Pretesa della Mano Creatrice

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view post Posted on 2/12/2009, 23:17

The Pine

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*Non appena l'imponente sagoma di Otomika scivolò fuori dalla sala Illya iniziò la sua camminata per i corridoi, facendo scivolare giù dalle sue braccia tese verso il baso il giaccone anbu. Si stava avviando verso una stanzetta vista in precedenza, durante la salita verso l'androne dei Kage, quindi il suo passo era sicuro e abbastanza veloce...*

- Credo che lei sappia che ormai tra i nostri villaggi s'è creata un'alleanza che ormai ha superato i limiti della fratellanza... Dato che spesso vostri ninja vengono nelle mie mura, come i miei nelle vostre. Sono molto contenta di ciò, ma non l'ho chiamata per questo...

*Dopo nemmeno un minuto di camminata, ecco il pertugio scavato nel legno che Illya aveva studiato velocemente in precedenza e che ora veniva attraversato dalla Mizukage, lasciandola poi in attesa del guerriero dai capelli d'argento. Si mise seduta quindi su tavolo appena abbozzato lì intorno, apparentemente molto fragile, fissando fredda e preoccupata il Kokage negli occhi.*

- Voi... Tu... Hai ucciso mio padre.
 
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Il Paso Da Metaponto
view post Posted on 2/12/2009, 23:47




*Il Kokage ascoltava le parole di Illya senza verbo proferire, limitandosi a seguirla lungo il corridoio che conduceva ad una rientranza scavata accuratamente nel legno, l'ideale per evitare occhi ed orecchi indiscreti. La ragazzina fece strada e si sedette su un tavolino traballante, mentre Otomika entrò senza accomodarsi da nessuna parte. Illya fu la prima a rompere quel silenzio abbastanza teso.*

Illya: Voi... Tu... Hai ucciso mio padre.

(...sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare una discussione simile...)

Otomika
:"Sì, gli ho trafitto il cuore con le mie ossa. Come mai siamo qui? Mi pare di aver capito che nonostante ciò tu non abbia affatto intenzioni ostili..."
 
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view post Posted on 3/12/2009, 00:12

The Pine

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*Fredde e dirette, le parole del Kokage stilettarono il cuore di Illya, come in passato le sue ossa quello di Ki, ma non un cenno si presentò sul volto della bella Mizukage, mentre questa poggiava la propria giaccia da combattimento, grigia come la nebbia, sul tavolo di fianco a se.*

- E infatti io non sono qui per accusarti, Otomika... Ne per vendetta. So che mio padre ti ha chiesto di ucciderlo.

*Tenne lo sguardo chinato lievemente verso il basso, a fissare il palmo della mano destra, carezzandolo dolcemente con le affusolate dita della sinistra, ricalcando il tatuaggio di sangue che v'era impresso. La sua maschera fredda stava lentamente sgretolandosi, regalando al Kokage una vista più unica che rara, che solo una sua sottoposta aveva avuto l'ardire di ammirare... Il volto di un Diavolo triste. Un sospiro seguì quei gesti, mentre la mano si chiudeva e il capo a fatica si alzava, per dare coraggio alla ragazza di fissare le iridi di ghiaccio di Otomika.*

- Ma, nonostante avessi questa conoscenza... La più orribile delle nebbie, quella che mio padre stesso a fatica riusciva a controllare e a reprimere nel suo sorriso beffardo e nei suoi occhi indemoniati, la nebbia della follia... Mi avvolse, facendomi perdere il sentiero. Fu allora che mi ritrovai sola, sola in un mondo dove il mio unico aiuto era la mia stessa malattia, in un mondo di finte mani tese e di mani strappate... Tra cui anche la tua.

*Abbassò di nuovo lo sguardo, non riuscendo più a sopportare quella maschera fredda che era il Kokage, corrosa dal dolore da lei stesso creato, mentre una lacrima di tristezza e rabbia scivola giù dall'unico occhio che concedeva al Diavolo il dono della vista.*

- Ma ebbi la triste fortuna di aprire gli occhi. Da sola. Da scacciare la nebbia o, per meglio dire, chiuderla in me, fondermi con essa... Come già fece mio padre... Ed ora, che sto cercando di uscire dal bozzolo e aprire le ali, ti faccio questa richiesta.

