Kawaakari 川明かり - I Custodi del Crepuscolo, Quest Eremita delle Kitsune per Lucifergirl88

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view post Posted on 25/7/2021, 14:10     +1   -1
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Fu una notte tranquilla per tutte le restanti ore che li separavano dalla sveglia mattutina e, di conseguenza, da quei pesanti saluti che gravavano sui loro cuori.
Le preoccupazioni cancellate dalla pacatezza del sonno, i pensieri trascinati via dal respiro lento e regolare, le ansie soffocate da una ben più marcata serenità. Difficile dire come fosse possibile, ma quell’incontro inaspettato durante la notte sembrava aver dato un minimo di pace alle angosce di entrambi. Yu finalmente aveva ritrovato il suo amico che da giorni lo aveva evitato come la peste, soggiogato dalle proprie afflizioni, da cosa sarebbe stato e da cosa non sarebbe stato più. Mentre Natsume aveva trovato il coraggio di accettare quel legame che si era creato in così poco tempo, con tutti i pro e tutti i contro che questo comportava.
Quindi fu quasi un ritrovarsi, quello che si svolse sotto lo sguardo vigile, ma silente di Yoyuki quella notte, un ritrovarsi che avrebbe aiutato ambedue a superare le ferite e i saluti che inevitabilmente correvano loro incontro respiro dopo respiro, nell’incoscienza del sonno che li aveva accolti. E se la dormivano davvero bene! Probabilmente sarebbero rimasti lì ancora, quei due pigroni, l’uno confortato dal calore e dall’odore pungente di selvatico della volpe, l’altro tranquillizzato dal cadenzato battito cardiaco dell’umano. Ma qualcuno decise al loro posto che era ora di smetterla di poltrire.
Fu un brusco risveglio quello che li colse quella mattina. Del tutto diverso dalla notte pacifica e rasserenante che avevano passato. Il letto sobbalzò di colpo e una voce squillante gli trapanò la testa non appena furono in grado di sentire i rumori circostanti. Yu scattò a sedere, i capelli sciolti e scarmigliati di chi - evidentemente - si era appena alzato e gli occhi ancora pieni di sonno.


Yaaawn..ma che succede? Sbadigliò stiracchiandosi e sbattendo le palpebre, nel tentativo di mettere a fuoco. Oh, sei tu Umeko. Ohayō!

Natsume, invece.., ecco, lui ebbe una reazione leggermente più violenta. Fece un salto sul materasso, atterrando con una cresta di peli tutta ritta sulla schiena, la coda che frustava l’aria infastidita e gli orecchi pericolosamente piegati all’indietro. Una volta inquadrato la colpevole di quello strapazzone, inveì - legittimamente, dal punto di vista del Rosso - contro la loro sveglia vivente, forse senza nemmeno rendersi conto di non essere a terra, ma sul letto e di aver dormito con Yu tutta la notte. O magari aveva glissato sulla cosa di proposito. In ogni caso, la volpina dal pelo biondo non si fece minimamente prendere impreparata rispondendo a tono ai suoi ringhi furiosi, con l’eleganza di chi ha il coltello dalla parte del manico. Per Natsume ci fu ben poco da fare se non darle ragione e scendere dal giaciglio per stiracchiarsi e cercare di svegliarsi definitivamente. Un siparietto divertente che strappò una risata di buon mattino al Rosso. In effetti la volpina aveva anche un po’ ragione, eh: il sole era già sorto da un po’. I suoi raggi penetravano dai balconi accostati in una lama di luce e Yoyuki era già bello che sparito. Tuttavia lo shinobi lesinava dall’alzarsi in fretta, era ancora intontito dal risveglio brusco e poi…prima si fosse alzato, prima il tempo rimastogli per salutare tutti avrebbe iniziato a scorrere. Forse la volpina glielo lesse nell’espressione, perché si strusciò dolcemente su di lui, prima di sederglisi accanto rivolgendogli un invito un po’ particolare.
Chiese a Yu di non partire subito, ma di aspettare almeno fino a quel pomeriggio, in quanto Yoyuki voleva organizzare una cerimonia per ringraziare tutti degli sforzi fatti per rimettere in piedi il villaggio e, ovviamente, voleva ci fosse anche lui. Come invitato speciale.


« Eeeeh sembra che qualcuno sia tornato in sé, finalmente. Che pensi di fare? »
Beh, non credo ci sia nulla di male se restiamo ancora un po’.

D’altronde quella data se l’era fissata lui. Qualche ora in più non avrebbe fatto la differenza arrivati a quel punto, senza contare che sarebbe stato sgarbato rifiutare. Poi era anche un po’ curioso di vedere finalmente Yoyuki nei suoi veri panni! E, infine, ma non per importanza, strappare qualche momento in più in quel mondo, con i compagni che aveva imparato ad apprezzare, non avrebbe mai potuto essere una cattiva idea. Lo aveva visto con la coda dell’occhio Natsume farsi piccolo, lì a terra…non sapeva se passare qualche ora in più assieme avrebbe reso tutto più difficile, ma era chiaro che un po’ entrambi fossero assetati di quegli ultimi istanti.

Se me lo chiedi così… Fece, grattandosi la guancia un po’ in difficoltà di fronte agli occhioni dorati della volpina. Non credo proprio di poter rifiutare! D’accordo, resterò ancora un po’. Tanto non cambia nulla se parto ora o più tardi, arrivati a questo punto. Assentì con un deciso cenno d’assenso del capo, sorridendo raggiante. E poi una cerimonia è pur sempre una festa! Sono sicuro che qui la sapete lunga su come farle. Non vedo l’ora di partecipare!

 
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view post Posted on 31/7/2021, 22:21     +1   -1
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E’ fatta! disse allora la volpina dal pelo biondo, estremamente gioiosa nel sapere che Yūzora sarebbe rimasto ancora un po’ con loro, al villaggio. Sapeva bene che difficilmente il Rosso avrebbe rifiutato il repentino invito, ma sentirselo confermare era sempre bello. Dimostrò di esserne contenta non soltanto con l’entusiasmo tipico della sua personalità, ma anche e soprattutto col corpo snello, muovendo energica la voluminosa coda per poi, ancora una volta, strusciarsi morbidamente contro l’umano. Era chiaro gli volesse bene tanto quanto Natsume, ma a differenza di quest’ultimo Umeko era maggiormente disinibita nel dimostrare i propri stati d’animo. Era come una bambina, nonostante avesse più anni del meritevole. A vederla così contenta, la volpe dal pelo fulvo non poté non accennare a un sorriso: sembrava che la brutta esperienza della corruzione non l’avesse minimamente scalfita, o che comunque non avesse rovinato quell’indole positiva che aveva tenuto in piedi l’intera Momiji e lui. Allora ci vediamo dopo, Yu. Noi andiamo a prepararci e ad aiutare con i preparativi! Ma prima.. e mise una zampa sotto il muso, ghignando furba. ..dammi i tuoi vestiti, te li lavo! E ancor prima che il Rosso potesse ribattere, Umeko aveva assunto la sua forma semi umana per poterlo, letteralmente, spogliare sotto lo sguardo sbalordito del Fulvo. Ma che diav- disse a denti stretti, prima di intervenire per sedare la volpina, che lo osservò con sguardo innocentemente interrogativo. Si. Per lei era un comportamento del tutto normale quello, anche perché la sua conoscenza del mondo esterno e delle usanze dei meritevoli era molto limitata. Ci penserà lui stesso a darti i suoi vestiti, non c’è bisogno che lo spogli tu. Non è modo. la redarguì con una punta di fastidio nel tono della voce, un po’ ingelosito nell’averla vista lanciarsi in quella maniera su un altro maschio. Sapeva che era stato un gesto del tutto innocente, ma a differenza sua aveva passato così tanto tempo con gli umani che il fraintendimento era scontato. Te li farà trovare in una cesta e te li lascerà sotto. Dico bene? fece, rivolgendosi a Yūzora per cercare il suo appoggio. Umeko aveva abbassato mestamente le orecchie nel frattempo, dispiaciuta davvero di aver fatto qualcosa che non andava fatto. Gomen.. disse, rivolgendosi tanto al Rosso quanto al Fulvo. Allora aspetto che me li lasci qua sotto. Ti faccio trovare uno degli yukata puliti di Natsume per accomodo. Credo abbiate la stessa taglia. provò a essere disinvolta, mentre indietreggiava in direzione la porta per defilarsi celermente. Natsume, notando quell’atteggiamento tipico di quando rimaneva male per qualcosa, sospirò e con un Ottima idea. Aspettami all’onsen, ho bisogno anch’io di un bel bagno. risollevò la situazione, rendendola nuovamente felice. Bastava davvero poco. Ryōkai! disse lasciando vibrare la coda, esprimendosi in un sorriso prima di correre giù.
E fu così che rimasero soli per un po’ di tempo, con il Fulvo che dopo qualche secondo aveva esordito con
Come te la sei fatta, quella? Ha l’aria di essere molto dolorosa. non esattamente felice. Aveva notato la cicatrice sul fianco del meritevole e non gli piaceva affatto pensare che potesse rimetterci la pelle come presumibilmente già successo. Aveva abbassato le orecchie inquieto e lo osservava adesso dritto negli occhi. Aveva fatto bene a evitargli l’impatto contro il portone del tempio, questo poco ma sicuro.

I vestiti che aveva lasciato perché potessero essere lavati furono consegnati, asciutti e piegati, in perfetto orario, una mezz’ora prima della cerimonia che si sarebbe tenuta nel grande spiazzo centrale, ai piedi della lunga scalinata che conduceva al redivivo tempio. Era stato tutto addobbato a festa per le strade, con lanterne colorate e piccoli riccioli di cartapesta colorata che davano vagamente l’impressione di essere boccioli. Nello spiazzo era stata realizzata – o meglio dire che era in fase di rifinitura - una scultura per i caduti: un vortice di volpi che usciva fuori dal marmo bianco che un tempo apparteneva al vecchio tempio, adornate da quelli che sembrano essere fuochi fatui. Tutti erano vestiti bene, con yukata sobri ma eleganti; anche Umeko e Natsume, vestiti lei di un rosa pallido come quello dei fiori di glicine e lui di un azzurro-grigio in netto contrasto col pelo fulvo. Fu quest’ultimo a fare cenno a Yūzora di avvicinarsi a loro e Umeko a corrergli incontro per prendergli il braccio e portarlo vicino. Avevano preparato per l’occasione pure un banchetto con del sakè, ma Natsume fu rapido a sconsigliare a Yūzora di berlo. Non era semplice sakè, tipico degli umani: quella era roba forte.

