La luce riflessa della luna lasciava pallidi riverberi sulle loro figure accucciate, passando a stento tra le fronde della vegetazione, unica guida per i loro passi incerti in quel territorio a loro sconosciuto. Camminavano in silenzio, quasi in punta di piedi, per evitare di far scorgere la propria presenza, per timore di sovrastare, calpestando qualche ramo secco, il frinire degli insetti notturni, lo sciabordare placido delle onde sul bagnasciuga, il rullo dei tamburi in lontanza.
I sensi in allerta, gli occhi di Kacchan scrutavano ogni anfranto mentre, dove il suo occhio non poteva arrivare, arrivava lo sguardo attento delle due anime arenate che si portava dietro, ampliando così il suo raggio d'azione: nessuna minaccia nelle loro vicinanze, ma poco più avanti si delineava un centro abitato. Si fermò quel breve istante per richiamare l'attenzione della compagna di viaggio, un gesto inequivocabile nel suggerirle di prestare ancora più attenzione, d'ora in avanti.
E mentre la vegetazione iniziava ad aprirsi, i profili delle prime palafitte si delinearono d'innanzi a loro, riproducendo quasi per scherno una copia carbone del tipo di insediamento che avevano trovato al loro sbarco in quelle terre dimenticate dai Kami. Un bel problema, per loro, che si sarebbero così ritrovati con una copertura molto ridotta, rispetto a prima, ma, quanto meno, il konohaniano non scorgeva chiarori di fiamme o fiaccole nelle vicinanze: il buio avrebbe coperto ulteriormente i loro passi, o almeno quella fu la sua speranza. Di per certo non potevano continuare ad avanzare fianco a fianco.
«Separiamoci, ma cerchiamo di mantenerci ad una distanzaq tale da avere contatto visivo tra noi...» Sussurrò Kacchan a Masaru, proseguendo la sua avanzata, seguendo il ritmo dei tamburi che, man a mano che avanzavano, si faceva sempre più forte ed incalzante.
E mentre avanzavano tra quelle costruzioni rudimentali, nascondendosi dietro staccionate di canne intrecciate, barili ed alberi sparsi, il terreno si faceva lentamente più scosceso ed irregolare, poche sporgenze rocciose disseminate tra zolle di terra e sabbia più grossolana, mentre lasciavano alle loro spalle la costa bassa e sabbiosa, salendo lungo quel crinale più basso e dolce di una falesia. E lì, nel punto più alto ed impervio, quasi a ridosso sullo strapiombo sul mare, i tamburi incalzano con il loro ritmo, le voci tonanti degli spettatori li riuniti a dare corpo ad un coro dal sapore antico, quasi ancestrale.
Sono in molti ad essersi assiepati su quello spiazzo, probabilmente tutti gli abitanti di quelle casupole che hanno superato durante la loro avanzata, raccolte in cerchio ad assistere ad uno spettacolo che, dalla posizione in cui Kacchan si trovava, non riusciva bene a scorgere. Si sarebbero dovuti spostare ulteriormente, cercando maggiore copertura tra i tronchi sparsi e le alte sporgenze rocciose, aumentando ulteriormente la distanza tra loro. Forse non era una buona idea allontanarsi così, ma...
Un brivido gelido gli salì lungo le braccia e lo sguardo di Kacchan, che per un attimo si era spostato su Masaru, ritornò immediato sulla folla di aborigeni, ma non si focalizzò su quei corpi pieni di vita, frementi di emozioni, quanto su ciò che albergava tra loro e, molto più silente, ma non per questo meno indispettito, assisteva alla scena: anime arenate. Tante, troppe per i gusti dello Yamanaka che, con un'imprecazione a denti stretti, si accucciò dietro uno scoglio, cercando di fare mente locale.
Stanno assistendo ad un combattimento... Da come si agitano, sembrano tenerci davvero tanto a questa cosa... Gli suggerì Chyio, al suo fianco, mentre il medico cercava di sporgersi quel tanto da permettergli di osservare meglio la scena, senza però essere visto... Ma l'anima arenata dell'amica aveva ragione: gli spettatori sembravano troppo presi dall'enfasi di quello che stava succedendo, per prestare attenzione ad un'ombra in più alle loro spalle.
