A seguire le cronache degli avvenimenti più importanti, ordinati dal più remoto al più recente, per aiutare i giocatori a immedesimarsi al meglio con l'ambientazione. Si tratta di estratti dalle Schede Villaggi, Akatsuki e dei Paesi Minori, tracce dei Tornei Chunin e degli Eventi Globali.
Come per festeggiare l'equilibrio raggiunto tra i neonati Paesi, fu organizzato il "Primo Torneo di Selezione dei Chunin": fu la Foglia ad ospitare gli altri villaggi e in quei giorni molte giovani promesse fecero brillare la propria stella, dando vita ad uno spettacolo a dir poco raro; tuttavia qualcosa andò storto. Al termine si verificò uno scontro alle porte del villaggio in cui fu coinvolto lo Shodaime Hokage: questi, intenzionato a proteggere le mura insieme ai membri della squadra ANBU, si impegnò con tutte le sue forze ma nonostante ciò ebbe la peggio e non riuscì ad impedire importanti fughe d'informazioni e il rapimento di alcuni suoi ninja. Si hanno poche testimonianze di quello che accadde quel triste giorno. Quel poco che si sa è pervenuto grazie ai giovani ninja di Konoha che hanno assistito agli scontri: l'aggressore fu Otomika Kaguya, detto "Spettro d'Argento", un misterioso shinobi che rappresentava al torneo il villaggio nascosto del Suono; altri raccontano che sul posto erano presenti anche due esponenti di Akatsuki ma ad oggi non si hanno effettivi riscontri. Successivamente all'attacco un giovane genin della Foglia arrivato tardi sul posto, sprezzante del pericolo, prese in spalla il corpo dello Shodaime per fargli avere al più presto delle cure mediche. I giorni e i mesi passarono ma di lui non si ebbero più notizie: probabilmente le ferite riportate erano troppo gravi per essere guarite
Con il tempo si venne a sapere della dipartita del Kage: i due Saggi anziani di Konoha, Hisashi e Sachiyo, cercarono di tenerla nascosta il più a lungo possibile per non allarmare gli abitanti, ma non poterono continuare per molto e quando venne il momento del triste annuncio, per non rischiare eventuali aggressioni esterne, decisero di nominare un suo successore. Anch'egli del medesimo clan, Nimuo Hyuga divenne il Nindaime Hokage.
Ben presto tuttavia Konoha fu attaccata di nuovo da quella che si scoprì essere un'organizzazione segreta che prendeva il nome di Abukara: fu soltanto grazie all'aiuto di uno straniero se quest'ultima ne uscì sconfitta. In molti ricordano quel giorno infausto come "Il Grande Incendio": nella confusione furono infatti molti i danni subiti alle strutture del villaggio, ma gli anziani saggi chiusero un occhio sull'accaduto e dando il via alla ricostruzione ringraziarono il forestiero senza nome originario di Suna. Purtroppo nella guerriglia il Nindaime fu ucciso e fu proprio la kunoichi sua compagna a ritrovarlo. Sconfitto il nemico e passato il pericolo la ragazza fu tenuta d'occhio molto a lungo dagli anziani Saggi e successo dopo successo fu messa in lista tra i migliori candidati per la nuova nomina.
La stella che i due anziani seguivano da lontano con il tempo divenne un jonin affidabile nonché un membro attivo della squadra speciale; dopo una missione d'infiltrazione in cui smascherò un nuovo ed importante piano di sommossa nei confronti di Konoha, fu ritenuta adatta a ricoprire il ruolo di Sandaime Hokage: il suo nome era Akane Uchiha.
Negli anni a venire il Paese del Fuoco si rivelò essere il più stabile, tuttavia periodicamente i Grandi Villaggi si riunivano ancora per "Il torneo di Selezione dei Chunin": questo divene una tradizione, un banco di prova per giovani shinobi e al contempo un modo come un altro per mascherare l'interesse delle varie fazioni di spiare i progressi e le abilità altrui.
Gli imprevisti durante questi Tornei si verificavano puntualmente, ma nessuno potrà mai dimenticare l'anno in cui l'evento fu ospitato per la prima volta a Kiri e il momento in cui il Mizukage Ki Momochi diede l'ordine di far collassare l'arena su se stessa: le lame di cui era composta avrebbero tranciato tutti i partecipanti, se non fosse intervenuto prontamente lo Yondaime Kazekage, Sabaku no Keiichi.
Fu quello tuttavia il suo ultimo atto eroico, o almeno l'ultimo che il mondo intero gli riconobbe. Da quel giorno infatti "Il Rosso", scoperti i tradimenti di coloro che credeva suoi fedeli compagni, diventò a sua volta un nukenin e trovando nel Kokage un compagno più che un superiore, inseguì la sua vendetta personale sfruttando le nuove capacità fornite dal sigillo maledetto, caratteristica unica del villaggio del Suono.
Nel mentre Suna e Konoha si allearono, così come Kiri e Oto, ma non passa molto tempo prima che il legame tra questi ultimi vacillasse, portando a una disgrazia che la Nebbia non avrebbe mai dimenticato. Al trono di Kiri sedeva la figlia del Momochi, Illya, la quale sfruttato appieno il legame con il Suono e raggiunti i suoi obiettivi, senza preavviso né verso Kiri né verso l'alleato, tradì il villaggio del Suono scagliandosi d'improvviso contro il Kokage. Non fu uno scontro fortuito. Illya morì portando con sè il sovrano del Suono e lo fece lasciando la Nebbia in balia della furia di Oto.
Venuto a conoscenza del tradimento infatti il secondo in comando del Suono, l'ex Kazekage Keiichi, marciò su Kiri.
I giorni che seguirono alla morte della Momochi furono tremendi per la Nebbia. Di colpo Kiri si ritrovò, prima ancora di potersene rendere conto, in mancanza del Kage e dei suoi sottoposti; gli Shinobi Katana, saputo della partenza del Rosso, fuggirono dal villaggio anziché restare a difenderlo, probabilmente per difendere i preziosissimi cimeli della Nebbia dalla furia di Oto. Fu così che quella che era un'ottima alleanza si trasformò in un cappio intorno il collo di Kiri: il sostituto del Kokage, Sabaku no Keiichi, si scagliò con prepotenza contro la Nebbia ed abrogò tutti i provvedimenti emanati dai Momochi. Abolì la tortura del marchio a fuoco e obbligò ogni Shinobi a portare un chip per evitare la fuga, così da poter controllare qualsiasi caso di rivolte esterne. Insediato un funzionario al governo del villaggio, si allontanò da Kiri abbandonandola a sé stessa.
