Missione 22 C "Wandārando", Per il nandaime Mizukage ed il fabbro

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Puffo senpai
view post Posted on 11/5/2011, 20:23     +1   -1




*Stranamente, quella sembrava una giornata tranquilla a Kiri, ancora nessuno aveva versato il proprio sangue e tutti continuavano le loro vite tranquillamente, forse perché gli individui più forti e bellicosi si trovavano a compiere missioni od altre faccende altrettanto importanti. Peccato che quella tranquillità apparente,
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fu presto interrotta da un prorompente ragazzo dai folti capelli nero pece poco pettinati, una cicatrice sull'occhio destro ben nascosta dal disegno di una lacrima nera quanto i suoi capelli e dei vestiti semplici, comuni per un mercante; oltre alla cicatrice, il particolare che esaltava agli occhi di chi lo vedeva era la particolare forma delle scarpe normali all'entrata della gamba, larghe sui lati della pianta ed a punta all'estremità. Entrato nel villaggio per richiedere aiuto, scortato da un jonin della nebbia, entrò nella residenza del Mizukage ma non parlò con uno dei segretari per consegnare la richiesta, si fermò in mezzo alla sala e si rivolse allo shinobi che lo scortava.*



"Non voglio chiedere aiuto così semplicemente, richiedo un'udienza da parte del Mizukage, la mia è una richiesta d'aiuto importantissima! Voglio parlare col tuo capo!"

Jonin: "Impossibile!
Come tutti gli altri tu ti rivolgerai ad uno dei segretari,
lui si preoccuperà di registrare la tua richiesta
e quando un nostro ninja accetterà tale richiesta ti verrà fornito aiuto.
Se continuerai a rompermi le scatole potrei anche dimenticarmi del mio lavoro
e soddisfare il mio diletto!
"

"Impossibile! CI VORREBBE TROPPO TEMPO! É URGENTE... CAPITO?! FAMMI PARLARE COL TUO CAPO E SE PER FARLO DOVRÒ PICCHIARTI... LO FARÒ! IN QUALSIASI MOMENTO POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI PER LEI!"

*Non accettava rifiuti, quel ragazzo sapeva cosa voleva e lo voleva subito anche al costo di andare contro a morte certa. Con sfrontatezza avvicinò la faccia metà accecata al volto duro del ninja per mostrargli che non aveva paura, effettivamente, visto da lontano, si mostrava come una scena simpatica. Solo qualcuno di grado superiore a tale ninja ora poteva salvarlo...*

Gdr Off - Allora, sperando di non fare una merda, cercherò di essere il più celere possibile senza dimenticare i miei impegni di personali e scolastici, abbiate pietà di me XD Fatto stà che, essendo uno dei partecipanti il Kage, mi faceva schifo fargli leggere la richiesta sulla bacheca XD Quindi simo avrai capito che solo tu lo puoi salvare... se vuoi fare ancora la missione ovviamente v.v ale tu arrivi in cerca d'incarichi e senti il chiasso del tipo e se vuoi ti informi, in questo caso sarebbe meglio se postasse prima kdd così jin tu vedi cosa gli dice v.v
Questo in ambito normale, nel caso, prima della missione, v'incontrate nello studio o da un'altra parte... potete fare anche che state insieme quando il tipo viene e comportatevi come vi pare... insomma ruolate v.v
Buon gderre!
- Gdr On


Edited by Puffo senpai - 13/5/2011, 08:22
 
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view post Posted on 12/5/2011, 20:58     +1   -1
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Continua da QUI

La firma sul Diario dell'Aspirante era appena stata scritta, ma quello che sembrava essere il momento più surreale della sua vita, si rivelò presto solo un sogno spezzato. Infatti delle imperiose urla, provenienti dalla sala principale della residenza, ruppero quel silenzio catartico, che aveva accompagnato Kuro, in corpo e nella mente.

(Che diavolo..?)

Ormai il suo marchio era stato imposto, quindi nulla avrebbe impedito al giovane milite della Nebbia Insanguinata, di presentarsi a quella selezione, di essere scelto come papabile spadaccino, e di servire la corte del Mizukage stesso, sebbene questo, fosse un suo parigrado.
Lentamente e con notevole incuranza, Kuro si spostò verso la porta, per poter osservare cosa stesse accadendo lì accanto. Posando la spalla destra, sullo stipite della porta, potè osservare un uomo, vestito in modi bislacco, con una curiosa cicatrice, coperta da dello strano trucco lungo la gota e l'occhio destro. Imprecava ed inveiva contro il Jonoin che l'accompagnava verso la sala ovale, dove proprio Kuro si trovava in quel momento. Ora si trovavano quasi davanti a lui, e assistì ad una scena assurda, degna di un nobile teatrino. Insistente, lo strano individuo urlava chiedendo di poter parlare col Kage, che, data la situazione, sembrava l'unico che poteva salvarlo...


GdROff| Scusa Senpo, scusa Simo, se ho postato io per primo, ma ho voluto fare una cosa originale, riuscendo a fare anche il post figo per il Diario xD Senpo, ti chiedo di valutare anche quello, in quanto fa praticamente parte di questo piccino quì, solo che andava fatto in quel post ^^ Se ci sono problemi, MP! |GdROn
 
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King Dark Dragon
view post Posted on 22/5/2011, 17:02     +1   -1




*tac tac tac... il rumore dei tacchi echeggiava per i corridoi. Il suo passo era veloce, deciso, pronto a surclassare ogni ostacolo. Molti la osservavano sgranando gli occhi, altri con la bava alla bocca. I più, quando venivano superati, approfittavano per dare una bella occhiata al fondo schiena, ammirando quei fianchi marmorei decisamente volutamente fatti ciondolare. Eppure la sua presenza in quel posto era un male, un grande male, visto che erano ormai sette giorni che aveva lasciato il suo incarico, per seguire il ragazzino che era diventato Mizukage. Arrivata a destinazione afferrò il pomello e con forza lo girò, il ferro si piego sotto la sua furia. Aprì la porta, facendola sbattere con forza addosso il muro. Si fiondò dentro. Niente la stanza era vuota, proprio come gli era stato detto. *

Kiki: -bastardo di un ragazzino...-

*.....
tutto cessò... gli anbu rinfoderarono le loro armi, anche se non si poteva scorgere il loro volto si poteva facilmente notare che erano sollevati. Il rospo, il sensitivo che aveva portato Gin in quel inferno fatto di sangue e cadaveri, raccolse con un solo braccio il ragazzino ormai svenuto. Se lo poggiò sulla spalla, come era normale fare per i sacchi di patate o oggetti di un discreto peso. Fece un cenno con la testa. Un fumogeno fu gettato a terra. Così come i quattro anbu erano apparsi così erano svaniti, portando con se il corpo del loro Kage. Il giovane fu condotto velocemente in ospedale dove ricevette le cure del caso, seppure i medici erano ninja di grande valore e capacità non riuscirono a rimarginare completamente le ferite del ragazzo, dandogli così due settimane di convalescenza. Kiki fu avvisata subito dell'accaduto e di corsa si recò all'ospedale. Per ben quattro giorni rimase al suo capezzale in attesa. La donna ormai si era presa a cuore il ragazzino, come una madre che affettuosamente resta vicino al proprio figlio, gli fece sentire la sua presenza. Per i primi due giorni di convalescenza, in qualunque caso, il giovane non aprì occhio. Il dolore e il sangue perso era stato notevole ed era troppo debilitato anche solo per aprire le palpebre. Il volto era pallido, addolorato. Il collo e il dito della mano sinistra erano stati ricoperti dalle bende e garze. Attaccato alla vena del braccio destro vi era un grosso macchinario, che riversava goccia dopo goccia l'antidolorifico e delle soluzioni nutritive. Il terzo giorno aprì gli occhi, il dolore era forte, non riusciva ancora a muovere il collo, ma stando sopra il lettino la possibilità di muoverlo era minima. Non parlò di nulla. Salutò semplicemente Kiki con un grosso sorriso e la ringraziò di esserle stato vicino. Il quattro giorno qualcosa migliorò, non fisicamente, nell'atteggiamento del ragazzo, infatti chiese alla sua sensei se gli avesse potuto portare degli abiti puliti e del lavoro da svolgere. Ma le sue richieste, probabilmente normali, era state pronunciate in modo freddo. Il quinto giorno... beh... il Kage sparì nel nulla, insieme al ricambio che la sua segretaria gli aveva portato il giorno prima. Kiki fu immediatamente informata del fatto e gli fu chiesto di venire subito, lei si fiondò letteralmente in ospedale... e così arriviamo al punto precedentemente raccontato.... *

