma sono tre... Cinque se contiam-

Il ninja dai capelli biondi diede un colpo in testa al compagno interrompendo la sua lamentela, non erano ammesse repliche, quel giorno avrebbero portato a termine la missione in qualche modo.

Girudo - Ok, va bene... Anche se sono tr-

Rushifa - Oh ma basta! Alzati e combattiamo!

Controvoglia, lo Yuki si rimise dunque in posizione di combattimento ed estraendo dal portaoggetti tre spiedi speciali, cominciò a farli vorticare pericolosamente tra le dita. Anche l'altro riprese la concentrazione e con la sua arma assunse una curiosa posizione con il braccio armato steso in avanti sorretto dal corpo teso e rigido. Si diedero un'occhiata e celeri partirono nuovamente all'attacco scambiandosi un paio di volte la posizione. La loro corsa non sarebbe stata difficile da seguire per i tre avversari ma quando giunsero a pochi metri di distanza da loro, sparirono letteralmente. Il campo di battaglia fu attraversato da un'ondata di gelo improvvisa ed a cavallo della brezza gelida vi furono dodici oggetti acuminati tra spiedi e piccoli coltelli. Intorno allo Hyuga ed al Senju si formarono inoltre alcuni specchi di ghiaccio, erano finiti nel campo di gioco preferito dallo Yuki. Shinji invece, rimasto poco più indietro, fu attaccato fisicamente dal tizio dai capelli biondi con un affondo frontale di un istante, sembrava accompagnare il vento stesso.

Girudo - Siete miei!

Rushifa - Idiota, nascosto tra le rocce ce n'è un altro, credevo l'avessi visto!

Shinan intanto, guarito dalla ferita alla gamba grazie all'intervento dell'amica, si rialzò in piedi con uno sguardo che racchiudeva ogni suo singolo pensiero di quel momento. Osservò l'amica che ricambiò con un assenso, erano pronti a fare la loro parte in quello scontro pericoloso.

||Ruolate il tutto come più vi aggrada, siate realistici con le difese, le eventuali schivate o le ferite considerando che sono colpi belli potenti anche se non da millantaventimille. Alla fine però Morph e l'npg di Nero saranno comunque dentro la cupola degli specchi diabolici. Ps. Nero, sei stato scoperto :asd: .||
 
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view post Posted on 11/3/2012, 00:25
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Rimase immobile, osservando con fare severo i due Nukenin che avevano osato attaccare un Ninja in una terra neutrale, che aveva ospitato le selezioni dei Chunin. La loro scelta era stata a dir poco azzardata, poiché - nonostante fossero riusciti ad eludere le pattuglie di vedetta - sarebbe bastato compiere un solo passo falso per fallire miseramente la missione che avevano intenzione di portare a termine. Era bastato il Byakugan di un coraggioso Shinobi di Konoha, che si trovava a Kumo per tutt'altro motivo, a mandare in fumo i loschi piani di Kirinaki. Questo era il nome del gruppo di cui essi facevano parte, o almeno era questo che aveva detto Seiri, corsa subito al cospetto di Shinan per curare le sue ferite, approfittando del disinteressato intervento dello Hyuga. Quest'ultimo attendeva con pazienza la risposta del nemico, mentre le scariche elettriche lentamente si facevano sempre più potenti, diventando con il passare del tempo vere e proprie saette che rapide fendevano l'aria. Era consapevole che le minacce probabilmente non sarebbero state sufficienti per placare l'istinto omicida dei due criminali che aveva di fronte. Erano pronti a tutto pur di stroncare la vita dell'Akami, preda di un complotto ben più grande ed intricato di quanto potesse immaginare, di certo le parole di Fuyuki non sarebbero riuscite a destarli dal loro intento.

Sono due e noi, escludendo il ferito, non siamo in svantaggio numerico.. Possiamo farcela.

Rimuginò il ragazzo, pronto ad affrontare i due avversari. Tuttavia, prima ancora che essi potessero esclamare la propria decisione, la voce poco nota di un misterioso individuo catturò l'attenzione dello Shinobi. Il nuovo arrivato fece qualche passo in avanti, allontanandosi dal nascondiglio in cui aveva lasciato il ragazzino proveniente dal Paese della Cascata, rivelando infine la propria identità. Si trattava di un milite della Foglia, che Fuyuki aveva avuto modo di conoscere durante la propria carriera: Mikata, anch'egli un Chunin del suo stesso villaggio natale. Questo annunciò immediatamente di non essere riuscito ad avvisare, dopo Iwa, le autorità di Kumo riguardo la presenza dell'organizzazione di Nukenin del territorio del Fulmine. L'ANBU non si scompose e svelto chinò il capo in segno di assenso. Adesso il team corso in soccorso del manipolatore di origami era composto da ben tre Ninja e - suscitando lo stupore dei presenti - dopo pochi secondi anche un quarto guerriero decise di unirsi a loro. Rimanendo in disparte, il nuovo elemento del gruppo proseguì l'opera diplomatica del diciassettenne, che subito riconobbe la sua voce. Non l'aveva ascoltata molto, ma il recente incontro con Shinji non era stato archiviato dalla sua mente, nonostante questa fosse ormai affollata da mille pensieri. L'Aburame parlò con lo stesso tono minaccioso usato dal suo compaesano, ma nonostante ciò i due membri di Kirinaki declinarono ciò che i portatori del Fuoco avevano offerto l'oro, l'opportunità di fuggire, e senza pensarci due volte si prepararono allo scontro imminente. Girudo, intimorito dal cospicuo numero di avversari, avanzò forse con qualche titubanza, spinto ad agire contro la propria volontà dal suo compagno di squadra. Il biondo doveva essere forte se, malgrado la presenza di ben quattro Chunin pronti a lottare per proteggere Shinan, non aveva intenzione di gettare la spugna.

Forse è soltanto stupido.

- Ehi, riccioli d'oro.. Dovresti ascoltare il tuo amico. Mi sembra che sia l'unico di voi due ad avere una testa sulle spalle, o che almeno non la usa come semplice ornamento.

Commentò divertito, senza distogliere il proprio sguardo, reso ancora più temibile dall'attivazione del proprio Doujutsu, dai nemici. Tutto ad un tratto le saette che sinuose serpeggiavano attorno alle sue braccia fuggirono, dissolvendosi nell'aria. Fuyuki alzò la guardia, pronto a difendersi dall'offensiva dei due, che velocemente correvano verso la barriera formata dai due Ninja di Konoha, lui e Mikata. Improvvisamente scomparvero, lasciando soltanto che una dozzina di dardi, spinti e resi ancora più rapidi da una gelida brezza, che con il suo tetro abbraccio coccolò la cute e la folta chioma del ragazzo. Quest'ultimo, non riuscendo ad estrarre le proprie lame in tempo, fu costretto a schivare ogni coltello, che puntualmente si conficcava nello spoglio terreno alle sue spalle. Riuscì a cavarsela senza nemmeno un graffio, tuttavia non si illuse. Sapeva che quell'attacco - per quanto fosse ben congegnato - non era il migliore che i Nukenin erano in grado di utilizzare, o per lo meno era ciò che sperava. In caso contrario si sarebbero rivelati una vera e propria delusione.

- Patet...

Avrebbe tanto voluto continuare, però vedendosi accerchiato da un jutsu sconosciuto pensò bene di non concludere la propria affermazione. Quei Ninja erano tutt'altro che patetici, lo aveva appena capito. Sia lui che il Senju erano adesso circondati da alcuni specchi di ghiaccio, che stranamente non erano capaci di riflettere l'immagine della smorfia pregna di perplessità e disappunto che si era dipinta sul volto del giovane. Era caduto in trappola come un allocco e ora si trovava in balia di una tecnica della quale non conosceva gli effetti. Ignorava quale fosse la funzione dei molteplici specchi, ancora vuoti ed imperscrutabili da chi - come Fuyuki - per la prima volta era costretto a fare i conti con una simile offensiva. Non sapeva che ben presto il nemico avrebbe avuto modo di impugnare il coltello dalla parte del manico, sfruttando l'ignoranza della preda per prendere due piccioni con una fava. Così lo Hyuga, sì insospettito dalla presenza dei blocchi di ghiaccio che sbarravano ogni via di fuga, ma non a conoscenza dell'inferno che lo stava attendendo, si limitò a non abbassare la guardia, cominciando ad ispezionare l'intera zona in cerca dei propri nemici.

