Incontro a mezzanotte, Ruolata per me e .Ki

« Older   Newer »
  Share  
Bardiel92
view post Posted on 19/1/2012, 20:00




*I suoi passi risuonavano lugubri, lenti rintocchi che riverberavano fra le pareti di legno. Al minimo guizzo delle torce, lunghe ombre si proiettavano lungo i muri, distorcendo la realtà. Un leggero vento le faceva talvolta muovere e l'intero creato sembrava oscillare seguendo quel ritmo. Più volte Ryushi si voltò, certo che qualcuno lo stesse seguendo. Ad attenderlo, però, vi erano solo fitte ombre, che fuggivano non appena la flebile luce le sfiorava. Rabbrividì, mentre l'aria si faceva più gelida, ed alzò lo sguardo al cielo, oltre le scure cime dei monti, che si stagliavano anche in una notte oscura come quella, giganti onnipresenti a Kumo. Cercò la luna, ma un fitto strato di nuvole, che si muovevano lente e silenziose, non gli faceva vedere che qualche rara stella, la cui fredda e distante luce non era sufficiente per illuminare nulla.
Ancora una volta rabbrividì, accelerando il passo. Il sole era tramontato ormai da diverse ore e il fitto manto di tenebre aveva avvolto il Villaggio, cercando di dare agli abitanti il loro agognato riposo. Più di ogni altra cosa lo Spadaccino avrebbe desiderato riposare, dar tregua alle sue membra, stanche dalla malattia e dal viaggio. A volte, sentiva ancora i morsi della febbre farsi strada nella sua mente e, in quegli istanti, la realtà si confondeva con il sogno, l'incubo, l'allucinazione. Ogni cosa diveniva indistinta e un senso di tristezza ed oppressione gravava sul giovane. Solamente quando la sua compagna, la Samehada, lo scuoteva da quell'apatico torpore, il Mizukage era in grado di tornare a concentrarsi su ciò che aveva dinanzi.
Il the, bevuto insieme agli altri kage, lo aveva certamente aiutato, ma non era stato comunque in grado di seguire le prove del torneo se non a tratti, fino a quando la sua mente rimaneva lucida e il suo pensiero legato alla realtà. Le sue dita sembravano essere divenute pezzi di ghiaccio, sebbene non fosse tanto freddo da giustificare quella reazione. Gli occhi gli bruciavano e due ampie occhiaie, il ragazzo ne era certo, li circondavano. Sospirò, tentando di sciogliere le membra indolenzite, così come il suo animo, provato da tanti avvenimenti, senza mai un istante di riposo.

Eppure, quel momento gli veniva infine offerto: perchè, dunque, non era in grado di accettarlo? Si era girato più e più volte nel futon, aspettando che il sonno lo portasse con sè, che la sua mente e la sua consapevolezza svanissero. Non desiderava altro che chiudere gli occhi e riposare, lasciando che le tenebre lo avvolgessero, che il suo corpo tornasse come prima, che la sua mente divenisse di nuovo lucida, forse, che lo stesso presente si trasformasse nel passato che sembrava mancargli tanto.
Non ne era, però, stato in grado. Dopo aver passato diverse ore in quella condizione, si era alzato, ancor più stanco di prima. A fatica era stato in grado di reggersi in piedi, mentre cominciare a camminare era stato qualcosa che nemmeno avrebbe pensato di poter fare. Eppure, aveva iniziato a vagare nell'elegante portico che circondava le camere da letto, chiedendosi che cosa ci facesse in quel luogo, che cosa sperasse di ottenere. Non aveva mai desiderato divenire Mizukage, ancora meno, mai aveva pensato di esserne in grado. Ma lo era diventato, spinto forse dal desiderio di ricostruire la sua patria, che aveva perso la sua stessa essenza, la Nebbia che l'aveva resa tanto famosa. Chiuse gli occhi, fermandosi e massaggiandosi delicatamente le tempie. Una terribile fitta di dolore lo costrinse a piegarsi e dovette impiegare tutte le proprie energie per non cadere a terra. Se lo avesse fatto, ne era certo, non sarebbe più stato capace di rialzarsi.