*.... il cielo era offuscato quella mattina, la nebbia, come al solito, faceva da padrona in quelle terre maledette. Il vento soffiava, portando con se l'odore del sangue e l'aria pesante della pioggia. Presto sarebbe scoppiato un diluvio, ma ciò poco gli interessava. Seduto sui rami del ciliegio vicino all'ospedale, con le spalle e la testa poggiati sul tronco, Gin osservava il cielo. Indossava una veste completamente nera, un kimono. Una gamba era distesa sul tronco, l'altra aveva il ginocchio rivolto vero l'altro e l'unica parte che toccava quella superficie legnosa era il sandalo di paglia. Gli occhi rossi erano freddi e privi di animo, il volto vuoto. La mano destra frugò dentro la vestaglia, ne tirò fuori un frammento di ferro. Era lungo all'incirca cinque centimetri, lucente, e largo per lo meno due. La sua forma era irregolare ma sembrava un rombo. Quel piccolo oggetto, insignificante, rappresentava la promessa che si era fatto. Ciò che aveva giurato mentre i denti tranciavano la propria carne e l'odio che provava verso la sua debolezza. *


(quindi io sono un frammento.... un piccolo pezzetto di ferro...)

*strinse il frammento con forza, del sangue uscì dalla mano destra. Ormai non ci faceva più caso al dolore. Riaprì la mano, i suoi occhi osservarono la scheggia. *

(..prenderò con me tanti altri frammenti.. li ingloberò a me... così che possa diventare completo...)

-ma prima...-

*la sua voce era rauca. I dottori gli avevano detto che sarebbe rimasta così per due settimane all'incirca e che non la doveva sforzare più di tanto. Sul suo viso apparve un segno di disgusto a sentire quella sua voce rovinata in quel modo, seppure momentaneamente. *

(...devo ritornare alla residenza e ricominciare con il lavoro...)

*Scese dal tronco. Atterrò morbidamente, circondato da una nebbia nera come la pece, nebbia che nasceva dalla sua anima. Nascose la mano offesa dentro la veste, e lentamente andò per la strada. I cittadini l'osservavano con aria incuriosita, tutti sapevano chi era ma nessuno decise di avvicinarsi a parlare. Paura? No, perplessità. I suoi capelli bianchi ormai erano diventati lunghi e raggiungevano perfettamente le spalle, cadevano come le fronde di un salite piangente, sfiorandole. Erano lisci e ben curati, seppure sarebbero stati meglio legati a formare una coda. Alcuni ciuffi, quelli della frangetta, ogni tanto scivolavano da dietro le orecchie per ritornargli a coprire il volto e ogni volta la sua mano destra si propinava a risistemarli. Così, in una solitaria camminata, il giovane raggiunse la sede del potere. Entrò, senza degnare di uno sguardo le guardie che sorvegliavano l'ingresso. Il suo vagare era sereno, nessuno lo ostacolava nel cammino. Nessuno cercava di parlargli, troppa era l'incertezza su come quel giovane si sentisse. Molti, i meno esperti o i più timidi, quando lo incontravano per il corridoio cambiavano letteralmente strada, entrando dentro alcune porte che probabilmente a loro non serviva accedere. Tac.... tac.... i sandali di paglia percorrevano la superficie lucida, marmorea. Il suo percorso era stato tracciato, a breve avrebbe superato la sala ovale, dove tenevano le pergamene delle missioni, l'avrebbe superato e avrebbe percorso le scale che lo avrebbero condotto al piano superiore, quindi alle sue personali stanze. Qualcosa però attirò il suo sguardo, freddo e al contempo delicato, come un tramonto su un deserto di ghiaccio dove i colori del cielo si mischia no a quello della terra. Le gambe si fermarono, gli occhi si mossero sulla stanza ovale. Non era consueto vedere un normale cittadino aggredire un jonin, probabilmente perché si era consci che chi osava tanto avrebbe poi trovato la morte. Sentì le parole del viandante, parole che non gli portarono alcun sentimento se non seccatura. Come osava costui pretendere di avere un colloquio con lui? Era un estraneo al villaggio, doveva ringraziare che i poliziotti alle porte non lo avessero decapitato seduta stante, eppure osava richiedere... come se gli fosse dovuto, eppure osava insultare... probabilmente non considerando le leggi del villaggio che ora lo ospitava. Silente, come uno spettro, si avvicinò. Osservò semplicemente i presenti e udì gli ultimi frammenti del discorso di quel tipo. Ora che era più vicino notava alcuni particolari, come la cicatrice e le scarpe, e questo lo incuriosì. Nessuno dei presenti si era accorto di lui, probabilmente troppo occupati a osservare il teatrino e la reazione dello jonin. Fu il ninja infatti a tirare fuori dalle proprie vesti due kunai pronto a far pagare l'offesa subita con la morte. Era pronto ad attaccare e quindi tingere di rosso quella stanza, ma una voce si alzò su tutte. Era una voce debole, stanca, ma non per questo era difficile da riconoscere. *

-fermati-

*una parola, pronunciata come se avesse voluto pugnale il ninja alle spalle, lui che era un semplice genin. Si, lui. Perché da quando era diventato Mizukage, da quando il suo fato lo aveva rinchiuso in quella scatola nera piena di sangue e potere, aveva conosciuto e vissuto cose che mai avrebbe potuto pensare di conoscere. Era cresciuto, rapidamente, nel dolore e nel proprio sangue. La mano sinistra era ancora nascosta sotto alla rientranza della toga, mentre la destra era rilassata, distesa sul fianco. I suoi occhi fissavano lo straniero, occhi di chi avrebbe fatto volentieri del male a quell'essere ma che non poteva per via della propria curiosità. *

-... volevi il Mizukage...-

*disse, facendo un nuovo passo in avanti. Il Jonin serro i pugni e con rapidità nascose nuovamente le proprie armi. Un nuovo passo in avanti, mentre la gente, che si era avvicinata per osservare meglio la lite, ne faceva uno indietro. *

-.. e ora mi dirai cosa vuoi....-

*quella voce tanto rilassata... quella non era una richiesta, quello era un ordine. Le bende del collo erano ben visibili. Bende candide che avevano lo scopo di coprire tutta quella tenera superficie, ormai violentata dalle mani putrefatte di un morto. Cicatrici che gli sarebbero rimaste per sempre a forma di cinque tagli, uno per ogni dito che aveva afferrato la sua trachea. *

