覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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yolomasterlol
view post Posted on 7/8/2018, 20:18 by: yolomasterlol
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The Almighty Shitlord

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Narrato
Pensato Kazuku
Parlato Kazuku
Pensato Isobu


Into the Gedo



Nonostante una parte di lui non voglia far altro che muoversi a recuperare i "giocattoli" del Matatabi una parte di lui non può fare a meno di rimanere innanzi a quella creatura, tanto pericolosa e delusa, eppure con così tanto da dire, da permettere di comprendere. E' per questo che ancora esita qualche istante, gettando un ultimo sguardo al demone felino incredibilmente scoprendosi a distendere le labbra in un...sorriso, ancora una volta percepisce la propria lama ma non sono pulsioni di morte e rovina quelle che riceve da essa, non è costretto a trattenersi no. Queste sono pulsioni di coraggio, che hanno lo scopo di dargli la forza di non piegarsi innanzi ad un essere così potente ed antico, conscio del fatto che l'orgoglio di uno spadaccino e della lama che porta non siano cose talmente irrisorie da poter essere messe da parte.
Eppure perché gli da quella forza? la spada ha sempre voluto da parte sua una sola cosa: sacrifici di sangue. Perché mai avrebbe dovuto dargli coraggio, allearsi con lui conscia che non sarebbe mai riuscita ad ottenere la mattanza desiderata? Non è logico, non è possibile, e se le interpretazioni plausibili si esauriscono qua ciò significa una sola cosa: l'egoismo della spada, della sua spada, non è inerente al massacro insensato ma a qualcosa di più importante e profondo.
Qualcosa che lo aveva spinto a considerare di uccidere Nami per...

proteggere la coesione della squadra

Nel momento stesso in cui quella considerazione ne attraversa la mente il corpo blocca il proprio moto all'improvviso: veramente il fine della propria lama è difendere le Nebbie? Scuote il capo e socchiude gli occhi, la destra che va a massaggiarne le meningi: avrà tempo per approfondire tutta la questione una volta trovato il modo di uscire da quel luogo, non è questo il momento per piegarsi sotto la pressioni dei propri dubbi, per quanto importanti possano essere.
Torna al presente ed improvvisamente la propria lama riesce ad incastrare al proprio interno la sfera, non senza l'aiuto di Akio, al quale volge un leggero ghigno che ha un che di tacita approvazione: per quanto sembri inutile alla luce del luogo in cui attualmente sono rinchiusi sono riusciti nuovamente a coordinarsi per ottenere il proprio scopo, e questo è tutto meno che scontato vista l'assoluta assenza di direttive da parte sua: che abbia sottovalutato le capacità dei propri sottoposti? O che forse nella propria assoluta ed invalicabile convinzione che fossero incapaci di imbastire una strategia da soli, si sia perso per strada parte delle loro capacità?
Tutte queste domande tuttavia rimangono senza risposta poiché poco dopo improvvisamente il demone decreta di alzarsi mosso da rinnovato vigore: che le sue parole abbiano avuto l'effetto desiderato? Per quanto voglia crederlo quella risata, quella sfera di chakra improvvisa, spingono in senso contrario dopotutto non ha chiesto il loro parere né tantomeno ha fatto qualcosa che non avrebbe potuto fare in ogni momento...sta crollando...saranno davvero liberi? Atterra al suolo, le mani si stringono sull'impugnatura metallica della pesante mannaia ancora mantenendo il proprio chakra in essa a volerle permettere sino all'ultimo di trattenere, forte di quella rinnovata larghezza, di trattenere un giocattolo potenzialmente molto pericoloso. Percepisce il proprio cuore battere all'impazzata mentre d'istinto non fa altro che seguire il consiglio del bijuu, abbassandosi e gli occhi non riescono -di nuovo- a distaccarsi dallo spettacolo apocalittico che gli si palesa innanzi agli occhi. La bocca si spalanca mentre si riscopre ad annaspare in cerca d'aria ed improvvisamente il proprio naso

...

Prende a percepire l'odore della sabbia e della roccia: sudore, lacrime...non sono semplici impressioni, qualunque cosa Matatabi abbia detto o fatto è evidentemente reale. Un ultimo sguardo al proprio etereo corpo, la spada improvvisamente torna alle proprie reali dimensioni mentre il proprio corpo prende a dissolversi lentamente come fosse fatto di niente se non fumo. Vuole sorridere, si sforza di farlo, eppure improvvisamente si accascia in ginocchio, il respiro che diviene sempre più pesante finché...

....

Non stramazza al suolo privo di forze, i muscoli si irrigidiscono mentre in un ultimo moto di puro egoismo infantile va a serrare la presa sulla propria spada, lo sguardo che si perde in quel soffitto scuro che man mano prende a dissolversi dai contorni, ed è improvvisamente il nulla.

Libertà



Cosa cazzo è successo....

