Posts written by Jöns

view post Posted: 10/9/2021, 17:08     Forme e Vuoto - Eremi




Un enorme uomo avanza verso l'alba sulla pianura innevata praticando buchi nel terreno. Usa uno strano strumento con cui scosta la neve e buca il terreno, e con una mossa particolare del suo acciarino da ogni buco crea una scintilla e trae fuoco dalle rocce che qualcosa, o qualcuno, ha collocato in quel posto, buco dopo buco. Sulla pianura alle sue spalle ci sono coloro che vagano in cerca di ossa e quelli che non le cercano, e tutti si spostano vacillando nella luce lieve di quell'alba come meccanismi a orologeria, in modo tale che paiono frenati da una prudenza e una cautela che hanno un che di artificioso, che non sono reali di per sè. E così avanzano, uno dopo l'altro, seguendo quella traccia di buchi lasciati da quello strano enorme uomo, traccia che non sembra una ricerca di continuità, quanto piuttosto la verifica di un principio; un sigillo di sequenze e causalità, come se ognuno di quei buchi rotondi e perfetti dipendesse da quello che lo precede, in quella prateria innevata dove stanziano solo le ossa, i cercatori di ossa e quelli che non le cercano. L'uomo fa sprizzare il fuoco nel buco ed estrae l'acciarino. Poi tutti riprendono il cammino.



Eccoci giunti al termine, sembra incredibile, ma ce l'abbiamo fatta. So che è stato un percorso lungo, ma forse per il fatto di non soffrire più di tanto i tempi lunghi (che qui sono stati indecenti, me ne dispiaccio), sono soddisfatto senza riserve di quello che è venuto fuori. E questo nonostante alcuni aspetti della trama non siano stati sviscerati, a causa di tue giustissime scelte nell'approcciarti all'ambientazione, il che forse ti avrà reso un po' perplesso sul dialogo finale tra i due tipi, non lo so. Questa storia era intimamente collegata alla missione S a Sora no Kuni la quale, per ragioni più che comprensibili, sono stato costretto a mutilare, se la cosa ti interessa chiedimi pure in privato.
Torniamo a noi: che dire, a Catania si direbbe che il tuo approccio è "zenith", magistrale sotto tutti i punti di vista. Hideyoshi a mio parere è difficile da sviscerare, almeno, per me lo è stato, perchè è un personaggio ricco di ambiguità - anzi, credo proprio che sia l'ambiguità la sua colonna portante, in pensieri, giudizi, azioni. Ha un vissuto colossale alle spalle, il che aiuta in tal senso, ma senza un giocatore, anzi, uno scrittore esperto (mi concedo di usare questo termine) questo vissuto non è per nulla detto che sia in grado di dare vita a tutto questo. Se nei gdr, per la mia piccola esperienza, mi pare si dia sempre molto spazio alla bidimensionalità delle caratterizzazioni, giudicando spesso le ambiguità come "storture" dell'interpretazione, Hide è qualcosa che va contro tutto questo, scostandosi molto dai canoni di un semplice personaggio creato per un giochino. Va ascoltato, ponderato, messo costantemente in discussione, ma alla fine - almeno, a me è successo così - riesci a entrare nella sua prospettiva, a immergerti nei suoi panni. Cangianti, certamente, pieni di rimorsi e di illusioni, di costanti contraddizioni e speranze disattese. Credo questo aiuti a renderlo davvero così vivo e umano, e la cosa bella è che sono stracerto che tutto questo sia assolutamente intenzionale.
Tutto ciò è legato anche al tuo uso della scrittura che, unita alle capacità di narratore in cui già mi sono dilungato spero non troppo, a mio parere ti rende per distacco il migliore scrittore del forum. Ho sempre trovato curioso che nonostante questo non ti abbia mai visto scadere in autocelebrazioni, vanterie neanche velate o altre frocerie simili. Ammetto che, pur con risultati mediocri, ho sempre cercato di assomigliarti per questo.
La questione spinosa per grossa parte della quest, per quanto è già stato detto, era quanto Hide fosse veramente affine all'Egoismo dei serpenti, quanto veramente fosse in lui non tanto il desiderio di resistere al vuoto che lo stava da lungo tempo risucchiando, ma ad agire su di esso, di rielaborarlo a sua immagine (in termini di volontà) e così diventare "il legislatore dei termini del proprio destino". Quanto questo sia realmente possibile, sono questioni barbose a cui non so dare risposta e, soprattutto, non mi riguardano.
Che questa nascita, sotto la benedizione dei Serpenti (e forse non solo), sarà davvero "immersa nella malta che ci lega" o in qualcos'altro, a prescindere da questo Hide alla fine dei giochi credo si sia rivelato un degno portatore del sutra, non ci sono dubbi in questo. Non so se gdron questo valga ancora qualcosa, ma chissene, la storia comanda.


Dunque a te il Sutra dei Serpenti (il più baddass che esista, non c'è storia) e 1000 exp secondo il vecchio sistema.

Non credo debba darti altro.