Gdr off/ ed ecco il mio arrivo... xD
mi sento tanto una prima donna ç_ç scusate per l'attesa... Gdr on/
 
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Puffo senpai
view post Posted on 22/5/2011, 22:30     +1   -1




Gdr Off - Jino tranquillo^^, tu kdd, per tutto questo ritardo invece avrai - 1000 punti exp v.v - Gdr On

*Faccia a faccia col jonin, quel curioso ragazzo non mostrava la minima intenzione di ritirarsi, era disposto ad affrontare la morte per il suo credo e lo stava pienamente dimostrando.
Coloro che attraversavano quella sala in quel momento si fermavano ad osservarli e tra questi v'erano anche i due che alla storia interessa: il primo, il fedele ninja della nebbia, audace e silente che osservava la scena sbigottito e curioso dalla situazione ed il secondo, il Kage che tanto ostinatamente l'orbo cerca, che mitemente si avvicinò ai due per dettare legge. Mentre lo shinobi, oltraggiato dalla pubblica offesa si apprestava alla nera esecuzione, il genin Mizukage lo fermò con voce fredda ma autoritaria e poi si rivelò a Doroppu come colui che cercava, il subordinato non poté che ubbidire e ritrasse le armi mentre l'esuberante giovane volse lo sfacciato volto verso l'autorità che cercava.*

"Tu.... tu saresti il Mizukage? L'essere più forte della nebbia? Uhmmm mi sembri ridotto un po' male ragazzino...
Però è vero anche che questo tipo ha obbedito immediatamente, significa che come minimo sei un suo superiore e quindi, perché non il Kage?
"

*La sua sfacciataggine non aveva limiti ma, tra vari discorsi rivolti a sé stesso, si convinse che quel malridotto ragazzo fosse proprio il capo villaggio e quindi la persona più autorevole. Convintosi, si ricordò del suo compito ed incominciò a blaterare il più velocemente possibile tutta la storia che lo aveva portato in quel posto. Parlando in quel modo si rivelò una storia molto confusa e solo poche frasi essenziali effettivamente si capirono.

"La prego di aiutarmi ... serve qualcuno di davvero potente ... il mio villaggio si trova nella terra dell'acqua ... pure più di uno servirebbe ... una torre nascosta tra alberi dietro una collina ... la mia innamorata ... il padre ed io vi ripagheremo a dovere ... ... strani individui numerosi e forti ... è stata rapita! ... tutto il villaggio è pronto ... dobbiamo arrivare al villaggio il prima possibile ... potrebbe succedere qualsiasi cosa ... vi porto io muoviamoci! .... DOBBIAMO SALVALA!"

*Umanamente era impossibile capire tutto immediatamente però, almeno, ebbe il buon gusto di riuscire a far capire ciò che veramente importava per la missione, ora stava al Kage decidere cosa fare di quella richiesta d'aiuto e di quel ragazzo che riprendeva, mentre l'aspirante spadaccino doveva sfruttare l'occasione giusta.*

Gdr Off - Fate come volete, ora è quasi obbligatorio il post di Kdd primo, essendo il mizukage decide la situazione... dalle parole penso che capirai che consiglia più di una persona e quindi entra in gioco Ale, il come lo volete fare, sta a voi decidere v.v - Gdr On
 
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King Dark Dragon
view post Posted on 23/5/2011, 12:29     +1   -1




*ignorò le frecciatine che gli furono rivolte da quello strano tizio, sul volto niente. Ne segno di ira ne di stupore, troppo ormai era abituato a un simile atteggiamento. Socchiuse solo gli occhi, lentamente, molto lentamente per poi chiuderli completamente. Il dolore alla gola e alla mano erano tornati ma non poteva scomporsi, non ora che si trovava dinanzi a un estraneo... non ora che si trovava nella residenza. Serrò i denti, quindi con la mano destra si sfiorò una ciuffo di capelli, quella chioma bianca che tanto gli dava fastidio quando per un soffio di vento, o semplicemente per un movimento troppo veloce, gli andava a finire in mezzo alla vita. Sentì le parole d'aiuto dell'estraneo. Non c'era nulla da dire, quel tipo cambiava stato d'animo nello stesso modo in cui l'acqua attraversava il fiume per raggiungere il mare. Un sospiro. Non gli era chiaro molto cosa stesse accadendo ne che villaggio fosse a chiedere il suo aiuto, ma una cosa era certa... la cosa era alquanto interessante. Non che era un modo per distrarsi. Gli ultimi avvenimenti che aveva dovuto subire lo avevano scosso, come una scarica elettrica che ad alto voltaggio viene direttamente puntata al cervello. Ciò che ora era non era più il ragazzino, quello che rideva e amava. In lui vi era solo il vuoto. Quel cadavere immondo oltre ad averlo danneggiato fisicamente gli aveva portato pure le ultima traccia della sua anima, gli aveva privato completamente dei sentimenti e, ora come ora, sembrava impossibile che questi potessero tornare. Parole quindi come “innamorata” o la stessa paura, che il viandante provava, a lui gli erano completamente estranei. Nel buio e nel silenzio il suo pensiero vagava, tornando però sempre e solo a un punto... “doveva diventare completo”. Come un cancro, invincibile e immondo, quel pensiero lo aveva preso e mai se ne sarebbe andato, non fino a quando l'inferno sarebbe rimasto a Kiri. No fino a quando la colonna che ora segnalava la presenza del loro villaggio non sarebbe sparita e il nemico, precedentemente Leggenda, del villaggio fosse sparito. Si, agli occhi di Gin ora Ki Momochi non era più un ninja leggendario, cui volontà doveva essere tramandata.... ma un morbo, un fungo o un veleno, che doveva essere estirpato il prima possibile. Sputò a terra. Probabilmente chi lo vedeva poteva sembrare un gesto di disprezzo verso l'interlocutore ma in realtà era una forma di insulto verso se stesso. Tutto ciò era accaduto perché lui era un genin, perché lui non era forte a sufficienza. Spalancò gli occhi, rossi come l'inferno, freddi come la morte. *

-..portatemi il mio rotolo...-

*commentò il giovane, il jonin non disse nulla e con rapidità se ne andò. Il genin, cui per un caso era diventato Kage, fece qualche passo in avanti, surclassando il suo interlocutore, che non pareva voler perdere molto tempo. Si guardò in torno con aria molto vaga e disinteressata. Raggiunse la porta della sala ovale, fu allora che notò un giovane. Lo scrutò per qualche istante, sul suo volto apparve un sorrisetto vuoto. *

-..tu verrai con me... vuole più ninja... gli daremo più ninja... ora fa un passo in avanti e presentati..-

*mentre diceva ciò il jonin ritornò con il proprio rotolo. In esso erano contenute le cartebomba e i kunai. Lo porse al giovane. Era un rotolo grande, alto quasi la metà del Kage. Gin rimase immobile, quindi fece scivolare la mano sinistra fuori dalla tunica, rivelando quindi la mancanza del dito. Alcune mosse veloci , quindi se la legò in maniera tale che non potesse ostacolargli la corsa, ne i movimento. La mano sinistra tornò nuovamente dentro il lungo kimono nero, evitando che altri sguardi la potessero anche solo sfiorare. *

