| L'Ichibi era immenso, non c'era altro modo di definirlo. La coda sembrava formata da scaglie di roccia e sabbia che si riformavano costantemente una sull'altra, e malgrado non fosse così la sua stessa figura dava l'impressione di crescere costantemente, come un universo in espansione.
Yoichi guardò brevemente il clone di Fujie che gli si era posto di fianco. Come sempre, il giovane Anbu non aveva espressioni che non fossero quella seria e determinata, e le sue mani si mossero rapidamente nell'appoggiare a terra le tre carte che gli erano rimaste.
«Mi bastano dieci secondi.»
In quei secondi, il team di Suna era riuscito a interrompere il rituale. I due Medici da Guerra erano rapidi e precisi, e dove i pugni di Genma non arrivavano, Tooru compensava muovendo con abilità il suo enorme ventaglio. Non c'era da stupirsi che fossero stati scelti proprio loro, probabilmente quella squadra era stata selezionata fra gli elementi migliori che Suna possedeva. Non poteva essere altrimenti: con il Tasso letteralmente a due passi, bisognava schierare tutta la cavalleria, e possibilmente anche l'artiglieria pesante.
Quest'ultima stava arrivando, richiamata da Yoichi Hino che, protetto dai cloni di Fujie, stava tracciando rapidamente col proprio sangue dei simboli sulle carte dai molti sigilli. Similmente a come quando aveva evocato la Capo Medico, si chinò a terra, infuse il proprio chakra, e una serie di ottagoni luminosi iniziò a brillare attorno a lui.
«Okay, ci siamo... Stanno arrivando.»
I cultisti però, seppur condannati ad abbandonare il rituale, si stavano difendendo egregiamente. I civili di Nejima erano ancora intorpiditi, cercavano di muoversi ma davano l'idea di essere sommersi da un fango fortunatamente ancora inesistente. Sarebbe servito loro un po' di tempo per recuperare l'uso delle proprie forze, stremati com'erano dal rituale.
«POSSENTE SHUKAKU! SIGNORE DELLA TERRA E DEL DESERTO! SIAMO IL KYO DAN, E TI OFFRIAMO QUESTI UMILI ESSERI COME SEGNO DELLA NOSTRA DEVOZIONE!»
L'uomo che aveva parlato per primo era talmente emozionato che la sua voce vibrava. C'era paura, ma anche una folle esaltazione, simile a quella del Nashibi che correva verso l'immenso demone. Quest'ultimo, però, non parve impressionato. Anzi.
Emise un verso molto breve, una sorta di secco "Tch!" che fece assottigliare i suoi già piccoli occhi neri.
«Mi avete infastidito per... QUESTO?»
Alzò le zampe anteriori, come un grizzly che si prepara ad attaccare. Stessa cosa fece la coda, alzandosi rapidamente assieme al corpo. La sabbia sulla superficie dell'essere si concentrò vorticando in lampi blu luminescenti, lo stesso blu che Fujie e Nan avevano trovato nel tunnel. Poi, in un lampo, il Tasso si abbatté sul deserto e quel blu schizzò come una marea a ventaglio, travolgendo tutto quello che era davanti a lui.
«Fate barriera, presto!» urlò Yoichi ai tre cloni, che furono l'unica difesa che il ragazzo ebbe mentre il suo chakra scorreva richiamando i rinforzi. Altri non furono così fortunati. La Volpe e il Nashibi, con relativo compagno animale, si videro arrivare addosso dei lampi di terra blu, un'onda che sembrava essere solida e liquida al tempo stesso. Vennero colpiti e sbalzati all'indietro, in un doloroso impatto che non li ferì gravemente solo grazie alle difese che avevano approntato. L'onda però non era solo un semplice attacco diretto: sembrava liquida perché effettivamente lo era, ma solida al tempo stesso. Come la melassa, o un altro fluido non newtoniano, quella strana sostanza si solidificò attorno a loro obbligandoli a stare fermi a terra. Poco distante, la stessa cosa avveniva a tutti: Tooru e Genma, i civili di Nejima, persino quelli che dovevano essere alleati dell'Ichibi. Tutti solidificati, che si agitavano, urlavano, tentavano di liberarsi da quella morsa che avrebbe richiesto una forza particolarmente ingente.
