| Bastò davvero poco a rendere felice Umeko. Un sì. Una parola così semplice eppure capace di scatenare una marea di emozioni sia in chi lo riceve, sia in chi ha il privilegio di poter osservare la reazione di quest’ultimo. E fu abbastanza per far comprendere definitivamente a Yu di aver preso la decisione corretta: se quell’opzione era capace di far rialzare gli orecchi a Natsume e rallegrare Umeko a quella maniera, allora non poteva che essere quella giusta! Vederli felici dopo tutto quel casino con la Corruzione era quanto di più piacevole possibile. Soprattutto la volpina che, colpita da quel grande male, sembrava in condizioni davvero pessime…eppure eccola lì, a strusciarsi su di lui allegra, scodinzolando la coda voluminosa, con un sorriso raggiante sul muso volpino. Aveva un modo di fare molto diretto la più piccola dei suoi compagni per quell’avventura, molto più del Fulvo che, sebbene fosse palesemente felice di vederla nuovamente in forze e sprizzante di gioia, si limitò a un sorriso. Come se preferisse osservare e bearsi di quel sole luminoso dal suo angolino, senza avvicinarsi troppo. Ma anche così, era palese il suo sollievo. Dal canto suo, Yu volle partecipare a quella dimostrazione d’affetto da parte di Umeko e ridacchiando le passò una lunga carezza lungo tutto il corpo, dalla testolina alla coda. Era davvero contento che tutto si fosse sistemato e ancor più di passare ancora un po’ di tempo con loro! Curioso di vedere come allestissero le feste in quel di Momiji. Cerimonia che sembrava Umeko e Natsume stessero andando a preparare assieme a tutti gli altri…se non fosse che, di punto in bianco, la volpina gli saltò letteralmente addosso intimandogli di dargli i suoi vestiti! Se la ritrovò seduta sulle gambe in forma umana in un niente, mentre già stava mettendo mano alla sua casacca, slacciando la cinta e facendo per abbassargliela lungo le spalle, mentre con un Ehi, ehi buona! Posso fare da solo! Yu cercava inutilmente di richiudersela. Non si aspettava minimamente che Umeko fosse così disinibita da quel punto di vista! Ma forse più che tale era solamente molto...inesperta delle usanze umane. Fortunatamente Natsume la sapeva più lunga e non ci pensò due volte ad intervenire dopo un primo attimo di sgomento. Tornato nuovamente semiumano, la bloccò redarguendola, leggermente infastidito dal suo comportamento. Palesemente geloso che la kitsune bionda si fosse approcciata con tanta facilità ad un altro “maschio”, le suggerì di lasciare che Yu facesse da sé. Le avrebbe fatto trovare i suoi abiti sporchi di sotto in una cesta.
Assolutamente! Si affrettò a rispondere Yu, quando il Fulvo cercò il suo appoggio in quella situazione a dir poco imbarazzante. Te li porto di sotto tra un momento.
Umeko parve cogliere finalmente la situazione e si scusò, con le orecchie basse, chiaramente dispiaciuta per il disguido. Iniziò ad indietreggiare, fingendo disinvoltura mentre comunicava a Yu che, in cambio, finchè i suoi abiti non si fossero asciugati, gli avrebbe fatto trovare uno degli yukata di Natsume. Fortunatamente basto un appuntamento all’onsen proposto da quest’ultimo per risollevarle il morale abbacchiato, prima che si defilasse celermente dal soppalco. Nuovamente soli, Yu ebbe giusto pochi secondi per tirare un sospiro di sollievo per essersi tolto da quella situazione a dir poco scomoda - che avrebbe fatto bene a non menzionare a Takumi una volta tornati a casa - prima che il Fulvo prendesse parola, chiedendogli informazioni circa la cicatrice che aveva sull’addome. Evidentemente l’aveva notata durante il parapiglia tra lui e Umeko, mentre questa cercava di spogliarlo. Sembrava inquieto, quelle orecchie appiattite sulla testa non mentivano, tanto meno gli occhi ramati puntati insistentemente nei suoi.
