"Il Tetraedro", Quest talento Jinton per Corlys

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 15/2/2019, 19:06     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



P
er uno shinobi era normale il desiderio di voler migliorare, sempre di più, giorno dopo giorno. Ognuno aveva il modo suo, i più tradizionali preferivano trascorrere numerose ore ad allenarsi, altri erano alla costante ricerca di un mentore di vita. Un ultima categoria, a differenziarsi, meritava comunque un posto nella classifica: quella di chi non sa che fare. Se tutti avessero delle risposte a tutto allora sarebbe un gioco da ragazzi diventare, in un batter di ciglio, uno shinobi da temere. Il giovane Fujio, anche senza perdersi in lunghe riflessioni, avrebbe potuto capire da solo che, pur essendo in grado di eseguire alcune tecniche, non era nel miglior stadio a cui poteva ambire. Di cosa aveva bisogno, quindi? Solo lui avrebbe potuto darsi una risposta a questa domanda, ma era veramente questo che voleva? Certe persone preferiscono brancolare nel buio fino a che la luce non si palesa a loro, uno stile di vita passivo che spesso coincideva con una tendenza viscerale a vivere la propria situazione. Se il suo desiderio era, come quello di tanti altri, migliorare, allora avrebbe dovuto, prima di tutto, riflettere bene su quel che stava cercando. Conferme, risposte, spiegazioni, botte? In qualche modo avrebbe potuto trovare tutto, se solo si fosse informato a dovere.



GdrOff//
Corlys
Alcune regole prima di iniziare:

- Severamente vietate sono le azioni anti-role, quali Powerplay e Metagame.

- Controlla e rileggi i tuoi post, perché non potrai modificarli una volta postati. Li potrai modificare solo con il mio permesso quindi chiedimi se proprio fosse necessario.

- Post curati e coerenti, non devono perforza essere lunghi l'importante è la sostanza, insomma il contenuto.

- Per eventuali delucidazioni, chiarimenti o informazioni extra ti esorto a contattarmi via MP, oppure su Discord (Notte#7278).

- Ti chiedo di mettere una legenda prima di ogni tuo post in cui specifichi Parlato, Narrato e Pensato (eventualmente anche altro) con la relativa formattazione del testo.

- Consulta le Regole per un buon gdr.

- Divertiti, siamo qui per questo!


Ti ho fornito una breve introduzione per creare il contesto adatto. La fine del post dovrebbe aiutarti a capire cosa devi scrivere nel tuo primo post. Oltre a presentarmi il personaggio e quello che sta facendo, dovresti specificare cosa è alla ricerca e, conseguentemente, iniziare già tentare di trovarlo, qualsiasi cosa essa sia, nei limiti della coerenza del tuo personaggio.
Es: Se avesse bisogno di un mentore a cui fare affidamento potrebbe recarsi a una locanda per ricavare informazioni.

A te la testiera.//GdrOn
 
Top
view post Posted on 16/2/2019, 18:37     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


CITAZIONE
- *Narrato*

- "Parlato"

- Pensato

*Era trascorso del tempo da quando Fujio si era impossessato dell'ambito coprifronte diventando a tutti gli effetti uno shinobi del Villaggio della Roccia.
Eppure aver realizzato questo suo obiettivo non aveva cambiato molto della sua routine. Il tempo passato in accademia a studiare era divenuto ora tempo di allenamento.
Da quando era giunto al villaggio, con l'unico desiderio di diventare un ninja, non aveva avuto modo né tempo di soffermarsi a riflettere su di se o sulla sua vita, ma ora che non doveva più frequentare l'accademia, studiare e perfezionarsi in vista dell'esame si rendeva conto della sua tragica situazione. Appena arrivato si era immerso anima e corpo in quel suo obiettivo ma adesso la sua esistenza sembrava priva di sbocchi e possibilità.
Non sapeva nulla della vita di uno shinobi se non quello che aveva studiato sui libri. Ma la teoria troppo spesso si discosta da quella che è la realtà materiale delle cose, specialmente in un villaggio fortemente radicato alle tradizioni belliche ed alla propria forza come quello di Iwagakure.
Si aspettava forse che le missioni sarebbero piovute come manna dal cielo e una miriade di occasioni per mettere alla prova il proprio valore ponendosi in luce agli occhi della Tsuchikage. Ma in un villaggio chiuso come la Roccia le missioni erano affari importanti e non venivano certo affidate agli ultimi arrivati come lui.

In che modo avrebbe potuto farsi valere?

Soltanto con l'esame genin, in cui aveva avuto modo di confrontarsi con dei Chunin e un Jonin, si era effettivamente reso conto dell'abissale differenza di qualità fra lui e dei veri ninja di rango superiore. E Fujio era uno dei migliori della sua classe!
Probabilmente la Tsuchikage nemmeno si occupava delle missioni dei genin e con ancora maggiore probabilità non aveva la benché minima idea della sua esistenza e presenza all'interno delle mura del villaggio.

Certo, i costanti allenamenti mattutini e pomeridiani per un pò avevano placato i pensieri che tormentavano il giovane, ma ben presto si rese conto della sua situazione. Da solo non poteva andare molto lontano.
Non aveva amici né compagni, e il suo carattere gli aveva impedito qualsiasi tipo di socializzazione con gli altri durante gli anni dell'accademia ed ora che ne era uscito non aveva nemmeno più un Sensei che gli insegnasse qualcosa di nuovo e lo indirizzasse nell'allenamento.
Non aveva un passato lì, non aveva conoscenze, e brancolava nel buio per quanto riguardava il futuro.
Tutti questi pensieri turbinavano nella sua mente mentre se ne stava disteso sul letto a fissare il soffitto della sua stanza.*


Continuando così non andrò da nessuna parte... Da solo non riuscirò certo a migliorare le mie capacità se non minimamente. Ho bisogno di... "Altro".

*Il ragazzo si era reso conto fin da quando aveva iniziato a studiare il Ninjutsu che possedeva abilità uniche. Aveva imparato a manipolare e controllare il chakra in maniera ottimale con relativa facilità ed utilizzava l'elemento terra con grande maestria per uno studente. E non era l'unica cosa:
Tecniche diverse che i suoi compagni e nemmeno il suo sensei erano in grado di lanciare.

Jinton.

Così sensei Kabuya aveva chiamato quell'abilità la prima volta che Fujio l'aveva casualmente manifestata mentre apprendevano l'utilizzo del chakra elementale.
Purtroppo non aveva potuto dirgli di più.
Sebbene fosse un'abilità facilmente riconoscibile, solo coloro che la possedevano e ne avevano studiato i reconditi segreti potevano controllare al massimo la sua potenza.

Il Sensei gli consigliato dei trucchi e passato alcuni rotoli base, che avevano permesso al ragazzo di manipolare quel particolare tipo di Chakra, ma non era in grado di aiutarlo a spingersi più in là. Dunque se Fujio voleva saperne di più di quell'antico e potente retaggio che portava nel sangue doveva rivolgersi ad un esperto del settore.
Un maestro dell'Arte della Polvere!*


Ma dove trovarne uno?

*La risposta più ovvia era recarsi ai cancelli della sede del clan dei Manipolatori dell'Arte della Polvere.
Ma sarebbe stato accolto? E come? Non aveva garanzie. Non aveva conoscenze. Non aveva nulla di nulla se non la sua rudimentale Arte della Polvere.*


Un momento... Una cosa l'avrei!

*Ed in effetti una cosa l'aveva.
L'unico dono, oltre la vita, che il suo vero padre gli aveva lasciato.
Sulla sua scrivania, coperta da una teca di vetro, Fujio teneva la rosa fatta di polvere di roccia che lo shinobi un tempo amante di sua madre le aveva.

Ricordò che uando giunse al villaggio l'aveva mostrata ai poliziotti e che questi dopo alcune indagini l'avevano lasciato andare.

In passato aveva scoperto che per creare quella rosa suo padre si era servito proprio del Jinton, senza il quale non sarebbe stato possibile dare alla dura pietra tali fattezze: complessi di atomi che aleggiavano nel vetro ricreando la forma di uno splendido fiore.

Inoltre un'altra domanda da sempre restava irrisolta nella vita del ragazzo da quando era giunto al villaggio: un misterioso benefattore gli aveva fatto avere una casa pagandone l'acquisto, i documenti e l'iscrizione all'accademia. Fujio aveva cercato di capire di chi si trattasse senza riuscire mai a scoprirne l'identità, fino a che totalmente preso negli studi dell'accademia aveva lasciato perdere.

Ora però che non aveva molto da fare oltre allenarsi poteva provare a cercare risposta alle sue domande.
Ma dove poteva iniziare ad indagare sul Jinton e su questo misterioso personaggio?