Tuttavia, i tre cloni della donna avevano protetto Yoichi concedendogli di completare il richiamo. In una vampata di luce, come i migliori eroi delle storie per ragazzi, apparvero i rinforzi.
Il Kazekage in persona, armato fino ai denti. Dietro di lui Daruichi, il cui sorriso sghembo si allargava di fronte alla visione del Tasso che torreggiava su tutto e tutti. Con loro vi erano dodici Anbu, irriconoscibili per via delle maschere, ma già con le armi in pugno e pronti a combattere.
Il Tasso sogghignò.
«Mi stupisco sempre di quanto siate stupidi... E ostinati... Voi inutili esseri umani.»
La sua voce era cavernosa e ruggente; se le montagne avessero potuto parlare, probabilmente sarebbero suonate così. L'Hachidaime Kazekage non sorrideva, non era nervoso, non sembrava dissimile dallo stesso uomo che tutti i giorni dialogava con i suoi collaboratori nell'ufficio di Suna. Quello era solo un altro enorme problema che avrebbe risolto. Tutto quello che disse alla sua squadra fu solo:
«In posizione.»
Quattro Anbu si piazzarono attorno a Daruichi, che sospirò lungamente ed estrasse dalla tasca dei pantaloni una sfera bianca, rotonda e grande circa come un uovo.
«Ricordatevi, gente. Un minuto. Possiamo farcela.»
Himura e il resto della squadra scattarono in avanti, e il polverone che iniziò a levarsi impedì la visione chiara e nitida ai ninja che erano rimasti intrappolati dalla sabbia demoniaca. Fujie e Nan, mentre la gabbia si crepava lentamente ma si ostinava a non cedere sotto i loro sforzi per liberarsi, videro gli Anbu disporsi a cerchio attorno all'Ichibi. La gabbia di cristallo cementificato, in qualche modo, stava togliendo loro energia, condannandoli a sentirsi sempre più stanchi e spossati. Yasei fu il primo a rischiare di perdere conoscenza, per quanto l'animale fosse fortemente determinato a non crollare fino all'ultimo.
La bestia si mosse, ci furono delle urla, il Kazekage gridò degli ordini mentre la sua sabbia ferrifera saettava mescolandosi a quella del Tasso. I ruggiti del Demone coprivano qualsiasi suono, facendo tremare l'aria stessa, e quando dalla sua bocca iniziò a generarsi un'enorme sfera di luce nera ci fu Daruichi che tuonò:
«NON OGGI, STRONZO!»
Furono le sue ultime parole. Un lampo di luce, un bagliore, e tutto si concluse. L'ultima cosa che videro Fujie e Nan furono i medici da Recupero della Furukawa che correvano verso di loro. Poi, il buio: un rassicurante, leggero, un po' sabbioso ma confortante buio, libero dal peso sconcertante della presenza di Shukaku, che era, semplicemente... Svanito.
CITAZIONE Come anticipato, purtroppo la missione si conclude qui. Attendo ad assegnare ricompense e quant'altro, ma un punto è certo: Suna ottiene la sfera dell'Ichibi. Mi dispiace aver dovuto immobilizzare così i vostri pg, l'unica altra alternativa che mi era venuta in mente era metterli KO... Ho preferito dare loro un po' di sana frustrazione, ma una visione anche solo parziale del minuto decisivo. Per quanto mi riguarda la missione, on game parlando, non è fallita. Tuttavia non abbiamo raggiunto il numero di pagine minime richieste per una A/S. Insomma, solite beghe burocratiche che però non diminuiscono il fatto che avete ruolato davvero bene, signori. Mai una sbavatura, coerenti fino al midollo, la mia valutazione arriverà al prossimo post ma sono sicura che, con più tempo e meno inconvenienti, sarebbe andata liscia come l'olio.
Lasciatemi la vostra valutazione, e per dettagli su cosa succede nello specifico sapete come trovarmi.
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