*Il suo viso triste si tramutò tutt'un tratto in una smorfia di ardore e ambizione, mentre le mani leste si avventavano sul tessuto della maglia, sfilandola senza pudore innanzi gli occhi del guerriero d'argento, denudando così per metà il corpo della Mizukage, lasciandola con la sola protezione della pelle dalla vita in su. Illya si alzò in piedi, avvicinandosi al Kokage, fissandolo negli occhi.*

- Donami la tua forza... Per far sì che CIO' non accada più.

*Sibilò indicando poi quasi inorridita il solco salato che aveva creato quell'unica lacrima, quell'unico segno di debolezza, su quel suo volto pallido... La mano scivolò poi sul seno, indicando un punto ben preciso, tre o quattro centimetri sopra a quel roseo capezzolo sinistro, il luogo dove Otomika avrebbe dovuto inscrivere il proprio simbolo, irradiando Illya col tetro potere del Suono...*
 
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Il Paso Da Metaponto
view post Posted on 4/12/2009, 00:19




*Il Kokage ascoltò attentamente ogni singola parola, mentre la consapevolezza di ciò a cui mirava la ragazza cresceva esponenzialmente, fino a quando non divenne una banale ovvietà. Non appena la ragazza denudò il proprio busto, Otomika si avvicinò lentamente, caricando sulla punta delle dita un chakra negativo, molto condensato, che sprigionava una forza incredibile ma anche un vuoto terrificante. Poggiò la mano sinistra sulla spalla della ragazzina e la strinse forte, come per invitarla a resistere all'atroce dolore che l'avrebbe colta di lì a poco.*

Otomika:"Sei la prima persona che acquisisce questa conoscenza da sola...nemmeno il potente Keiichi v'era riuscito quando giunse il suo momento. Tu comprendi meglio di chiunque altro la misera condizione dell'animo umano che si rende infine consapevole...e hai bisogno di creare qualcosa che abbia a che fare solamente con te...che ti consenta di spezzare le catene per elevarti ad un qualcosa di superiore. Io posso fornirti tutto questo...ma la Reincarnazione costa una sofferenza inimmaginabile...poichè è in grado di sconvolgere il corpo, la mente e lo spirito...ma arrivati fino a questo punto non ci si può più tirare indietro. Rimarrò qui ad assistere alla tua evoluzione, Mizukage."

(...ancora una volta sarò fautore del destino altrui senza ancora conoscere il mio...quale amarezza...)

*Detto ciò, l'uomo dall'argentea chioma impose le due dita sul seno della ragazza, rilasciando quel mare di chakra maledetto. Infine si scostò, attendendo la reazione con animo scosso e volto impassibile.*

<kinjutsu> -Samsara no Juin, il Segno Maledetto della Reincarnazione- (Vta -13 x turno) “Giunto a questo livello, il ninja è in grado di modificare il proprio sigillo a piacimento e di controllarlo come se nulla fosse. Il nome del Segno deriva dal fatto che esso abbraccia il ciclo vitale nella sua interezza e tutto ciò che gli compete, compresi i Sei Sentieri del mondo dei ninja. A seconda di quali sentieri si prediligono, il soggetto è in grado di sviluppare un Sigillo del tutto personale che rispecchi perfettamente la sua visione di “Forza”. Attualmente ve ne sono due varianti: il Sentiero del Vuoto e lo Shinigami del Deserto”.