A Oto intanto Hideyoshi Kaguya, l'allievo del defunto Kokage, venne indirizzato al comando. Nient'altro che una pedina nelle mani di Ailish Nara, braccio destro del defunto Otomika ed ora effettiva sovrana del Suono, Hideyoshi venne immediatamente inviato a Kiri per porre sotto controllo la situazione. Con l'ordine di trovare una guida fantoccio per la Nebbia e di stabilire un'accordo favorevole al Suono, l'ingenuo Hideyoshi sollevò dall'incarico l'agente del Suono al comando, e si rivolse alla folla del villaggio, chiedendo che nominasse un Kage.
Gin Aikido, Nandaime Mizukage, fu la risposta. In cambio della rimozione dei chip, il nuovo Mizukage si accordò con Hideyoshi, guadagnandosi l'astio di tutti coloro che lo avevano appena nominato.
Nel mentre anche l'alleanza tra Konoha e Suna vacillava, questo dal giorno in cui la Sabbia nominò Kairi Uchiha Rokudaime Kazekage. Essendo un traditore della foglia nonché ex compagno del Hokage reggente, vennero avanzate polemiche sulla legittimità di tale incarico, ma anche sulla lealtà del villaggio nell'ospitare un traditore ed ex membro di Akatsuki. Fortuna volle che gli anziani Saggi di Suna riuscirono a obbligare l'uomo a dimettersi con un compromesso: avrebbero dovuto esaminare un giovane shinobi da lui nominato, Takakuzu Saneatsu. Senza remore i due decisero di accettare il giovane ninja per poterlo manovrare come un burattino, ma di burattini si intendeva più lui di quanto quei due messi assieme avrebbero mai potuto sperare...
L'eco dei tumulti che l'intervento di Sabaku no Keiichi aveva provocato a Kiri non accennava a placarsi: incapace di mettere a tacere presso il popolo l'accusa di essere una pedina del Suono, Gin Aikido commise l'errore di riammettere gli Spadaccini nel villaggio per punirli pubblicamente. Il tentativo di addossare su di essi le colpe della sofferenza della Nebbia, sigillando le spade e marchiandoli come traditori, tuttavia, gli si rivoltò contro. Se qualcuno, tra i cittadini, poteva senz'altro condividere il suo astio verso la casta degli Spadaccini, che per anni aveva avallato lo strapotere dei Momochi, nessuno scambiò il gesto di Gin come un atto patriottico: sigillare le Spade significava eclissare uno dei capisaldi storici del villaggio, rinunciare alla sua forza d'élite principale. Messo ben presto con le spalle al muro da un'ennesima sollevazione, complice lo scomparire temporaneo della nebbia dal villaggio causato, così si disse, dall'apparizione del fantasma di Ki Momochi tornato per punire il Mizukage, e minacciato in persona da Kairi Uchiha, traditore di Suna e membro di Akatsuki, Gin si vide forzato a riabilitare gli Spadaccini.
Questo sarebbe stato il suo ultimo atto pubblico: pochi giorni dopo, a meno di un anno dal suo insediamento, Gin venne ucciso dallo Squalo, Ryushi Oizashi, che si dichiarò unico vero successore di Illya ed Hachidaime Mizukage.
Più a nord intanto Kumo restava nell'ombra delle sue preghiere.
Il trono di Sandā durò per ben quasi settant'anni, diventando il Kage che morì in assoluto in età più avanzata. Fu probabilmente lui a creare le mille leggende sulla fondazione di Kumo e sulle vicende del villaggio e con certezza assoluta (anche se gli unici testimoni di ciò sono gli Anziani) le sfruttò per incrementare questa esaltazione, incarnandola in una giovane rampolla del clan Yotsuki, Shiroko.
La giovane Shiroko fu un ottimo strumento di propaganda, dato che aveva una notevole differenza rispetto al resto del clan: la sua pelle era chiara e pallida. Le malelingue esterne al villaggio la definiscono semplicemente una meticcia nata da una relazione adultera tra una Yotsuki e un Ninja di Iwa. In ogni caso, fu strappata immediatamente ai genitori da Sandā che la crebbe sì con l'amore d'un padre, indottrinandola però con un'idea ben precisa: "Tu sei una dea". E in quanto dea, fu eletta Raikage appena compiuti i 20 anni, dopo un intensissimo addestramento. Qualche mese dopo morì Sandā Yotsuki, lasciando tutto il potere in mano a quella che sarebbe stata soprannominata "Chichinaru Kami", la Dea Pallida.
Uno dei suoi primi atti pubblici sarebbe stato la proclamazione del Quinto Torneo Chunin, svoltosi alla Nuvola sotto i migliori auspici, in un clima di sacralità che in nessuna parte avrebbe permesso di presagire il cataclisma che stava per abbattersi sul Continente in generale... e su Kumo in particolare.
Il dominio a Suna del delfino di Kairi Uchiha, Takakuzu, come Nandaime Kazekage arrivò ad un brusco termine quando, approfittando dell'allontanamento del comandante, gli anziani del villaggio proclamarono uno stato di emergenza. Resisi conto di non poter manipolare il burattinaio a loro piacimento, e non avendo più udito di Kairi per diversi mesi, i vecchi consiglieri decisero, con loro buona parte dei jonin del villaggio, di scrollarsi di dosso il giogo del criminale nominando uno dei più eminenti shinobi della Sabbia; un militare con un curriculum di assoluta obbedienza ed efficienza: Himura Koshima.
In un colpo di stato assolutamente senza spargimento di sangue, Himura guadagnò il palazzo come Hachidaime Kazekage, realizzando l'obiettivo degli anziani di installare una figura a loro compiacente al comando, che rinsaldasse i rapporti con la Foglia inaspritisi con l'ascesa di Kairi. Pur conscio di ciò, Himura non protestò minimamente, ed anzi obbedì loro finché il corso degli eventi non richiese l'intervento di una volontà inflessibile come la sua.