Il biondo aveva ingaggiato uno scontro a distanza ravvicinata con Shinji e con movimenti sinuosi e letali accompagnò il suo primo fendente. Fu più arduo individuare il secondo, praticamente assente nell'area in cui si stava svolgendo il combattimento. Passò in rassegna i volti determinati di Seiri e del rosso, pronti ad entrare finalmente in azione, spostando poi la propria attenzione sul viso spaventato di Ko, un ragazzino di nemmeno dieci anni che - seguendo il consiglio di Mikata - era rimasto immobile, celato alla vista degli assassini di Kirinaki dal suo nascondiglio. Era tuttavia impossibile sfuggire ad un Ninja esperto come Rushifa, che nonostante ciò era riuscito a localizzarlo, probabilmente grazie all'odore che il piccolo purtroppo non era in grado di camuffare. Dopo qualche secondo l'eremita notò però uno strano particolare: gli specchi che lo avevano accerchiato erano pervasi da una traccia di Chakra, lo stesso di Girudo. Uno in particolare, quello che aveva di fronte, era impregnato dell'energia spirituale del nemico. Era come se egli si trovasse proprio dentro il blocco di ghiaccio, anche se in seguito ad un primo impatto visivo era impossibile accorgersene. Solo lui aveva le carte in regola per svelare il trucco del vigliacco che stava affrontando, perciò era suo dovere avvisare il suo compagno di ciò che aveva scoperto. Riteneva al tempo stesso che fosse necessario tenere riservata questa informazione, almeno per mostrare all'avversario una negligenza che non gli apparteneva più; in questo modo l'avrebbe probabilmente condotto a compiere un passo falso. Con fare serio e calcolatore aprì le labbra, sussurrando al Senju poche parole, mentre con la mano destra accarezzava il fodero di Hideki.


- Ascoltami, Mikata. Conosci qualcosa su questo jutsu?

Deve trattarsi di uno stile segreto. Non ho mai visto niente del genere...

 
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Nero™
view post Posted on 11/3/2012, 13:28




*Aria gelida pervase l'intero campo da battaglia ma la fronte restava imperlata di sudore, il respiro irregolare, ed il petto pareva pronto ad esplodere sotto i poderosi colpi del cuore impazzito. La cosa era diventata più grande di quanto si sarebbe mai aspettato: Un combattimento, un combattimento in piena regola tra ninja, maestri di tecniche che il piccolo monaco non sarebbe in grado di controllare nemmeno nel più vivace dei suoi sogni. Ebbe seriamente paura per la propria incolumità: Parlavano di vita e di morte, sputavano velate minacce e la loro forza spirituale prendeva forma sotto l'aspetto di fulmini e saette, a mo' di manifesto, che illustrava quanto in là i loro poteri potessero svilupparsi. Ko trovava tutto quanto stava accadendo assurdo: Come potevano prendersi così alla leggera? Come potevano ingaggiare un combattimento di quelle proporzione senza nemmeno pensare alle conseguenze per chiunque si trovasse nei paragi; E gli stessi assalitori, quei tali Girudo e Rushifa, come potevano decidere di passare all'attacco nel bel mezzo di un villaggio? Se le forze di difesa fossero intervenute, loro non avrebbero avuto scampo. Si meravigliò, il piccolo, di scoprire quanto poco importasse ai ninja della propria vita perché per lui, sino a quel momento, era sempre stata la cosa più importante, da custodire con egoistica gelosia, malgrado qualunque cosa. Il gelo parve diventare pungente quanto la punta di uno spillo, quando ascoltando attento le parole dei ninja distanti non più di alcuni metri, scoprì d'essere stato individuato. Non aveva idea di come ci si comportasse in una simile situazione, ciò che sapeva era che non voleva perdere la vita. Una mano incerta si mosse tuttavia rapida verso i pugnali riposti ordinatamente nelle tasche del pantalone, tirandone fuori due. Strinse i pugni quanto più saldamente riuscisse attorno alle impugnature e deglutì, sperando di mandar giù le lacrime che sentiva salire da infondo alla gola. Raccolse un po' di coraggio e si sporse a guardare da dietro la roccia: Era che l'avevano visto, nonostante fossero impegnati con guerrieri assai più abili, era suo dovere tenerli d'occhio affinché qualunque offesa gli venisse mossa, lui fosse stato pronto ad eluderla, ammesso che fosse per lui possibile, una cosa del genere.*

*A pochi metri dall'accorto ma coraggioso ragazzino nascosto, il suo accompagnatore, Mikata Toki, era ora in balia del pieno combattimento, insieme ad un compagno d'armi di vecchia data: Fuyuki Hyuga. Non lo conosceva molto bene ma la poca confidenza di cui poteva vantare, gli dava sufficiente sicurezza da esprimersi in maniera semplice e diretta. Il ninja che aveva di fronte, non era uno qualunque: Il fatto che fosse stato affidato ad una mera missione informativa era chiaro sintomo del fatto che le sue abilità non erano sufficienti a bloccarli. Era anche vero, tuttavia, che di quei nukenin non era Konoha a doversi occupare. Ben presto furono vittime della sinistra trappola del traditore di Kiri e Mikata, seppur non di buon grado, fu costretto a condividere col compagno alcune delle informazioni di cui disponeva. I membri del clan Yuki erano in grado di spostarsi tra quelle gelide lastre di ghiaccio e circondare l'avversario a quel modo non era altro che la strategia base del proprio sistema di combattimento. La domanda di Fuyuki giunse repentina ed il controllore del Mokuton, dunque, prese a parlare.*


- Mikata: Sì. E' tipico d'un clan di Kiri che persino gli abitanti del villaggio temono. Usano la loro abilità innata per generare questi specchi ed attraverso questi muovono i propri attacchi: Riescono a fondersi con loro come i senju fanno col legno. Potresti aiutarti col Byakugan.

*Il viso del ragazzo si fece tuttavia preoccupato ed un sorrisetto nervoso sorse sul proprio viso dai lineamenti delicati.*

- Mikata: Fuyuki io non sono in grado di affrontarli, tu questo dovresti saperlo. Ho bisogno che mi spiani la strada per scappare, un diversivo: Devo avvisare le autorità. Qui ti sarei solo d'intralcio.

*Disse il chunin senza guardare in volto il proprio compagno, sperando capisse la gravità della situazione.*


GdrOff| Grì t'ho fregato il sistema per postare i dialoghi u.ù |GdrOff
 
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view post Posted on 12/3/2012, 12:09
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*Non era stata accolta la sua educata e diplomatica richiesta, i due mukenin avevano scelto di combattere contro tre, anzi cinque ninja, seppur due di loro non fossero particolarmente pericolosi nelle loro condizioni. Una determinazione nel perseguire il proprio obiettivo che Shinji ritenne quantomeno detestabile, considerando che ormai era dentro e avrebbe dovuto combattere avversari di cui non sapeva così tanto. Dalla loro parte la superiorità numerica e il gioco di squadra per cui i ninja della foglia sono famosi, dalla parte dei nemici, il vantaggio della sorpresa.*

(Beh, non ci resta che vedere cos'hanno in serbo e sperare che non sia troppo oltre per noi.)


*Ascoltando i discorsi di Shinan e della ragazza, ebbe la possibilità di carpire la ragione di tale attacco: un'organizzazione criminale, tale Kirinaki, aveva l'intenzione di uccidere il manipolatore di carta, e la cosa più seccante era che mettendosi in mezzo, anche Shinji sarebbe potuto finire nel mirino, a meno che non riuscissero a togliere di mezzo entrambi i nukenin.
Ad ogni modo, era tardi per tirarsi indietro, l'unica cosa saggia da fare era combattere e dare a quei due abbastanza filo da torcere da fargli passare la voglia di insistere. Ma prima, occorreva difendersi: il primo colpo era costituito da alcune armi che erano dirette verso di lui a cavallo di una gelida bufera che si era appena formata. Colpo di forza non trascurabile e abbastanza preciso, ma alla portata dell'Aburame, che decise di difendere arma con arma, richiamando dal suo rotolo il fedele bisturi, attrezzo medico ma anche una delle sue armi preferite, con cui potè eseguire la prima difesa dello Stile della Precisione. Una difesa appunto precisa, che sfruttava non solo le capacità di difesa fisica ma anche l'intelletto, ciò che appunto serviva per calcolare alla perfezione in che modo utilizzare l'arma per deviare gli attacchi portati contro il ninja. Sapeva maneggiare abbastanza bene quello strumento, e non ebbe problemi dunque nell'utilizzarlo per colpire ogni arma diretta contro di lui. Colpire lievemente, senza troppo forza, non serviva quando vi era precisione a supportare la difesa: i proiettili vennero così allontanati dal suo bersaglio senza intaccarlo prendendo direzioni che sarebbero probabilmente finite contro qualche albero o a terra.
Non bastava ancora. Shinji era tenuto in scacco dall'attacco del biondo, tale Rushifa, e doveva sottrarsi al più presto da quello. L'uomo che lo stava attaccando era quello che aveva persuaso il titubante compagno a combattere seppur in inferiorità numerica, era il più determinato e ragionevolmente anche il più forte.*


(Ti pareva che non mi sarebbe capitato questo...)


