覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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ArdynIzunia
view post Posted on 3/5/2018, 09:36 by: ArdynIzunia
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A Man of No Consequence

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Legenda codici per una facile lettura del testoNarrazione in 1° persona | « Parlato » | PG con cui avviene interazione

« Makoto » | « Eiji »


Ricongiuntami con i miei compagni, decido di rimanere loro appiccicata, seguendoli verso il centro di quei ruderi, dove la stragrande maggioranza delle forze belliche si erano radunate. C’era veramente l’imbarazzo della scelta: l’odore salmastro dei ninja di Kiri, quello più muschiato di quelli di Konoha... E quelli? Ninja di Oto? Per me, che non avevo mai visto nulla al di fuori del mio paese, tutta quella gente mi appariva come mistiche creature mitologiche, tanto esotiche ed incomprensibili.

Che gran confusione che c’era, in quella marmaglia di gente, dove tutti si parlavano l’uno sull'altro, cercando di far prevalere questa o quell'altro ideale e pensiero e, al centro di tutta quella cacofonia, c’era un ragazzo. Giovane, probabilmente della stessa età di mio fratello Koichi forse, anche se l’aspetto emaciato poteva ingannarmi, inizia a parlare, facendomi capire immediatamente di chi si tratti: il capo del Taisei. Ecco, quindi, che faccia ha l’aguzzino di quelle bestie.

Immediato, al suo appello, rispondono altre persone e, in mezzo alla folla, cerco di mettermi sulla punta dei piedi, provando a scorgere qualcosa, ma sono troppo bassa, dannazione! Mi accorgo però che Eiji-senpai freme, irrequieto, mentre sale sulle macerie di un vecchio colonnato a noi vicino, nel tentativo di ergersi un minimo sulla folla. Decido di imitarlo, salendo poco più in basso rispetto a lui e finalmente riesco ad intravedere gli altri interlocutori, rimanendo a bocca aperta nello scorgere il famigerato Demone di Konoha, nonché suo Hokage, Akane Uchiha.

Cazzo, quella donna è quasi una leggenda vivente! E dopo la nostra ex-kage, penso sia la seconda donna che ha la mia più grande stima, per aver raggiunto un traguardo del genere, e noto che non è l’unico Kage lì presente. Ci sono tutti, davvero tutti quanti... E qualcosa mi punge dentro, dritto nel cuore. A mancare è solo Reisei, lei che ha dato la vita nel cercare di respingere l’attacco di Son Goku ai confini del paese... E allora perché quei quattro kage sembrano così.... freschi come una rosa?

Non ci credo che Reisei potesse esser più debole di loro, non me ne capacito proprio, quindi l’unica cosa che mi viene da pensare è che quei quattro si siano sempre tenuti in disparte, rimanendo dietro le loro scrivanie, mandando avanti in prima fila i loro uomini... Non so, la cosa mi lascia davvero molto delusa.... ma fortunatamente ci pensa Eiji-senpai a sottrarmi da questi pensieri, perché da voce ai miei stessi pensieri: perché non vivere tutti insieme, in maniera pacifica?

Sotto di lui, annuisco, cercando di dare il mio appoggio alla sua proposta. «È vero, perché non trovare un’altra soluzione? Dopotutto, che ne sappiamo di cosa il Taisei voglia farci, con i Bijuu da loro sigillati?» Ovviamente, però, nessuno da ascolto alle nostre parole, sopraffatte da quelle delle figure di spicco del continente, così diverse dalle loro.

Sospiro mestamente, scendendo giù, e guardando Midori (Yuji) con aria affranta. «Ormai Kumo non ha alcuna voce in capitolo... Che fine ingloriosa stiamo facendo...» Amareggiata, volgo lo sguardo dall'altra parte e sgomenta vedo la barriera cedere, iniziare a cadere a pezzi come se fosse stata fatta da migliaia di iridescenti coriandoli, seguita da un potente fulmine ascensionale. Un segnale chiaro e inequivocabile, per noi.

