Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo, per Lucifergirl88 - ¬BloodyRose. - Sir Onion - Rove91

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/5/2023, 17:03     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
16,471
Location:
Belluno

Status:


Grotta Buia. Così recitava la caratteristica insegna della locanda che il gruppetto aveva scelto come luogo per iniziare le proprie indagini, lì a Sukoshi dōmu. Avevano deciso di spacciarsi per un paio di aspiranti minatori con appresso il figlio di uno dei due, per questo poco prima di arrivare nei pressi del villaggio, al riparo da occhi indiscreti, Takumi, Yu e Yosuke si erano trasformati nei rispettivi personaggi che avrebbero interpretato per quella sera, mentre Hideyoshi…beh lui era stato quello più sorprendente. Aveva preso le sembianze di un piccolo serpente e il Rosso lo aveva nascosto per bene nel proprio zaino. In questo modo avrebbero dato l’impressione di essere meno di quanti in realtà fossero. Un piano semplice che avrebbero continuato a costruire mano a mano che procedevano addentrandosi in quell’incarico.
La locanda da loro prescelta era uno dei pochi edifici costruiti in superficie e, a dirla tutta, spiccava abbastanza. Era un palazzo a due piani, affiancato ad un secondo della medesima grandezza. Un posto che, a occhio e croce, avrebbe potuto dare accoglienza ad un bel po’ di gente…il posto adatto a fare un paio di domande, soprattutto ad ora di cena, quando tutti si riunivano nella sala comune per consumare un meritato pasto. Per questo avevano atteso proprio quell’ora prima di farsi avanti…quando le ombre iniziavano ad allungarsi e il sole a sparire dietro l’orizzonte. Quando il buio cominciava a fare capolino. L’ora adatta ad una creatura come Natsume che con i suoi occhi ferini non avrebbe avuto problemi a muoversi là fuori e dare un’occhiata in giro, mentre loro si occupavano di mettere assieme una bella commedia nella locanda.


Erano in vista del loro obiettivo, ma non così vicini da poter essere scoperti, quando il gruppo di shinobi iniziò a mettere assieme i dettagli del proprio piano. Quello era il luogo indicato nel volantino recuperato dagli ANBU di Kiri, laddove tale Ushijima reclutava i volenterosi in nome del Tossico. Quanto meno, sembrava fosse a lui che ci si dovesse rivolgere per trovare lavoro, con tanto di parola d’ordine. Il che già lasciava intendere quanto la cosa fosse losca. Avrebbero dovuto agire con cautela, trovare più informazioni possibili e, per questo, Yu decise di ricorrere all’aiuto di Natsume per un primo sopralluogo della zona, mentre loro si occupavano di indagare nel luogo in cui avrebbero preso posto per la notte. Richiamò la Kitsune, facendola apparire di fronte ai suoi compagni di sventura e questi, dopo una prima occhiata generale coi suoi occhi intelligenti, si sedette abbracciandosi le zampe con la folta coda. Eeeeeh di che si tratta questa volta? Se c’era qualcosa che non si poteva imputare a Natsume era proprio la mancata capacità di leggere le situazioni. Quanto meno quel giorno non lo aveva evocato in bilico su una bolla a decine di metri d’altezza! Qualcosa di semplice. Sorrise Yu. Ho bisogno che ti introduca in questo villaggio, Sukoshi dōmu, e dia un’occhiata in giro, mentre noi entreremo a cercare informazioni nella prima locanda o ostello disponibile. Gli occhi ramati della volpe si fecero più sottili, mentre si sistemava meglio a sedere. Cosa vuoi che controlli di preciso? Gran bella domanda. Si tratta di un villaggio in cui è possibile venga estratto un materiale particolare e dove forse alcune persone vengono reclutate per oscuri esperimenti. Vorrei che tu tenessi occhi e orecchi aperti su qualsiasi discorso che possa sembrare quanto meno fuori dalla norma e che controllassi l’ubicazione degli accessi alle miniere. Se dovessi vedere che portano fuori qualcosa, verifica se il carico lascia il villaggio e, se no, dove viene trasportato. E se… Ok, ok frena caro il mio Legato! Ho capito. Si alzò in piedi sulle quattro zampe. Farò in modo di perlustrare in giro e carpire qualsiasi informazione utile. Lascia fare a me! Dicendo questo, una nuvola di fumo lo avvolse e, una volta diradata, lasciò intravedere un minatore di mezza età, ingobbito e sporco. Due sopracciglia folte e spioventi nascondevano due occhietti furbi che ammiccarono in direzione di Yu. Sono credibile? Il Rosso sorrise. Sei perfetto. Quindi si accorse di un movimento familiare alle spalle di Natsume. Giusto sistemerei solo una cosa… fece, indicando alla volpe laddove la sua coda si muoveva ancora, nonostante la trasformazione. Oh accidenti! E’ sempre difficile nasconderla! Si concentrò un attimo e in uno sbuffo anche la coda pelosa sparì. Ecco fatto! Allora io vado. Vi raggiungerò più tardi. Yu annuì. Ti aspettiamo in camera, lascerò la finestra aperta. Fai attenzione, mi raccomando. Un sorriso sotto la folta barba, quindi Natsume si voltò alzando la mano in segno di saluto, avviandosi verso il villaggio. Adesso toccava a loro prepararsi.


E ora era il momento di entrare in scena.
Varcata la soglia della Grotta Buia si aprì dinnanzi a loro la sala comune di una locanda di tutto rispetto. Avrebbe sicuramente potuto contenere una cinquantina di posti, sebbene ce ne fossero solo una trentina di occupati. Delle scale annunciavano l’ingresso al piano superiore, mentre una porta confermava l’ampliamento nell’edificio adiacente. Dietro al bancone dove si trovava la vecchia locandiera, la bacheca con le chiavi dava ad intendere che solo un terzo delle stanza fossero occupate…e decisamente non da gente del posto. Bastava un’occhiata ai presenti lì dentro per capire che fossero tutti minatori e forestieri, semplicemente intenti a godersi una buona cena. Nessuno aveva i tratti caratteristici degli abitanti di Ishi no Kuni, tranne la locandiera. Ma nemmeno sembrava ci fossero discorsi interessanti o movimenti strani. Per lo più era gente stanca che stava trovando un attimo di pace nel consumare il pasto, chiacchiere di poco conto si mischiavano al ticchettio delle bacchette e allo strascicare delle sedie sul pavimento.
Nei panni dell’aspirante minatore Toki, Yu si avvicinò al bancone accompagnato da Takumi che interpretava il ruolo di suo fratello maggiore Nori, nonché padre di Ikki, povero ragazzino sventurato che calzava a pennello al loro fabbro preferito. Si appoggiò alla superficie levigata - e un po’ appiccicosa - facendo un cenno all’anziana albina che si affaccendava tra piatti e bicchieri.


E’ lei la padrona qui? Avremmo bisogno di una camera per tre. Err…Due e mezzo in realtà. Parlò con una voce arrochita, mostrando un sorriso da fumatore sul volto piuttosto anonimo di un trentacinquenne moro che non si sbarbava da qualche giorno, mentre accennava col capo all’uomo sulla quarantina e al ragazzino accanto a lui.
La locandiera alzò subito le antenne e si fece avanti, presumibilmente con l’accoglienza che riservava a chiunque.


Buonasera, buonasera! Benvenuti alla Grotta Buia! Il mio nome è Ichika e sì, sono la padrona di casa! Siete fortunati, camere ce ne sono in abbondanza! Non potete certo passare la notte sotto le stelle! E si da il caso che questa sia la migliore locanda della superficie!

Tenendo fede agli accordi sulla loro recita, Takumi chiese la possibilità di avere una camera appartata per via dei problemi del figlio. Yosuke a quel punto fece del suo peggio, facendo sfoggio di una doppia personalità…cosa che gli riusciva bene tanto quanto quella che aveva normalmente. La cosa parve convincere Ichika, che affidò loro una delle camere del piano di sopra, in quanto generalmente la maggior parte degli avventori prendeva posto nel dormitorio affianco. Prese una delle chiavi dalla bacheca alle sue spalle consegnandola a Takumi, e indicando quale fosse la camera: la seconda sulla sinistra.

Lei è un angelo Ichika-san, glielo garantisco! Vero ragazzo? Yu ringraziò a modo suo - cazzo se era liberatorio interpretare qualcuno come Toki - dando quindi una spettinata alla zazzera di Yosuke. Siamo stati davvero fortunati a trovare ancora posto! Fortuna sottolineata anche da Takumi prima di proporre a Yu di fermarsi giù a cenare. Assolutamente, sto morendo di fame! Quindi, visto che la locandiera era piuttosto alla mano, proseguì con la recita. L’avevano presa bella alla larga, ma era necessario prima di arrivare a ciò che davvero gli interessava. Cosa ci consiglia Signora? Qual è il piatto forte della casa?

Oggi abbiamo dell'ottimo nattō con riso e salsa di soia, oppure tofu marinato grigliato con verdure. Vi consiglio entrambi, sono davvero squisiti!

Avrebbe santificato Takumi seduta stante quando ordinò, senza pensarci due volte, acqua, sakè e tre porzioni di tofu marinato grigliato con le verdure: se avesse dovuto sorbirsi il nattō, avrebbe dovuto trattenere i conati da lì al momento in cui sarebbero saliti in camera. Probabilmente lo sapeva…probabilmente valeva anche per lui. E poi via, il tofu e le verdure almeno erano più facili da passare al povero Hideyoshi nascosto nello zaino.
Vennero fatti accomodare su un tavolo e ci volle poco perché arrivassero le pietanze. Al coro di un “Itadakimasu!” il trio iniziò a cenare e, subito, Takumi iniziò come da copione a riempire di complimenti la donna, per poi passare a prendersi cura del figlio che abbisognava della sua medicina.
Di suo Yu si ritrovò ad assentire energicamente a bocca piena, ingoiando un grosso boccone tutto in una volta prima di rispondere al fratello, buttare un’occhiata in giro e iniziare ad indirizzare la conversazione laddove più gli interessava.
Davvero! E’ assurdo che ci sia così poca gente in un posto che offre una cena simile! Takumi lo seguì dappresso e Yu rincarò la dose. Eppure ci avevano detto che Sukoshi dōmu era un posto molto trafficato e difficilmente avremmo trovato un letto dove passare la notte, se avessimo tardato anche solo di un minuto.

Chi vi ha messo in guardia, giovanotti, ha fatto molto bene! Se non fosse che quelle parole non valgono più… Disse la locandiera, con un velo di malinconia nella voce. Fino a non molto tempo fa c'era davvero la fila fin fuori per potersi sedere al tavolo. Guardate ora, invece. Certo, non c'è da lamentarsi perché qualcuno ancora resiste, ma da quando molti dei minatori che erano arrivati hanno cominciato ad andarsene…i guadagni non sono più gli stessi. Pare che alcune delle nuove vene della miniera siano già esaurite, per questo la gente se ne sta andando man mano…Restano sempre meno stranieri, e la gente di Sukoshi dōmu non torna in superficie se non è strettamente necessario…Ahimè, questo posto è destinato a chiudere presto.

Una moria di forestieri, eh? Interessante. Forse era vero che la mancanza di nuovi arrivi era dovuta all’esaurimento delle vene della miniera, tuttavia con quello che sapevano di pregresso, veniva da chiedersi se tutta quella gente non fosse invece stata usata come cavia per gli esperimenti con le Fibre potenziate da quel minerale…D’altronde il volantino per il reclutamento di “lavoratori” indicava proprio quel villaggio come luogo X. Era certamente un punto interessante da discutere assieme agli altri, ma la recita doveva continuare.

Kuso…questo sì che è un bel problema. Finse una preoccupazione tangibile, cercando con gli occhi Takumi, suo fratello, per dare maggiore enfasi alla cosa. Eravamo venuti qui per cercare un impiego.

Fu allora che il suo compagno buttò giù il loro asso. E mentre intortava per bene la donna con la storia che avevano ideato, attirando su di sé l’attenzione, Yu ne approfittò per prendere un pezzo di tofu e farlo sparire rapidamente dal piatto. Infilò la mano col carico di cibo, tra le pieghe dello zaino - posto a terra tra le gambe - dove avrebbe trovato la pelle squamosa di Hideyoshi. Non era chissà cosa quel tofu…ma meglio di nulla. Però se Takumi ne avesse avanzato, avrebbero potuto portarselo in camera per Natsume: era una di quelle cose di cui le Kitsune erano veramente ghiotte!
Riportate le mani dove avrebbero dovuto stare, ovvero sul tavolo, diede orecchio alla risposta di Ichika, che valse la pena di quell’intera messa in scena. Pareva infatti che tutti i forestieri che arrivavano in cerca di un lavoro chiedessero di Ushijima. Un vecchiaccio a detta della donna, che forse avrebbe potuto indirizzarli al posto giusto per trovare il lavoro che cercavano. Era possibile trovarlo all’alba, al pozzo a Est.
Per un momento Yu si sentì come il predatore con gli artigli protesi sulla preda, quell’istante di sospensione, in cui già si godeva dell’attimo seguente che sarebbe venuto: quello in cui le grinfie si sarebbero piantate nelle carni dell’obiettivo.


Ah lei è troppo gentile Signora! Sarà davvero difficile ringraziarla come si deve, per questa dritta. Faremo tesoro dei suoi consigli. Quindi si chinò brevemente. Domo arigatō.

Una volta rimasti soli al tavolo, ci furono una serie di fugaci e loquaci occhiate tra i tre, accompagnate dalla consueta recita che sarebbe dovuta continuare fino a quando occhi indiscreti non fossero stati ciechi nei confronti delle loro figure.
Avrebbero avuto un po’ di cose di cui discutere una volta arrivati in camera. Avevano scoperto qualche dettaglio interessante e poteva essere buona norma controllare di persona. Anche se, per quanto ne sapevano, la parola d’ordine indicata nel volantino avrebbe potuto essere stata soppiantata da una nuova. C’era da discuterne. Chiaramente in quel luogo succedeva qualcosa e si augurava che Natsume potesse dare loro qualche altra informazione dopo il suo giretto esterno.


« La giovane Kitsune saprà farsi valere, come sempre. E’ quel tipo di volpe che non torna senza portare qualcosa tra le zanne, lo conosciamo bene ormai. »
L’importante è che non si impunti troppo. E’ da solo lì fuori e se davvero qualcosa di marcio si muove in questo villaggio…o sotto lo stesso, preferisco essere con lui.
« Oh per tutte le code Yu! E’ il tuo Legato, sa fin dove può spingersi. La sua forza e la sua abilità sono indiscusse a Momiji. Non farti contagiare da preoccupazioni inutili. Non ho voglia di avere il mal di testa! Questa missione suicida è appena iniziata. »
Ryōkai, Kurama-dono! Scherzò. Farò del mio meglio.
« Tsè, sarà il caso. »

Buttò giù l’ultimo sorso di sakè, intavolando qualche conversazione superflua prima di decidere che fosse il momento di lasciare la sala comune e prendere posto in camera. I due adulti si alzarono, accompagnati dal ragazzino, salutando e ringraziando nuovamente la locandiera per l’ottima cena e l’ospitalità, accomiatandosi per la notte.
Salirono le scale scricchiolanti, dirigendosi alla stanza loro assegnata, la seconda a sinistra. Una volta lì la loro missione sarebbe passata allo step successivo.


Yu

CITAZIONE
Ninjutsu - Tecnica della Trasformazione
Tratti: Sigilli, Supporto

“Utilizzando il proprio Chakra, l'utilizzatore può assumere le sembianze di qualsiasi cosa, animale o persona voglia, per poter utilizzare varie strategie. Si interrompe automaticamente quando l'utilizzatore viene colpito.”

Ninjutsu - Richiamo (Limite: 2) [CHK: -4]
Tratti: Supporto, Sigillo

“Tecnica di Evocazione per richiamare oggetti, persone o altro.”
Effetti:
  • Gli oggetti, persone o altro richiamabile riportano nella descrizione: ‘RICHIAMABILE (Limite: X) [Costo: -Y]’. Il Limite occupato dal Richiamo ed il suo Costo diventano i numeri indicati nella persona o altro richiamata.

  • La persona/Evocazione o altro richiamato è incluso nel Combattimento. Una persona o Evocazione evocata in questo modo agisce come fosse un ninja autonomo (Alleato dell’Evocatore e controllato dal giocatore che lo ha evocato).

CHK: 130-4= 126


Natsume

CITAZIONE
Ninjutsu - Tecnica della Trasformazione
Tratti: Sigilli, Supporto

“Utilizzando il proprio Chakra, l'utilizzatore può assumere le sembianze di qualsiasi cosa, animale o persona voglia, per poter utilizzare varie strategie. Si interrompe automaticamente quando l'utilizzatore viene colpito.”
 