Sì, lo è stata. Finito di risistemarsi un po’ la casacca dopo l’assalto della volpina, lo shinobi si carezzò l’addome. I ricordi di quello scontro erano ancora vividi nella sua mente, se chiudeva gli occhi poteva avvertire il dolore sordo che aveva provato quando l’attacco di Fuyu lo aveva preso alle spalle. Ma sono passati ormai tre anni da quando è successo…Sai, è stato colui che, poi, è diventato il mio sensei a lasciarmela, con le sue stalattiti di ghiaccio. Zack! E mimò l’atto di qualcosa che lo perfora da dietro a davanti. Mi ha messo alla prova, per vedere se potessi essere un pericolo per il villaggio. Non specificò per quale ragione. Un giorno glielo avrebbe detto se gli fosse stato permesso di tornare a Momiji, ma non quel giorno. Meglio non caricare di troppe preoccupazioni quelle spallucce tutto in una volta.
Natsume sollevò scettico un sopracciglio. Un modo curioso per metterti alla prova. Cos’è, prima morivi e prima eri degno? Uno sbuffo scocciato uscì dalle sue narici, evidentemente quel ragionamento non gli tornava.., ma non aveva nemmeno tutti gli elementi per poterlo far quadrare. D’ora in poi evita. Non vorrei dover tirare fuori gli artigli e diventare sgradevole. La raccomandazione fece sorridere Yu. Per quanto sapesse che per Natsume non era per nulla divertente, e che la sola idea che si facesse male non gli piaceva per niente, non riuscì a non provare un calore gradevole all’altezza del petto a quelle sue parole.
Conosco qualcuno che la pensa come te. Confessò ridendo, mentre allungava la mano per accarezzargli i capelli tra le orecchie. Ma che ci crediate o no, il sensei ci tiene a me…anche se ha un modo tutto particolare per dimostrarlo. MOLTO particolare. Ma non per questo meno di valore. D’altronde se ancora era lì a fare il suo lavoro, era solo perché Fuyu lo aveva preso sotto la sua ala, tenendo per sé ciò che sapeva della faccenda di Shi. E poi, comunque, si è preso una bella batosta pure lui!
Gli orecchi di Natsume si risollevarono serenamente alla carezza. Sarà. Ha un modo parecchio strambo per dimostrarlo. Si ritrovò a confermare le parole di Yu, per poi ridacchiare soddisfatto alla precisazione finale del Rosso. Ben gli sta! Com’è che dite voi umani? Chi semina vento raccoglie foresta..? O era tempesta? Ci si crucciò qualche attimo, ma lasciò rapidamente perdere per raccomandarsi di un’altra cosa. Ah, evita di farla vedere a Umeko. Avrebbe il coraggio di assaltarti nuovamente per leccarti la ferita e cercare di lenirti il dolore. Storie di vita vissuta evidentemente. Altrimenti non si spiegava il dipingere una così precisa situazione. D’altronde, per quello che l’aveva conosciuta, un comportamento del genere sarebbe stato proprio da Umeko. Lei che si preoccupava sempre di tutti…E Natsume che doveva correrle dietro per impedirle di ficcarsi in qualche situazione poco chiara.
…E qualcuno potrebbe diventare geloso. Sorrise furbetto, Yu, sapendo di colpire sul vivo, mentre tirava giù le coperte e si sedeva sul bordo del letto. Alla reazione imbarazzata del compagno, mascherata da indifferenza non troppo ben riuscita, aggiunse Non ti preoccupare, ci starò attento. E poi, comunque, sono occupato.
Il musetto tinto d’imbarazzo, si fece allora curioso. Davvero? Quindi è da lei che devi tornare…deve essere in pensiero per te. L’idea che Yu se ne andasse, lo rendeva sempre un po’ triste, ma questa volta fu capace di scacciare quel sentimento logorante con una certa facilità, forse coadiuvato dall’interesse genuino di poter approfondire la conoscenza dell’amico, iniziata in quel modo un po’ bizzarro nel boschetto di Tsuriito. Vorrei poterla conoscere. Scommetto che è una gran bella ragazza! Ridacchiò. Ignaro del fatto che sì, Takumi avesse effettivamente un gran bell’aspetto, ma fosse un ragazzo. Beh, non che Yu si facesse troppi problemi in merito.
