Shinen 深淵 - Nel Cuore dell'Oceano, TERMINATA
Missione B/S per ~Steve., (!), yolomasterlol e Kabu

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view post Posted on 24/9/2017, 21:45
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Kiri
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Con l'avvento del tanto elegante quanto letale capo della divisione inseguitori, quella seduta fu rapidamente sciolta. Non appena fece il suo ingresso, previo permesso del suo giovane sovrano, quelle gemme color ametista corsero sul nuovo giunto, squadrandolo da testa a piedi. Anche quell'uomo era piuttosto giovane, seppure fra loro, esclusa lei dal conteggio, risultava sicuramente il più grande. Doveva avere su per giù la stessa età di Koyame, e a lui andò il pensiero, nonostante lo sguardo rimaneva catturato nello scrutare la nuova figura. Aveva un fascino particolare e si notava a colpo d'occhio quanto fosse curato, perfettamente presentabile. Attenzione maniacale? Narcisismo?
L'attenzione venne distolta nel momento in cui il Kobayashi prese nuovamente parola per sciogliere la seduta e lasciarli liberi di prepararsi per l'evento nefasto che li vedeva in prima linea contro il Sanbi, in una speranza quasi vana di riuscire a sorreggere sia il peso della responsabilità, sia la brutale potenza della bestia codata. Fu proprio a lei che si rivolse per congedarla prima degli altri, com'era giusto che fosse. Satomi non ebbe nulla da obiettare e con un cenno d'assenso accolse le richieste del sovrano della Nebbia.


Farò del mio meglio. - rispose secca, prima di fare un cenno di saluto col capo, marziale, e girare sui tacchi per lasciare la magione. Non voleva restare un minuto di più la dentro, in effetti.. non era una di quelle che volevano stare al centro dell'attenzione e all'interno di quella sala aveva avuto gli occhi puntati addosso per troppo tempo. Una cosa però le sovvenne alla mente, una cosa pratica che non fu capace di tenersi dentro. S'arrestò sulla soglia, prima di uscire, volgendo il capo verso il Kobayashi. - Se permettete, ci vediamo direttamente al molo. Dobbiamo partire da quel punto e non ha senso che io torni indietro; avrò più tempo per incantare.. - un sorriso appena accennato, un altro mezzo cenno col capo, quindi si dileguò senza attendere una vera e propria risposta. L'avrebbero trovata lì, inutile andare e venire due volte per niente.

Fuyu la seguì con lo sguardo, ma riuscì a dissimulare egregiamente quell'accenno di divertimento nel vedere la donna agire con tanta sicurezza davanti all'uomo più importante di tutta la Nebbia. Aveva un gran bel fegato, glielo doveva concedere. Anche i giovanissimi spadaccini, Diavolo e Squalo, lasciarono la magione dopo un breve scambio con il Mizukage; dalla scena a cui poté assistere con i suoi occhi plumbei, dedusse che non avevano alcuna paura e che anzi l'esuberanza giovanile la surclassava. Un bene o un male? All'Efebico spettava l'ardua sentenza, dato che non era suo compito giudicare. Gli ordini arrivarono da li a poco: anzitutto scortare i giovani selezionati sul tetto per una scrematura operata dallo stesso sovrano, dunque partire all'inseguimento della donna per supervisionarla, per poter riferire i suoi passi.. quindi, una volta partita l'operazione, fare le veci dello stesso kage. Una bella responsabilità.


Come volete, Mizukage-sama. - asserì, componendo i sigilli per la moltiplicazione superiore del corpo per creare immediatamente una copia esatta di sé stesso. Ottimizzare i tempi era la parola d'ordine: un'operazione come quella richiesta dal sovrano non poteva attendere i comodi di nessuno, altrimenti l'obiettivo avrebbe avuto tutto il tempo per far perdere le proprie tracce.

Una volta creata sotto gli occhi del sovrano, la copia di Fuyu saettò fuori mentre quello reale si congedò, prima di raggiungere i cinque ragazzi in attesa. Scortò tranquillamente il gruppo sul tetto, senza dire loro nemmeno una parola su ciò che li attendeva, e non appena furono arrivati a destinazione li mise in riga, impartendo un semplice ordine militare che subito fu eseguito. Il Mizukage giunse poco dopo, e i ragazzini si inchinarono.


Questi sono quelli che si sono distinti da tutti gli altri, ma non assicuro sulla loro efficacia sul campo di battaglia vero e proprio; la mia squadra ha avuto la mano morbida con loro.

Una verità ineluttabile che in parte ferì l'orgoglio di quei giovani shinobi, che avevano faticato veramente tanto per star dietro a tutti gli attacchi degli ANBU. Non fecero più di tanto una piega però. Sembravano paralizzati sul posto, in attesa di una sentenza che li spaventava a morte. Sadayoshi, al fianco del Nakajima, sembrava appena un po' teso.. ma impossibile capire se per colpa della presenza dei due jonin o per altro. Adesso toccava al Mizukage scegliere chi lo avrebbe affiancato in quell'impresa impossibile.



Dunque non mi sono dilungata troppo sul post perché sono parecchio provata (ho i miei nipoti a casa e postare con il casino che fanno vi garantisco che non è facile). Mettetevi d'accordo su come agire, se Hayate vuole mettere in qualche modo alla prova Akio e gli altri; accordatevi sullo scambio da fare, se dovete farlo, perché questa parte voglio che sia lesta, dobbiamo andare a menare la taTtaNuga.
Mizukage-sama, queste sono le vittime sacrificali leve da poterti portare o da lasciare indietro (Akio, per forza di cose, sarà nel gruppo dei """fortunati"""):
- Hozuki (chunin)
- Yuki (chunin)
- Kaguya (chunin)
- Origami (genin)
Scegli con parsimonia e ragiona, spiegando le motivazioni attraverso i ragionamenti di Hayate (voglio vedere che vi inventate tu e il compare coi capelli rosso fuoco).
Cito&Yolo, voi siete liberissimi di fare quello che volete prima della riunione alle porte con Hayate e Akio e chi verrà con voi. Solo una cosa: se andate a pappare da qualche parte vi sentite osservati, a voi decidere se farci caso (non capirete chi vi guarda, perché essendo spadaccia vi dovrebbero guardare un po' tutti) o meno.
Una volta che tutti sarete arrivati alle porte non troverete Satomi; sarete però intercettati dalla copia di Fuyu che dirà al Mizukage che la signorina non ha deviato dal percorso e che s'è buttata anima e corpo nel lavoro assegnatole, senza aver destato alcun sospetto. Da qui potete muovervi verso il porto oppure spendere un altro turno per mettervi d'accordo. A voi la scelta, siete davvero molto liberi qui, stupitemi prima delle mazzate grosse e grasse.
 
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view post Posted on 25/9/2017, 18:32
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The Almighty Shitlord

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Si ritrova a sorridere nel sentire come Mitsuaki accetti la propria richiesta. un sorriso accennato e decisamente deformato da quelle bende eppure sincero.
Tanto sincero che quello si ritrova quasi a sgranare gli occhi nel momento in cui realizza il movimento delle labbra. Non ha fame e non è neppure tanto goloso di ramen da pensare di mangiarlo anche quando il bisogno non chiama. E allora perchè ha proposto di andarlo a mangiare? per semplice cinismo?

Deve essere così

Perché no, non può neanche pensare che sotto sotto non gli vada a genio la remota possibilità di trascorrere gli ultimi istanti a Kiri da solo. Perché potrebbero essere gli ultimi, lo sa, e di certo non li spenderà con suo padre o con amici.
No, lo trascorrerà con lo Squalo, uno spadaccino come lui, un compagno da conoscere prima di partire ed un compagno con il quale intende adempiere ad una missione colossale -sopratutto per un genin- ovvero intrappolare un demone codato.

....

Uno sbuffo nel sentire la forte presa dello spadaccino attorno al collo, che gli fa quasi sgranare gli occhi mentre le narici si dilatano: una forza assolutamente inaspettata, ma che sicuramente sarebbe servita a molto nello scontro che li attendeva. Segue dunque il collega fuori dall'ufficio, tentando poco dopo di divincolarsi da quella presa salda, sbuffando mentre poco dopo il palmo destro passa sulla nuca.

Va bene che forse rischiamo di rimetterci la pelle ma almeno dammi la possibilità di sfangarla contro il demone

Commenta, ironico. Quasi a disagio il tono di voce: il contatto fisico è qualcosa che di rado aveva concesso e che gli era stato concesso al di fuori -paradossalmente- di un combattimento.
Avanza dunque assieme al collega, uscendo dalla sede dell'ufficio del Mizukage e tentando di dirigersi a passo lento verso il centro.
Man mano che avanza si prende tutto il tempo necessario a guardare i dintorni ed i dettagli delle vie. Le facce degli abitanti, l'odore di mare misto a sporcizia così come la fragranza dei biscotti sfornati dai panifici. Vuole ricordarsi ogni dettaglio di quel luogo. Perché mai come ora era stato vicino alla morte, neppure lo scontro con lo Shura aveva lasciato in lui una sensazione di lotta disperata come quello che lo attanaglia adesso.
Però la Kubikiri è salda ed il suo animo pure: ora che finalmente c'è uno dei sette sul seggio del Mizukage ha un motivo valido per difendere il villaggio, e lo farà con tutte le proprie risorse, c'è solo da risolvere il problema dei ninjutsu raiton: deve procurarsi...

Degli isolanti...

Pensa subito, soffermandosi innanzi ad un negozio, osservando il collega con lui: sicuramente gli sarebbero serviti dopotutto...

Mitsuaki io mi fermo a comprare dei guanti isolanti...se useremo il raiton in mare beh...sicuramente sono un oggetto comodo da portarsi appresso non credi?

Attendendo quindi che lo Squalo dia o meno il suo assenso per poi comprare quel semplice materiale versando senza troppe lamentele quanto richiesto.
Mentre avanza ancora sente degli sguardi su di sé, una sensazione persistente eppure mai troppo invasiva: che sia per curiosità o che sia per via di un abile ninja qualcuno gli sta mettendo gli occhi addosso. Il che non esclude che assieme ad esso vi siano anche delle orecchie: non potrà parlare con il collega dei piani d'azione né di cosa abbiano intenzione di fare. Potrà solo parlare delle sue abilità, della sua storia magari. E di conseguenza capire dove e come potrebbe essere più utile.

Dimmi...prima hai accennato a mangiare...cosa sei in grado di fare esattamente? E se posso farmi i cazzi tuoi...perchè Samehada?

Domanda quindi curioso. Una domanda che avrebbe voluto fargli sin dentro l'ufficio ma che ha rimandato ad ora: deve sapere come potrebbe muoversi lo spadaccino con lui, e coordinarsi di conseguenza. Se avessero dei punti di forza in comune beh, tanto meglio. Sa bene allo stesso tempo che la motivazione che guida uno shinobi alla sua spada è profonda e dice molto del suo essere. Qualcosa che potrebbe non essere noto a terzi in ascolto.
Con queste domande infine si appresta a mangiare da Yoshi assieme al collega, ordinandosi una porzione media di ramen con zuppa d'uovo e prendendosi tutto il tempo necessario a discutere con Mitsuaki. Non possono elaborare strategie in pubblico, ma conoscersi meglio è meglio di niente dopotutto.