Top
view post Posted on 7/5/2023, 17:28     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


Avevano raggiunto la loro meta prescelta, Sukoshi Dömu, senza ulteriori rallentamenti. Una cittadina piuttosto singolare che si estendeva tanto in superficie, con locande e svariati locali commerciali messi a servizio degli avventori, quanto nel sottosuolo. Era proprio qui, stando al famigerato volantino recuperato dagli ANBU della Nebbia, che avvenivano i misteriosi reclutamenti per l'estrazione. Una comparsata ben organizzata, considerato quale probabile fine avrebbero poi fatto gli sciagurati minatori che avessero acconsentito a prestare servizio. Ma era proprio quello il loro piano: entrare in una delle locande che la loro destinazione aveva da offrire, cominciare ad indagare sugli accadimenti e perché no, farsi reclutare dal fantomatico Ushijima, menzionato come referente per quel tipo di ingaggio. Con le mani in pasta avrebbero avuto molta probabilità di comprendere meglio il giro, di interromperlo e di trovare i loro reali obiettivi. Dovevano essere come un tumore, che silenzioso s'annida nelle carni, divorandole. Non un lavoro da ragazzi, senza dubbio. Ma era proprio quel brivido, donato dalla situazione di pericolo, a dar linfa vitale a uno shinobi addestrato. Matatabi ci metteva ovviamente del suo, in questo circolo di dovuto timore per l'avvenire e assuefacente adrenalina. D'altronde, per lui era come giocare con dei topi.
Decisero di comune accordo di inscenare una situazione propedeutica al piano scelto, inpersonificando due fratelli minatori con al seguito il figlio problematico di uno di essi. Per poter giocare in maniera sicura e insospettire il meno possibile, il castano si era offerto per interpretare Nori, padre del complesso Ikki (interpretato da un magistrale Yosuke/Isao che non avrebbe dovuto fare poi molto per apparire tale) e fratello maggiore di Toki (interpretato dal suo Yūzora, che solo poteva dargli manforte in quel compito). Hideyoshi avrebbe assunto le sembianze di un serpente e si sarebbe tenuto nascosto nello zaino del Mizukage, così da permettere al gruppo di giocarsi la carta del depistaggio e apparire in tre piuttosto che in quattro.
Si trasformarono li, lontani da occhi indiscreti, nascosti fuori dalla cittadina appena raggiunta. Il castano prese le sembianze di un uomo sulla quarantina da poco avanzata, con capelli mediamente corti, scompigliati e poco curati rispetto ai propri, castani anch'essi. Occhi profondi di un grigio opaco, solcati dalla fatica e da qualche ruga d'espressione; appena un accenno di baffi e barba sotto al mento, con un pizzetto tagliato visibilmente con delle forbici per cercare di dare una parvenza di decoroso; fisico scultoreo di un minatore con anni d'esperienza alle spalle. Un uomo piacente, seppure mostrasse tutto l'aspetto di un lavoratore che aveva passato l'intera vita nella mediocrità e nelle miniere. Erano pronti ad entrare nella locanda "Grotta Buia", una struttura su due elevazioni con adiacente una seconda dalle medesime caratteristiche. Nel frattempo, Natsume, la giovane kitsune, avrebbe setacciato l'esterno trasformato da vecchio minatore.

Entrarono serenamente, simulando quel pizzico di fatica di fine giornata che ben si addiceva all'ora in cui varcarono la soglia, con le spalle leggermente curve per il peso degli zaini. La taverna era ampia, abbastanza da accogliere un piccolo esercito di minatori affamati e la locandiera, al di la del bancone, stava trafficando con delle stoviglie. Alle sue spalle, le chiavi delle stanze. Aveva notato una cerca carenza di avventori ai tavoli e quelle, attaccate penzoloni ai loro ganci di ferro, erano state una conferma a un occhio attento come il suo: ne mancavano giusto un terzo. Molte meno di quelle che si sarebbe aspettato. Da quel momento in poi sarebbe partita la loro messa in scena, aperta magistralmente da uno Yūzora perfettamente dentro la parte che, avvicinatosi alla locandiera, chiese una camera per tre, indicando lui e il compagno dalla doppia personalità. Lui si limitò a un sorriso appena accennato e un garbato saluto con la mano. L'anziana donna al di la del bancone li accolse calorosamente, mostrandosi affabile sin da subito.
Se fosse possibile non direttamente comunicante con le altre. Purtroppo mio figlio non sta molto bene. Da quando sua madre è morta - che i Kami l'abbiano in gloria - soffre di disturbi psichici e a volte diviene molesto e inopportuno. Non vorremo disturbare i suoi ospiti.. soggiunse, indicando con aria piuttosto affranta Isao/Yosuke che, senza farselo ripetere, prese a mostrare il peggio di sé. Fastidioso figlio di puttana, ci andava pure bene a fare la parte dello svitato! Mh sì capisco, posso darvi una delle camere qui sopra. La maggior parte degli ospiti dorme nel dormitorio qui di fianco, sopra è molto più tranquillo. rispose la donna, che si bevve senza ulteriori domande la problematica psichica del giovane Ikki. Prese dunque una chiave alle sue spalle e la porse proprio a lui. Ecco a voi, la stanza è la seconda sulla sinistra. Takumi la prese con un sorriso grato, mentre il compagno ringraziava la signora e interpretava un affettuoso zio. Fortunati è dire poco! Grazie ancora per la sua gentilezza. rincarò lui, salvo poi richiamare il figliolo per poter andare in camera. S'arresto dopo qualche passo, dubbioso, prima di rivolgersi al fratello. Forse ci conviene cenare, prima di salire. Che dici? Ovviamente, la loro sintonia era tale da innescare subito la reazione del compagno, che colse subito la palla al balzo e chiese alla donna quale fosse il piatto forte. Nattō?! Assolutamente no, o avrebbero rischiato di rimettere l'anima sul bancone. Prendiamo tre porzioni di tofu, che dite? E del sakè per me e mio fratello. Per mio figlio solo dell'acqua, grazie. ordinò, accomodandosi al bancone e facendo la parte del padre che aiuta il figlio a sistemarsi a sua volta. Non era il massimo bere in missione, ma due minatori adulti che prendono solo dell'acqua sarebbe stato altamente sospetto. E poi, un bicchierino, per quanto scadente, non si rifiutava mai. Sperava solo non sapesse di piscio alcolico e avesse almeno una parvenza di sakè. Benissimo, allora accomodatevi pure, vi servirò subito la cena. rispose la signora nel frattempo, andando in cucina per poter servire i clienti.
Li raggiunse poco dopo con i tre piatti e le bevande. Preparandosi al pasto, si espressero in un rispettoso "itadakimasu" e, prese fra le mani le bacchette, iniziarono a mangiare. Takumi, preso il tofu fra di esse, lo addentò. Sarebbe stato un parto mangiare tutta quella roba con fame, dato che non ne aveva.
Uuuhm oishii! esclamò, simulando un gradimento che non c'era. Non era cattivo il cibo, ma non era nemmeno questo gran che. Oltre che un angelo siete anche una maga ai fornelli! Ikki, prima di finire prendi la medicina o ti rimarrà il sapore brutto in bocca. soggiunse quindi, rivolgendosi a Isao/Yosuke come un padre premuroso e allungando la mano chiusa a pugno che avrebbe dovuto contenere la sua fantomatica medicina, presa direttamente dallo zaino a terra. Movimenti rapidi, ma chiari agli occhi di chi guarda. Il compagno, continuando con la recita dello svitato, stette al gioco e fece finta di mettere in bocca qualcosa, buttando poi un sorso d'acqua successivamente. Anche Yūzora stette nuovamente al gioco, complimentandosi a sua volta per la cucina ed esternando una chiara sorpresa nel vedere poca gente alla locanda. Cogliendo la palla al balzo, Takumi fece per guardarsi attorno sbigottito. E' vero, non ci avevo fatto molto caso! rincarò, tornando a guardare il fratello che subito rincarò la dose, ottenendo dalla donna una dichiarazione personale abbastanza importante che successivamente, ne era certo, avrebbe sciolto ben bene la sua lingua. Mostrandosi dispiaciuti, fu quindi nuovamente il turno di Yūzora di mettere l'esca all'uncino, consentendo successivamente al castano di lanciare l'amo. Sospirò, fintamente affranto. Ci avevano detto che in queste zone era facile trovare lavoro come minatori, ma forse abbiamo capito male. disse, rivolgendosi alla locandiera. Sa.. speravamo di prendere posto e guadagnare un gruzzolo migliore dei quattro spicci che fino ad ora abbiamo guadagnato. Le medicine del mio ragazzo costano e non posso permettermi di fargliele mancare. proseguì, mettendo in tavola quella storiella strappalacrime che sicuramente avrebbe fatto presa su una donna come quella. L'ho promesso a sua madre, che mi sarei preso cura di lui sino alla tomba. rincarò, facendo un breva pausa prima di soggiungere con un E' davvero così impossibile trovare un lavoro dignitoso qui?
Colpita e affondata.
Beh, anche se alcune cave sono state chiuse, credo che un lavoro ancora si possa rimediare.. Prendete queste parole con le pinze, eh.. In realtà non so molto di quanto succede lì sotto da quando sono occupata a dirigere questa locanda. Tutti i forestieri che arrivavano a Sukoshi dōmu chiedevano di Ushijima. Forse quel vecchiaccio può indirizzarvi nel posto giusto.. Lo troverete quasi sicuramente all'alba al pozzo ad Est.. rispose la donna, compassionevole. Si. Erano quelle le informazioni che stavano cercando. Ushijima eh? Proprio l'uomo che stavano cercando, il perfetto gancio per entrare nel giro e raggiungere quel maledetto del Tossico. La loro prossima destinazione era dunque segnata. Domo. Non saprei proprio come ringraziarla, davvero. Ha riacceso una speranza! chiosò, seguendo l'esempio del fratello. Finiamo di mangiare e andiamo a letto. Domani dobbiamo svegliarci presto! disse, incitando Ikki con una pacca sulla spalla.

Finirono di cenare tranquillamente, intavolando qualche scenetta con lo sventurato Ikki e un dialogo spicciolo fra loro fratelli, approfittando della distrazione della locandiera per poter togliere il tofu smangiucchiato appena dal suo piatto per poterlo poi dare probabilmente al Kokage, relegato per interminabili minuti dentro lo zaino del Rosso. Si alzarono dunque, e ringraziarono ancora. Prima di andarsene, Nori bevve il suo sakè per togliersi il gusto dalla bocca (pessima scelta) e con un sorriso grato si volse verso Ikki e lo accompagnò su per le scale, seguito da Toki.



CITAZIONE
Ninjutsu - Tecnica della Trasformazione

Tratti: Sigilli, Supporto

“Utilizzando il proprio Chakra, l'utilizzatore può assumere le sembianze di qualsiasi cosa, animale o persona voglia, per poter utilizzare varie strategie. Si interrompe automaticamente quando l'utilizzatore viene colpito.”


Edited by ¬BloodyRose. - 8/5/2023, 12:22
 
Web  Top
view post Posted on 25/5/2023, 01:35     +1   -1
Avatar

Mhh... mhhhh..

Group:
Admin
Posts:
10,048
Location:
Frittata

Status:


Hideyoshi Jiyuu - Heiki no Kashu (兵器歌)
9vMlsfO

Sukoshi dōmu, Ishi no Kuni.
30 gennaio 253, ore 21.10



Si sarebbero lasciati alle spalle i disordini del Fiume senza che questi pesassero oltre sul loro viaggio, che già portava con sé un carico non indifferente. Con lo stesso, diligente silenzio con il quale avevano costeggiato il Kugiri, gli shinobi abbandonarono lo scrosciare dell'acqua per l'aperta campagna, trovandosi ben presto, all'orizzonte, cascate di ben diversa natura. Ame rombava come suo solito, le nubi delle nazioni circostanti attratte dalla sua peculiare conformazione e posizione, congeniale alla creazione di zone di bassa pressione. Attraversarne il confine sarebbe stato molto meno complesso di quanto il Kokage aveva anticipato: forse il loro già alto stato di allerta, forse la mera inusualità dei tempi, fatto sta che non incontrarono resistenze di sorta. Se c'erano occhi a seguirli, essi erano gli stessi di Kawa, oppure rimanevano sufficientemente discreti da non creare disturbo.
Poi, dopo alcune ore tra pioggia e fango, una nuova tregua: Ishi. Hideyoshi aveva compiuto quel passaggio abbastanza volte da sapere bene cosa aspettarsi, ma l'immagine delle immense rovine che si profilava oltre il chiaroscuro del diluvio gli lasciava sempre qualcosa dentro. Un senso di disagio, di rimpianto, unito al dolore che quella terra aveva subito e gli aveva inflitto, a Fukagizu.
Ma questa volta sarebbero passate oltre, questa volta le grandi città della Pietra non erano la loro destinazione, solo l'ennesimo paesaggio. Uno che il Cantore fu ben felice di celare dietro il cappuccio. Ad attenderli, oltre quell'eterna veglia, l'umiltà di Sukoshi dōmu: come lui, altri innumerevoli centri minerari al confine con Tetsu no Kuni.


(Eccoci. Come sempre, all'apparenza tutt'altro che il covo di mostri e criminali.)

Si muovono nelle profondità... con passi di ferro, denti di pietra. Li avverto anche da qui.


Luci sparse; da quella distanza, nessuna voce oltre quella della macchina. Il vago profilo di abitazioni sparse, al chiaroscuro del lume che emergeva dai montacarichi perennemente in attività. Arrivare a quell'ora era stata una scelta ben ponderata, al fine di arrivare nel momento di minor traffico dal lavoro alla taverna. Che quest'ultima rimanesse frequentata, tuttavia, era un vantaggio: una volta assunto un travestimento congeniale, sarebbero passati inosservati al loro ingresso nell'abitato, reperendo informazioni al bancone o al tavolo di un'attività. L'accordo, alla fine, avrebbe costretto Hide ad assumere se possibile un aspetto persino più svilente di quello che aveva usato per incontrare Kinji a Sora. Di nuovo un serpente, ma questa volta, perlomeno, asciutto: mentre gli altri prendevano la forma di una famigliola di minatori appena arrivata in città, Hideyoshi si infilava nella saccoccia di Yu, in maniera tale tanto da celarlo ad occhi indiscreti quanto da ridurre il numero di chi entrava in taverna.

(Non esattamente il mio ingresso più dignitoso... ma a questo punto lo standard è veramente basso.)

E la temperatura era decisamente più alta all'interno dello zaino, il che non guastava.
Così entrarono, la taverna annunciata al Kokage dal suono ovattato della convivialità. Riuscì ad ascoltare i suoi accompagnatori presentarsi ed accettare un tavolo dalla locandiera, che rispose ad alcune delle loro domande. Pura recita per la gran parte, pure chiacchiere... finché non ebbero preso posto a tavola. Qui, tra un boccone e l'altro, la proprietaria portò loro la specialità della casa: informazioni sul nome che avevano inseguito fin dall'altro capo del Continente.


(Ushijima...
La Luna, d'inverno, è più calda.)


Gli sovvennero le parole del volantino, così come la frase che veniva indicata per farsi riconoscere. Potevano solo sperare che l'offerta valesse ancora, che le parole fossero le stesse.
Il resto della serata sarebbe proseguito praticamente da sé; non riuscirono a reperire ulteriori informazioni di rilievo, non seduti a tavola. Così, finito di pasteggiare, si sarebbero avviati verso la propria stanza. Qui, scivolato fuori dallo zaino e recuperata una forma più dignitosa, il Kokage si sarebbe seduto un momento sul letto per recuperare sensibilità nelle articolazioni.


"Beh... un buon inizio direi, decisamente. Ma sapere che quell'uomo è ancora in affari ci avvicina solo in spirito all'obiettivo: dobbiamo avvicinarlo senza destare sospetti, più facile a dirsi che a farsi."


GDROFF///Chiedo scusa per il ritardo.///GDRON
 
Top
view post Posted on 7/6/2023, 03:06     +1   -1
Avatar

Group:
Kiri
Posts:
422

Status:


< Under my skin >




Il piano era semplice, lineare, nulla era stato lasciato al caso.
Buttarsi in una locanda sotto mentite spoglie per recuperare informazioni utili alla loro missione, avere il primo letto caldo da quando erano partiti e infine infiltrarsi nel covo dove era presumibilmente presente il cattivone di turno e prenderlo a calci.

Si concentró, fece un bel respiro e compose i sigilli adatti e inizió a impastare il chakra iniziando a immaginare chi doveva diventare .. Odiava quella tecnica, odiava impersonare altre persone, stava bene nei suoi panni cce erano già abbastanza problematici.
Sembrava che Yu avesse capito che la recitazione non era il suo forte, quindi gli diede un compito semplice, essere se stesso con un altro aspetto.
Una piccola nuvola di fumo avvolse il ragazzo nerboruto e al suo posto apparve un tredicenne mingherlino dalla capigliatura rossiccia e con una faccia quasi ridicola coperta di lentiggini, con zigomi sporgenti, orecchie a sventola e tocco di classe un bello strabismo sull’occhio sinistro.. Gli occhi erano diventati entrambi dello stesso marroncino chiaro, a guardarlo bene in viso erano evidenti i segni di un probabile ritardo.
Gli abiti erano ovviamente poveri, adatti a un poveraccio in cerca di un lavoro umile.
A guardalo bene le mani erano quasi sproporzionate rispetto al resto del corpo, relativamente grandi e con dita abbastanza lunghe. Le braccia per quanto piccole mettevano in mostra dei muscoletti che avrebbero potuto tranquillamente reggere un piccone o comunque trasportare ceste di minerali.