Inspirò profondamente prima di riaprire gli occhi e tornare ad osservare quella realtà che lo lasciava tanto insoddisfatto, che tanto lo faceva soffrire. Continuare a piangere chi e cosa aveva perduto, però, non sarebbe servito a nulla. La Samehada fremette con violenza, come per ricordargli chi era, cos'era diventato e che non era mai realmente solo. Il ragazzo sorrise.*


Ryushi:"Lo so."

*Un sussurro, che persino lui faticò a sentire. Lentamente, portò un piede in avanti, riprendendo la sua avanzata. Verso cosa, nemmeno Ryushi lo sapeva. Sperava di poter riportare le cose come erano in passato, di aggiustare i torti, di riparare ciò che si era distrutto. I morti, però, non sarebbero tornati in vita, e i suoi dolorosi ricordi non sarebbero mai svaniti.
Si fermò all'angolo del portico, tornando a volgere lo sguardo al cielo, tentando di scorgere anche un solo raggio della luna, ma le nubi oscuravano ogni cosa, rendendo ancor più scure le tenebre. Una nuova folata di vento e le fiamme di una delle torce guizzarono. All'improvviso, le ombre si allungarono ed assunsero fattezze distorte e mostruose. Il ragazzo rabbrividì quando vide una di queste forme muoversi, quasi allungando un artiglio verso di lui. Un istante prima che lo raggiungesse, però, la fiamma tornò a brillare vivida ed ogni cosa scomparve.

L'ombra guizzò ancora una volta, tornando ai piedi dello Squalo, al posto che sempre le sarebbe dovuto appartenere. Ryushi si appoggiò ad una delle colonne e il suo sguardo si spostò verso l'orizzonte. Le montagne disegnavano scure linee che, anche nell'oscurità più fitta, riuscivano ad essere viste. Per un istante, uno solo, invidiò Kumo e i suoi guardiani, che mai sarebbero potuto svanire, mentre Kiri aveva perso la parte più preziosa, l'unica insostituibile, della sua esistenza. Sospirò, pensando a come far tornare la patria ai suoi antichi splendori, a come ridare onore ad un nome che era diventato disprezzato e nemmeno temuto, ormai.
Ancora una volta, la sua mente si lasciò andare, vagando di ricordo in ricordo, di pensiero in pensiero, prendendo strade che la ragione mai avrebbe suggerito e che raramente conducevano ad una conclusione. Rimase così, immobile, mentre il tempo sembrava essersi fermato.*
 
Top
view post Posted on 19/1/2012, 21:32

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


*Non era un compito che toccava a lei svolgere, o almeno, in qualsiasi altro posto così sarebbe stato. Eppure lei lo svolgeva con naturalezza, come se facesse parte dei suoi doveri di padrona di casa occuparsi anche di quelle piccolezze. Per questo era in giro ancora a quell'ora, stringendo in mano un lungo bastone di ferro alla cui sommita era attaccato un piccolo "cappello" del medesimo medaglio. Stava spegnendo i lumi che circondavano i due palazzi, così da evitare che qualche scintilla potesse creare il caos. Serena passeggiava lungo il porticato di legno... Una preghiera per ringraziare lo spirito della fiamma ed una per ringraziare lo strumento che reggeva, quindi spegneva e ricominciava a quella subito dopo...

Ma la sua passeggiata serena nelle tenebre sempre crescenti della notte ebbe un brusco arresto quando avvertì una delle presenze dei suoi ospiti muoversi. Era proprio QUELLA presenza, la riconobbe subito. L'istintò le gridò di scappare. La coscienza d'avvicinarsi... Doveva pur capire perché il ragazzo s'era issato dal suo letto, perché non era quieto. Era il suo compito in quanto Raikage e in quanto Monaca. Con passo sicuro, percorse il pontile spedita, abbandonando il suo lavoro ma reggendone ancora lo strumento, fino a quando rapidamente non arrivò alle spalle di lui... Ryushi.