Lascia le tue valutazioni nel prossimo post e se vuoi, mi ero scodato di dirtelo prima, perdonami, ruola pure liberamente i Serpenti o chi altro vuoi se hai in mente una chiusura corale. Insomma, a te!
E stato un vero piacere e, nonostante tutte le peripezie, spero che in piccola parte lo sia stato anche per te.
Dasvidania!
view post Posted: 30/8/2021, 17:11     Forme e Vuoto - Eremi
Rovine di Bousun, Yuki no Kuni, 14 marzo 249 DN, ore 18:00




La strada descriveva un tornante in cima alla collina e poi proseguiva lungo il crinale, e così seguendola ebbe a lungo la visione del fiume che fiancheggiava le casupole a est, lento e piatto, le acque una poltiglia di nevischio insanguinato che alle luci del crepuscolo si increspavano vischiose. Vide che la strada rimaneva buona finché non iniziava a scendere per le vie del borgo, divenendo lì bagnata e fangosa, ingombra delle tracce lasciate da uomini e bestie e chissà quali altre creature che l'avevano percorsa impazzite quella notte, e più avanti lo spettacolo di un'apocalisse. Un sorriso leggero, poi chiuse gli occhi e assaporò l'aria fresca che spirava da nord, delle lievi tracce di brezza marina con una nota di sangue rappreso. Stirò le braccia e le allargò, come volesse abbracciare la sua opera. Restò lì fermo per un bel pezzo.
"Ciao Makuro."
Si girò lentamente.
" - Ehi. Ormai stai riprendendo la tua cera."
Silenzio.
"Non ti aspettare ringraziamenti. Abbiamo saldato i nostri conti."
Ridacchiò e alzò i palmi al cielo.
"Certo, certo, ma chi te l'ha mai chiesto? Sei uno scorbuticone."
Si piazzarono lì sulla collina in silenzio, a osservare il paesaggio.
"Bel casino, vero?"
"Interessante."
"Breve e conciso, una risposta da te."
"Lei è sopravvissuta?"
"Penso proprio di sì."
"Nonostante le tue manipolazioni."
"Sapevo che ha la pellaccia dura. E non fare finta che la cosa ti importi. Da un punto di vista personale, intendo."
"Punto di vista personale."
" - Alcuni abitanti di questo sciatto paesello sono ancora in giro. Troverà il modo di sopravvivere. E poi, lo sai, noi sopravviviamo sempre. Vero, Akihito?"
Shirai non rispose.
"Il giudice è stato qui" disse Makuro dopo un po'.
"Sì. Lo so. Posso ancora sentirlo."
"L'ho visto parlare col ragazzo."
Si fermò per qualche secondo.
"Non ti interessa proprio nulla a te?"
"Solo ciò che è necessario."
Makuro sbuffò e scosse la testa.
"Mi ero dimenticato di quanto fossi lugubre e serioso. Pensavo che fosse solo l'effetto del veleno."
Vide che queste ultime parole avevano colpito Shirai dove lui avrebbe voluto. I suoi occhi sbarrati, scintillanti e assenti, come pietre bagnate, fissi sull'orizzonte.
"E cos'è che ritieni necessario?"
" - Che la mia parola non è morta. Niente la può cambiare."



Carcosa, Strati interni dell'Oblio, 14 marzo 249 DN, ore 6.36


Il silenzio profondo di una città eterna. Cristallizzata nella sua essenza. Intorno a lui, la foschia rossa lasciava intendere forme che sembravano espunte dalla memoria umana. Come se lasciassero il sentore e il dolore di un ricordo ormai perduto, e tuttavia presente in forma residuale. Oltre la foschia e le rovine perfette e immutabili, un uomo lo stava fissando seduto su una cassa di legno, al limitare della strada, o di quanto le rassomigliasse. Decise di avanzare lentamente, e notò presto che anche da seduto lo superava in altezza. Sembrava potesse essere alto due metri e mezzo e forse anche più, un cappotto di tela cerata e sopra un enorme cappello a larga tesa, e la nuvola di un sigaro che si spandeva nell'aria con insensati e perfetti rigagnoli. Delle dita piccole e infantili che serravano il sigaro, e quando sollevò leggermente la tesa del cappello, vide un volto placido e sereno, come quello di un bambino. In quel momento Hide si arrestò, in attesa.
"L'ultimo dei giusti" disse l'uomo. "Ecco l'ultimo dei giusti" e sorrise come un bambino e poi aspirò dal sigaro.
" - Parli di me o di te?" gli rispose dopo un po', in maniera informale, come non era suo solito. Prima che l'entità possa rispondergli, in un tono altrettanto serio, proseguì.
"Perché qui? Perché ora?
Sono quasi tre anni che questo luogo scava nella mia testa, e non ho mai incontrato anima viva oltre il velo. Mahiru mi aveva avvertito della vostra presenza, ma nessuno mi hai mai avvicinato... fino ad ora.