La Sabbia dovette attendere meno di sei mesi perché ciò avvenisse, e perché Himura Koshima si guadagnasse fama internazionale con il soprannome di "Kage d'Acciaio".
"Masayume"
( 正夢 - Sogno che diventa Realtà)
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Poi arrivò il Male in Terra. Tramite una visione mentale un Dio si presentò al mondo intero come suo unico signore e padrone, annunciando l'inizio di un Nuovo Mondo. Il quel giorno infausto risorgeva a Taki, nel Paese delle Cascate, il Tempio sigillato negli inferi del dio che prendeva il nome di Watashi.
Costretti ad assistere ed ascoltare, tutti seppero dell'intenzione di questa entità di voler festeggiare l'evento tramite la chiamata di Tredici Prescelti, ognuno dei quali avrebbe potuto esprimere un qualsiasi desiderio al suo cospetto e vederlo realizzato. Nessun limite fu imposto e fu specificato che ad ogni scelta, un raggio viola avrebbe solcato i cieli del mondo a sigillare il legame. Così detto, sparì. Il mondo tornò a girare, il tempo a scorrere come se nulla fosse successo... e nella specie dell'uomo si sarebbero accesi il dubbio e la speranza.
Scontrandosi con l'ignoto, nessun sistema di difesa era da considerarsi sicuro e la strategia iniziale applicata dall'Hokage infatti fu una semplice intensificazione dei controlli alle porte e una campagna interna al villaggio per allontanare dal pensiero comune le tentazioni del Dio: manifesti, raduni e qualsiasi iniziativa di propaganda volta a far desistere dal raggiungere il tempio, prescelti o meno che fossero. Messaggi di preoccupazione giunsero da Kumo, che ben presto furono estesi a tutti gli altri grandi villaggi, dando così iniziò a una discreta collaborazione tra i Paesi per raccogliere informazioni utili a fronteggiare il nemico comune. Sotto accordo giunsero quindi a Konoha molti shinobi della Nuvola, con il compito di studiare insieme ai ninja residenti quella creatura ingannevole risorta.
Se la politica applicata risultò efficace durante i primi giorni, con il passare del tempo non fu più lo stesso: i lampi viola nel cielo sancivano una dopo l'altra le scelte del Dio e con esse aumentavano non solo i dubbi sul futuro incerto, ma al tempo stesso la bramosia di una buona parte della popolazione, che pregava senza ritegno per essere scelta e poter esaudire i suoi sogni. Preoccupata e sconcertata da tanta superficialità, l'Hokage organizzò un raduno in piazza durante il quale, affacciandosi dalla balconata della magione, con eloquenza mise in guardia chiunque avesse tentato di perseguire i suoi scopi, dando ascolto alle false promesse di quell'essere: voleva spingerli a desistere, desiderava convincerli di ciò che rendeva davvero gratificante il raggiungimento di un obiettivo, cioè un percorso di vita fatto di sacrifici, la dedizione e il sudore della fronte, principi inscindibili dalla Volontà del Fuoco; ribadì così severamente, infiammandosi sull'importanza di coltivare i propri sogni. Il discorso terminò infine con un'amara sentenza di non ritorno per chi avesse ceduto a simili scorciatoie.
Gli ammonimenti sortirono l'effetto sperato: il vociare si acquietò e uno dei prescelti, Shiho Yamanaka, ebbe il buon senso di mostrare il marchio al suo capo villaggio.
"Masayume"
Watashi: cos'è l'uomo se non CIBO !?
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Ben presto giunse la tredicesima e ultima scelta del Dio. Quel giorno sarebbe rimasto scolpito nella storia come l'inizio di una guerra, e ancora una volta fu la Raikage la prima a mettersi in contatto con la Foglia, inviando un messaggio di Situazione Critica alla quale l'Hokage rispose con l'immediato rientro degli shinobi in missione.
I primi a fare rapporto al villaggio di persona furono due elementi delle forze di Suna: uno di questi, Hiro Takagi, dimostrò essere uno dei prescelti da Watashi e raccontò che, tramite il marchio che portava dal giorno della scelta, era stato evocato al cospetto del dio. Egli fu invitato insieme agli altri dodici ad esprimere il suo desiderio, tuttavia il tutto si rivelò un'enorme trappola per inghiottirli: Watashi infatti voleva usare le loro vite come sacrifici per la sua completa rinascita. Il più esperto del gruppo però, un jonin di Iwa, sacrificandosi riuscì a mettere in salvo gli altri, anche se non servì purtroppo a bloccare l'espandersi della minaccia: cibatosi di due vite il Dio, pur dichiarandosi incompleto, lasciò che la sua Progenie si liberasse con una velocità immensa.
Dettata legge sul mondo, inviò i suoi figli a distruggere ogni angolo del pianeta.
Pur lontana dall'epicentro del cataclisma, le sorti della Nebbia non parevano migliori di quelle del nord del Continente. La nebbia non accennava ancora a tornare quando, improvvisamente, l'Hachidaime Mizukage venne trovato divorato dalla sua stessa arma: la Samehada. Nel caos che seguì, le alte sfere del villaggio optarono per non rendere pubblica la morte del Kage ancora per diversi giorni. Un ninja di comprovata esperienza, Hogo Kyūjo, venne scelto come Kyudaime Mizukage. Sarebbe rimasto al comando della Nebbia per il resto della guerra ed oltre.
Sotto la sua amministrazione la nebbia tornò finalmente al villaggio. Il merito, tuttavia, finì con l'andare a due shinobi. Uno di questi era Hayate Kobayashi.