Entrarono..
Una vasta sala si apri davanti a loro, avrebbe potuto contenere numerosi avventori, ma al momento i presenti non superavano la trentina.
Si avvicinarono al bancone e Yosuke che vestiva i panni del problematico Ikki si mise accanto a Takumi che impersonava il padre Nori.
Yu li presentó alla locandiera e dopodiché Nori fece la sua richiesta


CITAZIONE
Se fosse possibile non direttamente comunicante con le altre. Purtroppo mio figlio non sta molto bene. Da quando sua madre è morta - che i Kami l'abbiano in gloria - soffre di disturbi psichici e a volte diviene molesto e inopportuno. Non vorremo disturbare i suoi ospiti..

A quelle parole Yosuke si attivó..


aaaaaaaaaaa!!!!!! vecchiaccio tu hai dei problemi!!!


Disse urlando e facendo una linguaccia al povero padre incredulo, dopo pochi istanti il ragazzino lo guardó con occhi tristi e riprese con un tono di voce timoroso


Ikki non fare così la mamma ti ha insegnato a essere educato e buono..


Disse quasi nascondendosi dietro il padre..

Nori ordinó la cena.. Tofu accompagnato sake per i due adulti mentre da acqua per il ragazzino.
Il tofo bleah.. penso tra se e se il maggiore dei fratelli, menomale che nello zaino avevano la roba che gli aveva dato Hu prima di partire.


La donna li fece accomodare al tavolo e in breve li servì..
Assaggió quel blocchetto di roba biancastra e insapore (Magari fosse stato realmente insapore) e l’esclamazione fu estremamente naturale..


IL MIO REGNO PER UNA PINTA!!


CITAZIONE
Ikki, prima di finire prendi la medicina o ti rimarrà il sapore brutto in bocca

Il ragazzino sbuffó


sta roba dovresti mangiartela te! Drogare un ragazzino con dei farmaci ti farà vincere il premio padre dell’anno!


Dopo pochi istanti uno sguardo colmo di gratitudine si rivolse a Nori


oooh padre come siete premuroso a preoccuparvi per la nostra salute, come faremmo senza di voi


Disse il piccoletto prima di ricevere le sue medicine.
Rimasero ancora un po’ al tavolo mentre i due grandi degustavano il loro sakè di “ottima” qualità.


padre mi chiederò sempre come facciate a bere quella robaccia.. Poi puzzate peggio di una cesta di panni sporchi dopo che lo bevete..


Yosuke si stava divertendo a punzecchiare Takumi, voleva vedere quanto effettivamente ci avrebbe messo per mandarlo a cagare.. Ma sapeva che il compagno era troppo professionale per lasciarsi andare..

Dopo poco il dinamico trio accompagnati dal Kokage tenuto al sicuro nello zaino di Toki imboccó le scale scricchiolanti che portavano al piano di sopra e quindi alla loro camera.. Yosuke pregustava il momento in cui avrebbe varcato la soglia e si sarebbe potuto gustare una delle Barrette di Hù per togliersi il gustaccio di quello schifo di tofu.


CITAZIONE
Ninjutsu – Tecnica della Trasformazione
Tratti: Sigilli, Supporto

“Utilizzando il proprio Chakra, l’utilizzatore può assumere le sembianze di qualsiasi cosa, animale o persona voglia, per poter utilizzare varie strategie. Si interrompe automaticamente quando l’utilizzatore viene colpito.”
 
Top
view post Posted on 13/6/2023, 18:03     +1   +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


Puntuale come la campana che segna il cambio turno, l'orologio biologico di Ushijima lo svegliò alle cinque e tredici del mattino. Apriva gli occhi pressochè sempre alla stessa ora, minuto più, minuto meno. Svuotata la vescica e sciacquato il volto, in poco era già pronto per cominciare una nuova giornata di lavoro. Uno sguardo allo specchio prima di uscire: ormai era così tanto che stava in superficie che il pallore si era trasformato in un piacevole colorito caramello. Caramello molto chiaro, si intende, senza esagerare. I conoscenti avevano preso a chiamarlo simpaticamente "Tabacco" per sottolineare questo cambio di look. Il suo era un compito semplice: quindici minuti prima del cambio mattutino e serale dei minatori, doveva farsi trovare al pozzo Est, controllare che tutto girasse per il verso giusto, raccogliere eventuali lamentele o richieste da parte dei "dipendenti". Una passeggiata, nulla di così complicato o faticoso da dover chiedere al suo corpo segnato dal tempo. Quella mattina si chiese come mai stesse ancora svolgendo quel ruolo da controllore. Il periodo nero, quello dove doveva correre avanti e indietro con una valanga di gente che continuava ad arrivare ad ogni ora del giorno e gli chiedeva lavoro e non lo lasciava mai in pace, era finito da un bel pezzo. Anzi, le cose stavano facendosi sempre più tranquille, sempre meno lamentele, sempre meno richieste, sempre meno incontri. Ancor meno nuovi arrivi. La gente stava lasciando Sukoshi dōmu. Non tutti. I forestieri. Ma al vecchio Ushijima la cosa non gli interessava più di troppo: era stato ricompensato così profumatamente per quel lavoro da poter sistemare non solo la generazione successiva, ma forse sei o sette! Lui non sapeva che farsene di quella fortuna, ma continuava ad accumulare per permettere alla discendenza di poter vivere senza il peso amaro della fatica. E finchè il sacco di Ryo arrivava puntuale, lui avrebbe continuato a svolgere il suo compito con diligenza. Non si interessava troppo al resto della vita in superficie.

Di certo non era interessato a quel gruppo di tre persone che solo qualche ora prima era entrato nel Villaggio, andando a cercare ristoro nella locanda della cara Ichika. Due dei tre, che poi erano quattro, si erano messi a fare domande troppo precise, stavano cercando di ficcare il naso in affari che non gli competevano. Ma Ushijima non poteva esserne interessato, perchè nemmeno sapeva della loro presenza. Lui faceva il suo lavoro, così come la padrona della locanda Grotta Buia. Agli abitanti della superficie qui piaceva farsi i fatti propri e fidarsi delle persone, faceva bene agli affari. Per questo a nessuno di quelli che davano una fugace occhiata al trio venne in benchè minimo dubbio sulla veridicità della storia e della situazione. Erano tutti lì per lavorare. La prima parte del piano, l'infiltrazione nel Villaggio ed il recupero delle prime informazioni, aveva avuto successo.
 
Top
view post Posted on 5/7/2023, 14:37     +1   +1   -1
Avatar

Mhh... mhhhh..

Group:
Admin
Posts:
10,048
Location:
Frittata

Status:


Hideyoshi Jiyuu - Heiki no Kashu (兵器歌)
9vMlsfO

Sukoshi dōmu, Ishi no Kuni.
30 gennaio 253, ore 21.10



Necessitarono di qualche altro istante per raccapezzarsi completamente. La stanza non aveva molto da offrire in termini di comfort: i giacigli erano piccoli, asserragliati lungo una parete in un castello tipico dei dormitori per lavoratori. Accanto, due sedie, la stufa e un tavolino vicino all'unica finestrella rotonda. Nessun bagno, non che qualcuno tra loro se lo aspettasse.
La parete che dava verso l'esterno era coperta da uno spesso strato di pelliccia, conferendo all'intero spazio un'aria più confortevole di quanto onestamente non meritasse. Un leggero odore di muffa, ma Hide era pronto a sopportare ben di peggio pur di mantenere alta la temperatura della stanza.
Non aveva ancora finito di elaborare quel pensiero che il Mizukage decise di aprire la finestra. Il gesto, effettuato dopo un leggero istante di pausa, era dettato da una necessità ben precisa... ma Hideyoshi finì comunque in allarme, difficile dire se per il pericolo di essere visto o per la corrente di aria gelida che invase l'ambiente. In un istante, dove prima era la luce della finestra, ora sostava una singolare creatura, né uomo né volpe: Natsume, trasformato in una maniera che Hide non aveva mai visto prima. Difficile dire se si trattasse di un jutsu di trasformazione propriamente detto o di una capacità dell'eremo, fatto sta che l'evocazione assunse caratteristiche antropomorfe senza, realmente, mai abbandonare quelle proprie.


(Utile senz'altro... e vagamente inquietante...)

Avvertì Niku spostarsi tra le sue interiora, in un moto che parve condividere quella sensazione mentre l'essere prendeva parola. Diligentemente, Natsume elencò ciò che aveva scoperto mentre loro facevano il loro ingresso: la disposizione delle cave, dei cinque montacarichi per l'accesso alla miniera, lo spostamento dei carrelli per il grezzo in un magazzino all'interno dell'abitato. Nulla di sospetto, nulla di insolito: un ordinario cambio turno, per lavoratori ordinari.
Il resoconto sarebbe terminato su questa nota, incontrando, Hide immaginò, le aspettative di tutti quanti. Difficilmente un'operazione illegale come quella che erano lì per scovare poteva farsi notare alla luce del sole, occhi di volpe o meno.


(Sono informazioni utili in ogni caso. Qualcosa da cui partire...)

Sospirò, rivolgendo un lieve cenno del capo in ringraziamento a Natsume.

"Il piano non è cambiato allora. La priorità è avvicinare Ushijima e scoprire di più sull'intero processo d'estrazione del minerale. Anche scendendo in miniera da lavoratori... o da cavie, se necessario. Temo non scopriremo di più solamente osservando da lontano.
A tal proposito, potrebbe essere utile organizzare una spedizione nel magazzino. Considerato il livello di sorveglianza ai montacarichi non spero in una scoperta, ma non possiamo escludere nulla.
Se siete d'accordo, andrei di persona all'alba. Agli occhi dell'uomo comune non sarò comunque visibile, e preferirei poter ascoltare qualche conversazione."

mFR9BwH


Sukoshi dōmu, Ishi no Kuni.
31 gennaio 253, ore 5.40



Alba; almeno di nome. L'orario era quello giusto, ma la cinta di rilievi che circondava il villaggio nascondeva quasi ogni luce alla vista, lasciando un timido pallore rosa e argento a disegnarne appena il contorno. Il Cantore di Lame, esattamente come il minatore del primo turno, avrebbe dovuto seguire le luci artificiali che guidavano il cammino dal giaciglio al magazzino. Ma non l'avrebbe fatto sulle proprie gambe.
Questa volta non si sarebbe affidato ad un semplice Henge no Jutsu; non era nascosto al sicuro di uno zaino, e, soprattutto, doveva muoversi autonomamente, con tutti i rischi che la cosa comportava. Avrebbe usato lo stesso stratagemma impiegato per raggiungere Kinji nella sua stanza: attraverso la propria, peculiare fisionomia, il Kokage avrebbe scartato buona parte della propria biomassa per lasciare che le cellule di Niku prendessero il sopravvento, tramutandolo in un serpente a tutti gli effetti ma preservando uno scampolo della propria coscienza.
Il processo era tutt'altro che piacevole da subire... e da osservare: non avendo alternative alla loro piccola stanza e non potendo rischiare di uscire, Hide dovette accontentarsi di una coperta e del proprio mantello steso in terra per coprire gli effetti orribili della trasformazione, sperando che gli altri fossero profondamente addormentati. Al loro risveglio avrebbero trovato un ammasso di carne, pelle, ossa e sangue raggrumato nell'angolo di stanza che aveva scelto.
Una volta assunta la sua nuova forma, la creatura sarebbe strisciata verso l'unica finestra della stanza, emergendo rapidamente all'aria aperta prima che le scaglie passassero dal bianco al trasparente.
Il magazzino era ordinario in tutto e per tutto, fuori come dentro. Esattamente come descritto da Natsume, il processo di estrazione non aveva alcuna forma di vigilanza se non quella dell'operaio. Per lo stoccaggio valeva esattamente lo stesso. A quell'ora, con quella luce, la frequentazione iniziava appena a montare, con l'usuale quiete mattutina nell'aria. Niku scelse di calarsi nella struttura da una delle grondaie, ma sarebbe presto stato chiaro che anche entrare dalla porta principale non avrebbe destato alcun sospetto. Il luogo era semivuoto, lasciato praticamente a se stesso, come un qualsiasi deposito di materiali di scarso valore. Lì si veniva unicamente per lavorare, o meglio per smollare il lavorato.
Nella penombra, strisciando di carrello in carrello, di bancale in bancale, gli occhi della creatura non avrebbero distinto altro profilo che quello della pietra, altro odore che quello della polvere. A meno che non si trattasse di un brillante piano per sviare qualsiasi sospetto, riducendo al minimo la sorveglianza finché il minerale non fosse stato estratto, lì non c'era altro che normalissimo grezzo.


(Ferro nella pietra... se il minerale è qui dentro, non sono in grado di distinguerlo...
Voci, passi... arriva qualcuno.)


Una vibrazione ritmica attraverso il metallo del carrello gli avrebbe annunciato due operai in arrivo dalla corsia alla sua destra. L'essere si calò verso terra, scomparendo nell'oscurità sottostante per rimanervi, in attesa. Li nascosto, li avrebbe sentiti parlare mentre passavano, per poi osservare i piedi fermarsi qualche metro più avanti.

"… giù verso Kurai yoru. La paga non è come questa, ma perlomeno non mi tocca vivere lontano da casa."

"Mh... e quando inizi?"

"Una mesata, il prima possibile, voglio lasciare questo posto dimenticato dai Kami."


"I lavori di espansione del villaggio vanno avanti però. Al cantiere dicono che il lavoro ritornerà presto."

"Lo dicono da anni, da prima che sto posto diventasse una città fantasma. Non so nemmeno perché continuano a buttare soldi. Meglio per noi eh, ma comunque…"

Ripresero a camminare, scomparendo dietro una corsia, con loro i dettagli di ciò che dicevano.
Per la maggior parte chiacchiere prive di interesse, ma un dettaglio era rilevante: chi gestiva il magazzino stava lavorando all'espansione del villaggio, contro ogni buonsenso. Che si trattasse o meno di un indizio, solo il tempo lo avrebbe detto.
Niku avrebbe indugiato ancora per qualche tempo all'interno del magazzino, ma le sarebbe stato presto chiaro che il luogo non era più di quel che dava a vedere. Se un segreto c'era, non aveva gli strumenti per farlo emergere.
Così, il sole ormai ben alto oltre le cime dei monti, la creatura sarebbe emersa nuovamente, avviandosi verso la taverna invisibile così com'era arrivata.



 
Top
view post Posted on 9/7/2023, 16:24     +1   +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
16,471
Location:
Belluno

Status:


Non che si aspettasse chissà cosa, ma l’odore di chiuso che lo investì una volta arrivato nella stanza, complice di quel sakè che sembrava piscio, fu abbastanza per risvegliare il suo stomaco e ribaltarlo sotto sopra peggio di un pugno. Era abituato al peggio del peggio, ci era cresciuto, però doveva dire che quell’alloggio riusciva pericolosamente a muoversi sul filo del kunai. Si vedeva subito che era stato creato per ottimizzare gli spazi, una tipica camera che dovrebbe valere per una persona, ma che piazzandoci un letto a castello o due riusciva ad ospitare fino a tre o quattro lavoratori che di sicuro non si sarebbero lamentati degli spazi ristretti, ma avrebbero ringraziato anche solo per avere un materasso su cui andare a decedere a fine turno. Un po’ come i locandieri facevano all’arrivo di una bella scolaresca in gita: stanza singola, cinque letti…o come si tendeva a fare negli orfanotrofi. Non all’Hikisaku però, ma quello era un discorso a parte, visto che occupava un intero quartiere di Kiri.
Comunque c’era da dire che, quanto meno, quel posto i comfort di base ce li aveva, bagno escluso. Un paio di sedie dove appoggiare i bagagli, una stufa con un po’ di legna accanto per stemperare il clima, un tavolino traballante - forse bastava uno spessore sotto una gamba per renderlo stabile - e uno strato di pulciosissima pelliccia - seriamente…chissà da quanto non la lavavano - sulla parete che dava verso l’esterno.
Sbuffò dalle narici, seccamente, quasi come a ricacciare fuori quell’odore di cane bagnato che sentiva, mentre si avvicinava alla finestra nella penombra della stanza, illuminata solo da qualche lume. Senza ancora riprendere il proprio aspetto, aprì il chiavistello che aveva visto giorni migliori, proprio come accordato con Natsume prima di entrare al villaggio. Fece cenno di silenzio ai proprio compagni, per evitare che si allarmassero troppo o si lasciassero sfuggire qualche parola più del dovuto nel lasso di tempo che la volpe avrebbe impiegato per individuare il loro alloggio. Fortunatamente un tempo estremamente breve. Nel buio esterno, la sagoma del vecchio minatore che aveva impersonato per indagare, si palesò sull’apertura. Entrò subito, dando modo a Yu di richiudere la finestra e mettere nuovamente in sicurezza la stanza; solamente una volta che sia il Rosso che la volpe furono lontani dai vetri, si trasformarono riprendendo uno le proprie sembianze di Mizukage, l’altro…una via di mezzo tra una volpe e un ragazzo.

png

Aaaah finalmente, non ne potevo più di quel corpo ingobbito! Si sedette di schianto su uno dei letti, sollevando una nuvola di polvere. Seguito da Yu, che prese posto su una delle sedie, chinandosi in avanti, posando i gomiti sulle ginocchia. Non serviva un genio per leggere lo sguardo in quegli occhi chiari, figurarsi al suo Legato. Sembrava un ragazzo, qualche anno più giovane del Rosso, in quel momento ma…probabilmente la somma delle età dei presenti non raggiungevano la sua. Attese solo che tutti si fossero accomodati, sia il ragazzino strambo, sia quel tale che aveva addosso lezzo di serpente, sia Takumi…l’unico in quel gruppo che conosceva per nome. Molto bene. Tirò su le gambe, incrociandole, mentre la coda vaporosa si posava morbidamente accanto a sé, effettuando movimenti lievi e morbidi di tanto in tanto. Su e giù. Gli ingressi alle miniere sono cinque. Quattro di questi, si trovano agli estremi cardinali del villaggio, li potete riconoscere perché si tratta di strutture chiuse all’interno delle quali si trova un montacarichi usato dai minatori per scendere e risalire. Visto che c’era il cambio turno, sono riuscito ad avvicinarmi abbastanza da vedere che non sono sorvegliati né all’interno, né all’esterno. Osservò tutti con quegli occhi ramati e intelligenti che si ritrovava, prima di riprendere il discorso. Il quinto e ultimo pozzo, si trova più o meno al centro del borgo. E’ il più grande di tutti e presumo venga utilizzato per portare in superficie il materiale. Ho visto salire e scendere un carro trainato da cavalli. Il carico viene portato in dei magazzini dislocati all’interno del villaggio… fece precedendo l’ovvia domanda che sarebbe sicuramente giunta, salvo poi digrignare i denti e abbassare le orecchie sconsolato …ma purtroppo non sono riuscito a vedere al loro interno, così come non sono riuscito a scorgere il contenuto del carro. Per il resto…sembra un punto ordinario d’estrazione, con lavoratori ordinari che fanno discorsi ordinari. Nulla di così sospetto. A quel punto gli orecchi di Natsume si drizzarono e il suo naso fiutò l’aria fino a individuare qualcosa in direzione di Takumi. Sbaglio o è odore di tofu?