Oh, sarà sicuramente in pensiero per me. Non l’ho avvertito prima di partire, non credevo di stare via così tanto. Sciorinò, infatti, in attesa d’analizzare la reazione del Fulvo. Ma tant’è…mi farà la predica quando tornerò.
…Avvertito? Yu lo vide ragionarci su qualche attimo. Seppe che aveva capito nel momento in cui alzò sorpreso le sopracciglia. E’ un “lui”! Deve essere infuriato allora, se non lo hai avvertito. Fortunatamente le kitsune sembravano piuttosto aperte sull’argomento. Natsume non ci filò su più di tanto né lo giudicò, tanto che Yu si ritrovò a tornare a respirare senza essersi reso conto d’aver trattenuto il fiato.
Mi farò perdonare in qualche modo, vedrai. Fece spallucce, abbastanza tranquillo sulla cosa, sapeva di poterla gestire. Piuttosto, se un giorno passi a Kiri te lo presento! E’ davvero un bel tipo e caratterialmente vi somigliate un po’.
Dici? Catturare la curiosità di Natsume era semplice quanto respirare. E in cosa ci somigliamo? Dovrai spiegarmi dove andare, però, è da un po’ che non vado più in là di Tsuriito. Dove “un po’” era da presumere fossero parecchi anni…forse secoli…non aveva ben capito da quanto la storia della Corruzione stesse andando avanti prima che arrivasse.
A quella palla servita sul piede, sorrise di uno dei suoi sorrisi più furbi, avvicinandosi viso a viso al compagno di sventura. Quando avete qualcosa che non va, vi chiudete a riccio e fate i musoni! Altro che somigliarsi un po’…erano parecchio simili da quel punto di vista! E forse era per quel motivo che Natsume gli faceva così simpatia.
Messo di fronte a quella piccola verità scomoda, il Fulvo, incrociò le braccia, mise su un broncio adorabile e fece spallucce, scatenando una serena risata da parte di Yu che tornò ad allontanarsi. Stava facendosi tardino, se doveva dare i suoi abiti da lavare a Umeko era meglio non farla aspettare troppo, altrimenti non sarebbero mai stati pronti per la festa. Osservò la stanza in disordine dopo una settimana in cui era stata usata solo per dormire…meritava una rassettata.
Senti…posso dare a te la roba da portare di sotto? Prima di scendere a prendere lo yukata, sistemo un po’ questo macello. Alla risposta positiva della kitsune, iniziò a spogliarsi consegnandogli mano a mano i suoi vestiti fino a rimanere con solo gli indumenti intimi. Ebbe un brivido, ma fu solo per un attimo. Appena si fosse messo in moto era sicuro si sarebbe riscaldato. Ah, più tardi posso fare un salto anch’io all’onsen? Se non è di disturbo… Già che gli lavavano i vestiti, voleva approfittarne un po’.
