覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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'nD
view post Posted on 2/5/2018, 21:13 by: 'nD
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Kumo
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Inutile dire che il suo intervento venne completamente oscurato da quello dei vari leader. Era prevedibile, persino lui se lo aspettava, ma aveva comunque deciso di provarci. Aveva le sue ragioni per credere che la convivenza con quelle bestie fosse possibile ed era sicuro che non fosse l'unico a pensarla in quel modo. Non condivideva in pieno gli ideali di sottomissione del Kyo Dan, ma poteva comprendere il legame tra terra e Bijuu. Era vero, come forze di questo pianeta, anche loro dovevano avere un posto sullo stesso. Eppure erano pericolosi, questo lo sapeva benissimo. Comprendeva le motivazioni che spingevano di vari Kage ad agire in quel modo, non prendendo nemmeno in considerazione la possibilità di un dialogo. Li comprendeva, ma non li tollerava. Erano dei vigliacchi. Persone che invece di mostrare alla propria gente forza e decisione, si abbassavano ad ascoltare leggende e superstizioni piuttosto che cercare la verità nelle stesse. Le Bestie erano potenti, pericolose e incontrollabili per certi versi. Eppure pensavano, comprendevano quello che veniva detto loro e, a volte, rispondevano anche. Durante il suo incontro con il Gobi non aveva ottenuto molto, non aveva certo fermato la sua corsa. Era convinto, però, di aver smosso qualcosa in lui, smorzato la sua brama di vendetta. Li aveva risparmiati, tutti quanti, questo dimostrava ampiamente che anche loro potevano essere clementi. La loro rabbia era comprensibile e condivisibile, ma non per questo non poteva essere placata. Il Taisei li aveva rinchiusi, se fosse servito avrebbe pagato per i suoi crimini. Per quanto riguardava il Kyo Dan beh, non avrebbe certo governato. Si sarebbe adattato ad una semplice convivenza e sarebbe stato spazzato via nel caso in cui avesse continuato con gli attentati. Sogni e speranze di un Chunin che stava ancora in piedi su quella roccia, osservando il circondario. Alcuni avevano risposto positivamente al suo appello, altri no, ma le persone che contavano non sembravano aver cambiato idea. Infastidito, si rese conto che la sua bocca stava per emettere un suono. Avrebbe voluto fermarsi, ma il suo corpo si muoveva da solo. Le mani vennero portate ai lati della bocca mentre inspirava con vigore. Uno. Due. Tre. - Y'ALL FUCKIN' PUSSIES!!!! - Si era trattenuto in precedenza. Avrebbe davvero voluto dire al Taisei e al Kyo Dan di crescere. Migliaia di anni a farsi la guerra per cosa? Eppure non lo aveva fatto, si era mangiato la lingua provando di mantenere un clima di pace, la stessa pace che andava cercando. Nulla. Beh, non c'era più motivo di nascondere quello che provava allora. I Kage, i leader di quei culti senza un senso, tutti coloro che condividevano quella volontà di privare le Bestie della loro libertà. Tutti. Fighette senza spina dorsale, senza alcuna volontà di cambiare, di scoprire, di sperimentare. Il rischio era enorme, ma se nemmeno coloro che portavano sulle spalle il peso di interi villaggi erano disposti a correrlo, allora nessuno lo avrebbe fatto. Avrebbero seguito come pecore, perché questo era quello che sapevano fare meglio. Cosa avrebbe fatto lui? Non lo sapeva ancora. Aveva provato ad intervenire per ottenere delle rispose, ma gli erano state negate. Beh, il piano iniziale era ancora valido. Provare ad avere un contatto con i Cercoteri, per poi combatterli nel caso si fossero dimostrati totalmente ostili. Era uno stupido, capisco che tutti quanti lo stiate pensando, eppure anche lui aveva i suoi perché.

