覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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¾DatGuy
view post Posted on 27/4/2018, 23:38 by: ¾DatGuy
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K U M O W A V E

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Akira-kun... Scherzi?

*Oddio! Non sono abituato a sentirmi chiamare in questo modo! Non è che durante il tragitto ho fatto qualcosa di inappropriato? E se...f...fosse la mia ragazza? Ma allora tutto questo cos'è un incontro per coppie per caso? In effetti vicino a noi ci sono altri due tizi, un ragazzo ed una ragazza, che siano nostri amici? Quando li ho conosciuti, in che rapporti siamo, che diavolo succede? La mia occasione per sfoggiare il mio repertorio di canzoni d'amore potrebbe svanire se me la gioco male, devo tranquillizzarla ora o mi lascerà*

Ehi! Frena gli ormoni Akira, siete tutti attrezzati per combattere che diavolo vai a pensare ti ha soltanto chiamato per nome, idiota

*Giusto Giusto, che cazzo vado a pensare qua sono tutti seri, c'è un'aria seria, sta per succedere qualcosa di..."serio", sta succedendo vero? No? Quando?*

Prendi fiato, controllati, cerca di farti capire dagli altri e di comprendere come tu sia arrivato qui e cosa ha riunito tutti questi ninja.

Lei rise, continuava a credere che fosse tutto uno scherzo del genin.
Il giovane flautofonista notando la reazione della ragazza, chinò leggermente il capo, chiuse gli occhi allargò le labbra, i cui lati si rivolsero leggermente verso il basso in segno di sconforto, ed infine sospirò leggermente dal naso. Si era appena rassegnato.
Aveva capito che quella risata così forzata, era un preludio ad un nefasto evento.

Ella si avvicinò, cambiò il suo sguardo, era furiosa, un diavolo, come una moglie che scopre che il marito le sta mettendo le corna e fa finta di niente davanti all'evidenza dei fatti.

*Ti prego non rendere la cosa ancora più imbarazzante per me, e smettila con le metafore a sfondo sentimentale soltanto perché sproloquiavo tra me e me*

Scusa, Dicevo.

Ella si avvicinò, cambio il suo sguardo, era furiosa, un diavolo come...come..un diavolo!
Era molto più bassa di Akira, ma quella manata sulla spalla era pesante si fece sentire.
Il giovane cercò di trattenersi dal mostrare un minimo segnale di dolore. Si gonfiarono le guance e sudò freddo per un paio di secondi, ma presto tutto era tornato alla normalità. Stesso discorso per la ragazza, che da quello scatto di nervosismo subito si placò e tornò più docile e comprensiva e continuò a parlare.


Scusa...Non so cosa mi sia successo... Comunque... Cosa intendi? Siamo partiti insieme da Kumo, abbiamo partecipato insieme all'Operazione Yamato mesi fa, contro... Contro... Son Goku. - Fece una breve pausa, sembrò che qualcosa la turbasse nel pronunciare quel nome, di tutta risposta Akira non disse niente, la guardò e fece uno sguardo dubbioso, quel nome non gli diceva assolutamente niente, ma tutto quello che aveva detto se lo ricordava bene - Non so cosa pensare... Non so leggerti nella mente, ma credo che sia il caso di parlare un po'... Finchè dovremmo aspettare...
Lei si stava guardando attorno e di tutta risposta il ragazzo fece lo stesso, vide di nuovo tutte quelle persone, notò che erano da molti villaggi, fece un rapido collegamento con tutto la storia di quelle minacce mostruose che il ninja bendato aveva annunciato sotto la residenza della Raikage defunta l'estate scorsa.
In quel momento, lo sconforto aumentò, il ragazzo iniziò a sospettare vagamente cosa stesse succedendo. Tutto ciò lo faceva sentire ancora più a disagio, se il suo intuito non lo aveva abbandonato era ormai quasi certo di essere veramente nel posto sbagliato al momento sbagliato.

I tre ninja erano fermi nella piazza, e la ragazza a quel punto continuò a parlare

Akira-kun... La tua uscita di poco fa mi spiazza, ma se proprio non ti ricordi chi sono, mi chiamo Honami Yotsuki, tuo caposquadra per questa missione. Loro sono Rikku e Shun. Siamo appena arrivati al luogo di raduno del Paese della Pietra. Dobbiamo svolgere una missione, ricordi? Ci hanno convocato e siamo partiti con l'esercito di tutta Kumo praticamente...
In quel istante il musicista realizzò una cosa. Honami Yotsuki è stata la prima persona al di fuori di sua sorella ad essersi mai preoccupata per le condizioni del ragazzo. Era veramente una caposquadra degna di tale nome, ma nella testa di Akira il tutto risultò leggermente diverso. Sentì una leggera morsa allo stomaco, dall'alto verso il basso la guardò negli occhi e pensò:

Oddio, Honami è davvero molto carina...

