覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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~Angy.
view post Posted on 30/4/2018, 00:29 by: ~Angy.
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Attraversare quel velo di chakra fu imprudente quanto inevitabile. Da lontano un giovanissimo genin osservò l'Hokage andare per primo, con una calma invidiabile nonostante stesse facendo praticamente da cavia per i suoi uomini, una scena che per quanto semplice lo impressionò. Sua madre era diversa quel giorno, a casa così come nel suo studio non l'aveva mai vista così concentrata, la sicurezza che ostentava nell'avanzare verso l'ignoto fu rassicurante e quando quella sua aura raggiunse tutti i presenti l'avanzata potè riprendere. Un gesto semplice quello che vide, lo impressionò ma lo spaventò al tempo stesso: se c'era una cosa che aveva capito di lei era la sua propensione al sacrificio per Konoha.

"Se la caverà vedrai, se la cava sempre."

"Qui è più sicuro Hachi-sensei?"

Conoscendo l'origine di quella domanda il jonin abbassando lo sguardo verso di lui per un attimo accennò un mezzo sorriso. "Li sentì anche tu avvicinarsi no? ", dando le spalle alla barriera fissò l'orizzonte che dall'imbrunire era prossimo a gettare ombre e gelo su di loro.

"Nel giro di qualche ora nessun posto sarà sicuro. "


* * * *


Fukagizu, un pugno di rovine racchiuse tra vicoli e macerie. A guidare l'avanzata del suo esercito furono alcuni uomini del Taisei che presentandosi fecero gli onori di casa, poche parole e una sola meta: la piazza centrale in cui avrebbero trovato ad attenderli Kataritsuen e chi altri avrebbe risposto alla chiamata. Annuendo non fece altro che invitarli a fare strada e giunti all'ombra delle immense colonne che definivano il perimetro della piazza maestra, finalmente sostarono. Quello era il cuore della città, uno spazio ridicolmente ampio nonostante la presenza della sua armata e di altre due già in attesa; un'area talmente estesa da spingere chiunque a chiedersi con quale criterio fosse stata realizzata e dal canto suo Akane non riuscì che a trarne presagi nefasti. Il rituale avrebbe coinvolto tutti e quell'enorme piazza presto si sarebbe trasformato in un'immenso campo di battaglia, lo sentiva.

"Himura-dono. " Distaccandosi dl comando con pochi uomini salutò l'alleato "È un peccato doverci incontrare sempre in occasioni simili. Una volta finito qui sarà mia premura rimediare". Convenevoli ma non solo e il Kazekage lo capì quando lo sguardo di lei lo spinse a guardare chi altri era arrivato in piazza con il suo seguito. Il Suono, il grande assente alla precedente chiamata di quasi sei mesi addietro, quando tutto era iniziato.

"Quando il caso è disperato, la provvidenza è vicina."

Restando al fianco del suo alleato ironizzò così quando vide il Cantore scambiare qualche battuta con il neo Mizukage. Entrambi sapevano che Hideyoshi era di tutt'altra pasta rispetto a Yo ma Oto - si sapeva - restava un villaggio subdolo. Difficilmente quel covo di serpi avrebbe cambiato la sua natura e questo a prescindere da chi saliva al comando o dalle promesse fatte.. e quelle ancora da saldare. A tal proposito l'Uchiha fu puntuale e non mancò di ricordare l'impegno all'albino, la semplicità di uno sguardo spesso valeva più di mille parole; da quando lo avevano aiutato a riprendere il suo posto era passata un'infinità di tempo, mesi interi e più che sufficienti per ritrovare una stabilità.
Il leader del Taisei nel mentre rimase sulle sue osservando i frutti del suo lavoro e la quantità impressionante di ninja che si stavano radunando in seguito alla sua chiamata. Calmo nonostante il pericolo alle porte, borioso quasi. Quando il buio scese, stanca di aspettare fu la Tsuchikage a rompere il silenzio esponendo al padrone di casa i dubbi e lo scetticismo di tutti loro. Seppur da sola in quell'intervento Chiye potè avvertire tutt'attorno a se la forza di quel sentimento condiviso.


(Ci chiede di pazientare, di restare con le mani in mano mentre marciano verso di noi?)

Disapprovava, prevenire era sempre meglio che curare. Non sarebbe rimasta con le mani in mano.
Pochi ordini e alcuni uomini si staccarono dalle rispettive truppe fino ad abbandonare la piazza e iniziare ad allestire una sorta di campo base, un punto di ritrovo che sarebbe servito per smistare i feriti e i rifornimenti. I genin avrebbero lavorato principalmente su quel fronte e scacciando a fatica le preoccupazioni per Hikari pensò al da farsi all'esterno della barriera. Hachi la contattò telepaticamente a notte fonda e uscendo dalla sua tenda


(Kumo e Iwa ci hanno affiancati nonostante tutto ci superano in numero. Sono alle porte, dobbiamo intervenire?)

(Negativo. Lasciateli passare, se sarà necessario avrete la possibilità di prenderli alle spalle. )

Ricevute le istruzioni si tennero a distanza e scovando la donna al comando del Kyo Dan si preparò al peggio. Fortuna volle che non sembrarono minimamente interessati a loro, avevano come unico interesse quello di raggiungere Fukagizu e per raggiungerla li vide scagliarsi contro la barriera. Diversamente dagli altri li vide lottare per poter accedere e nel fare rapporto riuscì a spiegarne il motivo solo quando arrivarono le bestie codate: volpe, scimmia, lumaca, cavallo o insetto che fosse, ogni biju dimostrava una forza smisurata. Immense, variopinte e maestose al contempo le vide forzare brutalmente la barriera, uno dopo l'altro i loro colpi impattarono alla base della cupola generando un'onda d'urto spaventosa. La terra tremava sotto i loro piedi e increduli non poterono far altro che stare a guardare.
Manpeiko intanto accompagnata da un alone di cenere fece il suo ingresso in scena sfidando apertamente Kataritusen, il suo giovane rivale. Il suo esercito ruggiva alle sue spalle dichiarandosi pronto a combattere e nel mezzo, oltre a un folle ragazzino di Kumo, si intromise il leader della Nebbia. Similmente alla sovrana della Roccia chiese di mettere le carte in tavola una buona volta.


"La situazione è già irrecuperabile". Sottolineò contraddicendo lo spadaccino. "Ci dia un motivo. Ci dia una valida ragione per cui dovremmo lasciare i bijuu liberi che prescinda dalla rivalità tra voi."

Ad esclusione di pochi tutti i presenti potevano essere accusati di essere interessati a trasformare il chakra delle bestie in armi ma il fulcro non poteva essere quello. Il risveglio di quelle creature aveva scombussolato gli equilibri e la scelta tra il lasciarle libere o rinchiuderle doveva avere una fine quella stessa notte.

 
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