Perché?
"
Una paura a lungo soppressa si faceva largo dentro di lui, ed immediatamente essa prese a manifestarsi in quel luogo. La paura di star diventando quello che Mahiru aveva ipotizzato, la paura che fosse, infine, troppo tardi.
La paura che l'Oblio l'avesse preteso definitivamente, che fosse diventato uno di loro.
" - Tu che ne pensi?"
Il suo sorriso si fece più accentuato. I piccoli occhi illuminati di una luce scintillante e opaca.
"Ti ho riconosciuto dalla prima volta che ti ho visto. Eppure sei stato sempre una delusione per me. C'era un difetto nella stoffa del tuo cuore. Pensavi non me ne fossi accorto? Tra gli invitati alla danza, nessuno come te aveva conservato un cantuccio di clemenza. Nessuno come te l'aveva seguita e vi aveva partecipato e aveva ucciso senza tramutarsi mai in assassino. Ma adesso, alla fine, ti ritrovo qui."
Hide ascoltò con lo sguardo basso, in silenzio.
"Forse. Forse non ho scelta e non ne ho mai avuta. Forse sono un giusto per codardia, non per virtù. O forse ho avuto scelta, scegliendo di agire in disperazione, in sopravvivenza, uccidendo solo all'estremo bisogno... come un lupo nel peggiore degli inverni."
Lo sguardo dell'uomo sempre più acceso, e poi quasi in estasi ascoltando e osservando il Cantore, o chi per lui. Come se, forse, percepisse la sua paura, e in qualche modo ciò lo eccitasse. Dopo alcuni secondi si tolse il cappello. Forse solo adesso notò quanto fosse grasso. Come una balena era grasso, e la cupola scintillante del suo cranio splendeva delle luci rossastre e sinistre che li circondavano. Non aveva barba né sopracciglia.
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"Una giusta domanda però la tua. L'ordine non è messo da parte a causa dell'indifferenza. Permettimi di esprimere il concetto in questo modo. Ogni cosa è sempre stata la costante preparazione di un evento. Di un ballo, ad essere precisi, di cui ogni partecipante sarà informato del suo ruolo al momento opportuno. Il ballo è sempre tutto ciò di cui ci occupiamo, e al contempo nessuno ha pienamente modo di capire che cosa sarà, veramente, di preciso. Perché se lo sapessero veramente, potrebbero decidere di allontanarsi da lui, e comprendi che questo non è possibile. Se il ballo è tutto ciò di cui ci occupiamo, non può esistervi nulla al suo esterno."
Sorrise. Aspirò dal sigaro, buttò il fumo, e i suoi grandi denti luccicarono.
"Una cerimonia. Una cerimonia di una certa rilevanza, che forse è più consono definirla un rituale. E ogni vero rituale comporta uno spargimento di sangue, e ogni rituale che viene meno a ciò non è che mendacità e inezia. Perché è questo il fondamento."
Si guardò attorno. Poi tornò invasato su Hide.
"Quella sensazione al livello del petto, quel ricordo infantile di quando il gioco finisce ed è rimasto un unico solitario partecipante. Solo un gioco solitario, senza più avversari. L'assurdità, il vuoto, la disperazione. Perché è contro queste che impugniamo le armi, non pensi? E non è il sangue la malta che ci lega, l'elemento fondamentale che ci tempra?
È naturale chiedersi il perché di ciò, ma capisci come questo distolga dalla nuda roccia, dalla vena d'oro che ci unisce gli uni agli altri nella danza. Cosa contano, dunque, ora che sei qui, gli anni trascorsi e tutte le volte che ci siamo incontrati?"