*Un affondo alla velocità del vento con un pugnale, questo l'attacco da parare. Forse li aveva sottovalutati, un colpo a segno con quello e Shinji ritornava nell'altro mondo; urgeva una difesa infallibile, perchè al momento non se la sentiva proprio di rischiare con una semplice parata, col rischio di rimetterci la sua pelle e quella dei suoi compagni a sei zampe. Per questa ragione, puntò un ceppo presente nelle vicinanze, appena dietro il suo attaccante, e compose i veloci sigilli necessari all'esecuzione della celebre tecnica della Sostituzione. Ciò in una frazione di secondo portò Shinji nella direzione opposta rispetto a Rushifa, guadagnando così le sue spalle, la distanza e la salvezza, oltre alla possibilità di attaccare a sua volta. Vedere come il tronco veniva distrutto dall'attacco fece per un attimo trasalire Shinji all'idea di poter essere al suo posto, ma dovette subito rigadagnare la sicurezza necessaria per continuare. Del resto non aveva provato nessuna difesa, non poteva essere certo che avessero fallito, e aveva ancora un altro jolly per il prossimo attacco. Ma sperava non ci sarebbe stato nessun "prossimo attacco", la sua offesa avrebbe avuto come scopo anche il danneggiare, ma soprattutto l'intimidire. E tra il suo repertorio di tecniche, ve ne era una che soddisfava perfettamente i requisiti, richiedeva solo l'aiuto dei suoi piccoli amici.*


(Dobbiamo circondarlo nel nostro tifone! Se non scappa, sarà facile preda di un prossimo colpo, e dovrà avere davvero del fegato per continuare. Per contro, anche se riuscisse a evitare di finire intrappolato, uno degli altri potrebbe provare a colpirlo.)


| Ci siamo, socio. Lo impegneremo così tanto che se riuscirà a uscire andrà a Kumo a ringraziare i Kami per la grazia ricevuta. |


(Benissimo, facciamogli rimangiare quello che ha detto su noi ninja della Foresta. Anche se tecnicamente voi SIETE insetti.)


*Shinji aveva capito bene che era Rushifa dei due quello che comandava, e dunque quello che avrebbe visto soddisfatto il suo ordine qualora avesse ordinato la ritirata. Ma siccome Shinan era ferito, i due compagni di squadra invece erano impegnati dall'altro nukenin, Girudo, il gioco di squadra era difficile e Shinji era quello che meno difficilmente sarebbe riuscito a farlo demordere. Dunque non si sottrasse minimamente al suo compito e sferrò il suo attacco, manovrando con destrezza i movimenti del suo sciame, da una adeguata distanza di sicurezza rispetto al bersaglio, come tipico del suo clan, ma soprattutto del suo personale stile. Lo sciame si ramificava, si dissipava, invadeva lo spazio attorno al ninja della Nebbia, pronto a condensarsi al minimo segnale di Shinji, che arrivò quando vide che la densità era corretta: gli insetti cominciarono un moto turbolento e vorticoso, veloce quanto bastava perchè attraversarlo fosse doloroso e l'unico modo per salvarsi fosse dunque schivare l'attacco, cosa non facile visto il raggio d'azione dei Kikaichuu. Shinji sapeva che quella tecnica era inadatta a danneggiare, ma non era quello il suo obiettivo: se Rushifa non fosse stato in grado di sottrarsi all'abbraccio dei compagni di battaglia di Shinji, si sarebbe trovato in un inferno di insetti che l'avrebbe costretto a pensare seriamente se era il caso di continuare.
Intanto, Shinji potè permettersi per un istante di girarsi verso i suoi compagni umani. Avere dall'altra parte un ninja che attacca ravvicinato e veloce non concedeva all'Aburame abbastanza tempo per osservare bene quanto succedeva agli altri o per concentrarsi abbastanza da sentire cosa dicevano, tuttavia un occhiata di sfuggita gli fu più che sufficiente per osservare come Girudo, il mukenin che aveva manifestato la sua intenzione di evitare lo scontro, avesse sfoderato la sua abilità, uno stile glaciale che dimostrava tutt'altro che mancata voglia di combattere e si rivelava qualcosa di nuovo da osservare per il medico di Konoha.*


( Circonda i nemici con specchi di ghiaccio, quasi come faccio io con gli insetti. Dunque gelo combinato a giochi di luce, è un trucchetto indubbiamente interessante, mi spiace di non poter essere con Fuyuki e l'altro, ma farò il possibile per finirla in fretta con questo scocciatore. )
 
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view post Posted on 12/3/2012, 16:13
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Determinazione, potenza, precisione, passioni, desideri. Sentimenti contrastanti sovrastarono i pensieri di tutti i presenti che chi in un modo, chi nell'altro, stavano provando a resistere all'attacco dei nukenin. In particolare Shinji, evitando con grande maestria l'assalto diretto di Rushifa sostituendosi con un tronco, era subito passato al contrattacco evocando uno sciame spaventoso di insetti. Nel suo sguardo era possibile leggere la certa frenesia tipica degli scienziati quando si trovano di fronte qualcosa di nuovo da scoprire e studiare e quel giovane dai capelli biondi sembrava rappresentare una degna cavia. Quest'ultimo distrusse il ceppo di legno al solo contatto e nello stesso momento capì di essere stato ingannato dalla più basilare delle difese e con sul volto dipinto un sorrisetto inquietante, si voltò immediatamente capendo la situazione. L'Aburame aveva fatto la sua mossa e Rushifa stette per un istante immobile ad osservare quell'inferno nero avvicinarsi verso di lui, non avrebbe potuto difendersi da una cosa del genere e sfuggire sarebbe stata l'unica soluzione possibile per quanto remota, ma lui non era un principiante.

Rushifa - Aburame...

Sembrava sapere con chi avesse a che fare e senza perdere tempo congiunse le mani concentrando un'incredibile quantità di chakra. Il vento aumentò la potenza con cui soffiava nei cieli di Kumo e come se comandato dalla potenza del nukenin, si concentrò in un solo punto creando una sorta di distorsione dell'aria. Il vuoto oppresso dal vento cedette ed il 'buco oscuro' venutosi a creare cominciò a risucchiare tutti gli insetti evocati dall'abitante di Konoha. Ne era uscito indenne, ma quella tecnica sembrò averlo provato al punto da costringerlo a cedere in ginocchio, non aveva più la forza di reagire e tremando scrutò il nemico.

Rushifa - Dannata Konoha

Ad osservare lo scontro fra il biondo e Shinji vi furono però anche Seiri e Shinan che pronti finalmente a combattere ed interrompere quell'attacco che era già durato troppo, evocarono insieme un chakra denso e potente che sembrò quasi fondersi in un'unica cosa.

- Vuoi farlo?

Seiri - Se non ora quando?

- Sarà almeno un anno che non la proviamo

Seiri - niente discussioni, adesso!

La giovane dai capelli dorati chiuse gli occhi facendo esplodere tutta l'energia accumulata sotto forma di onda invisibile, mentre Shinan cominciò a sciogliere alcuni sigilli assorbendo il chakra rilasciato dall'amica. La terra intorno a loro sembrò tremare e la forza sprigionata da Seiri allontanò le nubi costanti di Kumo che accompagnate dal clima pungente avevano fatto da atmosfera allo scontro fino a quel momento.

- Al tipo con i capelli biondi!

Seiri - Sono pronta!

Una forza azzurrina invase l'aria: era chakra, visibile e tangibile che continuando ad aumentare d'intensità cominciò a far danni anche alle rocce.

- Ma che diav...? L'ultima volta non avevi tutta questa energia!

Seiri - Muoviti!

Shinan sospirò.

- Ok, forza

Shinan e Seiri - Kumiawase gensō: Shinīru!

Rushifa sentì la terra muoversi sotto di lui e nel momento in cui si accorse dell'attacco dei due Chunin era troppo tardi, il colpo si impossessò della sua mente ed il nukenin finì al suolo in preda a lancinanti dolori e folli grida. In un istante perse il senno e senza controllo ebbe delle convulsioni che culminarono con del sangue schizzato fuori dalla sua bocca dopo alcuni colpi di tosse. Come un sigillo mentale, ma illusorio, quel colpo gli stava divorando la ragione. A quel punto il rosso si rivolse a Shinji che nel frattempo aveva osservato la scena.

- Prova ad intrappolarlo, potrebbe fornirci informazioni utili!

Dentro la cupola di ghiaccio nel frattempo, Mikata e Fuyuki dovevano vedersela con lo Yuki che poco dopo averli rinchiusi, cominciò a schizzare da una parte all'altra degli specchi. Sì, lo Hyuga poteva vederlo grazie al Byakugan, poteva seguirne i movimenti, ma afferrarlo a quella velocità era un'altra storia. Il nukenin sembrava quasi teletrasportarsi da uno specchio all'altro, cambiava posizione tagliando il tempo stesso e dopo aver provato a disorientare gli avversari, cominciò l'offensiva nonostante la presenza dell'altro possibile ninja scovato da Rushifa. Non aveva tempo, prima si sarebbe occupato dei due avversari all'interno della gabbia di cristallo e poi dell'ennesimo ospite indesiderato.

