[Fase IV] Kouun 幸運 - Un'altra anima all'appello, per gaeshi (2°PG), -Egeria- (2°PG), ~ Jibril (2°PG) e Get Scared.

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view post Posted on 21/6/2018, 14:07
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Usare le proprie jutsu pur essendo consapevoli dei propri limiti, di essere ad un livello nettamente inferiore rispetto al proprio avversario.
Non era una grande idea se le si usava in modo blando contro l'obiettivo, invece di provare a mescolarle in una strategia efficace. Ma troppo spesso i ninja erano abituati ad usarle, dimenticando che prima di essere tali, molti di loro erano umani come gli altri.
Non era un caso quindi che Masaru abbia scelto di affidarsi ad un'arma semplice, alla sua balestra, con l'idea di colpire fisicamente nei punti vitali se si fosse rivelato necessario - se Akiho l'avesse permesso loro. E poi c'era quella dannata polverina che ancora le attenuava la vista, per l'ennesima volta si strofinò gli occhi per meglio vedere.

Se prima aveva evitato di puntare l'arma per non risultare minacciosa ed innescare reazioni dalla Tsuchikage, adesso era rimasta semplicemente statuaria, osservando quieta la medesima donna, per la prima volta con occhi diversi in merito alla condizione in cui si trovava.
La sua sofferenza, la sua lotta interiore, la sua impotenza di fronte alla sopraffazione di un nemico troppo forte mossero qualcosa nella kunoichi della polvere, che digrignò i denti dietro le labbra tirate in una smorfia di dissenso, che non poté fare a meno di rivedere sé stessa e la sua di condizione: un deja vu di quando, prima ancora di iniziare quella missione, la strega era andata a trovarla per darle l'ennesimo compito, allora, come sempre, si era divertita a rammentare alla donna il suo stato. Rivide scene simili che aveva vissuto, per quanto separate tra loro, e comprese in un modo del tutto differente quanto stava accadendo.

Pochi istanti e d'improvviso prese a puntarle finalmente contro la balestra. La sua fronte non era più aggrottata, la sua postura meno rigida e più decisa.
Voleva ucciderla? Diciamo piuttosto che intendeva indebolirla nel fisico nel modo più diretto ed efficace, ma anche preciso, per questo non scelse di utilizzare le tecniche del doton. Avrebbero pensato poi ad un modo per liberarla.

Un ronzio crescente si fece strada fino a loro in quel momento, echeggiando tra le mura, facendo vibrare la terra. Stava arrivando. Si girò di scatto lei, tenendo d'occhio la sovrana, e si preparò a difendere dall'offensiva del nemico, che neppure stavolta arrivò. Al suo posto la bestia diede loro parole che rimbombavano nelle ossa, a palesare una forza degna della sua stazza, e che sembravano schernire il gruppo.
La Takeda non si disturbò neanche di puntargli l'arma contro, che a poco sarebbe servita per un così temibile avversario. Fu invece a favore di una più potente arma in certi casi: la negoziazione. Era quello che a loro serviva per uscirne vivi, era quello che lui stava concedendo loro. Che poi fosse sincero o no era un altro discorso.

Deglutì silenziosamente nonostante la gola irritata, il cuore lo sentiva palpitare nelle tempie e le mani tremavano in modo impercettibile: aveva paura, non poteva negarlo - era come quella volta con Shukaku - ma lei come gli altri non poteva assolutamente permettersi di perdere una simile occasione e starsene lì a non far nulla.
Ancor meno se a farsi avanti per tutti era Kaoru, in modo tanto ingenuo e così disgustosamente adulatorio, soprattutto perché non sembrava stare fingendo. Masaru pensò bene di intervenire, visto che nessun altro sembrava averne tanta voglia. Si inumidì le labbra prima di proferir parola ed abbassò il braccio che teneva l'arma.


"Un'offerta davvero allettante Chomei-sama, come ha ben detto la mia compagna,"
esordì sistemandosi gli occhiali ed avanzando di qualche passo verso di lui, le parole vennero accentuate con gesti della mano libera affettati e tranquilli, come lo era il suo tono di voce, "ma a dirla tutta, se questo inferno è opera del Gedo Mazo, non credo che se ne starà a guardare mentre il suo pasto prende il volo. Entrambi vogliamo la stessa cosa, entrambi abbiamo gli stessi nemici. Un'alleanza per uscirne tutti vivi porterebbe a risultati novetolmente più grandi. Se non ti sta bene, allora ci limiteremo al tuo iniziale accordo, noi ti liberiamo e la tregua fra te e noi continuerà anche quando sarai libero. Ognuno per la sua strada."

Trovarsi col coltello dalla parte della lama non era mai buono al fine di un accordo, in quel caso non si era mai certi che sarebbe andato a buon fine o che le condizioni espresse sarebbero state accettate. Allora perché aveva avanzato quell'offerta?
Ma perché era convinta che quanto ad uscire da quel dannato buco lui ne sapesse più di loro, essendo un essere più antico di loro, e se doveva andarsene comunque da lì tanto valeva sfruttarlo per uscire anche loro.
Oltretutto, ancora non sapevano se c'erano altri nemici nei dintorni, che indubbiamente sarebbero stati un problema se a dargli vita era una creatura potente come il Gedo Mazo.

Qualcosa che di rado era visibile nei suoi occhi li velò quando il suo sguardo, all'apparenza neutrale, volse appena a guardare indirettamente la Tsuchikage, per un singolo istante prima di tornare al suo interlocutore. Curvò persino le labbra in un sorrisetto di circostanza rivolto allo Shichibi e che mai raggiunse le sue iridi.


"Inoltre non è mai stata nostra intenzione darti problemi, come avrai notato, al contrario di quei bastardi fanatici del Taisei che tanto vorremmo vedere morti. Nessuno qui è tanto folle da non comprendere il tuo valore, né da pensare di sfidarti. Credo per questo che la nostra sovrana sarà d'accordo con me quando dico che non è necessario promulgare inutilmente la sua prigionia, credo piuttosto che ti sarà molto più di aiuto da lucida. In caso contrario potremmo iniziare a pensare che tu non sia in grado di mantenere i rapporti con i tuoi alleati, quindi neppure le tue alleanze."


Davvero aveva preso a cuore quella vicenda? Beh, forse lo stava facendo perché non le andava di predere un elemento così potente del gruppo, né che fosse nelle mani di un potenziale nemico.
Notò Sadou avvicinarlesi, le sussurrò i suoi dubbi. Sì, ci aveva pensato, le era venuta alla mente ogni possibilità, ma le alternative che vedevano loro e il Chomei a mettersi i bastoni tra le ruote erano per la maggior parte dei casi un suicidio.
E ancora sapevano troppo poco di quel posto. E ancora non sapevano neanche se avrebbero trovato una maledetta uscita né in che modo.
Solo i Kami potevano sapere quanto odiava essere costretta a fidarsi alla cieca, ancor più se si trattava di certi elementi tanto potenti ed ambigui.


"Tsk! Ragazzini,"
commentò infastidita quando lui si fu allontanato, seguendolo con lo sguardo. Rammentò tuttavia di chi si trovava lì con loro e le iridi color cenere volsero un momento verso la bambina, sincere stavolta, "senza offesa."

In realtà dava ragione al ragazzo, seppur parzialmente, ma c'era un motivo se aveva risposto a quel modo: se quella bestia riusciva a sentirli da lì, non era sicura che non avesse sentito persino i sussurri del giovane, nel caso facendo crollare miseramente i tentativi di ingraziarsi la fiducia del gigante e quella era esattamente l'ultima cosa che serviva loro.


"Converrebbe non toccare il cuore dei cristalli,"
disse quietamente alle altre, osservando per un attimo il punto dov'era sparito Sadou, per poi tenere d'occhio nuovamente la donna bloccata - ah, se solo ci fosse stato un modo per lei di comunicare mentalmente - "se tanto mi dà tanto, forse ho capito di cosa si nutrono."

 
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view post Posted on 21/6/2018, 15:23
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Riuscì a catturarla. O forse si fece catturare... L'impressione che Rei ebbe fu che era stato troppo facile. Certo, lei era in gamba, e non era una questione di modestia o superbia: conosceva le sue capacità, e sapeva di essere una kunoichi di buon livello. Di certo, però, i riflessi della Tsuchikage le avrebbero permesso di rendersi conto dell'attacco, di schivare, di tentare qualcosa. Questo, se non avesse voluto farsi prendere.

A confermare i suoi sospetti, quell'unica richiesta. Un'implorazione che mal si abbinava alla bocca della donna che mai pregava.
"Salvatemi".

"Oh no... Oh no, Chiye-sama, dobbiamo salvarla!"
"Ci proveremo, Niijan. Era lei, ne sono sicura anche io."
"Sta soffrendo?"
"Probabile. Non avrebbe chiesto aiuto. E forse si rende conto che è un pericolo per noi, e questo dev'essere la cosa peggiore da vivere."


L'idea che si era fatta della regnante era di una donna forte e orgogliosa, una kunoichi esperta, e la prima e più totale servitrice della Roccia. Per questo, nella mente spezzata di Rei, la consapevolezza di essere la minaccia più grande per la propria gente doveva essere terribile da vivere, anche per una donna come Chiye Koizumi.

Il problema era: come liberarla? Si trattava di un'illusione? Un controllo mentale? Veleno? Di cosa...