" - O forse ancora, non deve essere così. In un altro mondo, in un altro futuro, non deve essere il sangue a legarci. Non ogni danza deve terminare in un massacro, perché sia degna di essere ballata.
"Solo capendo a cosa porta l'inutilità distruttiva di questo ciclo tutti smetteremmo di desiderare vendetta". Questo mi disse. Ed io le risposi che l'avrei fatto, che avrei pregato per un mondo migliore.
Ma la verità è che non desidero un mondo migliore. Non lo desidero perché non lo credo possibile.
"
Il sorriso dell'uomo si allargò, poi fece un cadenzato sù e giù con la testa.
"Per questo sono qui, per questo ho scelto di dare me stesso ai Serpenti, creature tra le più grette e sanguinarie.
Quello che voglio è un futuro migliore per me e per chi mi è stato vicino, per chi soffre il mio stesso tormento. Già tanto basterebbe, ma non posso limitarmi a pregare per averlo. Se gli anni trascorsi sono valsi a qualcosa, a capire qualcosa, è questo: ho bisogno di tornare integro, di essere forte, o quel poco che ho costruito collasserà come ha rischiato di farlo all'arrivo del demone.
"
" - Sai, non tutti sono adatti a tastare con mano il nocciolo del mondo e i fili che da esso si dipanano. Prendi uno di questi uomini e donne, che a iosa hai conosciuto. In ognuno di loro, spogliato ai minimi termini, giace il rammarico che la vita non sia un buon affare, e ciò maschera il vero centro dei suoi dispiaceri. Che gli uomini non agiscono come lui vorrebbe. Non lo hanno mai fatto, e non lo faranno mai. Guardati attorno."
Attorno a lui, ora avrebbe potuto osservarli nitidi, giacevano i resti e le carcasse di Bouson, ridotte a masse di carne squartate e irriconoscibili, uomini, donne, vecchi e bambini, dilaniati o sventarti, riversi al suolo o abbarbicati alle pareti come crisalidi vuote.
"Questo è ciò di cui sto parlando. E' questo che spetta al mio ruolo di giudice, è questo che intendo quando parlo di ciò a cui ogni vero danzatore anela, dovendo essere onesto con se stesso. Ogni altro artificio non è che una pallida replica, un'instupidita imitazione della stessa volontà, che è controllo e dominio. Guarda, non distogliere lo sguardo."
I suoi occhietti erano fissi su di lui, e finì il sigaro in un'ultima enorme boccata, lo ammazzò con la scarpetta e poi mise le mani sulle ginocchia a palmo in giù.
"E, tormenti o meno, il mondo andrà sempre avanti. Non dimenticarlo mai. I ricordi sono sempre incerti, e ciò che è stato e ciò che non è stato vanno sempre nella medesima direzione, passo dopo passo. Cosa pensi che sia la morte, in fin dei conti? Di cosa parliamo noi, quando parliamo di un uomo che fu, e che ora non è più? Sono ciechi enigmi questi, o non sono forse parte di un'immensa giurisdizione che ci unisce tutti quanti? Dov'è il passato, dimmelo? Dov'è chi ti è stato vicino? Dov'è tuo padre, e il suo amore per il clan? Dove Jin Kaguya, e il suo spirito di competizione? Dov'è Yo Saito, tua mimesi e nemesi che lasciati morire qui in uno strato molto più esterno? Dov'è il Suono, dov'è l'Hokage, spiriti di volere e potenza brutali, gretti, uguali nella sostanza? Dove sono Mahiru, e Kuro, e la necromante, e Otomika e Ailish, tramite la quale hai avuto questa possibilità? Dov'è Kiri, e quello stolto di Watashi e i suoi lacchè, dove sono le bestie? E dove sono i flautisti, dov'è la musica, dov'è la danza? Sai dirmelo, qui, ora?"
" - No, non qui, non ora."
Rispose, senza ricambiare quello sguardo.
"Ciò che resta di essi è fuori di qui. E mi sta aspettando.
Futile che sia, imitazione che sia, è ciò che voglio. Non mi aspetto un finale soddisfacente, non mi aspetto un buon affare. Non ne ho avuti fino ad ora... ma quel che mi resta, lo terrò. Finché potrò.
"
Lo suo sguardo del giudice si assottigliava, così come le sue labbra. Si piegò, verso di lui.
"Prima che le mie mansioni mi conducano lontano da qui, a est, io voglio dirti ancora questo. A mano a mano che la guerra verrà disonorata dalle orde di falsi profeti e la sua nobiltà messa in discussione, quegli uomini d'onore che riconoscono la santità del sangue verranno esclusi dalla danza, l'unico e vero diritto del guerriero. Eppure, ci sarà sempre chi è destinato ad essere il solo, vero e unico danzatore, e puoi immaginare chi possa essere quell'uno?"
Era ormai completamente sporto in avanti, come volesse penetrare nel suo interlocutore. Un'ennesima, lunga pausa.
" - Posso immaginare molte cose, ma questa... non credo di volerlo fare."
"Le tue parole sono più vere di quanto tu possa immaginare. Ma io te lo dirò. Solo l'uomo che si sia interamente offerto al sangue della guerra, che sia sceso fino al fondo dell'abisso e abbia visto l'orrore tutto intorno a sé, e abbia infine imparato che quell'orrore parla all'intimo del suo cuore, solo quest'uomo può danzare."
Si alzò sorridendo, e lo vide sovrastarlo come una montagna. Poi gli si avvicinò e lo strinse tra le braccia contro la propria immensa e terribile carne.
"Ascoltami, ragazzo. Sul palcoscenico c'è sempre stato posto per un solo animale. Uno soltanto. Tutti gli altri sono destinati a una notte eterna e senza nome. Uno dopo l'altro si immergeranno nel buio oltre il palco. Lupi che danzano, lupi che non danzano."
Non rispose a quell'abbraccio, nè lo respinse. Le braccia rigide lungo i fianchi. Così, si lasciò andare. L'oblio si dissolse, come un songo lucido sospeso tra la tempesta e l'incubo, in un vortice dove non c'era ordine nè gerarchia nè relazione con alcuna cosa appartenente al creato.
Si ritrovò di nuovo solo, tra le rovine di Bousun, immerso tra visceri, sangue e ossa. Le case distrutte, la neve tinta di rosso, l'alba all'orizzonte. Nel buio di quella falsa alba blu, intuiva che qualcosa era rimasto intorno a lui. Vaghe forme sinuose si aggiravano circospette, con movimenti minimi, gli occhi fissi su di lui. Poste a debita distanza. Solo una sembrava immobile, una statua accovacciata e ancorata alla terra, che era il suo dominio. Nello spazio che li separava, un'enorme rotolo, in perfetto equilibrio su una base, una bretella per ognuna di esse. Il premio che si era guadagnato. Il rispetto, quando non il timore, degli esseri dannati da cui proveniva, la moneta che lo aveva reso degno di un tale onore.

