| Yo era stanco. Il burattinaio era ormai tornato già da un mese dalla guerra di Watashi, e la vita scorreva finalmente pacifica nel villaggio sotterraneo di Oto. In realtà potevano pure smetterla di stare sotto-terra, già alcuni si lamentavano, ma la paranoia di Saito per segretezza e riservatezza non era certo diminuita con ogni consecutiva visita ad oto di forze demoniache, organizzazioni segrete di spie e assassini, e più o meno chiunque non fossero ninja dei grandi villaggi. Di fatto, aveva già cominciato a far scavare una nuova serie di tunnel in un'altra parte del paese, e aveva iniziato a cercare qualche posto riservato nel paese dei fiumi e della cascata. Oto era esposta, e Oto non poteva esserlo, dato che non vantava i numeri degli altri villaggi nè la loro potenza. Oto era un villaggio morente. Il jonin lo percepiva ormai da tempo. Il kage era assente per la maggior parte del tempo, e il potere vero ricadeva in mano ad Ailish, l'ombra di Oto, che si era ripresa fin troppo bene dal primo shockante incontro con il dio-demone Watashi. Di fatto, era una vera spina nel fianco.
"Ci servono provviste per il lato nord, ci serve una ristrutturazione al lato ovest, le fogne stanno funzionando male, perchè non aumenti le pareti blindate? Cosa sono quei burattini armati nel magazzino sei?"
Il fatto avesse poteri sensitivi mostruosi e una curiosità morbosa era anche peggio. Già Yo faceva fatica ad avere degli spazi privati così com'era, una Nara impicciona era l'ultimo dei suoi problemi. Aveva bisogno di parlare con Hideyoshi, gli serviva più spazio da sbancare all'esterno del villaggio, il suo ultimo progetto aveva preso più spazio di quanto non pensasse. Il problema di lavorare con post-bruciatori sotto-terra e in modo discreto. Entrò quindi nel suo studio, perfettamente conscio di quello che avrebbe trovato. Nessuno.
-Tutto questo è inaccettabile.-
Quel ragazzo non c'era MAI. E cosa l'aveva tenuto lontano, stavolta? Salvare donzelle? Cavalcare verso il tramonto su un cavallo bianco? Raccogliere margheritine? Sospirò. Dietro l'ampia, pesante scrivania in pietra stava una bacheca. Al suo interno, una spada. La tagliateste, la spada vampirica che aveva decapitato Otomika.
"maledetto aggeggio di ferraglia, che cavolo ci dovremmo fare, con te?"
Yo non sapeva cosa avrebbe deciso Hideyoshi, ma sapeva della sua origine Kiriana. Aveva liberato Kiri, ridato loro dignità e potere. Yo avrebbe preferito vederli schiacciati e dimenticati: non sarebbero mai stati grati, Kiri era il villaggio della nebbia di sangue, dopo tutto. Barbari incivili.
-Saito... cosa pensi di fare, qui dentro?-
Ailish. Oscura, eterea, bellissima. Lo sguardo di Yo passò dal puro e semplice disgusto per la discussione che sarebbe partita da lì a poco in un sorriso mellifluo nel tempo necessario a voltarsi. Quanto odiava quella donna.
-Penso di incontrare il mio kage. Hai idea di dove sia finito?-
Gesticolò con la mano sinistra. Continuava a nascondere il fatto di avere un arto artificiale, anche se sapeva che non poteva certo ingannare lei. Troppo furba, troppo potente.
-Fai riferimento a ME, Saito. Come hai sempre fatto prima. C'è una gerarchia, in questo villaggio, e la rispetterai... non è necessario disturbare il Kokage per ogni tua singola stupidaggine.-
La risposta era sferzante, e Yo non se ne stupì particolarmente. Ailish era il vero potere dietro il trono... era stata lei a volere il kaguya come kage, lei a supportarlo, lei a servirlo fedelmente. Un burattinaio ne riconosceva un altro, supponeva il jonin, ma solo un imbecille avrebbe pensato che un chunin poteva diventare kage di un potente villaggio ninja senza numerosi intrighi dietro, o eventi straordinari... e per quanto le avventure di Hide fossero state rocambolesche, non erano tali da giustificare quella strana, subitanea promozione: non era un ninja fortissimo, nè un diplomatico raffinato. Era un tipo tranquillo, anche troppo, e gentile. Strano che fosse ad Oto in primo luogo. Aveva sopportato numerose risposte come quella, in passato. Tutti passavano da lei. Tutti si inchinavano a lei, e più di una volta invece Yo aveva passato sopra le formalità e interpellato il kage in modo più privato... o cercato di farlo, dato che raramente si trovava lì. Ma Yo era sopravvissuto a nemici molto più pericolosi di Ailish, e molto più devastanti dell'intero villaggio. Non avrebbe sopportato oltre.