BZZZZZZZZZZ

Avrebbe dovuto pensarci dopo.
Lo Shichibi era tornato, e nemmeno il tempo di allertare la squadra che se lo trovarono di fronte.
Enorme, ispirava potenza e distruzione, ma a quanto pare era in grado di ragionare e di parlare. Lo fece, proponendo una collaborazione.

E mentre gli altri parlavano, i cervelli di Rei iniziarono a macinare.

"Se potesse distruggerli da solo ci avrebbe chiesto qualcosa?"
"No, lo avrebbe fatto. Invece ha preso Chiye-sama!"
"Forse prendere il controllo di qualcuno è l'unico modo che ha per interagire coi cristalli. Se ci basiamo su quello che abbiamo visto con l'Ichibi, queste creature sono dotate di un potenziale enorme. Per lui siamo moscerini, o in questo caso prede... O mezzi."
"Potremmo ricordargli che siamo utili."
"Ha già la Sandaime. Potrebbe ordinarle di farci fuori, e poi distruggere i cristalli."
"Forse... Non è così cattivo come il Monocoda?"
"Forse... Anche se non la chiamerei cattiveria... Vuole scappare, è prigioniero almeno quanto noi. L'uomo del Taisei però ha detto che dovevamo proteggere i cristalli."
"Beh, ovvio, il Taisei vuole questi demoni rinchiusi!"
"Vero."


Il suo gruppo era di visioni diverse. Tra chi sembrava prostrarsi, chi tentava approcci più logici, le parve chiaro che l'umore generale fosse quello di collaborare col Bijuu, e non di combatterlo.
Per fortuna, si potrebbe aggiungere. Avrebbe evitato di impedire a qualcuno di morire come uno stolto contro un nemico impossibile da battere.

Era questo il problema: il divario di forze. Dovevano uscire da lì, e farlo il più interi possibili. Sacrifici erano accettabili, ma non obbligatori. E se il sacrificio era un po' di onore e orgoglio per la razza umana... Beh, cosa aveva fatto di buono la razza umana per Rei? Per Juuhachi, per Nijuusan, per tutti quelli che erano numericamente venuti prima di loro?

Quello che le serviva davvero erano informazioni.
Doveva capire. Prima di scegliere, aveva bisogno di comprendere.

Dunque non si mosse, non mollò per un istante la presa su Chiye, e attese che tutti parlassero. Quando anche Akiho fece capire che non avrebbe aggiunto niente, si rivolse a Chomei.

«Perché ti serve la Tsuchikage per distruggere i coralli? Qual è la loro natura, perché sembrano vivi?»

La voce era calma, e sotto le bende l'espressione era rimasta impassibile. L'essere un fantoccio di fibre aveva i suoi vantaggi, a volte.

C75O77u


 
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view post Posted on 21/6/2018, 18:04
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Qualcosa di strano stava accadendo, la mia arte illusoria si spezzò di colpo, eppure non l’avevo vista utilizzare la tecnica per liberarsi. Tutto ciò per me era molto strano ma le mie conoscenze si spingevano solo fino a un certo punto, non potevo sapere di preciso quello che aveva fatto per liberarsi dalla mia Genjutsu. Ma non c’era tempo di stare lì a pensare, vidi Shiori al mio fianco, poggiò una mano sulla mia spalla e, sempre mantenendo la sua calma divina, indicò, con l’indice, le mie ore sei. Ne avevo effettivamente il coraggio di girarmi? Qualsiasi cosa fosse non poteva di certo essere la via di uscita e il ronzio che potei udire qualche istante prima mi fece intuire facilmente che si trattava nuovamente del demone. Senza pensarci due volte tentai di allontanarmi da lui e, conseguentemente avvicinarmi al gruppo, con una capriola.

CITAZIONE
<taijutsu elusiva> Via del vagabondo/vendicatore: Capriola (Stm: -3/7)(Vel +50/100). Si tratta di una semplice manovra evasiva che sfrutta appieno l'innata agilità dello shinobi permettendogli di schivare la maggior parte degli attacchi ai suoi danni. Una volta accertatosi da che parte arriverà l’attacco, il ninja si muoverà scattando verso il lato opposto rotolando rapidamente e forsennatamente sul terreno fino a quando il pericolo sarà scampato, ritrovandosi nuovamente in piedi ed illeso.

Nel farlo m’accorsi che anche loro avevano notato la sua presenza, ma era impossibile non farlo. Quell’essere colossale stava iniziando a parlare, la sua voce meccanica era sufficiente a mascherare il pianto che dal mio risveglio era diventato l’unico suono udibile. Pur avendo una voce così strana, in qualche modo, pareva essere più che comprensibile, a dire il vero non avevo mai sentito un demone parlare, magari quella era la voce di tutti loro.

“Fra tutti voi inutili esseri ho fatto mia proprio la sovrana? Deve essere la mia giornata fortunata!”

Disse, con un accenno di macabra ironia. Ma quella, come tutte le altre che avevo ricevuto, non era altro che una preziosa informazione. Potei infatti dedurre che non aveva il pieno controllo di chi veniva dominato mentalmente, ergo era tutto casuale, come se fosse stato un gioco per passare il tempo.

Quella più manesca del gruppo iniziò a conversare diplomaticamente con il demone, il tutto, ai miei occhi, appariva disgustosamente ironico. Come poter pensare di diventare alleato con qualcuno come quell'essere? Nel "contratto" che stavano stipulando, però, qualcosa non andava. Si è parlato di catene che bloccano il demone ma io non le vedo. Poi era stato detto che i cristalli avevano qualcuno dentro, ci era stato detto di proteggerli, di nutrirli, ma cosa voleva dire tutto questo? E le cristallizzazioni di chakra, perché erano lì?

Forse qualcuno aveva veramente tentato di segregare il demone con delle catene... forse quelle cristallizzazioni non erano altro che persone, il cui chakra, che costituiva le catene, era stato cristallizzato e loro avevano fatto la stessa fine.
Non potevo esserne certo ma a quel punto qualunque ipotesi era meglio rispetto alla negoziazione. Cercai di parlare a bassa voce, speravo di poter minimizzare la possibilità di poterci sentire.

Non ti pare già abbastanza libero? Ho il sospetto che voglia tentare di ingannarci. Ricordate quanto detto dal ferito? Parlava di catene che tenevano bloccato il demone, ebbene dove sono queste catene? Sospetto che l'ultima volta che quel signore ha visto l'essere mostruoso, proprio quest'ultimo, era tenuto bloccato con delle catene di chakra. Non può essere solo una la soluzione, sappiamo che dentro i cristalli c'è qualcosa di vivo... inoltre osservate, ci sono dei cristalli blu più piccoli attorno a quello grande, a detta del ferito sono cristallizzazioni di chakra.

Feci una breve pausa, lanciai una rapida occhiata verso l'enorme cristallo blu, presi un po' di fiato e continuai il discorso.

E se quello fosse il chakra della presenza viva custodita all'interno del cristallo? Parlate con il demone, tenetelo impegnato, devo provare una cosa.

Feci un'altra capriola per evitare il miele e per avvicinarmi di più.

CITAZIONE
<taijutsu elusiva> Via del vagabondo/vendicatore: Capriola (Stm: -3/7)(Vel +50/100). Si tratta di una semplice manovra evasiva che sfrutta appieno l'innata agilità dello shinobi permettendogli di schivare la maggior parte degli attacchi ai suoi danni. Una volta accertatosi da che parte arriverà l’attacco, il ninja si muoverà scattando verso il lato opposto rotolando rapidamente e forsennatamente sul terreno fino a quando il pericolo sarà scampato, ritrovandosi nuovamente in piedi ed illeso.

Mi accovacciai vicino alla costellazione di cristalli, molti di questi erano più piccoli rispetto a quello grande, dal color zaffiro. Il mio piano? Volevo fare un tentativo, collegare i cristalli più piccoli che, a detta del ferito, erano fatti di chakra, a quello più grande. Cominciai a concentrare parte del mio chakra sull’indice della mano destra, potei sentire quest’ultimo scaldarsi sempre di più.

CITAZIONE
<fuuinjutsu> Sigillo di Incisione (costo: NA) (eff: variabile)
E' una tecnica più che di sigillo, affine a molte altre tecniche, e necessaria per utilizzare i sigilli "permanenti" che vanno letteralmente bruciati sulla pelle delle persone.
Consiste nel concentrare il proprio chakra in un dito, rendendolo di fatto ustionante. Passando il dito su qualsiasi superficie, questo lascerà una scia bruciata al suo passaggio, permettendo così di scrivere senza inchiostro o altri artifici. Non è una semplice ustione, oltretutto: è virtualmente impossibile rimuovere le scritte tracciate in questo modo, se non distruggendo la superficie su cui sono state incise. Nel caso sia "vivente", anche se i lembo di pelle dovesse danneggiarsi o venire rimosso, guarirebbe con la scritta ancora presente, preservando qualsiasi proprietà magica avesse il sigillo tracciato in questo modo.
La modalità di rilascio di questa tecnica funziona unicamente per scritte non legate ad altri sigilli. Se si vogliono cancellare sigilli scritti con questa tecnica, si dovrà invertire quelli, e non questa.