-possiamo pure partire... -
 
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view post Posted on 25/5/2011, 13:20     +1   -1
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Finalmente la scenetta da teatrino stava per interrompersi, per dare vita alla vera realtà, ben diversa e molto più aspra e dura di un buffo e patetico momento di relax.
Il popolano continuava ad inveire contro quel Jonin che tanto si rifiutava di far parlare il ragazzetto direttamente con il Mizukage. Stava per perdere completamente la pazienza tanto da afferrare due kunai ad una velocità particolare, ed afferrarli tra le mani, dopo averli fatti roteare facilmente sugli indici delle sue mani. Le vene dei suoi arti erano ingrossate, nonostante maniche lunghe e guanti caratteristici li nascondevano alla perfezione, ma Kuro sapeva benissimo che la tensione stava per spezzarsi, lasciando all'ira e l'istinto di un vero guerriero della nebbia, prendere il sopravvento. Ma proprio quando quel momento stava per accedere, proprio quando le braccia si stavano alzando, una voce giovane ma fredda al tempo stesso, fermò la corsa omicida del Jonin, rendendolo tanto fermo da far invidia ad una statua. Le parole perfettamente scandite "Fermati" ricuonarono nell'aria imperiose, echeggiando profonde, destando il gelo nella sala ovale. Nemmeno Kuro, esterno ai fatti si era accorto dell'arrivo di questo nuovo giovane che dal'aspetto, non sembrava certo un Jonin.


(L'ha fermato, solo con una parola. Chi diavolo è costui?)

Presto, il ragazzo riprese a parlare, rendendo succube delle sue parole sia il popolano, che Kuro stesso..Era assurdo che un ragazzino della sua età, non più grande di Kuro, potesse ricoprire una carica tanto forte..

-... volevi il Mizukage...-

Facendo un passo avanti completò l'opera di presentazione, nello stupore generale.

(Cosa? Quel ragazzino...è il Mizukage? Ma com'è possibile? Non ne ho mai sentito parlare prima. Sapevo fosse giovane, quasi quanto me ma....Mi aspettavo qualcosa di imponente magari, o di visibilmente inquietante..Non riesco a crederci..Ragazzi tanto giovani destinati a reggere il peso di un intero villaggio. Lo capisco, anche fin troppo bene.)

Vestiva con un classico Kimono nero, dalle terminanze larghe, come la tradizione voleva. I risvolti dei pantaloni nascondevano alla perfezione tutta la gamba, lasciando scoperto solo il piedi, avvolto da un sandaletto in paglia, per far respirare il piede, forse. I suoi capelli eran bianchi, come la nebbia che stranamente stava abbandonando quelle terre. Il rosso fuoco dei suoi occhi, risplendeva perfettamente in quel posto, incutendo ancora più timore. Dopo aver continuato a scambiare qualche parola con il popolano, si guardò attorno. Dal momento che la richiesta di soccorso prevedeva più di un ninja all'opera, Gin si girò attorno per scrutare i presenti in sala, notando che il solo ad aver assistito a tutta la scena, era Kuro, shinobi novizio della Nebbia. Gli venne intimato di presentarsi.

- Kuro, della Nebbia. -

Emulando l'operato del Mizukage, Kuro fece un passo avanti, restando però freddo ed impassibile come sempre. Era suo solito, restare in quello stato anche in seguito a stupore o qualunque altro genere di sbalzo psicologico. Intanto Gin, legava attorno al suo corpo un rotolo, contenente probabilmente delle armi.

(In missione con il Mizukage in persona quindi. Non sarà poi tanto male allora. )

Mantenendo la perfetta e regale postura di sempre, Kuro attendeva ordini ed impaziente oramai aspettava il momento della partenza. Era indeciso se domandare o meno qualcosa, ma preferì stare zitto ed agire quando il solo momento lo richiedeva.
 
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Puffo senpai
view post Posted on 26/5/2011, 20:26     +1   -1




Gdr Off - Scusate il ritardo .-. - Gdr On

*Il gruppo si era formato. Il Mizukage aveva deciso di aiutare lo sconosciuto e, visto che richiedeva più di un ninja, scelse uno dei suoi uomini presenti nella sala: un giovane genin dallo sguardo serio ed impassibile che con un solo passo e poche parole si presentò col nome di Kuro.*

"Bhe... perfetto! Possiamo partire, sbrighiamoci!"

*Come dimostrato anche precedentemente non voleva perdere tempo e, visto che il capo villaggio aveva dato l'ok, immediatamente s'incamminò verso l'esterno della residenza del capo villaggio per poi intraprendere una veloce corsa per il villaggio fino alle porte. Lì i tre non ebbero alcun problema essendo a passare il Kage stesso e quindi poterono continuare ad avanzare con l'andatura dettata precedentemente e mentre uscivano dalle mura, finalmente, il tipo si presentò.*

"Ah... per la fretta me ne sono completamente dimenticato... il mio nome è Roppu... Do Roppu... anche se tutti li uniscono sempre finendo per chiamarmi Doroppu... andiamo!"

*Sfortunatamente i due ninja non poterono correre come era abituati, veloci ed agili ed all'occorrenza saltatori tra i rami degli alberi: con un essere comune dovevano correre sul terreno ad una velocità normale. Il viaggio fu tranquillo, l'isola che componeva il villaggio dell'acqua non era poi tanto grande e quindi non ci volle molto per raggiungere il villaggio posto a metà del centro dell'isola stessa e le coste a nord: all'entrata v'era un cartello con su scritto Andāwārudo, un paesino piccolo composto da case di legno ben fatte, gli edifici più curiosi erano due, la casa più vasta e lussuosa appartenente al capo villaggio ed un ampia stalla legata ad un altro edificio dove, a detta dell'orbo, si parcheggiavano le carovane e si gestiva il trasporto mercantile tra i vari villaggi di pescatori delle coste, Andāwārudo ed i grandi villaggi acquirenti.*

*Senza fermarsi altrove, Do lì portò a casa del capo villaggio ed entrò neanche senza bussare, l'ingresso era elegante composto da mobili ed alcuni quadri ben fatti.*

"Questa è la casa di suo padre..."

*Senza aggiungere altro, li scortò in una stanza adiacente. Quella, a differenza dell'entrata, era piena di uomini armati con forconi, zappe, mazze e pochi con spade ed archi. Su d'uno sgabello parlava un uomo di mezz'età, barba incolta ed occhiaie che convinceva il gruppo ai suoi piedi che erano pronti, dovevano assediare la torre e dovevano liberare la rapita.*

"Quello è il padre... seguitemi.... Sono d'accordo! É il momento di assediare la torraccia! Sono venuti fin qui niente popò di meno il capo villaggio della nebbia ed uno dei suoi uomini più forti!"

*Forse parlava a casaccio sui confronti del giovane Kuro ma così ebbe l'attenzione di tutti i presenti e del padre che quando i tre si avvicinarono gli fece cenno di seguirlo nella stanzetta alle sue spalle. Chiusa la porta di quella piccola stanza che doveva essere il suo studio, si presentò.*

"Meglio parlare prima qui,
in privato.
Mi presento, io sono Karasu, il padre di Arisu...
sono contento della vostra venuta,
spero che Doroppu vi abbia detto tutto!"
"



Edited by Puffo senpai - 27/5/2011, 22:02
 
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view post Posted on 30/5/2011, 19:56     +1   -1
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Il titubante animo del popolano, che tanto bramava l'aiuto di possenti e forti ninja della Nebbia, si placò istantaneamente, quasi rassicurandosi, dinanzi alla scelta del Mizukage di partire personalmente alla volta di quella missione, che tanto aspra e dura era stata disegnata dal giovanotto dal buffo aspetto.