Nessun problema! Fece per prendere la porta, ma poi aggiunse. Cercherò di tenere lontana Umeko mentre ti lavi. Sì, quella era decisamente un’ottima idea. Fortunatamente andò tutto liscio. Sistemato il disordine sul soppalco, Yu trovò al piano di sotto un elegante yukata verde e una colazione bella che pronta. Riuscì a vestirsi con qualche difficoltà e fu ben lieto di riempirsi la pancia prima di uscire ad aiutare anche lui con l’allestimento della cerimonia. C’era un sacco da fare! Preparare i tavoli, le pietanze, gli addobbi…insomma tirare Momiji a lustro! Ma lavorare assieme a tutti rendeva ogni cosa meno pesante e più divertente. Vennero tirati dei lunghi cavi da una parte all’altra delle stradine, della piazza principale…addobbati con lanterne e piccoli riccioli colorati di cartapesta, simili a boccioli. Gli scultori, orgogliosi del loro lavoro, mostrarono a tutti la loro ultima opera d’arte, sebbene ancora in via di rifinitura: era una statua per i caduti, creata dal marmo avanzato e dai detriti del tempio. Un vortice di volpi che si avviluppavano su sé stesse, adornate da quelli che avevano tutta l’aria di essere fuochi fatui. Gli addetti alla cucina, prepararono ogni genere di leccornia! Anche cose che Yu non aveva mai visto in vita sua e che, ne era sicuro, avrebbe assaggiato di lì a poco. Anche gli esperti distillatori di sakè non mancavano con il loro banchetto, ma, prima che fosse troppo tardi, Natsume si prodigò d’avvisarlo che quel liquore non era minimamente paragonabile a quello degli umani: troppo forte per il loro organismo. Insomma, a breve tutto fu pronto. Mancavano solo i partecipanti che a turno, si defilarono per prepararsi.
Come da anticipo, Yu fece anche un salto all’onsen. Dopo essersi lavato nella sorgente vicina, si rilassò un poco nell’acqua termale, godendo di quel calore piacevole che gli sarebbe piaciuto poter condividere con Takumi…chi lo sa, magari un giorno quella fantasia si sarebbe avverata! Non si concesse troppo tempo, non aveva intenzione di fare tardi, quindi corse rapido a casa dove trovò i suoi vestiti asciutti e piegati in perfetto orario. Lasciando lo yukata di Natsume in ordine nella camera sul soppalco, il Rosso tornò con un certo sollievo ad indossare le proprie vesti, ora pervase da un profumo piacevole e difficilmente identificabile. Sembravano fiori o qualche tipo di erba particolare. Era buono. Nuovamente nei propri panni, si diede una rapida sistemata ai capelli, legandoli ordinatamente in una coda. Solo quando fu soddisfatto del risultato si azzardò ad uscire. Appena raggiunse la piazza un tripudio di colori lo investì. Sotto le lanterne accese, le kitsune si presentarono vestite con eleganti yukata colorati. Come si confà ad un matsuri come si deve! Erano tutti bellissimi! Anche Natsume e Umeko non mancarono di presentarsi in quelle vesti sobrie, ma raffinate: lui in rosa pallido, lui in grigio azzurro. Dalle parti del chiosco di sakè vide anche Kiyoshi, in verde acqua. Quasi si sentiva inadeguato, ma non ebbe troppo tempo di filarci su, perché la biondina e il Fulvo lo invitarono subito ad avvicinarsi a loro e Yu non se lo fece ripetere due volte, lasciandosi trascinare da Umeko e dal suo entusiasmo contagioso. Mancava ancora qualcuno all’appello, però. Tuttavia non tardò ad arrivare. Ciusto il tempo che tutti fossero riuniti, prima che Yoyuki scendesse dalla scalinata del tempio, ormai sistemato. Maestoso, candido, quasi splendente in quei suoi abiti bianchi rifiniti in oro. Tutti ammutolirono nel vederlo sopraggiungere, splendido nel suo manto bianco e nei dettagli del trucco scarlatto che risaltava gli occhi ambrati. Il silenzio proseguì anche quando la Zenko ebbe sceso l’ultimo gradino, in attesa. Era chiaro che il Candido stesse cercando le parole in quel groviglio pesante che gravava sulla sua anima ferita, ma - e in questo Yu ci sperava davvero molto - in via di guarigione. Ci volle qualche istante, ma poi la voce sicura di Yoyuki risuonò nel silenzio della piazza. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, anche quelli chiarissimi del Rosso e quelli scarlatti della sua controparte demoniaca. L’autorità, la sincerità e la forza che trasparì dalle sue parole riuscì subito ad avere il supporto del suo popolo, che si ritrovò ad applaudire e ad inneggiare dopo l’apertura del discorso. Un discorso pregno, onesto e speranzoso che non voleva dimenticare ciò che era accaduto, ma prenderne gli insegnamenti a piene mani e guardare al futuro. Sembrava che Yoyuki fosse davvero cresciuto dopo quell’esperienza. Stava rapportandosi col suo popolo cercando di rassicurarlo, di dare serenità e di mostrare loro un percorso che avrebbe riportato il villaggio al suo antico splendore. Un percorso in cui, a quanto pareva, era incluso anche Yu. Quasi sobbalzò quando si sentì nominare e indicare con un gentile gesto della mano. Lo aveva definito membro della loro famiglia, giunto lì per caso, ma che aveva dimostrato d’essere meritevole della loro fiducia, salvando tutti. Troppi complimenti tutti assieme. Non sapeva cosa dire, era confuso dal discorso, non sapeva se dovesse intervenire e dire qualcosa a sua volta, onorato e imbarazzato al tempo stesso. Natsume era confuso almeno tanto quanto lui, mentre Umeko sembrava aver già capito l’antifona e sprizzava gioia a kilometri di distanza. Fu solo quando gli venne chiesto di diventare protettore delle kitsune e braccio destro di Yoyuki e quando a Natsume venne data l’opportunità di accompagnarlo in questo nuovo viaggio che qualcosa nella testa di Yu scattò. Possibile che non lo avesse capito fino a quel momento? Possibile che fosse stato così cieco? Va bene che era tutto sottosopra e che c’era altro a cui pensare ma…come aveva fatto a non capire che Momiji era un eremo?! Certo, non aveva un metro di paragone, visto che non aveva mai visitato nemmeno quello dei Rospi, ma era rimasto lì per così tanti giorni senza rendersi conto di nulla, aiutando tutti, facendo amicizia, tanto che quel posto gli era letteralmente entrato nel cuore. Così tanto che la sola idea di dover dire addio a Natsume e gli altri lo dilaniava…E dire che, come diceva Yoyuki, era arrivato lì per puro caso! …No, un momento. Non è vero che ci sono capitato per caso. « E’ così importante per te? » La domanda a bruciapelo della Volpe lo fece sobbalzare sul letto. Non mi tormenterebbe tanto se non lo fosse. Si tirò su a sedere. Lo so che dal tuo punto di vista ho già te e questo dovrebbe bastarmi da qui all’infinito. Tuttavia la sicurezza di poter contare su un compagno in qualsiasi situazione, che mi copra le spalle quando ne ho bisogno…anzi, che le copra ad entrambi, sia me che te, non ha prezzo. Sorrise nostalgico al ricordo di quando poteva richiamare quei Rospi logorroici. Alla fine erano divertenti, anche se era d’accordo col Kyūbi sul fatto che il peso del non poter parlare liberamente con i suoi alleati anfibi di lui, stesse diventando troppo greve. E poi il legame che si instaura è probabilmente la parte più importante. Ormai dovresti saperlo anche tu. E ci sarebbe stato ancora tanto da dire, ma non ce n’era bisogno. Kurama poteva percepirlo direttamente dalla sua anima, senza aver bisogno di una comunicazione diretta…quel suo sentirsi incompleto. Mancante di un pezzo. « Se la metti su questo piano… » Yu lo avvertì chiaramente stiracchiarsi le membra, mentre diceva quelle parole. « Hai qualche giorno di licenza adesso, no? » Mh? Sì, perch-..? « Perfetto. » Kurama non attese nemmeno che finisse. Di fronte alla giusta confusione di Yu, non diede spiegazioni di alcun tipo. « Avvisa il tuo superiore e preparati. Ti porto in un posto. » …E’ per questo che mi hai fatto venire qui! Era affranto per aver perso il suo legame