Dopo un po’, dalla scalinata del tempio, scese Yoyuki. Era maestoso nei suoi abiti bianchi arricchiti di rifiniture color oro, splendido nel suo candido manto e nei dettagli del trucco che contornava i suoi occhi, facendoli spiccare. Non appena ebbe sceso l’ultimo gradino e tutte le kitsune si ammutolirono, la zenko trasse un profondo sospiro e abbassò lo sguardo, cercando le parole per cominciare quel discorso che, palesemente, pesava come un macigno sulla sua anima.


Noi tutti abbiamo perso qualcosa di prezioso in questi ultimi anni.. amici, famiglia, case.. ma ora.. la Corruzione è stata debellata. Momiji è di nuovo nostra. cominciò così il suo discorso, mentre le kitsune dopo un momento di silenzio presero ad applaudire e a festeggiare. Unendo le forze, siamo riusciti a ricostruire parte di quello che ci è stato portato via. Il viaggio sarà duro, ma abbiamo tempo. Iniziamo a percorrere da oggi questa nuova strada, senza dimenticare quella che abbiamo lasciato alle spalle. proseguì greve, ma con un sorriso rassicurante pennellato sulle labbra. Era determinato a riportare splendore al suo villaggio e serenità al suo popolo. E a proposito di nuove strade da percorrere, oggi abbiamo con noi un altro membro della nostra grande famiglia. Qualcuno che è giunto qui per caso, ma che ha salvato tutti. Kyōmei Yūzora. disse quindi, indicando proprio il Rosso. Umeko fu entusiasta della notizia; Natsume era confuso perché non capiva dove voleva andare a parare. Hai dimostrato di essere meritevole della nostra fiducia e davanti al popolo delle kitsune ti chiedo di diventare il nostro protettore, eremita e mio braccio destro. Sarai sempre il benvenuto, qui. E Natsume.. e si rivolse finalmente al più confuso dei due, sorridendo bonario. ..voglio che tu protegga questo ragazzo e, se lo desideri, potrai accompagnarlo. Ovunque sarà, tu potrai raggiungerlo. Questo per ringraziarti di aver difeso tutti, a scapito della tua stessa incolumità.

 
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view post Posted on 10/8/2021, 13:24     +1   -1
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Bastò davvero poco a rendere felice Umeko. Un sì. Una parola così semplice eppure capace di scatenare una marea di emozioni sia in chi lo riceve, sia in chi ha il privilegio di poter osservare la reazione di quest’ultimo. E fu abbastanza per far comprendere definitivamente a Yu di aver preso la decisione corretta: se quell’opzione era capace di far rialzare gli orecchi a Natsume e rallegrare Umeko a quella maniera, allora non poteva che essere quella giusta! Vederli felici dopo tutto quel casino con la Corruzione era quanto di più piacevole possibile. Soprattutto la volpina che, colpita da quel grande male, sembrava in condizioni davvero pessime…eppure eccola lì, a strusciarsi su di lui allegra, scodinzolando la coda voluminosa, con un sorriso raggiante sul muso volpino. Aveva un modo di fare molto diretto la più piccola dei suoi compagni per quell’avventura, molto più del Fulvo che, sebbene fosse palesemente felice di vederla nuovamente in forze e sprizzante di gioia, si limitò a un sorriso. Come se preferisse osservare e bearsi di quel sole luminoso dal suo angolino, senza avvicinarsi troppo. Ma anche così, era palese il suo sollievo.
Dal canto suo, Yu volle partecipare a quella dimostrazione d’affetto da parte di Umeko e ridacchiando le passò una lunga carezza lungo tutto il corpo, dalla testolina alla coda. Era davvero contento che tutto si fosse sistemato e ancor più di passare ancora un po’ di tempo con loro! Curioso di vedere come allestissero le feste in quel di Momiji. Cerimonia che sembrava Umeko e Natsume stessero andando a preparare assieme a tutti gli altri…se non fosse che, di punto in bianco, la volpina gli saltò letteralmente addosso intimandogli di dargli i suoi vestiti! Se la ritrovò seduta sulle gambe in forma umana in un niente, mentre già stava mettendo mano alla sua casacca, slacciando la cinta e facendo per abbassargliela lungo le spalle, mentre con un
Ehi, ehi buona! Posso fare da solo! Yu cercava inutilmente di richiudersela. Non si aspettava minimamente che Umeko fosse così disinibita da quel punto di vista! Ma forse più che tale era solamente molto...inesperta delle usanze umane. Fortunatamente Natsume la sapeva più lunga e non ci pensò due volte ad intervenire dopo un primo attimo di sgomento. Tornato nuovamente semiumano, la bloccò redarguendola, leggermente infastidito dal suo comportamento. Palesemente geloso che la kitsune bionda si fosse approcciata con tanta facilità ad un altro “maschio”, le suggerì di lasciare che Yu facesse da sé. Le avrebbe fatto trovare i suoi abiti sporchi di sotto in una cesta.

Assolutamente! Si affrettò a rispondere Yu, quando il Fulvo cercò il suo appoggio in quella situazione a dir poco imbarazzante. Te li porto di sotto tra un momento.

Umeko parve cogliere finalmente la situazione e si scusò, con le orecchie basse, chiaramente dispiaciuta per il disguido. Iniziò ad indietreggiare, fingendo disinvoltura mentre comunicava a Yu che, in cambio, finchè i suoi abiti non si fossero asciugati, gli avrebbe fatto trovare uno degli yukata di Natsume. Fortunatamente basto un appuntamento all’onsen proposto da quest’ultimo per risollevarle il morale abbacchiato, prima che si defilasse celermente dal soppalco. Nuovamente soli, Yu ebbe giusto pochi secondi per tirare un sospiro di sollievo per essersi tolto da quella situazione a dir poco scomoda - che avrebbe fatto bene a non menzionare a Takumi una volta tornati a casa - prima che il Fulvo prendesse parola, chiedendogli informazioni circa la cicatrice che aveva sull’addome. Evidentemente l’aveva notata durante il parapiglia tra lui e Umeko, mentre questa cercava di spogliarlo. Sembrava inquieto, quelle orecchie appiattite sulla testa non mentivano, tanto meno gli occhi ramati puntati insistentemente nei suoi.

Sì, lo è stata. Finito di risistemarsi un po’ la casacca dopo l’assalto della volpina, lo shinobi si carezzò l’addome. I ricordi di quello scontro erano ancora vividi nella sua mente, se chiudeva gli occhi poteva avvertire il dolore sordo che aveva provato quando l’attacco di Fuyu lo aveva preso alle spalle. Ma sono passati ormai tre anni da quando è successo…Sai, è stato colui che, poi, è diventato il mio sensei a lasciarmela, con le sue stalattiti di ghiaccio. Zack! E mimò l’atto di qualcosa che lo perfora da dietro a davanti. Mi ha messo alla prova, per vedere se potessi essere un pericolo per il villaggio. Non specificò per quale ragione. Un giorno glielo avrebbe detto se gli fosse stato permesso di tornare a Momiji, ma non quel giorno. Meglio non caricare di troppe preoccupazioni quelle spallucce tutto in una volta.

Natsume sollevò scettico un sopracciglio.
Un modo curioso per metterti alla prova. Cos’è, prima morivi e prima eri degno? Uno sbuffo scocciato uscì dalle sue narici, evidentemente quel ragionamento non gli tornava.., ma non aveva nemmeno tutti gli elementi per poterlo far quadrare. D’ora in poi evita. Non vorrei dover tirare fuori gli artigli e diventare sgradevole. La raccomandazione fece sorridere Yu. Per quanto sapesse che per Natsume non era per nulla divertente, e che la sola idea che si facesse male non gli piaceva per niente, non riuscì a non provare un calore gradevole all’altezza del petto a quelle sue parole.

Conosco qualcuno che la pensa come te. Confessò ridendo, mentre allungava la mano per accarezzargli i capelli tra le orecchie. Ma che ci crediate o no, il sensei ci tiene a me…anche se ha un modo tutto particolare per dimostrarlo. MOLTO particolare. Ma non per questo meno di valore. D’altronde se ancora era lì a fare il suo lavoro, era solo perché Fuyu lo aveva preso sotto la sua ala, tenendo per sé ciò che sapeva della faccenda di Shi. E poi, comunque, si è preso una bella batosta pure lui!

Gli orecchi di Natsume si risollevarono serenamente alla carezza. Sarà. Ha un modo parecchio strambo per dimostrarlo. Si ritrovò a confermare le parole di Yu, per poi ridacchiare soddisfatto alla precisazione finale del Rosso. Ben gli sta! Com’è che dite voi umani? Chi semina vento raccoglie foresta..? O era tempesta? Ci si crucciò qualche attimo, ma lasciò rapidamente perdere per raccomandarsi di un’altra cosa. Ah, evita di farla vedere a Umeko. Avrebbe il coraggio di assaltarti nuovamente per leccarti la ferita e cercare di lenirti il dolore. Storie di vita vissuta evidentemente. Altrimenti non si spiegava il dipingere una così precisa situazione. D’altronde, per quello che l’aveva conosciuta, un comportamento del genere sarebbe stato proprio da Umeko. Lei che si preoccupava sempre di tutti…E Natsume che doveva correrle dietro per impedirle di ficcarsi in qualche situazione poco chiara.

…E qualcuno potrebbe diventare geloso. Sorrise furbetto, Yu, sapendo di colpire sul vivo, mentre tirava giù le coperte e si sedeva sul bordo del letto. Alla reazione imbarazzata del compagno, mascherata da indifferenza non troppo ben riuscita, aggiunse Non ti preoccupare, ci starò attento. E poi, comunque, sono occupato.

Il musetto tinto d’imbarazzo, si fece allora curioso. Davvero? Quindi è da lei che devi tornare…deve essere in pensiero per te. L’idea che Yu se ne andasse, lo rendeva sempre un po’ triste, ma questa volta fu capace di scacciare quel sentimento logorante con una certa facilità, forse coadiuvato dall’interesse genuino di poter approfondire la conoscenza dell’amico, iniziata in quel modo un po’ bizzarro nel boschetto di Tsuriito. Vorrei poterla conoscere. Scommetto che è una gran bella ragazza! Ridacchiò. Ignaro del fatto che sì, Takumi avesse effettivamente un gran bell’aspetto, ma fosse un ragazzo. Beh, non che Yu si facesse troppi problemi in merito.

Oh, sarà sicuramente in pensiero per me. Non l’ho avvertito prima di partire, non credevo di stare via così tanto. Sciorinò, infatti, in attesa d’analizzare la reazione del Fulvo. Ma tant’è…mi farà la predica quando tornerò.

…Avvertito? Yu lo vide ragionarci su qualche attimo. Seppe che aveva capito nel momento in cui alzò sorpreso le sopracciglia. E’ un “lui”! Deve essere infuriato allora, se non lo hai avvertito. Fortunatamente le kitsune sembravano piuttosto aperte sull’argomento. Natsume non ci filò su più di tanto né lo giudicò, tanto che Yu si ritrovò a tornare a respirare senza essersi reso conto d’aver trattenuto il fiato.

