Casa di Tatsumaru Senju

« Older   Newer »
  Share  
°Tatsumaru°
view post Posted on 23/2/2012, 20:18 by: °Tatsumaru°     +1   -1




La volontà del Fuoco



Narrato
*Pensato*
"Parlato Tatsumaru"
"Parlato Hideki"




Il vento della sera spirava tra i tetti del pacifico quartiere dove sorgeva la dimora di Tatsumaru. Nella luce rosata del tramonto, le foglie della grande quercia nel suo giardino frusciavano al ritmo della brezza, danzando sugli alti rami. Unico spettatore di quella danza era Tatsumaru, che sdraiato sotto il portico di legno osservava dal basso la luce del sole morente filtrare in mille raggi dalla verde cupola.

Era passato del tempo dall’esame Genin, da quella prova che più di ogni altra cosa lo aveva reso conscio della strada che aveva deciso di intraprendere. In quel breve lasso di tempo aveva compreso luci ed ombre di quella pericolosa professione, estinguendo la curiosità che lo aveva spinto in quella direzione. Tuttavia, come avesse assaggiato un frutto succoso e saporito, Tatsumaru voleva prenderne un altro morso, anche a rischio di fare indigestione. Trovata una risposta, se ne cerca sempre una nuova, ed era proprio ciò che stava accadendo, Tatsumaru voleva spingersi più avanti, benché questo potesse essere assai rischioso.

Eppure, come le foglie sopra di lui, anche la sua anima danzava frenetica, scossa da moti interiori. Non era nella sua natura rischiare, nella sua vita aveva sempre fatto in modo che ci fosse una sorta di calma, di controllo, spezzata solamente dall’esuberanza di Yukiko. E allora cos’era questa voglia di rischiare? Quel moto interiore che scardinava la sua anima statica, come la tempesta che sradica l’albero?
Il leggero scricchiolio del legno lo avvertì di una presenza imminente.

"Tatsumaru, come mai non sei con Yukiko? Va tutto bene?"



Hideki, suo padre, si avvicinò a lui, e mentre si metteva a sedere accanto al figlio, quest’ultimo si sollevò, imitando il padre.

"Otōsan … si, va tutto bene, Yukiko non era in casa, e così mi sono messo ad osservare le foglie danzare"



Il padre accennò un sorriso benevolo, aveva intuito ogni cosa.

"Un passatempo insolito per un ragazzo … Tuttavia hai ragione, è uno spettacolo stupendo, come tutti quelli che la natura ci offre"



Tatsumaru non cambiò la sua espressione, che tradiva il conflitto interiore che in quel momento lo tormentava, e volse lo sguardo nuovamente alle foglie. Il padre proseguì.

"Esse resistono, nonostante il vento cerchi di portarle con se, e una volta che questo rinuncia nel suo intento, esse sono ancora li, ancorate al ramo, ancora verdi e piene di forza."



Tatsumaru abbassò lo sguardo. Le parole del padre lo avevano colpito.

"Non a caso il nostro villaggio ha come simbolo la foglia. Ognuno di noi è come una foglia, che danza ai capricci della vita, senza che essi cambino la nostra natura"



Tatsumaru allora si rivolse al padre, pronto ad aprirsi per cercare consiglio.

"E se il vento fosse troppo forte perché la foglia lo possa contrastare?"



"La foglia non è sola, altre foglie la proteggono. Quelle che sono esposte maggiormente al vento sono più resistenti, e cederanno ad esso con meno facilità, attutendo la sua irruenza e preservando le foglie più interne. Se così non fosse, l’albero diverrebbe immediatamente spoglio. Non esiste un vento troppo forte, nessuna difficoltà insormontabile, perché chi è preparato ad affrontare difficoltà maggiori è pronto a farsene carico, dando modo agli altri di crescere fino a che anche gli altri, un giorno, riusciranno a fare la stessa cosa."



"Come faccio a sapere che le difficoltà che incontrerò saranno alla mia portata? Che spingendomi oltre non perderò qualcosa lungo il cammino?"



"Potrà succedere, nessuno conosce a fondo le conseguenze di ogni azione, ma ricorda questo: Anche dopo il più cupo dei temporali, l’albero cresce rigoglioso, nutrendosi dell’acqua e delle foglie cadute sparse dal vento. "



"L’albero? Non parlavamo di foglie?"



"Ognuno di noi è una foglia se visto come parte di una comunità, ma può essere anche altro. Tu sei un albero Tatsumaru, è scritto nelle nostre origini. Tu non ti piegherai al vento, e crescerai anche dopo la tempesta, resistendo al gelo dell’inverno e fiorendo ogni primavera."



Tatsumaru aveva ora un’espressione stupita. Forse la soluzione al suo dilemma stava venendo a galla.

"Noi Senju siamo legati agli alberi, alla natura. Siamo flessibili come il legno, e come esso possiamo diventare qualunque cosa. Siamo resistenti, solidi, e anche se come gli alberi appariamo statici sulle nostre radici, in realtà in noi scorre una linfa speciale, che ci proietta in alto, fino a toccare il cielo."



Le parole del padre lo toccarono nel profondo. Volse lo sguardo alla grande quercia, la osservò intensamente in tutto il suo splendore. Anche lui poteva essere così, poteva innalzarsi e crescere, senza rinnegare ciò che era. Si alzò, posando saldamente come radici i piedi sull’erba soffice. Ebbe una strana sensazione, come se si sentisse più alto. Una rinnovata sicurezza lo pervase, e lentamente si mosse in direzione della grande quercia. Sentiva l’erba soffice sotto i piedi nudi, e ad ogni passo cercava il suo contatto, così naturale e rassicurante. Giunto in prossimità della pianta, tese il braccio, e premette il palmo della mano contro la ruvida corteccia, sforzandosi di sentire la vita dell’albero scorrere.

"Farò mia la tenacia dell'albero, e l'infinita pazienza con cui resiste al mutare delle stagioni. Questo sarà il mio credo ninja."



Un sorriso soddisfatto si delineò lentamente sul viso del ragazzo, e la luce del tramonto illuminò di riflessi vivi i suoi occhi, persi nell’immagine del suo futuro. Hideki sorrise, il suo discorso aveva sortito l’effetto sperato. Era fiero di suo figlio, che come lui in passato, aveva trovato la sua strada. Era giunto il momento.

"Tatsumaru ... credo tu sia pronto per far parte del nostro clan."



Il ragazzo si voltò, con ancora il sorriso impresso sul volto, e negli occhi una nuova determinazione

"Domani ti recherai alla sede del nostro clan, dove anche io mi recai per apprendere l’utilizzo della nostra abilità innata. Ti indicherò la via, ma è un cammino che devi compiere da solo."



Tatsumaru annuì deciso, doveva scoprire le sue radici prima di poter crescere. Sarebbe stato l’inizio di un viaggio per scoprire se stesso, e con questa consapevolezza, trovare la sua strada nel mondo.

Continua qui

 
Top
27 replies since 8/11/2011, 00:16   497 views
  Share