-...devo parlare con il mio kage. Ora. Dove è andato a finire? Non era a Kumo, o c'era solo al summit dei kage... se era davvero lui e non un suo clone. Non l'ho visto combattere Watashi, non è al villaggio... dov'è.-
Non sorrideva più, e una luce fredda si leggeva in fondo al suo unico occhio, una luce pericolosa. Gerarchia e obblighi significavano poco o niente, per il mukenin. Ailish era molto sicura della sua supremazia... ma non era il tipo da affrontare scontri a viso aperto. Fece spallucce.
-E' andato a soddisfare un obbligo con il villaggio di Kiri. Faccende da Kage.-
Yo pensò molto in fretta. Kiri. Obblighi VERSO Kiri? Erano liberi e vivi, cosa volevano di più, dopo aver perso una guerra? Si voltò verso la spada in bacheca. Quella era ancora lì, e se aveva qualcosa di più che segatura tra le orecchie, il suo kage ce l'avrebbe lasciata per molto tempo... scambiarla? Per cosa? Seguendo il suo sguardo, Ailish tornò a parlare.
-No, Saito... non la spada. Il cadavere. Ilya Momochi... la rivogliono indietro, insieme alla spada. Siamo stati così cortesi da proporre loro trattative per entrambe. Contento ora? Puoi per favore andartene e tornare nel buco da cui sei fuoriuscito?-
Scambiare il cadavere e la spada. Non aveva senso. Kiri era un villaggio spezzato, da quando l'ultimo vero Mizukage l'aveva abbandonato. Cosa se ne facevano di quella spada? Ad Oto non serviva a nulla, ovviamente. Nessuno conosceva le tecniche segrete degli spadaccini... ma a Kiri? Un nuovo Diavolo sarebbe sorto, assetato di vendetta per gli uccisori del suo predecessore e occupatori. Un vendicatore. Cosa potevano dare loro in cambio che non si potessero già prendere con la forza, e non si fossero già presi in passato? A meno che. Hideyoshi, che liberava il villaggio dopo una protesta civile. Hideyoshi, l'animo buono e gentile. Hideyoshi, che restituiva le spoglie del kage di kiri. Hideyoshi, di Kiri. Il suo kage. La spada del suo kage.
"...piccolo bastardo... possibile?"
No, non lo era. Era ridicolo pensarlo, forse era debole e troppo cortese, ma non era un traditore. Non aveva nè lo spunto, nè l'animo del traditore, il sigillo lo aveva legato in modo indissolubile allo spirito dei precedenti kage di Oto, e non poteva certo liberarsi di un fardello del genere con facilità. Non aveva lo spunto o l'animo del traditore... cosa ci faceva uno così in un villaggio di traditori? Strinse i denti... doveva parlarne con lui.
-Saito, ti ho dato un ordine. Tu uscirai da qui, tornerai alle tue mansioni, e soprattutto non ti interesserai più al tuo kage in questo modo inopportuno. E' già insopportabile ci abbia rinchiuso tutti qui dentro, appena tornerà Hideyoshi-sama torneremo alle nostre normali mansioni... e tu tornerai sotto terra, al tuo posto.-
Stava cercando di pensare, e quella donna non glielo rendeva facile.