Eccoci qui, il prossimo è il tuo ultimo post. Fai quello che sai fare. Non esprimere ancora valutazioni, le esprimerò prima io nel post di chiusura e poi ci sarà un tuo ultimo post solo con le valutazioni
view post Posted: 15/7/2021, 17:16     Forme e Vuoto - Eremi
Come cacchio fai a trovare sempre le immagini perfette, io ancora boh



Le cose che arrivano alla stessa destinazione hanno seguito la stessa strada. Non è sempre facile vederlo ma è così, e questo forse scintillò in quegli istanti in quanto restava della mente del Cantore. Autocosciente, caparbiamente indomito, eppure rinnovato, evoluto, trasmutato. Come se l'instabilità della sua forma fosse alla ricerca di una nuova collocazione nell'universo che gli era stato dato, di quell'equilibrio cui ogni struttura anela, senza cedere all'annichilimento. Entropia. Non avrebbe mai ceduto all'ordine supremo, adesso, quando rancore, arroganza, disprezzo, egoismo traboccavano dal suo corpo, dalla sua mente, dalle sue parole.

Capisco, Eremita. Nessun giudizio, nessuna vendetta. Solo egoismo contro unità.



Ci fu una lenta pausa nel musica, e la corale riprese lieve, impercettibile, e nuove forme salirono sul palco e iniziarono la danza e proseguirono nell'ouverture finché non furono soddisfatte. Mostri striscianti e pezzati del massacro appena compiuto sibilavano e ruggivano rabbiosi alla vittima designata, e questa rispondeva al richiamo con la stoica e combattiva rassegnazione di chi sa di avere un ruolo ben preciso in questo mondo, che nessuno avrebbe mai potuto cambiare, perché mai nessun burattino potrà elevarsi così in alto e divenire così potente da opporsi al burattinaio.
Quando la danza giunse al momento stabilito i rettili si avventarono sulla creatura, e i primi morirono e perirono dilaniati e consumati. Il pungiglione dell'Angelo saettava e prosciugava dovunque trovasse materia, rimodellandola o assorbendola come più gli convenisse al momento, e il mostro a tre teste subì il medesimo fato e per poco il Cobra non lo seguì, e il Verme dovette dar sfogo a tutta la sua furiosa malvagità per uscire indenne da quello scontro mostruoso. Mutato nella sua forma, il Cantore avrebbe potuto guidare quella torma satanica, la più bestiale e feroce tra le fiere, non più uomo ormai, ma titano che in ogni suo passo conteneva la sfida e la maledizione dell'intero universo.

La rassegnazione è la mia virtù. Come l'acqua, io fluisco e rifluisco. Ogni evento è solo un'aggiunta di tempo a una pena che non ho mai meritato, ma che mi è stata imposta.



Gli parve di vedersi tutti loro, mostruosa orda vorace, banchettare sulle sue carni in disfacimento. Non seppe dire cosa successe negli istanti successivi, eppure presto si trovò in superficie nella sua nuova forma, circondato dalla sua torma, coperto di sangue e brandelli di carne come una bestia. E, forse, non si era mai sentito vivo come in quel momento. Poiché quella bestia che crede che i segreti del mondo resteranno nascosti per sempre vive nel mistero e nella paura, la superstizione lo trascinerà in basso, la pioggia eroderà gli atti della sua vita. Ma l'uomo che si assume il compito di individuare nell'arazzo il filo che tutto ordisce, in virtù di questa sola decisione si fa carico del mondo, ed è soltanto facendosene carico che egli può trovare il modo di dettare i termini del proprio destino. E lui era lì, pronto a farsi carico del mondo, lui e lui soltanto, pronto a divenire il legislatore dei termini del proprio destino.

Non so se il tuo prossimo post sarà l'ultimo o meno, ma siamo in chiusura (finalmente). Ho visto praticamente quasi tutto quello che avrei voluto vedere. Manca forse giusto un tassello...