Stargli così vicino le dava fastidio. Avvertiva troppo male intorno a lui, un qualcosa a cui non era abituata, che non riusciva a concepire. Era pur sempre una Pura, una Genin in un corpo di Sannin... Non aveva esperienza. Non aveva l'esperienza per capire cosa avesse d'avanti. Non aveva l'esperienza percapire cosa significasse vestirsi della carica di Mizukage. Piegò le labbra, ancora nascosta nel suo non parlare... Fece un gran respiro. Doveva farsi forza. Anche perché... Non era stata corretta e se ne rendeva perfettamente conto.*


- Mizukage-sama, ancora in piedi?

*Disse con voce garbata e il più serena possibile. Era forte, doveva essere forte. Avrebbe ignorato quel male per presentarsi solo alla persona, solo ed esclusivamente alla persona. Era quello che quel ragazzo si meritava. Quindi, quando si sarebbe voltato... Avrebbe visto solo il sorriso della gentilezza e del garbo di Kumo. Il sorriso d'una Monaca.*
 
Contacts  Top
Bardiel92
view post Posted on 21/1/2012, 17:19




*Fino a quando non parlò, non fu nemmeno in grado d'avvertirla. Trasalì, voltandosi all'improvviso, impiegando diversi secondi a capire chi aveva alle spalle, a comprendere le sue intenzioni, a calmare il battito del suo cuore, che aveva accelerato in pochi secondi. Persino la Samehada, forse a causa della malattia, dello scontro, del lungo viaggio, sembrava essersi assopita. Non appena gli occhi di Ryushi incrociarono quelli della Raikage, la sua compagna fremette con forza. Era come se desiderasse sangue e sazietà, come sempre quando scorgeva qualcuno; eppure, la sola presenza di Shiroko era sufficiente a farla tremare, a preoccuparla. Lo Spadaccino sfiorò, un gesto ormai abituale nella sua vita, l'elsa con la mano destra. La Samehada fremette ancora, come se cercasse di allontanare quella presenza inquietante, e poi rimase immobile, anche se, Ryushi lo avvertì chiaramente, vigile.
I chiari occhi del ragazzo incrociarono quelli della Raikage e, prima ancora che potesse formulare una risposta da darle, nella sua mente sorse una domanda spontanea: perchè lei era invece ancora in piedi? Perchè aveva deciso di sorprenderlo a quel modo, di rivolgergli la parola quando era stato tanto chiaro l'odio che provava per lui dall'incontro di poche ore prima? Quesiti senza risposta e a cui il Mizukage non aveva nemmeno il tempo di pensare. Se la Raikage avesse voluto fargli del male, ci sarebbe certamente riuscita e nulla, data l'assenza persino degli anbu in quel luogo considerato sacro, gliel'avrebbe impedito.

Lo Squalo rimase immobile, in silenzio, ancora per qualche istante, cercando la risposta più adatta. Non aveva, in realtà, la minima idea di come comportarsi con quella donna: la sua aura gli trasmetteva un senso di tranquillità, ma l'espressione che aveva negli occhi chiari, come ghiaccio, invece lo disgustava. Non era vero e proprio odio, a cui il giovane era invece abituato. Era più una sorta di fastidio, misto, così gli parve, a una sorta di pietà che provava nei suoi confronti. Gli stessi sentimenti che gli era sembrato di leggere negli scuri occhi dell'Hokage durante l'unico scambio di sguardi che avevano avuto.
Rabbrividì. Nulla avrebbe potuto dargli più fastidio di quella falsa, stupida pietà, come se in lui ci fosse qualcosa da compatire, come se loro potessero pensare di essere migliori. Eppure, si controllò dall'esprimere i suoi veri pensieri. Tornò a rivolgere lo sguardo, che si era spostato senza che nemmeno lui lo volesse, al viso della Raikage e prese infine a parlare.*


Ryushi:"Già. Non riuscivo ad addormentarmi. E lei, invece, Raikage-sama, come mai è ancora sveglia?"