Meno male che non ci sono luci accese...Due contendenti al centro del gruppo, intenti in un combattimento che sembrava essere all'ultimo sangue e, dal modo in cui inneggiava la folla, dalle emozioni che straripavano quanto le loro voci, doveva trattarsi di un combattimento di una certa importanza, per la loro comunità. Forse qualche particolare rituale per decretare il più forte del gruppo? Questo poteva spiegare la presenza di tutte quelle anime arenate riunite lì, ma... Perché percepiva emozioni tanto contrastanti? Euforia, giubilio da chi incitava il proprio campione, dolore e paura da coloro che temevano per le sorti del perdente e... Indignazione? Rabbia? Delusione? Forse qualcuno non si aspettava quell'esito nello scontro...
Aveva bisogno di vedere più da vicino la situazione, capire cosa stava succedendo lì, in mezzo alla folla... Forse avrebbe potuto provare a capovolgersi spiritualmente con uno degli astanti, ma aveva bisogno di creare un collegamento di chakra abbastanza stabile da permettere il passaggio... Si guardò intorno, sperando di trovare qualcosa di utile al suo scopo: certo, poteva sfruttare la vegetazione presente, le foglie ed i fili d'erba sparsi, ma questi erano troppo radi e di certo non poteva mettersi a spargerli in giro: il vento li avrebbe facilmente spazzati via.
Certo, poteva pur sempre provare ad usare il fumo della sua sigaretta: dopotutto, era un trucchetto collaudato e ben rodato, però... Temeva che la brace della sigaretta accesa avrebbe potuto tradire la sua posizione e non era certo di far arrivare il fumo così distante, anche se avesse cercato di manipolarlo col chakra e tenerlo ad una altezza rasoterra...
"Merda... Mi sa che non ho altra scelta..." Si grattò la nuca, sconsolato, quasi sperasse di non dover arrivare a tanto, ma... Se
loro erano gli unici che avrebbero potuto aiutarlo...
CITAZIONE
Tecnica -
集まる - Atsumaru ◄ Adunata ► (Limite: 1) [CHK/STM: -2]
Tratti: Supporto“Il ninja, per preparare il campo di battaglia a suo vantaggio, altera il proprio livello di Chiralina in modo tale da iniziare ad attrarre verso di sè le Anime Arenate presenti in zona. A seconda della quantità di Chiralina utilizzata per attrarre le anime, si avrà un alterazione della zona intorno al ninja, più o meno visibile.”
Effetti:- Creazione Zona: la tecnica crea una Zona d’influenza avente come epicentro il PG che lancia la stessa. Chi entra all’interno della zona, subisce Status Alterato pari al quantitativo di ChLn in possesso al momento del lancio della tecnica.
- Zone Extra: Dopo aver spostato la zona con l’azione Shifuto, è possibile creare una seconda zona.
- Status Alterato: In base alla quantità di Chiralina in possesso, gli Status Alterati che subirà l’avversario saranno:
1 ≤ ChLn ≤ 3 ►Avvelenamento
4 ≤ ChLn ≤ 7 ►Avvelenamento + Panico (inizia alterazione visiva della zona)
8 ≤ ChLn ≤ 9 ►Avvelenamento + Panico + Impacciato
ChLn = 10 ►Avvelenamento + Panico + Impacciato + Agguantato
- Ripercussione: Malus a Chk/Stm/Slt in base al valore di Chiralina in possesso alla fine della tecnica.
Gli occhi del giovane iniziarono a bruciargli, la sclera a tingersi di nero, segno inequivocabile che i livelli di chiralina stavano iniziando a crescere nel suo organismo, mentre solo per i suoi occhi le fisionomie delle anime arenate presenti tra la folla si delineavano in maniera più netta e decisa. Una lenta inspirazione, quasi a voler cercare la forza, dentro di se, di sopportare il fastidio fisico che stava provando nel fare ciò, e quando l'aria gli uscì dai polmoni in una lenta espirazione, questa bruciava come se fosse acida, incandescente... E quasi avesse una sua singolare fragranza, i primi volti offuscati, tetri e nebulosi iniziarono a girarsi verso il suo nascondiglio, saggiando l'aria quasi fossero bestie predatrici che hanno fiutato l'odore del sangue.