Edited by Jöns - 16/7/2021, 17:59
view post Posted: 2/7/2021, 11:49     Forme e Vuoto - Eremi
Schivò i colpi e ondeggiava nel vuoto e quando la sentì a portata fece partire i suoi fendenti e si sentì inondato di sangue e fiele o qualunque altro umore avesse potuto contenere il corpo del suo nemico. Scendeva su di loro una notte lunga e fredda, e per un istante vi fu una quiete spettrale. Come se ogni essere e qualunque forma annidata in quel piano interstiziale ora vivesse nel terrore.
"Ora esistiamo insieme. Due cadaveri in una tomba."
Gli alberi iniziarono a chiudersi intorno a loro, forme maligne e funeste si sviluppavano come enormi androidi evocati dall'inconsistenza aliena di quelle carni in collisione tra loro, infanti che urlavano la loro maledizione al mondo tenebroso e maleodorante che gli era stato dato.
La sentì sgusciargli via mentre il sangue e la carne pulsante pezzavano lo spazio fuori e dentro di lui, e una leggera coltre di fumo si andava dipanando come a coprire le empietà del mondo.
"Creatura arrogante come loro sei diventato."
La sentiva echeggiare ancora da quel non luogo. Eppure ora ne avvertiva l'origine, lo spazio dato ai sensi della sua nuova forma emersa dal vuoto, e che ostinatamente a lui rifuggiva.
"La vostra morte rapida e indolore sarà, mentre noi periremo all'infinito..."
La nebbia sempre più intensa, e alla sua origine mutata in fumo, e avvertì nuovamente quella sensazione di dolore tornare intensa come prima, furiosa e lancinante, come se quell'essere immerso nel candore dei vapori stesse attuando chissà quale litania, come se per respingere la notte e il buio stesse mutando in un folle paracleto assediato dalle suppliche dell'intero limbo.

Ma capisco. La vita chiama. Si avvinghia a te, oh somma egoista.


Da quei fumi emerse un'entità ormai priva di alcun legame al mondo sensibile, un essere orribile e squamato, quattro arti principali a sorreggerne il peso e altri quattro simili a lance acuminate da cui si dipanavano protuberanze e viticci mobilissimi. una lunga coda simile a una lancia o a un pungiglione pulsante, e solo dalla testa lunga emergevano fauci orrende fauci da predatore invincibile.

Il silenzio riempie la tomba vuota, ora che io sono andata. Ma mai la mia mente ha riposo, perché i flussi non indugiano. La mia domanda sarà posta... e tu risponderai.




Cacciò un urlo che fece tremare quel piano interstiziale, e il suo dolore si fece più acuto e la vide avvicinarsi dinoccolata e serena in quella sua nuova vera forma. Senza rabbia, senza minaccia, quasi pensosa.

Fatica, combattere, vivere. Queste le somme dolcezze. Mente dopo mente, tutto si modella e assorbe. Alla fine, tutto sarà tranquillo e saggio. Prima che ottenessi un nuovo corpo, avevo già combattuto migliaia di eserciti. Consumato interi continenti di carni, menti e ossa. Ti dirò il segreto, poichè una sola una verità esiste. Ciò che è stato sarà, e ciò che si è fatto si rifarà. Non possiamo esimerci dal creare, ma la fine di tutte la nostre creazioni sarà guardare un pallido riflesso e vederci per la prima volta. Il dolore causato agli altri. Il dolore causato a noi stessi. Solo questo è il lascito della sfida, che è guerra e distruzione.




Gli girava attorno, come un predatore con una preda moribonda e che sente ormai in suo possesso, e d'improvviso non la vide più, immersa tra quelle tenebre con cui ormai era divenuta un'unica e terribile entità. Eppure avvertiva la sua energia da emissario demoniaco. Con un po' di sforzo, poteva ancora avvertire quel legame ormai viscerale.

Fammi curare la tua infezione, non mi addolora condividerla. Come te, tutti loro moriranno. Tutta la vita, e tutti i mondi. Dopo averti usato e consumato e abbattuto, anche per loro giungerà il giudizio. La loro vittoria sarà solo un'altra pietra sul monumento a tutti i vostri peccati. Uno a uno, si immergeranno nel buio eterno, che è la loro vera forma.



Silenzio, fumo, ombre, carne e sangue.

Tolgo la vita, o la do? Chi è la vittima, e chi è il nemico?



Edited by Jöns - 2/7/2021, 14:25
view post Posted: 4/6/2021, 14:50     Forme e Vuoto - Eremi
La contabilità era decisa. La forma tracciata. I viticci alieni divennero un tutt'uno col suo corpo, nuovi arti pronti a obbedire ai suoi comandi. Sentiva pulsare la sua pelle di lamine a squame. Pulsante e viva. Da quanto tempo non provava quella sensazione? Quel tepore, quel... soffio vitale. Quella pulsione alla lotta.
La tromba che aveva scelto di squillare funse da segnale, e le due orde primordiali si appressarono e avventarono l'un l'altro e danzarono e si urtarono vacillando. Alti sopra tutti, torreggiavano le figure del Cantore e della Madre, avvinghiati come in un tutt'uno, in una lotta insita e al di là della loro comprensione.
Avvertì l'urlo sordo della creatura, la sua sofferenza che pareva appartenere a una dimensione che poteva solo scorgere, forse lui e lui solo, e i priori e gli iniziati della medesima stirpe dannata.
Tra l'eccitazione gli umori della danza, la figura sgattaiolo via dalla sua furia, e preso dalla foga sentì l'innata pulsione di seguirlo, preda mutata in predatore, predatore mutata in preda, in continuo stuolo di vicendevoli vittime.
"Non sei mai cambiato...
Una voce ovattata, che poteva provenire da qualsiasi anfratto di quella serie di cunicoli immaginifici in cui si era ritrovato.
"... Lo stesso ingenuo e arrogante ragazzino."
Qualunque ombra possibile nascondiglio di una preda ferita.
"Ma ho pietà dentro di me, e tempo infinito. E anche impazienza, perchè sono tutto."
Avvertì una qualcosa muovere verso di lui. Come dei fendenti diretti verso di lui, pronti a lacerarlo. Era come se li avesse quasi previsti. A tal punto potevano essersi sviluppati i suoi sensi?

