Casa di Setsuna Hyuga

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view post Posted on 16/1/2011, 12:18     +1   -1
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Casa di Setsuna Hyuga.



Edited by ¬BloodyRose. - 12/6/2016, 18:50
 
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view post Posted on 22/10/2012, 22:10     +1   -1
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*L’imponente e maestosa residenza della Hyuga non era situata nel centro cittadino, cosa questa che richiedeva una lunga camminata a piedi per raggiungerla. Completamente adornata dalla lussureggiante e rigogliosa vegetazione della foresta, splendente come una miriade di gocce di rugiada sotto i tiepidi raggi solari, l’abitazione si presentava come unica nel suo genere. L’elegante cancello nero che ne costituiva l’ingresso proiettava le sue ombre su di un ampio giardino, curato in maniera impeccabile, mentre l’intera costruzione s’innalzava su due piani e preservava, nonostante l’insolita diversità, il perfetto stile minimalista. L’insieme rendeva uno spettacolo mozzafiato, e perfino Setsuna che vi era abituata molte volte rimaneva lì a mirare lo splendore della calma che questo suscitava.*

Setsuna Hyuga: “Non resteremo a lungo, Kinji-kun. Solo il tempo di cambiarmi, poi andremo al palazzo dell’Hokage e cerchiamo di vederci chiaro sulla faccenda delle ombre. Sempre se per te va bene..

*Disse, aprendo il cancello e lasciando il passaggio libero. Di certo quel tipo d’abitazione non rispecchiava affatto il comportamento umile e pacato della Hyuga dai capelli cobalto, com’era normale che fosse. Paragonata allo stile di vita rappresentato dalla tranquilla villetta, la piccola Setsuna pareva essere definita una meravigliosa contraddizione.*

???: “Onee-san!

*Squillò una voce solare, non appena il cancello fu chiuso. Una bambina dai voluttuosi boccoli neri, spezzati da due ciocche d’un vivace blu del tutto simile a quello della sorella maggiore, s’avvicinò ai due ninja. Le somigliava tantissimo. La premura da parte di Setsuna nell’afferrarle la mano risultò strana agli occhi del giovane Uchiha al suo fianco.*

Setsuna Hyuga: “Akari-chan, sono qui.

*Proferì con sorriso sulle labbra, abbracciandola e baciandole dolcemente la nuca.*

Akari Hyuga: “Credevo che ti fossi persa! Mi sei mancata tantissimo!

Setsuna Hyuga: “Anche tu mi sei mancata tanto. Mi dispiace essere mancata per un paio di giorni, ma questioni urgenti hanno richiesto la mia presenza.

Akari Hyuga: “..parli come papà!

*Punzecchiò gioiosamente la più piccola delle Hyuga. Dall’espressione sul suo viso traspariva con facilità la gioia per la presenza della sorella maggiore, così come in quella di Setsuna trapelava la serenità nel rivedere la sorellina. Il loro era un rapporto speciale, lo si poteva percepire. Alla battutina della più piccola, Setsuna sorrise.*

Setsuna Hyuga: “Mi stai prendendo in giro per caso?!

*Disse con finto broncio. La piccola e fragile Akari l’abbracciò ancora una volta per tutta risposta e lei non poté fare a meno di assecondare la sua dolcezza. Poi, scostandola un po’ la indirizzò verso l’Uchiha.*

Setsuna Hyuga: “Akari-chan, lui è Kinji Uchiha. Siamo compagni di squadra.

Akari Hyuga: “Hajimemashite, Kinji-kun! Grazie per aver aiutato la mia sorellona.

*Gli disse, simulando un inchino reverenziale.*

Setsuna Hyuga: “Kinji-kun, lei è mia sorellina Akari.

