覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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Vale93ba
view post Posted on 2/5/2018, 17:56 by: Vale93ba
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Le parole di Manpeiko non tardarono a giungere alle orecchie dei presenti, ma a dirla tutta non dava praticamente nessuna spiegazione plausibile sul perchè dovessero lasciare liberi i Bijuu. Si era limitata a ripetere ciò che avevano già sentito da Akira, che i cercoteri erano dei scesi in terra e sarebbe stato ingiusto e blasfemo rinchiuderli.
Kinji ascoltò incredulo le parole della donna incapace di pensare come avesse creduto che anche solo uno dei Kage avesse improvvisamente acconsentito ad aiutare il Kyo Dan.


Non può essere seria. Nessuno fornirebbe appoggio ad una setta di pazzi che venera mostri come fossero Kami; le sue ragioni fanno acqua da tutte le parti agli occhi di chiunque abbastanza sano di mente! No, deve aver previsto con largo anticipo che nessuno le avrebbe dato supporto, quindi avrà ancora degli assi nella manica, non c'è altra spiegazione.

Mentre tutti gli shinobi rimasero in silenzio ad ascoltare l'arringa della mentre dietro il Kyo Dan, dall'esterno della barriera cominciarono a provenire ruggiti, boati e rumori molto simili a delle esplosioni. Doveva trattarsi dei demoni che tentavano a tutti i costi di passare con la forza, attirati verso il centro della piazza come falene con la luce.
Dopo diversi boati, la barriera all'interno della quale erano ospitati cominciò a dare evidenti segni di cedimento: la luce emanata andò scemando, poi si interruppe del tutto lasciando i presenti in balia della furia dei Bijuu; i ruggiti delle bestie echeggiarono in tutta la piazza e nei cuori degli shinobi, facendoli tremare come foglie al vento.


Si sta mettendo male, molto male. La situazione è in stallo: nessuno dei due ordini è abbastanza convincente da permetterci di fidarci al 100%. E in più adesso dovremo vedercela con mostri dalla stessa potenza dell'Hachibi.
Non c'è altra scelta, dobbiamo impedire che il rito venga fermato dal Kyo Dan o dai Bijuu stessi. Dopo deciderà Akane come agire nei loro confronti.


Ma in verità il destino aveva piani ben diversi per l'Uchiha e tutti i compagni d'arme: la polvere ai piedi di tutti i presenti cominciò a brillare per formare delle rune e iscrizioni indecifrabili, espandendosi a macchia d'olio su tutto il campo di battaglia.
Il Vermiglio si mise istintivamente in guardia, pronto a reagire a quell'offensiva inaspettata... ma si accorse quasi immediatamente che non riusciva a sfruttare al meglio il proprio chakra, avvertendone dei disturbi.
Si diede quindi un'occhiata in giro constatando con orrore che non era il solo a subire l'effetto sgradito: tra le urla di paura di alcuni e le direttive perentorie di altri, tutti indistintamente cominciarono a perdere le forze per via delle massicce quantità di chakra risucchiato dai glifi.
I primi a risentirne in maniera massiccia furono i genin, sprovvisti di ingenti riserve di chakra, i quali ben presto non riuscirono a rimanere in piedi; seguirono anche i chunin, sebbene provassero a porre più resistenza.


Quel bastardo di Kataritsuen... ci ha ingannati, ci ha usati fin dall'inizio sapendo che saremmo stati tutti carne da macello alla fine. Ci ha invitati qui con il solo scopo di avere abbastanza chakra per il suo maledetto rituale mantenendoci completamente all'oscuro.
Non lo perdonerò per questo, mai! Piuttosto che vedere il tuo sorriso sornione per via della buona riuscita del tuo piano... preferisco farti fallire miseramente. Devo oppormi ad ogni costo e raggiungerlo per fermare questa follia!


Quando anche le sole forze del Vermiglio vennero meno, fece affidamento a quelle del sinistro anello che aveva al dito, riuscendo a rimanere in posizione eretta e muovere un passo o due prima di notare che persino il chakra oscuro veniva risucchiato dai glifi.
Se nemmeno sfruttando quel potere -che si era rivelato fino ad allora così utile quanto pericoloso- riusciva ad opporre resistenza, come avrebbe fatto a raggiungere il suo obbiettivo?
Il giovane assistente però sembrò mosso da un impeto che lo portò a urlare qualcosa che non raggiunse chiaramente le orecchie di Kinji, per poi strappare il ciondolo che il capo del Taisei portava al collo.
Ciò che ne conseguì fu qualcosa che nemmeno negli incubi più incredibili avrebbero potuto sognare: la terra si aprì letteralmente facendone emergere quella che sembrava a tutti gli effetti una statua dai tratti umanoidi. Gridò, urlò e si trascinò fuori dalla sua tomba come un morto tornato alla vita.