Perdona il ritardo e il post scarno, davvero, ma non mi andava di farti attendere oltre
view post Posted: 25/4/2021, 09:07     Forme e Vuoto - Eremi
La morsa del parassita cingeva le sue membra sempre più, secondo dopo secondo. I viticci aumentavano, la carne si squarciava nel ventre e nell'addome, eppure non vi era dolore, non vi era sangue. Era strano. Sentiva dentro di lui la pulsazione del Segno, come se questa stesse entrando in graduale risonanza con quel nuovo ospite alieno, entrambe pronte a sfruttare quel ricettacolo di carne per donargli nuova forma, più consona a ciò che gli si prospettava all'orizzonte, un orizzonte la cui natura, a quanto pareva - e come poteva essere altrimenti? -, gli era più che mai ignota.
"Bouson era stato liberato prima ancora del tuo arrivo" riprese la creatura e il coro che la accompagnava. "I flussi del Karma erano già in moto. L'inganno della coscienza pronto ad essere svelato. Una piccola parte di loro liberata, i più necessari a breve termine, o coloro che si erano ritrovati qui, quando rinacque il nostro nido.
Quando i benedetti ancora ciechi si spargeranno per il mondo, come sta avvenendo, nulla si opporrà al canto fuori dal tempo. Unisciti a noi, Eremita, nel canto dell'eterna vittoria.
"
Vide le presenze appena giunte strisciare e sibilare ai suoi lati, e i due schieramenti si fronteggiarono a distanza come due eserciti primitivi che intonano canti tribali e minacciosi un attimo prima del massacro. Un'ombra possente coprì ciò che rimaneva del suo corpo. Poteva avvertirne il sibilo venefico e terribile sfiorargli il volto.
"Dimostrami che feci bene a non farti a pezzi e divorarti nel mio covo. Mostrami che il tuo potere mi può essere ancora utile. Che non resti in vita qui alcuna creatura oltre noi! Aiutami in questo... e forse ti sarai mostrato degno di essere il tramite tra la nostra specie e la vostra. Meritevole di essere qualcosa più che cibo. Nostro pari nella lotta al vertice della piramide."
"I tuoi passati profeti sempre ti offrirono libertà da un'esistenza dannata. Ma il potere che ti offrono altri non è una nuova catena. Non fraintenderne l'intent-"
Una pausa inattesa. La creatura parve accasciarsi, come presa da un malore. Nessuno dei presenti, meno la creatura stessa, poteva immaginare cosa stesse accadendo frattanto a Sora no Kuni, tra le viscere di Kugyou. L'intervento del Ninja Dorato aveva sventato il propagarsi del parassita nell'isola, ed ora la Madre avvertiva il tremendo colpo inferto alle sue elongazioni come fosse stata lei il bersaglio.
"Ecco!" urlò Manda: "Non esitare, verme: colpisci!"
La morsa del parassita era presente, ma diversa. Come se ormai avesse nuovamente controllo del suo corpo. Come se il Segno fosse stato trasformato. In cosa, ancora una volta, gli era impossibile saperlo fino a quando non lo avesse messo alla prova.
view post Posted: 15/3/2021, 18:48     Forme e Vuoto - Eremi





" - Sì, lo so. Lo sento e al tempo lo sentivo" risposero le creature in un coro sussurrante. Tutto intorno la materia ormai decomposta di quello che poco prima appariva come il bosco lacustre parvero oscillare, appena impercettibile dapprima poi più intensamente fin quando la parvenza di forme che gli era data prese un rollio continuo e sempre più vorticoso, una rivoluzione intorno a chissà quale asse immaginario frapposto al centro di quel coacervo di abomini, tra lui e la figura femminile ora ben visibile. Aveva ora ridotto i passi che li separavano, e per quanto potesse notare o gli importasse, sembrava essere una donna slanciata, piacente in un certo qual modo nonostante quegli arti leggermente sproporzionati e, ora che forse ci avrebbe potuto fare più caso, anche una testa dalla forma curiosamente allungata, e a ciò potevano forse contribuire i capelli di cenere raccolti in un enorme e inusuale chignon che per il peso ne faceva ricadere l'estremità quasi tra le scapole. A dominarne il viso spigoloso, due pupille come fessure in una miniera d'oro.
"Sento la piaga che senza posa ti tormenta. "Risposta", io posso concederla. Posso darti ciò che cerchi. Ciò cui aneli. Ciò che già dentro di te risiede."
La presenza che sino a poco dopo il suo scontro con gli abomini aveva infettato la sua mente la sentì tornare, come stesse intensificando la sua morsa. Dalle braccia e dalle spalle orrendi viticci parvero prendere vita nel tentativo di donare nuova forma alla nuova carne. Ancora piccoli, è vero. Nulla più che serpenti fuoriusciti dal suo corpo, ma ancora per quanto?
"Posso darti la tua vera forma. Posso darti pace, una pace perenne. La pace cui tutti aneliamo, vogliamo. La pace che meritiamo. Sopravvivenza hai detto, e così sarà. Mai fratelli hai detto, e così sarà. Solo pace e libertà, per tutti, per sempre."