*Vedi il fatto è che...oh aspetta...merda ho detto di nuovo quello che stavo pensando e sto pensando a quello che volevo dire, merda! Devo rimediare subito*

Si morse la lingua e alzando un pelo la voce disse frettolosamente:


No aspetta, scusa, è da un po' che sono in silenzio e mi sono dimenticato persino come si parla! Volevo dire, Oddio Honami è davvero molto carinO da parte tua preoccuparti per me Ahahahahah Rise in maniera un po' sguaiata. Gli tremava la voce, era percettibile, ma subito cercò di tornare tranquillo e spiegare tutto ad Honami, Rikku e Shun.
So che potrà sembrarvi strano ma ascoltatemi. Io mi ricordo tutto di questa estate, ma non sono mai uscito di casa da Luglio, vedete...io... - Prese il coraggio di ammetterlo di fronte a qualcuno che non fosse Megumi, deglutì e un secondo dopo concluse la frase- Io so come cancellarmi la memoria. La testa era china, guardava il suolo, si vergognava ad ammetterlo, ma doveva farlo per il bene della squadra. Se quella era una guerra lui non poteva ormai scappare, lo aveva realizzato nell'istante in cui si era ritrovato in quel luogo, qualunque sia il motivo per la quale sia arrivato lì non è imputabile alle conseguenze della perdita della memoria, ma dell'indole di Akira che nonostante fosse in stato di semi incoscienza è arrivato fino a lì. Chissà quale è stata la motivazione, ma ormai era sulla pista e doveva ballare. Credeva in questo, ma quando comprese che questa era una guerra ed era in prima linea i suoi piedi si indirizzarono automaticamente nel punto cardinale ove è situata la sua dimora. Come un magnete voleva tornare a casa, ma non poteva, l'idea di tradire il suo vero io perduto, lo spaventava più della guerra stessa.
Continuò a spiegarsi

Vedete, l'ho scoperto anni fa...non mi ricordo quando, ma in pratica, mi chiudo per giorni, settimane o mesi a suonare senza quasi mai fermarmi e sto in silenzio, isolandomi dallo spazio e dal tempo. Lo faccio per rimuovere qualcosa che voglio dimenticare. Richiede molte energie e concentrazione, ma è talmente difficile che spesso quando ci riesco gli effetti si propagano in maniera incontrollabile. Resto in uno stato di trance per non so mai quanto tempo dopo aver terminato il processo. Dev'essere successo anche questa volta, il mio ultimo ricordo risale a inizio Gennaio circa, che giorno è oggi? Ma non vi preoccupate, se è successo non può ripetersi, credo...non è mai successo, credo...
Rialzò lo sguardo e aggiunse rivolgendosi ad Honami e Shun
Ora che ci penso però ricordo vagamente di avervi già visto quella volta prima della missione a Kumo, operazione Yamato hai detto? Non sapevo nemmeno avesse un nome, ricordo solo che eravamo io e una certa Rikku Kidimora e dovevamo trasportare delle provviste e guidare i rifugiati a Kumo negli alloggi d'emergenza, ma poi per qualche motivo la nostra missione è cambiata in...non ricordo bene cosa. -
Si accorse di aver fatto un figuraccia, arrossì, guardò la ragazza bionda tese la mano per stringergliela e disse: - Oddio scusami Rikku, per un attimo non ti avevo riconosciuta, non ti vedo dalla nostra missione, noto che in questi mesi hai cambiato qualcosa, hai tinto i capelli o sbaglio? Come te la passi?

Honami continuò a spiegare la situazione ad Akira. In quelle frasi comprese finalmente tutta la storia riguardo queste fantomatiche creature che avevano invaso il mondo ninja, come mai fossero così pericolose. Rabbrividì al pensiero che una di loro aveva persino ucciso un Kage. Cosa più importante, capì finalmente perché si trovava lì, per combattere, insieme a tutto il mondo ninja, la minaccia, da una delle due parti o da nessuna.
Chissà in tutti quei mesi dall'estate quanti passi avanti erano stati compiuti dagli shinobi per arrivare sino a questo giorno...
Il discorso della Yotsuki era molto serio, si leggeva nel suo tono di voce, non modulava un secondo era decisa, una sola nota era necessaria ad esprimere quanto doveva. La dinamica era un piano pianissimo, tipica dei segreti, ma il risultato non era proprio melodico, che non fosse abituata a fare certi discorsi? In compenso, il ritmo lento e ben scandito segnavano una determinazione ferrea in ciò che diceva. Più che dalle parole capì il messaggio fondamentale dal modo in cui la ragazza suonava le sue corde vocali

Ragionò qualche secondo e concluse che non poteva far altro che darle corda, per due motivi: pareva averne visti più di lui ed era caposquadra. Aveva ragione da vendere.
Concluse il suo discorso chiedendo se ci fossero domande, ma in quel momento non gli veniva alcuna domanda sensata preferì ascoltare gli altri con la massima attenzione.