Ci fu un gioco di sguardi. Natsume guardò speranzoso Takumi, Takumi fulminò con lo sguardo la volpe, questi lo pregò ancora in silenzio scodinzolando, mettendo lo Shinobi in difficoltà. Alla fine il castano cercò gli occhi di Yu e questi ridendo gli fece capire che poteva sganciare il tofu, cosa che Takumi fece un po’ controvoglia, sbuffando un Cominci a darmi fastidio a cui Natsume ribattè Ti voglio bene anch’io con un sorriso furbo stampato in faccia e strappandogli letteralmente il tofu di mano.

Hai fatto un ottimo lavoro, Natsume! Sapevo di poter contare su di te. La Kitsune già si stava sbafando il caglio di semi di soia della locanda, quando Yu lo ringraziò, tant’è che non si capì bene cosa bofonchiò in risposta, ma la coda sembrava indicare che fosse felice…difficile dire se più per il complimento o per il tofu.
Sebbene le informazioni ricevute non fossero poi così determinanti, erano sempre dei punti in più da cui partire, tanto che immediatamente Hideyoshi fece un rapido sunto di quello che sapevano e di quello che valeva la pena controllare, offrendosi di andare ad investigare di persona al magazzino. Yu soppesò la cosa. Si era ripromesso di non togliere troppo gli occhi di dosso al Kokage, ma era indubbio che in una situazione come quella era l’uomo giusto per il compito che si proponeva di portare a termine. Sebbene sia Takumi che lui stesso fossero membri della Squadra Speciale, nessuno meglio di qualcuno che non fosse minimamente visibile sarebbe stato più adatto nello svolgere quelle indagini, visto e considerato la scarsa, se non minima, conoscenza che avevano della presenza di sorveglianti o meno.


Mi trovo d’accordo. Siete il più adatto a questo compito e sono certo lo porterete a compimento nel modo più pulito e silenzioso possibile. Noi tre, invece, ci occuperemo di Ushijima. Lanciò un’occhiata complice a Takumi e Yosuke. Continueremo con la recita iniziata questa sera e ci presenteremo a lui in cerca di lavoro, facendo il possibile per essere ingaggiati e avere l’accesso alle miniere. Una volta lì ci muoveremo di conseguenza, raccogliendo tutte le informazioni di cui necessitiamo, fosse anche che questo implicasse diventare delle cavie.
Se tutto va bene, a fine turno ci ritroveremo qui.


png


Bisognava dire che era stato un risveglio strano. Al di là del buco in cui avevano dormito, in un angolino della stanza trovarono un ammasso putrido di carne, sangue, pelle e ossa. Non proprio la prima cosa che ti mette maggiormente di buon umore al mattino. Faceva veramente schifo a vedersi, era come se qualcuno si fosse svestito della carne di troppo e l’avesse lasciata lì a marcire…l’odore pungente di carogna già iniziava a farsi sentire. Non ci volle un’intelligenza superiore a capire cosa fossero quei resti, d’altronde il Kokage già aveva lasciato la stanza quando loro tre si erano destati. Fatto stava che avrebbero dovuto liberarsi di quella roba, fosse mai che alla locandiera o a qualche dipendente saltasse il grillo di andare a pulire la stanza. L’avrebbe fatto da solo, ma Takumi aveva il talento adatto per non lasciare nemmeno un residuo di quella roba, quindi si rivolse a lui quando ci fu bisogno di ripulire. Fu il Fai sparire questo schifo più pesante della storia, ma era certo che il castano non se la sarebbe presa a male…non con lui almeno.

« Questa volta non ne sarei così sicuro. »
Al massimo mi chiederà di farmi perdonare pagando in natura…nulla di cui non possa godere anch’io.
« Detta così viene quasi da pensare che tu l’abbia programmato apposta. »
Ma ti pare potessi sapere che avrebbe fatto una cosa così?!
« Touchè. Resta comunque il fatto che voi umani fate proprio schifo. Penso che nemmeno la bava di Saiken faccia altrettanto ribrezzo ed emani un puzzo simile. Phua! »
Nemmeno la mia faccia di quella volta, faceva così schifo.

Era poco dopo l’alba quando uscirono dalla stanza, nuovamente nei panni dei loro alter ego minatori in cerca di lavoro. Natsume se n’era tornato a Momiji ancora la sera prima, con la promessa di rimanere a disposizione per qualsiasi cosa Yu avesse bisogno, quindi ad avanzare nella polvere rischiarata dall’aura solare che faceva capolino in ritardo da dietro i monti che circondavano quel luogo, erano solamente in tre. Il trio più sgangherato della storia, la famiglia più sfigata che la Pietra avesse visto negli ultimi tempi, eppure forse proprio per questo avrebbe funzionato. Si erano accordati di non accennare al volantino se non fosse stato loro espressamente richiesto. Non sapevano se quella parola d’ordine fosse ancora valida, tanto meno quanto vecchio potesse essere quel foglio di carta. La strada che si erano creati con l’aiuto della locandiera che li aveva indirizzati dal vecchio, era sicuramente quella più attendibile e meno irta di trappole. Cosa avrebbero scoperto era difficile dirlo. Quel posto ormai era preda di uno spopolamento evidente, quindi forse erano arrivati troppo tardi per trovare ancora qualcosa, ma valeva la pena di provare ugualmente, fosse anche solo per confermare questa tesi.
E avrebbero iniziato da lì, dal pozzo est. Di fronte alla struttura cadente - una delle quattro di cui aveva accennato Natsume - c’era una persona. Dall’aspetto poteva apparire o un vecchio pallido o un vecchio di Ishi no Kuni leggermente abbronzato. Aveva la pelle dorata, un color caramello molto chiaro e i pochi capelli che restavano erano bianchi. Se ne stava lì, quasi in attesa, annoiato ma abituato a quella routine. Se le informazioni della locandiera erano corrette, doveva trattarsi di lui, Ushijima. Ma beh, l’avrebbero capito definitivamente solo se si fosse voltato nel sentirsi chiamare per nome.


E’ lei Ushijima-san? Toki, il personaggio interpretato da Yu era il più adatto a rompere il ghiaccio. Un po’ zotico e senza troppi peli sulla lingua, il classico campagnolo irriverente. Attese giusto il tempo di vedere se l’uomo si sarebbe voltato prima di aggiungere, con un cenno di saluto. Ah, scusi la maleducazione. Siamo Toki, Nori e Ikki Yamada. Li presentò, quindi Takumi terminò di dare le informazioni di base che sarebbero servite a Ushijima per inquadrarli, ovvero che erano dei minatori e che stavano cercando lavoro.

Carne fresca eh? Arrivate tardi. Rise, con la sua voce gracchiante. Non vi ho mai visto da queste parti. Siete qui da poco? Purtroppo il lavoro scarseggia, tanta gente se ne è già andata.. Ma qualcosa, per chi vuole davvero lavorare, lo facciamo saltar sempre fuori.

Ha l’occhio lungo lei! Siamo arrivati ieri alla ricerca disperata di un impiego per tirare avanti la baracca. Intervenne Yu, assentendo a più riprese prima di rimpallare il discorso a Takumi. In effetti la poca vita della zona ci ha un po’ spaventati, ma ci adattiamo a tutto, no Aniki?

Il castano si attenne scrupolosamente al copione, andando a confermare ad Ushijima che anche suo figlio avrebbe lavorato. Tanto bastò per convincere il vecchio che subito segnò i nomi sul registro dalle pagine ingiallite e li accompagnò all’ingresso del montacarichi più vicino, liquidandoli in maniera piuttosto sbrigativa con un Siete del mestiere e capirete come arrangiarvi.

Insomma, infiltrarsi nelle miniere era stato più semplice del previsto. Ushijima non aveva fatto troppe domande e loro non avevano esagerato nel porne a lui per evitare che subodorasse qualche cosa. Se dovevano scambiare quattro chiacchiere, era meglio farlo con i minatori di sotto. Tra una picconata e l’altra, era normale che dei nuovi arrivati volessero sapere come andavano le cose, cosa si estraesse in quel posto e cose simili…Ora tutto stava nel capire come muoversi senza farsi sgamare. Perché sì, avevano detto di essere minatori da generazioni, ma supponeva che nessuno dei tre sapesse cosa significasse esserlo davvero, al di là delle nozioni di base che si poteva imparare per osmosi sentendone parlare o leggendole in qualche libro. Quindi in un primo momento si fecero dare qualche indicazione dal primo bendisposto che trovarono, quanto meno per sapere dove trovare gli arnesi del mestiere e per imparare a muoversi tra le vene. Un simpatico cicerone che permise loro di fare un primo giro e guardarsi intorno, scoprendo che effettivamente quella in cui si trovavano era davvero una semplicissima miniera dove la gente batteva e scavava a suon di piccozza, caricando carrelli di materiale che venivano fatti convergere verso il centro del complesso, dove doveva esserci il montacarichi grande. Si estraeva pietra da quasi tutte le vene, ne rimanevano un paio dove si ricavavano metalli, ma nulla di nobile, solo roba comune. Attaccando bottone mentre erano a lavoro, si trovarono più volte a chiedere come andassero le cose da quelle parti e ricevevano più o meno sempre la solita risposta: prima c’era un sacco di gente, mentre ora tanti se ne erano andati. Qualcuno si lamentava del fatto che ormai non ci fosse più bisogno di estrarre così tanto materiale, visto che prima veniva usato principalmente per ampliare il villaggio in superfice, altri dicevano che in realtà la maggior parte delle cave ormai erano per l’estrazione delle pietra. Fu a uno di questi ultimi a cui Yu cercò di allacciarsi per capire meglio la situazione.

Perché, non è sempre stato così? Chiese, perché dalle parole che aveva sentito, sembrava che un tempo si estraesse altro piuttosto che pietra. In fondo è strano, no? Dico…questo fuggi fuggi generale. Se il lavoro non mancava ha ben poco senso.

Ci pensò uno dei più anziani a rispondere, uno di quelli che sembrava saperla lunga. Picconò la roccia con violenza, piantando l’attrezzo prima di alzarsi e asciugarsi la fronte rugosa col braccio, mentre ridacchiava. Un tempo si estraevano anche gemme! Son state quelle a far risollevare l'economia del paese. Ma la terra non dona i suoi beni all'infinito.. Ora sono rimasti dei depositi metallici, certamente ancora molto utili, e tanta, tanta pietra. Spiegò prima di fare spallucce e rispondere alla seconda domanda. Quando chi paga per un lavoro smette di pagare, nessuno si ferma a spaccarsi la schiena gratis.

Eeeeh interessante. Quindi chi aveva commissionato gli scavi, gli artefici della chiamata in massa di minatori da tutti i paesi limitrofi e non solo, aveva smesso di pagare e se n’era presumibilmente andato. Forse perché non aveva trovato ciò che voleva o forse perché l’aveva trovato e finito di sfruttare la cava era andato a succhiare polline da un altro fiore.
Restava da capire chi fosse a pagare ora visto che il finanziatore originale se n’era andato. Curiosità che venne resa manifesta con una certa preoccupazione da Takumi e il vecchio rispose che adesso era il Paese a finanziare gli scavi con conseguente paga misera.


E’ finito tutto quello che si stava prendendo…


In un momento di silenzio, si fece avanti un giovane, attirando l’attenzione degli Shinobi e gli sguardi torvi da parte di tutti i minatori presenti alla scena. La voce della verità, insomma. Era una delle possibilità che potevano essere vagliate in una situazione come quella, di fatto quel ragazzo non troppo inquadrato non aveva fatto altro che confermare al gruppo che ciò che cercavano, non si trovava più lì da diverso tempo. Poteva sapere ancora qualcosa però, così Yu lanciò un’occhiata a Yosuke e Takumi, mentre cercava di riscaldare il gelo che era caduto nel ventre di quella miniera. Battè sulla spalla del vecchio con cui stava parlando poc’anzi, prima che questi linciasse con lo sguardo il ragazzo, e ammiccò verso di lui con un occhio sotto le sopracciglia cespugliose.

Paese che vai, maniaci del complotto che trovi. Rise, riprendendo a lavorare.

Durante la giornata sia lui che gli altri provarono altre volte ad approcciare il giovane dalla lingua pungente, possibilmente da solo, ma non ci fu verso. Appena entravano nella sua area di sicurezza, si dileguava senza lasciarsi avvicinare. E visto che non potevano placcarlo senza essere visti da almeno qualcuno lì sotto, alla fine furono costretti a lasciare perdere. Peccato…magari aveva qualche informazione su dove si fosse spostato adesso il finanziatore della miniera - difficile ma non impossibile - o su cosa effettivamente fosse di suo interesse estrarre. Se dovevano dar credito a ciò che avevano sentito potevano essere le gemme, o qualche metallo comune, ma era possibile fossero proprio questi materiali quelli che venivano usati come potenziamento per le Fibre?
Difficile avere conferme. L’unica cosa certa era che chi e cosa cercavano non si trovasse più lì. Quella ormai era una miniera come un'altra, dove la gente tirava a campare. Non c’era nulla di sospetto lungo le gallerie, nessun anfratto che portasse in grotte lontane dagli occhi dei più. Nulla. Solo odore di terra, pietra, sudore e chiuso.
Per il resto del turno, i tre continuarono la loro recita, lavorando come chiunque altro in quelle gallerie, attendendo solamente che le ore passassero, macerando nella consapevolezza di avere tra le mani solamente un pugno di mosche.
Quando ripresero il montacarichi per tornare in superficie, era ora di pranzo e il sole era a picco sulle loro teste. Il cambio di illuminazione fu doloroso, quanto meno per Yu. Ci volle qualche istante perché si abituasse di nuovo alla luminosità del giorno dopo quelle ore passate sotto terra. Imprecò tra i denti, mentre si avviavano verso la locanda, iniziando già a pensare a qualche dovesse essere la loro prossima mossa.