"NON ASCOLTARLA."


Si sentì rinvenire. Una nuova forza esterna dava manforte al suo istinto di conservazione ottenebrato. Il mondo in cui si era ritrovato e che lo cingeva anima e corpo tremava tra le ombre e l'oscurità, come disturbato.
"Non lo farà" continuò un'altra voce, maligna e sibilante. "Non oserà tanto."
"Il princìpio del male così si manifesta, infine."
Gli abomini come turbati da quelle nuove presenze indesiderate sembrarono trattenere a stento la propria ferocia, il loro desiderio di annientare l'origine di ogni sventura, e così gli alfieri del maligno sempre ben propensi a distruggere qualsivoglia ostacolo sul selciato del proprio interesse personale.
"Perché dovrebbe ascoltarvi? Quanta sofferenza ancora vorreste lui arrecare? Cosa mai giova il vostro egoismo? Le creature di Bousun lo hanno capito. Presto tale comprensione si estenderà."
Un ringhio feroce seguito da un sibilo.
" - Prima che ciò accada, li smembreremo tutti dal primo all'ultimo!"
view post Posted: 13/3/2021, 17:50     Conto Shinta Himura - Conti Nukenin
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view post Posted: 23/1/2021, 17:42     Forme e Vuoto - Eremi
Quel fazzuolo di Oblio parve reagire alle sue azioni come avesse vita propria, come mutasse la sua struttura reagendo alla sua aggressione nel tentativo di stritolarlo e staccargli la testa dal corpo. Fu questa la sensazione che lo colse, quando l'ombra divenne cenere e le altre creature ringhiavano e digrignavano i denti come antichi angeli ora assetati di sangue, e tutto intorno a loro mutava nuovamente in un oscuro e paludoso Stige di nauseabonda putrefazione.
Poi udì un sibilo. Gli parve udirlo solo nella sua mente, come fosse stato censurato come le sue stesse parole alcuni istanti prima. E fu come se le stesse creature lo avessero udito, o recepito, che avessero compreso quel segnale, se davvero quello fosse il verbo adatto per descrivere le dimensioni della loro esistenza. Due tralicci grondanti melma putrescente emersero dalle ombre dall'altro capo dello spazio in cui, per chissà quali circostanze all'interno o al di fuori della sua volontà, era stato catapultato.
"Questa non sarà la tua tomba. Tuttavia ti do ugualmente il benvenuto."
Quella voce che ora rimbombava dolce nella sua testa, originata in parte da lì. Poteva sentirne vicina la sorgente, ne era certo. E in qualche modo divenne consapevole che quella era la sorgente di tutte le sofferenze avute quel giorno. Quei piccoli occhi gialli, come due fari che non riuscivano a fendere le ombre eppure brillavano tra esse, curiosi e puntati su di lui.
"Dimmi, perché sei giunto qui, Eremita? Non offro perdono: i peccati dei padri passano ai figli."
Forse solo in quel momento, quando il dolore andava scemando, non sapeva dire se per quella tendenza di un corpo di adattarsi alle condizioni più gravose e renderle meno penose, come lui ben sapeva, o forse solo per volontà del suo sconosciuto anfitrione. Gli dei lo scampassero, avrebbe magari pensato, di questa seconda ipotesi - o forse no, chi poteva dirlo?; forse solo in quel momento si rese conto che la moltitudine di abomini che da ogni parte lo soverchiavano ripetevano all'unisono quelle stesse parole come un mantra, un carme di pari intonazione, quasi fossero più sorgenti di una stessa voce.
"Ma nulla è per sempre. Forse c'è ancora una possibilità. Le cose scorrono e riscorrono."
Il bosco lacustre e paludoso, fresco e buio, reagiva al ritmo di ogni sillaba come un organismo vivo, e la materia in putrefazione divenuta biancastra come i capelli di una strega pendeva dai tralicci e si ricollegava alla terra da cui aveva origine e a cui sarebbe sempre ritornata.
"Lo stesso mentore ci rese compagni; il fato ci ha fatto ricongiungere come nemici; ma le nostre scelte potranno renderci fratelli."

Edited by Jöns - 14/3/2021, 10:55
view post Posted: 9/1/2021, 18:11     Conto Shinta Himura - Conti Nukenin
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view post Posted: 9/1/2021, 18:11     Conto di Sasaki Keigo - Conti Nukenin
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