(E' giunto il momento di partire quindi. Saprò essere alla pari di questo giovane? E' il Kage, questo è vero ma..è un Genin, come me. Avrà senz'altro più esperienza di me, questo è certo, ma credo di poter reggere il suo passo. Starò zitto ed in silenzio, adoro farlo.)

Con passo lesto e felpato al tempo stesso, il giovine cominciò a correre verso le porte della città, attraversando l'intera Kiri in men che non si dica, un passo decisamente insolito per un ragazzotto che non aveva null'altro che l'aria da bravo ragazzo. Aveva parlato della sua amata, e quando c'è di mezzo l'amore, si può fare di tutto.

(Amore, passione..sentimenti. E' per questo che è un debole uomo comune. E' per questo che non potrà mai divenire un ninja, un assassino..L'uno lusso che un ninja può permettersi è l'amore verso il combattimento, proprio come io amo il silenzio ed amo Shinso.)

Continuava ad accarezzare l'elsa della sua fedele piccola spada, mentre con passo contenuto e pacato camminava dietro il Kage, per raggiungere il ragazzo che già da qualche minuto li attendeva sotto il grosso porticato maggiore del villaggio.

Il viaggio fu più breve del previsto: il solito panorama che la Nebbia poteva offrire ai passanti, accompagnava il loro cammino, che stranamente era più vistoso del solito. L'abbraccio glaciale ma caldo al tempo stesso della nebbia più non c'era, destando la preoccupazione dei suoi figli, che forse si sentivano nudi senza essa.


(Che insolito fenomeno. Da quando ho memoria, ricordo che la nebbia c'ha sempre accolti e nascosti. Che cosa sarà successo?)

Presto giunsero al piccolo villaggio designato dal giovane e vi entrarono lestamente. Era quasi patetico lo spettacolo che si presentava davanti i suoi occhi. La sfarzosità della residenza del Mizukage forse, aveva annebbiato gli occhi dei militi della Nebbia, infatti quell'ammasso di casupole in legno in decadenza, si ampliò ancor più agli occhi del giovane. Solo due grosse strutture sembravano essere decenti e più grandi ed in una di esse, i due ninja furono condotti da quel ragazzo, che durante il viaggio si era presentato ai militi col nome di Do Roppu. E
largiti giudizi affrettati sui due, Roppu fece per presentare i ninja al padre della bella rapita, che con fare serio, e dall'alto della sua età maggiore rispetto agli ospiti disse di voler parlare in privato con loro.
Kuro destava ancora dietro il Kage, in attesa di suoi ordini. Senz'altro non avrebbe parlato, non spettava a lui.


(Non sta a me parlare. Attenderò che sia il Kage a farlo.)

GdROff| Dopo che fai un viaggio di 4 giorni, torni e non dormi, questo è il meglio che si può fare xD |GdROn
 
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King Dark Dragon
view post Posted on 2/6/2011, 14:06     +1   -1




*Roppu, quindi quel strano personaggio aveva anche un nome. Gin osservò il suo committente con aria alquanto poco allegra, non perché gli fosse antipatico o cosa ma semplicemente per via dell'ira che troppo velocemente lo stava divorando. Si, erano passati quattro giorni da quel fatto eppure in lui non vi era altro che pura ira. La mano sinistra, quella fasciata, si strinse in un pugno, causandogli un immenso dolore. I suoi occhi rossi, troppo simili alle fiamme dell'inferno, erano gelidi. Avrebbe voluto tanto sfogarsi, urlare e piangere. Si, piangere. Un gesto che tanto odiava ma che in quel momento lo avrebbe probabilmente salvato, un gesto che non s'addiceva al capo di quel villaggio, invece di sprofondare sempre più velocemente nell'ossessione e nel rancore. Sarebbe stata bastata una lacrima, un piccolo pianto, per scaricarlo ma purtroppo i suoi occhi erano asciutti. Tutte quelle preziose gocce erano state versate impunemente per via di un morto, lasciando solo il deserto e la polvere. Ci fu un breve sospiro mentre Roppu frettolosamente decise di sua iniziativa di lasciare la residenza. Il Mizukage non lo seguì da subito, anzi, si avvicinò lentamente al bancone, dove ora era tornato a sedere il Jonin. *

-la prego di avvisare Kiki della mia assenza e di lasciargli questo messaggio da parte mia... “se vuoi mandare la squadra Anbu a controllarmi... fai pure... ma attendi almeno due giorni... se entro quel periodo non sarò tornato avrai carta bianca...”-

*il medico sorrise, un sorriso spinto, fatto probabilmente solo per cortesia. Si girò, i sandali di paglia sfregarono sul pavimento marmoreo. Fece qualche passo in avanti. *

-... ah.. dimenticavo..-

*disse fermandosi, girò appena la testa, sufficiente per vedere di sbieco l'uomo. Nella sua mente era presente un pensiero, probabilmente la rappresentazione di ciò che sarebbe successo da li a poco in quella residenza. Il solo pensarci lo spaventava, si lui che aveva affrontato tante cose incredibili era terrorizzato*

-..mi scuso...-

*si scusava? E per cosa? Il Jonin lo osservò con un punto interrogativo piazzato in faccia, ma non fece una piega. Non sapeva cosa gli sarebbe successo, cosa che invece Gin era a conoscenza. Non diede però altre spiegazioni e tornando a osservare l'uscio se ne andò. Se quel ninja avesse consegnato il messaggio del ragazzino probabilmente la sua sensei si sarebbe infuriata, lei che ora lo stava cercando e che mai avrebbe acconsentito a una missione. Avrebbe probabilmente urlato contro il povero messaggero quindi, se veramente avesse seguito le direttive del giovane, cosa improbabile, avrebbe ricevuto una gigantesca tirata di orecchie al suo ritorno. Con passo piuttosto veloce si allontanarono dalla residenza, le strade erano ora popolate. I più osservavano il cielo in cerca di una motivazione. Già in passato il villaggio aveva vissuto senza nebbia, effettivamente un tale avvenimento veniva considerato di cattivo presagio. Si, quando la dea immonda, colei che con la sua presenza evitava agli intrusi di osservarli, svaniva voleva dire che una disgrazia sarebbe presto arrivata. L'ira del giovane era tanta, troppa, il solo uscire dalla residenza per andare in missione ora lo turbava. La mancanza della nebbia, la mancanza della sua unica amica e alleata, era dovuta alla sua debolezza. A quel pensiero il cuore raggelò e la mente navigò in un mare oscuro, cui il cielo notturno mancava di stelle e luna. Ciò che ancora lo spingeva a lottare era il frammento, quel lurido frammento. Si quella scheggia che rappresentava il suo volere, il suo onore, il suo potere. Quel piccolo pezzo di metallo rappresentava il nemico e la meta da raggiungere. Sul suo viso apparve un sorriso rovesciato. In vita mai avrebbe potuto credere che per proteggere il proprio villaggio avrebbe dovuto considerare nemico una leggenda, in vita mai avrebbe pensato di dover crescere per affrontarne nuovamente il cadavere e riprendersi tutto ciò che aveva avidamente tolto. Ki Momochi ora agli occhi del giovane era il nemico e come un incubo lo vedeva prendere forma ad ogni vicolo, il suo volto era il volto di tutti coloro che osservava, la sua voce era il vento. Intorno a lui, come fu per l'arrivo alla residenza, prese lentamente forma una piccola cortina di nebbia nera, pesante e ricca di odio e rancore. Nata dal suo cuore, nata dal suo desiderio, quella rappresentava il piccolo legame che ancora aveva con la sua regina. Raggiunsero le porte del villaggio. I poliziotti li osservarono. I loro occhi erano fissi sul ragazzino che freddamente ricambiava. Era la prima volta che usciva dal villaggio come Mizukage e la sensazione che gli diede non fu affatto piacevole. *