 
Top
view post Posted on 15/7/2023, 19:59     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


Ricordatemi di non prendere mai più sakè in questo posto.. sussurrò a denti stretti, esternando il suo completo disgusto per la bevanda che gli era stata spacciata per cena asciugandosi la bocca col dorso della destra. Kuso. Altro che processo di fermentazione, quella era acqua sporca allungata col piscio! Avevano continuato a recitare con attenzione lo squallido quadretto della famiglia di minatori in cerca di occupazione sino a quando non entrarono nella stanza a loro destinata, chiudendo la porta d'ingresso alle proprie spalle, a doppia mandata. All'ultimo scatto del chiavistello il castano, stanco di interpretare un padre amorevole e protettivo nei confronti di quella testa di rapa di Isao/Yosuke (che pure si era dimostrato perfettamente calzante nel ruolo che gli era stato assegnato), sospirò pesantemente, addossandosi alla superficie lignea della porta e assumendo il suo solito atteggiamento distaccato.
La camera che li accolse in un caloroso abbraccio dal sentore di chiuso non era altro che un'ammucchiata di letti a castello per ottimizzare al massimo lo spazio risicato, arricchita con qualche sedia e un tavolino piuttosto traballante. La presenza della stufa - unico vero comfort - e l'assenza di sbarre alle finestre erano gli unici dettagli che differenziavano quel luogo dal riformatorio dove aveva vissuto per anni. Rassicurante. Seguendo le istruzioni del Mizukage, rimase immobile e non emise alcun rumore mentre questi s'apprestava ad aprire la finestra per permettere l'accesso a un altro strano minatore che in breve, mentre tutto veniva rimesso in sicurezza, si rivelò essere Natsume. A quel punto, dopo che tutti avevano ripreso il loro aspetto naturale, anche lui si sentì libero di tornare quello di sempre e di avvicinarsi a Yūzora. Lo affiancò, ma non abbastanza da destare sospetti sulla loro relazione, che rimase palesemente quella di Mizukage/sottoposto. Piuttosto si avvicinò alla finestra, alla penombra dei pesanti drappi che componevano le tende di scarsa qualità, a osservare i movimenti e ascoltare quanto la kitsune aveva loro da dire. Nulla di estremamente sospetto, ma sicuramente informazioni utili sulla conformazione del sito e del luogo che presto avrebbero dovuto esplorare. A quel punto però Natsume si bloccò, annusando l'aria prima di volgersi in sua direzione. Lo osservò con cipiglio interrogativo, prima di capire cosa avesse portato la sua attenzione su di lui. Giusto, il tofu. Ne aveva preso un pezzo smangiucchiato appena e lo aveva nascosto per poterlo portare a chi avesse accusato fame. Uno scambio di sguardi, prima di un pesante sbuffo da parte sua.
Cominci a darmi fastidio. affermò, prendendo controvoglia il rettangolo bianco e lasciandolo a un Natsume scodinzolante, che lo canzonò prima di mangiare di gusto. Certo. Gli voleva bene, diceva. Lo avrebbe detto anche senza quel misero tozzo di tofu?
Le parole del Kokage furono quelle che diedero concretezza ai loro pensieri, e quelle di Yūzora confermarono ulteriormente il modus operandi che avrebbero seguito la mattina seguente: si sarebbero attenuti al piano originario, avvicinando Ushijima nelle sembianze di Nori, Toki e Ikki, mentre lui, abile nel camuffarsi sotto forma di serpente, si sarebbe cimentato nell'esplorazione di uno dei magazzini. Annuì. Non avevano altra scelta che seguire le uniche piste che avevano.


Divider


Fu un risveglio pessimo, dopo una notte tutt'altro che ristoratrice. I pensieri sulla missione, sulle informazioni in loro possesso e sulle terribili Fibre Nere non gli avevano permesso di riposare in maniera corretta durante la notte.. e adesso si aggiungeva anche un tanfo terribile, che per poco non gli fece buttare fuori quel poco che aveva mangiato la sera prima. In un angolo della stanza, malamente coperto da uno dei lenzuoli, era stato lasciato un miscuglio rivoltante di pelle, ossa, carne e sangue. Pose la mano stretta a pugno davanti alla bocca e al naso, chiudendo gli occhi disgustato. Sapevo che eravate scimmie pronte a lanciarvi escrementi a vicenda, ma questo supera ogni aspettativa. Fate più schifo di quel che pensassi. commentò spassionatamente il Nibi, scuotendolo da dentro. Ehi, non mettere nel fascio pure me. Io non lascio certa merda in un angolo della stanza con tre persone beatamente addormentate attorno. E' disgustoso, e indecente.. rispose piccato, rabbrividendo al pensiero dello spettacolo che aveva preceduto quell'ammasso di sostanze organiche andate a male. L'intervento improvviso del Rosso, che si pronunciò con un ordine in sua direzione, non venne accolto molto bene. Doveva averlo fulminato con lo sguardo, prima di abbassare la testa remissivo e procedere a far sparire quell'ammasso di schifo.
Ehi aspetta un po', perché mai dobbiamo farlo noi?! chiese, ma sapeva benissimo la risposta. Loro, con il loro potere, avrebbero potuto far sparire ogni traccia di quei rimasugli umani. Sospirò, lasciando che il demone si desse da solo la risposta. Tanto glie la farò pagare. mugugnò disgustato, raccogliendo quanto poteva all'interno del lenzuolo e gettandolo nella stufa. E come? proseguì il demone gatto, muovendo le due code in una tenue vibrazione di eccitazione. Lascia spazio all'immaginazione, ci puoi arrivare da solo. rispose lapidario, imponendo la mano sinistra sulla stufa per bruciare quei resti. Fumo e odori sgradevoli sarebbero stati trascinati fuori dalla canna fumaria; la finestra aperta avrebbe fatto il resto. Il Nibi, deluso, sbuffò contrariato. Mi aspettavo maggiore inventiva da parte tua. Mi deludi.

Era appena superata l'alba, quando uscirono dalla stanza trasformati nei minatori in cerca di occupazione della sera prima. Attenendosi al piano - che condirono con una sana dose di recitazione, che avrebbe reso quanto più realistico la loro esistenza come Toki, Nori e Ikki - si diressero verso il luogo indicato dalla locandiera. Li trovarono effettivamente una persona in attesa, sicuramente non più nel fiore degli anni, con i capelli bianchi e la pelle dorata. Era il loro uomo? Fra di loro fu un magistrale Toki a rompere il ghiaccio. Era proprio Ushijima! Stiamo cercando lavoro, forse lei può aiutarci. Siamo ottimi minatori, la nostra famiglia fa questo mestiere da anni. aggiunse, completando la presentazione iniziata dal compagno dalla chioma fulva. Il loro interlocutore, alquanto sorpreso della loro presenza, sollevò un sopracciglio. Carne fresca eh? Arrivate tardi. rispose, ridacchiando roco. Non vi ho mai visto da queste parti. Siete qui da poco? Purtroppo il lavoro scarseggia, tanta gente se ne è già andata.. Ma qualcosa, per chi vuole davvero lavorare, lo facciamo saltar sempre fuori. aggiunse. Fu sempre Yūzora a rispondere, coinvolgendolo. E lui si limitava ad avvalorare le sue parole, come in quel caso, aggiungendo quando interpellato quel Sicuro! Siamo disposti a imparare qualsiasi mestiere, pur di non rimanere in mezzo a una strada. Ushijima rispose con un Oh bene, bene! Avete detto che siete minatori da generazioni, ottimi perfino! E siete finiti proprio in un posto dove il minatore è il lavoro più richiesto, ma immagino che lo sappiate già. Anche il ragazzino cerca lavoro? al quale fu lo stesso Takumi a rispondere con tranquilla convinzione con quel Sissignore. Anche mio figlio è qui per lavorare. Come diceva il mio buon padre, tutti abbiamo un posto dove poter scavare e due braccia in più fanno sempre comodo. Buon padre. Certo. Solo al pensiero di suo padre gli si rivoltava lo stomaco.

Proseguirono ancora per poco con quella sceneggiata, sino a quando Ushijima non prese nota dei loro nomi in un registro per poi congedarli, mandandoli a lavorare. Loro non se lo fecero ripetere e scesero nella miniera che fu loro indicata, gambe in spalla e picconi alla mano, pronti a recitare ancora. Tutto era ordinario la dentro, una semplice miniera come tante altre dove la gente lavorava e scavava tutto il giorno, tra una lamentela e l'altra. Attaccando bottone, scoprirono che molta gente aveva abbandonato quel lavoro e che le cave erano utilizzate principalmente per l'estrazione della pietra che sarebbe poi servita al villaggio. Fu allora che Yūzora riuscì a farsi dire che prima, sempre all'interno nella stessa cava, venivano estratte anche gemme, oramai esaurite, e che chi aveva assoldato molti di loro aveva smesso improvvisamente di pagare, spiegando dunque quell'emorragia di operai. L'ipotesi che avessero preso quello che serviva per potenziare le Fibre e se ne fossero andati altrove rimaneva la più plausibile, e fu proprio un ragazzino, fulminato poi dagli sguardi dei più anziani, a confermarglielo. Aveva detto che era finito tutto quello che stavano prendendo. Interessante.
Cercarono, durante il turno, tra una picconata e l'altra, di avvicinare il ragazzino fuori dal coro, ma senza successo. Pareva che avessero la peste addosso, perché una volta che anche solo uno di loro fosse stato abbastanza vicino dal potergli parlare, lui si dileguava rapidamente. Nulla di fatto quindi, ma tante informazioni sulle quali riflettere, alla luce poi di quelle che avrebbe portato anche il Kokage.
Terminarono il turno verso l'ora di pranzo, col sole che picchiava forte e feriva gli occhi dopo le ore di buio in miniera e il sudore che colava dalle loro fronti. Non si erano risparmiati nella recita e questo li faceva apparire proprio come dei lavoratori desiderosi di acqua, cibo e un giaciglio per il resto della giornata. Peccato che tutti quei lussi non se li potevano permettere, anche perché avevano ben altro a cui pensare Toki, Nori e Ikki una volta rientrati nella loro camera.
Che lavoro di merda.. imprecò con un filo di voce, preferendo di gran lunga essere un assassino quale era con tutti i pericoli del mestiere, piuttosto che buttare la sua intera vita in un loculo di polvere e pietra a martellare.

 
Web  Top
view post Posted on 16/7/2023, 14:43     +1   -1
Avatar

Group:
Kiri
Posts:
422

Status:


La stanza che li accolse non era di certo quella del grand hotel super lusso, ma ovviamente era già messo in conto..
Finalmente poteva assumere nuovamente il suo aspetto, si stiracchió mentre vedeva il mizukage che apriva la finestra per far entrare una Kitsune.. Ci fu uno scambio di battute tra loro e Takumi, Yosuke non ci badó più di tanto, stacco un pezzetto della barretta che aveva fatto Hù, era una semplice stecchetta di qualche centimetro fatta con miele frutta secca e qualche bacca.. Nulla di particolare in buona fine ma con un gusto decisamente migliore di quel tofu molliccio che invece sembrava apprezzare molto la tizia evocata dal Mizukage.


Sentì tutte le informazioni inerenti alla ricognizione, nulla effettivamente “sugoso” alle loro orecchie e il piano rimase invariato, avrebbero dovuto nuovamente recitare la parte del moccioso problematico.


Si appoggiarono al muro usando lo zaino come schienale, quel posto non gli ispirava fiducia, anzi.
L’indomani il risveglio fu pure peggio. Una sorta di poltiglia fatta da carne, pelle e altra robaccia era abbandonata sul pavimento.. Un vero schifo..
Sia Yu che Takumi sembravano alquanto disgustati da quella visione e il braccio destro del capo sembrava esserlo maggiormente dato che doveva sbarazzarsi di quell’immondizia..


Si preparó mentre canticchiava:


è il mio corpo che cambia.. Nella forma e nel colore.. Fiu Fiu fififiuuu fi fiiiiiiuuuuuu..


Mentre una nuvoletta di fumo li avvolgeva e faceva sì che apparisse nuovamente quello pseudo Picasso del piccolo Ikki.
Uscirono alla volta del pozzo, il piccolo ovviamente canticchiava tutto felice


Andiamo andiam andiamo a lavorar.. Papapà.. Andiam a lavorar..


Arrivati la seguirono tutte le istruzioni date dall’individuo delle risorse umane che li assunse senza battere ciglio. Tanto manovalanza a costo pressoché zero gliene serviva assolutamente.
Iniziarono a sporcarsi le mani, letteralmente.. Ikki non si risparmió nonostante le esili braccia.. Il ragazzetto stava sempre vicino al padre, soprattutto nei ripetuti tentativi di approcciare il giovane complottista, ma non ci fu molto da fare dato che si era riveló piuttosto sfuggente.


Il sole tornó a baciare il volto dei tre shinobi, l’impatto col cambio di luce gli ricordó casa e la sua amata fucina.. Sorrisero..
Un’imprecazione con un filo di voce giunse al loro orecchio.. non aspettavano altro..


.. come siete sboccato padre. Questo lavoro ci serve per permetterci tutti i vostri vizi..


Dissero ridendo..


smettila, sii serio..


Chissà quali novità avrebbe portato il Kokage al rientro dal suo giro di perlustrazione..

.. Che seccatura.. Lavorare in fucina è effettivamente meglio..
 
Top
view post Posted on 27/7/2023, 20:57     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:



Capite anche voi, cari ascoltatori miei, come siamo arrivati ad un punto chiave di questa buia storia lontana. La nostra raffazzonata banda ha fatto un guaio. Eh, sì sì. Stavate cominciando a tenere la loro parte, non è vero?
Sulla base di cosa, vi chiedo io?
Questi quattro personaggi, perchè mai meritano la vostra empatia? Pensate siano dei santi, loro? Ve lo dico io: non lo sono. Eppure succede sempre così, con le mie storie. Hanno passato qualche sventura,non c’è dubbio, il loro viaggio è lungo e tortuoso, sembra inconcludente e senza meta. Sono certo che siate convinti che siano i buoni, che il loro sentiero è illuminato dal divino e che le loro azioni siano portatrici di verità. Vi sentite come loro, perchè anche voi, come loro, siete dei falliti ed avete fallito, nell’arco della vostra esistenza.
Sarò franco, non potete essere più lontani dalla verità di così. Ma non abbiatene a male, e non guardatemi con quella faccia. Tutto questo fa parte dell’essere uomini. Siamo una mistura di luce ed ombra, bene e male. Nessuno può dichiararsi santo e giurarlo, senza aver timore, nel fondo del proprio cuore, di scatenare l’ira degli dei. O dei Kami, come li chiamano da quelle parti, nella nostra storia.
Così come il peggiore tra le persone che abitano il globo, avrà anch’egli compiuto almeno una buona azione, magari anche inconsapevolmente. Ricordate quel che v’ho detto al principio, non è vero? Di mostri, il mondo è pieno. E perchè tornare proprio ora su questo punto, vi chiederete voi? Dove sono i mostri?
Tutt’intorno, accidenti!
Come fate a non accorgervene! Anche i nostri quattro eroi lo sono, dipende solo dall’occhio che li osserva vederne la natura malvagia e sinistra.
Ad esempio, lo sono agli occhi di quella anziana donna che, quella sera, non vide tornare a casa il suo giovanissimo figlio avuto troppo tardi secondo le convenzioni dell’epoca. Era un bravo ragazzo, si impegnava al massimo delle sue capacità per lottare al pari degli altri nella sfida quotidiana che è la vita. Era solo nato con un cromosoma in più. Per tutti, però, era lo scemotto del villaggio. Zotici ignoranti! Certo che avete già capito di chi sto parlando.. Proprio quel giovane minatore che si era lasciato sfuggire una frase di troppo con i nostri cosiddetti eroi. Non uscì mai dalla miniera, non c’è bisogno che vi spieghi il motivo, vero?
E a chi si può dare la colpa? Alla sua natura ingenua? No, no io non credo. Oh, su, non piangere, ragazzina.. Sei dispiaciuta per quel malcapitato strappato troppo presto e con violenza fuori dalle pagine del libro del mondo? Qualcuno può pensare che doveva andare così fin da principio, che quello fosse il suo destino e che l’inchiostro che scriveva il suo capitolo sarebbe finito precisamente in quel momento, anche senza l’arrivo del nostro gruppo in città. Io trovo che sia troppo comodo, così.
Dovete sapere, invece, che ad ogni azione corrisponde una reazione che non sempre siamo in grado di controllare. E questa non è che una delle prime reazioni. Vi siete già scordati del capitano Kazuma, della sua ciurma e di tutti quelli che, nella famosa notte, hanno perso la vita? A chi sono da imputare, quelle morti? Degli eroi possono portare il fardello del destino di innumerevoli altri?
Beh, ma che importa a noi. Noi non siamo eroi. Qui c’è solo un umile cantastorie ed il suo capannello di ascoltatori che vogliono semplicemente godersi una buona storia. Perchè una buona storia, non sempre è una bella storia. Ma voi questo lo sapete, non siete degli sprovveduti! È per questo che ora continuiamo, abbiamo divagato fin troppo!
Abbiamo capito che, in quel misero villaggio sopra le cave, non c’è traccia di ciò che i buoni stanno cercando. C’era stata, un tempo, ma oramai era solo un ricordo ed un pettegolezzo che poteva costare la vita. L’unico, debole aggancio era quel vecchio, Ushijima.
Non siete curiosi di sapere le prossime mosse dei nostri EROI?

 
Top
view post Posted on 4/9/2023, 18:20     +1   +1   -1
Avatar

Mhh... mhhhh..

