覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 10/6/2018, 22:59 by: NGDR - 10° Anniversario







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Evento


覚醒 Kakusei: Risveglio









Fukagizu, 20 gennaio 249


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La mostruosa scultura fissava l'orizzonte coi molteplici occhi appena socchiusi, una luce cremisi filtrava tra le palpebre brune; sotto di essa, riverse, le sue vittime innumerevoli a ricoprire il suolo, collassate le une sulle altre, cadute lì dov'erano, che fossero volte in fuga o con le armi snudate, pronte a combattere. Età, genere, rango: distinzioni sconosciute alle oscure propaggini. Si muovevano pigramente tra i corpi incoscienti, come il serpente che ha appena ingoiato la sua preda, tuttavia più ingorde ancora: le loro brame non ancora placate dal lauto pasto.

Un silenzio di tomba aleggiava sulla piazza circondata da rovine. Il clamore appena svanito ancora echeggiava nelle menti dei superstiti.

Se qualche temerario avesse avuto l'ardire di avvicinare i caduti, prima che le catene lo stringessero nel loro abbraccio ineludibile, avrebbe potuto percepire distintamente il debole pulsare dei loro cuori – unico segno di vita assieme al respiro superficiale. Sembravano quasi dormire, gli occhi chiusi e i volti impalliditi sotto i raggi lunari. Impossibile compiere qualsiasi operazione e recuperare le preziose spoglie: i serpenti del Gedo vigilavano, alla ricerca di nuove vittime da intrappolare tra le loro spire.


Dentro al Gedo, 20 gennaio 249




La afferrò con ambo le mani, ghermì le sue dannate vesti stracciate, sbatté il suo corpo vecchio e polveroso contro la roccia. Lei rise. Kataritsuen udì la voce stridula sprigionarsi dalla sua bocca, prima che quelle note di scherno echeggiassero tutt'attorno alla sua testa, in ogni angolo dell'antro senza luce; i pugni si richiusero sul nulla, la sua preda si trasformava in cenere sotto le sue stesse dita: cenere bruciante, che fluttuò indisturbata perdendosi nelle crepe di pietra.
Un grido – stavolta il suo – di dolore, di rabbia, sovrastò il gracchiare divertito: il giovane uomo la cercava con lo sguardo in fiamme, scosso dalla furia, voltandosi senza tregua, sondando ogni ombra sfuggente col fiato mozzo e una manciata di gemme strette in pugno.

“Vigliacca!”

Il ruggito di Kataritsuen scatenò un'altra ondata d'ilarità, stavolta più contenuta: un chiocciare gutturale rimbalzò contro le stalattiti calcaree.
“Patetico, piccolo uomo...
Hai visto il lago. Hai visto ciò che giace nelle acque nere.
Sai che è opera tua, e chiami me vigliacca...”


“TACI!
Lui non c'entrava nulla. Nulla!”

“Ed è qui che ti sbagli, piccolo uomo. La scelta è stata sua.
Nessun obbligo, nessun ricatto, nessuna costrizione...”

E così dicendo, un'ombra più nera del buio si distaccò dalla parete alla sua sinistra: bastone in pugno e una nube tentacolare che si agitava ai suoi piedi, assieme alla veste violacea che la donna trascinava a terra, come lo strascico di una regina. “Tu menti! Stai mentendo!”
Una nota di incredulità e disperazione corrodeva la fierezza delle sue esclamazioni, e un'espressione di pacata sufficienza si allargò sul viso deturpato di Manpeiko.
“Gli abbiamo fatto un'offerta, e lui ha accettato.
Una mente brillante, la sua: anche più della tua, se ha saputo riconoscere dove albergasse il vero potere. La vera grandezza.
Niente che un misero umano possa liberamente stringere tra le dita.
Tuttavia... servendo il giusto padrone...”


“HAJIME NON L'AVREBBE MAI FATTO!”
Hajime non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mai.

Proseguì imperterrita: “... i nostri Signori avrebbero potuto concedergli ciò che desiderava. Un potere al di sopra dei kage e dei sannin dei grandi Paesi ninja, qualcosa al di sopra della portata di qualsiasi comune mortale.”

“A Hajime non sono mai interessate queste cose!”
“E tu credevi ingenuamente di conoscere i desideri più profondi del suo cuore, misero omuncolo? Dimmi, pensavi di sapere tutto di colui che hai sempre chiamato amico?
O forse c'era qualcosa che persino a te sfuggiva. Qualcosa che lo consumava da dentro. Un dolore antico e profondo come la sua anima...”


Kataritsuen scosse la testa: benché lo negasse, il germe del dubbio aveva già attecchito e germogliava rigoglioso, ad ogni passo che la donna compiva sorridendo sprezzante nella sua direzione.
"... un dolore che nemmeno tu, dall'alto della tua boria di studioso, il prescelto, la guida del Taisei - tu, che ti proclamavi suo amico - avresti mai potuto aspirare a colmare..."



CITAZIONE
Ad essere in coma non sono solo i pg, ma anche i reggenti x.x dobbiamo accontentarci di chi abbiamo. Al momento quindi avete i corpi dei pg coinvolti che appaiono completamente insensibili, nessun riflesso pupillare, nessun chakra rilevabile e le catene nere che continuano ad agitarsi qui e là, pronte ad acciuffare qualsiasi cosa si muova, solo leggermente più lente rispetto a prima. Quindi non è così facile accostarsi a controllare, né tanto meno prelevare i corpi.
 
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