«Stanno arrivando, state pronti!» Annuisco con fermezza al senpai, sfoderando immediata una delle mie spade, ma in tutta quella marmaglia di gente mi è difficile combattere, rischierei di ferire seriamente qualcuno nel mezzo. «Siamo troppo pressati qui, rischiamo di rimaner schiacciati come sardine!»

Faccio ai miei compagni, ma qualcosa inizia a farmi prudere il naso in maniera abbastanza insisitente, tanto che sono costretta a strofinarlo, abbassando lo sguardo e... intravedo qualcosa serpeggiare ai nostri piedi, delle piccole linee luminose che si stanno espandendo sempre più. Indietreggio, urtando la schiena di Midori (Yuji), non sapendo cosa fare. «Eji-senpai, Midori-kun! Che diavolo è sta roba?»

Cerco in tutti i modi di non toccarli coi piedi, ma è inutile: in breve tempo riempiono tutto il terreno e immediatamente mi sento le energie risucchiate, tirate via e scivolare in basso. «È una trappola... Il Taisei ci ha messo in una fottuta trappola!»

Digrigno i denti, il fiato strozzato in gola, cercando i tutti i modi di non cadere per terra, ma è dura, maledettamente dura. E non sono l’unica a subire quegli effetti: anche i miei compagni sembrano debilitati, Midori (Yuji) sta messo forse anche peggio di me, mentre Eiji-senpai, come me, stinge i denti e cerca di resistere, ma io ormai mi reggo solo grazie alla spada che ho sguainato, alla quale mi appoggio quasi con forza, nel tentativo di non far cedere le gambe sotto il mio peso. «Help me... Dobbiamo.... Dobbiamo proteggerli!» Sento pronunciare in maniera quasi indistinta, le orecchie che mi sembrano ovattate, ma capisco che a parlare è stato il senpai, e intuisco in qualche modo che non si sta riferendo ai nostri compagni, ma ai Bijuu.

Una rabbia cieca mi da la forza per un ultimo slancio, mi impedisce di cadere e di rimettermi in piedi senza l’appoggio della spada, riesco addirittura a stendere il braccio libero, a stringere il tessuto del suo vestiario, aggrappandomici quasi, e gli urlo contro, cercando di sovrastare i boati assordanti provocati dai crolli li vicino. «Pensa... ai tuoi fratelli... CAZZO! LA TUA GENTE.... KUMO... È Più IMPORTANTE!» Gli urlo con quanto fiato ho in corpo, facendomi male alla gola, esaurendo ogni briciola di energia che mi è rimasta in quel rimprovero carico di dolore e rabbia.

La vista mi si offusca, le orecchie mi ronzano, mentre perdo sensibilità del mio corpo. Sto per svenire, me lo sento, ma cerco in ogni modo di non cadere. Non sento più le urla, non vedo più la gente, il mondo mi appare completamente ovattato, coperto da un velo. Possibile che debba finire così, in questa merda di modo? «Ehi, Gozzy, mi sa che avevi ragione... Dovevo andarmene finché ero in tempo.»

Intravedo qualcosa, nella foschia, una sorta di tentacolo opalescente avvicinarsi verso di me, puntare al mio petto. Non ho idea di cosa sia, ma cerco di colpirlo, deviarlo via con un fendente di spada, ma sono troppo debole, troppo lenta anche solo per rimuovere l’appoggio dalla spada e spostarla anche solo di un millimetro. Mi colpisce in pieno petto, dritto sul ciondolo di mia madre, e la prima cosa che intravedo è il chakra ivi contenuto venir succhiato via, in un rivolo lattescente. Cerco di afferrarlo, di impedirgli di andar via, ma mi rendo conto che sta strappando via anche me e mi vedo, gli occhi ametista vuoti, privi di vita, il corpo minuto, sorretto dalla spada, acasciarsi sulle ginocchia, quella spada a fare da sostegno, l’unico per evitarle di cadere al suolo. E il mio corpo vuoto rimane li, in quella posizione stremata, le mani ancora strette sull’elsa.

Non può finire così... Non voglio che finisca così, ma ormai non ho più nulla a cui aggrapparmi.
 
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