La vecchia parlava riempiendosi la bocca di belle parole. Sarebbe stato bello riuscire a condividerle del tutto, eppure lui sapeva. Sapeva che il Kyo Dan aveva attentato a Kumo, sapeva che il loro obbiettivo non era una convivenza pacifica, ma più una sottomissione. Bastava ascoltare quella megera. "Dei", così li chiamava. Per quanto fossero esseri potenti, non avevano nulla di divino. Non avevano nulla a che vedere con Jashin. Erano entità differenti, non certo idoli da venerare. Per questo motivo il viso di Eiji si fece contorto. Preso da un misto di rabbia e delusione. Continuavano a prendere in giro tutti quegli Shinobi. L'unica speranza era che almeno il Taisei si dimostrasse leale alle promesse che aveva fatto. Concludere la guerra se fosse stato necessario, anche se la seconda parte l'aveva aggiunta lui nella sua mente. Poi quel boato, quei ruggiti, la barriera stava cedendo. La vide scomparire per poi riaccendersi. Era solo questione di secondi. Infiniti secondi. La luce di quel campo di forza scomparve e la barriera esalò il suo ultimo respiro. Stavano arrivando. Un fulmine ascensionale si levò nel cielo, seguito da altri come lui. Subito dopo venne vista una colonna di fuoco. Segnali chiari.
- I BIJUU CARICANO! - La stessa voce che aveva avvisato dell'arrivo del Kyo Dan si fece nuovamente sentire. Nonostante tutto l'esercito di Kumo ancora stava facendo il suo lavoro. Nonostante la mancanza di un Kage, nonostante l'incertezza generale, gli animi restavano saldi e la volontà di proteggere la patria forte.

Eiji allora si dimenticò di tutto. Le parole dette da lui, quelle dette dalla vecchia. Fece un rapido salto e tornò da dove era venuto, affiancandosi a Yuji e Makoto.
- Stanno arrivando, state pronti! - Cosa avrebbero fatto quelle fighette che si erano riunite nella piazza? Avrebbero attaccato accrescendo l'ira di quelle bestie, oppure sarebbero scappati? In entrambi i casi avrebbero tenuto fede al soprannome da Eiji affibbiatogli. Il ragazzo fece in modo si mettersi davanti ai due compagni di squadra, ma non richiamò le falci. Non ancora. Non voleva farsi vedere dal Gobi armato, se c'era una speranza per instaurare un dialogo, il cinque code la rappresentava.

Non li vide nemmeno arrivare che qualcosa accadde. Un potente sigillo si aprì sotto i suoi piedi provocando in lui un grande stupore. Era come se la sua linfa vitale stesse lentamente scorrendo fuori dalle sue viscere. Un dolore differente dal solito. Non vi era piacere in quello che stava avvenendo. Come se il suo dono non potesse nulla contro quella misteriosa forza che li stava schiacciando. Con le ultime energie rimaste si voltò verso il leader del Taisei e compagnia, cercando di capire cosa stesse succedendo. Stringendo di denti per evitare di crollare a terra in balia di quella forza. Eppure non riusciva ad opporre resistenza. Non era abbastanza potente per fermarla. Nonostante gli occhi verdi restassero fissi sulla figura del leader, il suo corpo pian piano di avvicinava al terreno. Katacoso, insomma lui, non pareva risentire degli effetti di quello. Magari era solo una sua impressione, distorta dal dolore che stava percorrendo le sue membra come non faceva da tempo ormai. Una seconda figura comparve nel campo visivo del giovane, ormai annebbiato quasi del tutto. Sembrò sottrarre qualcosa al leader del Taisei e, per un istante, quel dolore scomparve. Il ragazzo prese a respirare celermente ed a pieni polmoni, mentre tentava di riacquistare la posizione eretta.
- NINJA DI KUMO, RESISTETE! NON ABBIATE TIMORE E STATE PRONTI A COMBATTERE! - La voce del comandante in capo dell'esercito della Nuvola si manifestò. Rai no Kibou sopravvissuto alla battaglia contro il quattro code che aveva visto perire Raisei. Una semplice esortazione la sua, voglioso di trasmettere al suo esercito la sicurezza che un capo deve saper infondere. Non sapeva ancora cosa fare, nemmeno lui, ma non poteva lasciare che i suoi uomini si arrendessero alla paura di una imminente fine.

