| Le ci volle un po’ per arrivare. Le vie di Suna non avevano nulla a che fare con quelle degli altri villaggi. Non avevano l’insolito e inquietante ordine di quelle di Oto, né l’irritante caos di quelle di Konoha, né tanto meno quel fastidioso senso d’essere spiati, come carne da macello delle vie di Kiri. Semplicemente…erano un labirinto! Tutte simili, nel loro rilucente colore aureo. Senza contare che, non conoscendo affatto il luogo, non aveva idea da che parte iniziare per trovare l’indirizzo che le era stato gentilmente consegnato da Kairi. Tuttavia, nonostante una certa difficoltà iniziale data dalla sua ignoranza di quelle strade e un po’ dalla stanchezza che inesorabile le divorava le membra, giunse alla casa che le era stata assegnata. Si fermò dinnanzi alla porta, osservandola di sbieco, inclinando la testa da un lato con fare curioso e perplesso. Dopo di che fece un rapido giro del perimetro per tornare poi al punto di partenza.Kira: Non male, no? Chiese retoricamente a Yami E' certamente più ampia di quel buco che abbiamo a Oto.In effetti, non era piccola come casa vista da fuori, anzi, come le era stato detto, era più che dignitosa. Aveva la medesima forma di molte altre abitazioni di Suna, una cupola di sabbia compressa, dal colore dell’oro. Attorno alle finestre tonde e nei pressi della base e del punto in cui la costruzione iniziava curvare per formare la volta del tetto, erano presenti delle spesse linee rosse . Una specie di decorazione per staccare un po’ da quel colore ocra, ovunque persistente. La posizione era buona. Non aveva altre case strettamente addossate, le prime visibili erano ad una cinquantina di metri. Sarebbe stata pressocchè tranquilla lì. Sarà il caso di vedere l’interno ora…Da ciò che ha detto Kairi, ci sarà un po’ da ripulire.Spinse la porta come meglio potè, avendo le mani occupate dai bagagli, e varcò la soglia, richiudendosi la porta alle spalle Ciò che come prima cosa la colpì, fu un forte odore di chiuso che le fece storcere il naso. Con un certo sollievo, posò a terra i bagagli e liberò Yami dalla gabbietta. Questi uscì rapido come se temesse di essere rinchiuso di nuovo, e si strusciò sulle caviglie della ragazza che rise a quella ruffianeria. Si abbassò carezzando il dorso del gatto, che miagolò di piacere, e gli diede un pacchetta sul sedere.Kira: Dai, fatti un giro: questa sarà la tua nuova casa per un anno, a breve.Il piccolo felino nero non perse tempo e si avviò trotterellando, inoltrandosi nella casa. Dal canto suo Kira, agì più tranquillamente. Massaggiandosi le spalle doloranti spaziò con lo sguardo attorno a sé. Entrando aveva superato una breve anticamera e ora si trovava in quella che doveva essere una sala… Guardando gli spiragli di luce che entravano dalle finestre ancora sbarrate, nugoli di polvere fluttuavano liberi e beati nell’aria della stanza. Nella saletta, un po’ sporchi, ma non rovinati, c’erano una libreria, un divanetto e un paio di poltrone. Al centro di questi ultimi, trovava spazio un basso tavolinetto rotondo. Sembrava posare, così come divano e poltrone, su di un tappeto…impolverato, sì, doveva essere un tappeto…
Curiosa la ragazza si avvicinò ai mobili dando una pacca ai cuscini del divano…immediatamente un polverone degno di questo nome si alzò irritandole le narici e causandole qualche starnuto. Dissipando la nube di acari, facendosi aria con la mano, il suo viso si distorse in un’espressione rassegnata.Ne avrò di pulizie da fare…Per curiosità, alzò un angolo del tappeto. Certo, non si sarebbe aspettata di veder correre fuori un’allegra famigliola di scarafaggi. Storse il naso rialzandosi in piedi.Kira: Yami! C’è lavoro per te qui!Da non si sa bene dove, rispuntò il gatto che appena vide quei piccoli insetti neri correre frenetici sul pavimento, provocando quell’irritante ticchettio di zampe, gli fu addosso. Sorridendo alla simpatica scenetta, Kira si avviò a constatare le condizioni della cucina o, più che altro, l’esistenza di elettrodomestici il loro buon funzionamento. Arrivò in una stanza semplice, ma meno impolverata del salotto. Chiaramente l’assenza di mobilia simile a divani e poltrone aveva attirato meno polvere. Assieme alla classica credenza e al solito tavolo da pranzo con le consuete sedie, vi trovò un gas, un frigo, e un microonde tutto perfettamente funzionante.Non avrei mai sperato in tanta fortuna! Vediamo un po’ l’acqua…Si avvicinò al lavandino aprendolo e con sollievo constatò che l’acqua c’era, ed era pulita. Proseguì quindi con il giro, arrivando in una camera. Era abbastanza grande, con un bel letto ad