Quindi iniziai a tracciare delle linee di chakra sul terreno per collegare i cristalli più piccoli tra loro, concettualmente stavo semplicemente marchiando la superficie rocciosa, nella speranza di creare un ponte tra un cristallo e l’altro. Avrei tentato di tracciarli tutti, lasciando quello più grande per ultimo. Tante cose erano state dette su quel cristallo, ma quali erano vere? Quali di queste non erano mere supposizioni?

Lo volevo scoprire, lo dovevo scoprire. Insanabile era la voglia di conoscere, di sapere, a tal punto che fu sufficiente a guidare la mia mano nell’iniziare a tracciare una linea che avesse collegato quelli più piccoli con il cristallo grande.

Proprio mentre la mia mano si avvicinava di più, mentre i centimetri di distanza si riducevano e il mio dito diventava sempre più caldo, qualcosa mi fermò, qualcuno.

No.

Una voce afona ordinò imperativamente di fermarmi, ma non fu solo quello ad arrestare il mio avanzamento. Vidi un’altra mano, bloccare il mio braccio da qualsiasi movimento, alle apparenze sembrava spettrale, quasi priva di forma. Era stata ancora lei, Shiori.
Ma quel fare superiore mi fece riflettere, avevo a che fare con una guida o con il rovescio della medaglia? Shiori poteva essere anche la seconda “vocina”, quella che marcia contro tutte le decisioni che prendo, quella che modifica i miei pensieri contro il mio volere.

Ciò che è morto... è rigido, fermo, duro.
Ciò che è vivo... è flessibile, è tenero.


Non me ne capacitavo, l'ennesimo dubbio da risolvere, Shiori non aiutò per niente. Cosa diamine voleva intendere? Cosa stava cercando di farmi capire?

La mia mano era ancora pochi centimetri dal cristallo... forse la possibile risposta del demone, in seguito alla domanda posta dalla ragazza bendata, avrebbe risolto quell'enigma.

 
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view post Posted on 25/6/2018, 22:18
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Beh... se le condizioni erano quelle... affare fatto! - o almeno, era quello che avrebbe voluto gridare alla volta di quella incredibile creatura: una creatura così potente da aver assoggettato alla sua volontà niente meno che la loro Regina!
Un misto di sconforto, incredulità e religiosa ammirazione riempiva l'animo della kunoichi ancora inesperta, affacciatasi per la prima volta in un mondo dove la meraviglia è di serie. Comprese finalmente che quelli che credeva nefasti, a torto o ragione, altro non erano che gli influssi dell'essere divino che si degnava di rivolgere loro la parola. In termini comprensibilmente dispregiativi, chiaro, ma si poteva perdonare un certo disprezzo di fronte a una tale differenza di potere.

Volendo dipingere un quadro riassuntivo della situazione: i cristalli lagnosi avevano imbambolato i compagni di quel rudere umano che il ragazzino aveva cercato di curare, ed erano i responsabili della prigionia del Signore degli Insetti – il quale aveva appena fatto loro una proposta che non potevano rifiutare.

La prima occhiata ansiosa andò a posarsi su Akiho-sama: era dello stesso avviso, vero?
Una donna del calibro della Koizumi minore non avrebbe potuto che esserlo, mentre sentiva ragionevolmente di dubitare delle capacità deduttive del resto della squadra. Probabilmente i pregiudizi verso gli invertebrati offuscavano indebitamente il loro discernimento: era suo preciso dovere compiere la prima mossa a favore di un'apertura tra i due fronti. "Ecco! Vedete che sono creature magnanime, per chi sa portare loro rispetto?!" Proclamò facendo un unico passo avanti, e sprofondando in un inchino a novanta che avrebbe tributato solo all'ape Regina di tutte le Regine.
Forse il suo gesto aprì davvero gli occhi alla donna che l'aveva salvata, forse ella aveva solo deciso – saggiamente – di seguire i suggerimenti di chi aveva più conoscenze in campo di lei, fatto sta che udì la spadaccina rivolgere offerte a sua volta verso la grande sovrana alata.
Con un po' troppe parole, a dire il vero.
Cercò di farle capire, tossicchiando piano e facendo qualche smorfia, che forse la stava un po' tirando per le lunghe... ma alla fine poté solo sperare in un frangente di eccezionale buon umore e pazienza da parte del grande insetto.

Un frangente particolarmente buono, insomma, perché le reazioni del resto della squadra si fecero mano a mano meno appropriate e corrette. In sostanza, si arrivò alla bambinetta bendata che faceva domande al limite dell'insolenza, come se parlasse con la donna delle pulizie incontrata per strada, e al ragazzo raccattato nella grotta che addirittura vaneggiava e compiva strani gesti incomprensibili.
E la cosa peggiore era che non poteva farci nulla.
Sollevò una mano per premersi le tempie con le dita, pregando tutte le regine dei mille fiori di assisterla in quel frangente di prova così critico.

"Vogliate perdonare l'insolenza dei miei compagni, o Sommo Alato! Essi ignorano la maniera corretta di rivolgersi a chi li sovrasta, come le stelle del cielo fanno coi fili d'erba!"

"Adesso finitela, tutti quanti! Mi state mettendo in imbarazzo! E lasciate parlare me, per mille fuchi a pallini!!"

 
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view post Posted on 26/6/2018, 21:40
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Come avesse fatto quell'insetto gigante a sedurre e sottomettere al suo volere la Tsuchikage rimaneva un mistero per tutti, ma certamente non potevano sorprendersi per quell'improvvisata. Akiho, pur voltandosi in direzione di colui che aveva scatenato tutto quel putiferio, rimase accanto alla sorella maggiore. Avere un demone a pochi metri di distanza non era un qualcosa che molti erano stati in grado di raccontare ai posteri, ma per quanto la riguardava Chiye veniva prima di ogni altra cosa. Doveva riportarla a casa, doveva aiutarla. La sua supplica silenziosa era stata per lei un sollievo e una tortura al contempo: era ancora viva, stava lottando per venire fuori da quell'imposizione, ma soffriva nel farlo. Sensazione pessima, essere spettatori dei propri atti. Quella del demone non era una vera e propria possessione, ma un manipolamento mentale; aveva tessuto a fondo la sua tela appiccicaticcia in modo tale da imbrigliare la più pericolosa delle marionette presenti. Era stato davvero fortunato, di una fortuna a dir poco sfacciata. Ma per quale motivo era caduta lei fra tutti loro? Un quesito quanto meno interessante, che attraversò in particolar modo le menti sia della piccola e caparbia Rei, determinata più che mai insieme alla sua seconda coscienza, Niijan, a tentare di salvare la sovrana e strapparla dalla sua agonia, che della maggiore delle Koizumi, che più di tutti loro pativa in silenzio per quella situazione. Anche Masaru fu intenerita dalla visione semi sofferente della grande Chiye, al punto da identificarsi in lei e richiamare alla mente determinati episodi del suo passato; Kaoru dal canto suo la venerava come fosse la Regina delle Regine, non poteva certo essere indifferente alla perdita della sua sovrana. Quel sentimento le accomunava tutte, e per la sovrana si sarebbero battute pur scendendo a patti con un demone.
Preso in contropiede, Sadou - che era quello meno accorato alla situazione della sovrana della Roccia, per ovvie ragioni - fece una rapida capriola per avvicinarsi maggiormente alle compagne e guardare finalmente in faccia l'insetto corazzato dalle sette code. Era enorme. Quel corpo oblungo occupava praticamente tutta la colonna sulla quale sostava e buona parte dei cristalli violacei avviluppati ad essa avevano ceduto sotto il suo peso, spegnendosi e regalando alla figura insettoide una luce ancor più sinista del normale, evidenziando marcatamente le semplici scanalature dell'armatura e la pericolosità del suo gigantesco corno. Si rivolse a loro affabile la creatura, protendendosi verso il cunicolo per osservarli con occhi che per loro erano impossibili da decifrare. Muoveva piano le ali, producendo un brusio appena percettibile da chi di loro aveva buon orecchio. Curioso.
Alla gentile offerta dell'insetto risposte diplomaticamente la giovane Masaru. Fece tutto quanto fosse in suo potere per contrattare con la creatura e permettere così non solo una tregua fra di loro, ma anche alla Tsuchikage di liberarsi dalla sua astratta prigionia. Akiho ascoltava attentamente le sue parole, gettando di tanto in tanto un'occhiata alla maggiore stretta nella morsa delle fibre nere; era partita bene, ma quell'ultima provocazione finale aveva macchiato quel discorso tanto certosino. Quello che somigliava tanto a un pesante sbuffo venne emesso dalla creatura, e contestualmente le sue ali s'agitarono. Chiye fece una smorfia.


Mi fa piacere che anche voi abbiate poca simpatia per quei vermi, giovane umana.. ma la tua impertinenza mi fa venire voglia di farti squartare da quella donna che tanto ammiri e gustarmi lo spettacolo.

Gelido. Quell'apparentemente innocua provocazione non gli era piaciuta proprio per niente, tanto che pure la domanda priva di inflessioni particolari posta da Rei parve cadere nel dimenticatoio. Fu il miracoloso intervento di Kaoru ad alleggerire quella tensione palpabile, distogliendo appena l'attenzione del gigantesco insetto da Masaru e dal giovane Sadou, che si era avvicinato a lei per sussurrargli qualcosa. Chomei ascoltò la sua aperta venerazione, placandosi appena; le ali si mossero via via più lentamente e un verso di compiacimento si levò da sotto l'elmo dell'armatura.