Mi farò perdonare in qualche modo, vedrai. Fece spallucce, abbastanza tranquillo sulla cosa, sapeva di poterla gestire. Piuttosto, se un giorno passi a Kiri te lo presento! E’ davvero un bel tipo e caratterialmente vi somigliate un po’.

Dici? Catturare la curiosità di Natsume era semplice quanto respirare. E in cosa ci somigliamo? Dovrai spiegarmi dove andare, però, è da un po’ che non vado più in là di Tsuriito. Dove “un po’” era da presumere fossero parecchi anni…forse secoli…non aveva ben capito da quanto la storia della Corruzione stesse andando avanti prima che arrivasse.

A quella palla servita sul piede, sorrise di uno dei suoi sorrisi più furbi, avvicinandosi viso a viso al compagno di sventura.
Quando avete qualcosa che non va, vi chiudete a riccio e fate i musoni! Altro che somigliarsi un po’…erano parecchio simili da quel punto di vista! E forse era per quel motivo che Natsume gli faceva così simpatia.

Messo di fronte a quella piccola verità scomoda, il Fulvo, incrociò le braccia, mise su un broncio adorabile e fece spallucce, scatenando una serena risata da parte di Yu che tornò ad allontanarsi. Stava facendosi tardino, se doveva dare i suoi abiti da lavare a Umeko era meglio non farla aspettare troppo, altrimenti non sarebbero mai stati pronti per la festa. Osservò la stanza in disordine dopo una settimana in cui era stata usata solo per dormire…meritava una rassettata.


Senti…posso dare a te la roba da portare di sotto? Prima di scendere a prendere lo yukata, sistemo un po’ questo macello. Alla risposta positiva della kitsune, iniziò a spogliarsi consegnandogli mano a mano i suoi vestiti fino a rimanere con solo gli indumenti intimi. Ebbe un brivido, ma fu solo per un attimo. Appena si fosse messo in moto era sicuro si sarebbe riscaldato. Ah, più tardi posso fare un salto anch’io all’onsen? Se non è di disturbo… Già che gli lavavano i vestiti, voleva approfittarne un po’.

Nessun problema! Fece per prendere la porta, ma poi aggiunse. Cercherò di tenere lontana Umeko mentre ti lavi. Sì, quella era decisamente un’ottima idea.

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Fortunatamente andò tutto liscio. Sistemato il disordine sul soppalco, Yu trovò al piano di sotto un elegante yukata verde e una colazione bella che pronta. Riuscì a vestirsi con qualche difficoltà e fu ben lieto di riempirsi la pancia prima di uscire ad aiutare anche lui con l’allestimento della cerimonia. C’era un sacco da fare! Preparare i tavoli, le pietanze, gli addobbi…insomma tirare Momiji a lustro! Ma lavorare assieme a tutti rendeva ogni cosa meno pesante e più divertente. Vennero tirati dei lunghi cavi da una parte all’altra delle stradine, della piazza principale…addobbati con lanterne e piccoli riccioli colorati di cartapesta, simili a boccioli. Gli scultori, orgogliosi del loro lavoro, mostrarono a tutti la loro ultima opera d’arte, sebbene ancora in via di rifinitura: era una statua per i caduti, creata dal marmo avanzato e dai detriti del tempio. Un vortice di volpi che si avviluppavano su sé stesse, adornate da quelli che avevano tutta l’aria di essere fuochi fatui. Gli addetti alla cucina, prepararono ogni genere di leccornia! Anche cose che Yu non aveva mai visto in vita sua e che, ne era sicuro, avrebbe assaggiato di lì a poco. Anche gli esperti distillatori di sakè non mancavano con il loro banchetto, ma, prima che fosse troppo tardi, Natsume si prodigò d’avvisarlo che quel liquore non era minimamente paragonabile a quello degli umani: troppo forte per il loro organismo. Insomma, a breve tutto fu pronto. Mancavano solo i partecipanti che a turno, si defilarono per prepararsi.

Come da anticipo, Yu fece anche un salto all’onsen. Dopo essersi lavato nella sorgente vicina, si rilassò un poco nell’acqua termale, godendo di quel calore piacevole che gli sarebbe piaciuto poter condividere con Takumi…chi lo sa, magari un giorno quella fantasia si sarebbe avverata! Non si concesse troppo tempo, non aveva intenzione di fare tardi, quindi corse rapido a casa dove trovò i suoi vestiti asciutti e piegati in perfetto orario. Lasciando lo yukata di Natsume in ordine nella camera sul soppalco, il Rosso tornò con un certo sollievo ad indossare le proprie vesti, ora pervase da un profumo piacevole e difficilmente identificabile. Sembravano fiori o qualche tipo di erba particolare. Era buono.
Nuovamente nei propri panni, si diede una rapida sistemata ai capelli, legandoli ordinatamente in una coda. Solo quando fu soddisfatto del risultato si azzardò ad uscire. Appena raggiunse la piazza un tripudio di colori lo investì. Sotto le lanterne accese, le kitsune si presentarono vestite con eleganti yukata colorati. Come si confà ad un matsuri come si deve! Erano tutti bellissimi! Anche Natsume e Umeko non mancarono di presentarsi in quelle vesti sobrie, ma raffinate: lui in rosa pallido, lui in grigio azzurro. Dalle parti del chiosco di sakè vide anche Kiyoshi, in verde acqua. Quasi si sentiva inadeguato, ma non ebbe troppo tempo di filarci su, perché la biondina e il Fulvo lo invitarono subito ad avvicinarsi a loro e Yu non se lo fece ripetere due volte, lasciandosi trascinare da Umeko e dal suo entusiasmo contagioso.
Mancava ancora qualcuno all’appello, però. Tuttavia non tardò ad arrivare. Ciusto il tempo che tutti fossero riuniti, prima che Yoyuki scendesse dalla scalinata del tempio, ormai sistemato. Maestoso, candido, quasi splendente in quei suoi abiti bianchi rifiniti in oro. Tutti ammutolirono nel vederlo sopraggiungere, splendido nel suo manto bianco e nei dettagli del trucco scarlatto che risaltava gli occhi ambrati. Il silenzio proseguì anche quando la Zenko ebbe sceso l’ultimo gradino, in attesa. Era chiaro che il Candido stesse cercando le parole in quel groviglio pesante che gravava sulla sua anima ferita, ma - e in questo Yu ci sperava davvero molto - in via di guarigione. Ci volle qualche istante, ma poi la voce sicura di Yoyuki risuonò nel silenzio della piazza. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, anche quelli chiarissimi del Rosso e quelli scarlatti della sua controparte demoniaca. L’autorità, la sincerità e la forza che trasparì dalle sue parole riuscì subito ad avere il supporto del suo popolo, che si ritrovò ad applaudire e ad inneggiare dopo l’apertura del discorso. Un discorso pregno, onesto e speranzoso che non voleva dimenticare ciò che era accaduto, ma prenderne gli insegnamenti a piene mani e guardare al futuro. Sembrava che Yoyuki fosse davvero cresciuto dopo quell’esperienza. Stava rapportandosi col suo popolo cercando di rassicurarlo, di dare serenità e di mostrare loro un percorso che avrebbe riportato il villaggio al suo antico splendore. Un percorso in cui, a quanto pareva, era incluso anche Yu.
Quasi sobbalzò quando si sentì nominare e indicare con un gentile gesto della mano. Lo aveva definito membro della loro famiglia, giunto lì per caso, ma che aveva dimostrato d’essere meritevole della loro fiducia, salvando tutti. Troppi complimenti tutti assieme. Non sapeva cosa dire, era confuso dal discorso, non sapeva se dovesse intervenire e dire qualcosa a sua volta, onorato e imbarazzato al tempo stesso. Natsume era confuso almeno tanto quanto lui, mentre Umeko sembrava aver già capito l’antifona e sprizzava gioia a kilometri di distanza.
Fu solo quando gli venne chiesto di diventare protettore delle kitsune e braccio destro di Yoyuki e quando a Natsume venne data l’opportunità di accompagnarlo in questo nuovo viaggio che qualcosa nella testa di Yu scattò.
Possibile che non lo avesse capito fino a quel momento? Possibile che fosse stato così cieco? Va bene che era tutto sottosopra e che c’era altro a cui pensare ma…come aveva fatto a non capire che Momiji era un eremo?! Certo, non aveva un metro di paragone, visto che non aveva mai visitato nemmeno quello dei Rospi, ma era rimasto lì per così tanti giorni senza rendersi conto di nulla, aiutando tutti, facendo amicizia, tanto che quel posto gli era letteralmente entrato nel cuore. Così tanto che la sola idea di dover dire addio a Natsume e gli altri lo dilaniava…E dire che, come diceva Yoyuki, era arrivato lì per puro caso!



…No, un momento. Non è vero che ci sono capitato per caso.

« E’ così importante per te? »
La domanda a bruciapelo della Volpe lo fece sobbalzare sul letto. Non mi tormenterebbe tanto se non lo fosse. Si tirò su a sedere. Lo so che dal tuo punto di vista ho già te e questo dovrebbe bastarmi da qui all’infinito. Tuttavia la sicurezza di poter contare su un compagno in qualsiasi situazione, che mi copra le spalle quando ne ho bisogno…anzi, che le copra ad entrambi, sia me che te, non ha prezzo. Sorrise nostalgico al ricordo di quando poteva richiamare quei Rospi logorroici. Alla fine erano divertenti, anche se era d’accordo col Kyūbi sul fatto che il peso del non poter parlare liberamente con i suoi alleati anfibi di lui, stesse diventando troppo greve. E poi il legame che si instaura è probabilmente la parte più importante. Ormai dovresti saperlo anche tu.
E ci sarebbe stato ancora tanto da dire, ma non ce n’era bisogno. Kurama poteva percepirlo direttamente dalla sua anima, senza aver bisogno di una comunicazione diretta…quel suo sentirsi incompleto. Mancante di un pezzo.
« Se la metti su questo piano… » Yu lo avvertì chiaramente stiracchiarsi le membra, mentre diceva quelle parole. « Hai qualche giorno di licenza adesso, no? »
Mh? Sì, perch-..?
« Perfetto. » Kurama non attese nemmeno che finisse. Di fronte alla giusta confusione di Yu, non diede spiegazioni di alcun tipo. « Avvisa il tuo superiore e preparati. Ti porto in un posto. »