-noi.. lasceremo il villaggio per qualche ora... massimo due giorni... sto andando in missione...-

*i poliziotti recepirono il messaggio e senza fare domande ritornarono a leggere alcuni documenti. Aikido muovendo il braccio invitò i suoi due compagni di sbrigarsi a varcare le porte. Così uscirono. Per la seconda volta in vita sua si ritrovò a varcare quel possente portone, questa volta lasciando le maschere ma prendendo il coraggio a due mani. Si, sembrava ieri da quando era successo il fattaccio ma in realtà erano passati ormai diversi mesi. Mesi da quando uccise scioccamente duecento persone. Per tutto il viaggio pensò e pregò, sottovoce, per quelle giovani anime. Superarono i prati verdi, il fiume e i suoi affluenti, i colli. All'entrata del villaggio vi era un cartello di legno, su cui era riportato con dell'inchiostro sbiadito il nome della località. Non gli era nuovo, effettivamente quel villaggio di pescatori era una delle risorse economiche del paese dell'acqua. In quel povero villaggio di pescatori sorgeva il mercato del pesce, ove tutti i villaggi di pescatori avevano una bancarella per smerciare i propri prodotti. L'orbo li condusse nella casa del padre di colei che era stata rapita. Diciamo li portò dal vero committente, visto che Ruppo non era altro che un semplice messaggero. Nell'ingresso non vi era traccia di un'anima. Se non fosse stato per le orme delle scarpe che vi erano a terra il giovane poteva credere di esser finito in un palazzone abbandonato. Furono condotti immediatamente in un'altra stanza, li c'erano diversi individui. La nebbia nera che fino a quel momento l'aveva avvolto si dissolse nel nulla. Contadini e pescatori, ecco chi abitava quel luogo. Il giovane fece un piccolo sorrisetto, era la prima volta in vita sua che vedeva un gruppo di persone prive d'un istruzione militare fare ciò che veniva considerato “pianificare una offensiva”. *

-patetici...-

*commentò gelidamente il giovane osservando quel gruppo di uomini, apparentemente arrabbiati e armati di strumenti poco più che inutili. Non si soffermò però più di tanto su di loro ma su chi li comandava. Si, il suo sguardo andò su quella figura. Un uomo dalla barba incolta e dalle profonde occhiaie. La mancanza della figlia probabilmente lo aveva scosso, traumatizzato, portandolo a ignorare la propria igiene. L'assomiglianza tra quei due era notevole, non nel fisico visto che l'età era nettamente diversa, ma nel carattere. Entrambi erano ossessionati da qualcosa, entrambi avrebbero fatto di tutto per riottenerla. Il messaggero parlò, regalando un immagine dei due leggermente differente da quella che era. Il Mizukage però non corresse tanto meno si interessò dell'orbo. Furono invitati in un'altra stanza. Rimasti in tre, il committente parlò. Il silenzio di Kuro però disturbò il giovane ninja. Si, capiva il fatto che lui era il Mizukage e che quindi doveva obbedire ma questo non voleva dire annullare la propria personalità. *

-.. forse non te l'ho detto prima Kuro della Nebbia, disprezzo le persone inutili... quindi se hai qualcosa da dire o delle idee... da qui fino alla fine del nostro viaggio puoi ritenerti autorizzato a parlare... in fin dei conti siamo pari grado...-

*detto ciò al giovane, a una tonalità sufficiente per essere sentito bene ma al contempo non far capire molto al vecchio, il ragazzo porse tutta la propria concentrazione su quell'uomo..*

-diciamo che il vostro messaggero ha detto a sufficienza per destare il mio interesse ma troppo poco per trasformare questa mia passeggiata in una vera e propria missione... vorrei che mi raccontasse tutto lei, senza omettere nulla..-


Gdr off/scusate il ritardo... ç_ç Gdr on/
 
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Puffo senpai
view post Posted on 5/6/2011, 14:16     +1   -1




Gdr Off - Scusate il ritardo .-. - Gdr On

*Kuro non parlò mentre il Kage spiegò ciò che il messaggero era riuscito a riferirgli: sufficienti frasi per fargli capire in larga scala cosa fosse successo ma non abbastanza per permettergli di farsi un idea sul da farsi e mutare quella situazione in una vera e propria missione.*

"È un idiota!
Non so come mia figlia si possa essere innamorato di un tipo del genere...
"

*Guardò il pavimento con un pizzico di rammarico negli occhi mentre mormorava altre parole incomprensibili ed inutili per poi ritornare a guardare i due arrivati in aiuto da Kiri.

"Ora vi dirò tutto...
giorni fa, una decina di uomini vestiti di bianco con macchie a forma di cuore rosso con a capo una donna con una corona,
sono venuti in paese e si sono introdotti in casa mia per poi rapire mia figlia.
Non so come mai...
non so perché...
ma l'hanno fatto...
"

*Ora una goccia d'acqua incominciò a fuoriuscire dall'occhio destro stanco in ricordo dall'amata figlia, probabilmente la cosa più importante a sé.*

"Chi li ha inseguiti sono arrivati fin dietro ad una collina qui vicino,
lì dietro è stata costruita una torre.
Siamo sicuri che sia la loro base perché l'unico rimasto....
ha detto che prima di essere attaccati dagli uomini con i cuoi...
quelli l'hanno portata lì dentro.
Ora che la nebbia stranamente si è ritirata dal paese la torre e ciò che la circonda si vedono perfettamente!
È arrivato il momento di riprendermi mia figlia e prenderli a calci nel culo,
sfondando qualunque cosa e sconfiggendo chiunque!
"

*Uno spirito combattivo ora lo travolse grazie al pensiero di riuscire a riprendersi la sua adorata figlia e con l'intervento dei due era certo dalla buona riuscita.*

"Vi chiedo di guidare i miei uomini e recuperare mia figlia...
il compenso non deluderà!
"

*Aveva finito, tutto ciò che quest'uomo sapeva gli era stato riferito, ora toccava ai due decidere.*

Gdr Off - Decidete voi cosa dire e cosa fare. - Gdr On

 
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view post Posted on 5/6/2011, 19:16     +1   -1
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- Con tutto il rispetto, Mizukage-sama, preferisco prendere parola solo se la situazione lo richiede. Sono un attento osservatore, preferisco parlare a tempo debito. -

Parole fredde, quelle del giovane Kuro, ma dannatamente vere. Non sfuggeva nulla al ragazza cresciuto nei meandri della nebbia come un vero assassino, che si sentiva alquanto nudo senza la solita foschia che ormai da troppi anni v'era in quelle terre di sangue e morte.
Proprio come aveva detto, era un ottimo osservatore e difficilmente si faceva sfuggire qualcosa, nonostante al suo fianco ci fosse il Mizukage in persone: suo pari grado, questo era pur vero, ma se era stato nominato Capo dell'intero villaggio, doveva essere un genio o quasi.


(Non mi sento inferiore a Gin, minimamente. In quanto a forza bruta, forse siamo allo stesso livello, ma coglierò l'occasione per osservare non solo i dettagli della missione, ma voglio vedere com'è questo ragazzo..Mi interessa particolamente.)