Decise che si sarebbe recato alla sede del clan, ma prima si sarebbe fermato sulla via ad una locanda dove spesso gli shinobi del villaggio riposavano tra una missione e l'altra e gli ex shinobi in pensione raccontavano storie o semplicemente bevevano ricordando i vecchi tempi.
Forse parlando con alcuni di loro avrebbe potuto scoprire qualcosa.

Tutto questo però poneva alcuni grossi problemi.
Fujio odiava il bere e le persone che bevevano, sebbene gli anni dell'infanzia passati con il padrigno gli avevano dato modo di imparare a sopportarlo
Il secondo problema era la naturale avversione di shinobi adulti e navigati a rispondere ad un genin troppo invadente. I Ninja di Iwa erano chiusi e freddi come la roccia da cui si diceva fossero spuntati i loro antenati ancestrali e forse non sarebbe riuscito a scoprire nulla di nulla.
Ma in quel caso non avrebbe perso comunque niente se non tempo, ma di quello suo malgrado ne aveva fin troppo.
Il terzo ed ultimo problema era di natura più personale. Se già i ninja sarebbero stati restii a parlare con un ragazzino di qualunque cosa, figuriamoci con un ragazzino in maschera! Nella peggiore delle ipotesi l'avrebbero preso per un pessimo infiltrato e catturato.
Non poteva far altro che toglierla; e Fujio detestava farlo. Senza si sentiva nudo e indifeso, e non gli era mai successo di non indossarla davanti a tanta gente.
Eppure andava fatto se voleva percorrere quella strada.

Dunque prese con se il suo Bo e mise la Rosa di Polvere nello zaino, pensando che sarebbe potuta tornargli utile, e si diresse alla locanda.
Una volta fuori dalla porta lanciò un sospiro e sfilandosi la maschera fece il suo ingresso a passi lenti diretto al bancone, cercando di carpire informazioni dai discorsi dei presenti che potessero indirizzarlo verso qualcuno in particolare*


CITAZIONE
<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - Udito - [Stm: -2] [Liv 6: 0/10]


"I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.

Udito: le orecchie del ninja captano il respiro e perfino il battito cardiaco del nemico, rendendo per lui uno scherzo udire i discorsi altrui anche da lontano. Questo, tuttavia rende sensibili i suoi timpani e quindi subisce +1PF dalle ferite all'Udito. Al Lv.0 l'abilità permette di percepire vagamente il mondo circostante tramite un meccanismo simile all'ecolocazione, ma con raggio pari ad 1/10 del normale."
Liv 6: 100 m di raggio

GDROFF// Allora, il mio personaggio al momento non sa dove sbattere la testa quindi vorrebbe allo stesso tempo scoprire i segreti del Jinton e scoprire chi è che fin'ora si è preso cura di lui da "dietro le quinte". In ogni caso è ostinato a migliorare le proprie capacità rendendosi conto di non poterlo fare da solo, per questo si dirige alla locanda prima di recarsi alla sede del clan.

Per quanto riguarda l'abilità ad attivazione non ho conteggiato la stamina persa né il numero di attivazioni non sapendo se si facesse solo nel caso di combattimenti o meno. Se ho sbagliato scalerò tutto all'inizio del prossimo post o edito se preferisci
 
Web  Top
view post Posted on 22/2/2019, 15:27     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



I
l suo era un atteggiamento fin troppo pretenzioso, erano in pochi, difatti, ad avere il coraggio di aspettarsi che, vagando senza meta in una locanda, si avrebbe avuto l’occasione di parlare con qualcuno di argomenti seri. Fujio aveva ragione, quello era un luogo per gente di poco conto, avrebbe dovuto quindi affidare sè stesso al caso, sperando che gli avrebbe riservato il proseguio che lui preferiva. Solo gli alcolizzati si aggiravano nelle taverne in pieno pomeriggio, reduci dalla colazione di abbondante sakè che tendevano a fare per la loro condizione, pertanto trovare qualcuno di lucido sarebbe stata un’ardua impresa. All’interno il locale si concentrava in mezzo alla stanza, dove era posto il bancone a formare un cerchio, attorno, invece, si trovavano i numerosi tavoli, alcuni arrivavano ad ospitare perfino dodici persone. Non era un luogo affollato in quelle ore del giorno, ma la situazione sarebbe destinata a cambiare dopo il tipico orario di cena. La locandiera si trovava dietro a quella sorta di ciambella, fatta di mobili in legno, ed era intenta a pulire solo alcuni numerosi bicchieri in vetro. I camerieri, d’altra parte, non stavano un attimo fermi, camminavano da una parta all’altra della stanza con celerità, senz’altro si poteva dire che, pur non amando quel lavoro, ci mettevano molto impegno. I clienti chiacchieravano, eccome se lo facevano, talvolta il loro parlato veniva accompagnato da improvvise e grasse risate, connotate dall’allegria tipica dello stato di ubriachezza. Concentrandosi, il genin, avrebbe permesso al suo udito di affinarsi, potendo così distinguere più suoni e suddividerli in base alle tonalità.
    Dahahah… Ma tu l’hai mai visto? Se ne stà sempre dentro a quella piramide, fermo e immobile. Il suo viso poi… Ahahahah… Duhahahhah! Non ne parliamo! Peggio della zittella che pulisce i bagni qua.

Ma avete notato che il prezzo dei pomelli delle porte è aumentato? No dico, ma stiamo scherzando?

Dahahahah. Non ti preoccupare, per l’anniversario di te e Fumiko. te ne regalo uno se vuoi!

Seh… bravo, tu hai il nonno falegname. Perchè non me ne fai fare uno da lui?


Io non ci posso credere… sei ubriaco anche stavolta. Zio, ma ti vedi? Non ti fai schifo da solo? Per tutti i Kami.

Neh.. oeh… No …, io stuo beniissimoeh.



Situazioni ben distinte tra loro, con poco in comune, pertanto il giovane avrebbe potuto capire facilmente se lui si trovasse nel posto giusto o meno, per soddisfare i presupposti della sua ricerca. A primo impatto, forse, avrebbe potuto pensare di trovarsi totalmente fuoristrada, insomma, quelle persone stavano discutendo tra di loro e sarebbe stato maleducato, da parte sua, interrompersi per qualsiasi motivo. Eppure, se solo si fosse fermato a riflettere sull’entità dei loro discorsi, avrebbe potuto capire che uno, in particolare, non stava affatto parlando di sè o del suo interlocutore, ma di qualcun’altro. Quello, presupponendo che Fujio riesca a vedere oltre al semplice sproloquio, poteva essere un punto di partenza. Tuttavia non sarebbe stato affatto sicuro che seguire un qualsiasi incipit, presentatosi nella locanda, l’avrebbe condotto a qualcosa da cui imparare, a qualcuno disposto a tramandare le sue conoscenze. Fin troppe incertezze, variabilità che avrebbe potuto definire combattendo sé stesso e la sua difficoltà nel socializzare, quella sarebbe stata la prima battaglia interiore da affrontare, con tutto ciò che ne consegue chiaramente.
Se anche per un secondo avesse sospettato di trovarsi nel luogo sbagliato allora avrebbe realizzato, al contempo, che quella sensazione era plausibile per uno lui, soprattutto alla luce di come si sentiva. Trattasi di una scelta leggera, a dire il vero, ma soggettivamente potrebbe non esserlo per lo shinobi del Jinton: parlare con qualcuno sulla base del discorso avvenuto oppure andarsene e recarsi alla sede del clan. Ovviamente nessuno gli avrebbe impedito di sedersi e prendere qualcosa da bere, se solo l’avesse voluto, insomma, era libero di fare quel che voleva, ma doveva tenere bene a mente la ragione per cui si trovava lì.



GdrOff//Carta bianca.

Occhio agli errori di battitura.//GdrOn
 
Top
view post Posted on 23/2/2019, 16:53     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


*Come era facile aspettarsi, all’interno della locanda non c’erano persone che potessero essere degnate di una particolare attenzione, né tantomeno qualcuno notò lui, sebbene un ragazzo giovane all’interno di un locale da ubriaconi in pieno pomeriggio non era poi cosa comune.
Improvvisamente venne sormontato da un grande disagio.
Sebbene all’interno del locale non vi era poi così tanta clientela Fujio non si era mai trovato senza maschera davanti tutte quelle persone, inoltre odiava chi beveva e i posti in cui quel tipo di gente usava riunirsi. *


Sono stato un idiota. Se solo potessi sparire e diventare invisibile…

*Non era la prima volta nella sua vita che pensava ad una cosa simile. Spesso in presenza del suo patrigno aveva desiderato scomparire nel nulla, tuttavia il suo sogno impossibile mai si era realizzato. E non sarebbe accaduto certo in quel momento.
Vagheggiò di fare marcia indietro ed andarsene, ma ancora una volta la sua insicurezza e la sua inettitudine alla convivialità e ai normali comportamenti sociali presero il sopravvento.
Pensò che arrivare al bancone per poi andarsene senza nulla proferire l’avrebbe fatto apparire come uno stupido e provò un’improvvisa vergogna. Tanto che fu costretto a rimettersi la maschera. *


Ora sembrerò ancora più strano.