Girudo - Beccatevi questi!

In un istante, almeno trenta spiedi arrivarono da tutte le direzioni e stavolta sembrarono potenziati da una carica elettrica che gli garantì ulteriore velocità. Come proiettili scattarono, mirati a perforare gli organi vitali dei due Chunin. Come se non bastasse, dentro quella cupola, la temperatura sembrò abbassarsi inesorabilmente. Dovevano agire in fretta o si sarebbero trovati immersi in un gelido inferno.
 
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view post Posted on 12/3/2012, 21:53
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L'atmosfera si faceva elettrica, l'aria che i presenti respiravano sempre più rarefatta e pesante. Lo scontro tra i Chunin di Konoha, giunti in soccorso dei due di Kiri, e i perfidi guerrieri di Kirinaki era ormai iniziato e nessuno dei Ninja lì presenti sembrava intenzionato a farlo durare per più tempo del dovuto. Ognuno sembrava invece pronto a spezzare al più presto una lancia a proprio favore, in modo tale da prendere in mano le redini della lotta, nella quale erano in palio tutte le vite dei combattenti. Era una scommessa, la più azzardata per la precisione; specialmente per lo Hyuga, che si era ritrovato ad affrontare in una disputa probabilmente mortale un nemico di cui non conosceva nulla. Solo in quel momento si rendeva conto di quanto le sue azioni fossero state impulsive, eppure non era riuscito a fare a meno di frapporsi tra il rosso e il suo assalitore, evitando che il primo venisse brutalmente ucciso. Per quale motivo? Nemmeno lui sapeva dirlo con precisione, ma una cosa era certa: riusciva a rispecchiarsi in quel ragazzo, Shinan, nel suo carattere e nelle sue idee. Il suo era un carattere ribelle, che lo rendeva uno Shinobi dalla spiccata personalità, capace di far valere la propria opinione anche in una terra straniera. Non poteva permettere che un così promettente Ninja venisse ucciso, anche se difendendolo non avrebbe fatto altro che finire a sua volta - con molta probabilità - sotto il tiro dell'organizzazione. Ciò ovviamente non costituiva un problema per chi, come Fuyuki, era abituato a confrontarsi tutti i giorni con criminali di ogni genere. Da quando era diventato un ANBU aveva sì imparato a comportarsi ed agire in maniera razionale e calcolatrice, ma nonostante ciò più di una volta si era ritrovato dinanzi alla morte, circostanze in cui l'istinto aiuta ben più della ragione. Anche in quel caso era stato guidato dal suo desiderio di giustizia, che gli aveva impedito di rimuginare - come avrebbe invece dovuto - riguardo le conseguenze delle sue azioni.

Il dado è tratto ormai, non mi resta che combattere!

Era pronto a ricorrere a tutte le sue carte pur di battere il nemico, che senza perdere tempo aveva usato una delle sue tecniche migliori, nella speranza di trovare il giovane impreparato di fronte ad un simile tranello. Le sue aspettative si sarebbero rivelate fondate, se solo lo Hyuga non avesse avuto un valido compagno come Mikata al suo fianco. Il membro del nobile Clan Senju infatti, come il diciassettenne si aspettava, era a conoscenza del funzionamento di quel jutsu così spettacolare e letale al tempo stesso; del resto era stato mandato in missione con il compito di informare le autorità locali riguardo la presenza di Kirinaki, era palese che ne conoscesse i membri e le loro capacità. La spiegazione fu sintetica e incisiva: Girudo era in grado di plasmare specchi di ghiaccio, fondere il proprio corpo con essi e muoversi - quasi teletrasportandosi - da uno all'altro per preparare le proprie offensive, che ovviamente risultavano rapide e decisamente imprevedibili. Si trattava di uno stile affascinante e temibile, tuttavia grazie al proprio Byakugan il Chunin aveva buona possibilità di farcela. Doveva soltanto tenere bene a mente le informazioni fornite da Mikata e concentrarsi sulle tracce di Chakra provenienti dagli specchi, in modo da poter affrontare lo Yuki a testa alta.

Il Senju intanto continuava il proprio monologo, spiegando all'eremita la propria difficoltà nel continuare uno scontro con avversari di una tale portata. Questo annuì silenziosamente, svuotando la propria mente da ogni pensiero superfluo e iniziando ad elaborare un piano per concedere al compagno l'opportunità di fuggire. Era importante che egli riuscisse ad allontanarsi dal campo di battaglia, il suo contributo si sarebbe rivelato fondamentale soltanto fuori dall'occhio del ciclone, dove Shinobi ben più potenti sfoggiavano attacchi fenomenali, lottando come dei leoni in un'arena gremita di gente. Mikata era un Ninja di supporto, non abituato a sostenere combattimenti così impegnativi: doveva avvertire chi di competenza dell'invasione di Kirinaki, lì sarebbe stato soltanto d'intralcio. Quindi Fuyuki, comprendendo quanto fosse pericoloso il sottile filo che reggeva in modo alquanto precario il peso di una cospirazione così inaspettata, ai danni non solo dell'Akami, ma anche degli abitanti di Kumo, che correvano il rischio di essere coinvolti da potenti jutsu, decise di intervenire. Non vi era spazio per la titubanza, era giunto il momento di stringere i denti ed assumersi le proprie responsabilità.

- D'accordo. Ho una richiesta però: devi creare un clone da lasciare qui al tuo posto.. Ho in mente una tattica per porre presto fine a questo scontro.

Una volta avvicinatosi al Senju, gli sussurrò alcune parole con un tono di voce quasi impercettibile, affinché soltanto egli potesse sentirlo. Si trattava di una strategia studiata, anche se a causa dello scarso tempo a disposizione lo Shinobi non era riuscito a definirne i dettagli. Sarebbe stato come girare una scena di un film avendo un solo tentativo da spendere, perciò il ragazzo sperava che in quel caso la prima sarebbe stata buona; in caso contrario temeva che lo scontro avrebbe preso una piega spiacevole. Ne valeva della sua vita: era giovane e c'erano ancora molte, troppe cose che doveva fare prima di passare a miglior vita. Non poteva permettere che la sua dolce sorellina restasse sola in quel mondo impregnato di malvagità e costellato di ostacoli, tantomeno che i suoi fratelli si ritrovassero ancora una volta senza un protettore. Non poteva concedersi il lusso di perdere o di morire.

Doveva VINCERE.


Credo che possa funzionare, ma prima devo creare il diversivo per concedere a Mikata una via di fuga.

Improvvisamente la terra sotto i suoi piedi iniziò a tremare, come conseguenza della prepotente esplosione del Chakra di Seiri e del potente jutsu da lei messo in atto, con la collaborazione del neo Chunin di Kiri, per muovere il loro scacco matto al re. Proprio in quel momento lo Yuki sembrò distarsi, innescando involontariamente la pronta reazione dell'ANBU. Quest'ultimo si mosse rapido come una saetta, spostando la mano destra dal fodero di Hideki a quello del Ninjatō. Svelto aprì la saya, richiudendola subito dopo, non appena ebbe stretto in pugno la bomba fumogena che era caduta giù dalla guaina. Fuyuki la trovava davvero comoda, poiché permetteva di nasconderci dentro per l'appunto gli oggetti utili a spianare la strada per un'eventuale fuga. In quella circostanza era una vera e propria manna dal cielo, qualcosa che avrebbe dato il suo contributo per la sconfitta di Girudo. Lo Hyuga la lanciò dunque contro il terreno e - non appena la piccola sfera ebbe toccato il terreno - immediatamente una densa e fitta coltre di fumo fornì al Senju un'ottima scappatoia, una chance da cogliere al volo. Tuttavia lo Yuki reagì prontamente, scagliando contro i due soldati di Konoha una folta pioggia di spiedi irradiati dal Raiton, un fattore che li rendeva particolarmente rigidi e veloci quasi quanto un proiettile. Il fumo avrebbe senz'altro peggiorato la situazione, ma considerando il numero di armi e la rapidità con la quale era stato condotto l'attacco, poté ricorrere ad un'unica soluzione.

- Hakkeshō Kaiten!

Rapido come un tuono che fende l'aria durante la tempesta, l'eremita mosse il primo passo della sua splendida danza. Lasciò che il Chakra fuoriuscisse dai pori del proprio corpo e che - grazie alla fulminea rotazione del corpo - formasse in pochi secondi una spessa cupola azzurrina. Nonostante il Byakugan lo aiutasse ad individuare le armi anche alle proprie spalle, sapeva di non poterle schivare con un solo scatto. Sarebbe stato un azzardo, non voleva rischiare che gli spiedi penetrassero nelle sue carni proprio dietro il punto cieco, unica pecca di un sistema di difesa così efficace come quello del Clan Hyuga. La Rotazione Suprema era stata ideata esattamente per questo motivo, per colmare una simile lacuna e in quella circostanza si mostrò all'eremita come la più indicata per arrestare la poderosa offensiva di Girudo. Le lame infatti cozzarono bruscamente con la barriera d'energia, andandosi poi a conficcare nel terreno ai piedi del ragazzo. Nonostante fosse ben congegnato, l'attacco dello Yuki non andò oltre le sue ormai deluse aspettative, poiché Fuyuki - non appena la nube si fu diradata - si mostrò al suo avversario, al fianco della copia del Senju. Illeso.