*Attese la risposta, ancora una volta in silenzio, sebbene il suo corpo gli dicesse di andarsene, di augurarle la buonanotte e di tornare ad osservare il panorama da un altro, più tranquillo luogo.*
 
Top
view post Posted on 21/1/2012, 17:40

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


*Non aveva preso sonno... Era inquieto, proprio come si sentiva lei quando gli era vicino. Perché? Quella domanda le nacque spontanea nel cuore... E non era solo per il senso di dovere della sua posizione. Era una domanda puramente umana, mossa da una curiosità e una pietà che mai avrebbe provato nel suo passato da Dea. Lui era un suo Fratello, lei era una sua Sorella, agli occhi degli Dei tutti quanti dovevano stare in una perfetta sintonia. Eppure quel giovane era distrutto da qualcosa. Qualcosa che lei non poteva capire... Ma che doveva imparare a farlo.*

- Curo il mio tempio, Mizukage-sama.

*Disse con naturale garbo e serenità, mantenendo un candido sorriso sul volto. Abbandonò l'asta di ferro dalle sue mani, che rimase quindi a mezz'aria mossa dall'energia della Monaca, che intanto nascose le mani nelle maniche vicendevolmente, probabilmente per schermarle dal freddo. Quindi calò il silenzio... Un imbarazzante silenzio. Chinò lo sguardo. Doveva dirlo, per giustizia divina, doveva dirlo, senza vergogna. Alzò lo sguardo e si piantò negli occhi dello Squalo.

- Mi scusi per oggi. Sono stata maleducata.
 
Contacts  Top
Bardiel92
view post Posted on 21/1/2012, 17:57




*Scuse. Mai Ryushi si sarebbe aspettato di riceverle e men che meno in una situazione del genere, in piena notte, quando non avrebbe creduto di poter incontrare qualcuno ancora sveglio. Abbassò lo sguardo, lui stesso indeciso se sentirsi imbarazzato o adirato per quelle parole. Erano scuse sincere o era l'ennesima recita, portato dai Kage per non rovinare per i sentimenti personali i rapporti tra due Villaggi? Strinse le mani a pugno e le riaprì più volte, senza sapere bene cosa dire. Il silenzio che si era creato era rotto solamente dal ritmico fischio del vento e dall'irregolare, ma costante, fremito della Samehada.
Sui sentimenti della sua compagna, invece, Ryushi non aveva dubbi: quelle parole l'avevano infastidita, come se si sentisse schernita dal comportamento della Raikage. La disprezzava, era evidente al suo animo, forse per l'aura di tranquillità che emanava, o per il comportamento che aveva tenuto con loro subito dopo averli visti. Non aveva nemmeno avuto il tempo di ascoltarli, eppure, già li aveva giudicati. Con che diritto, sembrava chiedere la spada? Con che intenzioni? Per quale motivo?
Ryushi sentì una rabbia non sua montargli nell'animo, ma si trattenne a forza dal mostrare i suoi veri sentimenti a Shiroko. Sarebbe stato ben più che stupido rovinare i rapporti con Kumo semplicemente per un disprezzo, nemmeno reale, ma solo presupposto, verso la kage. Così, inspirò più volte, cercando di calmarsi. Doveva imparare a fingere, ne era perfettamente consapevole. Era quello il fondamento dei rapporti tra due autorità pubbliche, ma il ragazzo non era certo abituato a nascondere in quel modo i suoi reali sentimenti.*


Ryushi:"Non importa, Raikage-sama, anche se non riesco a capire a capire cosa possa aver scatenato la sua ira. Capisco però che i nostri Villaggi sono tanto diversi, probabilmente non condividiamo gli stessi punti di vista."