Group:
Admin
Posts:
10,048
Location:
Frittata

Status:


Hideyoshi Jiyuu - Heiki no Kashu (兵器歌)
9vMlsfO

Sukoshi dōmu, Ishi no Kuni.
31 gennaio 253, ore 13.35



Un buco nell'acqua, anzi... nella roccia.
La creatura ritrovò lentamente la propria strada verso la taverna. Guidata dal sapore della terra, dall'odore del legno e della cera, di ciò che rimaneva del calore e dei fumi della notte. Non vista, si sarebbe inerpicata per lo stesso percorso adottato nel discendere all'alba. Due leggeri colpi contro il vetro della finestrella che dava sulla stanza... e fu dentro.
Davanti a lei i volti dei tre esseri umani che l'abitavano, ciascuno nel proprio odore e umore, nascosto dietro un comune velo di polvere e sudore. Proseguì oltre, cercando il riparo caldo e cieco della coperta adagiata su uno dei letti. Qui, senza alcun ulteriore pensiero cosciente, terminò il proprio ciclo vitale.
La metamorfosi non sarebbe stata facile, né indolore. Nello schioccare delle ossa che spingevano per ritrovare il proprio ruolo, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente a mano a mano che guadagnavano reciproca coerenza; nell'intrecciarsi frenetico di pelle e muscoli, vene e arterie, ciascuno inseguendo lo svilupparsi caotico di questo o quell'arto. Sotto la tenue copertura del velo che aveva scelto come riparo, una massa guizzante e spasmodica prese via via una forma nuovamente familiare. In essa pensieri, sensazioni vestite di coscienza e fermezza, guidate da un istinto finalmente sganciato dal momento. Il Kokage tornava in quella stanza.
Venti minuti, mezz'ora... quindi, madido di sangue e sudore, si sarebbe lentamente messo a sedere. Non era la prima volta che subiva quel procedimento, ma per certe cose non esiste abitudine.


"Chiedo perdono... per la scena..."

Si scusò, senza addurre giustificazioni, una volta che gli venne fatto presente anche quello che aveva lasciato la mattina nella stanza. Benché le alternative non fossero molte, l'immagine e l'odore che il gruppo si era trovato davanti al risveglio meritavano, quantomeno, costernazione.
La vista era ancora sfocata, così come il ricordo di quanto aveva visto, ma i contorni erano sufficientemente definiti da consentirgli un resoconto. Domandò in ogni caso di sapere prima come fosse andata in miniera, solo per ascoltare una storia non molto diversa dalla sua: niente di sospetto, niente fuori luogo. Una normale miniera, semi-abbandonata ormai, la pietra utilizzata quasi esclusivamente per i lavori in superficie. Ad un certo punto i soldi avevano smesso di arrivare... e con essi, inevitabilmente, il lavoro, mandato avanti soltanto dall'organizzazione del vecchio Ushijima.


(Il minerale è terminato...? Viene estratto all'insaputa di tutti?
E come?)


Si passò lentamente una mano tra i capelli umidicci, contando uno ad uno i propri respiri mentre il cuore tornava ad un battito normale.

"Nel magazzino... nulla di sospetto, non fin dove sono riuscito a vedere... sono riuscito ad ascoltare la conversazione di due minatori... ma l'unico elemento rilevante erano i lavori per l'espansione del villaggio...
Perché mai poi... perché continuare con i lavori in superficie..."


Non aveva strumenti per formulare un'ipotesi. Né lui, né, immaginò, gli altri: le loro informazioni erano rimaste pressoché le stesse dalla sera prima. A questo punto, risultò rapidamente chiaro a tutti quanti che l'unica pista percorribile rimaneva Ushijima stesso. Non erano riusciti a reperire informazioni aggirandolo: avrebbero dovuto far sì che fosse lui a procurargliele. La domanda era... come?
Il gruppo si sarebbe trovato ad un bivio in argomento, ed una breve discussione ne sarebbe seguita. Sui rischi dell'avvicinarlo, dell'interrogarlo, del farlo sparire... sul come, sul dove, sul quando. Era l'approccio più diretto, ma al Cantore, che ancora era lungi dal riprendersi dalla trasformazione, sembrava ci fosse ancora spazio per la cautela.


"Vale... vale la pena tentare di pedinarlo. Mizukage-sama, Ushijima-san è un uomo importante nel villaggio... se dovesse sparire di colpo, inevitabilmente l'intera comunità ne sarebbe allertata in qualche modo... e con ogni probabilità il nemico.
Abbiamo ancora tempo. Permettetemi di provare a seguirlo... a vedere cosa fa durante il giorno. Non sarà un grande investimento di tempo ed energie."


Disse, ben consapevole del costo personale che quella metamorfosi gli imponeva. Ma era un'alternativa valida, e, nelle loro condizioni, una che ancora presentava minimi margini di rischio.
Decisero di fare un tentativo.


lrj7TXL



Sukoshi dōmu, Ishi no Kuni.
1 febbraio 253, ore 5.30



Polvere, roccia, acqua. Carne putrefatta, lontano. Il gelo della terra.
La figura si muoveva lentamente nella penombra del mattino, ammantata di calore e odore. Ogni passo sullo sterrato un terremoto, benché lento, ferito... no, vecchio, stanco. Non c'era fretta, ma c'era sospetto, attesa di qualcosa che andava visto assolutamente. Così la creatura attese, la lingua guizzante di tanto in tanto, via via scivolando in un'oscurità sempre più fitta all'intensificarsi della luce del giorno.
Ma ciò che doveva avvenire non avvenne. La figura si muoveva di luogo in luogo, sempre lenta, sempre docile, emettendo suoni normali e odori normali. Ogni attività monotona, che suonava come risaputa, evidente: nessun segreto; non che alla creatura, o alla coscienza latente che vi risiedeva, fosse dato rinvenire. Una sensazione familiare.
Era ormai notte quando, spinto dal freddo, il rettile tornò nuovamente alla taverna. Una scena in tutto identica a quella della mattina del giorno prima, fallimento incluso.
Lentamente recuperata forza e cognizione, Hideyoshi riportò quanto aveva visto. Una vita perfettamente ordinaria, una routine tanto banale da poter generare sospetto.


"Ushijima-san fa la vita di un monaco... si alza al mattino prima dell'alba, va al pozzo, va al deposito, schiaccia un pisolino... al ritorno dal lavoro passa di nuovo al pozzo e poi rientra a casa."

Nulla da dichiarare. Nulla di sospetto. Veniva da pensare che davvero quella loro spedizione si fosse rivelata un fallimento totale. Anche sul fronte della miniera, in cui la famigliola era tornata anche quel giorno, nulla di davvero utile.
Una sola possibilità rimaneva per evitare di ammettere l'enorme perdita di tempo, una che il Kokage avrebbe volentieri evitato di intraprendere ma che, data la situazione e le prove che pesavano contro Ushijima, non poteva più essere postposta: interrogare direttamente il vecchio. L'idea era già stata tirata in ballo, e, ora che conoscevano la sua routine, si sarebbe trattato solo di selezionare il momento più opportuno.
Alla fine, optarono per svolgere l'interrogatorio in casa sua, lontano da occhi e orecchie indiscreti.


(Anche ammesso che l'operazione non sia più in corso, Ushijima sa senz'altro qualcosa. Non ha senso lasciarlo qui senza prenderlo di petto.)

z1ilT7a



Sukoshi dōmu, Ishi no Kuni.
2 febbraio 253, ore 18.00



Così, attese.
Per il Kokage sarebbe stata l'occasione per riprendersi da quei due giorni: immobile nel proprio giaciglio, né sveglio né addormentato, di tanto in tanto bevendo un sorso d'acqua e mangiando un boccone lasciatogli dagli altri. Convalescente, c'erano pochi altri modi per definirlo, mentre gli altri erano usciti alle prime luci per il turno di lavoro. I dettagli della serata, con suo minimo apporto, erano stati definiti la notte prima: come muoversi, cosa domandare, come e se disfarsi del corpo.
Già, del corpo: la loro partenza avrebbe fatto breve seguito a quell'interrogatorio, e Ushijima-san non avrebbe mai più lasciato la propria casa per arrivare al pozzo. Ogni alternativa, ammesso che valesse la pena considerarla, era fin troppo rischiosa. Si risolsero per lasciarlo lì in casa, abbandonando Sukoshi dōmu prima che qualsiasi sospetto potesse emergere, purché distante da quella anonima famigliola giunta per lavoro.
Alla fine, quasi senza che se ne avvedesse, la luce morente fuori dalla finestra gli suggerì di muoversi. Hide si trasformò in un comune serpente, aprendo la finestra senza eccessive cerimonie per poi scivolare fuori. Non sarebbe stato difficile raggiungere inosservati la casa del vecchio, né, stante l'assenza di qualsivoglia misura di sicurezza, entrarvi.
Naturalmente avrebbe comunque usato la debita cautela, specialmente per via del viavai di minatori che iniziava a rincasare. Evitò i percorsi più trafficati, nascondendosi all'occasione guidato dalla mera necessità di non provocare spavento: nessuno gli avrebbe dedicato più di uno sguardo, in ogni caso, e presto sarebbe stato lontano da occhi indiscreti.
Una volta raggiunta la propria destinazione si fermò, immobile, in attesa. Dalla casa nessun rumore, nulla che facesse sospettare ospiti in visita. Doveva essere andato tutto liscio.
Alla fine, dopo diversi minuti, apparve anche l'immagine del padrone di casa. Lemme lemme, il vecchio girò l'angolo per giungere in vista del pozzo. Ricevuta quella conferma, il Kokage entrò in casa non visto.


"Tutto nella norma, presumo?

Sta arrivando."


Riferì silenziosamente al gruppo, una volta recuperate le proprie fattezze. I tre lo avevano preceduto all'interno, come da accordi, ancora trasformati. Si prepararono, prendendo posizione strategicamente lontani dall'ingresso e dalla luce. Nessuna ragione di sospettare che Ushijima avesse subodorato l'agguato.
Questione di attimi: l'uomo sarebbe rincasato con l'usuale verve da tartaruga di terra, chiudendosi dietro la porticina per accendere il lume poco lontano dall'ingresso. Nel momento in cui voltò le spalle, Harada-san lo tramortì con un colpo secco, trattenendolo immediatamente dopo dal rovinare a terra.
Allora lo bendarono, e, ciascuno nuovamente nella propria forma, lo ridestarono bruscamente. Un immagine pietosa, meschina, che non lasciava presagire alcun felice destino. Ma non c'erano alternative: Ushijima era alle dipendenze del loro nemico, ed egli li aveva spinti a quel punto.
Ascoltò il respiro affannato del vecchio farsi più breve e concitato a mano a mano che la paura riempiva il vuoto lasciato dallo sgomento. Solo e in trappola, dolorante e infreddolito, avrebbe rivolto un appello all'oscurità della stanza, ricevendo in cambio soltanto il tintinnare sinistro degli spiedi nella mano di chi l'aveva assalito.
Sarebbe stato il Mizukage ad incominciare il confronto. Una domanda semplice, diretta, riguardo i rapporti intrattenuti con la Tanjo. Per la sorpresa di tutti, certamente per quella del Kokage, il vecchio oppose immediatamente il silenzio.


(O la Tanjo Co., lontana centinaia di chilometri, fa più paura di un gruppo di assassini dentro casa propria, o Ushijima-san è un uomo che prende seriamente i propri accordi... in entrambi i casi, non è da tutti reagire a questo modo bendati e sotto minaccia di tortura... bisogna rendergliene merito...)

Avvertì Niku muoversi letale dentro di sé, percependo la tensione montare dentro la stanza nell'istante stesso in cui Ushijima decise di fare il duro. Non avrebbe fatto alcuna differenza.
Harada-san, schernito l'interrogato, avrebbe immediatamente fatto ricorso ad una genjutsu per sciogliergli la lingua. Opposta minima resistenza, la mente del vecchio avrebbe iniziato presto a cedere... e con essa, la parola.
Ushijima ammise il proprio rapporto con la Tanjo Co., così come la propria mano nel gestire l'estrazione del fantomatico minerale da una vena speciale, in profondità sotto il villaggio, una volta che gli venisse riferita la parola d'ordine.


(Libernio... siamo arrivati tardi.)

Era tutto finito, tutto gestito con la massima rapidità. Con ogni probabilità, tutto già fatto sparire dalla Tanjo Co. Ammesso che riuscissero ad avvicinarsi ai magazzini nel Paese della Neve, quella situazione li metteva in estremo svantaggio.
Un momento di silenzio, quindi avrebbe preso parola.


"Ushijima-san, il minerale veniva estratto da uomini portati dalla tanjo direttamente per lavorare, o da minatori locali? Chi lo lavorava ha mai mostrato qualche sintomo, qualcosa che non andasse?"

La domanda aveva un doppio scopo: sapere se il committente aveva impiegato innestati per i lavori di estrazione e conoscere eventuali effetti collaterali del lavoro su normali esseri umani. Entrambe informazioni che potevano essere molto utili nel valutare eventuali tracce lasciate dal passaggio del Libernio.
La risposta, in ogni caso, non avrebbe minimamente preso in considerazione questi aspetti. Il minerale era estratto da chiunque fornisse la password, da chiunque la Tanjo Co. inviasse o indicasse: ad Ushijima poco importava.


"Che aspetto aveva, ai suoi occhi?"

Ripiegò su una domanda ben più banale, utile unicamente a riconoscere qualcosa che, con ogni probabilità, sarebbe stato già evidente per la difficoltà di mettervi le mani sopra. Il Libernio era un cristallo nero, duro e freddo, pesante, difficilmente scheggiabile. Il Cantore avrebbe preso la parola di Ushijima come quella di un esperto in materia, benché nulla sapessero davvero della sua esperienza di minatore.
Di lì in avanti l'interrogatorio virò sul come e perché la Tanjo Co. avesse individuato il minerale e l'avesse estratto, considerata la posizione isolata del villaggio. Il vecchio, tuttavia, non seppe offrire dettagli di rilievo su questo argomento.


(Scoperto per caso... già, immagino...)

Era comprensibile come simili informazioni fossero ben oltre il libro paga di un mero organizzatore della manovalanza, che come direttiva aveva unicamente quella di fare bene e fare in fretta. Caricare e spedire senza fare domande.
Con ogni probabilità l'uomo non se le era fatte lui stesso, abituato al lavoro com'era, nemmeno una volta... almeno fino a quel momento.
Altri si occupavano della gestione delle informazioni, individui più vicini al Tossico, un nome che per il vecchio non significava più che per loro: un'immagine di sfondo, una longa manus capace di muovere intere operazioni tramite preposti.
Nessuno dei quali era rimasto in zona. Non a lavoro ultimato.


(Non resta più alcuna opzione allora. Se una pista esiste ancora, la troveremo a Yuki no Kuni...)

Yuki no Kuni... di nuovo. Il paese aveva più di un conto in sospeso con Hideyoshi, che vi aveva quasi trovato la morte tre volte nel corso della propria carriera... l'ultima fin troppo recente perché la prospettiva di rimettervi piede non lo turbasse. E poi c'era il freddo, il peggior freddo del Continente.
C'era tutto quello... e c'era anche qualche volto amico, ancora, nonostante tutto. L'immagine di chi l'aveva accolto il Suono nel suo momento di massima debolezza accompagnò lo schiocco sinistro che mise fine alla vita del vecchio Ushijima. Un colpo secco, in tutto simile a quello che l'aveva tramortito, stavolta uccideva senza lasciare scampo o traccia.
Ci sarebbe stato senz'altro qualcosa da chiedere, ancora, ma la bocca dell'uomo tornava a serrarsi, questa volta preda di un turbamento che la tortura, fisica o psicologica, non poteva forzare.
Allora, come da piano, la chiusero per sempre.


dHq5dMj



Nord di Yuki no Kuni.
4 febbraio 253, ore 14.00



Gelo. Sui vestiti, sulla pelle, nelle ossa. Il vento flagellava la pianura congelata, correndo senza alcun freno tra un cumulo e l'altro, sollevando e spianando, scolpendo e spezzando. Non gli era dato osservare, soltanto immaginare: chino sotto il proprio cappuccio, il Kokage non sollevava lo sguardo. La destinazione rimaneva nascosta dietro un muro di neve, appena oltre il rifugio che avevano scelto per ripararsi dalla tempesta.

"Il monastero non è lontano da qui. Se siete ancora favorevole, Mizukage-sama, vi troveremo un facile riparo... uno privo di domande indiscrete.
Chi vi abita mi ha già prestato assistenza più di una volta."


Con ogni probabilità non vi avrebbero risieduto a lungo; la loro destinazione finale non era lontana.