Perfetto.. Diamo il via alle danze.

Tutto era pronto per il suo spettacolo, ogni pedina si trovava al posto giusto. Le sue mani caddero sinuosamente sulle else di Hideki e Ryu, le due lame gemelle forgiate in onore degli uomini che avevano plasmato la sua identità e che lo avevano reso ciò che adesso era: un degno Ninja di Konoha. La luce del Sole baciò calorosamente il freddo metallo, facendolo luccicare sotto gli occhi pregni di soddisfazione del giovane Shinobi. Quest'ultimo cercò di non badare alla tortura del gelo, creata dal temibile scultore di ghiaccio, preparandosi ad agire: non aveva molto tempo a disposizione, considerando che presto il freddo avrebbe avvolto le sue membra in uno stato di fastidioso e pungente torpore. Mosse il primo passo verso lo specchio ove l'energia di Girudo era maggiormente concentrata, fingendo uno sfacciato assalto frontale, un attacco che il nemico avrebbe senz'altro evitato spostandosi in un secondo blocco di ghiaccio. Tuttavia Fuyuki mosse un pedone, prima ancora che l'avversario potesse accorgersene; con un flusso di Chakra arrestò gli impulsi del nervo ottico dello Yuki, che vide il diciassettenne corrergli contro, nonostante questo si fosse invece fermato nel centro esatto del ring di specchi, pronto a seguire gli spostamenti del Nukenin grazie al suo fenomenale Doujutsu. Non appena il mercenario di Kirinaki ebbe cambiato dimora per mandare in fumo la falsa offensiva dello Hyuga, quest'ultimo - per eguagliare la sua velocità - concentrò la potenza esplosiva del Raiton, che sotto forma di prepotenti scariche elettriche avvolse come una potente aura il suo corpo. Infine scattò ai piedi dell'avversario, svelto e inaspettato come un tuono che squarcia un cielo limpido e perfetto. Incrociò le due lame, pronto a dilaniare con rapidi e precisi fendenti lo specchio che adesso conteneva il corpo del nemico. Accompagnò con un urlo la sua offensiva, chiaro monito dell'utilizzo di ogni sua singola risorsa allo scopo di porre fine allo scontro.

Era rapido, sicuro e determinato. Nessuno quel giorno avrebbe arrestato la sua danza.

 
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view post Posted on 13/3/2012, 11:41
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*La battaglia infervorava, per il momento Shinji si teneva a debita distanza da entrambe le parti, lasciando che fossero gli insetti a fare per lui il lavoro sporco e sistemare Rushifa. Il suo rivale pronunciò una sola parola di fronte al ciclone che si trovva a fronteggiare, e questa era il nome del clan di Shinji. Lo conosceva dunque, e al contempo nel suo tono il medico non carpì la sicurezza di chi conoscendo bene un clan pensa di saper fronteggiare ogni attacco. Al contrario, l'Aburame si sentì parte di qualcosa che l'uomo temeva, il che giocava ovviamente a favore della sua strategia, mirata appunto più all'incutere timore piuttosto che a vincere.
Avvenne però qualcosa che Shinji sperava con tutto il cuore che non sarebbe successo: il ninja di Kiri non evitò l'attacco, ma al contempo nemmeno si parò, scelse piuttosto di utilizzare una mossa particolare, con cui eliminò localmente l'aria da un certo spazio, in modo che si creasse il vuoto e che questo risucchiasse ogni cosa al suo interno, compresi quindi gli insetti che vennero fagocitati da quel buco. Pochi riuscirono a salvarsi, la maggioranza venne condannata dalla pressione, e la cosa a Shinji non piacque affatto.*


(Ancora una volta vi ho causato dolore e morte... non ho scusanti stavolta, sono stato imprudente a usarvi subito.)


| Sai bene su cosa si basa la nostra simbiosi, la nostra parte include tra ciò che offriamo anche la vita, non hai niente da rimpiangere, hai scelto la mossa migliore al momento giusto, nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo. |


(Sapere? Io potevo saperlo. Io DOVEVO saperlo. Rientrate tutti immediatamente, proseguirò nello scontro da solo.)


| Forse non sarà necessario. Guarda, l'hai spompato. |


*Il mukenin sembrava effettivamente provato, come gli insetti avevano indicato. Non era stato l'attacco di Shinji a ridurlo così, no, era la sua difesa, una tecnica che crea un vuoto d'aria totale non può certo essere poco dispendiosa, ma fino a quel punto...
Quasi immediatamente cominciò l'offensiva di Shinan e della ragazza chiamata col nome di Seiri. I due Kiriani utilizzarono una tecnica illusoria combinata, di cui Shinji potè osservare la preparazione, un incredibile quantità di chakra che invadeva terra e cielo travolgendo Rushifa ormai in ginocchio, e il risultato, ossia il nemico a terra quasi privo di coscienza, in preda a rantolii e convulsioni. Ancora un volta il medico non sentì sua la vittoria, carenze dell'avversario e sostegno dei compagni, anzi di stranieri in questo caso, l'avevano salvato. Ma non gli importava niente di chi aveva vinto, pensava al prezzo che aveva dovuto pagare: gli insetti si sostituiscono, i legami formati con loro nel corso di mesi di lavoro combinato, no.
Dal manipolatore di carta arrivò la richiesta di intrappolarlo, e non potevano parole umane soddisfarlo di più.*


-Intrappolarlo, uh? Credo di aver scordato a casa cordami e affini, ma conosco un modo ben più veloce e semplice.-


*Stava emergendo in Shinji un lato che finora aveva sfoderato solo ai tempi in cui aveva imparato le basi della genetica, ed era stato costretto a mostrarlo per salvarsi la vita. Stavolta era diverso, era lo stesso Aburame ad averlo scatenato per pura e semplice vendetta.
Un lato freddo e crudele, incurante della vita altrui, quasi sadico, che sfruttava le abilità mediche non per curare ma per ferire. Era addirittura peggio dell'ultima volta, perlomeno al tempo si era impegnato per preservare l'incolumità dei ninja cui era stato costretto a trapiantare gli occhi. Stavolta VOLEVA invece infliggere dolore. Tuttavia, fu piuttosto chiaro nel rivelare che all'inizio non era quella la sua intenzione: da parte di Shinji il rispetto delle vite altrui era funzione dell'interesse che aveva nei loro confronti, e del rispetto che gli altri avevano della sua.*


-Non immagini quanto sto sperando che tu sia abbastanza cosciente da udire me e percepire dolori. Sai, io non stavo combattendo per ucciderti, rispettavo la tua vita un po' come quella di tutti in nome del quieto vivere, speravo non mi dassi ragione di cambiare idea. Ma pare che tu non fossi della stessa opinione. Già, come quasi tutti i ninja del tuo repellente Villaggio. Beh non posso certo lasciare impunita la morte dei miei fratelli...stringi i denti, ti sto per dimostrare quanto prima non stessi scherzando a proposito del "male".-

*Strinse forte il suo bisturi avvicinandosi al ninja immobile, con un movimento deciso capovolse il suo corpo portandolo a schiena in su, e puntò alla zona dietro al ginocchio. Dapprima si aprì uno squarcio nei vestiti, poi scrutò un momento la gamba, intesa come parte inferiore dell'arto e non come tutto questo, alla ricerca del punto giusto da tagliare, ed eseguì. Un taglio preciso, che avrebbe fatto uscire ben poco sangue, ma in compenso avrebbe fatto provare un male del diavolo al malcapitato: aveva reciso i tendini calcaneali, noti ai più come tendini di Achille, i più lunghi del corpo umano, eppure così fragili e dolorosi. E insieme a un forte dolore, Rushifa avrebbe anche sentito l'impossibilità di muovere il piede, cosa molto utile per il medico a cui era stato detto di impedirgli di scappare.*


| Questo fa male, Shinji, ora non scappa più, ma c'è da vedere se vi dirà qualcosa. Sicuro che andassimo vendicati così? |


(Sicurissimo. Se conosceva il nostro clan, conosceva anche quanto noi aborriamo il danneggiare direttamente e quanto teniamo ai nostri insetti. Usare una tecnica che ti impedirà di continuare a difenderti allo scopo di uccidervi è stata la scelta più stupida che potesse prendere.)