 
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view post Posted on 26/9/2017, 19:32

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Si ritrovò a trascinare il povero Diavolo per i corridoi del palazzo, quasi incurante della possibile opposizione del ragazzo ad una scena tanto imbarazzante. Parve non percepire minimamente la pressione sul proprio braccio nel momento in cui la presa si fece più stretta, accorgendosi di stare esagerando solo una volta usciti dalla trafficata magione. Le parole del collega confermarono quanto lo spadaccino avesse avuto poco tatto nel trasportare con la forza un parigrado senza il minimo ritegno.

Ahahahah scusami Kazuku, certe volte non riesco a controllarmi.

Rispose mestamente, con un'espressione tra il divertito e l'imbarazzato. Osservò il collega ricomporsi senza però rimarcare il misfatto, dimostrando anch'egli un certo divertimento per la cosa. Ottimo. Sdrammatizzare in un momento del genere era manna dal cielo, considerando quel che avrebbero passato di li a poco.
Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere il giovane Diavolo guardarsi attorno e, nonostante il volto celato in parte dalle bende, non poté che notare in egli una certa preoccupazione. Come può non essere preoccupato? Stanno per affrontare una tartaruga con tre code, con un chakra fuori dal comune e grande quanto una montagna. Sono entrambi genin ma riesce a comprendere perfettamente il perché di quell'inquietudine.
Si insinua infida nelle viscere, scavando con forza, spingendo e facendosi largo nell'animo di ognuno di loro.
E' silente e assordante al tempo stesso. Blocca il fiato quando vorresti solo urlare.
E' la stretta al cuore che accelera i battiti in modo del tutto irrazionale.
E' pura e semplice...


(...paura)

Per quanto si sforzasse di pensare a qualcosa di arguto o intelligente da dire, nulla riusciva ad oscurare quell'inquietudine che ne attanagliava i pensieri. In un mondo come il loro imparare a convivere con la paura era il primo passo per sopravvivere. Non è una cosa che si insegna nelle accademie, pensò subito dopo, riflettendo su come egli stesso abbia dovuto faticare per comprendere appieno - o forse solo in parte - come gestire quel sentimento tanto deleterio quanto necessario. Dopotutto combattere contro mostri, demoni e divinità doveva pur esser servito a qualcosa.
Ma prima che la mente potesse addentrarsi in pensieri troppo cupi una fitta all'altezza del gluteo sinistro lo riportò alla realtà,
costringendolo a sobbalzare con un grido ben poco mascolino.


Ahi!

Una delle scaglie blu notte della sua compagna riuscì a farsi largo tra le bende, pungendo la parte interessata senza però causare il minimo danno. Mitsuaki, nel massaggiarsi il sedere, si voltò verso l'amata spada e prese ad osservarla con sguardo contrariato. Dal canto suo la Samehada emise un forte sibilo e con quel semplice suono mise a tacere ogni tentativo del genin di ribattere. Il legame tra i due era talmente intenso che la spada aveva ben compreso le ansie del compagno e, senza il minimo ripensamento, lo aveva riportato alla realtà. Non era più solo. Avrebbero affrontato quella nuova minaccia assieme. E assieme sarebbero tornati. Possibilmente con il giovane Squalo tutto intatto.
Era stato così preso dai propri ragionamenti che quasi non s'era accorto che Kazuku aveva deciso di fermarsi ad un negozio nei pressi della zona nevralgica del villaggio, per poter acquistare dei guanti in gomma. Una mossa intelligente ed astuta per evitare di finire colpiti dalle possibili ninjutsu elettriche usate contro il Sanbi. Fu quasi portato ad assecondare quella scelta non fosse altro che combattere con dei guanti avrebbe smorzato il legame fra lui e la katana, diminuendone di fatto la potenza.


Hai ragione ma per questa volta passo, non sono solito usare guanti...per me sarebbero solo d'impedimento.

Disse convinto, alzando le mani come in segno di resa e mostrando i palmi al collega.
Attese quindi che Kazuku completasse il suo acquisto, riprendendo in seguito il cammino non appena quest'ultimo abbandonò il piccolo negozio.
A passo lento ma costante giunsero quindi a destinazione: il chiosco di Yoshi era come lo ricordava e nulla era cambiato durante i mesi di prigionia al quale lo shinobi era stato sottoposto. Si accomodò al piccolo sgabello in prossimità del bancone, lasciando che le proprie narici si inebriassero di quell'odore delizioso. Gli aromi si mischiavano in un'ode alla buona cucina, mentre lo sfrigolare dei fornelli faceva da sottofondo al sapiente intaglio degli ingredienti da parte del cuoco. Un dipinto da assaporare con gli occhi, tanto appetibile che Mitsuaki non s'era minimamente accorto di stare osservando cotanta beltà da troppo vicino per non sbavare su quelle primizie.


Una porzione per favore...di tutto.

E nell'udire quelle parole l'uomo non poté che assecondare le richieste di quel pozzo senza fondo che era Mitsuaki. Ed in men che non si dica un numero imprecisato di piatti fumanti accerchiò la posizione del genin, per nulla intimorito da quello schieramento così imponente ma anche così fragile dinanzi all'ingordigia dello Squalo. E fu proprio impugnando le fedeli hashi che lo spadaccino diede l'assalto ad ognuna di quelle pietanze, a rotazione, senza sosta e senza tregua.
E tra un boccone e l'altro trovò anche il tempo per rispondere ai quesiti posti dal Diavolo, al quale ora erano riservate le attenzioni dello spadaccino, compreso qualche chicco di riso sputato fuori da una bocca fin troppo grande per essere umana.


Queshto ti bashta per capire cosha intendevo per mangiare?!

Biascicò senza remore quelle parole mentre, con sguardo curioso, prese ad osservare il ragazzo consumare la propria porzione di ramen. Da qualche parte doveva esserci anche la sua, sempre che non l'avesse già divorata con l'intera ciotola.

Perché Shamehada?! Dovreshti chiederlo a lei...

Un lieve accenno con la mano all'enorme mannaia avvolta fra le bende che, silente, se ne stava poggiata sulla sua schiena. Ingoiò l'ultimo boccone, soffermandosi quindi qualche istante su quella domanda. Effettivamente non ci aveva mai pensato: perché scegliere proprio quella spada fra le sette? Cosa lo aveva spinto ad affrontare una prova mortale per i più, uscendone inaspettatamente vincitore?
Si prese qualche secondo per rispondere, dopodiché le parole uscirono spontaneamente dalla sua bocca.


Mmhh...non lo so. Ho scelto la Samehada perché pensavo fosse la più potente tra le sette. Una spada viva, senziente, con una propria volontà. Tra tutte è quella che più mi intrigava, forse la più difficile da conquistare. Ma non sono stato io a scegliere, no...è stata lei a scegliere me. Non so come spiegarlo, non vorrei sembrare pazzo ma è esattamente quello che è successo. Tra tanti aspiranti, anche molto più quotati e qualificati, lei ha scelto proprio me. Ed il perché, beh...proprio non lo so e forse non lo saprò mai...

Un racconto romantico a dir poco, talmente tanto che le immagini di quel giorno erano vivide nella sua mente quasi come fossero recenti.

E tu invece...perché la Kubikiri...e perché hai voluto diventare uno spadaccino?
Ma più di tutto...quello lo finisci?


Disse infine con sguardo sognante, indicando inebetito la ciotola di ramen del collega.
 
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view post Posted on 27/9/2017, 10:53
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S h i n e n 深 淵 ❞.
L'Artefice

Kiri - Bijuu.
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~ Kiri ( Paese dell'Acqua)
❝ Bijuu ❞.


8Zak2BJ




Era lì. Dalle trame che le sue dita tessevano dipende il futuro della terra natia che tanto agognava, che avrebbe difeso elargendo la propria vita in favore di quella di Kiri. Non sarebbe mai scappato dalle intemperie, dalle difficoltà come fece l'Oni no shu. Come fecero i suoi predecessori. Aveva assunto, seppur usurpandola, una carica che richiedeva il massimo impegno e la più minuziosa dedizione. Il nuovo giunto aveva radicalmente smorzato l'aria di mera tensione che si poteva respirare all'interno di quella stanza, teatro pochi giorni addietro di una scena a dir poco riprovevole. Le diamantine coglievano lo sguardo di quelle appartenenti al Capo Anbu; quell'uomo, nonostante l'avvenimento, non aveva disonorato il proprio giuramento. Sembrava che ora riponesse la propria fedeltà nei confronti del nuovo Mizukage, sebbene le circostanze per le quali egli avesse assunto il potere, probabilmente, non gli erano congeniali.

Dopotutto vi era una fase che probabilmente avrebbe potuto sancire quel suo cambiamento. "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità." Ne era conscio; avrebbe dovuto svelare le capacità che possedeva durante quel nefasto evento. Iniziare con un'effettiva invasione e minaccia globale da parte delle creature codate non sarebbe stata la prospettiva migliore, ma era un modo per acquisire maggior consenso e un'opinione positiva da parte sia del suo popolo, che da quelli limitrofi. Accolse l'assenso da parte della ragazza con un lieve sorriso esibito sul suo volto efebico, la quale dopo l'ammonimento espressole aveva dato qualche accenno di rispetto delle autorità. Probabilmente un po' ipocrita dato che, almeno per quanto concerne l'Artefice, si era avveduto dell'evidente noncuranza di tali dettagli da parte sua. Non ebbe modo di ponderare a riguardo poiché la voce della fanciulla tornò a catturare la sua attenzione. Dopotutto aveva ragione; avrebbe avuto più tempo per incantare e rendere le imbarcazioni più efficienti possibile.

- D'accordo, così sia.

Proferì, sentenziando con quelle parole la sua uscita di scena. Vessò il collo mascherando le mani tra i lunghi capelli perlacei; era da un paio di giorni che non riusciva a riposare adeguatamente nel suo giaciglio. Gravoso era il peso che sorreggeva e ora comprendeva effettivamente cosa significasse essere un Kage; dilazionare il proprio interesse in casi molteplici e di vitale importanza richiedeva una forza d'animo ingente. Aveva congedato i propri colleghi i quali avevano abbandonato la magione per preparare l'armamento ai fini della missione. D'altro canto, lui, non poteva ristorare le membra stanche. Doveva agire nuovamente, stavolta per selezionare coloro i quali avrebbero avuto l'arduo compito di essere i manichini che avrebbero dovuto incassare i colpi inflitti nei confronti di Satomi. Non poteva attaccare il Sanbi e, nel contempo, avere un'occhio di riguardo per l'incolumità della ragazza; non era ancora dotato dell'ubiquità... Forse era l'unico potere non ancora in suo possesso che avrebbe voluto.

