Missione 36D - La "Grossa" Ninfea, per shirouta, Bahamut83 e Vale93ba

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shiroutora
view post Posted on 2/12/2011, 00:02 by: shiroutora     +1   -1





//Scusate se vi ho fatto attendere, avevo un po' di cose da sistemare in scheda per permettere a tutti noi di ruolare al meglio :D//


Hisashi era tornato vittorioso dall'esame genin, come aveva promesso a sua madre, e nei giorni successivi alla promozione si era allenato a lungo, sfruttando l'entusiasmo e l'adrenalina che seguono sempre i grandi cambiamenti.
Una sera, tornando a casa dopo il tramonto, il giovane ninja notò che la porta della casa era socchiusa. Il ragazzo si addentrò lentamente nella casa buia cercando di orientarsi nell'oscurità e capire cosa fosse successo. Stava iniziando a preoccuparsi, quando all'improvviso la luce della cucina si accese illuminando i volti allegri dei suoi genitori: il padre di Hisashi era ritornato dalla sua missione proprio mentre suo figlio si allenava con fatica e, insieme alla moglie, aveva deciso di preparargli una sorpresa.
Hisashi quando vide la tavola imbandita che lo separava dalla sua famiglia si portò una mano alla bocca, quindi corse ad abbracciarli, iniziando dal padre.
Fin da piccolo gli era stato insegnato che il lavoro dei suoi genitori era molto pericoloso e ogni volta che uno di loro tornava dalla missione per lui era una grande festa: si sedeva sulle sue gambe facendosi raccontare ogni particolare, quasi fosse una favola, ma finiva sempre per addormentarsi fra le braccia calde della madre, senza conoscere la fine delle loro avventure. Ciò che gli importava lo sapeva: erano tornati sani e salvi.
Adesso era cresciuto, ma l'abitudine di chiedere i particolari delle missioni, anche se ora con un occhio più critico, era rimasta.
La cena trascorse tranquillamente parlando della missione del padre, che gli era costata una grossa fasciatura alla spalla e dell'esame genin del giovane Hisashi, fra risate, battute e complimenti carichi di orgoglio. Quando tutti finirono di mangiare, la madre prese la parola.


Aki: Ora che abbiamo finito di cenare, credo sia giunto il momento di darti i nostri regali.

La donna porse una scatola finemente confezionata al figlio, che la scartò avidamente, curioso di sapere cosa avrebbe trovato. Quando la aprì il suo volto si illuminò: la madre gli aveva regalato un Karategi bianco decorato con delle lingue di fuoco sulle spalle e nella schiena, dei pantaloni scuri così leggeri che sembravano essere quasi inconsistenti al tatto, insieme ad una bandana con cucito il simbolo del suo clan su fondo rosso. Il giovane dopo che li ebbe osservati in ogni loro particolare, ringrazio la madre con sincera gratitudine.

Shin:Anche io ho un regalo per te.

Si alzò e dopo qualche secondo tornò con in mano una katana, lunga poco più di un metro e formata da due lame gemelle e speculari che si fondevano poco prima di congiungersi con l'elsa finemente decorata. La lama era semplice, senza alcuna decorazione, solamente liscio metallo interrotto di tanto in tanto da degli sfiatatoi sul taglio della lama, necessari per potenziare le ninjutsu elementali.
Hisashi sollevò la spada, osservandola estasiato. Quando tentò di immettere una leggera quantità di chakra, i contorni delle lame furono colorati da riccioli di fuoco che nascevano e scomparivano velocemente.


Shin:Si chiama Jounetsu: questa lama mi ha accompagnato dalle prime missioni fino alla mia promozione anbu. Quando nascesti tu decisi di conservarla per donartela il giorno della tua promozione, in modo che potesse proteggere te come ha protetto me e i nostri antenati prima di noi. Con questa arma nessuno potrà fermarti: noi saremo sempre con te. Quasi dimenticavo, ti è arrivato questo.

Shin gli porse una lettera, ma il ragazzo non ebbe nemmeno bisogno di aprirla per capire di cosa si trattasse: la sua prima missione. Era stato convocato nell'ufficio del Kage da un Jonin l'indomani, alle dieci del mattino.

Hisashi: Non so come ringraziarvi, non so come dirvi quanto vi voglio bene. Grazie di tutto, prometto di non deludervi. Un giorno diventerò un anbu come papà, vi renderò orgogliosi...

Non sapeva cosa dire, era semplicemente felice. Felice di ciò che aveva, felice della sua vita, semplice ma carica dell'affetto dei suoi cari.
Il genin si intrattenne ancora un po' con i suoi prima di ritirarsi nella sua stanza, per riposare. La luna illuminava il villaggio che diventava candido come una perla sotto la sua pallida luce. Hisashi poggiò la testa sul cuscino, ripensando alla serata che era appena trascorsa, finchè il sonno non trasportò via i suoi pensieri trasformandoli in sogni...


* * *



Il mattino dopo il sole era tornato ad ardere alto nel cielo, riscaldando Suna con i suoi raggio e aumentando la temperatura calata durante la notte a causa dell'escursione termica.
Quando Hisashi si sveglio la mattinata era tarda, per lo meno per lui che era abituato ad alzarsi allo spuntare dei primi raggi del sole, ma questo gli avrebbe garantito il riposo necessario ad affrontare la missione. Dopo essersi fatto un bagno caldo ed avere fatto una colazione abbondante, saluto i suoi genitori e si incamminò verso l'ufficio del Kage. Non distava molto, ma erano quasi le dieci: avrebbe ritardato di qualche minuto.
Suna era piena di vita come sempre: le urla dei mercanti che tentavano di rendere allettante la loro merce agli occhi degli acquirenti curiosi e alle esperte donne della città permettevano a quella città ninja di non perdere la sua umanità.
Hisashi corse fra le bancarelle della città, evitando con spostamenti veloci gli ostacoli che una città affollata come Suna offre a quell'ora del giorno. Il ragazzo arrivò con qualche minuto di ritardo all'appuntamento e in lontananza vide che i suoi compagni era già arrivati.


Spero di non avere fatto troppo tardi. Iniziare la mia prima missione con il piede sbagliato non sarebbe il massimo.

Toccò l'elsa della sua katana, foderata dietro la sua schiena, quasi volesse assorbire da quel metallo tiepido una manciata di coraggio in più, quindi si avvicinò ai due ninja, senza immaginare la sorpresa che lo attendeva. Quando fu abbastanza vicino riconobbe in uno dei due suoi futuri compagni di missione l'amico con cui aveva superato l'esame genin. Corse verso di lui con un grosso sorriso stampato sul viso, salutandolo con la mano.

Hisashi:Hiro!!!

Non era per niente teso, sarebbe andato tutto bene e adesso che sapeva di essere con il suo compagno di avventura ne era certo.

 
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