…E’ per questo che mi hai fatto venire qui! Era affranto per aver perso il suo legame coi Rospi e la cosa si faceva di giorno in giorno più pesante anche sul versante lavorativo. Era diventato un tarlo così insistente e fastidioso da attirare l’attenzione anche di Kurama.
« …Forse? » La risata cavernosa della Volpe rimbombò nel suo petto. « Volevo solo rivedere un vecchio amico. » Ma a chi pensava di raccontarla? Ora se lo ricordava bene come era andata!
O magari entrambe le cose. Unire utile e dilettevole sarebbe proprio da te! E su questo non ci pioveva. D’altronde doveva essere fastidioso doversi sorbile le sue turbe mentali tutto il santo giorno, tutti i giorni, da quando era successo. Beh, quale che sia il motivo…è stato un bel pensiero. Grazie. Gli scappò una risata. Anche se c’è stato qualche imprevisto di mezzo!
« Più che un imprevisto. Mai avrei pensato che Yoyuki sarebbe stato sottoposto ad una prova tanto crudele dal quel suo Kami » Di cui lui era evidente non fosse seguace, visto come ne parlava. « Ma è una Zenko forte. Lo è sempre stato. E il nostro aiuto è stato prezioso. Sapevo che avresti superato l’ostacolo del bosco e avresti conquistato la loro fiducia » Ah-Aah! Allora lo sapeva! « Dopotutto hai conquistato la mia, non è impresa da poco per un umano. »
Ora è anche più forte di prima, ne sono sicuro. Confermò, riferendosi al Candido. Ha imparato qualcosa da tutto questo e lo metterà in pratica nel migliore dei modi. Forse anche questa sua proposta è un po’ come riconoscere che non può fare tutto da solo. Già, ma scegliere lui come braccio destro sarà la scelta giusta? Yu non aveva idea di cosa facesse il protettore di un eremo, non sapeva quali compiti avesse, quali responsabilità…insomma non ne sapeva niente! E se il giudizio di Yoyuki fosse stato troppo affrettato, dovuto agli ultimi avvenimenti? Mmmmh… Non so se sono la persona più adatta, sai?
« Lo sei. » Perentorio, sicuro. Non era passato nemmeno un secondo. « Hai la curiosa capacità di riportare alla ragione chi si perde nel caos dell’oscurità. Senza contare che hai me. »
Quell’orgoglio smisurato lo fece sorridere. Faccio solo quello che è necessario…Però hai ragione: non sono solo. Non lo sono mai. Nemmeno nella confusione e nell’incertezza di questo particolare momento. Gli occhi si posarono inevitabilmente su Natsume, sorpreso e disorientato almeno quanto lui, se non di più.
« Il cucciolo non se lo aspettava. Yoyuki ha pianificato tutto da tempo, ne sono certo. »

Ora che ci pensava…in effetti avrebbe potuto programmarlo da quando aveva visto cosa sarebbe accaduto. Poteva non essere un giudizio così affrettato come sembrava, ma qualcosa di maturato in molto, molto tempo. Lui invece doveva decidere adesso, in base a quello che provava in quel momento, in barba alla paura, al pensiero di essere inadeguato e inesperto come protettore dell’eremo. Certo, era uno shinobi navigato, ma da quel punto di vista sapeva meno di zero. Sapeva solo che…se avesse avuto l’opportunità di decidere, avrebbe voluto non dover dire addio a Natsume, Umeko, Kyoshi, Ojiisan, Yoyuki e Momiji tutta. Avrebbe voluto poter tornare, non dimenticare quell’esperienza, i visi e i legami che aveva costruito in quel breve lasso di tempo. Avrebbe desiderato fare tesoro di quell’esperienza. Perché Momiji gli piaceva. Aveva imparato ad amare i profumi, i colori e i suoni di quel micromondo bagnato dal crepuscolo. Aveva imparato a condividere i giorni con le kitsune, parlare con loro: ridere e scherzare coi più giovani e aggiornare i più anziani sul mondo di fuori. Non poteva più dire che quel luogo gli fosse indifferente, aveva lasciato un segno profondo e se poteva scegliere di non abbandonarlo per sempre, allora…

Significa che potrò tornare tutte le volte che voglio? Ruppe così il silenzio, rivolgendosi direttamente a Yoyuki. Chiaro, coinciso, mettendo in luce il suo desiderio e le sue speranze. Che non mi scorderò nulla di tutto questo?

Corretto. Potrai tornare quando vorrai, sarai il benvenuto. Natsume potrà arrivare da te in un lampo o riportarti qui in uno schiocco di dita. Ma questo credo che tu già sappia come funziona…

Il sorriso furbo che seguì quelle ultime parole, confermò - se ce ne fosse stato bisogno - che il Candido sapeva benissimo della sua precedente firma. Non aveva idea di come funzionasse la cosa, se fosse mal vista e, se sì, quanto…A scanso di equivoci preferì essere trasparente. Non aveva nulla da nascondere.

Sì, ho già stretto un patto in passato… Spiegò. Ma questo strano fenomeno del chakra che si è verificato negli ultimi tempi, ha spezzato il legame. L’emergenza mi ha trattenuto a Kiri senza che potessi informarmi dall’eremita su cosa fosse accaduto e come fare per ripristinarlo.., ma non è solo questo. Già, c’era qualcosa di forse più grosso e personale dietro a tutto. Io stesso ero dubbioso per motivi che esulano dal buon rapporto che avevo con loro. Immagino tu capisca quali. Scoccò uno sguardo piuttosto eloquente al Candido, difficilmente mal interpretabile. In ogni caso, sono solo una delle parti in causa. L’altra metà era accanto a lui, confuso. Si volse verso Natsume, prima di cercare di riportarlo alla realtà. Allora? Che ne pensi? Io accetterò solo se lo fai anche tu.

I-io… Cadde un po’ dalle nuvole, non riuscendo a spiccicare parola o frase di senso compiuto. Con gli occhi disorientati di chi non sa bene cosa deve fare, guardò prima Yu, poi Yoyuki che gli sorrise bonario facendo un cenno d’assenso col capo, poi nuovamente Yu. Alla fine fu Umeko a prendere in mano la situazione per rompere quel momento di impasse. Si avvicinò al Fulvo, prendendolo per il braccio, donandogli il sorriso più gentile che il Rosso gli avesse mai visto da quando l’aveva conosciuta.

E’ il tuo momento Natsu. Dolce, ma in qualche modo salda. Basta crogiolarti nel passato. Afferra la mano di Yu e guarda al futuro, lui saprà alleviare quelle ferite.

“E’ l’acqua cheta che rovina i ponti”, dicevano. E così, come se quelle parole avessero lo straordinario potere di sciogliere il ghiaccio e le catene in cui era stretto l’animo di Natsume, il Fulvo crollò. Una lacrima sfuggì al suo controllo, poi due, finchè il tutto non si trasformò in un pianto a dirotto che avrebbe stretto il cuore anche di un pezzo di pietra. Sembrava che si fosse tenuto dentro tutte quelle ansie e tutte quelle paure, per così tanto tempo…tanto che ora stavano straripando fuori controllo.

Non azzardarti nemmeno a pensare di morire prima di me! Singhiozzò, diretto a Yu. O ti verrò a cercare tra gli spiriti!

Lo avrebbe considerato un sì. Lo terrò a mente.

Porse il pugno al suo compagno - ora quasi ufficiale - che venne colpito di rimando da quest’ultimo, sorridendo, mentre con la mano libera cercava di asciugare le lacrime che non sembravano avere intenzione di smettere di scendere. Probabilmente Yu non era il primo legame con un meritevole che Natsume stringeva. Probabilmente l’ultima volta la kitsune ci era rimasta scottata. Ma era felice che avesse deciso di riprovarci aprendo il suo cuore a lui, permettendogli di avvicinarsi ad una distanza tale che forse nessun’altro poteva vantare. Si ritrovò a ridacchiare a sua volta, mentre lo tirava a sé con un braccio, tenendoselo affianco, scompigliandogli i capelli tra le orecchie pelose. E poco importava se stava imbrattandogli i vestiti appena lavati di moccio e lacrime, era semplicemente felice che lo avesse accettato, perché significava che si sarebbero visti ancora, ancora e ancora, fino a quando il fato glielo avrebbe permesso.

 
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view post Posted on 17/8/2021, 18:25     +1   -1
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Non era stato semplice per Natsume ammettere a se stesso di non volerlo lasciare andare, di avere paura di non rivederlo e perdere definitivamente l'occasione di essere nuovamente felice al fianco di un umano. Umeko glie lo aveva detto un sacco di volte, di aprire il suo cuore e non lasciare che il passato divorasse quanto di bello avrebbe potuto riservare il futuro, eppure per lungo tempo lui aveva lasciato che la bella volpina si svenasse e parlasse al vento. Le doveva delle scuse. Essere accanto al Rosso in quel momento era corretto e lo sarebbe stato anche fuori da Momiji: il braccio destro del sommo Yoyuki aveva bisogno di qualcuno che gli guardasse le spalle e lui aveva bisogno di qualcuno come Yūzora, capace di farlo sentire nuovamente vivo, di tranquillizzarlo con il semplice battito del suo cuore. Come durante la notte, quando aveva affondato il muso contro il suo petto. Contraccambiò l'abbraccio improvviso di buon grado, dopo un primo attimo di sconvolgimento, mentre le kitsune attorno a loro festeggiavano. Umeko si fece da parte, sorridendo e piangendo al contempo, felice di sapere finalmente Natsume libero dal pesante fardello del passato e triste perché avrebbe passato meno tempo con lei, adesso che nuovamente avrebbe potuto lasciare il villaggio. Senza contare che Yūzora le sarebbe mancato da morire, dal momento in cui avrebbe lasciato Momiji. Yoyuki osservava soddisfatto la nuova sinergica coppia di guerrieri che avrebbe protetto il suo popolo, convinto di aver fatto la scelta giusta. Ovviamente, in tutto questo non gli sfuggì la reazione della biondina, combattuta e nonostante tutto pronta a lasciare andare una parte importante del suo cuore lontana da lei. Avrebbe dovuto un giorno affiancare anche lei a un meritevole: avrebbe tratto grosso insegnamento da un'avventura fuori dall'invisibile muro che li separava dal mondo esterno.

E' deciso. proruppe, alzando una mano per indicare al suo popolo di calmare la dilagante e contagiosa felicità per permettergli di formalizzare quel patto. Li osservò entrambi, attendendo che Natsume si ricomponesse asciugandosi le lacrime. Sai già come funziona, Natsu. Accettando questo patto, sarai in tutto e per tutto lo spirito guardiano del ragazzo. Tuo il compito di proteggerlo dalle avversità e di accompagnarlo nelle battaglie che si presenteranno lungo il suo cammino. disse rivolgendosi alla kitsune dal pelo fulvo, che rispose con un cenno del capo e un Hai. deciso. Sapeva bene a cosa andava incontro e comprendeva pienamente che non sarebbe stato semplice come l'ultima volta, in quanto Yūzora era uno shinobi e ne avrebbe viste di battaglie pericolose. Kyōmei Yūzora.. proseguì la zenko, osservando quindi il ragazzo con sguardo bonario e fiero, simile a quello di un padre che ha finalmente visto sbocciare il proprio figlio. ..accettando questo patto, sarai guardiano del crepuscolo e delle kitsune. Ci affideremo a te e al tuo giudizio. Possa questo accordo mantenere la pace su Momiji. disse orgoglioso, sorridendo sornione prima di schioccare le dita e prendere una lunga boccata dal suo elegante kiseru, per poi soffiare il fumo incanalato nei polmoni dolcemente dinnanzi a lui e Natsume. Si addensarono attorno ad esso dei fuochi fatui dalle sfumature bluastre, simili a quelli che animavano la foresta, volteggiando dapprima attorno al monumento ai caduti e poi volteggiando in una danza con il fumo, dal quale prese vita un rotolo a mezz'aria. Sembrava provenire da un altro mondo, seppure su di esso erano impresse col sangue firme e zampe. Conosci la procedura per rendere ufficiale questo patto, eroe. disse infine la zenko, lasciandogli spazio per apporre la sua firma.