La conversazione con Fuyu non fu prolissa, di poche e coincise parole. L'assenso dell'Anbu era inevitabile, avrebbe potuto replicare solo in quel modo ad un ordine del Mizukage. Asservimento? No, semplice fedeltà e lealtà. Prima di proseguire presso la meta che aveva stabilito, Hayate soggiornò un altro paio di minuti all'interno di quella stanza, osservandone la scrivania e, attraverso le finestre, quel mondo insano che lo circondava. Un attimo, un po' del suo tempo per dialogare con quell'io frastornato ma volenteroso. La spettanza che aveva avuto sin dagli albori dell'itinere da shinobi era divenuta attuale; l'anima relegata in un involucro colmo di spifferi sinistri. In pochi avrebbero potuto comprendere le contingenze che lo affliggevano, le paure che lo insidiavano. La paura, sì, esatto, quella che mai come prima stava iniziando ad assaporare. Non gli dispiaceva tutto ciò, sapeva che essa amplificava in modo ingente il potere e la rabbia insita in ogni essere umano. Sperava che il suo fosse un caso medesimo, sperava di non vacillare in quel viaggio apocalittico. Contare sui serpenti in un momento del genere era uno sbaglio; il loro ego e carattere li avrebbe portati a remare contro il loro firmatario. Era da solo. Si, ora stava considerando tale possibilità, ormai divenuta realtà. Gli altri membri dei sette, sebbene le loro peculiari abilità sia combattive che strategiche, non gli avrebbero garantito la forza necessaria per debellare una minaccia del genere. Solo le sue azioni avrebbero potuto far vertere l'ago della bilancia sulla vittoria.

Scosse la testa, liberando i capelli perlacei dalla coda che li teneva legati. Ora gli cingevano il viso, poggiandosi delicatamente sulle spalle. I suoi lineamenti sinuosi si esaltavano con quell'acconciatura, sembrava veramente una creatura mistica. Intraprese il percorso che lo avrebbe portato sul tetto, luogo ove era stato seminato il sangue di molteplici persone. Figure importanti, altre no, ma in quel caso avrebbe dovuto scegliere chi era abbastanza forte da poter morire. Si, esattamente. Le possibilità di tornare a casa vivo per chi sarebbe stato selezionato erano così infime da non essere quasi considerabili valutabili. Nel prosieguo del suo cammino molti furono i pensieri che balenarono nella sua mente fulgida; perché lo stava facendo? Perché non scappare nell'angolo più remoto del mondo e lasciare che gli altri si occupassero di quel problema? Perché, semplicemente questo.

Giunto sin lì s'accorse della presenza di molteplici giovani shinobi dinanzi a sé, i quali si prostrarono avvedendosi della figura del Mizukage. Doveroso rispetto, ma iniziava ad annoverare quel gesto come insignificante. Erano stati valutati attentamente da parte di Fuyu ed i suoi sottoposti; non era necessario che anch'egli mettesse alla prova le loro doti combattive. Si fidava della loro competenza, d'altronde ricoprivano un ruolo vitale per quanto riguardava la forza militare di Kiri. Le loro conoscenze, forse, erano anche superiori rispetto a quelle dell'Artefice.

- Chi siete.

Una sentenza, a dir poco. Entrambi i due lemmi vennero enfatizzati con tono autoritario. Poteva contarli sulle dita della mano, cinque ne erano. A meno che una di esse non fosse stata tranciata, ma così non pareva. Attese che i ragazzi rispondessero alla domanda; appartenevano tutti a dei clan, tranne uno. Uno che sembrava ricalcare le sue orme. Diverso da tutti, ma spavaldo e noncurante di non possedere un potere ereditato. I primi a catturare la sua attenzioni furono lo Yuki e l'Hozuki, non perché palesassero evidenti doti caratteriali o capacità strategiche, ma il motivo risiedeva nelle doti combattive tramandate dai loro clan. Sarebbero stati effettivamente utili sul campo di battaglia dove si sarebbe protratto lo scontro, probabilmente avrebbe potuto usare il potere dello Yuki per ghiacciare parzialmente una parte di Oceano e limitare i movimenti della creatura. Lo Hozuki, d'altra parte, avrebbe potuto facilmente celarsi nelle acque per prendere di soppiatto il Sanbi. Per il resto sarebbero state delle vittime, quindi la selezione non aveva un senso così profondo. Erano utili? Si, almeno così pareva.

- Akio Nakajima, genin del villaggio della Nebbia ed aspirante Spadaccino.

Le sue iridi diamantine si poggiarono con maggior cura sulle sembianze di quel Akio. Un aspirante spadaccino, apparentemente limitato per quel che riguardava fantomatiche doti di clan. Meglio, si diceva. Una vittima che non avrebbe provocato alcun scompenso alla forza militare. Sarebbe stato lui ad incassare i colpi della creatura al posto di Satomi, qualora gliene avesse rivolti.

- Hai paura?

Scattò, come se fosse preda di un ira funesta. Gli occhi sfumarono verso un colore cremisi; lo sguardo di un assassino. Uno sguardo che in pochi avevano visto. Uno sguardo che nessuno aveva potuto decantare sino ad allora. Voleva testare il suo sangue freddo, la sua capacità di aver paura. Se non l'avesse rivelata non l'avrebbe portato con sé. Le Hiramekarei trepidanti gli cingevano il collo; sarebbe bastato un attimo e avrebbe potuto tranciargli la gola. Poteva osservare il chakra che in esse confluiva; lo stava accumulando. La risposta che gli sovvenne in mente, però, non accolse un evidente consenso da parte del Mizukage, il quale mostrò in volto un lieve disappunto.

- Voi tre. Preparatevi. Tra quattro ore alle porte del villaggio.

Proferì, indicando i volti di quei tre con l'indice della mano. Una scena flemmatica, a dir poco, quasi come se volesse alimentare la suspance e la tensione che potevano assaporare in quel momento. Un climax ascendente, voluto da parte del Mizukage. Ripose nuovamente l'arma all'interno del fodero posizionato lungo la schiena, per poi rivolgersi al suo sottoposto, Fuyu, per dargli un ulteriore ordine.

- Ben fatto, Fuyu-san. Vai a riposarti prima di assumere una responsabilità così grande.

Un consiglio quasi paterno. Era a conoscenza delle responsabilità che avrebbe assunto, se si fosse riposato avrebbe iniziato nel migliore dei modi. Uscì dalla magione, non dalla porta d'entrata, ma balzando di tetto in tetto fino a raggiungere quella che parea la sua vecchia dimora. Non sapeva se vi fosse tornato, non sapeva se al suo ritorno la situazione fosse divenuta totalmente differente. Non sapeva alcunché ed era questo a fargli maggiormente paura. Rimase lì un paio d'ore, sdraiato sulle tegole d'un tetto con a fianco la propria fedele compagna. Gli occhi erano rivolti alla volta azzurrina, era difficile vederne il colore reale data la nebbia che aleggiava. Quest'ultima, però, sembrava lo abbracciasse, un'ultima volta, cercando di confortarlo senza alimentare le sue preoccupazioni...

Giunse il momento, finalmente, e non attese ulteriormente. Le porte del villaggio non erano distanti quindi intraprese celermente quel breve percorso che lo avrebbe portato a rincontrare gli "eletti". Prima che vi giungesse, però, la sua corsa venne arrestata dalla figura di Fuyu, sebbene fosse consapevole che non si trattasse di quella reale. Era la copia a cui era stato demandato il compito di controllare le azioni di Satomi. Era tutto andato come doveva e la ragazza non aveva fatto alcunché per destare la sua rabbia o ulteriormente denigrare la sua figura. Meglio così, si diceva. Lo congedò con un cenno del capo e balzò nuovamente. Le Hiramekarei erano trepidanti, non attendevano altro che cimentarsi in una nuova battaglia. Da poco avevano assaporato le carni di una creatura divina; un'altra in così breve tempo era semplicemente doverosa.
Da lì a poco sarebbero giunti, per ora era il solo ad essere alla meta. Effettivamente era in anticipo, non poteva redarguirli.




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view post Posted on 30/9/2017, 14:35

Fraxure

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Narrato
Pensato
Parlato
Parlato Kage


I giovani sul tetto erano ancora in attesa di cosa gli sarebbe successo in quel luogo, ma il fatto che fosse stato Fuyu a condurli là faceva già srgere qualche dubbio: in fondo non sono in molte le persone con un'autorità tale da far eseguire, da lui, i propri ordini.
Poco dopo l'incertezza svanì, mentre la figura di Hayate, il nuovo od attuale Kage, a seconda dei gusti, compariva lentamente dall'unica rampa di scale presente. Dalle sue spalle si poteva intravedere uno dei sette manufatti vanto del villaggio.
Si avvicinò al gruppo e si fermò ad una distanza abbastanza breve da poter osservare i dettagli di ogni singolo presente, ma abbastanza lunga da averli tutti nel campo visivo.
In automatico tutti e cinque porsero i loro omaggi al personaggio appena apparso, come si confaceva per i rispettivi ranghi.

L'uomo che incarnava la massima espressione di forza nel villaggio gli esaminò solo con lo sguardo senza fermarsi, apparentemente, su un qualche dettagio particolare.
Akio in tutto questo stava cominciando a perdere la voglia di restare concentrato: era tra gli ultimi arrivati all'impervia vita del ninja, ma non aveva fatto altro che essere sbattuto e malmenato dai pezzo grossi dell'amministrazione. Ma mentre rifletteva, Hayate parlò.

"Chi siete"

Non una domanda. Un ordine. Semplice, ma con una risposta che non lo era affatto. Ogni parola doveva essere soppesata, e le sfumature del timbro di voce accordate in modo da non risultare offensive o sgradevoli per il loro interlocutore. Ma Akio ormai non se la sentiva di badare a tali dettagli.
Ad uno ad uno, ciascun membro del gruppo si presentò e la figura del Nakajima, l'ultimo ad avere la parola, si faceva più debole ancora prima che toccassse a lui. Tutti gli altri appartenevano ad un clan e, treanne per uno di loro, erano di rango Chuunin. Al suo turno Akio si presentò col suo nome, grad e sogno. Avendo il kage davanti volle cogliere l'occasione per presentarsi e provare ad evitare un incontro come l'ultimo che aveva vissuto con Hogo.

Ed in un momento si ritrovò con le lame dell'Artefice vicino a suo collo, pronte a colpire.

"Hai Paura?"

Dire che volesse intimoriro era un eufemismo, ma Akio non riusciva a curarsene ormai.

"Da quando ho iniziato la mia carriera ho incontrato psicopatici, sono quasi annegato due volte e sono stato malmenato dagli ANBU più di una volta.
Se avesse voluto farmi fuori lo avrebbe già fatto... Spero la smetta con questa scenata. Mi sentivo più in pericolo con Fuyu che qui: si capisce che ha bisogno di noi; ma come nuovo reggente non può ucciderci o farci scomparire. Fomenterebbe il malumore nel villaggio e creerebbe solo dei rischi o problemi inutili."


Quindi, certo di non essere in pericolo di vita, akio rispose con uno spavaldo:
"Di cosa?"

Il kage quindi allontanò le lame ed indicò tre ragazzi tra il gruppetto lì presente, tra cui anche Akio.
Ordinò, quindi, loro di presentarsi tra quattro ore alle porte del villaggio. Per il restante tempo avevano carta bianca su come spenderlo.
Il giovane aspirante fece un sospiro di sollievo: il restare rigido in posizine non faveva bene ai lividi che aveva ricevuto da Fuyu non molto tempo prima.
Nella sua agenda non c'erano grandi piani per il momento, era per lo più pronto alla partenza: dveva solo prendere il suo zaino in camera. Quindi, uscito dal palazzo, sulla via del ritorno, si fermò ai diversi siti in cui lavoravano i vari membri della sua famiglia per raccontare loro le ultime novità sulla sua partenza; iltre che per sapere cosa fosse rimasto nella dispensa per prepararsi un bento da portare via.