 
Top
view post Posted on 10/9/2023, 15:55     +1   +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


Per loro fortuna - per quanto di fortuna si potesse parlare in quel frangente, considerato che, nonostante l’addestramento fisico al quale si sottoponevano per svolgere le loro funzioni al meglio, non erano certo abituati allo sfaticante lavoro che si svolgeva in miniera - non attesero molto lo strisciante ritorno del Kokage. Nelle sembianze di un piccolo serpente, come aveva avuto modo di abituarli da quando si erano stabiliti nella locanda, scivolò dal davanzale della finestra sotto lo sguardo stanco dei colleghi e mostrando di tanto in tanto la lingua biforcuta si nascose tra le pieghe candide di un lenzuolo. Uno spettacolo affascinante, non fossero stati costretti ad assistere alla nuova trasformazione (per quanto celata). Lo scricchiolio delle ossa che si ricomponevano, accompagnato dai movimenti ondulatori del velo, era a dir poco agghiacciante. Era abituato a ben di peggio, Takumi.. ma non fu esente dal provare, oltre che della sana curiosità per il processo, anche quella terribile nota di disgusto nel sapere che sotto quel candido lenzuolo stava avvenendo una metamorfosi. Hideyoshi, sbucato fuori dal suo nascondiglio, madido di sudore e sporco del suo stesso sangue, fu il primo a chiedere perdono per la scena raccapricciante. Con tutto il rispetto, mio signore.. la prossima volta che sarà necessario ricorrere a questo espediente, abbiate cura di non disseminare le vostre interiora per la stanza. Sfortunatamente, nessuno dei presenti prova un così perverso senso del gusto da avere intenzione di ripulire una seconda volta. Men che meno io. s’azzardò a puntualizzare, mettendo subito le cose in chiaro. Non pervennero proteste da parte dell’interessato, cosa sufficiente per fare intuire a tutti che il messaggio era stato recepito. Un cenno col capo fu la sola risposta al silenzio ricevuto. Come si suol dire: ‘patti chiari, amicizia lunga’.
Com’era facile assumere dai vicendevoli resoconti che a turno avevano messo a disposizione di tutti i presenti, nessuno dei due gruppi aveva avuto successo nell’ottenere informazioni utili alla loro missione. Alla miniera era stato un buco nell’acqua, salvo lo scoprire che uno dei minerali estratti insieme alle pietre era esaurito e che pertanto quella vena non aveva alcuna utilità per i loro nemici. Non più, oramai. Erano arrivati troppo tardi. D’altro canto, anche Hideyoshi non riportò chissà quali grosse novità. Non rimaneva che decidere la prossima mossa.
Su una cosa concordavano tutti: concentrare i prossimi sforzi sulla persona di Ushijima. Quell’uomo, sino a prova contraria, era l’unico abbastanza in alto nella catena di malaffare di quel posto dimenticato dai Kami da poter garantire una seppur minima possibilità di una pista concreta da seguire, per quanto nessuno di loro si aspettava lo spensierato canto di una ghiandaia alle prime ore del mattino. Takumi, consapevole del fatto che non sarebbe stata una passeggiata ottenere una confessione, suggerì subito di ottenere quanto cercavano col metodo migliore che conosceva: stanarlo quando meno se lo aspettava, interrogarlo con metodi poco cordiali e metterlo a tacere. Era il suo lavoro dopotutto, la tortura. Si sentiva abbastanza sicuro del fatto che avrebbero ottenuto quello che volevano, o comunque una confessione sincera. Matatabi, nell’oscurità della sua anima, pareva compiaciuto a quella dichiarazione d’intenti da parte del suo tramite. La proposta fu appoggiata soltanto da Isao/Yosuke in un primo momento, mentre Hideyoshi chiedeva ancora del tempo e una via meno violenta. Yūzora, pensieroso, ascoltò in religioso silenzio le proposte ed emise la sua sentenza solo dopo aver soppesato pro e contro di entrambe. Alla fine dovette accettare di perdere un altro giorno di tempo in miniera, permettendo al Kokage di seguire i movimenti di Ushijima e procedere con cautela. Potete indovinare come sia andata a finire, no?
Di nuovo nei panni di Toki, Nori e Ikki, si recarono al mattino in miniera, lavorando e colloquiando con i lavoratori senza cavare nemmeno un ragno dal buco. Del ragazzo che si era lasciato sfuggire quella strana frase non vi era nemmeno l’ombra e tutti quelli a cui provavano a chiedere affermavano che era ‘tornato alla città sotterranea’. Certo. Che poi ci fosse tornato tutto d’un pezzo era un’altra storia, si ritrovò a pensare il castano nell’ascoltare le stronzate che sparavano pur di insabbiare. Era evidente sin dalla volta precedente che la sotto regnava omertà e puzzo di marcio. E se a loro era andata così da schifo, costretti a ritirarsi con un pugno di mosche in mano e una stanchezza tale da rosicchiare i muscoli delle braccia, a Hideyoshi non era andata certo meglio. Ushijima, ben lontano dall’essere il master mind dell’organizzazione criminale, era sostanzialmente il figlio di puttana più abitudinario e inutile di cui avesse mai avuto notizia. Nemmeno Eichiro faceva così pena, in determinate situazioni.

Allora è deciso. Domani si procede alla vecchia maniera. disse con un laconico sospiro a seguito della risposta affermativa del Kokage alla domanda di Yūzora, prima di stendersi sul suo giaciglio e cercare conforto in un riposo vigile, in compagnia del suo fidato kunai sotto al cuscino.


Divider


Nel cuore della notte attesero pazientemente l’arrivo del loro ospite nell’oscurità della sua dimora, che aveva omertosamente schiuso loro le porte in assenza del suo legittimo proprietario. Una sistemazione modesta, ma con tutto quello che poteva servire a portata di mano. Non sarebbe stato difficile farlo sembrare un incidente. La mattina, come da patti, erano andati in miniera per poi rincasare alla locanda e allontanarsi dalla finestra, distanti da occhi indiscreti. Ancora trasformati, erano entrati indisturbati dentro e aspettavano soltanto il segnale del Kokage per capire quando il piano avrebbe avuto modo di esprimersi. Segnale che arrivò pochi minuti dopo e che, seppur non visto, suscitò nel castano un sorrisetto che non preannunciava assolutamente nulla di buono. Era evidente che la cosa lo divertisse. Lasciate fare a me, voi cercate di ottenere quante più informazioni possibili. si raccomandò, adoperando appena un filo di voce per essere udito dai compagni prima di tacere e attendere.
Finalmente un po’ di divertimento.
L’ignara preda di quella battuta di caccia entrò dalla porta d’ingresso, provata dalla giornata di lavoro e sicura dei suoi movimenti. Armeggiò giusto qualche secondo sul tavolo di legno per accendere un lume che gradualmente illuminasse la stanza, ma proprio nell’istante in cui s’avvide dell’ombra che incombeva alle sue spalle, Takumi, ancora nei panni di Nori, sorrise maligno e dicendogli Odoroki, Ushijima-san. Lo afferrò brutalmente per i capelli e lo spinse contro il tavolo, tramortendolo prima che potesse urlare. Successivamente lo legarono alla sedia e lo bendarono prima di riprendere ognuno le proprie sembianze. Era stufo di quella recita, adesso voleva solo avere le informazioni che gli servivano e divertirsi alle spalle di quel disgraziato.
Non poteva vederlo appena sveglio, ma il suo aguzzino stava giocando con degli spiedi, pronto a conciarlo per le feste se non avesse risposto alle loro domande.
Bentornata tra noi, ohimesama. sussurrò divertito, come una serpe dalla lingua biforcuta pronta a stritolare la preda, costruendo man mano il clima di terrore che desiderava. Le sue potenzialità nel manipolare le emozioni erano davvero un pozzo al quale attingere per generare molteplici possibilità e aperture. Se vi comporterete bene e risponderete ad alcuni semplici quesiti non vi sarà torto un capello. In caso contrario.. beh. La scelta sta a voi. spiegò mellifluo, facendo cenno poi al compagno dalla chioma fulva di iniziare con le domande. Domanda che prontamente arrivò, ma a cui Ushijima si impose di non rispondere. Voleva fare il duro? Molto, molto sciocco. Non mi dite che il gatto vi ha già mangiato la lingua. Andiamo.. esortò, adoperando non soltanto uno spiedo contro il suo collo, graffiandolo per fargli assaggiare il freddo gelido del metallo, ma anche e contestualmente un piccolo asso nella manica di cui solo Yūzora conosceva le potenzialità. Il mio amico vi ha fatto una domanda, no? Dovreste essere più cortese nei confronti dei vostri ospiti, Ushijima-san. Non vorrete farli arrabbiare.. continuò, manipolando le sue emozioni sadicamente, con un sorriso serafico pennellato sulle labbra, sino ad esaltare l’instabilità emotiva del suo simpatico interlocutore che, da li a poco, sciolse la lingua divorato dal terrore. Da quel momento in poi furono i due sovrani a porre le domande, con sparuti interventi da parte del ragazzo con la doppia personalità. Takumi si sarebbe limitato a mantenere alta l’allerta dell’obiettivo, in maniera tale che cantasse senza futili interruzioni.
Vennero così a conoscenza del Libernio, un minerale estratto in vene speciali, simile a un cristallo nero ma estremamente duro e freddo, che veniva estratto rapidamente e subito trasportato nel Paese della Neve. Il rapporto con la Tanjo.co era di semplice subordinazione e Ushijima non era altro che un povero mentecatto pagato per assoldare, senza sapere per cosa stava assoldando. Non esistevano bolle in grado di indicar loro il luogo preciso da raggiungere nel Paese della Neve, ma sapere che il minerale veniva spedito li era già una pista molto più concreta di quelle che avevano tentato di scovare dall’inizio del loro lavoro in miniera.

Cosa sai dirci del Tossico? Sono certo che questo nome ti suonerà alquanto familiare. E' un tuo amico, giusto? s’intromise dopo una breve pausa, atta ad elaborare le informazioni che Ushijima stava loro fornendo. La risposta fu assai deludente. Nessun contatto vi era stato fra il famigerato Tossico e quel mentecatto davanti ai suoi occhi, che pur di intascare quattro soldi si era fatto abbindolare e aveva sempre trattato con un anonimo sottoposto. Terminate le domande, prese nuovamente parola. Questa volta, per porre fine all’interrogatorio. Arigato, Ushijima-san. s’espresse, prima di prenderlo nuovamente per i capelli e sbatterlo contro lo spigolo del tavolo a poca distanza da loro, in un colpo ben assestato e talmente violento da incrinargli l’osso frontale.
Fu così che Ushijima morì, a causa di terribile ed improvviso trauma cranico a seguito di una rovinosa caduta.


Divider


Col gelo che frustava violentemente le carni avvolte da pesanti cappe, il quartetto shinobi, guidato questa volta dal Kokage che allo loro rapida partenza alla volta di Yuki No Kuni aveva suggerito un posto dove poter riprendere le energie lontani da occhi indiscreti, avanzava. Hideyoshi aveva parlato loro di un monastero, che a sua detta doveva oramai essere a poca distanza dalla loro posizione. Takumi, nonostante mal sopportasse quella rigidità metereologica e la conseguente sensazione di umido che ne veniva generata, con un sospiro profondo che creò una discreta condensa nell’aria, si fece silenziosamente presso il suo Mizukage, senza dare nell’occhio, dando l’impressione di voler solamente assicurare massima protezione al suo sovrano. La verità, ovviamente, era ben diversa. Col corpo infestato da Matatabi, la sua temperatura corporea era parecchio elevata rispetto ai normali 36°. Forse la sua vicinanza avrebbe potuto aiutare un po’ ad alleviare la sensazione di gelo dell’uomo che amava, seppure la tormenta di neve insisteva a non perdonare.



Edited by ¬BloodyRose. - 10/9/2023, 16:56
 
Web  Top
view post Posted on 10/9/2023, 15:56     +1   +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
16,471
Location:
Belluno

Status:


L’odore stantio di muffa, polvere e roccia era nauseante. Quasi invidiava il ruolo di palo del Kokage che, da fuori, avrebbe dovuto controllare la situazione e rientrare solo quando Ushijima fosse in procinto di tornare a casa. Almeno lui non avrebbe dovuto sorbirsi tutto il tempo quel tanfo assurdo. Davvero…comprendeva che l’abitudine inibiva il fastidio, ma faceva davvero fatica a credere che quel vecchio abitasse in quella topaia senza sentirne il lezzo. Evidentemente era quello che poteva definirsi un “uomo solo”. Ed era abbastanza chiaro dalla sua abitazione. Semplice, frugale, a dir poco essenziale. Ma grande abbastanza per permettere ai tre shinobi, adeguatamente trasformati, di trovare un nascondiglio adatto in attesa del suo rientro. E questo era quanto bastava.
C’era aria d’attesa lì dentro. La sentiva provenire dai suoi compagni, soprattutto da Yosuke, ma la provava lui stesso. E non avrebbe potuto essere altrimenti, quella era veramente l’ultima carta che avevano da giocarsi: non potevano assolutamente permettersi che andasse storto qualcosa. Dovevano riuscire a ricavare un risultato, altrimenti sarebbero stati punto e a capo e quella permanenza a Sukoshi dōmu sarebbe valsa solo come totale perdita di tempo.
Anche perché, ormai, le avevano provate proprio tutte.


Si erano ritrovati nella propria stanza alla locanda dopo pranzo, ognuno a riportare i propri buchi nell’acqua. Nemmeno il Kokage, nei magazzini, aveva trovato alcunchè di sospetto, come raccontò lui stesso dopo il lungo e, diciamolo, abbastanza disgustoso, processo di ritrasformazione - ancora doveva capire dove fosse l’utilità di fare quella muta piuttosto che utilizzare la Henge no Jutsu. Se non la conferma del continuo ampliamento del villaggio, come avevano lamentato anche i minatori, del tutto inutile ora che l’afflusso di persone verso quel luogo dimenticato dai Kami era notevolmente diminuito. Insomma, ben poca cosa rispetto alle aspettative. Tanto che si ritrovarono ben presto a ragionare sull’ultima possibilità offerta da quel posto. Ushijima stesso. Unico legame rimasto con coloro che cercavano, il suo nome campeggiava a chiare lettere anche sui volantini recuperati dagli ANBU. Agli occhi di Yu, c’era una sola via veramente efficace, la stessa che rapidamente Takumi e Yosuke sostennero a kunai tratto: interrogare Ushijima. Ma il Kokage sembrava ancora voler usare cautela, prima di arrivare a tanto. Yu non era un grande sostenitore delle perdite di tempo e l’idea di pedinare qualcuno un solo giorno, sperando che proprio quel giorno rivelasse agli occhi dell’inseguitore ciò a cui anelavano, gli sembrava a dir poco improbabile. Tuttavia…sapere come si muovesse l’obiettivo era importante. Se avesse avuto un itinerario fisso, delle abitudini, quello sì sarebbe stato utile. Un solo giorno, Kokage-sama. Dopo procederemo con l’agguato. Comprendo perfettamente le vostre remore e, potendo, avrei preferito evitarlo a mia volta. Ma non possiamo continuare a buttare giorni preziosi senza un nulla di fatto. Fate del vostro meglio. Loro tre invece? Starsene a girarsi i pollici in stanza non era una grande idea, soprattutto sparendo dalle miniere dove si erano appena presentati pieni di buona lena per lavorare. Noi, per non destare sospetti, scenderemo nel pozzo anche domani. Sia mai che qualcuno abbia voglia di sciogliere la lingua un altro po’.

png

La sera successiva si trovarono di nuovo tutti lì: chi dopo le ormai consuete otto ore di turno in miniera, chi dopo un’intera giornata di pedinamento. Ciò che Hideyoshi aveva scoperto non era nulla di particolare. Ushijima faceva la vita di un monaco…o di uno stacanovista, a seconda dei punti di vista. Una vita casa e lavoro se si escludeva un pisolino nel pomeriggio. In quanto alla loro gita in miniera…beh. Nulla di particolarmente sospetto se non la sparizione dell’unico ragazzo che si era spinto a parlare più del dovuto il giorno prima. Avevano provato a chiedere in giro, ma tutti rispondevano allo stesso modo: era tornato nella città sotterranea. Insomma nulla di particolarmente utile da parte di nessuno dei grandi shinobi lì presenti…veniva davvero da chiedersi se fossero capaci di fare il loro lavoro o se li stessero prendendo per il culo tutti quanti. Beh, per lo meno adesso sappiamo come Ushijima si muove. Sarà più semplice pianificare l’appostamento…presumo che ora non abbia nulla in contrario con la cosa, Kokage-sama. Sì, in fin dei conti non era stata poi un completo fallimento quella giornata. Qualcosa di utile l’avevano ricavato. Non direttamente collegato alle informazioni che cercavano, certo, ma sarebbe stato d’aiuto nell’ottenerle. Senza contare che non potevano permettersi di fallire anche lì, era l’ultima possibilità che avevano.
Ne discussero con precisione e alla fine decisero di tendere l’agguato nel luogo in cui il vecchio si sarebbe sentito più al sicuro, abbassando la guardia: casa sua.


"Tutto nella norma, presumo?
Sta arrivando."

Il sussurro di Hideyoshi lo riscosse dai suoi pensieri riportandolo coi piedi per terra. Anche volendo, non c’era più tempo per i ripensamenti. Quella sera, avrebbero avuto le risposte alle loro domande a tutti i costi. Quella sera, l’uomo chiamato Ushijima avrebbe cessato di esistere. Quella sera, volenti o meno, si sarebbero lasciati il villaggio di Shikoshi dōmu alle spalle, assieme al corpo del vecchio e alle domande di coloro che l’avrebbero trovato…prima o poi. Ci avevano pensato la sera precedente a come poter fare per liberarsi del cadavere, ma alla fine avevano pensato che una vera e propria sparizione avrebbe creato più scandalo di trovare l’uomo morto a casa propria. Se avessero lasciato dei segni, sarebbe potuta passare per una mera aggressione…se non l’avessero fatto, per una morte improvvisa. Nulla avrebbe potuto collegare la cosa a loro, non avrebbe dovuto. Sarebbe stato un lavoro pulito. Niente sarebbe andato storto. Ushijima non aveva motivo di sospettare di nulla. Sarebbe caduto in trappola con entrambi i piedi e, a quel punto, nemmeno una sua possibile ostinazione l’avrebbe salvato dalla tecnica di Takumi.