 
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view post Posted on 23/10/2012, 10:33     +1   -1
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L’incontro con i due ninja di Suna aveva dato a Kinji la sicurezza che avrebbero avuto a che fare con qualcosa di veramente più grande di loro, una minaccia che avrebbero potuto debellare solo grazie agli sforzi comuni di tutti gli shinobi.
I due genin intanto avevano deciso di andare a casa di Setsuna per far preparare la ragazza e per chiedere informazioni visto che il padre era un membro di rilievo del clan; di sicuro, essendo anche anbu, lui sapeva qualcosa in più riguardo Watashi, ma chissà se avrebbe confessato le informazioni in suo possesso così facilmente.
La casa di Setsuna poteva essere raggiunta solo dopo una camminata piuttosto lunga, visto e considerato che non si trovava nel centro del villaggio. Appena arrivato davanti alle porte del cancello, Kinji non poté che rimanere affascinato da ciò che gli si parò davanti agli occhi: la residenza dove abitava la compagna poteva definirsi con vari aggettivi, ma senza ombra di dubbio “modesta” non era uno di questi.
Già dopo aver varcato il grande cancello nero, si poteva notare la grande cura con la quale veniva trattato il giardino e tutta la vegetazione che ne faceva parte, rendendolo perfetto sotto ogni punto di vista, per non parlare delle pareti maestose dell’abitazione stessa di un colore tanto brillante da farla sembrare risplendere di luce propria.
Fu in quei momenti in cui l’Uchiha si era quasi perso in quel mondo così diverso a quello che veniva rappresentato dalla sua modesta abitazione, che la Hyuga disse che non si sarebbero trattenuti molto; il ragazzo annuì, per lasciare alla ragazza dai capelli color cobalto la guida del percorso che avrebbero intrapreso. Al suono del cancello che si chiudeva, si contrappose una voce squillante che veniva da qualche metro di distanza; si trattava di una ragazzina dalla folta chioma scura, alternata da due sole ciocche bluastre che ricordavano molto la tonalità dei capelli Setsuna, e detentrice degli stessi occhi perlati.
Quest’ultima si affrettò stranamente per prendere la mano alla giovane interlocutrice per poi parlare un po’ e per scherzare in maniera piuttosto ingenua.


Immagino sia sua sorella; sono molto simili, quasi gemelle, se non fosse per la differenza d’età e il colore dei capelli…quei ciuffi blu sono bizzarri, però sono particolari. Guardando meglio, sembra che il suo sguardo sia…vuoto.

L’Uchiha rimase in silenzio finché non venne presentato dalla compagna, la quale sembrò quasi indirizzarla con le dolci movenze del suo corpo verso l’ospite, in modo da poter farli interagire.
Akari sembrava molto simile alla sorella persino nei comportamenti: si inchinò leggermente verso il ragazzo con fare gentile e si presentò, ringraziandolo anche per aver aiutato la sorella maggiore. Ancora una volta, Kinji incrociò lo sguardo della più giovane, azzardando l’ipotesi che forse aveva qualche problema alla vista; tuttavia non volle mettere a disagio nessuno e, prontamente, rispose al saluto sorridendo.


Kinji: E’ un piacere conoscerti Akari-chan, così come lo è stato poter aiutare tua sorella… fare di meno sarebbe stato vile.
Sai, anche io ho un fratellino. Si chiama Hayato, e credo abbia la tua età circa…solo che tu sei molto più educata di lui


Disse scherzando per far sentire la più giovane a suo agio e poter risultare un ospite quantomeno gradito
 
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view post Posted on 24/10/2012, 18:27     +1   -1
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*La battuta dell’Uchiha suscitò una certa ilarità nella piccola Akari, la cui risata genuina parve riflettersi nel sorriso sincero della bella sorella al suo fianco. Quella naturalezza fu in grado di rendere meno formale la presentazione, alleggerendola al punto giusto. La più grande delle Hyuga era certa che il compagno di squadra avesse quantomeno intuito la difficile situazione in cui versava la sorella minore, e quel suo modo di fare così genuino non fece altro che confermarle la sua unicità. L’avrebbe ringraziato alla prima occasione, o forse non avrebbe mai smesso di farlo per tutto quello che, volente o nolente, faceva per lei.*

Akari Hyuga: “Ahahah! Povero Hayato-kun! Perché qualche volta non porti pure lui?

*L’ingenuità della piccola dai boccoli color pece, amalgamata a quella frizzante grinta che contraddistingueva il suo carattere, suscitava spesso sentimenti contrastanti quali la pietà e l’orgoglio. Piena di quella voglia di vivere, la più piccola delle Hyuga mostrava sempre un dolce sorriso e apprezzava moltissimo coloro i quali la trattavano come una normale ragazzina, senza imbarazzo o occhi di riguardo.*

Setsuna Hyuga: “Sicuramente ci sarà occasione per farvi conoscere, Akari-chan. Per il momento siamo un po’ di fretta.. c’è un pericolo al quale non possiamo restare indifferenti.

Akari Hyuga: “Parli delle ombre, onee-san? Ho sentito papà che ne parlava, ma non ho capito bene..

*Alle parole della sorella minore, la giovane Hyuga sentì una forte ondata d’emozione. Sperava tanto di rivedere suo padre, sempre fuori per questioni importanti. Lui era il fulcro del suo sapere e della sua disciplina, un padre e un mentore. Lo rispettava, lo amava tanto.*

(Oh papà.. finalmente posso abbracciarti!)