 
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view post Posted on 8/12/2009, 22:57

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*E con una facilità che sorprese sia me che la mia pelle, le dita del Kokage si intrufolarono tra la carne del mio seno, senza infliggermi ne dolori ne pene, se non quel semplice dolore che poteva provocare la puntura di un ago. Perché quelle dita non erano altro che una siringa, in quel momento, o per meglio dire si tramutarono in tali esatamente un attimo dopo che mi perforarono i tessuti. Non ricordo se urlai o meno, ricordo solo che nello stesso istante in cui il mio sangue veniva contaminato e morso da quella cancrena scura che era il Chakra di Otomika, il mio volto si deformo in una maschera di pura sofferenza, mentre la mia mente, presa alla sprovvista, si spense per ben cinque secondi, prima di ritornare in moto e farmi "godere" ogni attimo di quella tortura. Quando ritornai in me, sentivo quell'abominio fetido già avvinghiato a me che rosicchiava il miei muscoli e la mia carne, goloso del mio giovane sapore mentre le sue radici attecchivano sempre più, trasportate dal sangue e dal mio stesso chakra, che intanto si mescolava a lui in un sinistro abbraccio simbiotico, a tal punto che non riuscivo più a distinguerli, fino a quando quella matassa informe non si piantò nel centro esatto del mio essere, pulsando gioiosa... Ma non era ancora finita.*

*Mi contorcevo mentre lui ramificava, cercando di agganciarsi saldamente a me, allungando i suoi tetri tentacoli di malignita verso ogni lato di me, cercando di raggiungere persino il mio spirito, con un successo tremendo. Avevo sottovalutato fin troppo i primi attimi di quella sofferenza che, per quanto fosse dolorosa, si limitava a quello, a vacuo dolore fisico e quindi mi ritrovai priva di difese, servita su di un piatto d'argento a quell'abominio. Il mio corpo quindi si staccò dal mio volere, perché nonostante tutto, io VOLEVO quella sofferenza, e tentò di scappare, ma fortunatamente, la Kubikiri mi venne in aiuto. La spada, bloccata nel mio braccio, prese il controllo di quest'ultimo, afferrando quindi quello di Otomika, per impedirmi di scappare... Cara amica. E finalmente, dopo un'eternità minuscola di Dolore, tutto si concluse... Morii.*

*Tutto si spense improvvisamente, mentre il mio corpo si staccava completamente dal mio spirito, facendomi tornare a vagare in un luogo che già visitai in passato... Mi guardai velocemente intorno, per assicurarmi che quella che stavo vivendo non fosse una strana illusione creata dal morbo, certezza che si creò appena il mio sguardo scivolò verso le mie mani e il mio corpo... Nebbia. Ecco cos'ero diventata, nient'altro che nebbia. Ero morta davvero... E la morte mi si venne a parare d'avanti. L'accolsi sorridendo.*


- Papà...

*Ki mi sorrise, col suo meraviglioso sguardo che tanto invidiavo, allungando poi la sua mano vaporosa verso i miei capelli informi, carezzandoli dolcemente. Chiusi gli occhi, perdendomi nel caos di ricordi creato da quel semplice gesto, poco prima che Papà mi lasciasse, volgendomi le spalle mentre la sua gigantesca falce si alzava verso l'infinità oscura.*

- E' ora di andare, bambina.

*Sussurrò col suo vocione rauco, ma io non mi mossi, facendo fermare anche lui. Si voltò verso di me, con sguardo severo, mentre io sorridevo spavalda, cercando di imitarlo. Sapevo perché era lì... Come lui sapeva perché ero ferma. Si tolse dalle spalle l'asta della falce, sbattendo la lama contro il terreno inesistente prima di ridacchiare.*

- Maledetta testarda...

- Già.

*Sibilai mentre nella mia mano si creava dalla nebbia stessa di cui ero formata la Kubikiri, gioiosa alla vista del suo stesso padrone come dimostrava il suo tremolio, che la faceva fumare rendendo la sua sagoma informe. Ki alzò la falce con una sola mano, senza difficoltà alcuna, a dimsotrazione della sua forza smisurata ancora viva e potente nonostante la sua dipartita, fiondandone poi la lama contro di me senza pietà alcuna. Lesta frapposi tra la sua arma e me la mia spada, attutendo così il colpo d'incredibile potenza. Se il mio corpo fosse stato materiale, in quel momento le mie gambe si sarebbero frantumate. Ki alzò la spada, pronto ad un altro attacco, e fu allora che notai che la Kubikiri aveva ripreso forma, tornando al suo brillante splendore ferroso. Guizzai all'indietro, schivando il secondo attacco, balzando poi sull'arma stessa di mio padre, cercando di sbilanciarlo... Ovviamente senza successo. Non ringrazierò mai abbastanza i Kami che mi permisero di ammirarlo di nuovo combattere... Ero entusiasta. Lui ridacchiava, sorridendomi con tetra dolcezza dopo ogni suo attacco e dopo ogni mia risposta, sapendo che ad ogni passo e ad ogni contr'attacco il mio piede era sempre al suo, sicuro e immobile come solo quello della morte poteva essere, la sola certezza che il destino donava. Un colpo, un altro, sempre più potente e distruttivo, e io tornavo indietro, allontanandomi da lui, mentre il mio corpo era tornato quasi completamente fisico e vulnerabile...*