« Eheheh… »
Che c’è di divertente?
« Oh nulla. Solo tu che ripassi ancora i dettagli del piano come un moccioso alla sua prima missione. »

Non lo rimbeccò solo perché proprio in quel momento la maniglia scattò. Ignaro, Ushijima entrò in casa con passi stanchi, richiudendosi la porta alle spalle per dirigersi verso il lume poco distante ed accenderlo. Fu allora che Takumi lo colpì. Un colpo secco, preciso che lo tramortì all’istante. Sarebbe caduto a terra come una pera cotta se il castano non l’avesse trattenuto per sistemarlo su una sedia dove l’avrebbero bendato e legato.
Yu, riacquistato il proprio aspetto, arrivò qualche attimo dopo con un secchio d’acqua fredda. Osservò la scena, cercando il più possibile di distaccarsi dalla stessa. Ushijima molto probabilmente non era altro che una marionetta, ignaro e innocente delle azioni che aveva compiuto in nome del loro nemico. Pagava per qualcosa che non aveva commesso con coscienza. Verosimilmente, non si era fatto domande quando gli era stato assegnato quel lavoro. Lo pagavano e tanto bastava. Un ragionamento che avrebbe potuto fare chiunque, un ragionamento che anche un ANBU farebbe di fronte ad un omicidio imposto dal proprio Kage, coperto dalla legge del proprio villaggio. Tuttavia nulla proteggeva Ushijima…e la sua vita fatta di routine e di soldi facili - racimolati per cosa poi? - sarebbe stata presto interrotta.
Ad iniziare con la secchiata d’acqua gelida che Yūzora gli lanciò addosso.
Il vecchio si svegliò di colpo, voltando il capo di qua e di là confuso, prendendo lentamente nota di essere legato, bendato e fradicio. L’odore della paura si diffuse nell’aria ancor prima che Takumi iniziasse a fare alcun che. Era percepibile in ogni mossa dell’uomo, nel suo tremore, nel gozzo che deglutiva nervoso, nella voce insicura che volse un appello all’oscurità che lo cingeva nel suo abbraccio gelido, ricevendo in risposta solamente il sinistro tintinnio degli spiedi con cui il castano stava giocando. Fu allora che, come un gatto che gioca col topo, Takumi prese ad alimentare la paura del vecchio Ushijima, gonfiandola, accrescendola…Da fuori non si notava nulla, se non il mutare dell’espressione del prigioniero, attanagliato tra le spire del jutsu.


Allora Ushijima-san…vogliamo scambiare due chiacchiere? Una proposta retorica, che non cercava una vera risposta quanto piuttosto l’attenzione del vecchio, seguita qualche istante dopo da una domanda diretta. LA domanda. Che rapporti hai con la Tanjo Co.?

Si aspettava un balbettio, un mero tentativo di dissimulazione e negazione, qualsiasi cosa.., ma non quel silenzio ostinato. Al di là del fatto che non fosse altro che la riprova che fosse in possesso di informazioni che potevano essere utili, cos’era quella cocciutaggine? Sciocca caparbietà? Serietà nel proprio lavoro? O…paura? Possibile che la Tanjo facesse più paura di un gruppo non ben identificato che ti aggredisce in casa tua? Nah, ne dubitava. Forse era veramente semplice compostezza nel mantenere il riserbo sui propri clienti.
Fatto sta che ostinazione o meno, a nulla valse contro l’inasprirsi della tecnica di Takumi. Ushijima iniziò a parlare, non in maniera brillante in realtà all’inizio. Il classico “loro pagano e io lavoro” di cui si parlava prima. Ma la loro conversazione era ben lungi dall’essere conclusa. Yu non era certo qualcuno che mollava l’osso così in fretta, soprattutto se aveva le informazioni giuste per le mani.


E’ tutto, eh? Sì certo, come no. E sentiamo…cosa eri tenuto a fare con chi ti riportava queste parole: la luna d’inverno è più calda? Se la ricordava bene la parola d’ordine del volantino. Doveva esserci qualcosa che rendesse quei lavoratori diversi da chi si presentava come loro tre alla ricerca di un mero impiego. E infatti, i “fortunati prescelti” venivano portati in una vena speciale, diversa dalle altre per estrarre il nuovo minerale. Che tipo di minerale? Incalzò. Di quale vena si tratta?

Non avevano trovato nessuna vena particolare durante i giorni nel pozzo…e questo perché, come spiegò il vecchio, si trovava in profondità e ormai essendo esaurita, era stata bella che chiusa. Il minerale che si trovava lì, era stato tutto estratto e portato via. Lo chiamavano Libernio…e per ottenerlo nel tempo più rapido possibile, hanno pagato un sacco di persone fior di ryo. Qualcuno aveva proprio fretta di portarselo via. Come aveva detto quel ragazzo, una volta terminato erano spariti, le paghe erano diminuite e la gente se n’era andata. Nessuno si era fatto troppe domande evidentemente o, se se l’erano fatte, avevano tappato occhi e orecchie pur di ottenere quei soldi. Ma non gliene fregava granchè dell’omertà di quella gente, era giustificabile…ora era importante capire dove finisse quel materiale.

Ovviamente a caval donato non si guarda in bocca, giusto? Lo canzonò. Dove portavano il Libernio? Dove si sono spostati adesso? Il Paese della Neve. Non alla Tanjo Co., ma era troppo generico. D o v e?

Il suo tentativo di rimarcare, cadde quasi nel vuoto. Sembrava davvero che Ushijima non lo sapesse con precisione. Aveva vaghi ricordi di una bolla che indicava il nord del paese ma nulla di più e non c’erano più documenti di trasporto da consultare per confronto.
Hideyoshi provò a mettergli il dubbio che il minerale potesse essere dannoso per la salute, in modo da cercare di capire se ci fossero anche persone esterne portate direttamente dalla Tanjo per lavorare o no, ma Ushijima non parve né preoccupato né turbato dalla cosa. Lavorava chiunque accettasse il posto. Cani e porci insomma…Quanto meno ebbero una descrizione abbastanza dettagliata dell’aspetto di questo minerale. Nero e lucente come una gemma, estremamente duro e gelido. Le picconate non lo scalfivano e il suo peso specifico era parecchio importante. Un minerale davvero particolare. “Scoperto per caso” a quanto gli diceva Ushijima. Il vero tesoro di quel posto…finchè è durato. I finanziatori si erano comportati come degli squali, palese anche agli occhi del vecchio quanto fosse importante per loro il Libernio.
Tuttavia del vero mandante dietro a tutto quell’ambaradan, Ushijima non sapeva nulla. Come volevasi dimostrare era solo l’ultima ruota del carro, una pedina sacrificabile…lasciato a penzoloni in fondo alla catena alimentare. Non aveva mai visto il Tossico di persona e si interfacciava solamente con uno dei suoi scagnozzi - chissà se poi era uno alle sue dirette dipendenze o sotto qualcun altro ancora, in un gioco di matrioske che rendeva impossibile capire quanto profonda fosse la gerarchia di quell’organizzazione.
Quanto meno ora avevano la direzione della loro prossima tappa. Sarebbe stato utile approfondire ancora un po’, ma Ushijima non sapeva altro…o, se lo sapeva, teneva bene le labbra serrate a riguardo, dichiarandosi di fatto ormai inutile.
Se ne andarono da Sukoshi dōmu quella notte, lasciandosi alle proprie spalle il villaggio polveroso, le miniere e il corpo di Ushijima esanime in casa propria.

png

Yuki no Kuni, Nord del Paese.
4 Febbraio 253 DN - 14.00

Nonostante fosse primo pomeriggio l’aria era gelida. Quelle lande innevate avrebbero messo a dura prova chiunque, Yu stesso nonostante l’addestramento era grato che Takumi fosse vicino a lui in quella traversata. Il corpo del castano, emanava un calore piacevole che non riusciva a vincere il gelo impenetrabile di Yuki, ma dava certamente un minimo sollievo. Continuare a muoversi era importante in quelle terre candide. Così, chini in avanti, stretti nei propri mantelli per combattere la tempesta, gli shinobi avevano continuato a procedere. Prima della partenza, Hideyoshi aveva affermato di conoscere un rifugio sicuro da quelle parti…Una fortuna, ma il suo istinto gli consigliava comunque di prenderla con le pinze. Era da un bel po’ che camminavano combattendo la neve sferzante e orientarsi era veramente difficile. E dire che era cresciuto nella nebbia più impenetrabile! Eppure anche quel muro di ghiaccio vorticante non permetteva di vedere più in là del proprio naso. L’omogeneità di colore del paesaggio poi non aiutava per niente. Un posto ideale per traffici loschi, non c’era che dire. Veniva quasi da chiedersi in che occasione il Kokage avesse avuto modo di arrivare fin lì e perché…ma era quel tipo di domanda che forse era meglio non fare. Uno di quei dettagli che era meglio non sapere.

Fateci strada, Kokage-sama. Vi seguiamo.

Confermò la sua intenzione di accettare la proposta fatta prima della partenza. Non senza riserbo, ovvio, ma avevano tutti bisogno di un riparo, era evidente. E poi in fin dei conti, si sarebbe trattato solamente di una base temporanea. I monaci avevano la fama di saper tenere la lingua al proprio posto - quelli che ce l’avevano ancora - quindi si augurava davvero non ci fossero brutte sorprese. Si strinse nel mantello, cercando conforto nel calore di Takumi e proseguì accanto a lui, seguendo le orme del Kage di Oto.

 
Top
view post Posted on 19/9/2023, 11:08     +1   -1
Avatar

Group:
Kiri
Posts:
422

Status:


La sera precedente Yosuke era stato molto favorevole alla proposta del mizukage di prelevare forzatamente Ushijima interrogarlo e sbarazzarsi di lui ma ovviamente si decise per attendere
Nuovo giorno, nuova scampagnata nelle miniere.
I due fratelli erano abituati a fare lavori pesanti ma stare la sotto non è che gli garbasse molto.. Soprattutto nei panni del piccolo Ikki.
Quel giorno si staccarono maggiormente dalla sottana di Takumi e si avventurano qua e la per cercare di captare qualche informazione utile ma fu tutto inutile, nessun minatore si lasciava sfuggire mezza parola, nemmeno tra loro durante le brevi pause per bere un po’ d’acqua.


Ed eccoci, finalmente si passava all’azione per carità avrebbe dovuto semplicemente “cinturare” ma almeno si smetteva di fare cazzate in giro per la Miniera.
Yosuke fremeva per un po’ di azione, fremeva per fare qualcosa.
La notte passó rapida durante l’appostamento e Takumi fu rapidissimo a colpire il bersaglio, e da lì in poi fu una noia mortale.

I due fratelli si misero in attesa dei risultati dell’interrogatorio svolto da Takumi.
Isao e Yosuke proferirono parola solo ed esclusivamente per fare una sola domanda:


ci sono note di carico o registri nei magazzini?


Ovviamente la risposta fu negativa.

Nonostante Takumi fosso molto bravo nel suo lavoro L’unica informazione che ottenne era un luogo: Yuki no Kuni.

Il giorno successivo si incamminarono guidati dal kogage.

che palle.. Sempre freddo e brutto tempo, ma è mai possibile che le missioni siano sempre in posti col tempo brutto?

Edited by Rove91 - 19/9/2023, 12:39
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 16:15     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


Il Paese della Neve. Facile da immaginare, tutto è candido e soffice, coperto da questo manto fresco e immacolato. Alte montagne non brulle, ma con numerosi sempreverdi dalle particolarissime foglie ad aghi, sembrano enormi puntaspilli. La vegetazione cresce forte e rigogliosa, nonostante il clima duro, e la fauna non è da meno. La vita si è adattata con il tempo a quelle temperature basse, all’aria secca ed alle radiazioni solari che colpiscono senza pietà, con più vigore che in pianura. E quando si parla di vita, di fauna, certamente si comprende anche l’uomo. Lui è quello che si è adattato più di tutti, sfruttando al meglio i vantaggi ma soprattutto gli svantaggi dati da quel luogo all’apparenza ostile.


Ma fermiamoci un attimo, prendetevi due minuti insieme a me per allargare il campo visivo della nostra immaginazione. Oh no, signorinella, non imbronciarti così, che poi la smorfia ti si attacca al muso e rimarrai brutta per tutta la vita! In poco tempo saremo di nuovo al racconto.. Ehi, ehi non ridete, voialtri! Vi sbagliate, cari bimbi, se state pensando di essere fuori dalla conversazione, che sia un argomento da adulti.. È proprio a voi a cui sto chiedendo un piccolo sforzo in più, perchè con la vostra immaginazione riuscirete ad avvicinarvi senza dubbio più dei vecchi alla verità! Pensate che il Paese della Neve di cui vi sto raccontando sia un posto di soli boscaioli? Allevatori che pascolano le vacche e fanno formaggio e salumi? Vi confesso, in verità, che stiamo parlando di un posto con una tecnologia incredibile, molto più avanzata degli altri paesi del continente ninja! Avanti, provate un po’ ad indovinare quali cose pazzesche si potevano fare in quel posto! Nì, il teletrasporto non esisteva, ma ci si poteva spostare mooolto velocemente: avevano questo mostro meccanico, tutto in metallo, che chiamavano treno e viaggiava su delle strisce anche loro di metallo fissate nel terreno! Sbuffava fumo dal naso e poteva portare da una parte del paese all’altra in pochissimo tempo persone, bestiame e merci! No, ecco, le stelle erano irraggiungibili anche per loro e sull’acqua potevano camminare solo quando era ghiacciata.. Conosco una sola persona che non è un ninja e può farlo mentre è liquida, ma vi racconterò la storia del mio amico un altro giorno, con calma. Quel posto aveva l’elettricità, un sistema di riscaldamento centralizzato comune per ogni villaggio e venivano usate le stufe! I vecchi motori a vapore (che per le altre nazioni erano ancora fantascienza), erano stati superati: stavano testando, ormai, il motore a scoppio! Locomotive e navi a vapore erano state soppiantate dalla loro naturale evoluzione, nella capitale la gente cominciava a girare con questi strani macchinari su ruote che non venivano più trainati dai cavalli. E sapete a chi deve tutto questo l’intero Paese della Neve?



Se chiedi del Tossico all’interno di Yuki no Kuni, praticamente tutti sanno di chi si sta parlando. O meglio, lo sanno e non lo sanno. Per quanto riguarda il Tossico come Persona, nessuno lo conosce, nessuno ricorda il suo aspetto o altri dettagli della sua vita. Il Tossico Leggenda, invece, è tutta un’altra storia. Anche i monaci del tempio sperduto dove i quattro ninja si sono accampati, conoscono la Leggenda del Tossico e del Dottore. Il primo rimane tuttora anonimo, mentre del secondo si conosce almeno il nome, Sarutobi. Di lui si sa anche che è un ferreo uomo di scienza, che la sua aspirazione è la creazione di un mondo estremamente all’avanguardia nel campo tecnologico e ripudia a gran voce quella che chiama "magia", che non sono altro che i ninjutsu e l’uso del Chakra in generale. Tutti sanno che è grazie ad entrambi se il Paese è così avanzato tecnologicamente. Molto brillante uno, genio incompreso l’altro, la loro unione ha dato vita ad una serie di brevetti sempre più dettagliati, innovativi e rivoluzionari che hanno cambiato drasticamente nel corso degli anni il modo di vivere all’interno del Paese della Neve. Non c’è da nascondere che, ovviamente, il Daimyo era totalmente geloso di ogni minima informazione a riguardo e che celasse tutto agli occhi delle altre nazioni, tenendosi il benessere tutto per sè. Benchè nessuno conosca l’identità dei due, sono invece noti i loro rapporti: da un’iniziale amicizia è nata una collaborazione, che nel tempo si è trasformata fino ad incrinare i legami. Per qualche tempo si vociferava che il Tossico avesse abbandonato il paese, per poi tornare e prendere le redini della situazione. Almeno ciò è quel che si dice. Curioso è come i due abbiano vissuto da anni fino ad oggi nel totale anonimato, celati nell’ombra, tanto da far dimenticare a tutti perfino i propri tratti. Purtroppo, più di recente, c’è anche un’altra Leggenda che si affianca a quella del Tossico e del Dottore, che è stata ed è tuttora così cara e amata dall’intera popolazione della Neve: qualcuno li chiama "i Mostri del Dottore", mentre altri "i Mostri del Tossico". Non si sa chi ha ragione. Pare che da qualche parte, nel Paese, ci sia questo "allevamento"di mostri neri e viscidi. C’è chi dice che sono nati dagli esperimenti folli di Sarutobi, una volta abbandonata la sanità mentale, altri invece sostengono che siano l’incarnazione della rabbia del Tossico. Terzi sono sicuri che, al contrario di ciò che pensano gli altri due gruppi, non siano altro che uno strumento di difesa del territorio da minacce esterne, nonchè ultimo brevetto tecnologico del fantastico duo. Qualcuno dice che ha sentito da un suo amico che il cugino ha visto un essere più mostruoso degli altri con cui era. Aveva due teste ed era orribile e tutti lo chiamavano Averla, ma chissà.. Rimane comunque una storia accattivante da raccontare a tavola per intrattenere gli ospiti, che sia vera oppure no.
 
Top
59 replies since 16/12/2022, 20:30   1110 views
  Share