Setsuna Hyuga: “Si, Akari-chan. Hai colto nel segno. Hai detto che papà ne stava parlando.. è tornato a casa? Come sta?!

Akari Hyuga: “Mh mh, è tornato ieri e sta benone. Pensa, appena la mamma lo ha visto arrivare al cancello gli è corsa incontro per abbracciarlo! Ha chiesto anche di te, ma tu eri via.. adesso che sei a casa però puoi vederlo anche tu, no?

*Proferì col sorriso sulle labbra, capendo bene dal tono di voce della maggiore, misto fra l’eccitato e il preoccupato, la voglia di poterlo vedere ed abbracciare dopo il lungo tempo d’attesa. La bella Setsuna sorrise a sua volta e le diede un dolce bacio sulla nuca, per poi rivolgersi al compagno di squadra che di certo non si sarebbe lasciato sfuggire il dettaglio dei suoi occhi bianchi, adesso lucidi e gioiosi.*

Setsuna Hyuga: “Andiamo, Kinji-kun.

*Gli sussurrò, scortando dolcemente la minore fin dentro casa. Gli spazi erano ampi e ben curati nei dettagli, nel tipico stile minimalista. Vasi dipinti a mano adornati da profumati fiori dalle mille sfaccettature abbellivano la casa, insieme a stupefacenti dipinti raffiguranti paesaggi naturali nei minimi dettagli. Dentro casa, la piccola Akari si staccò dalla tanto amata sorella maggiore e si precipitò correndo verso una delle numerose stanze del piano inferiore mentre Setsuna scortò Kinji su per le scale fino alla sua stanza. Nonostante questa fosse piuttosto spaziosa, si presentava fin troppo ricca. Il futon dalle candide lenzuola era perfettamente in ordine, le svariate foto della sua famiglia sparse un po’ ovunque sui semplici portafoto e l’immensa libreria in perfetto ordine. Singolare che una ragazza dell’età di Setsuna possedesse tutti quei libri, con argomenti che spaziavano dalle strategie, alla storia dei suoi avi e dei numerosi paesi ninja, minori o maggiori. Aveva passato molto tempo della sua infanzia ad apprendere, spinta dalla naturale curiosità e dai racconti del padre. Sul bancone ritagliato in un angolo della stanza vicino alla finestra, adornato anche questo di calamaio, pennelli e boccette d’inchiostro, vi era ancora aperto un libro.*

Setsuna Hyuga: “Fai come se fossi a casa tua, mi cambio in un attimo.

*Proferì dolcemente, rubandogli un minimo di contatto fisico. Il giovane Uchiha dalla folta chioma castana l’aveva già vista cambiarsi in sua presenza e aveva già avuto modo di bearsi della tanto inebriante quanto semplice bellezza della Hyuga dai capelli cobalto. In pochi minuti, Setsuna aveva indossato le sue vesti da battaglia e aveva sistemato tutti i suoi attrezzi ninja negli appositi porta oggetti. Era tempo di andare.*

Setsuna Hyuga: “Io ho finito. Passiamo da mio padre prima di andare dall’Hokage, magari potrà dirci qualcosa in più sulle ombre.

*Gli disse, allacciando la cinta e legando bene la lucente katana dall’elsa prevalentemente bianca al fianco. C’era solo un posto dove poteva trovare suo padre, quando in casa non si udiva altro rumore del frusciare delle foglie: il dojo. Accompagnò dunque il compagno di squadra al piano inferiore e si diresse con lui in una delle stanze più a est. Entrarono con cautela. Al suo interno, inginocchiato in meditazione, vi era un uomo alto, dalla muscolatura ben delineata e lunghi capelli color pece venati da qualche ciocca ingrigita. Alla visione di quella figura tanto fiera, il giovane Kinji poté facilmente accorgersi della commozione della compagna che, trattenendo con tutte le forze le lacrime di gioia che minacciavano di rigarle il viso, fece un bel respiro.*

Setsuna Hyuga: “.. otōsan..

*Fu un sussurro ad attirare l’attenzione dell’uomo che, vedendo la primogenita dopo un lungo tempo d’assenza incolume non poté fare a meno di ringraziare il cielo.*

Hyosuke Hyuga: “Setsuna-chan.. è passato tanto tempo, figliola.