E così le quattro ore stavano per giungere al termine mentre il giovane si avvicinava, in orario, al luogo dell'incontro. Si era ripreso dai colpi in precedenza riposandosi un'oretta sul suo letto prima di preparare lo zaino. Era curioso su cosa stesse accadendo e cosa volessero da lui, ma era certo che tutti i fatti degli ultimi tyempi e quelli di oggi erano tutti collegati tra di loro. Ma nessuno sembrava voler condividere le informazioni.

"Questa storia, così non mi piace... Vorrei davvero che qualcuno si degnasse di spiegarmi che sta succedendo e cosa dovrò fare..."
 
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view post Posted on 1/10/2017, 20:54
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Allo scadere delle cinque ore di tempo erano tutti alle porte.
Primo fra tutti il Kobayashi, in anticipo sui tempi rispetto ai suoi sottoposti. Fortunatamente, stando a quanto riferitogli dal clone del solerte Fuyu, tutto era andato liscio come l'olio e Satomi, quella donna dalla personalità forte che aveva avuto il piacere (o dispiacere, a seconda dei casi e dei punti di vista) di conoscere giusto qualche ora prima, non aveva deragliato dal percorso né fatto nulla che potesse suscitare il suo fastidio o, peggio, che potesse infangare il suo nome. Ma aveva davvero fatto qualcosa per cui il nome del nuovo Mizukage potesse essere visto con un occhio diverso? Nell'aria si respirava tempesta; che fosse la tensione per l'imminente scontro o per le molteplici responsabilità che gravavano sulle sue spalle, soltanto l'Efebico poteva saperlo.

Successivamente arrivarono in ordine Sadayoshi Hozuki, provvisto di almeno una borraccia a vista e di una coppia di rotoli del richiamo con dentro chissà quale strano arnese, e il Nakajima, zaino in spalla. Quest'ultimo, a giudicare dall'espressione corrucciata di cui probabilmente non si era nemmeno reso conto, pareva pensieroso; l'altro, nella sua ineluttabile compostezza, riusciva in qualche modo a non tradire troppo emozioni e pensieri, ma lo sguardo basso e quei brevi sbuffi a braccia conserte ne tradivano l'agitazione. Dopotutto, chi era quello stolto che non aveva paura dell'ignoto? A loro non era ancora stato detto niente, in fin dei conti.. se non di prepararsi ed eseguire, come avevano fatto fino a quel momento, col capo chino, come semplici soldati. Un modo per testare la loro risoluzione? Un modo per testare la loro incrollabile lealtà? Possibile. Dovevano stare molto attenti, così come il loro terzo compagno di sventura che, ancora, stentava a palesarsi.

l4HusFm


Fu dunque il turno dei due spadaccini, Squalo e Diavolo. Nessuno sapeva cosa avessero fatto in quel lasso di tempo, ma sicuramente non si erano sprecati nel dispendio di energie (tutt'altro). Il giovane possessore della famelica Samehada, avvolta nelle sue pesanti bende ma mai dormiente, pareva avere ancora sul volto l'espressione serena e giovale di sempre. Sembrava proprio che la sua allegria e la sua voglia di vivere fosse incrollabile nonostante l'imminente disastro della natura che stavano per incontrare sul campo di battaglia, nonostante anche lui sapesse bene quale scenario di morte e devastazione poteva prospettarsi dinnanzi ai suoi occhi.. per la seconda volta. Il portatore della stimata e temuta Kubikiri, al contrario, pareva più pensieroso, quasi guardingo. Sentirsi osservati non è mai una cosa troppo bella, nonostante si fosse abituati ad attirare l'attenzione altrui per via delle armi esotiche che avevano scritto la storia della Nebbia, nel bene o nel male.. eppure c'era qualcosa che non andava, una nota storta.. o forse era tutto un eccessivo sospetto per nulla? Chissà. Certo era che quel sentirsi osservato non gli era proprio andato giù del tutto insieme al ramen.

E dulcis in fundo Harumi Yuki, tutta trafelata, con le sue trecce biondo paglia svolazzanti e gli occhi azzurro ghiaccio che tradivano tutta la preoccupazione di una giovane ragazza con la convinzione di essere in un ritardo spropositato (non era vero, era in perfetto orario) e per di più buttata in mezzo a tanti ragazzi, tra cui il Mizukage in persona, che idolatrava alla follia e che l'aveva scelta per compiere un importante dovere. Non sembrava porsi il problema del cosa dovessero fare, tanto più quello su quale sarebbe stato il prossimo compito da eseguire. Doveva fare bella figura, assolutamente! Si scusò con un mezzo inchino per essere arrivata per ultima, nemmeno avesse compiuto un peccato che gli sarebbe valso la revoca dello status di kunoichi.

E giunse il tempo di raggiungere il molo, dopo quella piccola riunione alle porte. Cinque maschi e una femmina, tutti piuttosto giovani ma con abilità uniche, pronti a rischiare la propria vita per servire la Nebbia e proteggerla dal demone codato che infestava l'abisso senza fine del loro mare. L'imbarcazione che avrebbero dovuto prendere spiccava in mezzo a quelle più piccole e gracili: sugli alberi le resistenti vele rimanevano legate sino a nuovo ordine, mentre sui fianchi pareva avere dei rattoppi rinforzati sulle parti più fragili e prevedibilmente più problematiche in caso di urto, d'un materiale lucido simile in tutto e per tutto al metallo, oltre che, disposti a tre per tutta la lunghezza di entrambi (due a prua, due a poppa, due sul ponte di mezzo), postazioni per il lancio degli arpioni. Proprio su quello di prua, alla destra - fiancata che si affacciava sul molo per l'imbarco - sostava Satomi, intenta ad armeggiare per assicurare meglio l'arpione e assicurarsi della mobilità della postazione.


Siete arrivati, finalmente! - esordì in direzione degli spadaccini, notandoli avvicinarsi insieme a nuovi membri di quell'equipaggio già ben nutrito che si preparava alla partenza.

Mizukage-sama. - s'intromise dunque un uomo, non troppo anziano, con corti capelli color miele e una veste semplice ma ben distinguibile rispetto a quella del resto dell'equipaggio. - E' un onore potervi accogliere su questo ponte. Come da vostro ordine, la nave è stata rinforzata e grazie all'aiuto di Satomi-san tutto è pronto per la partenza. Basta una vostra parola e spiegheremo le vele. - doveva essere il capitano, senza ombra di dubbio.

Contrariamente a quanto ci si aspettasse, la donna dagli occhi d'ametista non s'intromise nella discussione del capitano e semplicemente attese che il Kobayashi, insieme a Mizuguchi, al Kanada e ai nuovi compagni, salissero a bordo prima di andare incontro proprio al sovrano. -
Se volete, sotto coperta ho fatto allestire una sala per poter discutere e ragionare ancora sul piano d'azione; abbiamo dei sensitivi che staranno di vedetta e ci avviseranno non appena capteranno qualcosa.



Decidete voi come comportavi, se scambiarvi qualche parola alle porte o andare dritti al molo. Se il Mizukage ha delle direttive da dare sulla nave, lo faccia e che il resto dei compagni si adegui; sotto coperta potete rifugiarvi per ragionare nuovamente, alla luce della presenza di Akio, Sadayoshi e Harumi che, vi ricordo, essere ignari di stare andando incontro al demone tricoda. Satomi vi seguirà solo se c'è ordine del Mizukage sulla sua presenza a qualche eventuale riunione sotto coperta, altrimenti la vedrete stare per lo più sola, addossata alla ringhiera, a guardare le increspature del mare con un'aria rassegnata. Se qualcuno di voi vuole avvicinarsi a lei per parlarle, noterà che la sua espressione si indurirà nuovamente non appena si accorgerà di voi. Potete farle tutte le domande che volete, al prossimo post le risposte. Ovviamente potete interagire anche con gli altri NPC (capo della nave, Sadayoshi, Harumi) se non diversamente impegnati. Il primo ovviamente sta al timone, manco a dirlo. Ovviamente se avete domande su come li trovate e perché, sapete dove contattarmi.
Divertitivi in questo breve viaggio prima dello sfacelo più totale, e preparatevi psicologicamente.
 
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view post Posted on 4/10/2017, 11:16
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.wanderlust

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S h i n e n 深 淵 ❞.
L'Artefice

Kiri - Bijuu.
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~ Kiri ( Paese dell'Acqua)
❝ Bijuu ❞.


8Zak2BJ




Silente permaneva sulla soglia delle porte di Kiri, loco ove egli aveva convocato il successivo punto di incontro per coloro che erano stati incaricati di accompagnarlo in quella missione. Recepì con gaudio le informazioni che Fuyu gli aveva rivelato sulla condotta di Satomi una volta che era stata congedata dal Mizukage. Sapeva che, comunque, non poteva completamente fidarsi di quella donna e nel prosieguo vi sarebbero stati molteplici sinistri che avrebbero potuto radicalmente cambiare l'opinione che aveva di lei. Nel bene o nel male, a seconda del suo comportamento. Fu il primo a giungere dinanzi alle porte di Kiri, ma non poteva biasimare i suoi sottoposti dato che l'orario approssimato che aveva fornito loro non era ancora scaduto. Era entusiasta per quella spedizione, anche se tale emozione non era visibile sul suo volto, perennemente impassibile. Mostrare una parte del suo Io sarebbe stato un errore, o almeno lui lo riteneva tale. L'intento principale era quello di cumulare più informazioni possibili sui Bijuu, per fare in modo di accrescere il potere del villaggio che adesso governava e farlo prevalere sugli altri. La natura di Kiri era stata ridimensionata sin dagli albori dei primi eventi che la riguardarono, sia con la casata dei Momochi, sia con la disfatta dei vari governanti che si erano insediati, i quali non si erano mostrati in grado di sorreggere una responsabilità del genere. Probabilmente essere Kage in quel di Kiri soleva dire far confluire su di sé le attenzioni dei molti martiri del potere.

Scorse la figura di uno dei Chunin che aveva reclutato poche ore prima sul tetto; lo susseguiva il Genin sfrontato che aveva palesato senza remore alcuno di voler tentare di appropriarsi di una delle Sette. Se si fosse potuto immedesimare in lui, forse, avrebbe potuto scorgere un Hayate adolescente, il cui obiettivo era il medesimo, o quasi. Per tale motivo l'Artefice aveva soprasseduto su di una scelta tanto incosciente, dato che Akio non aveva la benché minima esperienza sul campo né tanto meno aveva affrontato una minaccia così fatale. Erano evidenti le emozioni che si alternavano sui loro volti; una tensione a dir poco disarmante ma comprensibile poiché erano loro ignote le motivazioni per cui erano stati convocati. Sarebbero stati informati successivamente, quando la contingenza incombente lo avrebbe reso necessario. Di lì a poco, dopo aver palesato un sorriso compiaciuto verso le due giovani figure maschili, avvertì l'mminente presenza dei suoi due colleghi, nonché consiglieri, i quali parevano non essere sgomentati da ciò che avrebbero dovuto affrontare. Lo Squalo, che già aveva dato lustro al suo carattere incauto, esibiva una certa indifferenza e pareva non essere colto dalla paura. D'altro canto il Diavolo era meno brioso; già aveva potuto carpire, almeno in parte, quel suo essere. Quasi si rispecchiava in quel perenne malessere di domande a cui, evidentemente, non sapeva rispondere. Aveva saputo apprezzare le sue capacità sia oratorie che logiche, ma covava nei suoi confronti una possibile infedeltà. Già aveva tradito un Kage, avrebbe potuto fare con lui la medesima cosa. Per ora poteva solamente fidarsi di quel ragazzo, sebbene con le dovute limitazioni del caso, ma era insita nel suo animo quella possibilità che difficilmente sarebbe riuscito ad accettare se si fosse rivelata tale.