una piazza e mezza, un comodino su di cui era posata una lampada, e un armadio. In quanto a pulizia non era linda come la cucina, ma nemmeno irrecuperabile come il salotto. Infondo alla stanza, la chunin trovò la porta del bagno. Abbastanza pulito e con l’acqua funzionante. Camminando tranquilla, tornò all’ingresso dove aveva lasciato i bagagli e dove trovò Yami che guardava sconsolato tre piccoli affarini neri che, ahimè, non si muovevano più. Guardava alternativamente gli insetti e la padrona, come chiedendole spiegazioni, e Kira non potè fare a meno di sorridere a quell’espressione.Kira: Dai vieni… Si avviò alla porta, aprendola e indicando al gatto l’uscita Intanto che pulisco, fatti un giro…stando qui ti annoieresti e basta.Trillando giocoso il felino superò la soglia e Kira gli richiuse la porta alle spalle, voltandosi poi verso l’interno della casa, levandosi la maschera e gettandola sopra lo zaino.E ora a noi!*** Le ci vollero ore, sudore, fatica e pazienza, ma il risultato fu più che soddisfacente. Non sembrava nemmeno più la stessa casa di prima. Tolte le barricate alle finestre, riordinato e pulito quell’abitazione aveva finalmente un aspetto ragionevole. La ragazza si guardò attorno annuendo, quel posto le piaceva, sì le piaceva molto. Fece ancora un giro per la casa, controllando di non aver scordato nulla da sistemare, ma a quanto pareva aveva fatto tutto.Direi che ora mi merito una bella doccia, così magari mi curo anche queste piaghe…Kami a contatto col sudore bruciano da impazzire!Con una certa rapidità, gettò la gabbietta in un angolo della camera e dopo aver svuotato lo zaino ed aver smistato cibo avanzato dal viaggio e indumenti, scelse qualche veste di ricambio infilandosi poi direttamente sotto la doccia. Fu un piacere sentire l’acqua fresca scenderle rapida lungo il corpo, portando via col suo refrigerio tutta la stanchezza accumulata in quegli ultimi giorni. Chiuse gli occhi, beandosi dell’acqua battente per alcuni minuti, semplicemente stando ferma, lasciando che il liquido cristallino le scorresse addosso. Solo poi uscì. Si asciugò accorta, stando attenta a tamponare solamente, quelle fastidiose ferite all’interno coscia. Ferite che andò a medicare e fasciare poco prima di vestirsi. Ah così va decisamente meglio..!Uscì dal bagno stiracchiandosi. Le ci voleva proprio una bella doccia. Con passo agile giunse alla camera, sedendosi sul letto al quale aveva accuratamente cambiato le lenzuola, ed aprì il cassetto del comodino con fare scrupoloso. Era vuoto….e il doppio fondo che era andata a costruire per nascondere i suoi due coprifronte ( quello do Oto e quello di Konoha ) non si notava minimamente. Ho fatto proprio un bel lavoro e…Crick, Crick, Crick… Un rumore graffiante alla porta, le ricordò che in tutto quel tempo, Yami era rimasto fuori. Andò velocemente ad aprire uno spiraglio, giusto quello che serviva al gatto per entrare. Non doveva farsi vedere senza maschera, lo sapeva. Fece cenno al gatto di seguirla in cucina, dove assieme consumarono una cena rapida e leggera, con quello che la ragazza aveva avanzato dal viaggio, e poi si avviarono a letto. Sul comodino, sotto la lampada stavano il fascicolo della missione e il libro che aveva preso dalla libreria del Primo Mizukage…Trattava di sigilli. Lo avrebbe letto ma, al momento ciò che era realmente importante erano le informazioni raccolte dai ninja di Suna su Eisaku Uchiha. Con delicatezza, sfilò il fascicolo da sotto il libro, iniziando a sfogliarlo attenta, mentre Yami si accoccolava ai suoi piedi. Ormai aveva già deciso, per quei due giorni, sarebbe uscita solamente a fare un po’ di spesa per la dispensa, tutto il resto del tempo lo avrebbe dedicato allo studio di quei documenti.Non posso sbagliare…*** E così fece. I due giorni passarono così in fretta, che la ragazza a momenti nemmeno se ne rese conto. Il mattino della partenza, così come aveva sempre fatto ad Oto, preparò una ciotola con dell’acqua e del cibo per Yami, tuttavia la lasciò in casa. Ragionando aveva pensato che col caldo asfissiante di Suna, il liquido sarebbe evaporato in breve tempo, lasciando il povero gatto a secco, così in quei giorni si era ritagliata un paio d’ore di tempo ed aveva creato una piccola porticina sulla porta di casa, cosicché Yami potesse entrare e uscire come preferiva. Fece una rapida ma abbondante colazione, le serviva una buona dose di energie ed indossò l’equipaggiamento Anbu, maschera compresa. Ritenendosi pronta, salutò il piccolo felino nero ed uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle. Avanti, datti da fare Kira!
|