*Non riuscendo a trattenere l’emozione, la bella Hyuga gli corse contro e l’abbracciò stretto. L’uomo fece altrettanto, mantenendo però una certa compostezza nonostante la gioia trasparisse da quei suoi occhi bianchi che osservavano la figlia come fosse stato il più prezioso dei segreti da custodire.*

Setsuna Hyuga: “Mi sei mancato tanto papà! Avrei tante di quelle cose da raccontarti, ma abbiamo poco tempo.. lui è Kinji Uchiha, mi è stato accanto in più di un’occasione.

Hyosuke Hyuga: “Kinji Uchiha.. solo un genitore può davvero apprezzare i servigi che hai reso a mia figlia. Ti sono debitore.

*Proferì con calma, accennando col capo.*

Setsuna Hyuga: “Ho deciso di dare manforte alle truppe sul fronte nord. Voglio partecipare alla battaglia per circoscrivere la minaccia rappresentata dalle ombre. Puoi dirci qualcosa? Di certo tu saprai molto di più delle semplici dicerie giù al mercato..

*L’espressione del più grande si fece grave, scontrandosi contro la determinazione della primogenita che aveva già scelto il percorso da seguire e che nessuno al mondo avrebbe potuto sviare. La conosceva bene, era sempre stata così fin dalla tenera età. Lei era come un uragano, tanto forte quanto fragile. Sarebbe stato impossibile impedirle di andare.*

Hyosuke Hyuga: “..non posso dirvi nulla di quello che le dicerie non vi hanno fatto sapere, ho giurato sul mio onore che non avrei aperto bocca nemmeno con una persona fidata. E scommetto che non potrò nemmeno fermarti e farti desistere da questa follia. Non è così, Setsuna-chan?

*La bella Hyuga abbassò lo sguardo, facendo intuire all’Anbu che oramai la scelta era stata presa. Faceva così, quando veniva rimproverata durante gli allenamenti e quando le sue scelte non venivano condivise ed elogiate. Eppure, nonostante quel suo aspetto per certi versi delicato, aveva forza a sufficienza per combattere la delusione e andare avanti a testa alta contro tutto e tutti. L’uomo dunque sospirò e pose una mano sulla spalla della primogenita, attirando nuovamente la sua attenzione.*

Hyosuke Hyuga: “Non ti fermerò. Sai che non lo farò. Solo tieni gli occhi ben aperti e non essere impulsiva. Ricorda gli allenamenti: devi mantenere il sangue freddo. L’impulso può si salvarti la vita in determinate occasioni, ma non è sufficiente a garantirti la vittoria.

*Annuì a quelle parole, poi s’alzò e fece una piccola riverenza nei confronti del padre. Subito dopo, fece cenno al bell’Uchiha al suo fianco e s’apprestò a lasciare casa sua per raggiungere il palazzo dell’Hokage. Quando fece per abbandonare il dojo, la voce del padre la bloccò ancora una volta.*

Hyosuke Hyuga: “Setsuna, stai molto attenta..

Setsuna Hyuga: “Sissignore.

 
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view post Posted on 24/10/2012, 20:36     +1   -1
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Akari sembrò divertita dalle parole di Kinji, replicando in favore del fratellino minore del ragazzo. Era bello essere entrato subito in sintonia con una persona tanto importante come la sorellina alla quale Setsuna era tanto affezionata, ma non c’era tempo a sufficienza per poter parlare ancora con tanta spensieratezza; la Hyuga più grande decise di smorzare quegli attimi di giocosità per chiedere più informazioni riguardo le ombre di cui tutti parlavano al padre.
Kinji poté notare che al solo nominare la figura paterna, gli occhi della kunoichi sembravano accendersi di una luce nuova, lasciandola quasi in balia delle proprie emozioni.


Deve essere una figura molto importante nella vita di Setsuna… anche se non me ne ha mai parlato approfonditamente

La piccola Akari diede la prima buona notizia della giornata affermando che il genitore era tornato da poco a casa in ottima forma; era l’occasione perfetta per i due genin per unire l’utile al dilettevole visto che Setsuna di sicuro non vedeva l’ora di poter riabbracciare suo padre, e allo stesso tempo, poteva chiedere più informazioni riguardo il famigerato “Dio”.
Prima però, la bella Hyuga portò in casa la sorellina e l’ospite che si limitò ad annuire alla sua proposta, lasciando la più piccola libera di andare dove voleva, mentre loro due erano diretti verso la camera da letto della ragazza. Durante il percorso verso la camera, Kinji poté notare tutti i dettagli della lussuosa abitazione della compagna: la maggior parte delle pareti erano adornate con quadri e dipinti di vario genere, i corridoi larghi e adornati con fiori dall’inebriante profumo. La stanza di Setsuna poteva essere definita invece come l’esatto opposto rispetto a quella dell’Uchiha; vi erano tante foto di famiglia, un comodo futon e una libreria invidiabile per una ragazza della sua età.