*Fino a quel momento non si era mai sentito così a disagio all’interno del villaggio. Vuoi perché ad eccezione dei rapporti scolastici con compagni e maestri, che comunque tendeva a mantenere al minimo indispensabili, non aveva mai avuto altre interazioni sociali. Vuoi perché il suo desiderio di diplomarsi e diventare uno shinobi aveva completamente offuscato ogni altro suo pensiero e sentimento.
Eppure in quel momento tutte le sue inadeguatezze sembravano mostrarglisi di fronte come mai avevano fatto prima. Non era nemmeno in grado di sedersi in un locale e bere qualcosa senza sentirsi totalmente fuori luogo!
Si avvicinò dunque al bancone ordinando qualcosa di analcolico cercando di non prestare troppa attenzione alla reazione del barista di fronte ad un ragazzo in maschera e concentrandosi piuttosto sui discorsi degli avventori della locanda.
I discorsi non erano niente che potesse richiamare la sua attenzione.*


Pomelli. Certo che la vita delle persone comuni non è granché interessante…

*Non voleva certo diventare un ubriacone in una locanda che si lamentava del prezzo dei pomelli! Voleva essere un potente shinobi a servizio della Tsuchikage e del villaggio, lui!
E per farlo doveva imparare a manipolare al meglio il Jinton. Non perdere tempo in una stupida locanda.
Di tutto quello che riuscì a sentire solo un discorso attirò un minimo la sua attenzione. Qualcuno che se ne stava chiuso all’interno di una piramide, nascondendo la sua brutta faccia al mondo. La cosa strana era che qualcun altro ne parlasse all’interno di quella bettola.

In quel momento Fujio ebbe una sorta di epifania. Anzi ne ebbe due.
Come qualcuno parlava dell’uomo nella piramide, probabilmente qualcun altro aveva ed avrebbe parlato di lui allo stesso modo. Con quella sua stramba maschera e quel fare apatico e misterioso.
Inoltre nonostante fosse tutt’altro che brutto, fin da quando era un bambino suo padre l’aveva definito tale. Anzi, più che brutto! Un mostro nato dall’adulterio e dal tradimento che doveva solamente essere nascosto.
E tutto ciò aveva influito talmente tanto sulla psiche del ragazzo che effettivamente Fujio si sentiva tale.
Per la prima volta si rese conto che in quel piccolo lembo di terra che veniva chiamato Villaggio della Roccia, c’era qualcuno che forse si sentiva come lui.
La cosa lo fece sentire piuttosto strano, per quanto cercasse di non pensarci o di nascondere i suoi sentimenti questi esistevano dentro lui. Era sempre stato solo nascondendosi, ed ogni tipo di rapporto che riusciva a concepire era quello di servizio nei confronti di qualcun altro.
Il solo pensare che qualcuno, non troppo lontano da lì, potesse vivere la medesima situazione catturò la sua attenzione.
Certo nemmeno questo gli dette l’ardire di interferire nel discorso. Non riusciva ancora nemmeno a stare all’interno di un locale senza maschera, figuriamoci inserirsi nel dialogo di due estranei dal nulla. Dialogo che tra l’altro aveva origliato.
Decise quindi di cercarsi un posto a sedere vicino a quei due per continuare ad origliare un po' il loro discorso, almeno fino a che non avesse finito la sua bevanda. *


Poi basta perdere tempo. Appena finito di bere di corsa alla sede del clan.

CITAZIONE
<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - Udito - [Stm: -2] [Liv 6: 0/10]


"I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.

Udito: le orecchie del ninja captano il respiro e perfino il battito cardiaco del nemico, rendendo per lui uno scherzo udire i discorsi altrui anche da lontano. Questo, tuttavia rende sensibili i suoi timpani e quindi subisce +1PF dalle ferite all'Udito. Al Lv.0 l'abilità permette di percepire vagamente il mondo circostante tramite un meccanismo simile all'ecolocazione, ma con raggio pari ad 1/10 del normale."
Liv 6: 100 m di raggio
 
Web  Top
view post Posted on 27/2/2019, 15:54     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:


GdrOff// Non troncare le frasi troppo presto con il punto, non temere di fare qualche periodo più lungo, altrimenti rischi di fare una sorta di lista della spesa. //GdrOn


G
ran parte dei tavoli, a quell’ora del giorno, erano liberi, perciò non sarebbe stato difficile, per il ragazzo mascherato, trovare un posto a sedere in prossimità di quei due. Dunque, chi erano, specificatamente, le persone per cui Fujio si stava scomodando? Il più giovane, colui che aveva parlato, era un neo-chunin nel pieno della sua carriera: il suo nome era Jona e si distingueva dal resto degli shinobi per via della sua spensieratezza. Il suo interlocutore, invece, era un veterano conosciuto tra le schiere di Jonin, veniva chiamato Satoshi, ma lui disprezzava quel soprannome. I suoi capelli nero pece stavano iniziando a spostarsi su tonalità più tendenti alla cenere, ma il suo viso non sembrava essere d’accordo con quel cambiamento per via dell’assenza di rughe nei punti più critici, quali la fronte e il contorno della bocca. Riposte, sulla sua schiena, due katane verticali dall’ottima fattura, Fujio l’avrebbe capito soprattutto basandosi sugli ornamenti che caratterizzavano l’impugnatura. Costui, dopo aver ascoltato le parole del chunin, rispose a sua volta, con tono decisamente più serio.
    Mhm… hai detto che se ne sta lì tutto il giorno? Ma dimmi, di preciso, dov’è che hai trovato questa… piramide?

Il giovane di fronte a lui, tuttavia, non poté che assumere un tono ancora più scherzoso, sospettando che la serietà del più vecchio fosse niente po' po' di meno che pura ironia.
Si passò una mano sulla sua barba pungente; adorava farlo soprattutto per la sensazione che ne conseguiva, tutti quei pizzichi stuzzicavano il senso tattile del suo palmo.
    Mbeh, sì! Non è molto distante sai… gahahah, figurati se uno come quello riesce ad allontanarsi più di tanto. Un centinaio di metri sul sentiero ad ovest, una svolta sulla strada secondaria a sinistra del sentiero, un po’ fuori dal villaggio, sulla montagna piatta.

Quel luogo era ben noto ai cittadini della roccia: si trattava, come si poteva evincere dal nome, di un monte piuttosto alto e tagliato a metà, come se qualcuno l’avesse affettato pensando che si trattasse di burro. Il distacco era così perfetto da ricordare il rifilo di una katana, per questo motivo, successivamente, ha preso quel soprannome particolare. Secondo il discorso dei due, Fujio, avrebbe quindi scoperto l’ubicazione di questa sorta di piramide in cui, presumibilmente, risiedeva una persona dalle caratteristiche molto simili a lui. Il ragazzo mascherato sembrava aver creato, nella sua testa, una distinzione tra persone comuni e non comuni, una sorta di classificazione personale che probabilmente influenzava chi scaturiva interesse in lui e chi no. In lui sarebbero incrementati i presupposti per cambiare i propri piani, scegliere un’altra strada, anziché recarsi alla sede del clan. In realtà le opzioni non erano diventate più chiare di prima, semplicemente era riuscito a inquadrarle, a capire cosa fossero a un primo impatto, ma nulla e nessuno gli avrebbe garantito di trovare quel che stava cercando. La sede del clan, per quel che ne sapeva, poteva anche essergli inaccessibile. La scoperta di una persona fuori dal comune, rifiutata e reclusa in un luogo lontano dalla realtà, sarebbe stato un interessante punto di partenza per Fujio, quel che mancava, a tal punto, era la predisposizione a modificare una propria scelta. Lui, per via del suo limitato modo di ragionare, non sapeva che anche quella, per quanto banale potesse apparire, corrispondeva a un cambiamento positivo: essere in grado di modificare una propria decisione, di cambiare le proprie convinzioni, trattasi di una capacità per cui non esisteva un corso, una lezione o un trattato esplicativo.