Lo ben credo amica degli insetti. - sottolineò particolarmente quell'aggettivo, come se apprezzasse l'esistenza di qualcuno che nutrisse col proprio chakra degli esseri tanto operosi quanto insignificanti, ma del tutto simili a lui nell'aspetto. Loro erano abbastanza sfortunati da non possedere forza necessaria contro gli uomini, superiori a loro almeno per stazza; al contrario lui era estremamente fortunato. - Tornando al discorso di prima.. ti dispiacerebbe piccola spiegare tu a quell'umana che non sono così stupido come evidentemente insinua? Davvero pensa che lascerei libera l'unica garanzia che ho per tenervi praticamente fra le zampe? Non siete cambiati per niente.. secoli passati a fregarvi fra di voi e credete che questo possa attaccare con uno come me. Patetico.. - Sembrava disgustato da quel comportamento, come se quella semplice frase avesse fatto crollare ogni cosa, ogni buon proposito. E poi non era lui a dover scendere a patti con degli umani. Nossignore.

Per quanto riguarda i cristalli, piccola umana sfilacciata.. - si rivolse dunque a Rei, memore della sua domanda passata in secondo piano. - ..mi pare piuttosto ovvio. Non riesco a sentirli, io che sono un demone. Non possiedo quella che voi chiamate 'anima'. - Disse, sistemandosi meglio sulla colonna, o meglio scendendo da essa, generando piccoli smottamenti a ogni movimento. Se fosse stato abbastanza brusco, avrebbe potuto seppellirli li. - Suppongo che l'anima di qualche mentecatto sia rimasta intrappolata quando il Gedo Mazo ci ha trascinati tutti dentro. Ma un'anima risuona soltanto con un'altra..

E mentre il discorso con l'insetto gigante prendeva pieghe più macabre di quanto fossero in apparenza, Sadou si era avvicinato ai cristalli più piccoli indisturbato, seguito con la coda dell'occhio soltanto dalle due Koizumi. Stava per fare qualcosa, ma si era bloccato a metà strada, come se si fosse pentito della decisione che stava per prendere. - Quindi mi stai dicendo che mia sorella ti serve solo perché, a differenza tua, è in grado di entrare in risonanza con queste anime? - chiese Akiho a bruciapelo, spezzando il silenzio in favore di una conferma che arrivò con un cenno del capo da parte del demone. Fu allora che Sadou avvertì la voce, che lo chiamava, lo implorava di mandare via la bestia. Agitata, questa sembrava appartenere a un maschio.



PER FAVORE, ASCOLTAMI.. AIUTAMI! NON ANDARE VIA! SALVAMI!



Prossima Scadenza: 03/07 (se riuscite a fare comunque entro domenica tanto di guadagnato per voi ragazzi) #semicopyandpaste
 
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view post Posted on 27/6/2018, 15:33
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Uno sbuffo seccato riecheggiò con forza nella grotta mentre l'espressione di Chiye mutava in una ancor meno rassicurante del suo ghigno, poche parole, quella frase di compiacimento e poi... quella minaccia.
La tensione che aleggiava nell'aria salì alle stelle, accompagnata da una sgradevole sensazione che voleva emergere e manifestarsi nella giovane donna, proprio perché nel cuore della tempesta c'era lei.
Il suo battito accelerò ed i capelli dietro la nuca si rizzarono in allarme. Difficile contenerla da quant'era forte, ma lei tentò comunque di celare agli sguardi altrui la sua reazione, se il suo pallore e la rigidità non erano abbastanza evidenti.

Pochi istanti a tenere gli occhi su quello della donna soggiogata, aggrottando appena la fronte ed indietreggiando di un passo, poi le diede le spalle e fissò la grande bestia.
Aveva inusualmente lasciato che le emozioni si esprimessero per lei, era per questo che il suo bel discorso a un certo punto era sfumato, era per questo che odiava farsi coinvolgere emozionalmente.


"Mi rincresce per il mio grave errore, Chomei-sama, non era mia intenzione recare offesa e ti prego umilmente di concedermi il tuo perdono, ti do la mia parola che non succederà nuovamente. È stato il timore nel trovarmi di fronte ad un essere così potente e divino a parlare per me."


Riprese lei, accentuando le parole con una mano poggiata sul cuore, senza mai distogliere lo sguardo dallo Shichibi.
Stavolta non si sarebbe lasciata dominare dalle sue stesse emozioni, l'obiettivo però rimaneva lo stesso, così fece del suo meglio per ricucire quello squarcio e per riconquistare la sua fiducia, perché per quanto l'intervento di Kaoru fosse stato propizio, non le dava comunque il diritto di decidere da sola per gli altri.
Se fosse stato un suo superiore a ordinarglielo allora le cose sarebbero cambiate, ma per il momento andavano discussi i dettagli dell'accordo, senza accettare alla cieca, senza altri errori.


"Mai ho pensato di ingannarti né di te come di uno stolto, al contrario ho creduto che per un essere dotato d'immensa forza ed intelligenza come te non fosse necessario mantenere il controllo sulla nostra sovrana, potendolo riacquisire in qualsiasi momento in caso di tradimento da parte nostra.
Ma non c'è ragione alcuna per noi di tradirti, non abbiamo nessun interesse nel mantenere i cristalli attivi, solo il desiderio di poter uscire vivi da questo luogo. Inoltre saremmo degli stupidi a pensare di tradire un così potente ed eccelso alleato."


Fece una pausa per lasciarlo assimilare le sue parole, prima di continuare.


"Se rifiuterai non insisterò oltre, ma confido nella tua infinita saggezza a concederle una possibilità, è una donna capace di grande riconoscenza verso chi porta benevolenza e rispetto a lei ed al suo popolo. Sarebbe la prima a farsi avanti in questa alleanza, non ne rimarrai deluso."


Le ultime parole vennero accompagnate da un gesto del braccio ad indicare la Tsuchikage. Lo pensava davvero quello che stava dicendo? Difficile a dirsi, la conosceva da troppo poco, ma anche in quel poco aveva visto qualcosa, seppur le era attualmente complicato definirlo con certezza.

 
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Che situazione infelice.
Non c'era una via di uscita da nessuna parte, non una che lei riuscisse a vedere. I pezzi erano lì, la scacchiera pure, ma le sembrava di essere costantemente sotto scacco matto.
Con le sue fibre strettamente legate attorno alla Tsuchikage, la piccola Chuunin tentò disperatamente di ricomporre quello che avevano, rifacendosi a tutti i dettagli che aveva potuto percepire.

Era cominciato tutto con quel tremore, quando si erano svegliate e avevano trovato Sadou. Il tremore che aveva anticipato la comparsa di Chomei, il quale probabilmente ipnotizzava le sue vittime oltre all'imbozzolarle come facevano i ragni.
Secerneva veleno, un veleno che consumava lentamente facendo agonizzare le prede. Rendeva il loro sangue viscoso, provocando probabilmente la necrosi dei tessuti dato che i capillari non riuscivano più a farlo scorrere.
A questo si aggiungevano le spore, qualcosa di talmente potente che anche lei, che non respirava, ne era intaccata.
Insomma, attaccava da ampio raggio, ed era dannatamente veloce. Tentare di sfuggirgli sarebbe stato solo controproducente.

I cristalli... Il tizio del Taisei aveva detto di proteggerli. Ma il Taisei voleva rinchiudere i Bijuu ed era disposto a sacrificare la propria vita per farlo, quindi non erano un punto di vista troppo condivisibile.
Rei avrebbe sacrificato letteralmente qualsiasi cosa per il bene di Iwa, e in quel momento portare la sua Tsuchikage e le sue compagne fuori da lì rappresentava, per lei, il bene di Iwa.
Anche perché... Persino volendo, cosa potevano fare per liberare le anime intrappolate? Come si entrava in risonanza con un cristallo?

"Io quel coso non lo tocco."

Un pensiero semplice, cristallino. Non intendeva mettere a rischio le sue due anime per gente di cui ignorava l'identità.
Il membro del Taisei aveva detto che i cristalli chiedevano di essere protetti e rafforzati, a costo di perdere loro stessi.
E l'uomo che era entrato in contatto col cristallo inizialmente aveva perso parte del suo calore, per poi, presumibilmente, perdere tutto.

"Col cazzo che lo tocchiamo, Niijan."

Inspirò ed espirò lentamente. Non le serviva farlo, ma dava ritmo ai suoi pensieri.

"Lo Shichibi ha detto che è la sua giornata fortunata... Quindi non mirava esplicitamente a Chiye-sama, o quantomeno non sapeva che fosse il nostro capo. Può darsi che il suo potere copra un'area di cui non ha il pieno controllo, e si focalizzi in maniera casuale... Altrimenti avrebbe saputo subito che la Sandaime era la più forte."

Era poi stato il primo a proporre uno scambio di "favori". Questo perché, come confermò in seguito, aveva bisogno di loro per distruggerli.

Strinse più forte le fibre attorno alla Tsuchikage. Voleva farle male, graffiarle la pelle, niente di veramente serio perché in quella situazione non poteva fare altro... Ma forse il dolore la avrebbe aiutata.
Non lo sapeva, doveva tirare a indovinare. La scacchiera era buia e doveva muovere i pezzi ad occhi chiusi.

