| *Erano passate ormai ventiquattro ora da quando aveva lasciato il covo dell'akatsuki per andare... veramente non sapeva neanche lui dove andare, dopo tutto la sua nuova casa consisteva proprio in quella caverna così profonda ed oscura, non aveva più nessun amico da incontrare, nessuna piazza dove poter schiacciare un pisolino in santa pace, nessun maestro al quale chiedere consiglio. Il giovane, senza meta, si ritrovava a vagare tra la fitta vegetazione della radura che il giorno prima aveva passato per arrivare li, ove ancora echeggiavano le parole del folle, la persona che gli aveva dato la possibilità di riscattarsi in quello sporco mondo. Il suo sguardo attento e vigile esaminava la zona nei suoi più piccoli dettagli, distraendo quel complicato cervello nell'intrufolarsi in pensieri troppo lontani da lui, pensieri che ancora potevano recargli dolore. Le ombre dei grandi alberi davano sollievo alla pelle dell'ex ragazzo di kiri, ancora non del tutto abituato, seppur il tempo passato li fosse ormai molto, alle cocenti temperature di quel paese. In poco tempo raggiunse uno stretto ruscello, quasi uguale a quello incrociato durante il suo viaggio verso l'eremo delle salamandre tempo dietro, così decise di fare una piccola pausa. Tutto era calmo, in lontananza si poteva udire il cinguettio degli uccelletti e lo scoscio delle foglie leggiadre... era perfetto. Non curante si mise seduto sotto una delle tante querce li disposte, il vento accarezzava il suo viso, in quel momento erano solo lui è la natura li intorno. La manta a nuvole rosse oscillava ai suoi lenti movimenti, ormai era degno di indossarla. Così, nella bambagia, trascorse più di due ore, coccolato dal nulla *
(Vi do sei mesi per diventare forti..se sarete ancora le checche che siete ora,vi cremero' all'istante.)
*Il ninja traditore scattò in piedi. Le parole del boss riecheggiarono nella sua testa come un brutto incubo. Sei mesi, non di più e lui ormai sentiva di aver raggiunto quella potenza richiesta dal Boss, ma... veramente doveva accontentarsi di quella soia? Era strano, anche per lui, pensare troppo al miglioramento personale, la sua natura fredda e tranquilla gli impedivano di prendere le cose con eccessiva fretta se non necessario, però questa volta era diverso, non poteva deludere quella persona, non se lo poteva permettere. Non era, dunque, tempo per perdersi nella bellezza della natura, se voleva raggiungere quello scopo doveva continuare ad allenarsi . Dunque senza indugiare lasciò quel piccolo angolo di paradiso, doveva ritornare al covo per mettere in ordine alcune cosucce. Incominciò a correre, ora era tutta questione di memoria. Tutte le montagne gli sembravano uguali, eppure una era più alta delle alte, ed era proprio quella che il giovane stava cercando con tanta insistenza. Da ciò che aveva memorizzato in questo tempo, a un certo punto dalla radura avrebbe dovuto incrociare un piccolo sentiero roccioso, da quel punto la strada sarebbe stata tutta in salita, su fino ad incontrare i cadaveri delle persone torturate al covo, su fino alla cima della montagna, li dove l'immenso sasso posto dinanzi all'entrata della grotta lo stava attendendo. Un'ora circa ed eccolo dinanzi quel gigantesco pezzo di roccia *
(….?)
*Stranamente il passaggio risultava semiaperto, una fessura abbastanza larga da permetter a una persona di media fisicità di intrufolarsi all'interno. Si ricordava benissimo di aver sigillato il masso prima di uscire, ma a quanto sembrava ricordava piuttosto male. Non si fece ulteriori problemi, le possibilità che qualcuno estraneo all'organizzazione fosse giunto al covo erano pressoché nulle. Posò la mano sinistra sul masso attivando il congegno d'apertura. Come da routine l'ingombrante ostacolo fu risucchiato nel terreno, lasciando libero passaggio all'angelo. Messi i piedi oltre il confine, l'entrata fu nuovamente chiusa, non permettendo nemmeno a un filo luminoso di penetrare oltre la roccia. Niente toccava il solenne silenzio della caverna, nemmeno la scalpitante bambina che Lee aveva portato in quel luogo, evidentemente la spia donna era riuscita a domarla *
(Mi da l'impressione di esser tornato agli inizi della mia carriera di nukenin... )
*Si fece avanti nell'oscuro corridoio sporco di sangue che attendeva all'ingresso. Le sue parevi, ruvide e pregne di sangue, erano motivo di timore per chiunque non vi fosse abituato o, più semplicemente, per ogni ostaggio che passava da quelle parti. Delicatamente fece scivolare la veste nera dal suo corpo. Sotto indossava solamente una maglia a maniche corte color pece. I suoi disordinati capelli argentei scendevano giù fino quasi a toccar le spalle, mentre alcuni ciuffi dalla fronte gli oscuravano il volto, comprendo parte della cicatrice a “x” posta sulla guancia destra. In quell'oscurità solo i suoi occhi azzurri illuminavano la via, tale era la luce delle candele della stanza difronte che la poteva riflettere. L'acciaio della mano demoniaca strinse forte il tessuto della divisa, serrandola in una presa ferrea. Finalmente i suoi passi cessarono. Dinanzi i suoi occhi la sala dei troni... sempre più vuota e deserta che mai. *
(Pensavo fosse tornato qualcuno, ma evidentemente ho sbagliato. Chissà se un giorno riuscirò mai a vedere tutti i troni occupati dai legittimi proprietari )
*Si perse giusto un secondo in quel buffo e desolante pensiero, per tornare alla realtà all'udire il profondo tonfo di possenti passi. Si girò alquanto tranquillamente, puntando lo sguardo verso uno dei tanti tragitti che si potevano prendere da quella stanza, almeno uno per quanti erano i troni presenti. Un mezzo sorriso si venne a formare sulla sua bocca quando l'angelico viso di un'innocente creatura gli rivolse attenzione. Si trattava della bambina di Lee che giocando cercava di imitare i passi di un gigante, sbattendo forte i piedi sul terreno. Quella si fermò, non aveva un buon ricordo del Nukenin, dopotutto l'aveva fatta sbattere contro una parete di ghiaccio, però non cercò di scappare. Tensai la scrutò, accovacciandosi sulle proprie gambe ed arrivando alla stessa altezza della piccola creatura *
-Cosa ci fai qui?-
*Sembrava quasi gentile, seppur il suo freddo e impassibile timbro non poteva esser del tutto sciolto. *
-Cosa ci fa qui?-
*Tuonò, invece, nei confronti della persona nascosta nell'ombra dietro le sue spalle. Era la ragazza spia... beh, poteva capirla, frenare gli impulsi di un bambino era una cosa complicata, anche lui l'aveva sperimentato a suo tempo. Rimase in quella posizione, divisa in spalla, tenendo attenzione solo per la ragazzina *
-Riportala nelle sue stanze, io mi devo allenare, non ho tempo per stare con lei... non sapendo quando Dante si farà vivo sarebbe un rischio tenerla così, libera di potersi spostare dove vuole-
Gdr off/ Ecco a te Tensai Gdr on/
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