- Sei cresciuta molto, Illya...

- Già... E tu sei sempre lo stesso, papà.

*Sussurrai appena, esausta, prima di lanciare l'ennesimo attacco, riuscendo persino a deviare la lama di papà un attimo prima che mi distruggesse il cranio, distruggendo la sua difesa, che però si creo un attimo dopo dalla sua mano libera, che bloccò con sole due dita la Kubikiri, facendomi restare così a pochi passi da lui. Cercavo inutilmente di liberare la nostra arma dalla sua presa, ma non ci riuscivo... Era troppo forte.*

- Ma non sei ancora abbastanza forte.

- S-Sai com'è... Papà... Non è facile... Essere più forti della morte...

*Nulla, nonostante tutta la forza del mio corpo ritrovato fosse concentrata nelle mani, non riuscivo a schiodare la Kubikiri dalla presa di papà, che dall'alto mi fissava divertito, per nulla sforzato dal nostro scontro fisico.*

- Quanto ancora devi maturare, bambina mia...

- Sono morta per questo, papà! Per riuscire... A diventare come te! Voglio diventare ciò che eri tu... Ottenere la tua sicurezza, la tua forza, la tua crudeltà... IL TUO CONTROLLO!

*Strilla entusiasta l'ultime parole: avevo liberato la nostra arma dalle sue dita nebbiose e, senza pensarci due volte, avevo rigato il sorriso vaporoso con un colpo rapido e potente, che mi sbilanciò all'indietro, facendomi quasi cadere. Ki si riforma immediatamente e ridacchia... Non mi rivolge parola, mi sorride e basta, continuando a ridere, mentre scompare completamente, lasciandomi da sola nel buio...*

*I miei polmoni si riempirono d'improvviso di fredda aria, così rapidamente che bruciava. Mi sentivo diversa... ERO diversa. Spalancai i miei occhi rapidamente... Sentivo un nuovo corpo avvolgermi, con una nuova e sorprendente protuberanza di cui potrevo intuirne la forma dall'ombra che creava per terra. Ero distesa a terra, inerme, non riuscivo neanche a muovermi, se non per la mano sigillata dalla Kubikiri, che stava innanzi al mio volto tentanto di fare presa sul terreno, per rialzarmi... Era scura, artigliata... Demoniaca, pervasa dal tetro potere del suono come il resto del mio corpo. La presa del Sigillo di Otomika lentamente scivolava via, richiudendosi in quel bozzolo al centro di me, permettendomi di riottenere la forza perduta e rialzarmi. Fissai il Kokage, esausta, mentre lentamente afferravo i miei vestiti e me li infilavo, senza pronunciare parola...*


- Grazie, Otomika...

*Sibilai in un attimo, scivolando poi via dalla stanza, turbata dal pulsare ossessivo di quella malignità dentro di me, senza nemmeno essere riuscita a fissare il sigillo sulla mia pelle... Ero troppo occupata ad abituarmi.*
 
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Il Paso Da Metaponto
view post Posted on 11/2/2010, 23:16




*Otomika guidò i due ninja verso la stanzetta in cui si era nascosto assieme ad Illya poco prima. Il luogo era ancora sicuro, e non appena i suoi sottoposti gli furono appresso chiese a bassa voce:*

Otomika:"Cosa ci fate qui?"
 
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view post Posted on 12/2/2010, 00:03
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Mhh... mhhhh..