*Lo Spadaccino si interruppe all'improvviso, consapevole, in qualche modo, di aver detto decisamente troppo. Non avrebbe dovuto rivelare i suoi pensieri in quel modo, limitandosi ad un arrivederci formale. Forse, però, sarebbe stato meglio chiarire quei dubbi immediatamente, senza lasciare che il tempo li potesse trasformare in odio evidente ed incolmabile. Respirò profondamente, cercando di non far capire i suoi ultimi pensieri alla Raikage, e facendo guizzare lo sguardo dal suo viso, dai suoi occhi azzurri, gelidi e perfetti, alle scure sagome dei monti, che si stendevano all'orizzonte. La Samehada fremeva, un suono impercettibile, che si confondeva con il rumore del vento, ma in modo costante. Sembrava quasi osservare Shiroko con occhi fiammeggianti, come se ci tenesse a farle capire il disprezzo che provava. Senza accorgersene, Ryushi sfiorò la sua elsa. Dovevano calmarsi, entrambi, per evitare di commettere altri stupidi, inutili errori.*
 
Top
view post Posted on 21/1/2012, 18:21

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


*E per la seconda volta, non riuscì a non spaventarsi. La sua aura l'avverti in maniera troppo forte, troppo palpabile da permetterle di controllarsi. Gemette, fece un passo indietro e sgranò gli occhi. Tremava come una foglia. Non era il freddo, per niente... E persino l'energia che le aleggiava intorno si fece più densa, andando involontariamente a pizzicare la pelle e i capelli di Ryushi. Cercò immediatamente di controllarsi, respirò forte e subito la sua aura si placò, ma il suo corpo era ancora in bilico verso la fuga... Ma questa volta era conscio. Non era LUI a spaventarla, era LEI. Si ricompose lentamente ma senza esitare un attimo... L'ultima cosa che voleva era indispettirlo ulteriormente. Con lo sguardo ancora tremolante, fissò Ryushi per qualche secondo, poi, allungando la mano ad indicare quella tremenda spada, parlò.*

- Lei... Mi terrorizza.

*Disse col cuore in mano. Era estremamente sincera, così decisamente poco Ninja... Ancora doveva imparare quanto pericoloso potesse essere mostrare i propri sentimenti agli estranei... Ma lei non riusciva a vedere quell'uomo come un estraneo. Come già detto... Era un Fratello. Andava aiutato, il suo spirito mondato. Sospirò, abbassando lo sguardo un po' mossa dalla vergogna, quindi ora hce anche il corpo aveva ritrovato una certe serenità, riprese in mano l'asta incappucciata che caduta in quell'attimo di smarrimento.*

- Mi perdoni... Io non conosco Kiri se non sulla carta, so che quell'arma è speciale per voi... Ma non riesco a portarle il dovuto rispetto. Mi spaventa... E' così inquinata. Non riesco a capirla. Io purtroppo non ho esperienza del mondo... Non riesco a capire molte cose e mi impressiono facilmente. Lei ha sicuramente un valido motivo per legarsi a quell'oggetto ma... Il suo animo non dovrebbe corrompersi con esso...

*Sibilò.*

- Sto parlando a sproposito, perdonatemi...
 
Contacts  Top
Bardiel92
view post Posted on 21/1/2012, 18:42




*Ogni istante che passava Ryushi era sempre più sorpreso, quasi esterrefatto. La Raikage, guardiana, guida e protettrice di uno dei grandi Villaggi ninja, era spaventata, terrorizzata dalla Samehada. Quando arretrò, quando tremò, quando parlò con voce indecisa, osservandolo con i suoi grandi occhi, divenuti più dolci, quasi più umani, la spada non potè far altro che fremere, ancor più forte di prima, come se fosse soddisfatta di ciò che aveva ottenuto. Una preda spaventata, sicuramente, era più facile da catturare, avrebbe commesso errori grossolani nella sua fuga, non si sarebbe accorta dei punti scoperti della propria difesa. La gioia della Samehada, che gli inondava l'animo, costrinse quasi lo Spadaccino a sorridere.