Natsume's Theme

Apporrò anche la mia, accanto alla tua. Da quel momento, saremo legati per sempre. s'intromise Natsume, osservando quel rotolo che era capace di suscitare in lui emozioni contrastanti ma che non avrebbe esitato a firmare ancora, se questo significava accompagnare quel ragazzino conosciuto per caso in quel di Tsuriito.

 
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view post Posted on 23/8/2021, 13:29     +1   -1
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Neanche fossero ad un matrimonio o ad una proposta di quest’ultimo fatta in pubblico, tutto attorno a loro si levarono festeggiamenti ed inneggiamenti. Le voci delle kitsune alla cerimonia surclassarono le loro, ma non serviva più parlare ormai. Si erano già detti ciò che serviva, ora erano le azioni a fare la loro parte. Quel sorriso tra le lacrime di Natsume, un attimo prima che lo abbracciasse di rimando, Yu non lo aveva mai visto. Era radioso di una felicità e di un sollievo che fino a quel momento erano rimasti soffocati e schiacciati dalle paure, dai pensieri, dalle ansie. Capiva i sentimenti del Fulvo, sapeva da cosa fossero scaturiti e comprendeva l’inquietudine che li animava, tuttavia…in quanto shinobi aveva imparato a non sprecare le occasioni, a vivere adesso, a godersi il presente, perché il futuro verso cui i suoi occhi potevano guardare era avvolto da una fitta nebbia. Non valeva la pena farsi venire i patemi verso qualcosa che ancora non vedeva. Sperava seriamente che Natsume fosse in grado di capire a sua volta. Che trovasse in lui quel pilastro saldo nella bruma così come a sua volta Yu aveva i suoi. Tra cui ora si ergeva anche il Fulvo. Ancore di salvezza che spuntavano come boe in un mare agitato avvolto dal grigiume di Kiri. Di certo avrebbe fatto il possibile perché la giovane kitsune stesse bene. Ed era sicuro che a sua volta avrebbe potuto contare su di lui, sempre. Sia nei momenti critici che in quelli più goliardici in cui lo avrebbe coinvolto.
Ovviamente questo non significava che si sarebbe scordato di tutti gli altri. Momiji ormai era nel suo cuore, così come i suoi abitanti - alcuni più di altri. Non li avrebbe lasciati alla deriva. Doveva e voleva coltivare e mantenere il rapporto che aveva instaurato in quei giorni con tutti loro. E perché no? Ogni tanto prendersi una pausa dalla vita monocromatica della Nebbia e godersi i magnifici colori dell’Isola delle Lanterne. C’erano tante cose che ancora non sapeva di quel luogo, tante cose che voleva domandare a Yoyuki. Domande rimaste sotto le pieghe della sua coscienza, messe da parte per dare precedenza a cose più importanti. Era felice di poter tornare lì e risolvere tutte le sue curiosità, ridere con Umeko, magari bere un bicchierino con Kiyoshi giusto per provare. Sembrava tutto troppo bello…eppure questa volta era sicuro non ci fossero fregature. Kurama gli aveva fatto davvero un gran regalo. E poco importava se magari parte delle sue intenzioni fosse quella di rivedere un vecchio amico. Sapeva che l’altra metà era scaturita da altro e non l’avrebbe ringraziato mai abbastanza.


« Qualche dolcetto agli azuki sarà più che sufficiente, se proprio ti senti così in debito. »
Ahahaha! Sei a buon mercato! Rise. Chiederò a Takumi di farne qualcuno, allora. Senza esagerare che non voglio farmi venire il diabete.
« Mpf! Infondo…ci ho guadagnato anch’io a venire qui. »

E il “guadagno” del demone prese parola proprio in quell’istante, alzando una mano per far calmare il clamore del festeggiamenti. Sia Yu che Natsume si ricomposero, rendendosi vagamente presentabili e seri per la solennità di quel momento. Il Fulvo si asciugò le lacrime col dorso della mano, posizionandosi ben dritto e vigile di fianco al Rosso, a sua volta serio e sull’attenti. Fu Natsume il primo a cui si rivolse Yoyuki. Il suo tono era caldo e piacevole anche in quel momento in cui faceva le veci del saggio che era, mentre ricordava alla giovane kitsune quali sarebbero stati i suoi compiti accettando l’onere di quel patto. Proteggere, accompagnare, guidare. Sempre e comunque. In qualsiasi situazione, bella o brutta che fosse, sarebbe stato al fianco di Yu in qualità di suo spirito guardiano. Un impegno non da poco: considerando il lavoro del Rosso, ce ne sarebbero sicuramente stati di momenti pericolosi da lì in avanti, questo era certo, ma Natsume non ebbe esitazione nel rispondere al suo diretto superiore. Con voce decisa, sguardo fermo e un cenno d’assenso secco del capo, accettò l’incarico con fierezza, rendendo sicuramente orgoglioso Yoyuki.
Venne quindi il turno di Yu. Il Candido si rivolse a lui con gli occhi d’ambra piegati in sguardo bonario e fiero, velato di quella stessa gentilezza che aveva visto quando si era rivolto a Umeko, facendola addormentare per risparmiarle i dolori della Corruzione. Simile a quello che gli aveva rivolto Fuyu-sensei quando aveva accettato la sua proposta, anni prima. Simile a quello che gli descriveva sempre Hisakata circa Aoi. Lo sguardo di un padre.
Era diverso da quando era entrato nella famiglia dei Rospi. Il peso delle parole di Yoyuki portava seco un impegno decisamente più gravoso, eppure…l’anima di Yu non aveva dubbi in merito.


Hai. Assentì risoluto a sua volta. Ma non era così cieco da non sapere di essere solo un cucciolo in confronto alla Zenko. So che ho molto da imparare. Ma sono certo che la tua guida e i tuoi insegnamenti mi saranno di grande aiuto nel rispetto del patto.

Proprio come era stato Kurama a insegnargli i segreti per gestire la mole del suo chakra, Yu era convinto che Yoyuki avrebbe potuto dargli l’aiuto che necessitava nella sua formazione di custode del crepuscolo: chi meglio di chi già lo era sarebbe riuscito nell’intento? Esatto: nessuno. E la collaborazione era il segreto per il successo. Di questo era sempre stato convinto. Poter imparare da una Zenko antica come il Candido era un onore, avrebbe certamente appreso molto da lui e ne avrebbe fatto tesoro, così come faceva con ciò che gli insegnava il Kyūbi.
Ciò che accadde in seguito, fu uno spettacolo. Sorridendo sornione, Yoyuki schioccò le dita e prese una lunga boccata dal suo kiseru, per poi soffiare dolcemente il fumo incanalato proprio di fronte a Yu e Natsume. Attorno alla nube bianchiccia si addensarono dei fuochi fatui azzurrini, volteggiando prima attorno alle volpi scolpite nel monumento ai caduti, poi assieme alle volute di fumo, creando una danza incantevole, ma non solo. Da quell’unione apparve un rotolo a mezz’aria, sostenuto dalle fiamme spettrali. Sotto comando della Zenko la pergamena si svolse mettendo in luce una vista per Yu familiare…sebbene allo stesso tempo diversa. C’erano numerose firme a segnare di scarlatto l’interno del rotolo, tutte accompagnate dall’orma insanguinata di una zampa, tutte apparentemente molto vecchie. Sì, il colore del sangue rappreso era scuro, come se nessuno firmasse quella pergamena da tanto, tanto tempo. Momiji doveva essere rimasto avvolto dall’oscurità per un periodo così lungo e dilatato che il Rosso nemmeno riusciva a calcolarlo…o forse, semplicemente, già da prima di quel disastro gli umani avevano iniziato a dimenticare, a sovrascrivere il passato e, di conseguenza, ad avere paura. Chissà. Quella era sicuramente una storia che gli sarebbe piaciuto sentire dalla bocca di Yoyuki. Ma non era quello il momento. Adesso era giunto il tempo di sugellare quel patto, quella promessa. Annuì all’invito del Candido e sorrise alla precisazione di Natsume: sì, ancora poco e sarebbero stati legati per l’eternità. Takumi sarebbe stato veramente geloso se l’avesse sentito! Resistette all’istinto di ridersela sotto i baffi, immaginandosi il broncio del compagno, per mordersi il polpastrello del pollice. L’odore e il sapore pungente del sangue lo raggiunse subito, commisto a quello di Natsume che se lo stava spargendo su tutta la mano. Un attimo dopo la kitsune riprese la sua forma volpina, pronta come lui a firmare.
Nel silenzio teso e rispettoso di quel momento, Yu si avvicinò al rotolo tenuto sospeso dai fuochi fatui, avvertendo un freddo acuto, come se quel rotolo arrivasse davvero da un altro mondo. Prima che una goccia di sangue cadesse sulla pergamena, pensò a ‘Kichi e ‘Tatsu con nostalgia, salutandoli mentalmente per l’ultima volta, preparandosi ad accogliere quel nuovo e prezioso legame. Il pollice ferito si posò sulla carta, scorrendo sicuro nell’imprimere il proprio nome in coda a tutti gli altri. E una volta terminato, fu Natsume, accanto a lui, a piazzare la sua zampina vicino a quella nuova scritta. Era fatta. Ora ciò che era solo un consenso orale, era stato siglato col sangue. Valevole per l’eternità o, quanto meno, fino a quando il fato non si fosse portato via Yu…come probabilmente gli altri umani i cui nomi campeggiavano sulla pergamena. Scorse con lo sguardo tutti i precedenti meritevoli e i loro compagni…più andava indietro, più i nomi apparivano rovinati. Il primo, colui che fu fautore di quella frase scolpita poi nella lastra in pietra dietro all’altare, era praticamente illeggibile. Tuttavia si poteva notare come, accanto all’impronta della sua volpe, fossero stati impressi tre segnetti curvi. A ben notare, tutte le kitsune che avevano firmato coi loro meritevoli avevano fatto questa aggiunta particolare, anche Natsume. Nel suo caso il segno era uno solo. Nessuno di quelli che aveva firmato ne aveva più di quelli del compagno del primo firmatario. E l’intuizione di Yu gli suggerì che quelle dovevano essere le code. Natsume ne aveva una, era giovane, quindi un solo segno, mentre la kitsune del primo firmatario ne aveva ben tre! Tre…Erano già parecchie. Solo una volpe in quell’eremo aveva così tante code da poter essere stato l’allora compagno del primo meritevole: Yoyuki! Era chiaro ora perchè assieme alla solennità, avesse pronunciato quelle parole che descrivevano la natura delle kitsune, con un velo di nostalgia. Lui conosceva benissimo chi era l’autore di esse.
Ma questa non fu l’unica cosa di cui si accorse, scrutando quei nomi. L’ultimo prima del suo, in un certo senso l’ultimo prima della caduta e della rinascita di Momiji, era di una certa Kaori Momo. Accanto ai kanji del suo nome, la stessa identica impronta che ora campeggiava accanto al nome di Yu. Doveva essere la sua passata compagna…quella dopo la quale era rimasto ferito e il dolore ancora lo consumava. Natsume era stato l’ultimo guerriero prima della Corruzione e il primo dopo la Rinascita. Doveva essere penoso vedere la propria impronta su due nomi differenti, vedersi sbattere in faccia d’essere sopravvissuto al proprio meritevole. Sapeva che il Fulvo era forte, ma non riuscì proprio a tenersi distante da lui in quel momento. Si accucciò per poter essere alla sua altezza volpina, accarezzandolo per fargli distogliere lo sguardo dal rotolo e incatenarlo al proprio.