Iwa mantenne le distanze da tutto e tutti, ma il cataclisma che Watashi portò con sé mise a dura prova la fede della Roccia e mentre la Progenie avanzava all'interno dei confini, il popolo della Terra cercò rifugio nelle città maggiori, domandando a gran voce che anche Iwa aprisse le porte ai rifugiati. I capi mercenari, tuttavia, fecero pressione su Shosuke perché deliberasse contro questa possibilità, dato che provviste e denaro non erano da spartire con un popolo che non sentivano loro fratello: meglio conservarle per combattere i demoni. Tuttavia le forze messe in campo da Iwa non furono mai sufficienti a fermare l'avanzata e la politica inflessibile messa in campo dal Nidaime non impiegò molto a scontrarsi con l'ira del Paese. Due settimane dopo l'inizio della fine, una folla inferocita di disperati sfondò le porte del villaggio, riversandosi per le strade di Iwa e facendo razzia di tutto ciò che capitava a portata di mano. A migliaia morirono, quel giorno, e lo Tsuchikage riuscì a scampare per miracolo, mettendosi in salvo attraverso un passaggio segreto. La Terra aveva preteso dalla Roccia il suo pegno, e la sua definitiva sottomissione, in un bagno di sangue.
Non c'era tempo per correre dietro al Kage esiliato: la Progenie avanzava senza posa, ed era evidente che il Paese necessitava dell'aiuto dei suoi confinanti, per quanto odiati fossero. Così la gerarchia mercenaria superstite optò per un cambio di rotta, scegliendo trai suoi capitani quella che più aveva il sostegno delle masse. Una donna, cresciuta lontano dal villaggio, trai campi di confine, che aveva già una buona esperienza nel massacrare demoni. Chiye Koizumi.
La shinobi giunse accompagnata dalla sorella minore, sua guardia del corpo, mostrando un fare spensierato e vanesio che mal si addiceva ad un eletto del popolo. Avrebbe dovuto occupare il seggio vacante degli Hokori, e conquistarsi la devozione tradita della Roccia. Non furono in pochi a dubitare di lei.
Quando tuttavia entrò trionfante dai cancelli del villaggio, tutti dovettero ricredersi, e baciarle i piedi. Chiye aveva guidato le forze di resistenza, sconfitto Watashi in combattimento singolo, ristabilito la pace... e molto altro ancora, di voce in voce, di uomo in donna, l'immagine di un nuovo leader andava forgiandosi, qualcosa di cui la Roccia e la Terra avevano un disperato bisogno. Le statue della dinastia furono ben presto sostituite da quelle di una donna alta, vestita di scuro, bella come le notti della steppa, ma altrettanto forte ed inflessibile. Il Sandaime Tsuchikage aveva un solo occhio, ma era più che sufficiente per tenere d'occhio il suo villaggio, la sua gente, e soprattutto gli altri Paesi.
"Watashi"
Quei Germi presto avrebbero infettato il mondo e per fronteggiare questo male in continua espansione fu necessario avere un luogo di riferimento dove organizzarsi, poter unire le forze e respingere il nemico: di comune accordo con i massimi vertici delle autorità dei Paesi ninja fu quindi istituito un Campo Base nel Paese del Fuoco, circa a metà strada tra l'origine dell'infezione e Konoha. L'Hokage partecipò in prima persona alla costruzione e al rifornimento dell'accampamento e lo fece impiegando tutte le risorse a sua disposizione,fornendo sostegno anche agli Shinobi Alleati che giungevano da lontano.
Quando al Campo Base tutto fu pronto, non ci volle molto a dare il via alle prime spedizioni contro Watashi e la sua Progenie: i team composti per l'occasione entravano sempre più spesso in scontri diretti con quei mostri, raccogliendo alla fine della battaglia preziose informazioni sui punti deboli della specie. Molte furono le perdite nel tempo, così come le ritirate e il sangue versato ma nonostante tutto le notizie giungevano sempre maggiori dai superstiti, così come da chi tornava vittorioso: fu solo grazie al loro impegno se si moltiplicavano gli assi nella manica dell'umanità da usare contro il Dio.
Tra questi, di gran rilievo fu la scoperta dell'esistenza di antichi artefatti collegati ad antiche divinità, dei o semidei che già in passato avevano già combattuto Watashi finendo per sigillarlo per millenni.
Tra le notizie che giungevano, l'intervento di Sabaku no Keiichi in difesa di shinobi della Foglia creò sicuramente scalpore: il Sannin era tornato, confermando seppur non in via ufficiale che stava combattendo la loro stessa guerra. Fu dopo aver appreso di questo grande ritorno che l'Hokage, stanca di restare dietro una scrivania, si armò del suo forte spirito e decise di scendere in campo: Lo Yōkai di Konoha in prima linea con l'avanguardia.
"Il Giorno del Giudizio"
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L'alleanza degli Shinobi combatté ardue battaglie in ogni dove per tre lunghi anni: diversi Araldi oscuri furono abbattuti, ma i figli prediletti da Watashi diedero filo da torcere perfino ai team più esperti e consolidati. Stanco delle innumerevoli battaglie, il Dio decide di ritirare le truppe per concentrarsi su un primo grande bersaglio: tirò a sorte, e il nome sfortunato che ne uscì fu quello di Kumo.
Watashi aveva parlato. Come era già successo al principio della grande guerra contro la sua Progenie, aveva dettato le sue parole a tutto il mondo e stavolta senza messaggeri, senza angeli della morte pronti a far riecheggiare i suoi atti: semplicemente si era mostrato nel cielo divenuto buio, nella mente dei ninja, davanti gli occhi di ogni abitante di quelle terre. Il mondo aveva tremato, le onde dei mari si erano alzate e il vento aveva rinvigorito il suo soffiare abbattendosi sugli animi di chiunque non era ancora pronto ad affrontare l'ultima grande guerra.
Kumo era la prima tappa prescelta dalla Divinità oscura, il primo step infernale che i suoi figli, i suoi Generali, avrebbero devastato, depredato e conquistato al loro passaggio.
Era il momento per tutti i ninja di unire le forze e combattere fisicamente chi di questo mondo amato e protetto non faceva neppure parte, era il momento di dimostrare che qualsiasi nemico, qualsiasi faida, qualsiasi taglia, qualsiasi rancore era messa da parte per ristabilire l'ordine degli eventi, senza più un tiranno divino a giostrare la sua guerra.