*Intanto in mezzo ai probabili urli che si sarebbero uditi, Shinji non aveva finito, aveva in mente un altro modo per impedire che scappasse trascinandosi o facesse strani scherzi con armi o sigilli. Un braccio poteva servire per indicare o gesticolare, l'altro no. Con una crudeltà riprovevole e condannabile per qualunque ninja della foglia, l'Aburame recise altre fibre muscolari, stavolta quelle dell'ascella sinistra, anch'esse estremamente dolorose e fragili. Con questo, braccia e gambe erano bloccate, tuttavia il ninja non era realmente in pericolo di vita, potevano fornirgli cure ed era quella la merce di scambio che avrebbero fornito in cambio delle informazioni. Giusto per sicurezza, Shinji compose sigilli di elemento terra per formare una Gabbia Rocciosa, non quella solita tuttavia, vista la condizione del nemico, l'Aburame optò per la variante di una massa di terra a stretto contatto con Rushifa che vincolava il suo corpo al terreno dal petto al bacino, impedendo quindi ogni speranza di liberarsi o fuggire.*


-Puoi interrompere la tua illusione ora, da qui non scapperà. E se devi chiedergli qualcosa, fai pure.-


*Proferì verso Shinan, che aveva molto da chiedere sull'organizzazione. A Shinji non poteva fregare di meno, ma si trovava in quella situazione perchè aveva interesse a parlare con il ninja dai capelli rossi e non poteva rifiutare così la sua richiesta, soprattutto se gli forniva una valida motivazione per ripagare il mukenin per le vite perse dei suoi insetti. Gli parlò ancora, stavolta i suoi erano consigli e al contempo velate minacce.*


-Oh, da medico, ti consiglierei un'operazione d'urgenza e un ricovero immediato, ma purtroppo solo noi possiamo portarti in ospedale, e solo io posso operare qui sul posto. Meglio che rispondi in fretta al ragazzo se non vuoi rimanere paraplegico a vita. E non forzare la mia pazienza, un medico conosce abbastanza metodi per farti soffrire così tanto da farti sputare infamità contro il tuo stesso kage, e mi hai dato già abbastanza ragioni per usarli. Sei in vita solo perchè puoi essere utile a Shinan, ti consiglio di approfittare di questa possibilità.-


*Intanto buttava un occhio alla cupola di specchi con cui Girudo aveva circondato Fuyuki e il Senju, avrebbe voluto andare ad aiutarli dall'esterno, forse sarebbe stato utile, ma prima doveva ascoltare quanto Shinan doveva chiedere e quali risposte avrebbe ottenuto. La curiosità che aveva nei confronti della Kirinaki cresceva ma si teneva sempre a un livello basso, ciò che lo tratteneva lì era piuttosto la curiosità nel sentire le risposte di Rushifa, e la possibilità di punirlo ulteriormente se avesse cercato di fare il furbo.*


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view post Posted on 15/3/2012, 14:44
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Fallimento. Solo così si poteva descrivere l'operato di Girudo e Rushifa mandati in missione per uccidere Shinan eppure quei ninja del paese della foglia si erano opposti anche al costo di venire coinvolti nella faccenda. Fuyuki, Mikata, Shinji, tutti avevano mostrato qualcosa a favore del giovane neo Chunin che con l'amica osservava interdetto la fine dei due nukenin. Era fatta, ne erano fuori ma il rosso non riuscì a capire, che Konoha potesse davvero essere diversa? Osservò la crudeltà e lo sguardo con cui l'Aburame torturava l'ormai prigioniero dai capelli biondi, lo stesso sguardo odiato dall'Akami che voleva a tutti i costi cancellare da quel mondo, eppure... Eppure non l'aveva ucciso assecondando la richiesta di lasciarlo in vita per interrogarlo. Li aveva attaccati, quel ninja con gli insetti aveva tutto il diritto di uccidere il proprio nemico eppure lo lasciò lì, in vita a soffrire tra il suo sangue ma con la possibilità di essere salvato. Shinan si sentì per un attimo perso tra i suoi pensieri quando improvvisamente Seiri lo destò afferrando il suo braccio muscoloso.

Seiri - Forza, spezziamo l'illusione

Il rosso incrociò i suoi occhi blu con quelli di Shinji ma senza aria di sfida, come se volesse semplicemente scavare a fondo dei suoi pensieri. Ad ogni modo annuì all'amica e congiungendo le mani interruppe l'effetto catastrofico di quel colpo. Rushifa tornò in sé ed in quel momento comprese realmente il dolore che le ferite gli stavano portando. Era una sensazione logorante, insostenibile e se non fosse stato per la cautela dell'Aburame nel tenerlo in vita, sarebbe sicuramente morto per quelle fitte infernali. Osservò Shinan venirgli incontro e con il minimo orgoglio che gli era rimasto scostò il capo come se non volesse osservare colui che l'aveva battuto, colui che avrebbe dovuto uccidere.

- Cos'è Kirinaki? Perchè diavolo volete la mia vita?

Il nukenin chiuse gli occhi per non incrociare quelli marini del rosso, ma il dolore era troppo forte ed essendo a conoscenza del fatto che se avesse parlato avrebbero potuto curarlo, finì quasi sul punto di raccontare un pò di verità, ma riuscì a fermarsi. Era pur sempre un nukenin onorevole cresciuto a Kiri.

Rushifa - Uccidetemi, non vi... N-non vi dirò nulla!

- Non hai capito, se non parli soffrirai fino ad esalare l'ultimo respiro. Annegherai nel tuo sangue

Rushifa - Mostri...

Il Chunin gli si avvicinò prendendogli la testa dai capelli e lo guardò a lungo. Quello sguardo era enigmatico ma la lucentezza di quelle pupille blu fecero rabbrividire il membro di Kirinaki che tremava sotto la presa avversaria. Tra i denti non riusciva quasi più a respirare a causa del sangue raggruppato nell'esofago e per questo tossì liberandosene un pò anche se ormai era sul punto di mollare ogni resistenza contro la morte.

Seiri - Non parlerà, è stato addestrato per questo

Il rosso mollò la presa stringendo i denti dalla rabbia. Quell'organizzazione lo cercava per qualche ragione e non aveva paura ma il pensiero che questo potesse in qualche modo mettere in pericoloso anche Seiri lo faceva impazzire. Poi, d'improvviso, un'esplosione proveniente dalla gabbia di cristallo dentro cui stavano combattendo Fuyuki e Mikata, attirò l'attenzione dei presenti che volgendo lo sguardo verso il grosso fumo nero lo videro diratarsi lentamente. Sopra una rupe rocciosa della montagna vi era un'ombra con ai suoi piedi la sagoma del povero Girudo ormai battuto. Questa parlò suscitando la curiosità dei ninja ed anche dei curiosi più coraggiosi che nel frattempo si erano avvicinati notata la frizzante battaglia.

??? - Incompetenti... Finirete col rovinare il nome ed il ricordo della nostra gloria

Era una voce femminile e quando fece un passo avanti rivelando i suoi lunghi e fluenti capelli biondi, un'energia cincondò lei ed il bastone con incastonata una strana sfera di cristallo, che teneva tra le mani. Poi l'alzò al cielo e facendo letteralmente tremare la terra evocò una luce accecante che travolse tutto il campo di battaglia. A seguire vi furono diverse scariche elettriche che abbattendosi a grande velocità sui ninja presenti, li avrebbe probabilmente carbonizzati se non si fossero protetti in tempo. In quel lampo, la donna scomparve insieme a Girudo, mentre Rushifa fu lasciato lì, anche lui in balia del potente colpo della donna.

- Accidenti, in guardia!!

||E' un attacco molto forte a vasto raggio d'elemento fulmine, come al solito difendetevi come volete. Anche Rushifa ne è bersaglio ed ovviamente anche Nero che però essendo Genin non riuscirebbe senz'altro a difendersi da solo. Siete Chunin, mostrami un pò di abilità per riuscire a salvare anche lui. Ps. I curiosi sono abbastanza lontani da non venire travolti :asd: .||
 
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view post Posted on 16/3/2012, 21:40
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Rapido, preciso, letale. Fuyuki si muoveva come una saetta e lo stesso poteva dirsi delle sue due lame, manovrate con un'invidiabile perizia da un vero esperto nel settore. Si era allenato a lungo insieme ai suoi fratelli, veri e propri maestri nell'utilizzo di tutti i generi di armi conosciuti nel mondo dei ninja, e i suoi sforzi avevano finalmente ottenuto i risultati sperati. Lo Yuki non fu in grado di intuire il tranello teso dal suo giovane avversario, che - approfittando della sua ingenuità - non esitò a concludere lo scontro con alcuni rapidi fendenti. Così i colpi veloci e potenti del ragazzo tranciarono senza alcun problema il ghiaccio e non appena lo specchio si fu frantumato in dozzine di schegge lucenti, lo Hyuga con un ultimo affondo perforò da parte a parte il corpo del Nukenin, ormai privo di alcuna protezione, all'altezza della spalla. Subito il sangue fuoriuscì dal profondo taglio, sporcando il freddo metallo di Ryu, rimasto immacolato fino ad allora, e imbrattando le vesti del giovane. Quest'ultimo si ritrovò anche con qualche macchia cremisi sul volto, ma non vi fece caso. Soltanto una cosa era veramente importante in quel momento.