Il patto è siglato. Adesso siamo legati per sempre. Lo osservò dritto negli occhi ramati, facendosi più dolce con le parole seguenti. Arigatō, sono felice che tu abbia accettato…sarai un compagno eccezionale, ne sono certo! Infine sorrise raggiante, contagioso. Non vedo l’ora di farti vedere Kiri e farti conoscere la mia famiglia! Sono tutti un po’ particolari, ma ti piaceranno. E tu piacerai a loro, vedrai.

 
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view post Posted on 27/8/2021, 18:47     +1   -1
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Apporre la firma sul rotolo fluttuante fu un'esperienza particolare, e non soltanto per il freddo contatto con gli spiriti volpe sotto forma di fuochi fatui. Con il suo sangue aveva siglato un patto che lo legava per l'eternità alle kitsune e che soprattutto lo legava a quell'animo problematico e a tratti furbetto del Fulvo, che dopo averlo osservato in religioso silenzio scrivere i kanji che componevano il suo nome completo - Kyōmei Yūzora, come aveva specificato il Candido - si ferì con uno dei suoi artigli, incidendo la carne del palmo destro, pronto a fare altrettanto. Si avvicinò al rotolo, non appena il compagno terminò di scrivere. Sporcò uniformemente la mano con il suo sangue prima di trasformarsi nella sua versione volpina e apporre la sua zampa a mo' di firma proprio vicino a quel nome che per lui avrebbe significato tutto. Diede anche un colpo di artiglio proprio sotto, indicando così il suo status all'interno della gerarchia delle kitsune. Adesso era tutto fatto. Non si poteva tornare indietro. Inevitabilmente gli occhi di Natsume caddero sul nome di Kaori, oramai sbiadito sulla carta. Ricordava ancora quel lontano giorno, quando tutto sembrava non dovesse mai cambiare, rimanere immutabile per sempre, nonostante lei avesse sempre cercato di prepararlo a una possibile separazione spiegandogli come anche le piante, prima o poi, nonostante tutte le cure, appassiscono. Un amaro ricordo che fu tempestivamente scacciato via dal Rosso, accucciatosi al suo fianco per accarezzarlo e inchiodare il suo sguardo al suo. Doveva essersi accorto che qualcosa non andava. Sorrise furbetto. Non sai in che guaio ti sei cacciato, amico mio. disse sornione, facendogli liberamente intendere che da quel giorno avrebbe fatto bene a sopportare ogni suo scherzo o malumore. Ma a quel punto sorrise anche lui, con un'espressione di gratitudine pennellata sul volto allungato. Non vedo l'ora di conoscere tutto di te, Yūzora. Sai.. hai un bel nome, molto pertinente. e fece per ridacchiare, ripensando ai kanji con cui lo aveva scritto. Avrebbe dovuto proteggere il 'cielo crepuscolare', il loro stesso cielo. Benvenuto in famiglia, Yu. s'intromise quindi Yoyuki, facendo scomparire il rotolo con uno schiocco di dita. Assieme ad esso, i fuochi fatui si dispersero confusamente. Oggi è un nuovo giorno per Momiji e per voi. Imparerete insieme cosa significa essere una squadra affiatata e cosa vuol dire proteggere il nostro mondo. Ma questo non è il momento di parlare di ruoli e compiti. Che inizino i festeggiamenti! e così dicendo, tutte le kitsune esultarono nuovamente e iniziarono a versare sakè e a ballare al ritmo di una musica soave composta da degli artisti improvvisati fra di loro - che per lo più suonavano foglie e tronchi. Una mano si pose sulla spalla destra di Yūzora, poco prima che potesse godersi davvero la festa. Era quella di Yoyuki, gentile come quella di un padre eppure ferrea come quella di un leader. Arigatō, Kurama-chan. gli sussurrò, sorridendo furbescamente all'idea di come avrebbe reagito quella testa calda al suo piccolo vezzeggiativo. Ah si. Avesse potuto, probabilmente gli avrebbe assestato un pugno sulla mandibola.

Furono ore bellissime quelle trascorse a Momiji prima della partenza. La festa era stata splendida, ricca di suoni, colori e sapori. Natsume era palesemente più rilassato e aveva accompagnato il suo nuovo compagno d'armi in lungo e in largo per fargli assaggiare ogni sorta di manicaretto, sempre accompagnato da Umeko che, nonostante non lo desse a vedere con i suoi sorrisi, era meno esuberante del solito. Il Fulvo, accorgendosi di quello strano comportamento, aveva cercato di tirarla su coinvolgendola, regalandole qualcosa di buono e di tanto in tanto accarezzandola sul capo dolcemente. La cosa fu palese una volta raggiunte le porte del villaggio, nel momento in cui Umeko si arrestò sotto il torii a testa bassa, costringendo i due a fermarsi.
Non posso uscire.. disse, cominciando a piangere. Io non posso venire con voi.. ripeté, sentendosi quasi prigioniera in quel momento. Nessuno gli impediva di oltrepassare quel torii, eppure avvertiva delle pareti invisibili di fronte a lei, dettate dalla paura. Non era mai uscita, non sapeva cosa c'era fuori, e quindi non poteva andare. Vedere andare via Natsume e Yūzora era doloroso, perché non aveva nessuna certezza del loro ritorno. Lei non sarebbe stata presente per salvarli come aveva provato a fare al tempio, poteva solo aspettare. Ume.. disse Natsume con le orecchie basse, dispiacendosi di vederla in quello stato. Non le piaceva vederla soffrire. Si avvicinò a lei e la strinse dolcemente, lasciandola sfogare. Lei si accoccolò contro il suo petto, singhiozzando. Sembrava così fragile adesso, quella forza della natura. Tornerò prima che tu te ne accorga, promesso. Il mio posto è qui ed è con Yu. E anche lui tornerà, perché ha promesso di proteggerci. le disse, cercando visivamente l'appoggio del Rosso in quella situazione. Ma quest'ultimo non fece in tempo a dire nulla che la volpina, scattò in sua direzione, superando il torii e abbracciandolo in lacrime. Onegai, torna presto. Tu e quello zuccone! Senza di voi mi sento tanto sola.. supplicò.
Soltanto dopo averla rassicurata si salutarono. Non con un addio, ma con un 'a presto!'

Così trovò la sua conclusione l'intricata storia di come la candida e venerata Zenko venne salvata da se stessa, grazie alle gesta di uno shinobi-volpe con nove spade lucenti e una giovane e ostinata kitsune lacerata nello spirito. Così ebbe inizio la nuova storia di Momiji, il villaggio delle kitsune e del crepuscolo.




CITAZIONE
Siamo arrivati alla fine di questo lungo percorso, giusto in tempo per il ritorno a lavoro. Spero vivamente che ti sia piaciuto, che tu ti sia divertita e che i PNG siano stati caratterizzati nella maniera corretta (maggiormente per quanto riguarda Natsume, tuo compagno da ora in avanti). Adesso puoi fregiarti, con il dovuto merito, del titolo di eremita delle Kitsune.
Non ho ben capito se è necessaria una valutazione estesa come nelle missioni (nel regolamento sembra quasi che il punteggio in exp sia un fisso), ma la farò breve perché tanto ripeterei le stesse parole dette tante altre volte. Non solo il tuo stile di scrittura è meraviglioso - me lo sogno io di essere così avvincente - ma Yuzora, ribadisco per l'ennesima volta, nelle tue righe riesce a vivere e brillare di luce propria. Non so come diavolo fai, ma lo fai benissimo. A volte io mi sento totalmente piatta mentre scrivo, come se non dicessi nulla e non trasmettessi nulla. E niente. 10? E' una novità per te? Trovare qualcuno con cui esplorare un'idea (partita tutta dalla OST dell'Hyrule Castle) e ampliarla in base alle scelte intraprendenti del giocatore non è cosa da poco. Grazie per questa avventura, beccati 2500 p.t. exp (2500 per la quest di lv. 2 con tre pagine complete + 417 exp per la mezza pagina extra). Ottimo lavoro, sis!

ERRATA CORRIGE. Dalla regia mi dicono no p.t. exp per la mezza pagina extra.