Era l'alba del Consiglio deciso dagli esponenti dei villaggi maggiori, l'inizio di un nuovo giorno che avrebbe dato la possibilità a Kumo e all'intera terra di provare a difendersi contro un esercito demoniaco, contro arti oscure che in quegli ultimi tre anni si erano rivelate. Era l'alleanza globale di tutti i paesi, l'intervento di ogni forza speciale, l'incontro degli strateghi che avrebbero organizzato la difesa contro l'assalto finale del Dio, facendo emergere le risorse del lavoro di squadra e l'abilità di creare un contrattacco, mirato a disintegrare definitivamente Watashi e tutti i suoi figli.
Kumo, Konoha, Kiri, Suna, Iwa, Oto e anche altri paesi minori avevano portato i loro rappresentati nella sala centrale del palazzo del Raikage. Era il Consiglio per la guerra del mondo ninja, la guerra di tutti, la battaglia finale che avrebbe riconosciuto vincitrice l'alleanza degli shinobi o una divinità infernale.
"Masayume"
Il Summit: Pronti alla Battaglia Finale
Al termine del Summit, mentre le armate di Watashi si avvicinavano ai confini del Fulmine, venne il momento di comunicare agli eserciti di shinobi il piano d'azione.
Le parole della donna al comando riecheggiarono potenti, in modo che tutti potessero udirle, farsi scudo di esse e usarle per armare il proprio cuore di coraggio.
A guardia dei Confini e delle Porte vi era Hyou, Capo Divisione delle Difese, ex shinobi e ANBU di Kumo che aveva rinnegato il suo nome e le sue origini, rinascendo all'oscuro di tutti come membro di Akatsuki e Furikami: uno shinobi che metteva ora a disposizione la sua esperienza e le sue conoscenze riguardo l'estensione del perimetro da difendere; a presidiare le Zone adiacenti fu posto Ijiro Kenshin, Capo Divisione del perimetro esterno, jonin della Nuvola ed esperto comandante.
Nella Zona Nord, tra montagne e picchi, Capo Divisione dell'Avanguardia e del Reparto di Segnalazione fu Fujie della Sabbia col fedele Yasei, il due conosciuto a Suna per aver sventato l'avvicinarsi di un'orda di progenie insieme ai compagni Shou e Reiko, l'aracnide e la kunoichi dello Shakuton visibili alle sue spalle.
Shinji Aburame della Foglia fu collocato nella Zona Sud, per le vallate e l'area periferica, in qualità di Capo della Divisione della Retroguardia: egli era un jonin esperto del reparto Medico da Recupero.
L'Area Ovest, nella zona compresa tra i campi di allenamento e i palazzi storici, come capo Divisione Sensitiva e delle Comunicazioni, vide il principale membro di Akatsuki, Fuyuki Hyuga.
Al Bukigami, tempio Sacro della Nuvola, era collocato il Capo Divisione per gli Attacchi Aerei e dalla Lunga Distanza, Kinji Uchiha della Foglia.
Nella Zona Centrale, per le strade del villaggio, stava il Capo Divisione del reparto Medico da Guerra Yo Saito del Suono, ex shinobi della Sabbia.
Infine nella Zona Est, a presenziare il centro storico e la piazza principale, fu posto il Generale dell'Alleanza Shinobi e capo delle rispettive divisioni, Akane Uchiha, il Sandaime Hokage, meglio conosciuto come Yōkai, "lo Spirito demoniaco di Konoha".
I gruppi erano stati formati e annunciati pubblicamente, così come i loro generali che furono chiamati a gestire una piccola frazione di quell'alleanza mondiale.
"Nel Limbo"
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Dopo l'entusiasmo urlato a gran voce dalle varie divisioni ci fu tempo a sufficienza per porsi domande; ognuno mentre raggiungeva la sua postazione ebbe modo di pregare e chiedersi se fosse davvero giunta la fine del mondo.
Un silenzio ingombrante che sul campo di battaglia rischiava di essere il loro peggior nemico.
Pochi minuti dopo si udirono le prime esplosioni ai confini, lo sferragliare di armi, jutsu ripetuti in concatenazione e urla di dolore. La Progenie non fu sprovveduta come si pensava: applicò strategie meschine, assalti a sorpresa e manipolazioni infingarde in grado di destabilizzare anche alcuni degli shinobi al comando.
La battaglia finale durò un giorno e una notte e al nuovo sorgere del sole Watashi, capendo di aver sottovalutato l'unione di così tante abilità, decise di intervenire in prima persona. Per farlo il Dio fu costretto a diventare Uomo e per materializzarsi fu costretto a ingerire i suoi ultimi figli prediletti, due Araldi, ovvero uomini corrotti dal suo gene e che lo avrebbero reso mortale.
Sulla terra il cielo si oscurò improvvisamente, le nubi vennero dissolte e Kumo fu in pochi minuti resa consapevole di ciò che quei fulmini dal colore violaceo stavano prepotentemente cercando di fare: un bagliore rosso colpì un punto imprecisato del cielo e una barriera si rese visibile agli occhi di tutti gli abitanti del pianeta. Era come una porta, una porta dell'inferno, che nei suoi simboli incomprensibili celava la natura demoniaca che la rendeva tanto spaventosa quanto diabolica. Quel bagliore non l'aveva soltanto rivelata però: al centro della sua enorme superficie si poteva distinguere una crepa, lunga e articolata, da cui prima uscì un inquietante fumo nero, poi le grida acute e devastanti di un essere che riecheggiarono tra le pareti della Terra. Fu questione di istanti, prima che altre crepe piegassero la resistenza divina della barriera e quando cominciò a cadere in frantumi, il sorriso violaceo che apparve nel cielo, divenne un grugnito e due occhi formati da fiamme violacee si riconobbero attraverso i fumi dell'inferno. Sembrava fosse giunta la fine del mondo, si era entrati in un limbo, in una sala d'attesa tra la vita e la morte.
Di fronte al gruppo di shinobi superstiti, un Angelo. Ali oscure annunciarono il suo arrivo e quando un ruggito spezzò il silenzio assordante che fino a quel momento stava tenendo in una morsa il mondo, si presentò ai suoi ultimi avversari. Watashi in carne e ossa.