 
Top
view post Posted on 1/3/2019, 22:04     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


*Non fu difficile a quell’ora del giorno trovare un posto libero dove sedersi che fosse abbastanza vicino ai due da riuscire ad origliarne la conversazione. Fujio ora poteva osservare meglio i due e non ci mise molto a notare i particolari che li distinguevano dal resto degli avventori del locale, ovvero i coprifronte del villaggio.
Erano quindi due shinobi di Iwagakure, il più giovane non mostrava particolari segni di interesse, mentre il più anziano recava con se una coppia di Katane di ottima fattura legate alla schiena e Fujio non fece a meno di notarlo. Erano armi costose e pregiate, armi che solo qualcuno con un patrimonio di famiglia o che gli fossero state regalate o lasciate in eredità poteva permettersi! Oppure doveva trattarsi uno shinobi di alto rango che compiesse missioni altamente remunerate.
In ogni caso il ragazzo in maschera, che fino ad allora aveva sempre vissuto totalmente recluso tra allenamento e studio, tutto casa e accademia, non aveva la minima idea di chi fossero, gli unici shinobi che conosceva erano quelli che gli avevano fatto da sensei o quelli defunti da tempo che aveva incontrato sui libri, e l’onorevole Tsuchikage.
Fujio ascoltò attentamente il dialogo dei due mentre sorseggiava la sua bevanda analcolica giungendo tra l’altro ad un’amara considerazione sull’alcool. *


L’alcool dovrebbe essere bandito. Un bicchiere di troppo e persino due shinobi del villaggio non si rendono conto di essere spiati.

*Considerazioni forse sciocche di un giovane ragazzo cresciuto con un patrigno ubriacone e violento che odiava il bere e tutto ciò che ne derivava, le sue esperienze di vita oltre all’infanzia con il falso genitore l’avevano portato a fare da guardia del corpo ad una prostituta di alto bordo e quindi sapeva meglio di molti altri quanto l’alcool potesse rivelare le bassezze dell’animo umano, ma allo stesso tempo gli avevano negato molto e di certo non conosceva quella di una bevuta tra amici o di un momento di convivialità. *

Forse sono io l’ingenuo, quello con le katane sembra piuttosto esperto, potrebbe essersi già accorto di me. Non dovrei sottovalutare i ninja del villaggio.

*In effetti che i due al tavolo si fossero o meno accorti del ragazzo in maschera era del tutto indifferente. Infondo i due stavano solo facendo chiacchiere da bar, parole di poco conto per passare il tempo, almeno all’apparenza e probabilmente che qualcuno li stesse ascoltando di nascosto o meno non gli importava granché.
Tuttavia quelle che per qualcuno è di poca importanza per altri può essere una miniera di informazioni, infatti Fujio fu molto toccato dalle parole del ninja barbuto. Poco prima aveva saputo di un qualcuno che viveva solo e nascosto come un eremita da qualche parte in quel villaggio fino ad ora per Fujio piuttosto anonimo sebbene ammirato, ed ora era venuto anche a sapere dove di preciso costui si trovasse.
Un qualcuno, che Fujio immaginava come un adulto, che era a tutti gli effetti come lui. O che quantomeno provasse il suo stesso isolamento e i suoi stessi sentimenti, almeno così pensava il giovane e sebbene si rendesse conto che fossero solo supposizioni, per la prima volta iniziava a provare interesse per qualcuno che non fosse una donna che gli ricordasse sua madre.
Non aveva mai preso in considerazione la presenza di qualcuno così all’interno del villaggio, ma ora sentiva un’attrazione verso costui che non riusciva a spiegarsi.

Sapeva dove doveva recarsi adesso.

La sede del clan l’avrebbe potuta raggiungere in qualunque altro momento giorno, e per quanto ne sapeva non era affatto una certezza che avrebbe trovato qualcuno pronto ad insegnargli qualcosa lì. Avrebbero potuto cacciarlo in tutta tranquillità, il mondo degli shinobi infondo era un mondo duro in particolar modo ad Iwa, ed i ninja erano persone impegnate ad aumentare il proprio potere, trovare qualcuno che si occupasse di lui era tutt’altro che scontato, mentre avere la possibilità di incontrare qualcuno come lui era un’occasione che si presentava per la prima volta nella sua vita.
Pochi minuti dopo era sul sentiero che l’avrebbe portato sulla “Montagna Piatta”, uno strano luogo poco all’esterno del villaggio che Fujio aveva notato solo da lontano e che non aveva mai catturato il suo interesse prima d’ora. Mentre vi si dirigeva però iniziò a pensarci un po' su; persino in un luogo pieno di conformazioni rocciose più o meno particolari come Tsuchi No Kuni quella montagna risultava certamente singolare. Un monte la cui punta si mostra totalmente piatta come se fosse stata tagliata di netto e con una precisione chirurgica che pensare fosse un’opera di madre natura risulta difficile. *


Solo la lama di un dio potrebbe fare una cosa simile.

*Non era mai stato un ragazzo religioso, aveva vissuto in un mondo in cui la religione non risultava nemmeno essere presente, prima emarginato e nascosto fuori da un villaggio di scalpellini e poi come accompagno di una prostituta, non si era nemmeno mai posto il problema. Ma ad osservare quel monte quella fu la sua prima impressione. In ogni caso aveva problemi ben più grossi. Sapeva di preciso dove si trovava l’abitazione di quella persona. * - Un centinaio di metri sul sentiero ad ovest, una svolta sulla strada secondaria a sinistra del sentiero, un po’ fuori dal villaggio, sulla montagna piatta. - *Ma non poteva di certo bussare e presentarsi, sarebbe stata una cosa stupida per chiunque figurarsi per una persona chiusa come lui. *

Inoltre da quanto ho capito si tratta di un solitario che se ne sta rinchiuso senza nemmeno mostrarsi, non mi accoglierebbe mai.

*Non si rendeva conto che quella era una delle rare volte nella sua vita che la sua curiosità sembrava prendere sopravvento sulla sua incapacità di relazionarsi e asocialità, né che si trovava a tutti gli effetti di fronte a quella che poteva considerare la sua prima “avventura” da quando era arrivato al villaggio.
Mentre procedeva per il sentiero si trovò ad essere più nervoso di quanto avrebbe dovuto, durante l’esame Genin aveva mostrato lucidità e freddezza nel ragionamento e totale devozione alla persona, annullando semplicemente persino le sue insicurezze per interagire coi compagni. Ma li si trattava di realizzare il suo più grande sogno e inoltre di compagni che per quanto non fossero mai stati suoi amici aveva visto in aula ogni giorno per anni. Ora invece era alla ricerca di uno sconosciuto e non aveva nemmeno idea di cosa chiedergli e cosa fare una volta averlo trovato.
Sentiva solo l’impulso a continuare, anche solo per vedere come viveva questa specie di “sua versione” adulta.
Cercò di scacciare quel nervosismo e quei pensieri dalla sua testa. *


Intanto devo trovare la sua dimora, al resto penserò poi.
 
Web  Top
view post Posted on 5/3/2019, 20:25     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



I
n quel luogo avrebbe trovato esattamente ciò che si poteva aspettare: una superficie del tutto piana, con al centro una piramide dalle apparenze molto piccole, di una costituzione nettamente differente rispetto a quella del resto della montagna, chiaro segno della sua artificiosità. Una volta raggiunta la cima di quel monte, impresa che gli sarebbe stata piuttosto facile con l'ausilio di un po' di chakra, non gli rimaneva altro che decidere cosa fare. Ciò che cercava era a una cinquantina di metri da lui, ma non sapeva nulla su quel luogo, tantomeno sapeva su chi vi abitava, giusto qualche informazione trafugata in taverna. Avvicinandosi avrebbe potuto notare una botola, posta proprio su uno dei suoi lati, con una maniglia per favorire la sua appertura. La fessura in cui passare era davvero piccola, percui si sarebbe dovuto stringere in sè stesso per entrare, ma, come se non bastasse, delle scale si estendevano verso il basso, a condurre verso una luce completamente bianca.

lN08Tfm






GdrOff//Breve post per permetterti di continuare, carta bianca come prima.//GdrOn
 
Top
view post Posted on 6/3/2019, 19:47     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


*Salire, salire e ancora salire.
Nonostante la cima della Montagna Piatta fosse stata tagliata di netto arrampicarsi fino alla vetta fu un percorso abbastanza lungo, sebbene con l'ausilio del chakra la salita si rivelò molto più semplice del previsto.
Una volta sulla cima Fujio poté trovare esattamente quello che poteva aspettarsi dalle parole origliate ai due shinobi alla locanda ovvero una piccola piramide artificiale che stando a quanto era riuscito a capire doveva essere la dimora dello strano eremita.*


Sembra decisamente troppo piccola perché qualcuno possa abitarci dentro. C'è qualcosa di strano.

*Girò più volte intorno alla strana costruzione nella speranza di percepire qualche segno vitale al suo interno e notò con sbigottimento l'assenza di qualsiasi forma di porta o finestra se non una piccola botola su uno dei lati.
In ogni caso non gli sembrava di percepire nessuno all'interno.*


Strano per essere uno che vive recluso.

*Rimase alcuni minuti in attesa lì intorno, ma alla fine si convinse che se non avesse fatto lui qualcosa nessuno avrebbe notato la sua presenza, quindi balzo sul lato della botola e incominciò ad esaminarla.
La sua curiosità cresceva sempre di più, e sebbene fosse lungi dal provare a bussare si rendeva sempre più conto che l'interno non fosse abitato.
Poggiò l'orecchio sulla botola nella speranza di percepire rumori interni ma nulla, e dopo altri attimi di indecisione decise di aprire la stessa con molta, probabilmente troppa, cautela, cercando di fare meno rumore possibile.