Le uniche parole che potrebbe essere in grado di articolare non fluiscono dalla propria bocca ma piuttosto ne attraversano la mente. Istintivamente si sforza di muovere il proprio braccio destro ma da esso non ricava niente se non una crescente angoscia, una sensazione di assoluta impotenza che più passa il tempo più dimostra di permanere: qualunque fosse l'origine di quell'improvvisa ansia che lo ha preso proprio poco prima del rilascio della bijuudama non solo non è scomparsa ma anzi, non fa altro che aumentare.

non può finire così...

Si rifiuta di farla finita in questo modo: ha ancora molto, sin troppo da dare nonché da prendere. Ha ancora troppe ragioni per cui voler vivere, troppe per lasciarsi tutto alle spalle proprio adesso che tutto è finito. Non se lo vuole permettere, semplicemente non può.
Sente gli occhi gonfiarsi di lacrime eppure le palpebre ancora non riesce a farle schiudere, serra la propria mascella e così tutti i muscoli del proprio corpo mentre ogni singola fibra del proprio essere viene riposta nel tentativo di muovere una mano, svegliarsi. Un leggero ghigno di trionfo ne attraversa inconsciamente quelli che crede essere i suoi lineamenti nel momento in cui torna a percepire il selciato macchiato di roccia resistente del terreno, in quel campo di battaglia in cui non erano presenti soldati ma solo agnelli sacrificali: non è morto può ancora farcela. Ed all'improvviso un peso gli si scarica sullo sterno con la violenza di una valanga, percepisce quasi il dolore delle ossa spezzarsi eppure non una singola goccia di sangue a fuoriuscire dalla propria bocca, la schiena tuttavia s'inarca ed il corpo si distende all'improvviso in uno spasmo, questo lo percepisce bene. Eppure cosa potrebbe essere successo?
Gli occhi infine si spalancano e si ritrova in piedi, la gamba ferita assolutamente sana eppure non ha con sé la Kubikiri né il proprio rotolo del richiamo. L'ambiente in cui si ritrova è assolutamente sterile, una scogliera friabile che termina in una rupe a picco su un oceano tanto profondo da far sì che il fondale sia insondabile persino sotto di lui, ove dovrebbe essere meno profondo.
Si guarda attorno e tutto ciò che vede non è altro se non la distorsione di quel tratto di costa al cui largo ha veleggiato coi propri compagni quando ha sigillato il Tre Code.

...

Le acque si smuovono sotto di lui, un improvviso infrangersi sugli scogli che sino a poco prima non aveva prodotto alcun suono. Sente la scogliera per un istante tremare, eppure non fa minimamente caso a quel paio di sassi che, franando in mare, anticipano come probabilmente ed a breve lo shinobi potrebbe fare la stessa fine. Si affaccia, ha solo il coraggio -o la curiosità- di guardare in basso, e tutto ciò che trova è un solo, tremendamente familiare, occhio racchuso da una fortezza di rosso e verde marcio, chiaro.

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Improvvisamente si blocca: dove cazzo si trova, e come diamine ci è finito Isobu in quel luogo? No, deve essere per forza un incubo, non può esserci altra spiegazione, non può essere...

Di tutte le persone che potevo incontrare, il fato ha proprio voluto giocarmi un brutto scherzo per volermi qui, a parlare col mio aguzzino

Una voce profonda, roca e tremendamente calma, così calma da portare il ragazzo a tremare mentre nel momento successivo un secondo terremoto smuove improvvisamente la rupe ed essa non fa altro che crollare.

No...NO! Cosa stai dicendo, noi non stiamo parlando davvero, tu sei libero ora

In quella infinita caduta in cui il mare sembra irraggiungibile lascia fluire quei pensieri che tuttavia si traducono in una vera e propria parlata, pensieri sconnessi per una voce che quasi trema innanzi alla consapevolezza che no, il proprio personale incubo non è affatto concluso.

TU NON PUOI ESSERE QUA

Gli occhi rimangono spalancati e sente una improvvisa aria malsana avvolgergli le membra, la bocca che rimane spalancata mentre percepisce grumi di saliva discendere lungo la gola come fosse costantemente secca, e tutto ciò che riceve come risposta non è altro che una roca risata.

Eri così pronto a rinchiudermi...cosa mi avevi detto che non ricordo? Ah sì...che mi combattevi perché non ero libero alle tue condizioni mh?

La voce si fa improvvisamente carica di un rancore profondo, e solo allora realizza di trovarsi sul fondale di quel mare irraggiungibile. Respira tranquillamente, non ha alcun problema a sopravvivere nonostante sia in profondità. Non ha problemi a vedere nonostante non vi sia luce, ed improvvisamente Isobu azzera le distanze dal proprio volto, l'occhio del demone più grande della sua testa e quelle protuberanze corazzate che quasi picchiano contro la propria fronte.
Una mano, abbastanza grande e forte da poter stritolare intere montagne, lo afferra salvo poco dopo sollevarlo da terra: non oppone resistenza, non può.

Dimmi Kazuku...ti piacciono QUESTE condizioni?