Nel buio e nella morte poi comparve chi avrebbe dovuto fronteggiare quel diavolo, circondato da una luce dorata, dello stesso colore dei suoi capelli e dei suoi occhi. Non era solo però, dietro di lui l'ombra di altri guerrieri intramontabili e inarrestabili, caratterizzati dagli occhi degli Uchiha e le spade del... Becchino. Si trovavano nelle cime di Kumo, lì dove il Limbo sembrava essere ancora più fitto, lì dove ognuno poteva vedere.
Seguì uno scontro senza esclusione di colpi, durante il quale gli shinobi non poterono fare molto altro: inermi assistettero allo scontro tra titani mentre di tanto in tanto qualcuno più coraggioso o folla lanciava un attacco per aiutare lo straniero ammantato d'oro. Il suo nome era Kai ma erano ben pochi a conoscerlo e a conoscere la sua storia, per gli altri era solo un puntino luminoso, simbolo della loro speranza.
I suoi occhi dorati incontrarono quelli del Dio e la forza che quel guerriero sprigionava lacerò l'aria circostante, mentre il volere di Watashi veniva piegato dal solo potere che poteva costringerlo a scoprirsi. La nebbia scura, unico scudo che lo proteggeva da un mondo dentro il quale non poteva sopravvivere, iniziò a ritirarsi e seguendo il suo spostamento ogni soldato dell'esercito dell'alleanza poté individuare quel maledetto angelo dalle sembianze umane, il loro vero obiettivo. Per diversi minuti Kai fu costretto ad attingere a ogni sua energia per mantenere il controllo e costringere il nemico, che inutilmente tentava di divincolarsi ruggendo come un leone in gabbia, fino a quando della nebbia che era scesa su Kumo non era rimasto altro che il ricordo.
I ninja dell'alleanza intanto erano giunti sul posto e prima che qualcuno potesse vederlo la sua figura si dissolse nel nulla, mentre un ghigno gli corrugava il volto e un ultimo grido si levava in alto. Fu a quel punto che la rabbia dell'alleanza esplose e ognuno dei presenti ebbe l'occasione di sfogare la propria collera. Ogni sorta di jutsu fu lanciata contro il demone ormai inerme, il cui corpo mortale venne travolto dalla forza del nemico e spezzato come un fuscello che invano lotta contro la tempesta. Una densa coltre di fumo lo avvolse e, non appena si fu diradata, soltanto laria pesante e traboccante di tensione fu visibile agli occhi di tutti.
L'unione fa la forza: fu quello il motto simbolo della vittoria di quella lunga guerra. Seguirono i festeggiamenti dei sopravvissuti, le lacrime e le cerimonie per i caduti e lentamente il mondo avrebbe preso a girare con i suoi meccanismi e con i suoi piccoli grandi intoppi. Il villaggio più colpito dalla guerra fu per ovvi motivi Kumo, che si trovò a dover ricostruire il novanta percento delle infrastrutture e far ripartire l'economia dal nulla. Prima che l'alleanza venisse sciolta questi ricevettero l'aiuto delle grandi nazioni, ma chi gli fu più vicina la Foglia, che mai smise di mandare rifornimenti, materiali e manodopera per aiutare.
Era già da un anno che la "Dea Pallida" si era ritirata nelle sue preghiere: l'ormai ex Raikage Shiroko Yotsuki aveva lasciato il posto ad un membro navigato del villaggio, un nerboruto e altrettanto scorbutico Giichi Ishiyaki. Lo Yondaime aveva difeso già al meglio il suo villaggio nell'ultimo periodo dell'invasione, ma da quando la guerra era finita non poté tollerare ancora per molto il Culto di tutte le Cose che si praticava nel villaggio, assieme alle altre religioni. Il tempo degli dei era finito, restavano solo il ferro e il sangue: era richiesto uno stile di vita più severo e spartano.
Pian piano l'uomo instaurò così una nuova politica, trasformando il Kumo in un villaggio chiuso e sospettoso; la ricostruzione fu completa e le sorti della Nuvola risollevate.
Sepolti i caduti e onorati i loro sacrifici in guerra, a Konoha ebbe inizio un lungo periodo ripresa. Pur non essendo il villaggio più colpito, esso subì un duro colpo principalmente per via delle ferite subite dal Sandaime: nel villaggio non si parlava d'altro se non della cecità di Akane Uchiha. Costantemente scortata dai suoi uomini più fidati, l'Hokage continuò a tenere ricevimenti in studio e amministrare al meglio il villaggio ma c'era chi si chiedeva se non fosse giunta per lei l'ora di cedere il passo ad un altro abile shinobi del villaggio: dopo dieci anni tuttavia risultava difficile immaginare lo stampo di un quarto volto sulla montagna alle spalle di Konoha.
La paura che qualcuno potesse approfittare della situazione crebbe giorno per giorno e si fece più concreta, quando si sparse la voce che il bambino dai riccioli d'oro che il Sandaime stava accudendo era suo figlio. Nell'immaginario comune questo andò a creare un motivo in più per venire presi di mira, e come spesso accade i timori attirano le catastrofi; ad appena pochi giorni dalla fine del conflitto l'ospedale del villaggio venne preso di mira: era il giorno in cui l'Uchiha aveva deciso di staccare la spina alla sorella in coma da anni e sottoporsi al trapianto oculare.
Quando l'intera ala della struttura esplose il personale e i pazienti ricoverati erano stati messi già in sicurezza ma nonostante l'intervento di numerosi anbu e volontari, i colpevoli riuscirono a farla franca, portando con sé un bottino importante: dieci cadaveri dall'obitorio risultarono scomparsi e tra questi figurava anche l'avvistamento del corpo marionettizzato della sorella del Sandaime. Così, anche se l'operazione di trapianto andò a buon fine, lo smacco fu grande e tornata al comando a pieno regime, Akane organizzò l'inseguimento individuando i primi nomi da incriminare per l'attacco.
Inoltre, delusa dall'operato degli anbu, da quel giorno l'Hokage decise di occuparsi personalmente di testare le loro abilità per dichiararli idonei al servizio: il loro numero diminuì drasticamente dopo i primi controlli e con l'introduzione dei test attitudinale i nuovi ingressi furono ridotti all'osso.