Il ronzio che aveva assordato tutti fino a quel momento si era fatto molto più pacato. Una gentilezza del Bijuu per poter parlare meglio? Improbabile ma possibile.
Di certo sembrava contento dei salamelecchi di Kaoru e Masaru... Più della prima, che si stava dimostrando nuovamente una risorsa paradossalmente utile a parlare con l'elemento grosso e inquietante della situazione.

«Esatto...» prese la parola con l'intento di correggere meglio il ragionamento del Demone, aggiungendosi a quello di Masaru. «Sappiamo bene di non avere alcuna speranza contro di voi, Choumei-sama.»
Aveva visto che godeva degli appellativi rispettosi, e non aveva problemi a usare tutti gli onorifici di questo mondo. La sua espressione sarebbe rimasta indecifrabile grazie alle bende, e il tono sempre basso e calmo.

«Quindi avere di nuovo la Tsuchikage sarebbe d'aiuto per eseguire il compito al meglio. Probabilmente i suoi sensi fini sarebbero più utili se potessero esprimersi liberamente, senza dover combattere contro una costrizione che forse non riesce a capire.»

Aveva implorato aiuto.
Aveva implorato.
Non sapeva cosa stava succedendo dentro la testa della Koizumi maggiore, ma di certo non era piacevole.

«I nostri obiettivi coincidono, Choumei-sama: uscire da qui, e vendicarci di chi ci ha rinchiuso qua dentro. Unendo le forze, tutte le forze a nostra disposizione, potremmo essere più efficienti.»

Stava continuando a stringere la Tsuchikage, come per non farla scappare.

«Inoltre, una volta fuori di qui, potremmo esservi utili. Come villaggio abbiamo un certo potere e una discreta influenza, e potremmo assicurarci che gruppi come il Taisei spariscano completamente dalla scena.»

Doveva giocare d'astuzia, o almeno provarci, per convincere il Sette Code a non sterminarli tutti una volta usati per quello che voleva. Quel Demone era immortale, giusto? Era rimasto intrappolato per secoli. Significava che il timore che qualcuno potesse catturarlo di nuovo era qualcosa di insito in lui.
E Rei lo sapeva bene, che una volta provata la gabbia, l'ombra delle sbarre ti rimane per sempre addosso, popolando i tuoi incubi.


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La replica altezzosa del regale insetto non tardò a sferzare le sue compagne – e qui non poterono mancare i pugni serrati ed un'espressione di forte disappunto, mentre occhiate cariche di disapprovazione dardeggiavano alla loro volta. “Visto??” sembrava dire la Kamizuru, con cenni del capo e il contrarsi delle labbra, appoggiando in pieno – manco a dirlo – l'appunto del demone risentito.
Il discorso sulle anime non le interessava più di tanto: mentecatti, per l'appunto. Dovevano pensarci, prima di farsi rinchiudere dentro dei cristalli così, a caso... un modo di morire che tuttavia faceva venire i brividi anche a lei. La cosa che però la toccava più di qualsiasi altra, fu l'affermazione riguardante le anime: ecco, non solo si facevano rinchiudere, ma per colpa loro il Cercoterio si era preso il disturbo di impadronirsi di un essere umano. Il più importante essere umano in circolazione.
Se non fosse stato sconsigliabile in quel frangente, avrebbe sbuffato come solo la cameriera-capo sa fare con le sguattere appena assunte, avrebbe marciato dritta dritta da quei fessi rinchiusi ed avrebbe fatto loro una ramanzina coi controfiocchi.

Se non altro, la kunoichi che l'aveva salvata dai banditi era stata abbastanza sveglia da imparare subito dai propri errori: cercava di convincere la possente creatura a lasciar andare la loro sovrana, blandendola il più possibile. Difficile dire se avrebbe funzionato. I sovrani hanno tre maniere di reagire alle suppliche insistenti: ignorarle, lasciarsi commuovere o esplodere nell'irritazione più cocente – e Chomei non sembrava essere minimamente incline alla seconda possibilità. Ad occhio e croce, la terza sarebbe stata la più verosimile. La bambina malaticcia aggiunse immediatamente le proprie preghiere accorate a quelle della sua compagna; per quanto riguardava lo strano ragazzo che avevano trovato nella caverna, difficile aspettarsi da lui un qualche tipo di collaborazione che andasse oltre il saltellare in giro e giocherellare coi cristalli.
In tutto ciò mancava qualcosa di fondamentale, che le sfuggiva ancora.
Chiederle di lasciare Chiye-sama... era naturale che non avrebbe accettato, non si arretra a un passo dallo scacco matto, a meno che - ed era in questo, che le suppliche delle kunoichi trovavano il loro punto di forza – non la si fosse convinta che l'aiuto di Chiye-sama sarebbe stato il più potente dei mezzi verso la liberazione.

C'era bisogno tuttavia di aggiungere qualcos'altro sul piatto delle offerte, che facesse pendere la bilancia nel verso desiderato... e alla fine lo capì, mentre si tormentava il labbro inferiore con le dita: “Sommo Alato, perdonate la mia impudenza” esordì con un pomposo inchino “Non mi appartiene la presunzione di poter essere considerata al pari della vostra regale preda... tuttavia, se ciò dovesse incontrare il vostro favore, mi permetterei di offrirvi il mio corpo in cambio di quello di Chiye-sama... in modo da beneficiare appieno delle sue straordinarie abilità. Vi offrirò il mio pieno supporto nella ricerca di quelle... risonanze... che richiedono la Vostra venerabile attenzione.”
L'unica seccatura sarebbe stato il dover cercare le anime lagnose, invece di ignorarle in santa pace come aveva fatto fino a quel momento; per il resto... insetti dentro, insetti fuori, quale sarebbe stata la terribile differenza?
Nessuno avrebbe potuto svolgere un simile incarico, in maniera più competente di Kamizuru Kaoru.

 
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Edited by Get scared. - 3/7/2018, 17:22
 
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Difficoltose erano le trattative col demone, specie in quella determinata situazione. Non ci voleva un genio a capirlo. Non soltanto l'immenso Chōmei era dotato di un'intelligenza piuttosto sottile e di una forza a dir poco devastante, al cui confronto la loro era come quella di una manciata di formiche sparute in un formicaio oramai devastato dal pesticida, ma l'ago della bilancia protendeva palesemente in suo favore. Ottenere il controllo sulla sovrana era stato davvero un grosso colpo di fortuna per lui, non soltanto perché aveva neutralizzato la minaccia più preoccupante ma soprattutto perché stava rivelandosi un autentico scacco per quelle stupide umane che seguitavano a trattare per la sua libertà. Dovevano davvero essergli devoti, dato che continuavano ad annaspare con richieste che avevano si un senso, ma che nella sostanza non cambiavano poi molto. Anzi. Renderla indietro era perdere una garanzia importante, senza contare che non aveva certo la certezza di poter nuovamente usufruire di quel pozzo prezioso. Era piuttosto resistente, quella donna con un solo occhio. Poteva sentire la sua volontà, quel desiderio di evadere.. e no, era quasi del tutto certo che se l'avesse allentato la morsa avrebbe trovato il modo di non cadere nel tranello la seconda volta.
Volse la sua attenzione nuovamente sulla Takeda, che dopo quel primo scivolone aveva raddrizzato il tiro, spiegando in maniera maggiormente reverente quello che le sue precedenti parole avevano sbagliato a raccontare. Non era facile decifrare l'atteggiamento dell'insetto, specie perché il suo sguardo per loro era un mistero, nascosto in quella sorta d'elmo di carne e ossa. Percepiva Masaru che era puntato su di lei, ma nessuno di loro era in grado di capire se fosse semplicemente indice d'attenzione o se stesse riservando uno di quegli sguardi truci che di solito si volge a chi non si ha voglia di ascoltare. Rei venne in soccorso verbale della compagna, incalzando maggiormente sull'utilità della sovrana da libera, sulle sue potenzialità e benevolenza nei confronti di chi aiutava lei e il suo popolo, stringendo maggiormente le fibre attorno a Chiye che strinse i denti e si inginocchiò sul destro, resistendo immobile al dolore che la sottoposta stava procurandogli. Akiho strinse una delle fibre tese per far comprendere alla giovane prescelta di allentare un po' la presa, di non esagerare; dopotutto la maggiore della Koizumi rimaneva immobile nella morsa e non aveva nemmeno tentato di liberarsi, cosa che presumibilmente avrebbe potuto fare benissimo se solo avesse voluto. Possibilmente quello era il volere di Chōmei. Sbuffò. Quella discussione cominciava a stancarlo, oltre al fatto che gli stava facendo perdere tempo.
Anche Kaoru, che era entrata facilmente nelle grazie dell'insetto per via della sua naturale affinità con la specie, aggiunse qualcosa d'interessante per poter indorare maggiormente la pillola. Contro ogni pronostico si propose come merce di scambio, e l'attenzione del demone fu nuovamente direzionata verso di lei. Aveva del fegato la ragazza, doveva ammetterlo. Peccato che lei non valeva quanto la Tsuchikage, e soprattutto non aveva i 'requisiti'.


Una proposta piuttosto interessante, amica degli insetti. Peccato che tu non possiedi i poteri di quella donna.. cosa che non mi garantirebbe nulla, a livello pratico. - disse semplicemente, sospirando e scuotendo la testa. Sembrava stesse ragionando sulle possibilità che gli erano state poste sul piatto d'argento, come un critico culinario dai gusti difficili.