Cos'è questo richiamo che sentono? Non lo comprendono, ma percepiscono distintamente che c'è qualcosa che le attrae, che fa loro gola: tutta quella chiralina che sta pian piano crescendo potrà essere abbastanza per renderli più tangibili, per permettere loro di avere una struttura tale da permettergli di ritornare ad interagire come un tempo con il mondo terreno? È una fame, la loro, che Kacchan ha imparato a conoscere fin troppo bene e che, se inizialmente aveva temuto, quando ancora non sapeva nulla sul suo potere, ora aveva imparato a saper sfruttare, se con ancora qualche remora. La sua paura? Lasciarsi troppo trascinare dalle loro emozioni, rischiare di perdersi nel loro flusso, col timore di perdere se stesso. Quando aveva torturato quel mercante, spronato dalle anime che gli avevano dato la caccia, era rimasto scioccato da quanto in là si sarebbe potuto spingere, ma... Bastava riuscire ad indirizzare la giusta corrente, non doveva lasciarsi trascinare, quanto piuttosto riuscire ad assorbirla ed indirizzarla verso i suoi desideri...
"Anche Kuroichi era in grado di fare una cosa simile, ma guarda com'è andata a finire... Tutto ciò non l'ha forse portato alla follia?"Un pensiero fugace quanto un battito di ciglia, il tempo di permettere al giovane di chiudere gli occhi irritati da quella strana reazione allergica che gli veniva sempre quando utilizzava quei suoi poteri... E le anime arenate erano ora tutte intorno a lui, a stendere le loro mani su di lui, a cercare un contatto. Le loro mani lo afferrarono, bruciandogli la pelle nei punti in cui lo toccavano, lasciando la loro impronta sulla pelle chiara, mozzandogli il respiro, costringendolo a richiudere gli occhi.
[...]
Quando Kacchan riaprì gli occhi, annaspò visibilmente turbato, quasi come se si fosse appena ripreso dopo esser annegato. Il respiro corto, affaticato dalla sensazione di oppressione che la vicinanza di tutte quelle anime causava ogni volta sul suo corpo, scandiva lo scorrere del tempo in quel luogo dove il tempo aveva perso di importanza.
Seduto per terra, tra le mani la sabbia della
spiaggia sembrava non avere calore. Nè troppo calda, nè troppo fredda, un equilibrio di temperatura tale da renderla percepibile al tatto solo per la sua granulosità. Anche il vento che gli accarezzava il viso, ad asciugare il sudore freddo che lo imperlava, sembrava privo di temperatura, facendolo sembrare la carezza leggera di un velo di stoffa sottilissimo. E, tutto intorno a lui, le anime arenate degli aborigeni lo scrutavano, guardinghi, cercando di capire cosa volesse quello straniero da loro. Chi era, perché era in grado di comunicare con loro, che cosa voleva da loro?
Il giovane conosceva fin troppo bene quel copione e, come ogni volta gli succedeva, sapeva bene di dover dosare bene le parole, con loro: l'ultima cosa che voleva era inimicarseli e, una volta tornato indietro, perdere il controllo della situazione. Era necessario, dunque, riuscire ad ottenere il loro favore, se voleva riuscire a cavarci qualcosa, dalla loro collaborazione.
«Non ho intenzioni ostili...» Incominciò il giovane, alzandosi lentamente in piedi e tenendo le mani bene in vista. Sentiva su di sè lo sguardo indagatore di quegli uomini e donne, che sembravano capire le sue parole. Dopotutto, la
spiaggia rappresentava il crocevia per tutte le anime pronte ad andare dall'
altra parte, un luogo dove non esisteva più alcun tipo di barriera fisica o comunicativa: chi era sordo, muto, cieco o paraplegico, in quella dimensione era forte e sano, perché l'anima, lì, non era vincolata dalle stupide restrizioni del corpo. Parlare, poi, era altrettanto semplice: niente più barriere linguistiche ad impedire il dialogo, perché le anime sono universalmente fatte della stessa sostanza, quindi che senso aveva comunicare in modi differenti, se sono tutte parte del grande velo che ricopre il mondo?