Yo Saito, tornato al Suono da comandante consumato delle forze del proprio villaggio contro Watashi, d'un tratto inviò un messaggio ai Kage per informarli di essere salito al comando. Senza dare notizie riguardo al suo predecessore Hideyoshi, con questo suo gesto affermò che il suo villaggio rinunciava al suo posto al tavolo dei Grandi Villaggi, vendendosi al migliore offerente come solo il migliore dei mercenari saprebbe fare. Firmandosi Primo Taishō, il "Burattinaio di Oto" iniziò così a concordare un incontro con gli unici due Kage che lo degnarono di risposta: gli unici corvi che tornarono con delle notizie furono quelli di ritorno dai vasti deserti del suo villaggio natale e l'altro di ritorno dai vasti mari dell'est.
Appreso del messaggio del Taishō, a Konoha venne vietato ogni contatto con il Suono, in quanto le informazioni in possesso dalle autorità favorivano teorie di complotto. Così facendo l'Hokage si mise in contatto con gli altri rappresentanti, per tastare il terreno e capire da chi dovrà guardarsi le spalle da li in avanti. In particolare cercò sostegno dagli alleati di Suna, chiedendo informazioni sul passato di Saito e sulle sue abilità per essere preparati in caso di necessità.
Nonostante la sua partecipazione a sorpresa nella guerra contro la malevola divinità dalle sfumature violacee, l'esercito della Roccia (così come il villaggio) sembrava aver subito in maniera più leggera il colpo inferto al mondo ninja. Dopo l'inusuale episodio di collaborazione da parte d'un villaggio da sempre riluttante allo scambio con l'esterno, i grandi capi decisero di chiudersi nuovamente nel silenzio per eleggere il nuovo kage. La manovra destò preoccupazioni e sospetti nelle altre nazioni, ma essa si rivelò necessaria ai fini dell'assestamento politico della stessa: la venerabile Chiye Koizumi, eletta Sandaime Tsuchikage, famosa in tutto il mondo come eroina di guerra, decise di rafforzare in questo lasso di tempo la sua posizione interna e l'immagine stessa della Roccia infangata dal dominio degli Hokori. La vecchia guardia venne allontanata dai ruoli di spicco che ricopriva e, al suo posto, subentrò la scorta personale della femme fatale: il controllo politico di Chiye Koizumi divenne totale.
Appoggiando i sospetti della Foglia, il Raikage accompagnato dalla Sacerdotessa e dal suo uomo più fidato viaggiarono fino a Konoha per parlare faccia a faccia con Akane Uchiha e formare un'alleanza segreta volta alla disfatta del Suono, di Akatsuki e simila.
Dopo un incontro con le rappresentanze diplomatiche del Grandi Villaggi, Hogo Kyūjo proclama il Sesto Torneo Chunin. Il torneo si svolge in un'atmosfera di fermento e rinascita, nonostante la tetra cornice della Nebbia, e l'eccitazione per un evento d'importanza mondiale allontana per un momento il ricordo della distruzione e sofferenza causate da Watashi.
La gioia, tuttavia, è soltanto per gli spettatori: durante il torneo i cinque Kage dei Grandi Villaggi si ritrovano attorno ad un tavolo, e la tensione monta immediatamente. Antiche inimicizie, sopite dall'arrivo della divinità, ora tornano a minacciare tempesta per l'intero Continente.
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Mentre il torneo è in pieno svolgimento, un redivivo Hideyoshi si presenta al cospetto dei Cinque riuniti a Kiri.
Senza offrire alcuna spiegazione riguardo la propria scomparsa, l'ex-Kokage domandò l'aiuto dei Grandi Villaggi per riottenere il controllo del Suono, caduto nelle mani di chi sarebbe sempre stato per loro una spina nel fianco. Non commettendo l'errore del Taisho, che aveva pubblicamente cercato l'appoggio internazionale per via di missiva, Hideyoshi si rivolse di persona ai comandanti, chiedendo il loro appoggio in segreto. Ciascuno dei villaggi avrebbe inviato un ninja per assisterlo, ottenendo in cambio il ritorno del Suono ad una neutralità completa. Soltanto Suna, patria del Taisho, rifiutò l'offerta.
Mentre iniziavano a correre voci sulla presunta morte di Giichi Ishiyaki nel villaggio era in corso...
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Diversi mesi dopo il Sesto Torneo Chunin tenutosi a Kiri, il villaggio della Foglia venne attaccato da Hyou di Akatsuki insieme a Reshef, Re delle Salamandre, scatenando una modesta ribellione interna. L'Hokage combattendo in prima linea riuscì ad evitare il peggio, insieme all'aiuto inaspettato di un ritrovato Keiichi, il quale dapprima chiese l'energia vitale agli abitanti di Konoha redistribuendola per curare i feriti, e poi si scagliò in una vera e propria carneficina contro i ribelli insorti.
Non molto tempo dopo Keiichi venne nominato Consigliere di Konoha e partecipò attivamente alle riunioni dei vertici.
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Intanto a Kumo si consumava un conflitto civile tra due fazioni ben distinte: una capitanata dalla Sacerdotessa ed ex Kage, Shiroko Yotsuki, e l'altra dal Raikge in carica, Giichi Ishiyake.
Il conflitto terminò tuttavia con l'arresto dei due e la nomina di Reisei Gekiretsu a Godaime Raikage.
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L'Hokage rientrò dalle porte del suo villaggio facendo testa ad un piccolo gruppo di shinobi e anbu, mentre la presenza tra loro di due traditori creava scompiglo per le strade: si trattava di Chiaki e Fuyuki Hyuga, anche conosciuto come Namida. Raggiunto il palazzo il Sandaime riunì il Consiglio e al termine annunciò la disfatta di Hyou di Akatsuki, esibendone le spoglie sulla cima della magione e lo fece spiegando in pubblico l'intera vicenda, iniziando dalla sua precedente fuga, e narrando di come i due Hyuga l'avessero aiutata a rintracciarlo. Rivelò inoltre che la presenza Fuyuki in Akatsuki era solo una copertura, che pur avendo portato buoni risultati, nonostante il reintegro del Jonin tra gli shinobi di Konoha, il suo allontanamento dal Villaggio - e quello di Chiaki, non sarebbero rimasti impuniti.