Uno stretto anfratto gli si parava d'innanzi. Si sarebbe dovuto fare molto piccolo per entrarvi, e delle scale che portavano in basso fino ad una bianca luce che sembrava trovarsi sul fondo delle stesse. Non si riusciva a vedere o sentire nient'altro.
Passarono altri attimi di indecisione, Fujio non aveva idea di come comportarsi.
Sebbene schivo e chiuso, era sempre stato un ragazzo curioso, specialmente di libri e storie, ma non era mai giunto a spingersi così tanto in là, ma alla fine la curiosità prese il sopravvento e decise di scendere le scale di quella singolare struttura.*
 
Web  Top
view post Posted on 15/3/2019, 21:47     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



U
na stanza completamente bianca: questo avrebbe trovato una volta scese le scale. Nulla di eclatante, nulla da esplorare, non si trattava di una pericolosa catacomba, tantomeno di una grotta misteriosa. Vuoto era il tutto, non sembrava un luogo adatto a vivere, l'aria respirabile non era né fresca né pesante, sembrava quasi di stare in un luogo completamente sterilizzato da qualsiasi cosa. La strettoia, d'un tratto, si espanse, dando vita a una struttura particolare che riprendeva precisamente quella di una piramide triangolare. Poggiando i piedi sul terreno, anch'esso completamente bianco, si sarebbe potuto accorgere che l'unico elemento a dare tonalità era un mezzo centimetro di ombra sotto i suoi piedi. Per il resto sembrava di essere in un luogo illuminato da una luce artificiale ma non è in alcun modo visibile, forse è stato sfruttato un sistema a vetrate e luce naturale.



Oltre al bianco, tuttavia, si possono distinguere, in lontananza, tre punti neri, posti uno a equa distanza l'un l'altro. Gli sarebbe bastato poco per capire che quelli fossero i tre vertici della piramide e che, proprio per via della stanza completamente bianca, si creava un effetto ottico impressionante, a rendere la distanza immisurabile. Il bianco sembrava estendersi per un apparente infinito. Nessun rumore si poteva udire dall'esterno, l'unico suono che a giungere al suo orecchio sarebbe stato quello della botola quando si chiudeva su sé stessa. Dopo che il suo sguardo ha completato un'intera mappatura della stanza, tuttavia, non avrebbe fatto a meno di posarsi sul presunto centro di quella piramide: un uomo, con le ginocchia poggiate a terra e il bosto appoggiate su di esse. Uno sguardo più approfondito avrebbe rivelato il suo aspetto: Un telo color crema adagiava sulla sua spalla, mentre il resto del corpo sembrava essere completamente ricoperto da bende. I suoi occhi, uno spettacolo inguardabile, essi mancavano del tutto e sembrava che gli fossero stati tolti di forza. In corrispondenza di dove si trovavano le iridi si trovavano invece due buchi, incavati nella pelle a mostrare il futile tentativo da parte del suo organismo di cicatrizzare il tutto con le cellule.
    Sciò, sciò! Non ho bisogno di niente!

Esclamò inizialmente, pensando che si trattasse di qualcuno intento a chiedere di come stasse, magari a fargli qualche dono. La sua voce era languida, sofferente, stanca, come se il solo parlare gli risultasse piuttosto difficile. Poi però, il suo volto si girò in direzione dello straniero. Sembrava aver visto qualcosa, per quanto vedere non rientrasse nelle sue capacità.
    Non serve a nulla indossare una maschera.

Com'era possibile? Quella persona non aveva gli occhi, eppure era stata in grado di cogliere quel dettaglio. Forse aveva una sorta di visione spirituale, un modo alternativo per rendersi partecipe di ciò che merita di essere osservato.
    Dimmi, con quale scopo la porti? Credimi, un leggero strato di porcellana, o qualsiasi cosa sia, non serve a nulla. Che senso ha usare una maschera per nascondere un'altra maschera? Perché tutti ne abbiamo, anche se non si vedono. Sono di fronte al nostro volto e le usiamo come ci pare e piace, sempre lì, pronte a proteggerci da un vero affronto a cui, probabilmente non saremo in grado di sopravvivere. Ne abbiamo bisogno altrimenti ci sentiamo nudi, fragili, messi allo scoperto, impreparati, attaccabili.

Celere era il suo modo di parlare, come se tutto quel discorso se lo fosse preparato per tempo, come se avesse già anticipato di qualche decina di minuti l'arrivo di Fujio.
    La sapienza è quel che cerchi? Siamo sempre alla ricerca di un ciclo, un sistema automatico che contribuisca a creare quella che consideriamo come vita idilliaca, fatta dalle nostre speranze, dai nostri desideri e dalle nostre illusioni. Ne abbiamo bisogno, ignari che alla fine di tutto la conclusione sarà una sola e non c'è scampo, non c'è sotterfugio, nessun trucchetto, nessun inganno, è inevitabile: la morte. Lì si conclude tutto, è ciò che ci rende fratelli, membri di una comunità il cuo fine è sempre lo stesso e cerchiamo, nel tempo, di mettere da parte, perché abbiamo paura.

Man mano che parlava, procedeva sempre più scorrevolmente, trascinato da pensieri e sensazioni maturati nel tempo. A un certo punto si ferma, accorgendosi di essersi lasciato trascinare dal suo stesso monologo.
    Ebbene, è la conoscenza che cerchi? Sei qui per sapere?



GdrOff//Partiamo dal presupposto che non è una situazione affatto facile. Ti chiedo di prestare particolare attenzione al parlato del tuo personaggio, dev'essere coerente e deve rispecchiare l'età del tuo personaggio, così come le esperienze che ha vissuto e le sue conoscenze.
Come sempre, carta bianca. //GdrOn
 
Top
view post Posted on 19/3/2019, 16:30     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


Dove sono finito?

*Effettivamente la sua era una domanda più che legittima, intorno a lui si apriva una stanza totalmente bianca. Ad eccezione di tre punti neri che delimitavano i vertici della piramide tutto intorno a lui era candido e immerso in un’assoluta luce innaturale, era difficile persino stabilire le reali dimensioni della stanza dove si trovava! *

Forse intrufolarsi qui non è stata la migliore delle idee. - *Pensò mentre sentiva il suono della botola che si richiudeva.
Non riusciva ad udire altri suoni, dunque continuò l’esplorazione visiva senza trovare né arredamento, né finestre, né alcun tipo di oggetto che ricordasse un luogo che potesse essere effettivamente considerato vivibile, eppure al centro, o almeno al presunto tale, di quella candida piramide si trovava un uomo in ginocchio. *


Deve essere lui!

*Non vi erano dubbi, doveva essere l’uomo di cui aveva sentito alla locanda.
Il suo corpo era ricoperto da bende come se avesse subito grandi ferite, ma lo spettacolo più raccapricciante era senz’altro il suo volto, gli occhi infatti erano totalmente mancanti, come se fossero stati strappati via e nonostante tutti gli sforzi il suo organismo non era riuscito a cicatrizzare la ferita in maniera armoniosa. Era a tutti gli effetti una visione piuttosto spaventosa per i più, ma a Fujio non fece poi infondo così tanta impressione il suo aspetto fisico quanto le sue parole.
Inizialmente tentò di scacciare il ragazzo e sebbene tentasse di essere perentorio e burbero Fujio poté notare come il suo tono di voce fosse strascinato e affaticato. *


Le sue ferite devono renderlo ancora piuttosto stanco. Non dovrebbe agitarsi così…

*Improvvisamente però l’atteggiamento dell’uomo cambiò. I due incavi dove una volta dovevano trovarsi i bulbi oculari si posarono su di lui, come se lo fissasse con occhi invisibili, ed iniziò un nuovo discorso. Riuscì a vedere anche senza gli organi predisposti come Fujio indossasse una maschera. Ma non solo, riuscì a vedere ben più in profondità nell’animo del ragazzo! *

Come diavolo fa? Eppure non ha gli occhi.