Devi fidarti di noi, esattamente come noi stiamo fidandoci di te. - intervenne Akiho, incalzando a sua volta il demone dalle sette code. Sembrava aver capito quali fossero i ragionamenti del nemico, quali dubbi lo assillavano. E in effetti, chi dava a loro la certezza che Chōmei dicesse il vero? Che spezzando le sue catene anche loro avrebbero potuto uscire da li? Conosceva davvero l'uscita? E d'altro canto, come poteva fidarsi il demone di quegli umani opportunisti che prima lo provocavano e poi lo veneravano nel giro di pochi minuti? Una situazione difficile.
A sbloccarla però fu inconsapevolmente Sadou, che dopo esser rimasto a bisbigliare in direzione dei cristalli e aver usato la tecnica della trasformazione per tornare un bambino, si era avvicinato alle donne della Roccia, annunciando serafico che all'interno del cristallo c'era qualcuno. Sogghignò Chōmei. Forse aveva appena trovato il modo per testare la lealtà di quelle donne.


D'accordo allora, ma ho bisogno di prove, così come ne avete bisogno anche voi. - cominciò, con un tono quasi rassegnato all'idea di scendere a patti con degli umani. Mosse le ali in maniera più frenetica, causando un ronzio breve ma abbastanza intenso da far male alle orecchie più sensibili. Chiye fece l'ennesima smorfia di dolore e un rivolo di sangue le scivolò dal lobo dell'orecchio sinistro. - Facciamo così. Tu, amica degli insetti.. - si rivolse a Kaoru. - ..uccidi quel ragazzino. - ordinò perentorio, indicando Sadou come vittima sacrificale per dimostrargli buona volontà e reale devozione. - E tu, ragazzina sfilacciata.. - quindi si rivolse a Rei. - ..lascia la donna con un occhio solo e distruggi quel cristallo. Se lo farete, la lascerò libera e insieme cercheremo di uscire da questo posto monotono e opprimente. - quella era la sua ultima offerta; prendere o lasciare. Il loro destino e quello della sovrana della Roccia era nelle loro mani.



Prossima Scadenza: 12/07 (se riuscite a fare comunque entro domenica tanto di guadagnato per voi ragazzi siete dei fighi) #semicopyandpaste
 
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Dovette trattenere un sorriso compiaciuto la donna, che sarebbe risultato inappropriato nei confronti del Bijuu, quando vide le compagne di squadra che finalmente la spalleggiavano nel verso giusto, rafforzando a modo loro la sua offerta. Una cosa che fece passare in secondo piano persino il timore che l'aveva accompagnata nel sentirsi addosso quello sguardo umanamente impossibile da comprendere, che sembrava quasi mettere a nudo la sua anima.
La sorprese tuttavia l'avanzata di Kaoru, inaspettata quanto azzardata da parte di un soggetto simile, alla quale rivolse uno sguardo in tralice di difficile interpretazione, studiandola.

Lo sbuffo del Bijuu lasciava sperare ben poco, ma dalle sue parole sembrava comunque interessato e fece loro un'ultima offerta, non esattamente la migliore. Questo dovuto all'intervento del ragazzo del Gelo che, per quell'ovvietà sui cristalli enunciata a gran voce, divenne vittima principale del crudele sadismo della bestia, che mostrava indifferenza verso il nuovo aspetto del giovane, il quale metteva in luce l'innocenza benevola delle motivazioni che lo spingevano ad andare in quella specifica direzione.
Molti avrebbero indubbiamente visto nobiltà d'animo nelle sue intenzioni, lei ci vedeva più che altro ingenuità infantile.

Non avrebbe avuto problemi ad eseguire quella richiesta se l'avesse fatta a lei, non emozionalmente almeno, ma neppure ne sarebbe stata entusiasta.
L'intelligenza di quel mostro era affascinante ma terribile quanto la sua crudeltà. Tutto ciò le ricordava personaggi del suo passato che era molto meglio perdere che incontrare. In altre parole non le piaceva.
A che gioco stava giocando davvero quella maledetta bestia? Era un trabocchetto? Li stava mettendo realmente alla prova... oppure voleva solo metterli l'uno contro l'altro per il gusto di farlo?
Quel suo sogghignare sommesso le aveva messo ancor più il dubbio, ma quella richiesta fu comunque un buon pretesto per mettere in pratica una strategia subdola.
Sì, perché quando il Bijuu si era infuriato con lei, quando poco prima aveva risposto sbuffando, la Jinton aveva notato il collegamento tra il livello di sofferenza della Tsuchikage e la velocità con cui le ali dell'insetto si muovevano.

Il sanguinamento dell'orecchio dell'altra aveva spazzato via ogni dubbio, era il suo ronzio la chiave di tutto. Era il suono. Nel momento stesso in cui l'aveva compreso, la Takeda aveva capito anche che liberarla apertamente avrebbe significato perdere totalmente la fiducia dello Shichibi.
C'era tuttavia un modo ben più subdolo per costringerlo, per assicurarsi che la liberasse comunque - magari fingendo di averla liberata di sua volontà, se aveva ben calcolato il suo orgoglio -, così accadde che mentre agganciava alla cintola la balestra ella passò in rassegna i vari sguardi, finché non si soffermò su quello di Rei per un istante e, muovendo la sinistra a stringere il fodero della viverna, indicò con gli occhi Chiye. Certa che quest'ultima non la stava osservando.
Nelle sue iridi, sotto le sopracciglia corrugate per la gravità della loro situazione, brillava una luce determinata.
Voltandosi in direzione di Sadou sguainò la sua viverna e produsse quanto più rumore possibile nel tirarla fuori.


"Niente di personale piccolo, ma se lei non dovesse riuscire a prenderti, sappi che dovrai vedertela anche con me!"
disse la Jinton al ragazzo, con una schiettezza che era simile a quella del Bijuu.

Lo guardava con occhi resi ancor più glaciali dalla sfumatura bluastra del cristallo, una maschera che ella aveva eretto per celare le sue reali intenzioni.
Per dei brevissimi istanti prese a far ruotare velocemente la lama con fare minaccioso, a voler accentuare la sua affermazione, producendo altro rumore, altre vibrazioni. In ultimo si fermò e si mise in posizione marziale, più che pronta a dare manforte alla collega.
La vera motivazione dietro a quei gesti erano le vibrazioni, il suono che avrebbe prodotto metallo contro metallo, cosa incrementata anche dalla quantità di chakra che aveva immesso nell'arma. Questo nella speranza che il sibilo prodotto dalla lama coprisse il ronzio, che le sue vibrazioni respingessero quelle del bestione, volendo indebolire la presa di Chomei su Chiye.


Avanti,
disse mentalmente rivolta alla donna, come se potesse sentirla, reagisci...

Difficile dire se aveva realmente intenzione di uccidere quel ragazzo, fin quando la donna non fosse stata libera la scelta più ovvia restava quella di eseguire quegli ordini. Aveva chiaramente detto che era l'ultima offerta, quindi sentiva che chiedere ancora avrebbe solo peggiorato le cose.
E non osò neppure un istante posare gli occhi su di lei, nel timore di instillare nella bestia il dubbio che quei suoni venissero prodotti di proposito.


Reagisci.




CITAZIONE
#ohshiet #dramaintensifies #anxietyintensifies #fuckoff #fuckingbigtwistedambiguouscockroach #sorrymate #chiyechecazzosvegliatiiiiiiiii
 
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Si stupì quando Kaoru si propose come merce di scambio al posto di Chiye. Tale stupore si materializzò in una veloce increspatura delle sue bende, perché non si aspettava davvero una tale dedizione da parte della bionda.

"Dovrò ricredermi su di lei. Apprezzo che sia migliorata così... Motivo in più per uscire tutte da qui sane e salve."

Invece lo stupore fu meno positivo quando vide Sadou tornare sotto forma di bambino. Una Trasformazione, con tutta probabilità... Ma a che scopo? Intenerire il demone?
Poco utile, decisamente poco utile.
Così come poco utile si stava rivelando il suo tentativo di stringere le fibre per risvegliare la Tsuchikage. Akiho stessa le chiese di rallentare, le stava solo facendo male e senza risultati... Quindi Rei, semplicemente, allentò la presa senza però scioglierla del tutto.

La richiesta del mostro non tardò ad arrivare... Assurda e pretenziosa, monodirezionale come ci si poteva solo aspettare da chi si considera in cima alla catena alimentare.
Perché uccidere Sadou?
Doveva aver capito che non faceva parte del loro gruppo... E forse l'unico pericolo che poteva rappresentare era il suo interesse per i cristalli. Era stato il solo a non volerli distruggere, a preoccuparsi del membro del Taisei.
Però... Perché le dava fastidio quell'ordine?

"Mi ricorda un po' Diciannove... Non credi?"
"Sì... Un po' ci somiglia, ma non è per quello. Se lo uccidiamo perdiamo una persona che potrebbe esserci utile per questi cristalli."
"E poi non voglio che sia solo lui a decidere tutto! Non è giusto!"


Era rischioso, molto rischioso. Ma le anime di Rei erano due, e una era decisamente meno incline ad ottemperare mitemente a ogni richiesta.
Soprattutto se Sadou poteva essere utilizzato meglio... Magari proprio per entrare in risonanza coi cristalli per il quale provava tanto interesse.