-Il villaggio del suono ha una lunga, imperturbata tradizione di guerrieri onorevoli, grandi condottieri, e cercatori di potere. Tu sei un'anomalia, un cancro, così come quell'Onimio Kaguya, e tutti quei... ricercatori... che restano ancora qui dall'epoca del primo kokage. Watashi è finito, e ci saranno numerosi equilibri politici da riposizionare. Oto deve restare ferma, un baluardo di potere e determinazione anche in tempi avversi, il simbolo che la ricerca della superiorità non è conclusa, che i ninja...-
Continuava a parlare! Era insopportabile, lo mandava fuori dai gangheri. Come riuscisse a sorridere mentre si avvicinava a lei, non mostrando la minima minaccia, stavolta, non lo sapeva neanche lui. Idiota pretenziosa.
-Quindi ringrazia che non abbiamo ancora gettato quelli come te fuori dal villaggio per tempo... Otomika vide del potenziale, in te, ma credo resterebbe deluso, vedendoti ora. Un povero, misero omuncolo chiuso nel suo laboratorio a meditare su quelle stupide macchine... eh?-
una lama dentellata e divisa in sezioni le aveva perforato l'addome, larga abbastanza da quasi dividere la fragile figura in due. Non poteva aver percepito l'attaccante, ovviamente: era un burattino apparso alle sue spalle, e tracce di chakra ne aveva poche o nessuna, e sapeva nasconderle molto bene.
-...hai rotto le palle.-
Un fiotto rosso le uscì dalla bocca, bagnandole il prosperoso petto, mentre gli occhi si allargavano nella furia, quindi nel terrore. Solo alla fine alzò lo sguardo con aria implorante. Si era resa conto, finalmente. Dalla bocca, solo un gorgolìo strozzato.
-Quando tornerà... se tornerà... Hideyoshi, dovrò farci quattro chiacchiere. Ma fino ad allora, sono io a comandare questo baraccone. Non è detto non lo sarò anche dopo.-
Era stanco, così stanco di tutte quelle baggianate. Potere? Onore? Tutti i presenti in quel villaggio volevano essere liberi, e trovavano un'altra prigione, dove chi era forte veniva comunque prevaricato per motivi idioti, chi era debole poteva cavarsela a prescindere per malriposti ideali di compassione. Quelli senza appoggi restavano tra gli ultimi, quelli con molti, diventavano in fretta invincibili grazie al sigillo maledetto. Non era venuto fin lì per quello. Non era per quello che aveva tradito Suna. E nessuno insultava i suoi burattini in ogni caso. Il burattino da combattimento raccolse l'involucro ormai vuoto di Ailish Nara e lo caricò in spalla, muovendosi verso l'esterno con un lieve inchino. Nuovo modello di automa prodotto in serie, questa volta armato, silenzioso e letale... sembrava un essere umano ammantato di nero, con un lungo vestito grigio, un simbolo del tao disegnato sulla schiena, il volto coperto... ma non lo era. Si sedette dietro la scrivania, schiacciando il pulsante dell'interfono raramente usato dal kage, installato da lui stesso un anno prima. Sembravano secoli.
-A tutti i ninja di Oto, qui è Yo Saito che vi parla. Avviso tutti che il controllo del villaggio è passato in mano mia. Ailish Nara è morta.-
L'occhio destro, nel frattempo, attivava con rapidi gesti, leggendo i suoi impulsi, una modalità chiamata "showdown". Numerosi protocolli di sicurezza scattarono, isolando alcune aree, blindandone altre. Stava impedendo a chiunque volesse di entrare nelle sue zone private, anche a lui stesso. Doveva prima risolvere una piccola disputa.
-Chiunque abbia qualcosa da dire, può venirmelo a dire di persona, sono nello studio del kage.-
scrocchiò il collo, liberando il braccio destro meccanico dal Kimono.
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Due giorni dopo, la calma era tornata in quelle sale. Aveva picchiato fin quasi in fin di vita una fetta enorme della popolazione di Oto, venuta a protestare. Aveva ucciso un'altro del quintetto del suono e relegato i restanti a compiti di sorveglianza e pattugliamento fino a nuovo ordine. Aveva stabilito il suo diritto di governo nel modo più immediato, brutale che conoscesse... supremazia del più forte, e a quella regola, potevano aderire più o meno tutti. Quando fosse tornato Hideyoshi, avrebbero avuto molto da discutere... molto davvero.
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