*Le sue parole spiazzarono totalmente il Genin, evidentemente l’uomo doveva essere un gran conoscitore dell’animo umano, lo costrinsero a metterlo faccia a faccia con le sue emozioni, le sue convinzioni e soprattutto con i suoi desideri. Le sue parole ora incalzavano il giovane Fujio, il suo tono di voce era totalmente cambiato da lento e stanco a rapido e diretto e lo shinobi non era affatto preparato a tutto ciò, non era neanche abituato a parlare troppo e soprattutto a parlare di sé. Aveva passato la sua infanzia passata a nascondersi dal padre e la sua adolescenza a sopravvivere prima e a diplomarsi all’accademia dopo essere arrivato alla Roccia, non si era mai interrogato troppo su sé stesso e cosa andasse cercando dalla vita, anche e soprattutto perché non conosceva le infinite possibilità e strade che questa gli parava davanti abituato com’era a percorrere sempre quella più diretta dell’obiettivo immediato.
Ma prima o poi tutti i nodi devono venire al pettine, ed infondo era proprio per rispondere a quelle domande che il ragazzo quel giorno era uscito di casa.
Ascoltò con attenzione, ma non rispose con la stessa celerità con cui era stato interrogato si prese invece il suo tempo e rispose dopo una pausa di alcuni secondi. *


-: Non vorrei contraddirla e nemmeno mettere in dubbio le sue parole, ma questa che indosso non è la mia maschera, ma il mio reale viso, la indosso da quando ho memoria e per molto più tempo di quanto io rimanga senza. E in ogni caso difficilmente riesco a farne a meno.

*Respirò lentamente, provando a mettersi un po' più a suo agio e sicuramente la fine del discorso dell’uomo l’aveva aiutato, poi riprese: *

-: Vedo che riesce a guardare più in profondità della maggior parte delle persone comuni, quindi sarebbe inutile mentirle. Non ho idea di cosa io stia cercando, fino ad ora mi sono trovato sempre di fronte ad un ciclo, come dice lei, un inizio ed una fine, vivendo prima di giorno in giorno e poi di obiettivi più lunghi, per diventare uno shinobi del villaggio. Pensavo che questo fosse un fine ultimo e il resto sarebbe venuto da sé, ma ora mi rendo conto di essermi sbagliato. Ero partito con l’intenzione di affinare e migliorare le mie tecniche e le mie qualità di ninja, ma mi rendo conto di non conoscere nemmeno me stesso e soprattutto di non conoscere nulla del mondo al di fuori delle mie esperienze o delle letture.

*Per un ragazzo abituato a vivere sempre in quella maniera cercare di vedere oltre al breve termine era un compito più arduo di quanto potesse sembrare, avrebbe dovuto cambiare la propria prospettiva. Ma infondo adesso era un ninja di Iwagakure e il suo ruolo richiedeva una certa capacità di adattamento ed elasticità mentale. *

-: Lei ha grandi conoscenze e nonostante tutto riesce a vedere molto più oltre di quanto io sia in grado. Sono solo un giovane che fino ad ora ha avuto come unico scopo quello di sopravvivere sfruttando ogni occasione come poteva, e sono bravo solo in questo. Non so ancora quale sia il mio scopo ultimo, ma se ora mi si para davanti la possibilità di sapere credo che la sfrutterò, come ho sempre fatto fino ad ora. - *Si fermò a prendere fiato cercando di capire le emozioni del suo interlocutore, ma in assenza degli occhi di quest’ultimo la cosa era più ardua del dovuto, poi riprese. * - Mi perdoni se l’ho offesa in qualche modo, come le ho detto non ho molta conoscenza del mondo e degli esseri umani come lei. Ma prima di continuare, se non le dispiace mi piacerebbe sapere come posso chiamarla, il mio nome è Fujio e sono un Genin del villaggio.

Spero di non averlo offeso con quelle allusioni al vedere oltre. Forse avrei dovuto evitare, in ogni caso ormai quel che è fatto è fatto.

*Non restava che vedere ora la reazione dell’uomo. *
 
Web  Top
view post Posted on 28/3/2019, 20:05     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



L
o osservò, immobile, mentre cercava di mettere su qualche frase che potesse svincolarlo da quelle accuse passive. Già, tendeva spesso a fare quello, ragionava a voce alta, convinto dei concetti che esprimeva, trattando, talvolta, di argomenti che toccano i suoi interlocutori da vicino e la spacciava come una discussione, quando in realtà stava criticando. In ogni caso si rivelò essere un buon ascoltatore, giacché durante tutto il tempo rimase in silenzio, lasciando che il ragazzo possa parlare liberamente. Certo, ovviamente non riuscì a contenere il suo dissenso, che si manifestò in alcune espressioni facciali quasi esagerate. Non perse neanche tempo a ripetersi sul concetto delle maschere, ormai aveva espresso il suo pensiero e non se ne faceva nulla di qualcuno che cercava di giustificarsi. Preferisce, invece, riprendere l'ultimo discorso proposto da Fujio.
    Hai detto che il tuo unico scopo è quello di... sopravvivere? Dico bene?

Si passò le labbra dentro la bocca con l'intento di bagnarla, ormai muoverle era diventato perfino faticoso per via di quel fastidioso attrito creato dalla pelle secca.
    Conosci l'Agave?

Gli avrebbe concesso giusto un istante, sufficiente a rispondere con un "sì" o con un "no". Poi avrebbe ripreso a parlare.
    E' una pianta grassa. Come tutte le piante grasse ha bisogno di poca acqua... lo sai il perché di questo? Prova a tagliare una pianta grassa, un giorno. Noterai che all'interno ha una consistenta parecchio gelatinosa... sembra liquida, a dire il vero. Il segreto sta nella sua capacità di conservare al meglio l'acqua assorbita, potendola ricavare anche dall'umidità dell'ambiente.

Seguì un attimo di pausa, giusto il tempo necessario per permettergli di riordinare quel che aveva da dire nella sua mente.
    Le piante grasse eccellono nella sopravvivenza. Nascono per questo, è il loro scopo, sono fatte per sopravvivere. Nell'arco della loro vita devono solo assicurarsi di vivere al più lungo possibile.

Concetto noto a tutti, quello, ma dove voleva arrivare?
    Ti ho parlato dell'Agave perché si differenzia dalle altre piante grasse per una caratteristica in particolare. Beh... anzitutto può vivere fino a un secolo, ma questo lo possono fare anche altre piante. Questa pianta fa un'unica fioritura in tutta la sua vita. Questa fioritura avviene una volta in cento anni e dura circa otto mesi. Un evento più unico che raro, chi l'ha visto può ritenersi molto fortunato.

Lasciò spazio a un momento di silenzio che avrebbe, quasi sicuramente, spronato il ragazzo a riflettere su quelle parole.
    Questo è quello che dovresti fare. Sopravvivere in attesa della tua fioritura.

Poi, per un attimo, si mette a sghignazzare.
    Tanti, prima di te, mi hanno fatto il discorso della differenza tra vivere e sopravvivere... immagino che tu intendessi questo, quando ti riferissi alla tua sorta di... costrizione nel sopravvivere, no? Beh, io ti dico sopravvivi. Sopravvivi in attesa di vivere.

Parole molto forti, il cui significato si potrebbe estendere all'infinito. Si era impegnato così tanto per distillare un concetto tanto importante a una persona appena conosciuta, forse aveva visto qualcosa di particolare in lui. Impossibile dire che si rivedesse in lui.
    Shimentai è il mio nome.

Un nome decisamente inusuale, che probabilmente non appartiene a quel periodo, eppure gode di un significato immenso. Solo chi aveva ampie conoscenze in letteratura antica avrebbe potuto decifrarlo [Richiesta Conoscenza in Linguistica e Scritture].
    In molti cercano la conoscenza, ma solo pochi riescono davvero a raggiungerla. Non si può aspirare di sapere senza prima avere una buona conoscenza di sé stessi, è questa la costante con cui dovrai lottare oggi.

Qualcosa, però, ancora non lo convinceva. Soprattutto dal discorso riguardo la maschera, pensava che il ragazzo si fosse costruito tutta una sua realtà, e si fosse annebbiato da solo per proteggersi.
    Permettimi di farti vivere un contatto con la realtà.

Scandì quella frase con fare perentorio, il suo tono era deciso, segno che qualcosa di serio sarebbe presto successo. Entrambe le sue mani vennero portate l'una vicino l'altra, i due indici si congiunsero tra loro, lo stesso fecero i pollici. Così sembrò tracciare la miniatura di una figura geometrica con le mani. Impossibile non riconoscere quella posizione delle mani, distintiva come era, sicuramente Fujio l'aveva riconosciuta come quella appartenente alla sua innata.
Cosa aveva in mente, dunque? Impossibile da dire, davvero, solo coloro con una vista acuta avrebbero potuto scorgere una leggera interferenza tra le mani dell'uomo [Sensi Migliorati, Vista LV4]. Un cubo partì alla velocità della luce, impossibile da vedere, ormai era già nella posizione nella sua posizione. A complicare tutto vi era proprio la stanza bianca, che rendeva impossibile distinguere l'arte della polvere, essendo questa completamente candida. L'unica sensazione che percepì, in quella frazioni di secondi, fu quella di alcuni pezzi della sua pelle, negli strati più superficiali, mentre si disintegrava. Un dolore istantaneo, giunse ai suoi nervi più vivi, ma era così diffuso in tutto il corpo da diventare sordo, a un certo punto. L'aveva attaccato, ma per quale ragione? Ora toccava a lui mettere in ordine i pensieri per rispondere al modo giusto. Nulla gli garantiva che, in caso di un'ulteriore risposta sfrontata, il vecchio non l'avrebbe attaccato di nuovo.