Continuava ad osservare tutto miniziosamente, ed aveva notato che Gin era freddo e distaccato, tanto quanto lui; forse non era ancora pronto a ricoprire quel ruolo, o forse quella missione era troppo semplice e poco impegnativa per lui. Dunque Kuro lasciò che fosse il Mizukage stesso a prendere parola per primo ed ad organizzare un ventuale attacco.
L'anziano uomo aveva specificate esattamente ogni dettaglio, ed era facile vedere che dal suo occhi stanco e vecchio, cominciò a cadare qualche lacrima. Ci doveva tenere davvero tanto alla suo povera figlia, ma questo era un dettaglio che non scoteva per nulla l'animo del giovane Genin della nebbia.


Uomini vestiti di bianco, con un rosso cuore disegnato sulle vesti..Comandati da una donna con una corona. Non ho mai sentito parlare di un gruppo di mercenari simili, probabilmente lavoreranno per conto loro. Quella ragazza è stato fin da subito il loro bersaglio, poichè non sono stati fatti nomi di morti o di feriti..Volevano solo lei..Ma perchè? Cos'ha di tanto speciale questa ragazza? Spero che Gin ponga questa domanda al vecchio.

Continuava a stare dietro il Mizukage, silente ed immobile. Solo le pupille si muovevano a destra e manca quasi spasmodicamente, intente a scritare ogni movimento. Non si fidava di nessuno, per poco non si fidava neanche di lui stesso: bisognaa stare attenti. La sua mano, accarezzava di tanto in tanto la sua Shinso, pronto ad usarla quando il momento l'avrebbe richiesto.
 
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King Dark Dragon
view post Posted on 6/6/2011, 15:16     +1   -1




*Era possibile che una sua sola parola era stata sufficiente per far infuriare il committente? Si, lo era. L'ira, il sentimento più forte che l'uomo possa provare, oltre all'amore, ora era presente dinnanzi ai suoi occhi sanguigni. Disprezzava quel sentimento perché era talmente potente da poter far perdere la ragione. Si, ragione che troppo spesso veniva messa da parte o confusa da quei sentimenti tanto stupidi quanto inutili. Tacito aspettò che la furia dell'uomo si dissolvesse, come la nebbia del mattino che lentamente si dilatata dando la possibilità così ai viandanti di osservare il paesaggio. L'attesa non fu molto lunga, probabilmente l'ansia e la sofferenza, altri due sentimenti alquanto fastidiosi, avevano fatto da contrappeso portando nuovamente uno spiraglio di lucidità in quel uomo dalla mente ormai debole per via delle privazione. Parlò, rivelando che la sua cara figlia era stata rapita da un gruppo di persone vestite di bianco e con delle macchie a forma di cuori a cui capo vi era una donna, che indossava una corona. Una regina? A quelle parole il piccolo ninja iniziò a pensare su chi mai potessero essere quei individui, nella sua mente... ricolma di ideogrammi e dei rotoli letti nel proprio ufficio cercò qualche cosa, un appiglio utile, per scoprire di chi si trattasse. L'abbigliamento era probabilmente molto simile a quello dell'organizzazione “Akatsuki”, un gruppo di mukenin cui ancora non era chiare le intenzioni, ma in quel caso indossavano una veste nera con delle nuvole rosse. Era quindi da scartare che avessero rapito loro la figlia del capo villaggio, allora chi? Un altro gruppo di mercenari? Se effettivamente fosse stato così voleva dire che ci doveva essere un altro committente da qualche parte. Incrociò le mani, in più c'era la questione della donna con la corona. Era un simbolo nobile, di qualche famiglia ricca e potente. Una sovrana. Mentre questi pensieri prendevano forma nella sua mente l'uomo continuava a parlare. Rivelò infatti che questo gruppo aveva portato la propria figlia dentro una torre, torre che era ben visibile per via della scomparsa della nebbia. Torre... certamente un posto pessimo per nascondere un prigioniero, sopratutto se si era consci che un rapimento avrebbe portato l'intervento degli shinobi. Vi erano molte cose che gli sfuggivano, troppe possibilità per poter avere chiarezza su tutta la storia.
Ed ecco che dinanzi al suo volto apparve un nuovo sentimento, una nuova emozione, che questa volta suscito un sorriso da parte del Kage. Effettivamente era la prima volta che sorrideva da quando era successo ciò che era successo quattro giorni prima. Attese quindi la conclusione del discorso, dialogo che finì con una offerta di una ricompensa molto alta se avessero portato in salvo la rapita. Il loro compito era quello di condurre quell'esercito di contadini e pescatori alla torre, il loro compito era quello di mandare quegli uomini armati di buone intenzioni, ma solo di quelle, alla morte. Se degli uomini erano riusciti a entrare dentro quel villaggio e rapire la figlia del capo senza che nessuno se ne accorgesse erano probabilmente molto bravi nel loro lavoro. Nel pensare cosa sarebbe potuto accadere, a quanti morti sarebbero andati a riempire le bare, si sentì quasi infastidito. Quel uomo non ragionava. Voleva mandare al macello i propri concittadini per recuperare ciò che aveva perso... non era così che un buon capo villaggio si doveva comportare. Il sorriso precedentemente gioioso divenne un ghigno maligno. Indice e medio della mano destra si unirono, la nebbia nera tornò a circondare leggiadra il corpo del giovane Kage. *


-guidare i suoi uomini?-

*chiese il giovane con aria ironica. Quindi spostò lo sguardo verso la porta chiusa, dove dietro di essa vi erano quei uomini tanto pronti a sperperare le loro vite nel tentativo di salvare la figlia del loro capo. Si alzò in piedi, la risatina cessò. *


-i vostri uomini non sono altro che un peso... non voglio tra i piedi gente che non abbia avuto una preparazione ninja...-

*il suo sguardo ora si posò sul suo compagno di missione, il silenzioso osservatore Kuro. Lo surclassò, avvicinandosi alla porta da dove erano entrati. Si fermò però a due tre metri, si girò nuovamente verso il committente. *

-... ma se vuole me li porterò... se ci saranno di peso non farò altro che abbandonarli al loro destino...-

*detto ciò fece cenno con la mano destra a Kuro di alzarsi e venire di fianco a lui. Lo sguardo tornò al signore. *

-..detto ciò... voglio che mi parli di vostra figlia, dell'orbo e di questa torre... la prego di non omettere nulla.... ah... altra cosetta... ha nemici o persone che le portano rancore?-
 
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Puffo senpai
view post Posted on 6/6/2011, 21:35     +1   -1




*Come al solito il semplice genin rimase in silenzio lasciando spazio al capo del suo villaggio che chiese nuove cose al vecchio che tanto penava per la figlia rapita.*

"Mia figlia?
L'orbo? Doroppu?
La torre?
Nemici?
Bhè, mia figlia si chiama Arisu ed è una ragazza dolcissima e carina,
minuta e dai capelli biondi... non ha mai fatto male a nessuno...
cosa osa pensare su di lei?
Forse l'unica pecca della sua vita è stata innamorarsi di quel tipo,
non è cattivo ma è un idiota... non penso che lui possa centrare nella storia...
purtroppo gli vuole molto bene.
La torre... ve l'ho detto,
non ne so praticamente nulla se non che è alta tra i venticinque-tranta metri e che si trova dietro quella collina.
L'unica che l'ha vista da vicino e ci ha raccontato tutto è l'unico sopravvissuto,
Shiroi.
Riguardo a nemici,
nessuno che la mia generazione conosca,
siamo mercanti,
non attaccabrighe.
"

*Finito di parlare, pensò alle parole di Gin espresse verso i suoi uomini.