Erano quasi al completo, l'unica a mancare all'appello era la ragazza, la seconda ad incarnare lo spirito femminile nel gruppo. S'accorse della sua presenza quando vide librare nell'aria una chioma aurea che contornava degli occhi glaciali, similari ai suoi. Quel diamante glaciale, capace di far ammaliare coloro che ne avessero sorretto lo sguardo. Il segno di riverenza a cui aveva adempiuto aveva un duplice scopo: discolparsi dal mancato ritardo e mostrare il rispetto che meritava il proprio Kage. Gesto esemplare, a dir poco. Le sorrise, per poi fare un cenno con la mano e richiamare l'attenzione di tutti. Era il momento di incamminarsi verso il Porto che era poco distante da lì.

- Possiamo andare. Loro tre ci faranno da supporto.

Disse, guardando i due Spadaccini ed indicando con l'indice i tre che erano stati scelti. Senza esitare ulteriormente si incamminò posizionandosi nell'avanguardia del gruppo. Sull'orizzonte poteva osservare i rilievi del Porto e delle barche che vi erano ancorate. Tra di esse vi era una particolarmente maestosa e di dimensioni ingenti rispetto alle altre. Dedurre che fosse quella la prescelta era a dir poco facile. Erano evidenti i rinforzi che erano stati applicati sullo scafo; a maggiorare la positività della sua deduzione sovvenne la presenza di molteplici postazioni per il lancio degli arpioni, così come era stato indicato durante il summit precedente. La figura di Satomi divenne nitida una volta che era esigua la distanza che li separava, la sua voce, poi, ruppe alcun dubbio. Arrivato al molo s'apprestò a solcare il ponteggio per avvicinarsi all'inviata dell'Ordine, ma la sua avanzata venne arrestata dalla voce di un uomo. Probabilmente si trattava del capitano dell'imbarcazione, difficilmente un membro dell'equipaggio di ruolo inferiore si sarebbe prodigato a colloquiare con il Mizukage in persona.

- La ringrazio, capitano. Salpiamo immediatamente, non abbiamo altro tempo da perdere.

Proferì l'Artefice, congedandolo con un sorriso sottile per poi incontrare nuovamente lo sguardo violaceo di Satomi. Per quel che riguardava il suo ultimo atto prima che ivi il collettivo giungesse, non poté fare alcuna istanza, dato che la reputò un'ottima idea. Avrebbe dovuto informare anche i novizi su quel che avrebbero dovuto fare e dare loro le indicazioni del caso.

- Ben fatto, Satomi-San. Faremo un breve riepilogo tra pochi minuti. Giusto il tempo di darvi modo di collocare i vostri bagagli.

Riferendosi al gruppo che pazientava alle sue spalle. Così fece anch'egli, sebbene fosse limitato il suo armamentario. Le uniche cose di cui disponeva le adagiò nella postazione sottocoperta, ove probabilmente avrebbe potuto ristorare se ne avesse avuto il bisogno. L'Adrenalina che fluiva nel suo corpo, però, era restia ad un momento del genere. Il volto freddo ed efebico dell'uomo osservava in tutta la sua incredulità ciò che gli si palesava dinanzi. Il mare, estesa pacata e quiescente, era ora retta da un senso di malsana follia, acconsentendo l'avvento dell'Artefice, uno degli emblemi della Kiri rinata. Non era quella la linfa che madida lambiva le coste della sua terra natia, come una tutela per quella progenie, ormai assuefatta dalla sua presenza. Si era insinuata in essa la paura; di una creatura famelica che ne traversava le acque, che distruggeva qualsiasi cosa potesse interrompere il suo cammino. Trascorsero pochi minuti, a dire il vero prima di richiamare nuovamente l'attenzione dei suoi sottoposti per l'ultimo colloquio in cui avrebbero potuto dialogare con ragionevolezza. Dinanzi alla bestia non vi sarebbe stata la possibilità di proferire parola alcuna; solo azioni programmate. Tutto sarebbe dovuto filare liscio per fare in modo di tornare nella propria terra senza alcun danno ingente. Anche Satomi era stata richiamata nella Sala. Voleva che fosse presente, anche per prendere nota delle novità che avrebbe dovuto riferirle.
Attese che giungessero sottocoperta, per poi proferire parola.

- Stiamo per intraprendere una missione pericolosa; potremmo rimetterci la nostra vita nel tentativo di debellare la minaccia che si attesta sui nostri confini. Voi tre dovete sapere che le creature codate sono state risvegliate ed adesso imperversano sulle terre di tutti i villaggi. Sono pericolose ma non sarà vostro compito affrontarla. L'unico incarico che vi affido è quello di proteggere Satomi-san - disse, indicandola - da eventuali colpi del Bijuu. Il demone che dovremo affrontare è il tre code, il Sanbi. Qualora dovesse servirci il vostro aiuto durante il combattimento non esiterete ad utilizzare qualsiasi tecnica conosciate per guadagnare un paio di secondi in più. Avremo bisogno di circa uno, due minuti, per permetterle di compiere il rituale che sigillerà il Sanbi. La sua sopravvivenza durante la lotta sarà la più importante da preservare; se dovessimo fallire il Bijuu giungerà nel nostro villaggio e non vi sarà alcuno che potrà fermarlo. Se la situazione lo necessitasse, dovrete mettere a repentaglio la vostra vita pur di salvaguardare la sua. Non accetto passi indietro.

Concluse, dando loro il tempo di presentare delle domande prima di porre fine alla riunione. Non voleva perdere più tempo; ormai era divampante la voglia di misurarsi con una potenza del genere. Era la medesima sensazione che aveva sentito quando si era ritrovato dinanzi al Dio bicefalo dei Serpenti. Era la medesima sensazione di quando aveva infilzato il corpo di Hogo. Una sensazione d'insana follia; la sensazione che gli avrebbe potuto garantire la sua vittoria.

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view post Posted on 5/10/2017, 01:05

Fraxure

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Narrato
Pensato
Parlato


Giunto sul molo il genin si felicitò del fatto di aver portato con sè il suo zaino, con tutti gli accorgimenti necessari per una partenza immediata.
Ma provava anche sorpresa nel vedere chi sarebbero stati i suoi compagni di viaggio; una compagnia di tutto rispetto. Il primo a spiccare era senza ombra di dubbio il Mizukage, la più alta figura istituzionae e militare, a seguirlo, gli unici altri due membri de "I 7 spadaccini della nebbia", lo Squalo ed il Diavolo, ed infine i due chuunin che aveva incontrato poco prima quello stesso giorno.
Il gruppo stava dirigendosi ai moli, molto probabilmente avrebbero viaggiato per una buona parte del tempo su di una barca. Akio iniziava a vedere nubi scure all'orizzonte, metaforicamente parlando.

"Ooook... Sono stato scelto personamente dal Kage per una missione a cui partecipa lui stesso e gli altri Spadaccini. E ci ha definiti solo come 'supporto'; inoltre stiamo per navigare su mare.
Non vedo proprio come poter trovare un lato positivo in tutto ciò...

Se il kage vuole supporto non è certo per la prima missione che gli capita, e soprattutto non lo chiede ad un Genin anonimo come me. E soprattutto, nessuno mi ha ancora spiegato un'acca: non lo sopporto..."


Akio cominciò a ricordare in automatico le uniche due esperienze che aveva coi natanti. In una si era sentito male, nell'altra, seppur non proprio dovuto al mezzo, aveva rischiato di lasciarci e penne in una strana tuta imbottita.
Memorie che non lo aiutavano di certo a tenersi tranquillo.

Giunti all'imbarcazione prescelta al gruppo si unì la figura della donna di nome Satomi; una figura che il giovane era convinto non facesse parte del villaggio della nebbia.
Dopo un breve scambio tra la nuova arrivata ed Hayate, il gruppo quindi salì sul ponte pronto a lasciare i propri bagagli nelle stanze loro assegnate, per poi partecipare al brieing della missione.
Akio, a testa bassa, si diresse alla sua cabina senza nemmeno tentare di scambiare una parola con gli altri presenti, si sentiva come un pesce fuor d'acqua essendo l'unico genin presente oltre che l'unico senza una evidente caratteristica.
Per il momento non sembrava soffrire ancora di mal di mare, ma avrebbe comunque fatto attenzione ai primi cenni di malessere.

La stanza era piuttosto semplice e spartana: una cassa per riporre gli effetti personali, un' amaca per dormire ed una sedia; solo tre elementi nel minimo spazio necessario perchè non si dessero fastidio tra di loro.
Sistemato lo zaino Akio si diresse al briefing ansioso di scoprire finalmente cosa stesse accadendo.

Alla fine del discorso cominciò a rimpiangere di aver voluto sapere i fatti.

"In breve, una creatura leggendaria si è risvegliata e noi abbiamo decisa di rimetterla a nanna... ed il mio compito è quello di difendere, con ogni mezzo necessario, Satomi in modo che completi la tecnica che ci salvera tutti.
Ooottimo.
Promemoria: non accettare missioni future che prevedano barche. Portano male."


Nessuno aveva ancora parlato per esprimere i propri dubbi sulla faccenda, forse avrebbero accettato la situazione come gli veniva presentata; ma non Akio.
Aveva finalmente l'occasione di avere delle risposte e non voleva lasciarsela sfuggire. Era anche piuttosto sicuro che si sarebbe, con molta probabilità, rimediato una lavata di capo o qualche colpo per quello che stava per fare.
Quindi alzò la mano.

"Io avrei qualche domanda. Questo fantomatico rituale in cosa consiste? O meglio, può essere fatto su di una nave o deve essere fatto a terra? Mi piacerebbe sapere se dovrò combattere in mare o sulla terraferma.
Poi, quanto è aggressiva la bestia e dove si trova? Se consideriamo ogni secondo prezioso, non è possibie iniziare lo scontro avendo Satomi già che esegue la tecnica?
Ed infine, c'è un qualche piano da seguire o siamo per l'opzione 'colpitelo con tutto quello che avete'?"


Dopo essersi sfogato si sentì meglio, anche se gli erano state date delle informazioni, queste erano a dir poco insufficenti.
Fendere gli attacchi di una tale creature era nel campo delle missioni suicide, e senza un piano concreto e comune, che aumentasse il più possibile le probabilità di successo Akio non prevedeva di riuscire a tornare a casa.
 
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view post Posted on 6/10/2017, 11:38

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Attese con pazienza la risposta del suo compagno continuando a consumare le porzioni ordinate in precedenza, senza però mai perdere di vista la ciotola del collega. La parole che udì risuonarono quantomai veritiere e, probabilmente, solo uno spadaccino avrebbe potuto comprendere il vero significato nascosto tra di esse. Il legame con le sette andava ben oltre il semplice contatto fisico tra carne ed acciaio; il tutto si sviluppava oltre l'umana comprensione, fondendo le due cose fino a formare un'unica entità. L'una il prolungamento dell'altra.

(Non sono l'unico "pazzo" allora...)

