覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

« Older   Newer »
  Share  
Steve.
view post Posted on 26/4/2018, 19:13 by: Steve.
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


Fukagizu, Gennaio 249 DN


y6P9n2g





Ignaro, attendeva che la situazione cambiasse. Dinanzi a sé si ergeva il capo del Taisei, alle sue spalle invece, a pochi chilometri, percepiva l'incombente flusso di ipotetici nemici. Erano lì, una fiumana cremisi le cui intenzioni non erano ancora del tutto comprensibili. Sarebbe stato difficile per lui optare per l'una o l'altra fazione... Doveva essere consapevole dei loro ideali. Per ora, era in grado di valutare gli eventuali pro e contro di un suo allineamento... L'ago della bilancia pendeva verso il Taisei. Il simposio all'orizzonte, intanto, si incupiva, relegando i presenti in quella piazza alle prime sfumature notturne. L'evanescente velo che li tutelava, almeno inizialmente, dalle avversità, non sarebbe durato per molto tempo; da quel che aveva potuto constatare le forze del Kyodan erano in possesso di un potere distruttivo, non avrebbero impiegato molto tempo prima di debellarla. Forse, auspicandosi il meglio, le prime luci dell'alba avrebbero preannunciato l'inizio della furente battaglia.

Avrebbe voluto porre innumerevoli domande a Kataritsuen; avrebbe voluto colmare la sua bramosia di conoscenza, ma era conscio che la cosa non gli sarebbe andata a genio. Difficilmente gli avrebbe potuto rivelare le tecniche e le padronanze di cui erano in possesso, compreso il rotolo contenente le istruzioni per sigillare una creatura codata. Dubitava che potesse svolgerlo solamente un membro del Taisei; in ogni cosa vi è una via di fuga, o un modo alternativo per portarlo a compimento. In ogni caso, oltre al folto gruppo di Kiri, anche altri Shinobi si radunarono nella piazza; poteva riconoscere chiaramente le effigie che erano riportate sui loro coprifronte. L'intero mondo ninja aveva risposto all'adunata generale diramata dal Taisei per porre fine a quel cataclisma che li stava affliggendo. La tensione ivi vigente era asfissiante; Hayate odiava attendere, aspettare che il successivo atto avesse inizio. Volse le iridi diamantine verso l'astro lunare, per giovarne della beltà che essa emanava, contemplandola per effimeri istanti, quasi come se volesse rimembrare a se stesso d'esser vivo.

Fu in quel momento che si avvide di una figura a lui familiare; una chioma perlacea si erse tra la folla e poté chiaramente distinguerne le fattezze. Il Cantore, presumibilmente il ritrovato Kage del Suono, aveva fatto il proprio ingresso in quell'ultimo atto. Gli indirizzò un sorriso, quasi come se ne fosse felice di vederlo. Da quando si erano divisi si erano ripromessi di portare a termine le missioni personali per le quali entrambi stavano combattendo. Hayate c'era riuscito, Hideyoshi, a quanto pare, aveva ottenuto il medesimo successo. Gli venne rivolto un saluto onorifico; l'Efebico replicò quasi nella medesima maniera.

- Kokage-sama... Lo è anche per me. Combatteremo di nuovo insieme, a quanto pare. Spero di poter usufruire della vostra forza per mietere la minaccia che incombe su di noi.

Fu esaustivo; in quelle parole celava una richiesta univoca. Voleva che il Cantore fosse al suo fianco nel momento in cui le armi avessero iniziato a sfregare. Avevano soppresso un Dio; nessuno avrebbe potuto ostacolare la loro ferocia. Lo squadrò, per un attimo, poi rivolse nuovamente la propria meticolosa attenzione verso il capo del Taisei, ancora fermo lì, nella piazza. In quella presunta quiete si volse una voce, ad infrangere il silenzio e a fomentare dei dubbi nell'anima di coloro che non covavano alcuna fiducia verso quelle persone. Lo stesso Hayate, quasi, si trovò in accordo con quanto detto; era come se stesse esprimendo indirettamente il proprio pensiero. Stavolta, però, era stato un altro a farsi carico d'una rivelazione tanto scottante, sopratutto di fronte ad una moltitudine di Shinobi e con un nemico prossimo all'arrivo. Quando carpì da chi provenisse quella voce venne colto alla sprovvista, dato che si trattava della Tsuchikage, la donna con la quale si era scambiato una serie di missive per informarla sulla presenza di un campo nemico nel suo territorio. La situazione vigente, poi, aveva imposto loro di rinviarla, auspicandosi di ritrovarsi nel Paese della Pietra. Detto, fatto. Era lì, nella sua coinvolgente beltà. Ne fu quasi ammaliato, avvedendosi di quanto quella donna potesse affascinarlo.

