| ||
Reisei: Salve, vorrei un Reijiro da asporto, se non le dispiace. trillò lei al chiosco del ramen migliore di tutta Kumo. Il signore del ramen sorrise bonario, quasi per dire "buongustaia!", ed si accucciò per entrare nel retrobottega. Ne emerse con un grande sacco di iuta, sufficientemente capiente per contenere una persona, e lo appoggiò con uno sbuffo sul bancone. Uomo del ramen: Fanno 1000 ryo per la carne fresca e 2400 per la divisa all'ultima moda, per un totale di 3400 ryo. La Raikage pagò felice e si caricò in spalla il pesante sacco. Qualcosa al suo interno mugugnò contrariato ma nessuno parve dargli peso. Il vero Reijiro era a qualche metro di distanza, la mente leggera e per nulla stupito da ciò che stava accadendo sotto i suoi occhi stralunati. Non ricordava di aver mai visto un chiosco che vendeva suoi cloni a grandezza naturale come fossero dorayaki ma non gli dispiaceva. Il suo nome campeggiava gagliardo sull'insegna e di certo lo avrebbe reso famoso ovunque, nel villaggio. Un ottimo inizio per la sua carriera ninja. Non era nemmeno troppo intimorito da quella stentorea donna dai capelli color delle nuvole, anzi, a malapena la notava mentre trotterellava con un po' di bava alla bocca verso casa sua. Il suo sguardo si era soffermato su una ragazza che passava da lì, la chioma corvina e la pelle candida. Gli pareva di conoscerla da una vita ma non riusciva a ricordarne il nome. Passeggiava senza un pensiero per la testa, soave e delicata con un bel cestino di vimini sottobraccio. Fece qualche passo nella sua direzione, la mano tesa verso di lei. Voleva che si voltasse, voleva ammirarla, voleva chiacchierare con quel fiore meraviglioso. Cos'era quella leggerezza che percepiva, il petto così vuoto ma allo stesso tempo così pieno? Che fosse amore? Sì, lo era. Era certo di amare quella figura tanto quanto lo era di essere uno shinobi della Nuvola. Riuscì a raggiungerla mentre tutto, attorno a loro, virò verso un bianco quasi abbagliante. Quel momento era solo per loro. Le sfiorò la spalla e lei si fermò, ma senza voltare il capo. Un istante magico, apparentemente infinito, separò i loro sguardi. Il cuore balzava giocondo in gola, gli occhi bramavano la sua vista. Ed eccola, finalmente, soave e magnif- no. Qualcosa non tornava. Reijiro: R-raiona!? balbettò con orrore alla vista del Kamata in versione femminea. Reijiro: Raiona... Raiona-chan mormorò ancora incosciente, completamente sotto il controllo di quella lussuriosa bestia di nome Reisei Gekiretsu. Il tono con cui proferì quel nome, seppur assolutamente involontario, parve quasi romantico una volta smorzato dal pessimo controllo che un ragazzo svenuto poteva avere sulle proprie corde vocali. In un romanzo rosa si sarebbe scoperto in questo modo della cotta del co-protagonista, il nome di lei pronunciato in un sussurro durante un breve sonno pomeridiano. E l'antagonista, sempre bietta e pronta a qualunque cosa pur di rubare l'amore della sua vita alla sua arcinemica protagonista, si sarebbe fatta da parte. Avere la conferma di non essere colei che lui agogna ferirebbe qualsiasi cuore, anche il più coriaceo. Lascialo andare, Reisei. Non è così che conquisterai il suo cuore. |