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*Il Kokage gli si fece incontro non appena varcarono la soglia della grande vetrata. Già provato dall'ispezione appena superata, Hide dovette osservare nuovamente l'unica persona della quale non sapesse davvero cosa pensare. Otomika percorse ad ampie falcate il parapetto, rivelandosi alla luce del sole per scomparire un secondo dopo all'ombra delle assi. Quando passò accanto ai due, svettando persino sul Cantore, parve non notarli minimamente; il messaggio tuttavia era chiaro.*

(So già che mi pentirò di tutto questo...)

*Lo seguirono assecondando l'austero silenzio, ripercorrendo l'andata per qualche metro prima di svoltare in una stanzetta angusta e spartana. Qualcuno doveva esservi già stato, un odore familiare che Hideyoshi non riuscì ad identificare, complice il sussurro dello Spettro. Il chunin mise nuovamente a fuoco il proprio Kage, ascoltando il piccolo uscio chiudersi cigolante prima di dare risposta. Parole che avevano perso l'ardore dal quale erano state concepite.*

"È necessario stipulare un nuovo contratto, Otomika, ed è necessario farlo prima che le nostre strade si dividano nuovamente. Data la natura incontrollabile del primo.."

*Una mano salì ad indicare il punto dove l'uomo aveva impresso il proprio marchio, infiniti mesi prima. Un potere oscuro e misterioso, del quale Hide cominciava a sospettare nemmeno Otomika conoscesse ogni aspetto.*

"... Noi siamo qui per chiederti di divenire più che meri ninja, siamo qui per chiederti di prenderci come discepoli. Il Serpente rappresenterà un legame stabile, le sue spire faranno in modo di mantenerci in contatto anche dovessimo stare dalle parti opposte del mondo..."

*Fu un crescendo di intensità, Hide ritrovò man mano la convinzione che lo aveva spinto a quella scelta. Durante la permanenza nel laboratorio si era deciso ad abbandonare ogni reminiscenza di Kiri, a prendere atto della propria nuova fazione. Stava dalla parte di Oto, stava dalla parte di Otomika, l'uomo che gli aveva garantito, nonostante meri fini militari, una maggior libertà d'azione. Era giunto il momento di ricambiare quel favore, di andare avanti e dimenticare il passato. La nuova svolta aveva le sembianze di un rettile letale.*

".... In questo modo potremo essere davvero quello che speravi, un'élite affidabile, legata a doppio filo col proprio benefattore."

*Concluse il proprio discorso, gli occhi smeraldo piantati negli zaffiri del Kage. Ascoltandosi, il Cantore era riuscito a farsi un'idea di quelli che erano i suoi veri sentimenti, ma avrebbe fatto in modo di tenerli celati. La sfera emotiva, così come le riverenze, perdeva di significato in quel frangente.*
 
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Il Paso Da Metaponto
view post Posted on 12/2/2010, 23:27




*Otomika non rispose alla parole del giovane, limitandosi ad estrarre una pergamena dall'interno della sua veste. Era accuratamente riposta in un fodero di cuoio sottile, e mentre lo Spettro la svolgeva delicamente prese a parlare con i due chunin.*

Otomika:"Vi basterà firmare con il sangue il contratto fra le mie mani...e diverrete a tutti gli effetti discepoli dell'Eremita e del grande Manda. Non mi occorrono prove, avete già dimostrato più volte il vostro indiscusso valore, vi chiedo solo di pensarci attentamente prima di apporre la vostra firma...non è un vincolo dal quale ci si può liberare..."