coi Rospi e la cosa si faceva di giorno in giorno più pesante anche sul versante lavorativo. Era diventato un tarlo così insistente e fastidioso da attirare l’attenzione anche di Kurama. « …Forse? » La risata cavernosa della Volpe rimbombò nel suo petto. « Volevo solo rivedere un vecchio amico. » Ma a chi pensava di raccontarla? Ora se lo ricordava bene come era andata! O magari entrambe le cose. Unire utile e dilettevole sarebbe proprio da te! E su questo non ci pioveva. D’altronde doveva essere fastidioso doversi sorbile le sue turbe mentali tutto il santo giorno, tutti i giorni, da quando era successo. Beh, quale che sia il motivo…è stato un bel pensiero. Grazie. Gli scappò una risata. Anche se c’è stato qualche imprevisto di mezzo! « Più che un imprevisto. Mai avrei pensato che Yoyuki sarebbe stato sottoposto ad una prova tanto crudele dal quel suo Kami » Di cui lui era evidente non fosse seguace, visto come ne parlava. « Ma è una Zenko forte. Lo è sempre stato. E il nostro aiuto è stato prezioso. Sapevo che avresti superato l’ostacolo del bosco e avresti conquistato la loro fiducia » Ah-Aah! Allora lo sapeva! « Dopotutto hai conquistato la mia, non è impresa da poco per un umano. » Ora è anche più forte di prima, ne sono sicuro. Confermò, riferendosi al Candido. Ha imparato qualcosa da tutto questo e lo metterà in pratica nel migliore dei modi. Forse anche questa sua proposta è un po’ come riconoscere che non può fare tutto da solo. Già, ma scegliere lui come braccio destro sarà la scelta giusta? Yu non aveva idea di cosa facesse il protettore di un eremo, non sapeva quali compiti avesse, quali responsabilità…insomma non ne sapeva niente! E se il giudizio di Yoyuki fosse stato troppo affrettato, dovuto agli ultimi avvenimenti? Mmmmh… Non so se sono la persona più adatta, sai? « Lo sei. » Perentorio, sicuro. Non era passato nemmeno un secondo. « Hai la curiosa capacità di riportare alla ragione chi si perde nel caos dell’oscurità. Senza contare che hai me. » Quell’orgoglio smisurato lo fece sorridere. Faccio solo quello che è necessario…Però hai ragione: non sono solo. Non lo sono mai. Nemmeno nella confusione e nell’incertezza di questo particolare momento. Gli occhi si posarono inevitabilmente su Natsume, sorpreso e disorientato almeno quanto lui, se non di più. « Il cucciolo non se lo aspettava. Yoyuki ha pianificato tutto da tempo, ne sono certo. »
Ora che ci pensava…in effetti avrebbe potuto programmarlo da quando aveva visto cosa sarebbe accaduto. Poteva non essere un giudizio così affrettato come sembrava, ma qualcosa di maturato in molto, molto tempo. Lui invece doveva decidere adesso, in base a quello che provava in quel momento, in barba alla paura, al pensiero di essere inadeguato e inesperto come protettore dell’eremo. Certo, era uno shinobi navigato, ma da quel punto di vista sapeva meno di zero. Sapeva solo che…se avesse avuto l’opportunità di decidere, avrebbe voluto non dover dire addio a Natsume, Umeko, Kyoshi, Ojiisan, Yoyuki e Momiji tutta. Avrebbe voluto poter tornare, non dimenticare quell’esperienza, i visi e i legami che aveva costruito in quel breve lasso di tempo. Avrebbe desiderato fare tesoro di quell’esperienza. Perché Momiji gli piaceva. Aveva imparato ad amare i profumi, i colori e i suoni di quel micromondo bagnato dal crepuscolo. Aveva imparato a condividere i giorni con le kitsune, parlare con loro: ridere e scherzare coi più giovani e aggiornare i più anziani sul mondo di fuori. Non poteva più dire che quel luogo gli fosse indifferente, aveva lasciato un segno profondo e se poteva scegliere di non abbandonarlo per sempre, allora…
Significa che potrò tornare tutte le volte che voglio? Ruppe così il silenzio, rivolgendosi direttamente a Yoyuki. Chiaro, coinciso, mettendo in luce il suo desiderio e le sue speranze. Che non mi scorderò nulla di tutto questo?