 
Top
view post Posted on 30/3/2019, 13:30     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


*Fujio annuì con un cenno del capo quando l’uomo chiese se conoscesse l’Agave nonostante si chiedesse dove volesse andar a parare il suo discorso, tuttavia decise di non interromperlo e rimase ad ascoltare il resto della storia. La morale di quest’ultima lasciò per un attimo interdetto il neo Genin, per un ragazzo che fino ad ora aveva vissuto tirando avanti e che cercava lo scopo ultimo della sua esistenza quelle parole furono di primo impatto abbastanza mortificanti, probabilmente peccava ancora in saggezza o l’irruenza della gioventù che vuole tutto e subito gli fece sembrare quelle esortazioni a continuare su quella strada piuttosto sconsolanti eppure in un certo senso quelle parole che ancora non riusciva a capire si stamparono nella mente del ragazzo più in profondità di quanto si potesse aspettare.

L’uomo disse di chiamarsi Shimetai, un nome piuttosto strano che Fujio non aveva mai sentito nominare. Per un attimo pensò si trattasse di un nome fasullo, ma infondo questo era poco importante ai fini della conversazione mentre il resto del discorso attirò di più l’attenzione del giovane che già da tempo aveva cominciato a rendersi conto di non conoscere abbastanza se stesso e cosa volesse dalla vita, poi venne risvegliato dai suoi pensieri dall’ultima perentoria frase di Shimetai. *


“Che diavolo sta Facendo?”

*L’uomo unì pollici ed indici tra loro, una posizione che Fujio conosceva fin troppo bene. Una posizione che egli stesso usava quando doveva usare la sua abilità innata, il Jinton, ovvero l’arte della polvere. *

“Perché?”

*Inizialmente penso si trattasse di un caso, ma quel pensiero rimase per poco nella sua mente, non era una posizione che potesse ricondurre ad un qualche tic nervoso o alla ricerca di concentrazione, era una posizione troppo specifica, poi rimase sorpreso che anche l’uomo possedesse conoscenza di quella posizione e forse possedesse la sua stessa Kekkei Genkai, ma poi la sorpresa lasciò posto allo sbigottimento. Complice la monocromaticità di quel loculo bianco e il fatto che tutto si aspettasse Fujio tranne essere attaccato non si accorse nemmeno del solido geometrico che si era andato a formato nelle mani di Shimetai, almeno fino a quando questo non venne scagliato contro di lui.

Troppo veloce. Troppo improvviso.
L’Arte della Polvere dell’uomo era senz’altro ad un livello superiore a quella del Genin che per sua sfortuna non poteva fare nulla per contrastarla. *


“Non ho modo di schivarla, non ho tempo nemmeno di comporre i sigilli per difendermi.”

*In realtà non ebbe tempo nemmeno di alzare le braccia.
Si dice che la vita di un uomo gli passi davanti nel momento antecedente alla sua fine, ma non fu così questa volta forse perché l’attacco fu talmente rapido ed inaspettato da non lasciare nemmeno il tempo per questo.
Sentì solo un dolore, prima fortissimo e concentrato, poi totale e diffuso sul tutto il corpo, poi cominciò a percepire una parte di sé che se ne andava, ma non era la sua anima, ammesso ve ne fosse una, ma proprio lembi della sua pelle che svanivano nel nulla.
Conosceva bene, nella teoria e nella pratica gli effetti di quella terribile abilità, qualunque cosa ne venga in contatto viene disintegrata e ridotta in polvere, da cui il nome della stessa, ma non ne aveva mai provati gli effetti sulla sua pelle.
Improvvisamente però si rese conto che se riusciva a connettere tutti quei pensieri doveva essere ancora vivo. Dopo il bagliore del colpo riuscì a riaprire gli occhi. Era ferito e dolorante, in ginocchio, ma vivo e di fronte a lui tutto era esattamente come prima, Shimetai e la candida stanza erano ancora lì. *


“Avrebbe potuto uccidermi… Mi ha risparmiato volutamente. Ma perché? D’ora in avanti devo stare attento non appena muove le mani, non posso dargli il tempo di attaccarmi di nuovo, c’è troppo poco spazio per schivare e non so nemmeno se sarei in condizione di farlo. Tuttavia non capisco che cosa ha voluto ottenere… Se avesse voluto uccidermi l’avrebbe dovuto fare ora da questo momento in poi sa che sarò più attento alle sue mosse e avrà sicuramente più difficoltà a farlo. O forse è così sicuro di se da non preoccuparsene. Oppure è solo un sadico che vuole ridurre chiunque nella sua stessa condizione e tutte queste parole fino ad ora erano solo per farmi abbassare la guardia, eppure qualcosa non torna… Fosse stato uno del genere non vivrebbe rinchiuso in questa piramide ma uscirebbe a cercare le sue vittime… Mi sembra strano.”

*Erano ovviamente solo supposizioni, e adesso sembrava esserci in gioco la sua vita, ed era meglio non basarsi solo su ragionamenti astratti. Se voleva saperne di più non aveva altro modo che chiederlo, cercando di rimanere attento alle prossime mosse dell’uomo. Così si rivolse direttamente a lui.*

-: Perché?
 
Web  Top
view post Posted on 12/4/2019, 21:11     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



I
ninja, durante la loro carriera, subiscono pochi attimi di effettivo dolore fisico. Il motivo dietro a questo è che semplicemente si preparano duramente, godono di un ampio spettro di tecniche a loro disposizione e lavorano in gruppo. Proprio per questa ragione, forse, il dolore percepito da Fujio era esagerato, rispetto a quanto danno, effettivamente, gli fu arrecato. Solo lo strato superficiale era stato rimosso, quello che si toglierebbe dopo una bruciatura data dal sole. Niente sangue, nessun capillare danneggiato - ok, forse alcuni sì -, insomma, nulla di esagerato a dire il vero. A tal punto la domanda sorse spontanea in lui, perché tutto ciò? Qual era il senso dietro quell'azione?
    Per farti avere un contatto con ciò che, normalmente, arrecheresti a qualcuno senza problemi.

Prima di lanciare un kunai, di eseguire una tecnica, di guardare l'avversario con malignità, ci si chiede quale dolore si sta arrecando? Non si tratta di vedere il mondo su un'ottica pacifica e non fare il male al prossimo, piuttosto riconoscere che il proprio intento è ferire, fare del male, e far subire a qualcuno ciò che lui, altrimenti, farebbe subire a noi.
    Ti chiedi mai che effetto hanno le tue tecniche sulle persone?

Non che ciò fosse necessario al fine di diventare più forti. Si trattava di una questione di mentalità: accorgersi dell'incapacità di immedesimarsi e della sparizione dell'empatia. Un nemico è sempre un nemico, direbbe qualcuno per dimostrare che porsi domande non ha senso. Il vecchio riprese nel suo discorso, questa volta però, dando un ordine.
    Esegui un poligono, qui, in questa stanza.

Da questo avrebbe potuto capire che Shimentai prediligeva un certo aspetto del Jinton, scartando quello più rude, ma non meno forte, che prevedeva l'impiego della Terra.
    Lo puoi fare in qualsiasi punto, ti sarei grato se non mi colpissi.

Avrebbe avuto delle buoni ragioni per farlo, a dirla tutta, giacché poco tempo prima era stato attaccato e quindi ricambiare a sua volta avrebbe avuto un certo senso. Però quello, per lui, era un maestro, che gli piacesse o meno non doveva avere importanza. Avrebbe fatto di tutto per tenerselo? Impossibile saperlo, in verità nessuno gli vietava di abbandonare la stanza per recarsi alla sede del clan.
Il non vedente avrebbe atteso il ragazzo nell'esecuzione della tecnica, quest'ultimo, tuttavia, si sarebbe accorto di uno strano particolare, non appena avesse fatto il suo tentativo. Forse ne avrebbe dovuti fare molteplici perché: Com'è possibile vedere la manifestazione dell'arte della polvere in una stanza bianca? Impossibile, per lui, fuggire da una domanda come questa, in quel momento. In un modo o nell'altro, si sarebbe dovuto impegnare per trovare un modo.