«Mi chiamo Kacchan e... Dalla terra da cui provengo, la gente sta morendo, colpita da un misterioso male di cui fatichiamo a trovare una cura. La tribù dell'isola vicina aveva promesso di consegnare una loro particolare erba, utile per trovare una cura, ma... Quando sono andato a ritirarla, quell'erba era stata rubata. Ora non so chi sia il ladro, ma so per certo che proviene da quest'isola...» Si fermò un attimo, giusto il tempo di far assimilare alla sua platea quanto appena riferito, cercando di cogliere dai loro sguardi una risposta utile al suo problema.
«Voi ne sapete qualcosa? Potete aiutarmi a recuperare ciò che ci è stato sottratto?» Domandò loro, ma le anime non sapevano nulla di erba rubata. Numerose com'erano, iniziarono a parlarsi uno sopra l'altro, manifestando la loro insofferenza verso una tale baggianata, perché la loro preoccupazione, al momento, era rivolta verso ben altro argomento, che premeva molto di più di un semplice paio di foglie rubate.
Sorpreso da tutta quella rabbia, lo Yamanaka cercò di calmarli, di riportare quell'assemblea all'ordine, ma da quanto stavano dicendo, la loro collera era rivolta interamente contro uno degli sfidanti che stava prendendo parte al combattimento. Quando iniziò a sentir così, lo Yamanaka si zittì, cercando di ascoltare con più attenzione i loro discorsi.
Sta imbrogliando! Non ci si comporta in questa maniera... È un affronto bello e buono! Non era così forte, prima! Ed ecco che per lo Yamanaka fu semplice iniziare ad unire i puntini, trovare un senso a tutte quelle sensazioni che sentiva provenire durante lo scontro. Ora che aveva capito qual'era il flusso, la corrente che li muoveva, doveva solo stare attento a non lasciarsi trascinare, quanto ad indirizzarla nella direzione che più gli era congeniale...
«Ascoltate... Per favore, prestatemi ascolto. L'erba che sto cercando ha proprio quell'effetto: chi la assume ottiene una forza che prima non possedeva... Se davvero quel vostro "campione" non era così forte, deve essere stato lui ad aver sottratto l'erba ed averla poi ingerita.» Era un'accusa forte quella che il giovane Yamanaka stava muovendo, tanto da far ammutolire i presenti, ora ben attenti a quanto il giovane voleva dir loro.
«Se sta imbrogliando in questa maniera, non possiamo di certo permettere che vinca lo scontro, perché da quel che mi è parso di capire, è un rituale importante per la vostra gente, o sbaglio?» Gli aborigeni annuirono quasi all'unisono, gonfiando il petto con orgoglio: quello a cui stava assistendo era un rituale per decretare chi sarebbe diventato il nuovo Toa.
Mugugnando in maniera affermativa, il giovane si massaggiò la mascella in un gesto pensieroso, nella sua mente a delineare il da farsi: un'idea subdola, la sua, rischiosa anche, ma perché non rischiare? Avrebbe potuto sfruttare la loro indignazione per quanto stava accadendo, riversare la loro rabbia proprio verso quell'omuncolo che aveva usato quel mezzuccio per ottenere un titolo che altrimenti non avrebbe meritato. Già immaginava quello che sarebbe potuto accadere: gli spiriti degli antenati che si manifestavano durante lo scontro, manifestando la loro collera per quella mancanza di rispetto, la gente che scappa, spaventata da quanto stava succedendo... E, a quel punto, lui e Masaru avrebbero avuto il ladro tutto per sé, nella speranza che non si fosse sniffato tutta l'erba che aveva trafugato.
«Toa... Sarebbe il vostro capo, giusto? La persona più forte della tribù, il primo a farsi avanti, se la famiglia si trova in pericolo... E confermerete con me che non si può lasciare un ruolo del genere ad una persona capace di imbrogliare in questa maniera. Certo, oggi l'erba lo ha reso più forte, ma quando la tribù avrà nuovamente bisogno della sua forza, e non avrà l'erba a dargliela, chi li proteggerà?» Subdolo, lo Yamanaka capì all'istante quali tasti toccare, dando la giusta cadenza alle parole del suo discorso, saggiandole lentamente, mentre con altrettanta lentezza girava tra quegli aborigeni, incrociando i loro sguardi. Tra loro, probabilmente, vi era anche lo spirito di quale Toa defunto, e fu verso loro che si soffermò maggiormente, a voler dare maggior credito ed importanza alla loro figura, per far capir loro che aveva compreso perfettamente l'importanza che aveva quel ruolo e che, di certo, un comportamento del genere, da parte di un pretendente, non faceva altro che offuscarne l'antica importanza.