Corretto. Potrai tornare quando vorrai, sarai il benvenuto. Natsume potrà arrivare da te in un lampo o riportarti qui in uno schiocco di dita. Ma questo credo che tu già sappia come funziona…
Il sorriso furbo che seguì quelle ultime parole, confermò - se ce ne fosse stato bisogno - che il Candido sapeva benissimo della sua precedente firma. Non aveva idea di come funzionasse la cosa, se fosse mal vista e, se sì, quanto…A scanso di equivoci preferì essere trasparente. Non aveva nulla da nascondere.
Sì, ho già stretto un patto in passato… Spiegò. Ma questo strano fenomeno del chakra che si è verificato negli ultimi tempi, ha spezzato il legame. L’emergenza mi ha trattenuto a Kiri senza che potessi informarmi dall’eremita su cosa fosse accaduto e come fare per ripristinarlo.., ma non è solo questo. Già, c’era qualcosa di forse più grosso e personale dietro a tutto. Io stesso ero dubbioso per motivi che esulano dal buon rapporto che avevo con loro. Immagino tu capisca quali. Scoccò uno sguardo piuttosto eloquente al Candido, difficilmente mal interpretabile. In ogni caso, sono solo una delle parti in causa. L’altra metà era accanto a lui, confuso. Si volse verso Natsume, prima di cercare di riportarlo alla realtà. Allora? Che ne pensi? Io accetterò solo se lo fai anche tu.
I-io… Cadde un po’ dalle nuvole, non riuscendo a spiccicare parola o frase di senso compiuto. Con gli occhi disorientati di chi non sa bene cosa deve fare, guardò prima Yu, poi Yoyuki che gli sorrise bonario facendo un cenno d’assenso col capo, poi nuovamente Yu. Alla fine fu Umeko a prendere in mano la situazione per rompere quel momento di impasse. Si avvicinò al Fulvo, prendendolo per il braccio, donandogli il sorriso più gentile che il Rosso gli avesse mai visto da quando l’aveva conosciuta.
E’ il tuo momento Natsu. Dolce, ma in qualche modo salda. Basta crogiolarti nel passato. Afferra la mano di Yu e guarda al futuro, lui saprà alleviare quelle ferite.
“E’ l’acqua cheta che rovina i ponti”, dicevano. E così, come se quelle parole avessero lo straordinario potere di sciogliere il ghiaccio e le catene in cui era stretto l’animo di Natsume, il Fulvo crollò. Una lacrima sfuggì al suo controllo, poi due, finchè il tutto non si trasformò in un pianto a dirotto che avrebbe stretto il cuore anche di un pezzo di pietra. Sembrava che si fosse tenuto dentro tutte quelle ansie e tutte quelle paure, per così tanto tempo…tanto che ora stavano straripando fuori controllo.
Non azzardarti nemmeno a pensare di morire prima di me! Singhiozzò, diretto a Yu. O ti verrò a cercare tra gli spiriti!
Lo avrebbe considerato un sì. Lo terrò a mente.
Porse il pugno al suo compagno - ora quasi ufficiale - che venne colpito di rimando da quest’ultimo, sorridendo, mentre con la mano libera cercava di asciugare le lacrime che non sembravano avere intenzione di smettere di scendere. Probabilmente Yu non era il primo legame con un meritevole che Natsume stringeva. Probabilmente l’ultima volta la kitsune ci era rimasta scottata. Ma era felice che avesse deciso di riprovarci aprendo il suo cuore a lui, permettendogli di avvicinarsi ad una distanza tale che forse nessun’altro poteva vantare. Si ritrovò a ridacchiare a sua volta, mentre lo tirava a sé con un braccio, tenendoselo affianco, scompigliandogli i capelli tra le orecchie pelose. E poco importava se stava imbrattandogli i vestiti appena lavati di moccio e lacrime, era semplicemente felice che lo avesse accettato, perché significava che si sarebbero visti ancora, ancora e ancora, fino a quando il fato glielo avrebbe permesso.
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