[Fase IV] Il filo di Arianna, Per Yolo, Karen, Pelle, Aiserd (?) e Kabu

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Pellegrinxi
view post Posted on 9/5/2018, 17:00 by: Pellegrinxi
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Odio la sabbia che si insinua sotto ai vestiti. È ruvida, fredda e graffia la pelle, poi una volta che è entrata toglierla è difficilissimo, soprattutto quando entra lì in basso. La cosa assurda è che in un modo o nell'altro riesce sempre a entrare. In realtà non amo proprio la sabbia in genere, il vento te la spinge negli occhi, a volte ci si affonda, la sabbia non è una bella cosa. Sabbia?

Spalanco gli occhi e mi metto di scatto a sedere, colpita dall'immensa importanza di quelle sensazioni, dal fatto stesso che sto sentendo qualcosa. Vedo la sabbia che costituisce il pavimento, ma soprattutto mi vedo, intera, completa, esattamente come ero prima che in quella piazza accadesse tutto. Le mie mani si stringono, si muovono freneticamente toccando le gambe, il petto, la faccia. Sento i capelli scendermi sulle spalle. Sono viva, o morta? Mi sento viva, vivissima, ma allo stesso tempo sono convinta di esser morta quando quella luce ha spento la mia. E poi, come ho fatto a finire qui? Dove sono?

Una volta che i miei occhi si sono abituati alla luce fioca che pervade il posto riesco a scorgerne le strette pareti, il soffitto, dei fili colorati che provengono da quella che sembra l'unica uscita, bizzarro, e, cosa ben più importante, che non sono lì sola. Siamo cinque in tutto, tutti Kiriani. Riconosco Tatsuya, non lo incontravo da quella volta, e ovviamente il Diavolo, già in piedi nei pressi dei fili. Le facce degli altri due, un giovane dai capelli rossi e una ragazza dall'aria esotica, per quanto mi sforzi di ricordare se li ho visti da qualche parte, non mi dicono nulla.
"Sumiye Fujimoto, nessun danno apparente" rispondo allo spadaccino, che pure il mio norme dovrebbe già conoscerlo, chissà se si ricorda, mentre mi alzo e procedo a scrollarmi di dosso almeno un po' di quella fastidiosa sabbia. Non condivido la sua sicurezza, anche se forse non è sicuro neanche lui e vuole solo darne l'impressione.
"Come puoi esserne certo? Potremmo essere vivi, ma è anche possibilissimo che la nostra vita sia terminata in quella piazza e sia la nostra anima a creare quello che vediamo perché ha bisogno di un corpo per rappresentarsi."
Non voglio convincerlo che siamo morti, non ne sono pienamente convinta nemmeno io, solo far baluginare la possibilità che sia così, senza un vero e proprio fine, perché quando non sai nemmeno se sei vivo le domande sono così tante che esprimere ad alta voce ciò che pensi è quasi naturale. Non rispondo all'ordine, penso sia un ordine, di non fare di testa propria, lo dò abbastanza per scontato, non sono così stupida da agire per conto mio in una situazione del genere. Comunque, ha fatto bene a dirlo, mi auguro solo che valga anche per lui.
"Vivi o morti, sembra che l'unica strada sia quella. " dico con il dito puntato verso la direzione dei fili "Se c'è una strada forse c'è un'uscita, forse i fili la indicheranno, forse no. Almeno per ora però non abbiamo scelta, se non vogliamo rimanere qui possiamo solo andare avanti, con cautela. Non sappiamo nemmeno quanta fretta abbiamo, ma non credo che sia saggio aspettare più dello stretto indispensabile per riprenderci e guardarci un po' intorno, visto che non abbiamo idea di ciò che ci aspetta."

Dopo aver detto tutto quello che potevo dire, forse troppo, a pensarci bene, e mentre aspetto una risposta, tendo l'orecchio, magari non siamo soli e da qualche parte qualcun altro sta avendo il nostro medesimo risveglio. Timidamente, di nascosto, le mie speranze di potercela fare crescono ad ogni secondo che passa. Se avessimo davvero una possibilità di uscire da lì e continuare a vivere? Sarebbe una possibilità bellissima.
 
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