- Hai perso, mi dispiace.

Nessun sorriso si dipinse stavolta sul volto dell'ANBU, che rimase freddo ed impossibile come i suoi occhi, li stessi che osservavano quasi con disprezzo e compassione quel povero incapace che avevano di fronte. Chiunque arrivato a quel punto non avrebbe atteso oltre per eseguire il colpo di grazia, ponendo così fine alla vita di uno sporco criminale, un peso e un pericolo per la comunità. Anche lui fino a qualche mese prima avrebbe preso la stessa decisione, tuttavia un evento in particolare aveva segnato la sua esistenza e aveva fatto prendere una piega decisamente diversa al suo modo di vedere l'omicidio. La morte di Kisho, avvenuta proprio a causa della sua negligenza e delle ferree leggi che governavano l'eremo dei mustelidi, lo avevano invogliato a riflettere riguardo una tematica talmente delicata e soprattutto urgente. Il mondo era ormai sommerso in una pozza cremisi, nello stesso sangue dei suoi abitanti. Cos'era dunque l'assassinio se non una scorciatoia per far sprofondare ancora più in basso la cruda realtà con cui ogni Shinobi è quotidianamente costretto a convivere?

Ritieniti fortunato.. Se ci fossimo incontrati prima, le cose sarebbero andate diversamente.

Hideki e Ryu lo avevano plasmato, rendendolo un degno servitore del suo villaggio, tuttavia lui aveva finalmente deciso di intraprendere la propria strada. Sarebbe ricorso all'uccisione del proprio nemico solo se costretto dall'evoluzione degli eventi o se questo si sarebbe mostrato come un fermo oppositore del suo progetto di rinascita. Qualcuno in grado di cambiare le cose e di invertire gli ingranaggi dell'orologio doveva pur esserci e - qualora lui si fosse rivelato inadatto ad adempiere ad un simile incarico - avrebbe osservato e commiserato in punto di morte il suo fallimentare operato. Un cammino colmo di ostacoli e senza ombra di dubbio più arduo di quello che avevano scelto i suoi antenati lo attendeva, ma questa verità non lo avrebbe mai destato dal suo intento. MAI.

Con decisione tirò fuori la lama dal corpo del nemico, che incassando un poderoso calcio cadde rovinosamente al suolo a pochi metri di distanza. Considerando che lo Hyuga non era ricorso a tutta la sua forza e che la ferita alla spalla non poteva considerarsi mortale, Girudo se la sarebbe cavata soltanto con qualche punto di sutura e alcune costole spezzate. L'eremita lo aveva valutato come un buon compromesso per risparmiare - in cambio - la sua misera vita. Non era necessario eliminare chi aveva preso parte ad una lotta soltanto perchè costretto dai suoi superiori. La responsabilità della congiura ai danni di Shinan non gravava sulle sue spalle, bensì su quelle di coloro i quali lo avevano inviato nelle terre del Fulmine.


- Ti conviene andartene prima che cambi idea.

Sentenziò seccato, invitando il membro di Kirinaki a tagliare la corda per non rischiare di rimetterci le penne. Aveva già dato prova della sua netta superiorità, soltanto uno stupido avrebbe osato rialzarsi e continuare il combattimento, piuttosto che optare per una ritirata. Noncurante della decisione dello Yuki, dolorante e ancora disteso per terra, il giovane gli voltò le spalle e con passo lento e determinato si avvicinò al resto del gruppo, che aveva già provveduto a sistemare Rushifa e che in quel momento stavano approfittando della sua impotenza per estorcere alcune preziose informazioni. Era ormai in procinto di raggiungerli, ma un'improvvisa esplosione catturò la sua attenzione, come succede ad un bambino quando scopre qualcosa di nuovo. Un'ombra si ergeva dietro il corpo di Girudo, nascosta da una densa coltre di fumo nero. Una volta filtrata attraverso esso, la luce mostrò ai presenti le ciocche bionde della nuova arrivata, che si presentò con poche parole di disappunto nei confronti dei suoi uomini. Non lasciò altro come suo ricordo, se non una potente scarica di tuoni generata probabilmente dal bastone che teneva in mano, o dalla sfera di cristallo su di esso incastonata, che rapida si abbatté sul gruppo di ninja. Era un'offensiva spaventosa, di una potenza inaudita, ma non era la forza elementale dalla scarica elettrica che lo preoccupava. Si trattava di tutt'altra cosa.

Il ragazzino!

Ko era rimasto solo, ignorato dagli attacchi dei due Nukenin, ma esposto al vasto raggio d'azione del jutsu del quale la terza criminale aveva fatto sfoggio. Sicuramente il piccolo era ancora inesperto o - ancora peggio - forse ignorava addirittura le basi delle arti ninja. Una cosa era certa: non avrebbe mai potuto ritrovarsi vivo dopo aver affrontato un attacco di una tale portata facendo affidamento sulle proprie capacità. Per questo motivo Fuyuki decise di intervenire, non voleva vedere una vita così giovane si spegnesse di fronte ai propri occhi. Era necessario innanzi tutto ridurre al minimo la velocità della propria difesa, in modo da potersi catapultare subito dopo in soccorso del ragazzino indifeso. Ricorrendo banalmente al kawarimi no jutsu, il giovane ANBU lasciò che il suo sostituto si scomponesse in minuscole saette al momento dell'impatto. Lui intanto tirò fuori dal taschino della sua giacca il rotolo che custodiva le sue armi da lancio e - richiamandole con alcuni sigilli - esse comparvero di fronte al viso stupefatto di Ko, che vide una schiera di dardi vorticare in suo ausilio in un turbine di metallo ed elettricità, che possente oppose la sua resistenza all'attacco della sconosciuta. Il Chunin invece approfittò dei pochi secondi concessi dalla barriera che aveva creato, avvicinandosi al povero malcapitato, per poi prenderlo in braccio e balzare lontano dal punto in cui si sarebbe scontrato il fulmine arrestato dalle sue armi. L'operazione durò una manciata di secondi, al termine dei quali un boato assordante raggiunse le orecchie del ragazzo, atterrato al fianco dei compagni improvvisati ormai a qualche decina di metri di distanza dall'inferno che si era scatenato in maniera così inaspettata.

- Va tutto bene?

Mi hai fatto prendere uno spavento enorme...

Tenne per sé quell'ultima affermazione, per non mostrare quel suo volto sensibile ai due Chunin di Kiri, rivolgendo al tempo stesso una precisa domanda al piccolo Ko. Tutti quanti erano vivi, ancora per miracolo, ma probabilmente nessuno era stato in grado di fare qualcosa per salvare il povero Rushifa. Non che fosse essenziale, ma in quel modo avevano perso una - seppur irremovibile - potenziale fonte di informazioni. Eliminato da un suo stesso alleato, ecco il lato negativo della vita di un ninja traditore; soltanto pochi avevano le carte in regola per sopravvivere in una giungla talmente fitta e impervia, i nomi di chi riusciva a raggiungere una veneranda età sostenendo un ritmo così intenso si contavano sulle dita di una singola mano. Cercando di scacciare quei pensieri dalla sua mente, mosse pochi passi verso il rosso e la sua amica. Infine parlò, incrociando gli occhi profondi del manipolatore di origami e aprendo leggermente le labbra.

- Avrei preferito fare la tua conoscenza in maniera meno pericolosa, Shinan Akami.. Qualcuno sembra però desiderare la tua morte, Shinobi rinnegati che indossano il coprifronte del tuo stesso villaggio, Kiri.

 
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Nero™
view post Posted on 17/3/2012, 12:22




Nessuno sembrava badare a lui: Non era stato preso di mira da nessun attacco, nessuno s'era nemmeno avvicinato. Amici o nemici che fossero. Nonostante questo, tuttavia, i battiti del suo cuore parevano ancora impazziti ed il pallore appena accennato di alcuni istanti prima, ora lo faceva apparire come un cadavere. Lontano dal Tempio la realtà sembrava essersi distorta in una giungla ricca di pericoli e trappole. Si era sentito spoglio di ogni difesa in quella situazione, ove chiunque avrebbe potuto ammazzarlo senza nemmeno il minimo sforzo e nulla gli impediva di farlo: Tutto ciò su cui poteva contare, per salvarsi la pelle, era la bontà di quegli sconosciuti, o la loro pietà.