Con quel pensiero in testa si apprestò a terminare l'ultima pietanza rimasta, non prima d'aver spazzolato quanto rimasto nei piatti dinanzi a se. Un lungo sbuffo accompagnò la fine di quella scorpacciata, con le mani che andarono a battere leggermente sullo stomaco, dichiarando definitivamente la resa. Era sazio finalmente e questo avrebbe reso quella missione un po meno "amara".
S'alzò dalla sedia soddisfatto del pasto, invitando il Diavolo a seguirlo. Era tempo di incamminarsi, il tempo a loro disposizione era quasi terminato.


Puoi inviare il conto al palazzo del Mizukage...ciao Yoshi!

Disse mostrando il proprio sorriso più luminoso, accompagnando il tutto con un ampio saluto della mano. Prese quindi a camminare in direzione delle porte d'uscita dal villaggio, seguito a ruota da Kazuku che come al solito risultava piuttosto pensieroso.
Non impiegarono più di una decina di minuti per giungere a destinazione: in lontananza l'imponente cinta muraria cominciava ad acquisire forma attraverso la nebbia, palesando una certa maestosità. Il grande portone d'ingresso era spalancato e proprio alla base di esso era palese la presenza di diverse figure i cui tratti somatici si rivelarono una volta che i due spadaccini giunsero a pochi passi da quella carovana improvvisata. Mitsuaki riconobbe immediatamente la chioma albina del neo-Mizukage, riservando lui un lieve cenno del capo. Gli altri due presenti invece erano novità in quella spedizione e lo spadaccino si rese conto di non averli mai incrociati nel suo percorso. Osservò entrambi con curiosità cercando in qualche modo di scorgere caratteristiche particolari ma non poté determinare nulla di tutto ciò, limitandosi quindi ad un saluto scarno.
Ma fu proprio quando l'attenzione dello Squalo parve concentrarsi altrove che al gruppo venne affiancata una nuova presenza. Capelli biondo platino, occhi dalle tonalità del cielo più limpido ed un fisico slanciato ma con le curve ben delineate. Gli occhi dello spadaccino si posarono quindi sulla ragazza e li vi rimasero per tutto il tragitto verso il molo. Una nuova conquista in vista? Probabilmente no.
Per quanto era preso non si accorse neanche d'essere giunto al molo e che il gruppo stazionava ora al di sotto di una grossa imbarcazione tutta bardata per l'occasione, con evidenti rinforzi su entrambi i lati e con varie postazioni per il lancio di arpioni. La voce di Satomi lo riportò alla realtà, mentre quella dell'uomo che si identificò come il capitano li avvertì che tutti i preparativi erano stati ultimati e che la barca era pronta a salpare in ogni momento. Come prevedibile Hayate invitò tutti a salire a bordo in modo da poter sciogliere gli ormeggi immediatamente: sarebbero partiti in quello stesso momento, non v'era altro tempo da perdere.
Attraversò la passerella celermente, recandosi immediatamente sul ponte della nave dove avrebbe atteso fino a quando tutti non fossero pronti per partecipare all'ultimo briefing antecedente la missione. Non aveva bagagli con se, tutto quello che serviva era ben saldo sulle sue spalle avvolto da spesse bende. Per tutto il giorno la sua compagna era rimasta silente, più del solito. Persino ella percepiva il pericolo ma, d'altro canto, non poteva ignorare una tale fonte di chakra sia per quantità che per qualità. Non avrebbe avuto altre occasioni di partecipare ad un banchetto tanto prelibato e mai si sarebbe persa il piacere di strappare del nutrimento da quella creatura. Ma per ora se ne stava buona, in attesa del momento propizio.
Uno sguardo a poppa in direzione del porto, quasi a voler osservare per l'ultima volta l'amato villaggio, ed infine uno a prua verso quel mare sconfinato e che di li a poco sarebbe stato teatro di quel cruento scontro. Con passo cadenzato si apprestò quindi a scendere sottocoperta, fino a raggiungere la sala adibita per quella specifica riunione. Giunto nella stanza non proferì alcuna parola, andando a posizionarsi poco più a destra dell'Artefice e poggiando il proprio corpo contro una delle pareti in legno. Ascoltò attentamente le parole del Mizukage sebbene il suo sguardo fosse perennemente sulla biondina in cerca di un qualche responso positivo. Osservò quindi la sua reazione e quella degli altri due alla notizia di quello che stavano per affrontare, lasciandosi sfuggire un leggero sorriso. Anch'egli inizialmente era rimasto incredulo nell'udire di quelle leggende tramutarsi in realtà e solo il fatto d'aver percepito quell'esplosione di chakra lo aveva convinto della veridicità della cosa.
Stando a quanto riferito dal jonin i tre avrebbero fatto da supporto a Satomi durante il rituale e solo in caso di estrema necessità sarebbero intervenuti nella battaglia.


(Almeno so di potermi concentrare sullo scontro senza preoccuparmi di proteggere Satomi. Sembrano tutti buoni guerrieri...ed è certo che se ne usciamo vivi le chiedo di uscire, è proprio il mio tipo...si, è una donna, penso basti...)

A quel pensiero seguì un breve risolino, mentre sullo sfondo la voce di uno dei tre si fece largo nella stanza, alla ricerca di risposte soddisfacenti ai suoi molteplici quesiti. Aveva parte di quelle risposte, certo, ma non si permise di prender parola. Avrebbe lasciato quel compito a chi di dovere.
Rimase quindi in quella posizione, chiudendo delicatamente le palpebre e lasciandosi cullare dal fruscio delle onde contro l'imbarcazione. Un respiro profondo, dopodiché il silenzio.


<attivazione/passiva> -Sensitivo- [Liv 2: 44/50]
"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

-Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."

Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range

NB: Per individuare le Trappole basate sul chakra (int) si deve utilizzare l’ abilità sensitivo in modalità attiva, pagando il rispettivo costo, ma senza aspettare alcun turno.

[Stm: 123 - 6 = 117] 1° turno
 
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view post Posted on 7/10/2017, 12:12
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The Almighty Shitlord

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Una bella domanda quella rivoltagli da Mitsuaki. Una domanda che già gli avevano posto in precedenza ed era stata accolta, con le sue conseguenze, con un certo astio di fondo. Era lui a non andare bene o erano quei ragazzi?
Sospira, perchè sa che solo il nuovo proferire di quelle parole potrà donargli una reazione uguale o contraria a quella ricevuta pochi giorni prima.

Per quanto possa sembrare semplice, ho scelto questa lama..

Indicando con un cenno di capo la Mannaia, i pozzi scuri che poco dopo ssi perdono nuovamente nel proprio brodo caldo.

perchè è l'unica lama che mi poteva completare, e che avrei potuto far crescere assieme con la mia consapevolezza, il rapporto spadacccino-spada non è mai univoco, perchè se così fosse beh, non sarebbero dei genin ad impugnarle,
non credi?


Domanda quindi, poco dopo scostando un paio di bene onde cominciare a consumare il proprio ramen: era buono e caldo. La gola riarsa si scalda man mano che il brodo scivola per la gola. Una sensazione piacevole.
Le risposte di Mitsuaki gli fanno sollevare le sopracciglia e-perchè no- sorridere:
alla fine le sue motivazioni non erano tanto diverse dalle sue: lui aveva puntato alla spada più forte, mentre egli crede di poter rendere più forte anche la spada portandola, ed onorandola con il sangue dei propri nemici. Un sangue che la crudele spada aveva richiesto in tributo la prima volta che si erano incontrati,
un momento che non dimenticherà mai finché avrà respiro.
Scuote il capo quindi alla richiesta dello Squalo di mangiare anche il proprio ramen, una reazione tutto sommato divertente che tuttavia non incontra particolare ilarità da parte sua: se si sorride sempre dopotutto quell'espressione perde il proprio senso, perché sciuparla in continuazione.

No, ma capisco ora cosa intendevi con mangiare

Commenta, lievemente ironico, per poi prendere ed alzarsi, dirigendosi una volta terminato il proprio pasto verso il molo assieme al compagno.
Ancora quella sensazione di essere osservati.

Ancora

La odia. C'è così tanto di cui vorrebbe parlare al compagno, così tanto da pianificare, eppure quella sensazione gli fa comprendere come non sia saggio farlo. Che sia un membro del Kyo-Dan, che sia un membro dei Taisei o un Anbu di Kiri, è meglio non rischiare diffondendo informazioni o pareri particolarmente sensibili. Non si sa mai insomma.
Una volta giunto al molo gli occhi cadono in primis sugli accompagnatori del Mizukage. Sono ragazzi esattamente come lui, alcuni bambini. Una di essi è una ragazza bionda, dal fisico longilineo, una figura che probabilmente altri coetanei avrebbero definito carina. Ma a lui la bellezza non interessa: a lui interessano le capacità. L'amore rende deboli e prevedibili, ed egli ha avuto la fortuna di non conoscerlo mai, di non vederlo neppure nei primi anni all'interno della propria famiglia. Forse un ringraziamento sarebbe dovuto al padre, se egli lo considerasse tale.
Prende dunque un ampio respiro, non vuole rischiare di domandare delle competenze di ognuno di loro all'aria aperta, quegli occhi potrebbero essere puntati ancora su di loro. No: qualunque quesito verrà rivolto al gruppetto solo una volta giunti sotto coperta come Hayate ha suggerito. Una idea tutt'altro che stupida.
Si muove quindi sotto coperta, attendendo che all'interno dell'imbarcazione giungano tutti i presenti all'esterno sul molo prima di aggrottare la fronte nell'udire le domande di Akio. Domande legittime per una persona che non sa a cosa va incontro. Un mistero necessario per evitare che troppi sapessero ciò che pochi dovevano affrontare, eppure che ora rischiava di volgersi contro di loro.

Come più tardi spiegherà in maniera molto più compiuta il Mizukage

Comincia a parlare, dopotutto è stato lui stesso a proporre il piano che verrà in gran parte seguito, quindi perchè non dovrebbe permettersi di parlarne. La voce è calma, priva di inflessioni emotive mentre lo sguardo si posa sul volto di Akio,
vuole studiarlo.

lo scontro sicuramente inizierà in acqua, e come poi vi verrà esposto prevede di portare l'avversario in acque basse o, meglio, sulla terraferma dove sarà meno agile. L'aggressività della bestia è una incognita, così come il suo potere, ma posso garantirti che la prima aumenterà nel momento stesso in cui decideremo di ingaggiare. Inoltre, pare che abbia la capacità di trasformare in corallo ciò che tocca, non sappiamo se sia una capacità involontaria o meno,
di conseguenza è meglio evitare attacchi a distanza ravvicinata o, peggio, a mani nude: dubito che vorrai scoprire quanto è potente la capacità di trasformazione sul tuo pugno mh?


Domanda, poco dopo osservando Hayate, come a comprendere tacitamente se le sue parole siano fuori luogo o meno.

Piuttosto ciò che non deve per me essere una incognita sono le vostre capacità, per cui desidererei udire, da ognuno di voi, nome, cognome e le vostre specialità

Riferendosi ad Akio ed i due shinobi con lui, passandoli in rassegna.