"Non saranno armi da guerre
ma hanno forza di volontà a capacità di ribaltare qualsiasi cosa se invogliati nel modo giusto,
specialmente se ubriachi.
Non li sottovaluti...
"


 
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King Dark Dragon
view post Posted on 7/6/2011, 12:31     +1   -1




*Era decisamente fastidioso sentire l'eco della propria richiesta, come se fosse stato incredulo per quelle domande, sopratutto perché il committente non pareva essere sufficientemente lucido da poter dire ciò che effettivamente al giovane interessava: La storia. Forse per via della sua indole, forse perché amava studiare e fare ricerche, forse per lo stesso interesse che lo aveva spinto a diventare medico, ma era sicuro che nella storia della ragazza vi fosse qualcosa che la collegasse alla rapitrice. Se veramente non c'erano rivali o persone atte a ferire quella famiglia allora non si trattava di mercenari, o di un gruppo che lavorva sotto pagamento. Quindi Chi? Per risolvere il quesito gli toccava andare alla torre. *

-non penso a nulla, ogni indizio potrebbe essere indispensabile.. motivo per cui speravo di capire se la fanciulla avesse vissuto eventi particolari... prima di essere rapita... che ne so... incontrato o parlato con estranei... sogni particolari... ecco il motivo della mia domanda...-

*rispose senza perdere la sua voce fredda. Ormai la cosa lo aveva preso, la sua passeggiata si era trasformata in un bel rebus. Trovare e salvare la damigella in pericolo era il loro compito, cosa che andava bene per le favole ma nella realtà, a Kiri, sembrava qualcosa di assai strano e ridicolo, eppure gli toccava. Per la prima volta doveva fare qualcosa che avrebbe portato del bene a una persona, una missione che non si occupava di salvaguardare oggetti preziosi o sgraffignare documenti segreti. In più oltre al proprio commilitone aveva da occuparsi degli uomini del villaggio. Era veramente un guaio, sarebbe stato troppo bello che il capo di quel villaggio avesse subito capito che mandare dei cittadini armati, seppure forniti di buone intenzioni, non era affatto una buona idea. Con un numero così elevato di persone sarebbe statini inoltre notati e quindi facilmente attaccati, cosa che invece non sarebbe successa se a occuparsene sarebbero stati i due ninja. Non essere visti, non essere notati, per poi approfittarne e uccidere il proprio nemico alle spalle, il più silenziosamente possibile, era questo lo stile dei ninja di Kiri. *

(dovrò fare la balia anche a loro... tsk... spero che non si feriscano... o si facciano del male... non vorrei scegliere sul compimento della missione o salvarli... ma... )

*in fin dei conti, anche se aveva vissuto tutto quel male, restava un medico. Si, anche se non lo voleva far notare, anche se ora voleva mostrarsi un freddo assassino disinteressato a ciò che accadeva agli altri, restava un ragazzino da un cuore ancora troppo legato a ciò che era giusto. Per quanto odiasse ammetterlo era la sua più grande forza e al contempo la sua più terribile debolezza. Si, il Mizukage aveva ancora un cuore e con esso spesso prendeva alcune decisioni, rinunciando così a quella “Ragione” che tanto amava e che avrebbe voluto usare sempre. L'insultare quegli uomini, il non volerli, era solo un modo per proteggerli. Avrebbe preferito morire o essere ferito gravemente più che mandare persone all'ospedale, più che vedere ancora altre persone con la fede legata al collo piangere silenziosamente la morte di un proprio caro. Si era ripromesso, il giorno in cui la sua sensei gli raccontò di suo marito e della sua morte, il giorno in cui la donna di ghiaccio rivelò la sua anima, che avrebbe sorretto ogni genere di peso per portare sollievo a lei e a tutti coloro che avevano perso un loro caro. Patetico, veramente patetico, eppure era quello il suo credo: “Proteggere il proprio villaggio, proteggere i suoi concittadini.. così che questi possano vivere e diventare forti senza la paura che la morte, per via di estranei, li raggiunga”. Sbuffò sonoramente. La nebbia nera si fece più fitta, mentre la mano sinistra usciva fuori dalla veste, rivelando così il dito offeso. *

-se mi saranno d'ostacolo.. se oseranno non mantenere i ranghi farò in maniera tale che il loro trapasso sia il più lungo e doloroso possibile...-

*concluse il tutto mostrando al capo villaggio un sorrisetto e uno sguardo, anche se falsi, che riuscirono perfettamente a sottolineare la frase precedentemente pronunciata. *


-io non ho nient'altro da aggiungere...-
 
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view post Posted on 7/6/2011, 15:08     +1   -1
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Le parole di Kuro non furono minimamente prese in considerazione da Gin, la cui attenzione era tutta rivolta a quel capo villaggio che altro non faceva che rispondere in maniera vaga alle parole del capo della Nebbia. Continuava a ripetere le se domande, per poi rispondere in maniera per nulla esauriente.

(Sta facendo giri di parole e si arrampica dove può. Sta omettendo qualcosa, questo è certo.)

Di tutto il discorso fatto dal committente, una frase specifica rimase impressa nella mente del giovane genin della Nebbia, quella che parlava, descriveva, il comportamento dei suoi uomini, dopo una leggere pressione psicologica da parte di Gin. " Non saranno armi da guerre
ma hanno forza di volontà a capacità di ribaltare qualsiasi cosa se invogliati nel modo giusto,
specialmente se ubriachi.
Non li sottovaluti...
"
Per Kuro, il cui credo ninja era strettamente legato alle competenze in battaglia, quelle parole risuonarono come un insulto all'arte della guerra stessa. Sempre impassibile lui rimaneva, ma questa volta, volle prender parola, rimanendo freddo e distante, all'angolo della stanza, poggiato con la schiena al muro, con la mano sinistra incastrata nella destra, sorreggendo quasi l'arto..ambedue le mani posate sulla sua fedele wakizashi.


- Ubriachi e volenterosi. Non basta la sola forza di volontà per vincere una guerra. L'arte del combattimento è una sottile scienza, che va in armonia con la maestria. Di certo neanche il miglior sakè può qualcosa contro qualcuno in grado di combattere. –

Era particolarmente strano sentire parlare il giovane Kuro, dal momento che aveva fatto a malapena sentire la sua voce per tutta la durata di quell'incontro.
Gin aveva finito di parlare ed aveva fatto segno al ragazzo di seguirlo, alludendo al fatto che qualora l'esercito, se così poteva essere chiamato, fosse stato d'intralcio, non avrebbe esitato a lasciar loro al fato, il loro triste fato.


- Il Mizukage è clemente con voi, non approfittate della sua calma. Se qualcuno sarà d'intralcio alla missione, ed avrà grazia ricevuta dal Kage stesso, il sibilo della mia lama echeggerà e sarà l'ultima cosa che udirà; non occorre gente inutile e non occorre gente che mente, in nessun caso. -

I freddi occhi di Kuro continuavano ad osservare l'uomo, che sembrava non raccontare tutta la verità. Poteva sembrare sbruffone, poteva sembrare non gradito, ma a lui poco interessava. L'unica cosa importante era portare a compimento quella missione, null'altro. Non interessava neanche l'opinione che Gin poteva farsi sul suo conto, anche se radicalmente era un vero assassino della Nebbia.

Con qualche lento passo si potrò nuovamente alle spalle del Mizukage, pronto a partire alla volta di quella torre, che tanto oscura era stata descritta.

 
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37 replies since 11/5/2011, 20:23   1228 views
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