Continuava a scrutare da lontano il campo di battaglia ed i lontani curiosi, tentato dal mettersi a correre e perdersi nell'anonimato di tutti quei volti, tuttavia il coraggio di uscire allo scoperto, anche solo per pochi istanti, gli mancava. Rimase dunque immobile, speranzoso che tutto si concludesse per il meglio e che la minaccia si estinguesse prima di poter afferrare coi suoi velenosi tentacoli anche la propria vita. Le cose sembravano andare per il meglio: I compagni di Mikata sembravano aver sventato l'attacco furioso dei criminali e di conseguenza aver riportato la tranquillità nel villaggio ora turbato. Qualcosa, però, andò storto. Dal nulla una nuova esplosione prese luogo ed una figura di cui Ko riuscì solo a vedere l'ombra e sentir la voce, annunciò la ribalta delle forze del male. D'un tratto la terra tremò e con essa pure il cielo: Una luce abbagliante rivelò l'imminenza di un attacco col potenziale di distruggere l'intero campo da battaglia e con esso chiunque vi mettesse piede. Se fino a quel momento Ko si sentì legato alla roccia che lo nascondeva alla vista degli avversari, ora il suo istinto lo spronava a fuggire, fuggire quanto più lontano possibile. Il ragazzino non fece altro che assecondare con tutto se stesso il desiderio di fuggire da quella minaccia e come un lampo il suo scatto fu ferino ed incontrollabile. La sua velocità, tuttavia, per quanto incredibilmente elevata, si accorse, non era sufficiente ad uscire vivo dal range dell'attacco. I fulmini veloci e fatali esplodevano sul suo cammino, costringendolo a cambiare spesso traiettoria e quindi a diminuire la rapidità della disperata fuga. D'un tratto qualcosa di inspiegabile accadde proprio davanti ai suoi occhi: Una serie di frecce l'accerchiò bloccandone del tutto la corsa. Pensò d'essere spacciato ma non calò lo sguardo: Seppur colmi di paura mantenne gli occhi aperti e ciò che vide lo lasciò perplesso: I fulmini che poco prima minacciavano d'ammazzarlo ora venivano deviati da quella nuova barriera. Credeva che quella l'avesse difeso sino alla fine, ma la vide cedere dopo soli pochi colpi. Un istante dopo qualcos'altro si materializzò proprio alle sue spalle ed afferrandolo in vita con presa salda e sicura, lo tirò fuori da qualunque pericolo, prendendo le giuste distanze dall'offensiva nemica.

Lontano dalla battaglia, turbato e shockato il piccolo Ko non riconosceva però alcun amico: Tutti, nessuno escluso erano membri di quella battaglia e quindi potenziali assassini. La ragione, gli suggeriva di tenersene alla larga, benché gli occhi e le frasi di colui che l'aveva tirato fuori da una situazione di morte certa sembravano premurose e compassionevoli. Non rispose alla domanda e non lasciò andare i pugnali che sino al quel momento aveva tenuto stretti in entrambe le mani. No, non si fidava. Non ancora. Non fuggì, ma rimase guardingo immobile proprio dove Fuyuki l'aveva lasciato. Si aspettava che Mikata tornasse, probabilmente, oppure semplicemente aveva bisogno di tempo per riprendersi: Si era allontanato dal Tempio solo per alcune ore ed aveva già rischiato di perdere la vita.


 
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*Nonostante la situazione in cui si trovasse, nonostante il dolore che in quel momento percorreva il suo corpo, il ninja della Kirinaki non rispose per niente alle domande poste da Shinan, chiedendo dapprima di essere ucciso, e dimostrando in seguito di essere disposto perfino a sofferenze atroci pur di non parlare. Insomma, dimostrava di essere una persona d'onore, un vero ninja secondo i canoni di diversi villaggi. Dal punto di vista di Shinji invece non era null'altro che un fallimento, una violazione della più semplice legge di natura secondo cui ogni essere vivente pone come primo obiettivo la sopravvivenza, e soprattutto, un ingrato. Sebbene Shinji sapesse bene che lui non sarebbe stato in grado di portarsi un segreto nella tomba in quel modo, non vi era rispetto o invidia da parte sua verso Rushifa, solo disprezzo per la vita che aveva messo a rischio, per quelle che aveva falciato e per il tempo che gli stava facendo perdere. In compenso, era sparita quella fase passeggera e crudele che aveva attraversato, del resto quella era solo per poter prendere le dovute precauzioni, ma non servivano più precauzioni ormai. Al massimo, una bara*

-Onore...sempre tutto in nome di quello, vero? Patetico, non te ne farai nulla di quello nella fossa, e soprattutto avrai sperato in qualcosa che non si realizzerà, qualunque sia il vostro stupido obiettivo.-


*In quel momento si rese conto che insistere era inutile: lo scenario di battaglia era cambiato, la prigione di specchi che circondava Fuyuki era rotta e ciò decretava la vittoria del suo compagno di villaggio, ma al contempo apriva un nuovo fronte, poichè una nuova combattente aveva fatto la sua comparsa. Una donna a quanto pare affiliata alla Kirinaki come i due che avevano appena sconfitto, ma non sembrava preoccupata tanto di loro quanto della figura che la loro organizzazione ci faceva a essere sconfitta in questo modo.*


("Finirete col rovinare il nome e il ricordo della nostra gloria", queste le sue parole. Si riferisce a Kirinaki...o a Kiri? Nostalgici del passato in quel villaggio dove non è nemmeno certo un futuro? Direi comico...)


*Aveva preso con sè il corpo del ninja sconfitto da Fuyuki e si era posizionata in cima a una rupe, da cui dopo aver proferito le sue fredde parole, era passata ai fatti. Un attacco di elemento fulmine governato da un grande bastone si scagliava ora su tutti i presenti, coprendo un raggio enorme che inglobava Shinji come Shinan, Fuyuki e perfino il ragazzo nascosto che ancora non si era fatto avanti. Perfino Rushifa, che sarebbe stato condannato se nessuno l'avesse protetto. E purtroppo per lui, nessuno a lui vicino aveva insieme l'intenzione e la possibilità di farlo, Shinji per primo.*


-Che dire, a differenza di te che ci avresti ucciso a sangue freddo, io ho avuto la premura di lasciarti una possibilità di sopravvivere, con ingratitudine l'hai sprecata, e questo ti condanna. Credo che essere ucciso dal tuo stesso gruppo sia la punizione migliore, quindi goditi i tuoi ultimi momenti, shinobi.-


*Non poteva perdere troppo tempo in chiacchiere, i fulmini ormai erano prossimi a lui, e la difesa migliore a cui riuscì a pensare fu di nuovo la lesta e infallibile Sostituzione. Forse poteva pararlo in altri modi, del resto Fuyuki sembrava aver intenzione di usare una barriera per proteggere lui e il ragazzo nascosto, ma il fatto che l'elemento fosse il fulmine, avvantaggiato sia su Doton che sugli insetti, rendeva troppo rischiosa una normale tecnica, finchè poteva preferiva avere la certezza di scamparla. Ancora, un ceppo di legno fu travolto al posto suo, mentre i residui di quel fulmine che ancora si dirigevano verso Shinji furono liquidati da una barriera di chakra che aveva disposto attorno al suo corpo. Semplice e senza vittime, peccato che non avrebbe potuto ripeterlo. Intanto, altri fulmini stavano andando a travolgere Rushifa, e siccome Shinji ormai era sicuro di non avere nè il tempo nè la voglia di salvarlo, sfruttò piuttosto quel tempo per scusarsi con Shinan e Seiri.*

-Desolato, ma proprio non riesco a trovare la volontà di salvare una simile causa persa, mi auguro possiate reperire le informazioni che cercate in un altro modo.-

*E mentre il corpo del ninja che prima aveva tentato di ucciderlo veniva divorato da un nugolo di saette, Shinji notò che la donna era scomparsa insieme al corpo di Girudo, rendendo quindi inutile continuare a combattere. Era lieto di ciò, sapeva bene che affrontare quella ragazza non avrebbe portato a nulla, perfino in caso di vittoria, già di per sè difficile da ottenere, erano ben poche le probabilità che quella avesse più sale in zucca dei suoi amici e rivelasse qualcosa.*


(Direi che finisce qui. Nessun vincitore e nessun vinto...beh a parte lui, ovvio.)


| Eh, non sempre si possono salvare tutti...|


*Pensò osservando il corpo ormai esanime di Rushifa. Intanto Fuyuki aveva raggiunto il gruppo e aveva iniziato a parlare con Shinan, parole semplici per iniziare una conversazione, proprio quelle che spesso Shinji faticava a trovare. Per questa ragione, l'Aburame non parlò ulteriormente, attese eventuali sviluppi del discorso tra Fuyuki e Shinan, oppure che qualcuno lo tirasse in ballo, in caso contrario avrebbe atteso educatamente il suo turno.
Il manipolatore di carta gli interessava ancora, ma considerato che solo per aver la facoltà di parlargli aveva dovuto affrontare tre ninja traditori guadagnandosi le simpatie di un'intera organizzazione criminale, forse valeva la pena di non correre troppo e godersi la tregua, si sa mai che per ottenere la sua amicizia occorresse perfino sfidare un kage.*
 
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