«Un momento, Kamizuru-san» intervenne per cercare di fermare Kaoru prima che sguainasse le armi. Non sapeva quanto della pantomima sulla venerazione del Bijuu fosse vera, ma già Masaru si era detta d'accordo. Se voleva sperare di salvare il ragazzo del Gelo doveva muoversi in fretta.

«Sadou-kun è la persona che più si è rivelata in sintonia coi cristalli. Choumei-sama...» alzò lo sguardo verso il demone codato. «Ha detto che non li può sentire, ma nemmeno noi siamo così esperte. Potrebbe tornarci utile in caso di bisogno.»

Intanto, però, doveva dare qualcosa al Bijuu. Liberare Chiye era un altro rischio... Ma non esisteva una soluzione senza rischi, se non la morte: in quel caso sarebbe stata una certezza.

"Hai notato anche tu che quando le ali hanno vibrato le è sanguinato il timpano?"
"Sì... E tutto è cominciato quando abbiamo sentito il ronzio... Forse attacca con quello!"
"Nella peggiore delle ipotesi possiamo provare ad assordare Chiye-sama. I medici saprebbero rimetterle i timpani in sesto... Ma sicuramente meglio sorda e viva che intrappolata da quell'affare."
"Liberiamola! Urliamole nelle orecchie!"
"No... Serve qualcosa di meno palese..."


Si voltò verso la Tsuchikage, e tentò una manovra ardita. Cercò di slacciare le fibre facendole scivolare indietro, in modo che iniziassero a rientrare, ma all'ultimo tratto di cordame nero provò a dare un colpo di frusta. Apparentemente, voleva accelerare il ritorno delle proprie mani in fondo ai rispettivi gomiti, come quando si richiama una frusta per l'appunto, e si provoca uno schiocco sonoro. La stessa cosa voleva fare lei alzando verso l'alto le braccia per far schioccare le fibre una contro l'altra di fianco alle orecchie di Chiye.
Alla peggio, non sarebbe successo niente.
Con un po' di fortuna, quella che finora non avevano avuto e su cui non si poteva contare, avrebbe fatto sufficientemente rumore da destabilizzare la presa del Demone sulla Koizumi.


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view post Posted on 12/7/2018, 18:49
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view post Posted on 12/7/2018, 22:09
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Annuì graziosamente, con un leggero inchino di cortesia: non era strano vedersi opporre un rifiuto del genere, era più che possibile che accadesse; era già sufficiente che la creatura non avesse deciso di sfogare su di loro la sua ira sacra, irritata dalla loro inopportuna insistenza.
Si trattenne dallo scuotere la testa all'intervento di Akio-sama: il suo rango troppo elevato per consentirle di commentare ad alta voce che no, era altamente improbabile che date quelle premesse, l'immenso Chomei acconsentisse alle loro richieste reiterate.

E invece lo fece.

Kaoru sgranò brevemente gli occhi, fissandoli prima sulla sua superiore, poi di nuovo sul demone multicolore: egli ronzò brevemente, recando ulteriore sofferenza alla loro signora, ma elencò le sue condizioni e...

… e non avrebbe potuto sperare in nulla di meglio.

Il messaggio era chiaro: sarebbe bastato un suo ronzio a decretare la loro fine atroce, così come era stato sufficiente a ferire le orecchie di Chiye-sama.
Per quanto riguardava il suo specifico compito - "sappi che è per qualcosa di più grande di tutti noi messi insieme" proferì, rivolgendo uno sguardo e un sorriso dolce allo strano trovatello, lo stesso a cui non troppo tempo prima aveva offerto senza indugi il suo prezioso miele dorato. Dopotutto si era solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, e se era l'unico elemento estraneo al loro gruppo, doveva pur voler dire qualcosa. Assolvere a uno scopo. Un dono dei kami per consentire loro di uscire indenni da quella situazione terribile, di salvare la loro Kage.
“Non possiamo indugiare oltre, bambina. Il sentiero è segnato, la strada chiara, non ci resta che muovere i nostri passi su di essa e scoprire dove ci conduce” commentò con pacatezza l'esortazione della bambina coperta di bende, rivolgendo uno sguardo d'intesa alla sua salvatrice, che finalmente s'ingegnava per collaborare nella maniera migliore alla causa comune.

Percosse il suolo con un piede, ruotò sull'altro velocemente, colpì in volo in frammenti di roccia sollevati dal primo colpo: una pioggia di rocce appuntite volò alla volta del giovanetto, fischiando mentre fendeva l'aria ferma. Difficile che una perorazione avversaria potesse farla desistere dal suo scopo: nella sua semplicità, ormai aveva trovato la sua meta, unica e sola via di uscita ai suoi occhi. Il desiderio di stringerla tra le dita tanto chiaro e inequivocabile da darle tutta la determinazione di cui aveva bisogno, per accantonare la compassione e le umane cure che avrebbero potuto far desistere cuori più teneri – tuttavia incapaci di discernere ciò che si leva sopra la terra da ciò che si apre la strada nella polvere.



Metto a seguire la tecnica; ho lasciato in sospeso la conclusione, inserirò i dettagli nel prossimo post, una volta conosciuto l'esito (se servono i calcoli basta farmi sapere e provvedo)

<bukijutsu a lungo raggio> - Improvvisazione: Lancio di Stalattiti - (CHK: 10*arma+Improvvisazione; max 3)(FRZ +30+Bonus Armi create) “Lo shinobi si regge su una gamba sola e inizia a roteare su sé stesso, lanciando le armi appena create: queste assomigliano agli spiedi ma sono molto più spesse e di conseguenza anche la potenza risulterà superiore. Non sono armi di precisione ma destinate a perforare il corpo altrui in qualunque punto esse colpiscano. Si usa solo con la particolarità improvvisazione e reca danno perforante."
 
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view post Posted on 17/7/2018, 12:07
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Pretesa dannatamente subdola, quella avanzata dall'imponente Chōmei; un patto senza l'ombra di una garanzia tangibile, apparentemente a suo unico ed ineluttabile vantaggio. Effettivamente, chi garantiva alle coraggiose kunoichi della Roccia che l'insetto demoniaco avrebbe mantenuto la parola data? Stando alle sue affermazioni, aveva promesso che se avessero eseguito i suoi ordini, distruggendo il fastidioso cristallo senza remore e uccidendo l'unico pedone sacrificabile e a prima vista 'problematico' per i suoi piani finali, avrebbe liberato la Regina - pedina determinante in quella scacchiera infame per entrambi gli schieramenti. Gli conveniva davvero rischiare? Non una, ma più volte pose a se stesso quella domanda nel pericoloso silenzio dell'attesa, mentre vibrava morbido le sue possenti ali e muoveva appena tutto il corpo, generando involontariamente scricchiolii sinistri di formazioni cristalline in frantumi. Le stava osservando con estrema attenzione, era più che evidente anche a loro che non riuscivano a distingue gli occhi della bestia dietro la corazza; stava compiacendosi della risolutezza mostrata dalla giovane biondina amica degli insetti, che riverente si prostrò in un inchino in sua direzione, accettando senza ripensamenti la sua volontà e pronta a metterla in atto senza rimpianti. Molto bene. Anche l'altra, quella con la lingua un po' troppo lunga, sembrò finalmente cedergli. La vide sguainare lenta la spada e minacciare apertamente l'ingenuo ragazzino sotto trasformazione. 'Se non lo faranno loro, lo farò io.'. Sorrise fra sé, divertito. Gli umani erano davvero tutti uguali: bastava mettere loro davanti una bistecca succulenta nel momento in cui si prospettava un lungo e faticoso digiuno che subito si sarebbero avventati gli uni sugli altri per ottenere più carne possibile. No. Non erano affatto differenti da quei vermi del Taisei e del Kyo Dan. Anche loro si credevano i custodi del mondo, i sapienti, gli illuminati; credenze opposte eppure dannatamente simili nel risultato finale, considerato che gli uni li temevano e provavano da secoli a imbrigliarli in una prigione senza tempo nella speranza di una loro disfatta e gli altri, con la stessa paura tramutata in sfrenata venerazione, cercavano invece a ridurli a meri animaletti da compagnia, fonte unica e illimitata di un potere ancestrale da cui attingere a piacimento. Beh. Con lui non attaccava. Avevano tutti cieco terrore di lui, del suo aspetto e della sua smisurata potenza.. e lo sapeva bene.
La lama di Masaru sibilò sinistramente, in uno strisciare di metallo sul fodero; produsse alcune vibrazioni, fendendo l'aria per mettersi in una posizione offensiva rispetto a Sadou, che li per li era colui che aveva maggiormente da perderci ma che senz'altro non si sarebbe dato per vinto facilmente, grazie all'aiuto insistente dell'invisibile Shiori. Difficile captarle nel pandemonio di rumori tutt'attorno, ma arrivano comunque a Rei e alla Tsuchikage, che parve rilassare appena i lineamenti del viso.
Akiho non aveva detto una parola, ma aveva accettato silenziosamente il patto del demone; Sadou non era minimamente importante quanto Chiye ai suoi occhi, e non solo perché era sua sorella. Koizumi Chiye era un simbolo ben radicato nei cuori e nelle speranze dei cittadini della Roccia, una donna che aveva dato tutto per quel paese che non le apparteneva e che per poco non l'aveva uccisa come un indesiderato capo di bestiame, che aveva rischiato di perdere ogni cosa per poi lottare e riconquistare il suo posto; era il suo punto di riferimento, il perno di un intero villaggio, la Roccia per eccellenza. Vanesia, bellissima, letale. Un'ispirazione per le leve del domani, un esempio di fermezza a cui tutti dovevano aspirare. Fu lanciando uno sguardo a Rei che espresse la sua volontà, seguito da un cenno d'assenso per permetterle di eseguire gli ordini del demone. Allo stato attuale non avevano migliori alternative e la preoccupazione per la maggiore la rendeva più avventata del solito. Aveva notato anche lei che c'era qualcosa che non andava con le sue orecchie, che al momento in cui le ali avevano vibrato maggiormente la sorella aveva sanguinato, nemmeno avesse un tarlo nei timpani; purtroppo però tapparle le orecchie non sarebbe servito a nulla, bisognava strapparla da quella prigionia in altro modo. Tutto era iniziato con dei mal di testa alquanto sospetti, scoppiati nel momento di maggior vicinanza del demone. Difficile dire quando precisamente avesse perso completamente il controllo di se stessa, ma poco importava oramai.. era sicura che anche la piccola prescelta del Nero avesse capito l'antifona, così come le altre.. forse.. e stavano agendo tutte per la loro sovrana.
A nulla valsero i tentativi di convincere il demone dell'utilità di Sadou, risparmiando quindi il ragazzo dall'attacco che ben presto si sarebbe abbattuto su di lui. Kaoru non aveva nessun risentimento nei suoi confronti, ma soppesando i pro e i contro sapeva di dover attaccare per compiacere il demone, liberare Chiye e uscire da quel posto maledetto. Compose rapida i jutsu, prendendo dunque a roteare su se stessa per poter lanciare le sue piccole e letali stalattiti contro il malcapitato, ma a sorprenderla fu la pronta reazione dello shinobi del Gelo che eseguì non soltanto un'ottima manovra evasiva per guadagnare terreno e tempo ma frappose fra sé e l'attacco la barriera di Fuuton che deviò tutte le stalattiti, che inesorabilmente s'infransero contro le pareti della roccia nera, sbriciolandosi in mille pezzi.
Nel frattempo, mentre l'attenzione del demone era catalizzata nello scontro imminente fra i suoi due/tre burattini, Rei operò una manovra inaspettata ma che ebbe un effetto migliore di quello appena accennato da Masaru. Nel ritirare i suoi arti e liberare la sua Tsuchikage dalla morsa delle fibre, fece per schioccare vicino alle sue orecchie a mo di fruste, producendo un rumore secco che fece volgere l'occhio color ocra della donna in sua direzione. Vacuo, eppure stranamente attento. L'aveva sentita?