Edited by ¬BloodyRose. - 28/8/2021, 11:59
 
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view post Posted on 18/9/2021, 15:22     +1   -1
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Kaori Momo. Su di lei avrebbe volute chiedere molto a Natsume, ma sapeva dal suo sguardo triste che fosse un ricordo doloroso. Qualcosa che aveva lasciato un segno profondo e indelebile, che mai niente e nessuno avrebbe potuto guarire del tutto, nemmeno lui. Forse avrebbe potuto alleviare un po’ le sue pene, ma…da un certo punto di vista, era giusto che quei ricordi continuassero a possedere quel debole baluginio, pronto a risplendere qualora sollecitati. Come brace che appena veniva colpita da un soffio di vento riprendeva vigore, tornando incandescente, pronta a bruciare. Era così, in fin dei conti, che funzionava la memoria, no? Ma questo non significava che in un giorno gioioso come quello, avrebbe lasciato Natsume a macerare in tristi momenti di un passato che Yu non aveva nemmeno idea a quando risalisse di preciso. Per questo gli si era accucciato affianco, parlandogli e accarezzandolo, perché aveva avuto come l’impressione che si stesse allontanando troppo, e il Rosso voleva che invece restasse lì con lui, con Umeko, con Yoyuki, con tutti gli altri. Sembrò riuscirci, perché quando il Fulvo si volse verso di lui, aveva un sorriso furbetto sul muso allungato, i canini uscivano appena dalle nere labbra volpine. Le sue parole, simili a una simpatica minaccia, fecero ridacchiare Yu. Oh, lo sapeva eccome in che guaio si era cacciato! Ma francamente non se ne pentiva affatto. Andava bene così: era sicuro che quella fosse la via giusta e che Natsume fosse il compagno perfetto. Nessuna remora in merito. Avrebbe potuto lagnarsi quanto voleva, mettere musi, fare scherzi…ma quel pensiero di Yu non sarebbe cambiato. Anzi, presumibilmente, col tempo, si sarebbe cementificato ulteriormente in una vera e propria certezza.
E gli piaceva l’idea che anche il Fulvo, come lui, avesse l’impulso di volerlo conoscere meglio, in maniera più approfondita. Significava che erano sulla stessa lunghezza d’onda e che ciò che pensava il Rosso, era molto probabilmente reciproco. Non poteva essere che un vantaggio.
Lo accarezzò di nuovo - quel pelo era una dannata calamita! - questa volta sul collo, proprio mentre lui se la rideva per i kanji con cui era scritto il suo nome e, in effetti, era abbastanza divertente pensare che proprio uno col suo nome fosse arrivato lì, sotto quel cielo crepuscolare, e avesse ottenuto la fiducia dei suoi abitanti fino al punto da divenire braccio destro del Sommo Yoyuki.
Fu proprio quest’ultimo che prese infine parola, per celebrare quel momento. Facendo sparire con uno schiocco di dita il rotolo, seguito dai fuochi fatui che si dispersero in un parapiglia confuso, come dotati di volontà propria, accolse, a nome di tutti, Yu in famiglia, dando poi inizio ai festeggiamenti. Tutte le kitsune esultarono e si tuffarono tra i banchetti e le cibarie della festa, in un chiacchiericcio vivace che metteva allegria solo a sentirlo. Poco prima che anche Yu si unisse alla festa, trascinato da un Natsume nuovamente umano e da una Umeko un po’ sottotono, Yoyuki si avvicinò a lui, ponendogli una mano sulla spalla, gentile come quella di un padre, eppure salda come quella di un capo. Gli ricordava un po’ il gesto di Fuyu quando quella volta nel suo studio lo aveva messo di fronte a una scelta difficile. Tutto si aspettava, meno che Yoyuki andasse a pizzicare Kurama!


« Kurama-chan?! -Chan dillo a quella buon’anima di tua madre! » Con un sussurro, la Zenko fu in grado di aizzare il Bijuu in un nonnulla, che ora gridava nella testa di Yu come se il Candido potesse veramente sentirlo.
« Santa volpe ad aver cresciuto uno problematico come te, te lo dico io! Tu e i tuoi cazzo di grilli in testa su quel Kami della malora! E togliti quel sorrisino dalla faccia o giuro che te lo strappo a morsi! »

Fortunatamente Natsume e Umeko, ignari di cosa stesse realmente accadendo, lo portarono rapidamente alla festa. Fu difficile per Yu non ridacchiare mentre lo trascinavano via, Yoyuki era l’unico e il solo - oltre a lui stesso probabilmente - ad avere il privilegio di poter pizzicare Kurama in quella maniera. Era chiaro che il loro rapporto d’amicizia fosse profondo e importante, fondato tanto sull’aiuto reciproco, quanto sul…prendersi per i fondelli. Erano divertenti e, anche se Kurama in quel momento stava negando ogni cosa, Yu ne era più che convinto.

Il tempo trascorso alla festa fu piacevole, bagnato soltanto da una lieve malinconia nel sapere che di lì a poche ore sarebbe tornato a Kiri. Certo, non se ne andava per sempre, però salutarsi era comunque un po’ triste. Nonostante questo, Natsume lo accompagnò con entusiasmo in lungo e in largo, portandolo da un banchetto all’altro per fargli assaggiare questo o quel manicaretto. Spesso e volentieri erano pietanze che Yu non aveva mai visto, altre le conosceva, altre ancora erano rivisitazioni o imitazioni di cibi umani - o chissà, forse erano i cibi umani a essere imitazioni di quelli? - ma era tutto buonissimo. I colori della festa erano saturi, i profumi e i sapori ricchi, i suoni piacevoli. Una celebrazione davvero splendida, con le lanterne accese che facevano da contorno a quello che sembrava un quadro. Solo una cosa stonava in tutto quel festeggiare: il sorriso mesto di Umeko. La volpina li stava accompagnando in giro, apparentemente serena, eppure anche un cieco avrebbe notato che era meno esuberante del solito. I suoi sorrisi erano belli, ma non contagiosi, i suoi occhi brillanti, ma non felici. E sebbene Natsume, decisamente più rilassato di quella notte, cercasse sempre di coinvolgerla e tirarla su di morale, così come Yu che provava a fare domande anche a lei sulla natura di alcuni di quei manicaretti, sembrava che niente riuscisse veramente a strapparla via da quella malinconia. Non era difficile capire da cosa fosse dovuta. Probabilmente sia Yu che Natsume lo avevano capito, ma questo non significava che fossero in grado di aiutarla. Potevano coccolarla, cercare di coinvolgerla, ma nulla avrebbe cambiato il fatto che di lì a un po’ se ne sarebbero andati entrambi. Fu per questo che ad un certo punto della festa, il Rosso preferì lasciarli soli. Era meglio passassero quanto più tempo potevano assieme, possibilmente senza il terzo incomodo…e poi lui, aveva adocchiato un altro baka che se ne stava tutto solo ad osservare quella festa senza veramente prendervi parte. Un baka a cui doveva chiedere un favore. Un favore che aveva a che fare con quella piccola bolla cristallizzata che aveva soffiato mentre attraversava la folla, per raggiungere il luogo in cui la Zenko sostava. Se ne stava lì, fuori dalla confusione, seduto sul bordo della scalinata che portava al tempio, fumando il suo kiseru. Da quel punto doveva vedersi proprio bene il movimento che quel giorno rallegrava Momiji…eppure era proprio triste vederlo lì, in quegli abiti eleganti, tutto solo. Come la classica ragazza che nessuno invitava a ballare.
Risalì gli scalini che lo separavano dalla Zenko, prendendo posto accanto a lui. Piegato in avanti con i comiti sulle ginocchia, guardò prima le lanterne luminose di Momiji in basso e poi il viso dai lineamenti fini del Candido. Sorrideva. Forse sapeva già che sarebbe andato da lui.


E’ una bella festa, eh? Una domanda come tante, anche abbastanza banale, atta più che altro ad intavolare il discorso che realmente gli interessava.

Molto. Vederli sereni dopo tutto questo tempo mi fa sentire bene. Gli occhi dorati, messi in risalto dal trucco rosso si spostarono su di lui, acuti. Ma non è della festa che volevi parlarmi, suppongo.

Ridacchiò Yu, lo aveva scoperto subito. Non solo. Ammise. Tieni. Gli porse la mano, aprendo il pugno chiuso, mettendo in luce la piccola bolla cristallizzata che aveva preparato andando lì. Sembrava una biglia dai riflessi iridescenti. Vorrei che la custodissi in un posto sicuro qui a Momiji o al tempio. Puoi anche camuffarla un po’ se ti va. Non temere, è bella resistente! La fece tintinnare colpendola con l’unghia e la bolla risuonò cristallina simile a vetro. Mi servirà per tornare qui rapidamente! Avrei voluto lasciarla a Natsume, ma per quello che ho capito di lui, probabilmente l’avrebbe portata sempre con sé e…sai, non vorrei capitargli tra capo e collo in momenti poco consoni, ecco. Sarebbe stato a dir poco imbarazzante e l’occhiata che rivolse a Yoyuki fu più che loquace in tal proposito, abbastanza da far ridacchiare la Zenko.

Te ne sei accorto allora. Natsume ha legato il suo cuore a lei nel momento stesso in cui l’ha vista accoccolata tra le mie braccia. Lo sguardo aureo cadde poi sulla sfera dai riflessi colorati, la prese tra due dita osservandola controluce e Yu vide le sue pupille farsi strette come due fessure, prima che riportasse l’attenzione su di lui. La posizionerò nel tempio, è il posto giusto, nonché quello più sicuro. Dicendo questo la fece sparire consumata da un fuoco fatuo.

Mi fido del tuo giudizio. Sorrise. Non aveva dubbi che avrebbe scelto il posto migliore. E ora che la prima questione era risolta, veniva la seconda. Adesso basta discorsi seri! Si alzò in piedi porgendo la mano a Yoyuki perché l’afferrasse. Andiamo! Sta iniziando la musica!

Arrivava fino a lì. Un ritmo particolare, palesemente tradizionale del posto. Suoni singolari, poveri, eppure ricchi, nati da strumenti che veri strumenti non erano, bensì foglie e tronchi, ma che riuscivano ugualmente a comporre una sinfonia piacevole. Era ora che anche Yoyuki scendesse e si tuffasse nella festa, il suo cuore era ancora ferito, Yu lo sapeva, era per questo che se ne stava in disparte. Ed era per questo che lui era lì.
Fu divertente vedere quell’espressione mezzo sconvolta sul viso della Zenko: chiaramente non aveva previsto quel risvolto.


Questo è piuttosto inaspettato. Ammise, osservandolo stupido e leggermente crucciato. Sai ballare?

Visto che la tirava per le lunghe, fu Yu stesso a prenderlo per il polso e tirarlo su da lì, iniziando a trascinarlo giù dalle scale. Quel Per niente che arrivò come risposta, accompagnato da un sorriso irriverente, ebbe il potere di far scoppiare a ridere la Zenko che non oppose resistenza. Era ovvio che il Rosso non sapesse ballare…quanto meno era ovvio non sapesse ballare quella musica, ma in realtà non sapeva ballare proprio nulla. Però non voleva che Yoyuki rimanesse lassù da solo, quindi a mali estremi…estreme figure di merda. Anche perché, contrariamente a lui, pareva proprio che invece il Candido sapesse ballare eccome! Conosceva i passi, era leggiadro ed elegante e diciamo che, anche se era Yu ad averlo trascinato lì, ora era lui a condurlo cercando di evitare pestoni a destra e a manca.

Arigatō. Gli sussurrò dopo un po’, quando più o meno Yu aveva capito come non inciampare sui piedi del proprio compagno per quella danza. Ti farò un piccolo regalo. Lasciati cullare dalla visione, ma non cedere alla tentazione, d’accordo?

Va bene..? Diede il proprio consenso, senza realmente capire cosa intendesse la Zenko fino a quando, da un momento all’altro, colui che ballava con il Rosso non era più il Candido, bensì Takumi. Gli occhi verdi, i capelli castani, il sorriso irriverente…Solo le vesti restavano quelle di Yoyuki, forse per ricordargli appunto di “non cedere alla tentazione”. Già, ora capiva cosa intendesse dire.

