覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 18/7/2018, 23:10 by: NGDR - 10° Anniversario







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Evento


覚醒 Kakusei: Risveglio








Dentro al Gedo, 20 gennaio 249


Le parole tra di loro ammutolirono: era come se il tempo si fosse incantato, sorpreso, impallidito mentre i fotogrammi di altre vite scorrevano incessantemente sotto i loro occhi.
Sebbene non potessero udire le loro voci, non era difficile intuire la forza delle loro grida: i volti degli shinobi tirati in smorfie cariche di ansia, preoccupazione, dolore, paura, terrore cieco, disperazione, mentre i grandi Kami sembravano per la prima volta in seria difficoltà...



… perché, per quanto le loro espressioni ferine potessero essere lontane da quelle umane, nella loro fissità, nella loro indecifrabilità, nulla poteva nascondere l'agitazione dei Cercoteri agli occhi di un osservatore attento. Code agitate nervosamente, denti digrignati, grida, dorsi inarcati, falsa boria: nove creature consapevoli dell'approssimarsi di qualcosa che neppure loro avrebbero potuto contrastare.
Qualcosa di peggio ancora della prigionia millenaria.
Qualcuno di essi sembrava aver già smesso di lottare addirittura, rintanandosi in un alveo carico di rassegnazione – condividendo con gli shinobi stessi la fine di ogni speranza di rivedere la luce del sole.
Shinobi, soldati, persone che avevano scelto di dedicare la loro vita al servizio del proprio Villaggio: conoscevano i rischi del mestiere, avrebbero dovuto immaginare l'eventualità di non fare ritorno a casa. Gente come loro era preparata ad infliggere ben altro al prossimo, per un semplice tornaconto monetario; eppure quella gente, quei soldati, quelle persone... erano pur sempre esseri umani, questo non poteva negarlo, e l'enormità di quanto aveva fatto tornò a perseguitarlo in quegli occhi sbarrati.


"Quale follia ti ha condotto a risvegliare quell'abominio?"
"La nostra morte non ti ha insegnato nulla..."



No.
Il giovane corrugò le sopracciglia nello sforzo di ricacciare indietro quelle parole spettrali, che inaspettatamente tornavano a sfiorargli la mente. Avere una coscienza, non era qualcosa che uno come lui potesse permettersi!

Non importava quale forma prendesse il proprio crimine: lui era la guida del Taisei, ed attraverso di lui il Taisei aveva prevalso.

Aveva compiuto il suo dovere millenario.





“I miei Kami stanno morendo per mano tua, ragazzo.”

Aveva chinato il capo: se ne rese conto solo in quel momento.
Quando tornò a posare gli occhi sulla figura della donna, non incontrò quello che si aspettava.
Pesantemente appoggiata al suo bastone, quasi ripiegata su sé stessa, artigliava il legno che sosteneva il suo peso, tracciando sottili graffi sulla finitura lucida.
La sua espressione era una maschera di fierezza, orgoglio, disprezzo, e dolore.
Il nembo cocente fluttuava attorno alle caviglie di lei, innocuo per lui.
La sua voce risuonò di nuovo, venata di un'amarezza indicibile:

“Riconosco la tua abilità. Riconosco l'abilità del Taisei. Ma nel nome di quanto di umano è rimasto nel tuo animo, richiama la tua bestia. Senza i miei Kami, nulla ha più senso. L'uomo non ha più senso. Non c'è lotta, battaglia, vita che possa averne. È per questo che ti chiedo, di nuovo...

… richiama la tua bestia, poni fine a questa bestemmia”



Di nuovo, quella voce.

"Alzati, non c'è tempo da perdere."

 
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