[L'occhio color ocra s'aprì lentamente dopo un torpore che pareva essere durato un'eternità. Solo oscurità a circondarla, e una vacua luce inconsistente a fenderla. Tsuchinoko non era al suo fianco come avrebbe dovuto, così come Akiho, Rei, Masaru, Kaoru.. era sola in quel posto, assordata e confusa da qualcosa di costante che pareva farle venire un gran sonno. Si guardò le mani stancamente; erano più piccole del normale, il suo seno meno prosperoso, la sue vesti ristrette. Era tornata bambina? - Chiye-oneesan, Chiye-oneesan! - un richiamo che sovrastò ogni cosa, costringendola ad alzare lo sguardo, a guardarsi attorno. - Akiho-chan? - si sollevò sulle gambe, barcollando e avanzando nel vuoto alla ricerca della sorella. Dove si era cacciata? La trovò dopo una lunga camminata, guidata inspiegabilmente da uno schiocco secco; era in ginocchio e piangeva. La osservò interrogativa, chiedendosi perché si fosse ridotta in quello stato pietoso, e la piccola dai capelli rossi, vedendola, le chiese inspiegabilmente aiuto. - Cosa faccio se rimango sola nel buio? Io ho paura del buio! - piagnucolava, cercando di frenare i lacrimoni. Sospirò, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa. Akiho era troppo fragile, come lo era lei. Adesso una buona sorella l'avrebbe abbracciata e rassicurata ma non era così che avrebbe fatto; non era questo che voleva per lei. - Smettila di frignare e alzati da terra. - sentenziò duramente, incrociando le braccia al petto. - Non è versando lacrime e chiedendo aiuto che risolverai la situazione. Combatti. Corri. Tieni i sensi allerta e trova il modo di combattere il buio che ti spaventa. - la guardava dall'alto in basso come seccata da quella situazione, ma i suoi erano consigli crudeli a cui doveva far riferimento sempre, per crescere, per non soffrire come aveva fatto lei. Doveva essere più forte, più determinata; non avrebbe dovuto permettere a nessuno di scalfirla, nemmeno a lei. - Chiye-chan ha ragione, Aki-chan. - una voce molto familiare si aggiunse, mentre una figura che conosceva bene si affiancava a lei. Hiroji. Bello come sempre, anche in quel sogno che pareva un miscuglio fra ricordi passati e presenti. - Anche tu dovresti seguire il tuo consiglio, Chiye-chan. - gli occhi d'acquamarina si posarano sul suo, mente una carezza gli sollevava il viso. - Ti stiamo aspettando..]



Gradualmente la luce tornò negli occhi della Tsuchikage, dapprima disorientata ma ben presto consapevole. Rei-chan era praticamente di fronte a lei, e la vedeva chiaramente ritirare le fibre sfilacciate delle sue braccia; Tsuchinoko stretta nella mano, piena di una sostanza appiccicaticcia che avrebbe richiesto tempo per essere rimossa del tutto, Akiho al suo fianco, sorpresa ma tacitamente grata. Sapeva che sua sorella ce l'avrebbe fatta. Silenziosa, rivolse lo sguardo verso la creatura e verso le sue sottoposte, a prima vista in lotta aperta con il ragazzo sconosciuto, quindi tornò sulla sorella. Si scambiarono giusto quello sguardo per capirsi senza dire una parola, e questo Rei poté intuirlo dal cenno rapido di Akiho in direzione della sovrana. C'era ancora il rischio che la creatura ricorresse al trucco, che i mal di testa tornassero e che Chiye si rivoltasse contro di loro, ma non avevano altra scelta se non tentare.
Fu in quel momento che Chōmei si rese conto di tutto; la ragazzina sfilacciata aveva eseguito il suo compito soltanto a metà e la donna sotto suo controllo era libera dal suo controllo. Un grido metallico si levò da dietro l'armatura, mentre Akiho batteva violentemente la mazza chiodata a terra, facendo vibrare ogni cosa dalle fondamenta, e Chiye mulinava in aria la sua spada-frusta in un movimento rotatoria, liberandola appena dal miele e scagliandola contro il bijuu, che fu mancato per un pelo. La punta si conficcò in mezzo alle ali, che furono costrette all'immobilità, almeno per un momento. -
Spiacente. Come vedi io la fortuna non l'aspetto, me la creo. - gli disse, sorridendo compiaciuta del lavoro delle sue sottoposte, ben celando la collera nei confronti del demone che aveva osato usarla come un giocattolo. La determinazione brillava nel suo occhio redivivo, un fuoco inestinguibile consolidato nella fermezza della Roccia.

E così sei riuscita a liberarti. Ma questo non cambia assolutamente nulla.. - disse il demone, che sapeva bene che qualcosa era cambiato ma non dava l'impressione di esserne esattamente preoccupato. - ..avete ancora bisogno di me, come io ho bisogno di voi. Senza di me non potete uscire, senza di voi non posso farlo io. Come la mettiamo? - e le sue parole, per quanto avessero voluto non credergli, potevano benissimo essere veritiere. - Se siete con me, uccidete quel ragazzino e distruggete quel dannato cristallo. - la sua pazienza stava oltrepassando il punto di non ritorno, era evidente.. e soltanto i Kami potevano sapere cosa sarebbe successo se non l'avessero ascoltato.
Il cristallo blu rimaneva li a richiedere aiuto, a urlare per coloro i quali riuscivano a sentirlo; il demone rimaneva immobile, presumibilmente pronto ad attaccare, e una presenza invisibile a tutti loro osservava nell'ombra lo svolgersi di quella trattativa.
Adesso non c'era più via di scampo e bisognava decidere cosa fare: distruggere i cristalli e liberare Chōmei nella speranza di uscire da quel posto o rinforzare la prigione del bijuu, aiutando i cristalli a splendere, e cercare una via di fuga da soli? Chiye e Akiho non potevano fare nulla a riguardo, per quanto ognuna di loro avesse un'idea sul modo d'agire; responsabilità grande per la sovrana e la sorella. -
Non mi fido di lui, ma mi fido di voi. Qualsiasi strada deciderete di intraprendere, la appoggerò. - furono le parole della Tsuchikage, unica ad avere meno elementi per poter elaborare qualcosa di concreto e forse ancora un po' provata dalla possessione. A quel punto, il parere di Akiho era superfluo: anche lei si sarebbe fidata delle ragazze, come sua sorella.



Prossima Scadenza: 24/07 (se riuscite a fare comunque entro domenica tanto di guadagnato per voi ragazzi siete dei fighi) #copyandpaste
 
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