Animato da quelle parole Eiji trovò la forza di mettersi in piedi, nonostante fosse ancora barcollante e le energie scarseggiassero. Fu proprio allora che richiamò le falci. Le tre spuntarono attorno a lui uscendo da braccia e schiena.
- Help me... Dobbiamo... Dobbiamo proteggerli... - Riferendosi ovviamente ai compagni di squadra, ma non solo. La piazza era piena di suoi fratelli. Non fece in tempo a riprendere fiato che la terra si squarciò. Quella che pareva essere l'ennesima catastrofe naturale si manifesto davanti ai suoi occhi. Una statua, enorme e sofferente. Era come se bramasse qualcosa. Come se non si sentisse completa. Gridava e combatteva contro il suo stesso peso per emergere dalla terra ormai frantumata. Aveva letteralmente la pelle d'oca. Il Chunin non riusciva a capire quello che stava accadendo. Era tutto davvero troppo, troppo più grande di lui. Troppo più grande rispetto a quello che si era immaginato. Cos'era quell'essere? Perché quelle grida così agghiaccianti? Cosa avrebbe dovuto fare lui, semplice Chunin di Kumo? Mille e più domande iniziarono a sfrecciargli per l'anticamera del cervello. Una cosa sola era certa. Eiji era sempre se stesso, nella sua stupidità e nel suo coraggio. Spaventato ed incuriosito da tutto, osservava quella statua con quel mix di emozioni stampato in volto. Sentiva dentro si sé che vi era qualcosa di sbagliato. Che qualcosa di brutto sarebbe accaduto, eppure non poteva fare a meno si sorridere stupefatto. Proprio come quando si era ritrovato il Gobi a pochi metri da lui. Che bel momento per essere vivi. Che bel momento per essere presenti. Tremava senza nemmeno rendersene conto, mentre quei due smeraldi osservavano quell'essere del tutto sconosciuto. - Yo bro! Fatti coraggio! - Ci siamo noi con te... - Mi stavo quasi abituando alla tua stupidità, vediamo di non restarci secchi proprio oggi. - Furono proprio quelle parole a smuovere il suo animo, fermando quel tremolio.

Non vi fu tempo per replicare, quell'essere agonizzante bramava qualcosa e se lo sarebbe preso. Proprio quando pareva che la vita avesse abbandonato quella strana statua, dalle sue fauci si sviluppò una strana luce. Un'infinita moltitudine di tentacoli comparve improvvisamente. Serpenti di chakra pronti ad inghiottire tutto quello che capitasse loro a tiro.
- SHINOBI DELLA NUVOLA, STATE PRONTI A DIFENDERVI! - Per la seconda volta la voce di Rai no Kibou si fece sentire, esortando l'esercito ad armarsi. Eiji si parò davanti ai compagni di squadra con le tre falci sguainate. I tentacoli si avvicinavano e lui poteva dirsi pronto a combattere il fuoco con il fuoco. Eppure, quando le lame impattarono contro quelle essenze serpentiformi, si limitarono ad oltrepassarli. Attraversarli come fossero di pura aria. Non c'era nulla che potesse fare. Non in quel momento, non in quello stato. Il tentacolo si avvinghiò a lui iniziando a tirare, mentre le falci fendevano l'aria in modo affannoso. Il suo chakra brillò, mentre veniva lentamente trascinato fuori dal suo corpo senza che lui potesse fare nulla. - WHAT THE FUCK IS THIS SHIT?! - Furono queste le sue ultime parole, mentre tutto attorno si faceva scuro e la voce delle sue falci si affievoliva a poco a poco, per poi scomparire.
 
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