Per il resto, la battaglia che affronteremo sarà una battaglia furiosa per la Nebbia. Onoratela, non sacrificatevi stupidamente e combattete per essa sapendo che il suo sguardo oggi si posa su tutti voi. Non deludetela

Il Mizukage è con loro, lui -il Diavolo- è con loro, così come lo Squalo: mai uno shinobi ha avuto a Kiri miglior occasione per dimostrare le sue capacità. Nessuno. E questo è un concetto che vuole che sia ben chiaro. Un concetto che spera possa divenire una motivazione.
Un solo cenno del capo a Satomi, a volerla tacitamente salutare, non è necessario volgere altre parole alla sua persona. Non risponde per quanto concerne il rituale, ormai la sua scelta a riguardo l'ha fatta e l'ha comunicata al proprio superiore.
 
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view post Posted on 9/10/2017, 19:46
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All'ordine del Kobayashi, l'intero equipaggio, guidato dalla voce perentoria del capitano della nave, s'adoperò per levare le ancore e ammainare le vele; una coppia di sensitivi s'arrampicò rapidamente sino alla vedetta circolare dell'albero di maestra, mentre l'uomo dai capelli color miele si avviò verso il timone stringendo meglio la bandana sulla fronte, pronto a governare la sua nave attraverso i flutti impervi dell'oceano. Gli accompagnatori del Mizukage furono fatti accomodare sottocoperta e lasciati dunque liberi di liberarsi dei pesi prima di raggiungerlo nella stanza principale, adibita a sala strategica. Non uno sfarzo la dentro, se non per le vetrate sgranate e i bottini marittimi d'un semplice lupo di mare; un tavolo con sopra una cartina, fermata alla bene e meglio con il cadavere di una bottiglia di liquore d'annata e un coltello, letteralmente conficcato per tener ferma la carta sul legno del piano sottostante. Una X d'inchiostro rosso sangue, scarabocchiata sulla ruvida superficie che illustrava parte dell'oceano, indicava il luogo dove, presumibilmente, il demone s'aggirava.
Arrivarono tutti prima di Satomi, impegnata nell'istruire velocemente i mozzi sull'utilizzo delle postazioni lancia arpioni e sul dove mirare una volta scoperta l'esatta posizione della creatura che andavano cercando. Cercava di mantenere la calma, mentre spiegava; erano tutti spaventati, nonostante stessero facendo del loro meglio per mantenere l'onore e portare a compimento il proprio dovere. E non poteva fare a meno di provare anch'ella quella paura, che la ragione cercava di spingere in un angolo buio del suo cuore e della sua mente. Doveva essere forte, per tutti: per il giovane Koyame, a cui aveva sottratto il compito nella speranza che non dovesse mai vivere in prima persona quelle tremende emozioni; per Kataritsuen, che contava sul loro aiuto per rimediare alla follia dei seguaci del Kyo Dan; per quel villaggio e per il mondo intero, affinché la potenza distruttiva dei bijuu rimanesse per sempre un lontanissimo ricordo. Sospirò, prima di aprire la porta in legno davanti a sé ed entrare finalmente nella sala dove l'attendevano per il briefing. Erano tutti giovanissimi rispetto a lei, persino i nuovi arrivati che il Kobayashi mise al corrente della situazione davanti a tutti loro.
Compito di questi? Proteggerla. Dei ragazzini dalle abilità speciali avrebbero dovuto prendere il proiettile al posto suo, al fine di compiere il rituale per imprigionare il demone tartaruga dalle tre code. Quel ragazzino dai capelli rossi, dall'atteggiamento un po' sfrontato; l'altro corvino dall'espressione seria e la bambolina bionda poco distante, che teneva ambo le mani strette davanti al petto. Quest'ultima era quella che mostrava maggiormente quello che le passava per la testa, e si vedeva chiaramente che era un tantino preoccupata. Fu il rosso a prendere il coraggio a due mani per spezzare il pesante silenzio che aleggiava dopo l'amara notizia: sviscerò varie domande, vomitandole tutte d'un fiato, praticamente tradendo la pesantezza che il suo animo provava nel trovarsi invischiato in quella storia. Lo capiva. Gli avevano praticamente detto che tutti loro avevano un cappio intorno al collo, e che la sua vita valeva meno della sua.
Contro ogni pronostico - avrebbe volentieri preso la palla al balzo, ma preferì lasciare al Kobayashi il compito di mettere al corrente i propri sottoposti - rimase in silenzio in attesa che rispondesse chi di dovere, sulla strategia e sul luogo dove avrebbero incontrato la pericolosa creatura. L'aveva segnata sulla mappa dopotutto, e quelle erano informazioni che il loro capo doveva fornir loro, non certo lei. Fu il Mizuguchi a parlare della strategia, chiedendo infine ai tre nuovi di presentarsi e di informare tutti circa le loro capacità in battaglia. Ottima idea, avrebbe potuto aiutarli forse se avesse saputo di cos'erano capaci - cosa che gli spadaccini non avevano fatto, a discapito dell'aiuto che stava loro fornendo.


Prima che prendiate parola, rispondo velocemente alla domanda del vostro compagno.. - s'intromise, interrompendo sul nascere l'impeto della ragazza che subito stava prodigandosi per presentarsi. - Posso eseguire il rituale sia qui, sull'imbarcazione, in mare aperto se necessario, sia sulla terraferma.. ma non posso prepararlo prima. C'è bisogno di estrema concentrazione e di una certa vicinanza al demone perché abbia effetto; per questo motivo l'imbarcazione è munita di arpioni e per questo motivo il piano del Mizuguchi prevede di trascinarlo sino alla terraferma, dove sarà più lento nei movimenti ma non più vulnerabile. - sciorinò, spiegando la sua parte, quella a cui nessuno di loro avrebbe potuto rispondere con precisione. - Il nostro non è un compito semplice, ragazzo. Ci apprestiamo a incontrare una bestia che capisce un solo concetto: distruggere. Non si farà scrupoli ad attaccarci, finanche riducendo in poltiglia qualsiasi cosa incontri sul cammino. - e tanto bastava per far capire quanto potesse essere aggressiva la tartaruga dalle tre code, così come gli altri demoni in giro per il mondo a seminar caos e terrore.

Nuovamente silenzio, pesante. Erano informazioni che avrebbero dovuto digerire in poco tempo, e non era semplice già per un adulto rodato farlo, figurarsi dei ragazzini, per quanto coraggiosi e militarmente preparati.
Quando fu il momento di assecondare il volere del Mizuguchi ci furono reazioni contrastanti, soprattutto da parte dell'Hozuki dagli occhi verde petrolio e dalla compagna esuberante dai lunghi capelli biondo platino raccolti in due pesanti trecce. Se infatti quest'ultima non fece minimamente caso a chi ponesse la domanda e a come la ponesse, convinta di far solo una bella figura presentandosi a dovere ai suoi compagni di squadra per entrare in sinergia e ottenere una vittoria, pur sofferta, contro il demone (e probabilmente quell'esuberanza era un modo per esorcizzare la paura), il ragazzo non fu dello stesso avviso. Osservò il possessore della Kubikiri con un certo distacco, attendendo almeno un cenno da parte del proprio Mizukage per eseguire quello che aveva l'impressione di essere un ordine. Un genin che dava ordini a un chunin con tanto trasporto e tanta sicurezza era un qualcosa che non concepiva; poco importava avesse una delle leggendarie sette.. rimaneva comunque un inferiore di grado, e come tale gli doveva almeno un po' di rispetto.


Il mio nome è Harumi Yuki. - cominciò la giovane, facendo un mezzo inchino. - Il mio talento è la manipolazione del ghiaccio e della nebbia. Riesco a muovermi velocemente attraverso i miei specchi e non ho bisogno di entrambe le mani per creare le mie jutsu, me ne basta soltanto una. - concluse con un certo orgoglio, sorridendo.

Sadayoshi Hozuki, so manipolare l'acqua. - s'introdusse quindi il corvino, dopo aver scambiato uno sguardo con il Kobayashi, attendendo dal suo superiore il consenso per aprir bocca. - So adattarmi a qualsiasi circostanza e posso mutare il mio corpo, affinché possa anche compiere movimenti normalmente impossibili per chiunque altro. Posso maneggiare due armi, ma l'unica pecca è questa. - e diede un colpetto alla borraccia. - Devo bere e rimanere idratato, o le mie prestazioni subiranno un calo drastico.

Nel frattempo, il Kanada rimaneva stranamente silenzioso, quasi estraniato da tutto, mentre gli altri parlavano; ci voleva ancora del tempo per espandere i sensi, ma era sulla buona strada.



Mitsuaki ha bisogno di due turni per l'attivazione del sensitivo; questo il primo, al prossimo post i risultati.
Se sciogliete la seduta in questo post valgono le stesse regole del precedente, ovvero che siete liberi di fare quello che volete (organizzandovi fra di voi ovviamente) e di interagire con gli NPC.
"Satomi la vedrete stare per lo più sola, addossata alla ringhiera, a guardare le increspature del mare con un'aria rassegnata. Se qualcuno di voi vuole avvicinarsi a lei per parlarle, noterà che la sua espressione si indurirà nuovamente non appena si accorgerà di voi. Potete farle tutte le domande che volete, al prossimo post le risposte. Ovviamente potete interagire anche con gli altri NPC (capo della nave, Sadayoshi, Harumi) se non diversamente impegnati. Il primo ovviamente sta al timone, manco a dirlo. Ovviamente se avete domande su come li trovate e perché, sapete dove contattarmi.
Divertitivi in questo breve viaggio prima dello sfacelo più totale, e preparatevi psicologicamente." (cit. me)
 
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view post Posted on 9/10/2017, 21:01
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The Almighty Shitlord

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Rimane in silenzio ad ascoltare prima Satomi, poi a ruota due dei tre shinobi con loro. Pozzi scuri che si ancorano alla figura della ragazza mentre va a spiegare la necessità di svolgere sul momento il rituale. Eppure ancora non era miniamente presente il suo compagno dei Taisei: che si fosse realmente sbagliato riguardo la necessità di sigillarlo entro di lui? Oppure era solo un modo per tenerlo lontano dalla zona dell'ingaggio? Probabilmente quest'ultima: dopotutto se fosse solo un supporto non servirebbe a nulla lontano dalla sua compagna, o almeno così crede.
Ecco che poco rispondono i due, con l'Hozuki che esita ricercando l'autorizzazione da Hayate: aveva bisogno di un incoraggiamento per parlare o semplicemente era stato lui, mostrando niente se non distacco emotivo,a meritarsi una risposta che gli sembrava dovuta ad una autorizzazione terza generalmente non richiesta? La cosa non poteva interessargli di meno: è lì per lottare e se necessario morire, in caso ringrazierà con deferenza più tardi il chunin al suo cospetto.
Non appena ode le capacità della biona sgrana gli occhi, sorride apertamente perchè no, non esiste nessun altro clan in grado di lavorare in sinergia con le sue capacità come quello degli Yuki: se poteva potenziare davvero la sua nebbia quella sarebbe diventata un vero ostacolo per il Sanbi, al momento opportuno certo ma pur sempre un ostacolo: un animale che percepisce immediatamente un clima ostile si rifugia, un animale in lotta continua a farlo. La combinazione dei loro poteri poteva essere una interessante chiave per lo scontro ma tutto pareva proprio dipendere dal tempismo, un fattore che avrebbe fatto meglio a tenere a mente durante lo scontro.
L'abilità dell'Hozuki poi, era perfetta per lo scontro che stavano per intraprendere: un combattimento acquatico per uno shinobi che nell'acqua traeva letteralmente il suo sostentamento.
Uno sguardo ad Hayate dunque, uno sguardo grato: aveva decisamente scelto bene i ninja di cui circondarsi.