 
Top
view post Posted on 15/4/2019, 12:20     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


*Piano piano il dolore percepito dal giovane Genin andò con l’attutirsi e Fujio iniziò a rendersi contro che le ferite riportate non erano gravi come all’inizio aveva immaginato.
Shimetai intanto riprese il suo discorso spiegando il perché del suo gesto; l’uomo voleva stimolare nel ragazzo più giovane una serie di ragionamenti e problematiche morali che probabilmente immaginava in un giovane shinobi appena promosso all’accademia, che ancora non aveva avuto modo di confrontarsi col vero mondo dei ninja, non aveva ancora avuto modo di fare. L’empatia o la totale mancanza di essa, il causare dolori, mutilazioni o peggio ancora la morte ad un altro essere umano o il doverlo affrontare egli stesso.
Fino ad ora Fujio aveva conosciuto il dolore, sia quello dettato dalla violenza del patrigno prima e di una vita di stenti nei bassifondi poi, sia quello psicologico di essere considerato un essere da abborrire, quello della solitudine e della mancanza di affetto, e la sua mente aveva creato una serie di escamotage per ovviare a questo dolore, come l’attaccamento morboso o la totale dedizione nei confronti di una causa o peggio ancora di una persona spesso senza nemmeno rendersi conto o comunque facendo finta di ignorare che tale causa o persona non lo stia semplicemente usando per i suoi scopi e non per una reale questione affettiva. Non si era mai nemmeno davvero scontrato con un mondo come quello degli shinobi fatto di villaggi nemici, guerre, violenza, assassini e tradimenti che a loro volta causavano una spirale di odio e vendette che a loro volta creavano altre guerre e violenze ed altro odio in una spirale che sembrava impossibile da spezzare.
Per Fujio era certamente troppo presto per comprendere tutto questo, non aveva visto nulla ancora di quel mondo e non aveva ancora avuto modo di formarsi una sua posizione su di esso ma sicuramente quel primo “contatto con la realtà” che Shimetai gli aveva regalato e le sue successive parole dovevano essere un punto di inizio.
Rispose prima quindi alla prima domanda dell’uomo. *


-: A dire il vero solamente una volta ho usato una vera tecnica su di un uomo. - *Effettivamente esclusi gli scontri amichevoli all’accademia, dove si usava esclusivamente il Taijutsu, era accaduto solamente durante l’esame di promozione a Genin che Fujio avesse usato una tecnica ninja su un avversario, certo, si trattava di un Chunin sicuramente più esperto e preparato di lui, ma il ragionamento di Shimetai restava comunque valido. * - Anche se l’ho fatto solo per cercare di scappare, era un avversario oltre il mio livello… Ma capisco il suo ragionamento, e che questo non cambi le cose.

“E non si trattava nemmeno dell’arte della polvere.”

*Mai infatti Fujio aveva lanciato, fino ad ora, una tecnica del Jinton su una persona. Ma dovette ammettere a sé stesso che prima o poi quel momento sarebbe potuto arrivare.
L’uomo poi continuò il suo discorso chiedendo al Genin di lanciare un Poligono con l’arte della Polvere in quella stanza. La richiesta stupì nuovamente e non poco il ragazzo. *


“Come fa a sapere che sono in grado di farlo?”

*Quell’uomo sembrava vedere e sapere troppe cose su di lui, nonostante fosse la prima volta che si incontrassero e non avesse nemmeno gli occhi per vederlo!
Fujio comunque annuì e provò ad esaudire la sua richiesta. *


-: D’accordo.

*Provò ad impastare il chakra e materializzarlo tra le sue mani rendendosi fin da subito conto che in quella stanza totalmente bianca riuscire a creare un poligono risultava molto più difficile che all’esterno. L’arte della Polvere è un’abilità che si manifesta con una lucentezza ma anche trasparenza, e in quella stanza già così luminosa risultava praticamente invisibile, proprio come poco prima non era stato in grado di notare quella usata dall’uomo su di lui.
Dopo un primo tentativo fallimentare si fermò un attimo a riflettere. *


“Non ho altra soluzione, devo concentrarmi di più e ricreare lo schema mentale di un poligono nella mente senza doverlo effettivamente guardare.”

*E così provò a fare.
Chiuse gli occhi concentrandosi al massimo delle sue capacità e ricreando lo schema di un cubo nella sua mente fino a riuscire a visualizzarlo perfettamente, e solo dopo cominciò ad impastare il chakra e a farlo confluire nelle sue mani prima ed espellerlo fuori poi. Certo, non fu il più elegante dei tentativi ma bene o male riuscì nell’impresa e scaglio la tecnica come l’uomo gli aveva chiesto, avendo molta cura di non colpirlo. Non covava vendetta per quanto accaduto poco prima, ma ormai quell’uomo suscitava in lui una sorta di misto tra curiosità e ammirazione. *


CITAZIONE
<attivazione> - Goniometria tridimensionale - (CHK: 50) "Portando le mani al petto a pochi centimetri l'una dall'altra, lo shinobi pone tutta la propria concentrazione sull'immagine mentale dell'ambiente geometrico tridimensionale in cui il suo attacco avrà luogo, cercando di definirne i confini in modo tale da disperdere meno potenziale possibile. Una volta che il focus avrà raggiunto un livello accettabile, una miniatura dell'area morfologicamente designata apparirà tra le mani dell'artista pronta per essere scagliata. Fornisce un bonus alle tecniche offensive della polvere pari a 10/20/30/40. Da genin e da chunin utilizzare la goniometria tridimensionale costerà un supplemento finale di 3/2 STM a causa della difficoltà nel padroneggiare al meglio la polvere."


ninjutsu - Poligono di alterazione - (CHK: 40) (INT +60) "Questa particolare ninjutsu rappresenta una della abilità basilari degli artisti della polvere: consente infatti allo shinobi di scagliare ad altissima velocità la miniatura del proprio modello in direzione del nemico, per espanderla al momento opportuno. E' sufficiente che la miniatura sia a portata nemica per far si che quest'ultima sia in grado di ampliarsi e aggredirne le carni, di conseguenza questa tecnica dovrà essere necessariamente elusa o al massimo schermata attraverso una tecnica che crei una barriera di qualche tipo, arrestando l'avanzamento del modello prima che raggiunga il proprio obbiettivo." [Richiede -Goniometria Tridimensionale - per essere scagliata.]

*Ormai però questa curiosità aveva superato il limite e persino un ragazzo riservato e chiuso come lui non riuscì a tenersi dentro certe domande. *

-: Shimetai – Sama, c’è una cosa che a questo punto devo chiederle. Come faceva a sapere che sarei stato in grado di utilizzare il Jinton?

*Poi tacque in attesa che l’uomo gli svelasse il perché di quanto stava succedendo. *
 
Web  Top
view post Posted on 5/5/2019, 12:12     +1   -1
Avatar

Group:
Admin
Posts:
1,273

Status:



D
ifficile trovare qualcuno in grado di seguire i ragionamenti del vecchio, eppure Fujio non sembrava traumatizzato da questo primo approccio con lui. Certo, forse non riusciva, a suo modo, ad elaborare concetti e spiegarli con una simile precisione e attenzione, ma il semplice fatto che stesse riuscendo ad ascoltarlo e a rispondergli era già tanto. Non incorse in alcun tipo di problema nell'utilizzo della tecnica di clan, evidentemente chi gliel'aveva insegnata era uno spiccato nelle spiegazioni. La difficoltà, tuttavia, era un'altra e ben preso anche il giovane se ne potè accorgere. Era pressoché impossibile vedere un oggetto chiaro, tipicamente generato dal Jinton, in una stanza così bianca.
    Sei riuscito? Perché io non ho visto niente.

Eccome se aveva visto, però quella sua frase avrebbe segnato l'inizio di una prova, una sfida. Shimentai, in realtà, aveva fisto anche troppo, eppure semplicemente accettare ciò glia avrebbe permesso di far passare il messaggio desiderato.
    Permettimi di recitare la parte dell'uomo medio: se non vedo non credo. Finché non riuscirò a vedere il tuo poligono non potrò assicurarmi che la tecnica è riuscita.

Ma come, quella era una cosa impossibile: ciò che probabilmente avrebbe pensato il ragazzo della roccia. In effetto a un primo impatto lo poteva sembrare ma forse, se avesse speso un po' del suo tempo a ragionarci sopra, avrebbe trovato una soluzione.
    Quello l'ho capito dal tuo chakra.

Aggiunse infine, in risposta alla sua domanda. Stranamente la risposta questa volta è stata secca e priva di arricchimenti o spiegazioni aggiuntive, il che sarebbe potuto risultare strano agli occhi di Fujio. Che stesse cercando di nascondere qualcosa? Questo non si poteva dire, ma aveva veramente senso approfondire la questione? Ovviamente la scelta ricadeva sul ragazzo.





GdrOff// Ecco il primo "ostacolo", se vogliamo.
In sostanza Shimentai non si accontenerà finché non avrà visto il poligono di Fujio. Se non fosse ovvio, quindi, il tuo personaggio deve ingegnarsi per trovare un modo di farlo vedere.
Sono disponibile via MP.//GdrOn
 
Top
23 replies since 15/2/2019, 19:06   525 views
  Share