«Davvero siete disposti a rimanere inermi davanti a quest'onta? Se volete, potremmo unire le forze, per evitare che questo imbroglio sussista...» Per un attimo si osservarono tra loro, parlottando tra loro per decidere se accettare l'aiuto di quello straniero, ma come potevano rifiutare... Lui era l'unico ad esser stato in grado di ascoltare le loro parole, l'unico in grado di permettere ai loro figli di far vedere quello che i loro occhi avevano colto. E, soddisfatto, Kacchan nascose dietro la mano un sorriso sornione, quando questi, alla fine, accettarono.
[...]
Nonostante la distanza che li separava, Masaru avrebbe avuto modo di percepire quella sensazione ben nota a pelle, prima ancora di vedere Kacchan iniziare a lacrimare nero dagli occhi chiusi: la sensazione di gelido pericolo penetrare fin dentro le ossa, mentre il buio intorno a loro sembrava addirittura farsi più scuro, quasi un manto nero avesse coperto la luna, riducendone la sua luce riflessa. Una sensazione di disagio che lentamente si sarebbe diffusa anche nel gruppo intento ad assistere allo scontro dei due aspiranti Toa.
CITAZIONE
Azione - シフト - Shifuto ◄ Spostamento ► (Limite: 1)
Tratti: Supporto
“Dopo aver radunato le sue ‘truppe’, il ninja le sposta in un punto a lui più congeniale.”
Effetti:
- Spostamento Zona: l’azione permette di spostare la Zona creata dalla tecnica Atsumaru.
- Ripercussione: Malus a Chk/Stm/Slt in base al valore di Chiralina in possesso alla fine della tecnica.
I primi ad accorgersene sarebbero state le persone più deboli, quelle non in grado di manipolare il chakra come loro: una sensazione di paura crescente, opprimente, li avrebbe pervasi, mentre dalle ombre alle loro spalle iniziavano a veder delinearsi la forma di una persona, poi di un'altra... Ombre spettrali, inizialmente indistinte, che lentamente assumevano contorni molto più definiti, tanto da risultare riconoscibili nei membri della tribù defunti, alcuni recenti, altri più anziani. Non parlavano, ma la paura faceva creder loro che il vento trasportasse parole a loro dirette, parole cariche di rabbia e risentimento, di indignazione e delusione. E quando ormai l'intera platea spettrale sarebbe stata completamente manifesta, gli occhi nero pece di Kacchan si sarebbero aperti, il viso pallido rigato di lacrime nere, rivolto verso una luna ormai oscurata dalle nuvole.
«Che sia fatta la vostra volontà.»E, a quel punto, avrebbero attaccato.
CITAZIONE
Tecnica - 暴行 - Bōkō ◄ Assalto ► (Limite: 3) [CHK: -6 / STM: -5] {MST*100}
Tratti: Offensiva
“Riuscito ad ottenere l'attenzione delle Anime Arenate, il ninja le direziona contro il proprio avversario, attaccandolo in massa. Attirate dall’ingente movimento di anime, altre verranno chiamate ad osservare la scena.”
Effetti:
- Il proprio livello di Chiralina aumenta di 1 unità extra.
- Vengono attaccati tutti i ninja presenti nelle Zone create dalla tecnica Atsumaru.
- In base al livello di ChLn del ninja, il Moltiplicatore Danno aumenta di:
1 ≤ ChLn ≤ 3 ► 1
4 ≤ ChLn ≤ 7 ► 2
8 ≤ ChLn ≤ 9 ► 3
ChLn = 10 ► 4
- Ripercussione: Malus a Chk/Stm/Slt in base al valore di Chiralina in possesso alla fine della tecnica.