Goditi la festa e lascia perdere quel brontolone che sbuffa dentro la tua testa. Ridacchiò il Candido, col viso di Takumi, riferendosi ovviamente a Kurama che, in affetti aveva schioccato la lingua infastidito da quel regalo fuori programma.

…Baka. Sorrise di uno di quei sorrisi belli. Chissà poi se lo stesse dicendo alla persona che vedeva, a Yoyuki per quel dono particolare e inaspettato, a Kurama o se fosse lo stesso demone a parlare dopo quella battutina. Difficile dirlo. Tuttavia Yu fece come suggerito e si godette la festa e quel regalo, traendo il massimo da tutto ciò che riuscì. Fino a quando non scoccò l’ora designata per la partenza.



Si allontanarono dalla festa senza grandi cerimonie. Yoyuki li salutò con un sorriso, conscio che sarebbero tornati molto presto per imparare ciò che li avrebbe realmente trasformati in una coppia affiatata e sinergica. Umeko, invece, li accompagnò mesta mesta fino al torii all’ingresso del villaggio. La sua tristezza pesava anche su Yu e Natsume che, per quanto consapevoli, non sapevano proprio come darle conforto: sembrava inconsolabile. Una volta giunti sotto l’imponente entrata in legno rosso, fu la voce della piccola volpina bionda a fare capolino, tremante come i fuuda che si muovevano al vento. Non ci volle molto perché le prime lacrime solcassero quel viso dai lineamenti dolci e gentili, percorrendo le sue guance e tracciando sentieri di sale sulla pelle chiara. Gli si stringeva il cuore nel vederla piangere a quella maniera, gli sarebbe piaciuto vederla sempre allegra come l’aveva conosciuta, ma il Rosso comprendeva che quell’umore nero che l’aveva contraddistinta dalla firma del rotolo fino a quel momento, avrebbe dovuto trovare uno sfogo prima o poi. E forse era meglio così.
Natsume le si avvicinò con le orecchie basse, ovviamente dispiaciuto nel vederla soffrire. La strinse a sé e lei si accoccolò contro il suo petto, sembrando più piccola di quanto non fosse mai stata. Fragile, come non si era mostrata mai. Le parlò con dolcezza, carezzandole la testa, promettendole che sarebbero tornati presto entrambi, cercando con lo sguardo ramato l’appoggio di Yu. E, di fatto, lo shinobi stava proprio per dare man forte al Fulvo, ma non fece in tempo nemmeno ad aprire bocca, che il fiato gli venne mozzato da un abbraccio più saldo di quello che potesse sembrare. Umeko, affondò il viso su di lui, in lacrime, stringendolo forte…e fu impossibile non ricambiare, soprattutto dopo che gli disse che senza loro due si sentiva sola.


Torneremo presto, promesso. Disse il Rosso, carezzandole i capelli per cercare di calmarla un poco. A proposito di questo…vorrei chiederti un favore. Vorrei che stessi vicina a Yoyuki, ha bisogno di qualcuno che lo coinvolga, altrimenti tende ad isolarsi. Si sente ancora molto in colpa…E tu sei la kitsune giusta per questo compito. Le fece dolcemente alzare il capo dal suo petto, per osservarla negli occhi. Ti va?

Un modo come un altro per fare in modo che entrambi si sentissero meno soli. Un’idea che la volpina accolse con un deciso cenno d’assenso del capo, mentre si asciugava le lacrime col dorso di una mano e un debole sorriso faceva nuovamente capolino sul suo viso. Fu così che si salutarono, all’ombra del grande torii, con un “a presto!” che sapeva di casa e che sia Yu che Natsume avevano tutta l’intenzione di onorare. Tuttavia, mentre si inoltravano nel bosco che proteggeva Momiji e i suoi bagliori bluastri li accoglievano pacifici e meravigliosi, così come la prima volta che il Rosso li aveva visti, al jonin non sfuggì l’accenno di malumore sul volto del suo compagno kitsune. Un velo di tristezza giustificato, che lo faceva un po’ sentire in colpa…quasi fosse il cattivo di turno che stava strappandolo dalla persona che amava senza dargli possibilità di scelta. Non voleva che avesse dei rimpianti o dei dubbi, se c’era qualcosa che non andava era caso di parlarne subito, ma sapeva che Natsume non era il tipo da sciorinare lamentele. Rimuginava, rimuginava e si teneva tutto dentro…come aveva fatto nel suo caso. Ormai aveva capito che se voleva che parlasse, avrebbe dovuto tirargli fuori le parole lui stesso. Per questo, arrivati proprio nel bel mezzo del bosco, con i fuochi fatui e i particellari che gli volteggiavano attorno, Yu rallentò fino a fermarsi.

Sicuro di non voler restare con lei ancora un po’? Diretto senza troppi giri di parole. D’altronde a che servivano? Era preoccupato. Posso chiamarti anche tra qualche giorno, non c’è tutta questa fretta.

Gli orecchi di Natsume si abbassarono sconsolati, come gli occhi piantati a terra tra quei fiori e quelle foglie dalle venature luminescenti. Non ci siamo mai separati da quanto Kaori… Era la prima volta che gliela sentiva nominare, ma anche in quel caso si bloccò, sospirando e alzando lo sguardo da terra. Abbiamo tutta una vita per stare insieme, secoli e secoli. Lei lo sa. Sa che tornerò a casa. Deve abituarsi all’idea che non potrò sempre restare a Momiji.

Yu sorrise. Sono sicuro sia molto preoccupata. Sa che questa volta è diverso, come lo sai anche tu. Anche per me è così, sai? Seguì con lo sguardo un fuoco fatuo formarsi accanto a Natsume per poi sparire dopo aver fluttuato per qualche metro. Ogni volta che lascio Kiri, parto con la chiara consapevolezza che potrei non fare ritorno. E bada bene: non sto dicendo che parto da sconfitto, semplicemente so che potrebbe succedere e che potrei non rivedere Takumi e tutti quelli a cui tengo. Immagino sia così per tutti… Lo guardò con la coda dell’occhio. Però, sai, è anche uno dei motivi che mi spinge a fare di tutto per tornare.

Lo so. Natsume si piegò sulle ginocchia, accucciandosi, andando a picchiettare gentilmente i petali di un fiore che rilasciò piccoli sbuffi di polline luminoso e bluastro. E’ proprio per questo che deve essere forte. Io farò di tutto per tornare, ma lei deve fare di tutto per non perdere la speranza.

Si accucciò anche Yu, scompigliandogli i capelli. La Speranza non può perdere la speranza. Ci stupirà, vedrai!

Finalmente un sorriso. So che è così. E’ più forte di quello che sembra. Gli occhi ramati e fieri si volsero a quelli di Yu. Chi credi che abbia salvato il villaggio, quando Yoyuki ha dato di matto? Senza di lei, sarebbero morte molte più kitsune.

Lei è la vera eroina di questa storia. Convenne, certo di quello che diceva, quindi piegò leggermente il capo di lato sorridendo furbetto. Ti senti un po’ meglio, ora? Mi sembri meno immusonito di poco fa!

Non lo so.[/color] Confessò, crucciandosi. E’ successo tutto troppo velocemente, non riesco ancora a capacitarmene, ma…credo di sì. Un pensiero gli attraversò la mente e se la rise, prima di condividere quella riflessione con Yu. Non dovrò più ricevere bastonate per una mela, mica male come svolta!

Yu si rimise in piedi ridacchiando, seguito dal Fulvo. Altrochè! E, a proposito di mele, un giorno di questi dovremo passare a ringraziare quella signora gentile. Ma direi che possiamo pensarci la prossima volta che torniamo, tanto non ci vorrà molto. Lo guardò. Sembrava più tranquillo ora. Sei pronto?

Il cenno d’assenso di Natsume, sancì definitivamente la loro partenza. Momiji alle spalle e Kiri all’orizzonte, anche se non in maniera definitiva, i due compagni compirono il primo passo lungo la strada che avrebbero percorso assieme, uno accanto all’altro. Certo, le kitsune vivevano molto di più degli esseri umani e, quindi, un giorno le loro strade si sarebbero separate, ma valeva davvero la pena preoccuparsi ora di qualcosa che non si sapeva nemmeno quando sarebbe avvenuto? Presto o tardi che fosse, era meglio godersi il tempo assieme, senza rimpianti, onorare il patto che li legava e, nel tempo che avevano, proteggere Momiji. D’altronde ne avevano di cose da imparare ancora, sia l’uno dell’altro che di quel giovane legame, formatosi in quel piccolo villaggio. Per questo sarebbero tornati presto, per questo quel lasciarsi alle spalle l’Isola delle Lanterne, fu meno doloroso di quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Era sempre lì, per entrambi, con tutti i suoi abitanti. Sotto il cielo rosso del suo eterno crepuscolo.


CITAZIONE

“E’ finita…No, dai really? Ricominciamo, pls. ç.ç” Credo renda bene l’idea. XD
E’ stata una quest davvero davvero bella! Ho apprezzato molto le Zelda reference - da cui tutto è nato per altro - e che ha dato forma all’intera trama. Sei riuscita benissimo ad amalgamare le tue idee con le poche linee guida che ti avevo detto circa l’aspetto dell’eremo, del mio Natsume e di Yoyuki. Ho adorato le varie interazioni con i png, come sei riuscita a rendere bene il loro carattere e come hai condito tutto con quel po’ di dramma che non guasta mai.
Yu si è innamorato di Momiji e dei suoi abitanti così come mi sono innamorata io. Si è trovato preso in mezzo a qualcosa di inaspettato a cui però non è riuscito a voltare le spalle, perché era curioso, perché Natsume lo aveva colpito da subito, perché Kurama conosceva Yoyuki. Insomma era tutto costruito ad arte e francamente non vedo l’ora di ruolare ed approfondire ulteriormente il suo rapporto con le kitsune. Cosa che farò quanto prima con un’autogestita, perché ci vuole. u.u
Insomma, in ciccioli, a me è piaciuta un botto! Ti ringrazio per la valutazione, le belle parole e per avermi accompagnata in questo viaggio importante che sancisce un nuovo capitolo della vita di Yu.

Coinvolgimento personale: 10
Tempistiche: 10
Trama e Impostazione: 10
Scrittura: 10
Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 10

 
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view post Posted on 17/1/2022, 20:04     +1   -1
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Paura, ansia, solitudine, buio. E poi forse anche un barlume di speranza.

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Visto che si sono superate le 3 pagine e visto che al master è stato dato in ogni campo voto 10 mi attengo come da regolamento ad assegnare la paga massima: 1400 ryo
 
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52 replies since 27/12/2020, 14:39   844 views
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