Gli pone una semplice domanda e la propria bocca rimane aperta, fissandolo mentre le proprie mani istintivamente ricercano il contatto con quella del demone manco volesse aprirla con una forza che sente di non possedere.
Il controllo sul proprio corpo, percepisce lentamente come stia venendo meno: le membra sono improvvisamente rinvigorite da una spropositata quantità di chakra eppure sente gli occhi dilatarsi ed allungarsi, i denti farsi aguzzi e la mascella inferiore protendersi in avanti: non è vigore quello che sente, ma ciò che anticipa la morte. Il suo corpo non reggerà a lungo.

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Sei patetico, tanto sicuro di te stesso in gruppo eppure tanto...

basta....

Non può più sopportare tutto questo, non può farsi piegare. Sa di essere in errore, sa che Isobu ha tutte le ragioni del mondo per ucciderlo, ma lui non vuole morire.

BASTA

Il demone tace ora, sgrana l'enorme occhio come fosse stato colto alla sprovvista da quelle parole. Lo tiene ancora in mano e potrebbe facilmente spezzarlo con una leggera pressione eppure non lo fa, perché?

...basta scuse...non posso più reggerne altre...

Gli occhi che ricercano quello di lui, quelle parole che fluiscono dalla sua bocca come fossero nulla se non lo strillo di un ragazzino disperato, perché in fin dei conti è questo ciò che realmente è.

non sei nelle condizioni di rifiutarmi l'unica cosa che può impedirmi di ucciderti...quindi dimmi ragazzino...se non ti vuoi scusare, cosa pensi di offrirmi affinché non prenda il controllo del tuo corpo, e lo spezzi per il mio diletto?

E' furioso eppure gli vuole concedere una possibilità. Cosa significa prendere il controllo? E che ragioni deve offrire per vivere? I lineamenti del volto si distendono nel mentre che con profonda consapevolezza abbassa il proprio capo: l'unica cosa che può offrirgli è un senso a ciò che gli ha fatto. La presa di Isobu si rafforza, e nonostante la fitta ne ricerca nuovamente lo sguardo.

Io non ti..non ti devo alcuna scusa..so di averti fatto un torto enorme, so di averti tolto l'unica cosa che avevi...ma...

Al suo stesso incipit percepisce un ringhio sommesso da parte della creatura, e poco dopo si ritrova a...piangere. Un paio di lacrime discendono dalle guance di quello, evidente che non abbia gradito. Ma deve avere la forza per proseguire.

volevi il mio potere vero? per te e per il tuo villaggio, mi hai tolto la libertà per un capriccio infantile...e se una volta preso il tuo corpo tornassi a Kiri, a finire un lavoro che ero già stato in grado di cominciare senza sforzarmi?

Il petto si gonfia d'ira nel sentire quella minaccia. La mascella si serra e così le unghie cessano di grattare sulla pelle corazzata di quello: non distruggerà tutto ciò che ha creato.

IO NON HO MAI VOLUTO IL TUO POTERE IO VOLEVO...IO VOGLIO CHE KIRI PROSPERI E NON TI PERMETTERO' DI DISTRUGGERE TUTTO CIO' IN CUI CREDO, CHE RAPPRESENTO, PER MERA VENDETTA PERSONALE MI HAI SENTITO ISOBU? NON TE LO PERMETTERO'!

Con tutto sé stesso si sforza di muovere il braccio sinistro: vuole raccattare un kunai ed uccidersi finché è ancora in tempo per farlo, se non può batterlo con le proprie forze allora lo farà morire con lui, non distruggerà ciò che rappresenta, ciò che vuole incarnare.
Improvvisamente la presa del demone scema, e si ritrova con le natiche su quella rupe che poco prima era crollata. Innanzi a lui il demone che lo fissa, ancora.

Che sia una dimostrazione Kazuku...a differenza tua non commetto ignobili errori...né assegno così poco valore all'esistenza altrui

Ed a quelle parole ecco che scompare negli stessi flutti dai quali era fuoriuscito solo qualche istante prima. Il peso sul proprio corpo viene meno, ed ora riesce a percepire chiaramente il proprio battito cardiaco, il proprio respiro. Chiude gli occhi, cerca di concentrarsi e sente come dentro di sé vi sia qualcosa di nuovo. Di diverso, qualcosa di profondamente potente e pericoloso. Che fosse per questo che Isobu si riferisse alla possibilità di vendicarsi su tutto ciò che gli è di più caro? Che sia veramente diventato una parte di lui?
Lentamente, tornerà a riaprire gli occhi, i muscoli profondamente indolenziti e gli occhi sgranati di chi ha appena vissuto uno dei propri peggiori incubi. Qualunque cosa sia successa, qualunque cosa il Sanbi intendesse dire, lui ne verrà a capo...e scoprirà cosa sono ora, il perché di quella scena tanto chiara, eppure tanto surreale.
Ci riuscirà, o soccomberà provandoci






 
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