E quello che diavolo è!? Non abbiamo speranza di sopravvivere ad un simile colosso, non nelle condizioni in cui versiamo!

Kinji avrebbe voluto gridare ai compagni per dar loro l'ordine di ritirarsi, soccorrere i feriti... fare qualsiasi cosa! Però non riuscì a farlo poichè il fiato cominciò a mancargli e se voleva rimanere in piedi doveva risparmiare le energie, anche quelle più insignificanti.
L'incubo però non era che appena iniziato per gli ignari shinobi.
Dalla bocca della statua scaturirono centinaia di serpenti fatti di chakra che cominciarono a fluttuare sul campo di battaglia seminando ancora più panico tra i presenti. Attaccarono indistintamente membri del Kyo Dan, Taisei, shinobi e persino Bijuu.
L'Uchiha notò che quegli esseri sembravano non avere sostanza, similmente a dei fantasmi, riuscendo ad attraversare i corpi delle persone per poi lasciarli completamente privi di sensi o, nel peggiore dei casi, morti.
Tra il caos generale, Kinji vide uno di quegli esseri eterei avvicinarsi pericolosamente alla sua figura, avanzare fino a pochi metri per poi cambiare repentinamente direzione e investire uno shinobi accanto a se. Qualche secondo fu il tempo che ci mise a cadere come un peso morto per terra, gli occhi ancora spalancati, l'espressione di chi aveva vissuto un'esperienza terrificante.
Se prima c'erano dubbi, ora non erano rimaste che certezze nella mente del Jonin: quegli esseri erano letali e non avevano possibilità di combatterli. Difficile descrivere la sensazione di sapere che la fine è prossima, che tutto finirà nel giro di pochi istanti rimanendo impotenti ad attendere l'inevitabile.
Kinji avrebbe voluto prendere le teste di ogni singolo membro del Kyo Dan e del Taisei per sbatterle violentemente tra loro, maledicendo quella maledetta guerra e tutti le loro generazioni di avi. Avrebbe voluto rivedere ancora una volta il viso di sua madre in ospedale, accarezzare il capo dei suoi allievi Makoto e Hikaru per dirgli di non essere tristi e andare avanti, riabbracciare Hayato per un'ultima volta e sentire il profumo della chioma cobalto della sua Setsuna. Avrebbe voluto avere l'occasione di salutare l'eremo e tutti i suoi abitanti per ringraziarli per tutto ciò che avevano fatto per lui così come salutare tutti coloro che si erano guadagnati un posto nel suo cuore.
Invece non avrebbe potuto fare nulla se non aspettare inerme, a malapena in piedi grazie al potere di quel maledetto anello.
Cercò Akane con lo sguardo, ostentando sicurezza e tranquillità per alleviare la coscienza della kunoichi; sapeva che lei più di tutti avrebbe sentito il peso di un simile fallimento sulle proprie spalle, perciò voleva rassicurarla a modo suo, anche se non avrebbe potuto parlarle o ringraziarla per tutti i preziosi insegnamenti che gli aveva offerto negli anni.
Un ennesimo serpente apparve davanti alla figura dell'eremita; stavolta non c'era alcun dubbio che avesse puntato proprio il Jonin.


Forse saremo stati solo pedine in questa guerra, ma una volta finita, riacquisteremo la nostra libertà!

Spalancò le braccia davanti alla morte, intento a fissare davanti a se un punto indefinito mentre il fantasma lo trapassava; una improvvisa sensazione di freddo prese possesso di Kinji, le orecchie non sentirono più nessun urlo, nessun ruggito.
Provò a contrastare l'effetto usando ogni residuo di chakra rimasto, ma fu tutto inutile: dopo alcuni secondi il Vermiglio si lasciò andare cadendo con la schiena al suolo; nessun dolore, nessuna sofferenza.
Prima che la vista lo abbandonasse del tutto, rimase a fissare il cielo stellato senza rimpianti, bensì con la gioia di aver vissuto intensamente.
 
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