La risposta che le venne data non fu esaustiva, come al solito. Era chiaramente un escamotage da parte di Kataritsuen di distogliere l'attenzione dalla reale richiesta e canalizzarla verso dettagli che avrebbero potuto incutere loro del timore, o qualsiasi sensazione che potesse farli desistere dalla volontà di saperne di più. Ahimè, rimase titubante quando questi non riuscì a terminare il proprio discorso, o meglio, non volle. Anche il suo udito se ne accorse, riconoscendo in lontananza il clamore proveniente dalle truppe del Kyodan. Avevano penetrato la barriera, a quanto pare, e il confronto sarebbe avvenuto di lì a poco. Kiri avrebbe seguito ogni sua direttiva, per il momento l'ordine indiretto era di stare fermi, aspettare le mosse avversarie.

L'oscurità avvolse i loro corpi, raggelandone i lembi. Il fragore argento della Luna era riflesso sulle sue fattezze, candide e immacolate. Una mera verità, in quanto le sue mani s'erano macchiate di sangue innocente. Non fu flemma l'avanzata della fazione avversa, sin da quando la notte s'incupì, uno strano presentimento colse l'anima dell'Artefice. E fu così che la vide, per la prima volta, colei che s'era rivolta ai Kage per svelare loro l'arcana verità che si celava dietro quell'infida lotta. Avvolta tra le sue vesti, scortata dalla sua prole, avanzò sull'altro lato della piazza, palesando nitidamente le proprie fattezze. Aveva potuto conoscerne solo il nome sino a quel momento, Manpeiko, ma ora era in grado di vederla. Non tergiversò, comunque, dato che la situazione instauratasi era divenuta il preludio di un imminente conflitto. Si rivolse verso il Diavolo, poco distante da lui, per rivolgergli poche parole, quasi sussurrate, per avvertirlo di quanto avesse in mente di fare.

- Kazuku, qualora la situazione dovesse richiederlo, avrai il compito di assumere il comando di una piccola squadra e fiancheggiare le loro linee. Attenderai un mio segnale per allontanarti, per il resto dobbiamo pazientare.

Per poi ritornare nel punto in cui era, dopo avergli dato una pacca sulla spalla. Non ci volle molto prima che delle novizie urla irrompessero nella zona; provenivano dal limitare della barriera ed appartenevano alle creature codate. Erano ancora ferme lì, tentando di valicarla usufruendo della propria forza. Mancava poco, davvero poco. Era come se vi fosse una sorta di legame tra i due; i loro sguardi si incrociavano, senza indugiare ulteriormente.

yhgJpeg



- Manpeiko-sama. Avrà sicuramente qualcosa da dirci, da rivelarci. Le chiedo, con tutto il rispetto, di farlo celermente, prima che la situazione diventi irrecuperabile.

Si rivolse alla donna, con tono deciso. Non le stava dando un'ordine, affatto, ma si poneva in modo tale per farle comprendere quanto la situazione fosse instabile. Voleva sapere, d'altronde poteva dedurre che Manpeiko avesse una conoscenza più ampia sull'argomento. Forse, sapeva anche quale sarebbe stata la successiva mossa per sigillare le creature. Quelle due fazioni si fronteggiavano da anni, decadi. Era da accantonare l'ipotesi che ne fosse all'oscuro. Riferendole quelle cose, comunque, voleva stuzzicare il suo desiderio di veder sconfitto il Taisei. La donna avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ritrovarsi con l'appoggio dei Kage, dato che un eventuale scontro tra gli eserciti, avrebbe sancito l'inizio della fine. Nessuna delle due fazioni poteva dirsi in grado di sapere come sarebbe potuto volgere a termine il conflitto; ogni equilibrio era stato compromesso.

 
Top
121 replies since 12/4/2018, 14:25   7046 views
  Share