[Fase IV] Il filo di Arianna, Per Yolo, Karen, Pelle, Aiserd (?) e Kabu

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Aiserd
view post Posted on 13/5/2018, 11:11 by: Aiserd
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La sensazione di un corpo bloccato e in caduta libera, impossibilitato a compiere il più impercettibile dei movimenti, come un battito di ciglia o un semplice movimento delle dita, svenuto e senza consapevolezza di quello che sta accadendo attorno a lui e a cui, se fosse sveglio, sarebbe concesso porsi un'unica domanda: quando terminerà la caduta, quando avverrà il tonfo che sancirà la fine della sua vita? O forse è già morto? Beata l'ignoranza che porta l'essere privi di sensi, incapaci di domandarsi che cosa sta succedendo, chiudendo gli occhi e, dirimpetto, la propria mente e il proprio cuore. Se passasse dal sonno alla morte, magari ne sarebbe felice e invece l'unica cosa di cui non si rende conto è il rumore dell'impatto, ma il contatto con il suolo, la cute impregnata di sabbia e i capelli increspati dai medesimi granelli, quell'improvvisa ondata di sensazioni fisiche lo costringono all'immediato risveglio: le palpebre si spalancano con la stessa celerità di colui che si è appena svegliato da un incubo. Il respiro irregolare, frenetico e per i primi secondi rumoroso gli rendono testimonianza del fatto che è ancora vivo o almeno sembrerebbe. I suoi ricordi sono vaghi, frammentari, non riesce nemmeno a capire dove si trovi e la sua condizione di shock non gli facilita il compito.

*Anf* *anf*

Alla fine il respiro si calma, le fessure che si ritrova per occhi osservano il soffitto o almeno quello che ritiene essere tale, poichè tutta la zona è circondata dal e ben poche sono le fonti di luce a cui può affidarsi. Finalmente presa la decisione, si alza a sedere e, ancora immobile, lascia che gli occhi si abituino seppur lentamente alla scarsa luminosità della zona. L'intuito avvedendosi finalmente della presenza di altri malcapitati oltre a lui: Sumiye, la ragazza che aveva incontrato tempo addietro durante la missione di ricerca del cercoterio e altri individui di cui ancora ignora le capacità, ad eccezione del Diavolo, che prima formula una richiesta e subito dopo rivela il proprio nominativo. A lui si sussegue Akio Nakajima, lui è ancora assorto nei propri pensieri e, per questo, ultimo a rispondere alla chiamata.

Tatsuya Hasegawa... No, niente da segnalare. Non ricordo nemmeno molto di quello che è successo prima di finire qui.

Una breve pausa tra la dichiarazione del nome e dei danni riportati, inusuale. Di solito si sarebbe lasciato andare in lunghi sermoni a carattere scientifico su come la muscolatura infusa di chakra avrebbe potuto attenuare la caduta o persino annullarlo, ma non è in grado di farlo. Alla domanda di Akio risponde con un tono privo di alterazioni, meccanico, frattanto che i suoi occhi continuano a fissare il vuoto dinanzi a sè. La logica non può dargli ancora alcuna risposta, non ha indizi ma intende trovarli, non tanto per giungere alla soluzione del posto in cui si trovano, ma per ottenere una rassicurazione, per calmare il folle battito del cuore che non accenna a diminuire. Ha paura, paura di non avere le risposte che cerca e di rimanere bloccato lì per sempre. Trae un sospiro profondo e si decide ad alzarsi in piedi. I suoi occhi sembrano abituarsi alla zona e alla sua colorazione azzurrina. Non sobbalza, cerca di non darlo a vedere, ma non può fare a meno di osservare la propria mano per una serie interminabili di istanti. L'altra ragazza, impaziente di uscire da lì, tronca ogni conversazione e si avvicina ai fili. Stessa cosa prova a fare il ragazzo, senza afferrarli ma limitandosi a studiarli attentamente. Cinque fili e cinque persone. Si umetta le labbra e, senza guardarla, ma concentrandosi unicamente sui fili e sulla direzione a cui conducono, prova a dire...

Ammesso che questi fili ci conducano dove vogliamo, non ci porterà a nulla andare di fretta: non sappiamo cosa troveremo più avanti.

Suggerisce, ancora assorto a studiare i fili. Conviene anche lui che seguirli sia la soluzione migliore, ma con i dovuti preparativi: se fossero morti non dovrebbero preoccuparsi di morire, ma in altri casi...
 
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