Wow, questa stanza è davvero molto bella…e accogliente! Mi chiedo se abbia letto tutti questi libri o solo una parte… spaziano dagli argomenti meno complicati a quelli che necessitano più attenzione… oh, e tutte queste foto di famiglia…sembrano molto felici

Credeva di essersi dimenticato quella bella sensazione che suscitava ricevere amore dalla propria famiglia, avere due figure autorevoli che ti insegnano cosa è giusto e cosa è sbagliato. Invece Kinji aveva dovuto farlo da solo, o con l’ausilio della precaria figura paterna sostituita dal nonno per poco tempo.
La bella Hyuga, avvicinandosi per un attimo, decise di cambiarsi sotto gli occhi dell’Uchiha, il quale ormai era abituato a quella scena, ma continuava a compiacersi sorridendo mentre la ragazza sembrava liberarsi degli abiti con la stessa velocità e movenze suadenti con le quali indossava le vesti da battaglia; appena furono entrambi pronti, decisero di scendere per andare finalmente a parlare con il padre di Setsuna che, a detta della sorella, si trovava nel dojo.
L’uomo in questione aveva dei lunghi capelli scuri con qualche ciocca brizzolata e un fisico a dir poco invidiabile per un uomo della sua età; stava meditando, com’era giusto in un luogo quasi sacro come quello, ma la sua meditazione venne presto interrotta dalla voce melodiosa della figlia maggiore.
Kinji rimase un po’ in disparte mentre i due si riunivano in un abbraccio liberatorio. Si sentiva un po’ malinconico nel vederli così uniti, ricordando i tempi passati, ma allo stesso tempo era felice per Setsuna.


Adesso capisco perché è così importante per lei…è una figura autorevole ma non si lascia sfuggire tutte quelle emozioni proprie di un buon padre…una persona davvero straordinaria contando anche il fatto che è un anbu.

Dopo poco, la ragazza dai capelli cobalto indirizzò l’attenzione del genitore verso il genin che era rimasto in silenzio fino ad allora e, con una certa sorpresa da parte di quest’ultimo, ricevette i ringraziamenti del padre per essersi preso cura di Setsuna. L’Uchiha accennò ad un piccolo inchino chinando il capo e tenendo le braccia dritte lungo i fianchi.

Kinji: Non…non c’è di che! In fondo siamo compagni di squadra, quindi dobbiamo proteggerci l’un l’altra…è il minimo che potessi fare.

Visto che le presentazioni erano state già fatte dalla kunoichi, Kinji si limitò ad avvicinarsi in silenzio per sentire cosa il più grande aveva da dire. Appena la figlia intraprese l’argomento, si accigliò leggermente, rendendo la sua espressione più preoccupata e incupita; per un qualche giuramento fatto non poteva rivelare alcuna informazione riguardante Watashi, ma ad ogni modo non avrebbe deciso di interferire con ciò che aveva in programma la bella Setsuna: scendere in campo attivamente.
Dopo quel colloquio, i due parvero allontanarsi tra loro dal modo in cui parlavano, come allieva e sensei piuttosto che figlia e padre, ma in realtà quel breve scambio di parole nascondeva molta più protezione di quanta non potessero avvertire altri.


Kinji: E’ stato un piacere…e non si preoccupi, vedo questa faccenda con la sua stessa determinazione…

I due erano ormai pronti; varcarono nuovamente gli imponenti cancelli della residenza per ritrovarsi ancora lungo la strada alberata che costeggiava l’entrata, quando vennero fermati da un uomo, probabilmente jonin della foglia a giudicare dagli abiti. Aveva con se una lettera indirizzata a Setsuna Hyuga e Kinji Uchiha. Ormai i due shinobi si erano fatti una discreta fama e qualche persona in più ai piani alti del palazzo dell’Hokage aveva imparato a conoscerli e distinguerli dai neo-genin.
La lettera conteneva un messaggio per entrambi: convocati nello studio del kage per una missione C. Non era mai successo al giovane Uchiha di incontrare personalmente il terzo Hokage, quindi l’idea lo elettrizzava e allo stesso tempo lo riportava con i piedi per terra data la possibile gravosità del fardello che stavano per portare entrambi

 
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