Era una situazione di stallo e di attesa. Una noia mortale, tutti erano agitati, ma Akira voleva isolarsi da tutto questo, restò vicino ai suoi compagni di missione e alla caposquadra, ma anche in quel frangente non riuscì a fare a meno di farsi i cazzi suoi. Suonava qualche nota col flautofono di tanto in tanto per smorzare l'ambiente circostante, e poi a matita buttava giù qualche riga del suo manuale. Quello non se l'era dimenticato. L'unico dilemma è che rileggendolo alcune parti sembravano deliranti e prive di senso, con dei disegni veramente brutti e degli esercizi scritti su di un pentagramma disegnato a mano libera.

In quella notte, lo scricchiolio della grafite in cima al legno fecero fuoco e fulmini, poteva sentirli nella sua mente, forte ed impetuosi come una terra che trema, un brillare esplosivo color cremisi del genio di Akira. Stava scrivendo una composizione fantastica, era molto ispirato, riusciva ad udire uno scalpitare, come un pubblico in delirio ad una prima. Il suo pensiero era fluido come l'acqua, poteva sentire questi elementi scorrergli con forza, folate di vento del suo flautofono, una Ninjutsu innovativa e mai vista da alcun essere umano.

La voce di Honami richiamò i genin invitandoli a calmarsi e ad essere pronti a combattere. Il flautofonista si alzò in piedi e mise via il libro. In quell'istante si guardò attorno e realizzò che tutto quello che sentiva non era nella sua testa, era reale, ed era successo attorno a sè. Quale momento unico ed irripetibile, stava scrivendo in musica tutte le note e le sensazioni degli avvenimenti e delle sensazioni attorno a lui. Quelle di una guerra.

Per la prima volta Akira era in un vero campo di battaglia?

*Oh merda che cazzo ci faccio qui, sono veramente in un campo di battaglia, oddio non è un allenamento stavolta, qui potrei morire...ma...questo...cos'è?*

Il ragazzo non fece in tempo a comprendere quella sensazione nel suo corpo che arrivò qualcuno, tutta la folla lo fece passare e arrivò al centro della piazza. Due figuri, uno davanti all'altro, che fossero il KyoDan e il Taisei? Faccia a faccia? Era questo lo scontro finale che aveva origliato ore prima dai tanti ninja che passavano qua e là?
Li guardò per qualche secondo, era proprio due personalità opposte anche guardandoli. Erano una dominante ed una tonica, tensione e riposo, così lontane, ma così vicine, l'una portava all'altra, ma chi era chi delle due, Il Taisei era il Do centrale? O era il KyoDan a non essere un Sol? Per la prima volta Akira vide il centro di tutto questo conflitto, vide il loro aspetto e l'unica cosa che provò fu fastidio. Voleva suonare ogni nota del suo flautofono per sfondargli i timpani.
Qualcuno ebbe un'idea migliore. Un ninja di Kumo si alzò in mezzo alla folla e sbraitò. A gran voce pronunciò un discorso di pace e comprensione.
Il contenuto alle orecchie di Akira erano state travisate completamente dal tono e dalla parlantina di Eiji, quello slang, quella postura, quella voce, quella presenza.
Akira capì cosa gli scorreva nelle vene, comprese il motivo per la quale non si era ancora mosso per fuggire da questa situazione tremenda o perché non sia impaurito da niente.
Era nuovo a questa cosa, o forse no? Gli ricordava qualcosa, era antico e non aveva mai provato, ma il corpo ne sembrava aver conservato memoria. Urlò nella sua testa, dopo il discorso di Eiji. Non c'entrava niente col suo discorso quanto aveva da dire, ma la riconobbe: la sensazione! l'aveva riconosciuta e aveva un nome.


OH SSSSIIIIIIII'! TUTTO CIO' E' LA FOTTUTA ADRENALINA PURA!

Non si rese conto che l'aveva fatto di nuovo, aveva parlato invece di pensare, e forse nel momento peggiore.

Edited by ¾DatGuy - 28/4/2018, 01:07
 
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