Ci mise pochi secondi a capire che tutto ciò era sbagliato. Il sorriso si spense, i suoi occhi divennero meno duri, le sue membra meno tese. Mentre nella sua mente si faceva strada la consapevolezza, che cercò di dare anche alla sua compagna, che Shirko non era affatto una preda, di pari passo svaniva il sospetto che quella fosse nulla più che una recita, mentre il disprezzo e l'odio che la Raikage covava verso di lui crescevano sempre più. Scosse la testa, cercando di rivolgere alla sua interlocutrice un sorriso che doveva apparire gentile.*


Ryushi:"Non si preoccupi, non c'è nessun problema. Lei... La Samehada è la mia compagna di vita. Anzi, non è nemmeno corretto dire così. E' una parte di me.
E le posso assicurare, Raikage-sama, che non è affatto corrotta, così come il mio animo non si sta inquinando con lei. E' la vita stessa che ci corrompe, che ci porta al punto di odiare ogni cosa, di uccidere il prossimo per sopravvivere, senza nemmeno provarne rimorso. Ma vedo che da voi è completamente diverso. Siete così puri, così... ingenui. Non riesco a capire come facciate a non accorgervi che è il mondo stesso ad essere inquinato, sbagliato e violento. Noi ci adattiamo semplicemente ad esso, cercando di sopravvivere."


*Ancora, si interruppe all'improvviso, smorzando le parole con un sospiro. Doveva imparare a controllarsi, a fermare le proprie emozioni, a non lasciar fluire all'esterno ogni cosa che gli passasse per la mente. Nulla c'era di più pericoloso che mostrare in quel modo le proprie emozioni, scoprire i propri sentimenti, lasciarsi andare con qualcuno che non si conosceva per nulla. Eppure, anche Shiroko sembrava non esser capace di nascondere le sue vere intenzioni. Sorse nuovamente nell'animo del chunin il dubbio che non fosse altro che una recita, un modo per cercare i suoi punti deboli, per sfruttarli a proprio vantaggio.
Il sorriso sulle sue labbra scomparve, per tornare però dopo pochi secondi. Quella volta, però, era artificiale, perfetto. Doveva trasmettere calore, come quello di pochi istanti prima, ma era ormai controllato, non più un riflesso involontario del suo corpo e della sua anima.*


Ryushi:"Mi scusi, ora sono io a parlare a sproposito."

*Volse nuovamente lo sguardo verso i monti, cercando di seguirne con più precisione i contorni, mentre attendeva la risposta della Raikage.*
 
Top
view post Posted on 21/1/2012, 19:57

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


*E lo sguardo di Ryushi le sfuggì... Era allibita, ma questa volta controllò le sue azioni. Era quello il mondo che vedeva quel ragazzo, era quello che incupiva il suo animo. La profonda convinzione che il mondo era marcio dalle fondamenta... Sbagliava. Shiroko ne era convinta: sbagliava. Non era mossa dall'innocenza ne dalla fede in cui credeva, semplicemente sentiva che stesse sbagliando. In quel momento si sentiva l'esatto opposto di quel giovane dalla Lama posseduta. Allargò il sorriso... Non sapeva se ci sarebbe riuscita, ma voleva provarci. Voleva piegare quella convinzione, così che l'animo di quel suo Fratello potesse trovare un briciolo di pace.*

- Lei viene da una terra molto dura, Ryushi...

*Sibilò con voce gentile, osando ad avvicianrsi a lui quel tanto che bastava per poggiare la mano sulla sua spalla. La paura? Infranta nel senso di dovere, nel senso di fratellanza. Continuò a sorridere, anche se non poteva vederla, senza aspettarsi che si girasse o meno per darle attenzione. Avrebbe parlato comunque, col cuore spalancato.*

- Ma sa... La sua terra è anche questa. Com'è la terra di Konoha, Suna e Iwa. Viviamo tutti sullo stesso mondo e tutti sotto lo stesso cielo. Non è il mondo inquinato, Ryushi... Solo che alcune persone non riescono a legarsi alla serenità di questa bella terra. Se tutti capissero che siamo Fratelli, se tutti combattessero solo per Amore, il suo animo sarebbe sereno. Lei ama il suo popolo?