内戦 - Naisen: Guerra Civile
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A sei mesi dalla propria proposta ai Cinque Kage, Hideyoshi era finalmente pronto a condurre un'offensiva nei confronti dell'usurpatore Yo Saito, per riprendersi la sua antica carica di Kokage; accompagnato da una rosa di shinobi altamente qualificati, Hideyoshi riuscì, dopo un brutale scontro, nell'intento di espugnare quel dedalo sotterraneo, che si estende nel sottosuolo di Oto.
Poco dopo tuttavia una nuova minaccia si profilò all'orizzonte, e il Kokage appena reinsediato dovette presto prendere provvedimenti: diramò infatti una richiesta d'aiuto in cambio di denaro e piena amnistia dei crimini compiuti, per poter far fronte al preoccupante annuncio che l'associazione chiamata Taisei aveva appena diramato ai Capi di Stato di tutto il Continente.
Poco tempo dopo, Kiri vide verificarsi un nuovo cambio nelle proprie gerarchie: Hayate Kobayashi, Artefice dei Sette della Nebbia, attaccò e uccise il suo predecessore all'interno del suo stesso studio, assumendo immediatamente il titolo di Juudaime Mizukage.
覚醒 Kakusei: Risveglio
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L'annuncio diramato dal Taisei non tardò a rivelarsi veritiero: presto in tutto il Continente si resero tangibili i segni di presenze inquietanti, che confermarono i timori sollevati dall'Ordine. I Bijuu, i Nove Cercoteri, incubi partoriti dalle antiche leggende, stavano nuovamente imperversando per il mondo. Le tombe all'interno di cui erano stati sigillati dallo stesso Taisei secoli or sono erano improvvisamente state distrutte, causando la fuga dei demoni, furiosi per la prigionia e carichi di risentimento verso gli esseri umani. Tutti i Villaggi tranne Kumo si mobilitarono, offrendo supporto agli esperti dell'Ordine nel tentativo di sigillare nuovamente i Nove, mentre la Nuvola – nella persona di Reisei – proclamò di nutrire ben poca fiducia nei confronti del Taisei e di Kataritsuen, capo di tale associazione. Si asserragliò quindi dietro le sue famose mura, ma pagò a caro prezzo la sua arroganza, quando Son Goku attaccò e distrusse proprio quel baluardo che si diceva impenetrabile. La Raikage perì nel tentativo estremo di proteggere Kumo, che tornò ad essere devastata, piombando di nuovo nel caos.
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I Grandi Villaggi si trovarono ad accogliere un numero sempre crescente di profughi, mentre un nuovo attore fece la sua comparsa sullo scenario internazionale: il Kyo Dan, costituito da adoratori dei Nove ed avversario secolare del Taisei, pronto a tutto pur di assicurare la libertà dei Cercoteri – a discapito della vita umana. I Cultisti tentarono in tutti i modi di sabotare i tentativi congiunti di Taisei e Villaggi Ninja di sigillare i Bijuu, con sorti alterne, finché un impulso di energia catalizzò l'attenzione di tutti verso il Paese della Pietra: Kataritsuen in persona convocò tutti gli alleati nella località nota come Fukagizu.
A nulla valsero gli avvertimenti di Manpeiko, figura centrale del Kyo Dan, affinché i Villaggi non compissero il fatale errore.
Lì gli eserciti degli shinobi avrebbero dovuto affrontare in campo aperto i Cercoteri ancora in libertà, o almeno così era stato fatto loro credere... perché l'operazione si rivelò essere una terribile trappola, ordita niente meno che da Kataritsuen stesso.
Trovatosi nella necessità di sigillare i Nove e pronto a pagare qualsiasi prezzo per raggiungere il suo scopo, il capo del Taisei attivò un congegno tanto antico quanto incompleto e instabile: Il Gedo Mazo, statua mostruosa che emerse dal sottosuolo e assorbì al suo interno l'energia spirituale dei demoni e di gran parte degli shinobi schierati, senza distinzione di credo o provenienza.
Battaglie terribili furono combattute dagli spiriti intrappolati all'interno del colosso: scontri deliranti in ambienti da incubo, che andarono in pezzi nell'istante esatto in cui lo stesso Gedo esplose, ponendo la parola fine alle ambizioni di Kataritsuen, oltre che alle vite di numerosi ninja, provati dalla privazione estrema di energie. Il capo del Taisei fu catturato e gettato in prigione, nell'attesa che venisse completata una raccolta esauriente di prove a suo carico, prima di procedere ad un equo processo. Da quel giorno in avanti, dei Bijuu si persero le tracce, anche se i membri del Kyo Dan non si rassegnarono all'evidenza, né i superstiti del Taisei intesero abbassare la guardia. Rientrata la minaccia dei demoni, Kumo vide la proclamazione della nuova legislazione da parte del Consiglio dei Saggi, nuovo organo di governo scelto dagli Anziani a ricoprire il posto del Kage: la ricostruzione di Kumo avrebbe assorbito la maggior parte delle energie della Nuvola, i cui cittadini avrebbero atteso con pazienza il termine dei lavori, alloggiati in una tendopoli collocata fuori dal centro abitato.
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Anche Oto avrebbe avviato la ricostruzione, con l'insediamento ufficiale del Kokage Hideyoshi e la promulgazione di una nuova legislazione. Ora poco più che un assembramento di capanne lungo le antiche mura del villaggio, il Suono si prepara a diventare una metropoli in tutto e per tutto, richiamando genti da tutto il Continente e rendendo pubblica la propria posizione.
In un clima di rinnovata speranza e di duro lavoro, il Villaggio della Roccia ospitò per la prima volta il settimo Torneo di Selezione dei Chuunin. La Tsuchikage avrebbe stupito l'intero Continente per la ricchezza e complessità dei suoi allestimenti, tuttavia la manifestazione si sarebbe conclusa con una pillola difficile da mandare giù: la Koizumi infatti dichiarò pubblicamente non meritevoli del titolo la totalità dei partecipanti ammessi alla prova finale, inclusi gli shinobi di Iwa.
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