*Detto ciò, stese la pergamena su un piccolo tavolo di legno posto al centro della stanza e attese.*


 
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Auron35
view post Posted on 13/2/2010, 00:06




*Entrarono nell'edificio, i penetranti occhi degli Anbu di guardia piantati saldamente nelle loro carni. Auron sapeva fin troppo bene, e sarebbe stato da stupidi non saperlo, quanto dovesse fare attenzione ai suoi movimenti. Sperava di andarsene il più rapidamente da quel villaggio, sia per l'odio che nutriva verso di esso, sia perchè il rischio di essere scoperto era assai alto. Dopo una breve rampa di scale, i due giunsero dietro ad una grande vetrata, divisa da pesanti sostegni in legno e fornita di parapetto. Auron non si curò su che cosa dasse la vetrata, si curò piuttosto di chi, come lui e Hide, vi stava dietro. Otomika Kaguya, Kage del Villaggio Segreto di Oto. Era grazie a quell' uomo che la sua vita era cominciata, era a lui che doveva tutto, sia il bene che il male. Auron ne rimase intimorito, ma non lo diede a vedere. Benchè rimanesse il suo Kage e che la sua enorme forza facesse quasi vibrare l'aria attorno a sè, Auron non poteva perdere la compostezza che si addiceva ad un Anbu...un Anbu di Oto. Senza nemmeno dire una parola, i tre si appartarono in una stanzetta secondaria, stretta ma molto riparata da eventuali curiosi. Lasciò che a parlare fosse Hide, e fu contento della sua scelta: il Kaguya non poteva scegliere parole più adatte per esprimere il loro desiderio. Una forza d'elite, il caposaldo delle forze militari di Oto, la punta di diamante...ecco cosa miravano a diventare i due ninja. Ora non erano più due ninja di Konoha e di Kiri, ma due ninja di Oto. E qual modo migliore per fromare una squadra d'elite, leale, e che possa sempre rimanere in contatto con il Kage? Qual modo migliore se non condividere il contratto dei serpenti con Otomika? Loro sarebbero stati più forti, più efficenti, e il contatto con il Kage stesso si sarebbe rafforzato..sarebbe stato conveniente ad entrambe le parti. E Otomika, da uomo di buonsenso che era, porse senza troppi indugi il contratto ai due, dicendo che sarebbe bastata una singola firma fatta con il sangue. Auron sorrise soddisfatto: dopotutto come negare il potere ai propri discepoli che ne sono dannatamente assetati? Auron si tagliò il dito mordendolo, apponendo poi la sua firma al contratto delle serpi. Una volta terminato il procedimento, si alzò, e fece spazio al suo compagno.*

"E' sempre un onore trattare con lei, Kokage-sama...
 
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view post Posted on 13/2/2010, 19:04
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*Quando Otomika li avvertì del vincolo che stavano per allacciare, Hide non gli diede molto ascolto. Sapeva già quella parte, aveva fatto cospicue ricerche mentre di stanza ad Oto sulla natura dei contratti. Non ci si poteva tirare indietro una volta che il proprio sangue toccava la cartapecora di un eremita, il legame con le creature era definitivo. Il chunin sorrise, spostando lo sguardo sul Sutra che si srotolava frusciante sul legno...*

(Ormai ho fatto trenta...)

*Sfilato il guanto destro, si morse il pollice così come aveva fatto il compagno qualche attimo prima. Un dolore acuto, ma poco sangue, era un Kaguya dopotutto... Una goccia precedette la pressione del dito sulla carta, piovendo dalla pelle aperta prima di essere spalmata in una sinuosa firma vermiglia. Erano anni che il ragazzo non firmava qualcosa, l'ultimo documento era stato l'esame scritto per diventare genin, al chunin non si sarebbe mai sognato di firmare col proprio nome....*

(È fatta...)

*Non appena il dito si fu separato dalla scia lucida, qualcosa si smosse all'interno del ragazzo. Il Cantore sentì la base del collo pulsare come pronta a risvegliarsi, ma la Bestia rimaneva silenziosa. Un attimo dopo, così come si era scatenato, il tamburo cessò di percuotere l'animo del chunin. Hide rimase leggermente spiazzato, ma cercò di non darlo a vedere pulendosi il polpastrello sul dorso del guanto. Calmatosi, riportò lo sguardo al Guerriero d'Argento.*

"Me ne compiaccio, vedremo di rendere onore al grande Manda d'ora in poi... Al nostro prossimo incontro, Kokage..."

*Annuì, quindi ammiccò al compagno l'ingresso avviandovisi.*
 
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9 replies since 2/12/2009, 23:17   328 views
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