*Fece scivolare via le dita e si voltò. Allungò l'altra mano che reggeva l'asta incappucciata di ferro verso la vicina fiaccola, coprendola ed estinguendola rapidamente, spegnendo tla fioca luce che illuminava la zona in cui si trovavano. Stava tornando a prendersi cura del suo Tempio... Come Ryushi avrebbe fatto col suo in futuro. I passi dei sandali della Monaca iniziarono a farsi sentire sul legno.*

- Allora il suo popolo vi amerà. Possiate fare sogni sereni, Mizukage-sama.
 
Contacts  Top
Bardiel92
view post Posted on 21/1/2012, 20:30




*Sentì le sue parole, ancora di compatimento, di commiserazione. E, poi, un tocco leggero sulla sua spalla. Dita che lo sfioravano, che cercavano di fargli capire come ci fossero altre strade, altre possibilità.
Illusioni. Nient'altro che menzogne, in cui da sempre gli abitanti delle altre terre credevano, speravano. Ma come poteva, si chiedeva lo shinobi, essere tanto ciechi? Come facevano a non vedere l'orrore della realtà, il dolore del mondo, la violenza della vita? Come potevano coprirsi gli occhi in quel modo, rifiutarsi di vedere ciò che li circondava, bearsi della propria ignoranza?
Non capiva, non avrebbe mai potuto. Gli sembrava solamente tutto così stupido, così dannatamente ingenuo da sfiorare l'assurdo. Come poteva un ninja, un soldato, non capire quale fosse la vera essenza del mondo e della vita stessa? Si voltò, tornando ad osservare il viso di Shiroko mentre terminava il suo discorso, mentre cercava di convincerlo della bontà del mondo. La Samehada fremeva con forza, indignata e rabbiosa, movimento che la Raikage non poteva certo non percepire. Eppure, un nuovo, ancor più largo sorriso apparve sul viso di Ryushi. In quell'istante capì quanto i Villaggi fossero diversi, quanto la mentalità da un luogo all'altro potesse realmente cambiare, quanta distanza ci fosse tra di loro.

Poi la Raikage si mosse, voltandosi. Con un solo gesto del bastone che stringeva fra le mani, spense la torcia che illuminava i metri attorno a loro, mormorando al contempo una preghiera, o almeno così parve al chunin, sottovoce. L'oscurità tornò all'improvviso a dominare nel corridoio e le ombre, anche se per un istante solo, si allungarono, tramutandosi di nuovo in mostri, cercando di ghermire il ragazzo coi loro distorti artigli. E poi, ogni cosa scomparve. Ryushi poteva vedere vaghe forme muoversi fra le tenebre, ma tutto appariva confuso ed oscuro. Le ombre erano comparse dappertutto, scomparendo, al tempo stesso, da ogni luogo. Il sorriso del giovane si spense, mentre con gli occhi seguì la sagoma di Shiroko che si allontanava silente.*


Ryushi:"Shiroko-sama, le persone non possono combattere per Amore. E' solo un'illusione, in cui sembra che tutti godano crogiolandovisi. Gli esseri umani possono combattere solo per i propri interessi, cercando di prevalere sul prossimo e di sopravvivere. Esattamente come fanno tutti gli altri animali, esattamente come fa la natura stessa."

*Tornò leggermente a sorridere, quando oramai la sagoma era scomparsa.*

Ryushi:"Buonanotte anche a lei, Raikage-sama."

*Lo Spadaccino si voltò, con la Samehada, sulla sua schiena, che fremeva ancora con ferocia, dirigendosi infine verso la propria stanza, sperando di potervi trovare un po' di riposo.*
 
Top
8 replies since 19/1/2012, 20:00   130 views
  Share