Entrambe le vostre abilità sono notevoli, sicuramente saranno cruciali nel corso dello scontro..Sadayoshi manipolando l'acqua, saresti in grado di ingaggiare il Sanbi già senza che esso riemerga dalle acque? E sopratutto questa tua capacità ti permetterebbe anche di limitarne in parte i movimenti, o infastidirlo, già in alto mare?

Domanda curioso, vuole assolutamente sfruttare i punti di forza dei ninja con lui, senza osare dare ordini -che pare infastidiscano i più sensibili- ma piuttosto concentrandosi sul comprendere appieno le potenzialità di chi si trova davanti per spingere a dargli il ruolo adatto all'interno del caos che si verrà sicuramente a creare.

alla luce di quanto hai affermato mi sembri sicuramente adatto a costituire l'avanguardia dello scontro, ma serve qualcuno che possa starti dietro ed in grado di interagire in sinergia con te, almeno come la vedo io

Voltandosi a guardare Hayate, facendogli intendere che no, non da per scontato il suo assenso ma si limita ad avanzare proposte.

ed a proposito di sinergie...Harumi tu sei in grado di potenziare la nebbia ed io di crearla, se lavoriamo assieme potremmo rendere l'intero ambiente ostile e, oltre che attaccare da più direzioni, fornire copertura ai nostri compagni ed ai loro attacchi di conseguenza. Come unico punto ti chiederei di usare i tuoi poteri della nebbia solo a scontro iniziato: se il Sanbi appena emerso dovesse percepire un ambiente eccessivamente ostile potrebbe fuggire ed attaccarci alle sue condizioni e ciò non voglio che accada...

Un sospiro quindi, attendendo che tutti possano o meno fornire le loro idee su come agire, salvo poco dopo andare su Satomi.
Il rituale richiede assoluta concentrazione ma anche copertura per fare in modo che l'avversario comprenda il più tardi possibile il suo ruolo. Quella copertura può fornirla lui, ma ha bisogno che lei sappia come muoversi.

a proposito del rituale aggiungerei che oltre che di assoluta concentrazione sarebbe preferibile tu godessi della copertura adeguata a svolgerlo: al termine dell'incontro salirò sul ponte e richiamerò la Nebbia: la densità rimarrà costante nell'ambiente per cui ti vorrei chiedere di osservarla attentamente e di scegliere come sfruttarla per celarti eventualmente al nemico..

In pratica non le richiede nulla se non la preparazione necessaria ad affrontare lo scontro.
La mano è ferma mentre il capo s'inclina verso il basso, ad osservare la mappa quasi fosse una distrazione: manca poco ormai al momento della verità, al momento in cui dovrà dare prova che quel braccio non è stata l'unica cosa che sacrificherà per la nebbia, né che la Kubikiri si è sbagliata a sceglierlo. È lui il Diavolo, lo sa. Deve solo provarlo.
Una ultima attenzione alla bionda dunque, osservandola con tutta calma, senza supponenza né deferenza.

più tardi vorrei aver modo in caso di affrontare più compiutamente il discorso di come le nostre abilità potrebberò trovare reciprpco rinforzo

E non c'è malizia, né trasporto emotivo, è una semplice constatazione.
Una volta terminato l'incontro cerca di congedarsi prima di muoversi con tutta calma sul ponte della nave. Quivi cerca di prendere un ampio respiro, divaricando le gambe mentre poco dopo tenta di concentrarsi richiamando il proprio chakra all'interno del corpo. Chakra che cerca di fluire in tutto il suo corpo in perfetto equilibrio. Gli occhi si socchiudono e i lineamenti del volto si tendono mentre all'espirazione successiva le iridi si spalancano all'improvviso.
Chakra che tenta dalla figura di lui di fluire nell'ambiente circostante, addensandosi, ingigendosi tentando di generare una fitta ed ampia coltre di nebbia fredda che tenta di espandersi in ogni dove. Presenza della nebbia che tuttavia non dovrebbe penalizzate né lui ne tutti i suoi alleati, a costituire un impedimento unicamente per il nemico. Nebbia di chakra che tenta di imporsi sull'ambiente circostante, divorando eventuale nebbia naturale come squalo fa con un debole pesce indifeso. Sarà lui il padrone del campo, non il Sanbi.
Dopo cerca di riprendere fiato, di calmarsi: non c'è fretta di consumare le energie, anzi quello è l'unico modo per morire in fretta.

Nebbia del Diavolo potenza:74
Stm: -4
Azione morta: +4 stm
Totale: 87

GDROFF: Edit dovuto alla mancanza della parentesi spoiler

 
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view post Posted on 13/10/2017, 01:29

Fraxure

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Nella saletta la discussione procedeva spedita; ed Akio ne poteva già intravedere la fine o per un motivo o per un altro. Le informazioni strettamente legate al caso erano state divulgate, ma in maniera appena soddisfacente; il piano d'azione, invece, era ormai quasi ultimato.
Concentrandosi sulla cartina distesa sul tavolo, fissata agli angoli in stile pirata, il giovane aveva perso l'occasione per presentarsi con gli altri due membri del team e di ricevere subito delle istruzioni.
Udendo le rispettiva abilità dei chuunin, il Diavolo aveva già approntato per loro dei ruoli abbastanza 'attivi'.

"Ah... credo di essere spacciato. Non appena dirò di cosa sono capace il mio destino non sarà piacevole. Eheheh... come se lo fosse per qualcuno dei presenti."

E con un ultimo sospiro mentale, e cercando di non dare troppo a vedere ai commensali il suo dramma interno, Akio prese infine la parola.

"Io sono Akio Nakajima. Genin. Sono portato per il combattimento ravvicinato usando una katana o sd armi simili; e conosco qualche jutsu difensivo... 'doton'."

Dovette fermarsi un attimo prima di poter pronunciare l'ultima parola.
Alla fine delle presentazioni, tirando le somme, si era reso conto di essere l'unico a saper usare la 'terra' per delle ninjutsu; un elemento che, se si prevede di affrontare un mostro possibilmente dotato di tecniche acquatiche, sarebbe di sicuro molto utile.

"E con questo il mio ruolo è deciso: con assoluta certezza mi affideranno alla difesa pura e semplice; non immagino quanti colpi mi dovrò prendere sperando di sopravvivere. E se la mia spada potrà reggere, senza di essa perderei molta della mia efficacia
Brr...
Sono abbastanza certo che anche un colpo solo mi sarebbe fatale..."


Ennesimo sospiro trattenuto dal giovane che già si vedeva dietro tutti nello scontro, come ultima e prima difesa di Satomi mentre ella eseguiva il rituale.
Un ruolo lontano dalla gloria; ma pur sempre uno 'sporco lavoro' che qualcuno deve pur fare. Non gli sarebbe dispiaciuto, però, avere la possibilità di declinare il compito; ma come gli era stato ricordato non molto tempo fa, alcune ore per essere esatti: "un ninja della nebbia esegue gli ordini impartiti".

Akio ormai aspettava la fine dell'incontro solo per formalità. Non credeva che ci fossero altri argomenti da trattare o domande che avrebbero potuto avere una risposta; inoltre non aveva preparativi da fare.
Avrebbe trascorso il tempo prima dello scontro nella sua spartana cabina riposandosi sull'amaca.
Pur cercando di controllarsi il più possibile la paura e l'ansia crescevano. Provando a riparmiare il più possibile le forze avrebbe cercato di tenere sotto controllo quegli impulsi che sarebbero stati solo d'intralcio. Unico lato positivo della situazione era il cuo stato di salute; al contrario del suo primo viaggio non accusava nessun malessere e il lento oscillare dell'amaca gli concigliava il riposo.
 
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view post Posted on 13/10/2017, 17:04
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.wanderlust

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S h i n e n 深 淵 ❞.
L'Artefice

Kiri - Bijuu.
separatore




~ Kiri ( Paese dell'Acqua)
❝ Bijuu ❞.


8Zak2BJ




Le sue parole erano state soppesate per non suscitare un timore ingente nelle anime di quei novelli shinobi, ma il suo tentativo fu reso vano da lì a poco. Non voleva celar loro i sinistri che li avrebbero attesi una volta ingaggiata la battaglia; era conscio che la paura che vi si poteva instillare avrebbe avuto solamente ripercussioni positive. Il pensarci, però, l'avere un turbinio di riflessioni in una mente cupa avrebbe potuto permettere loro di fare scelte azzardate, rette dall'inconsapevolezza, dal loro inconscio che tende, generalmente, a salvaguardare il proprio portatore. La stanza designata come loco di riunione non palesava alcun elemento sfarzoso a differenza della magione, ove era evidente l'accuratezza per la scelta del mobilio e degli oggetti di particolare rarità. Quell'ambiente gli era maggiormente congeniale; i troppi convenevoli avrebbero solamente distolto la minuziosa attenzione dei presenti. In ogni caso pareva essere stata trasposta la mappa che era stata posizionata sulla scrivania del suo studio; il segno che vi era stato trascritto riportava approssimativamente la zona ove il Sanbi si potesse aggirare. La sala iniziò ad affollarsi; tutte le persone richiamate al suo interno erano giunte, chi frettolosamente chi meno, e si apprestavano ad udire ciò che gli interessati avrebbero riferito loro. Il suo discorso aveva suscitato un timore ed una inquietudine generale, i volti dei presenti palesavano emozioni contrastanti sebbene tentassero di reprimere smorfie di vario genere. L'esplicita richiesta del Diavolo era comprensibile dato che solamente Hayate era a conoscenza delle loro abilità e come esse sarebbero potute essergli utili durante lo scontro. Non oppose alcuna istanza, lasciando che il discorso fosse fluido e che tutti potessero dire la propria opinione.

Il consenso indiretto da parte di Kazuku non ebbe alcuna conseguenza; lui era il Mizukage e le sue scelte non sarebbero mai state giudicate in modo diverso. Aveva fatto selezionare i papabili accompagnatori con attenzione e diligenza, prediligendo coloro che potessero integrarsi totalmente con la zona ove si sarebbe combattuto lo scontro. In ogni caso le proposte avanzate dal Diavolo non sembravano essere sbagliate, anzi, era un modo per incrementare le possibilità di successo dato che avrebbero raggiunto un livello di cooperazione tale da non incorrere in errori. Quando lo sguardo del ragazzo si orientava verso le fattezze dell'Artefice non riceveva alcun ammonimento, anzi, era impassibile ed il relativo consenso gli era conferito con uno schiocco di palpebre. L'unica cosa su cui avrebbe potuto contraddirlo riguardava la Nebbia; il bijuu stesso era in grado di plasmarla e, data la sua ingente potenza, non avrebbe avuto alcuna possibilità di ingannarlo o, quanto meno, di prevalere su quella che gli era avversa. Non interruppe la conversazione, poiché da quel che aveva potuto udire non si trattava della Nebbia di cui anch'egli era utilizzatore, ma di un tipo diverso, legata indissolubilmente alla Samehada. Gli era ignota tale peculiarità, una possibilità in più su cui poter optare pur di portar loro benefici. Una volta terminate tutte le istanze e le presentazioni del caso, ritenne che fosse giunto il momento di ritagliarsi un momento per placare la propria anima. Dovevano concentrarsi, cercare di esternare tacitamente tutte le emozioni che avrebbero potuto tediarli durante lo scontro. Essere solamente dei guerrieri, nulla di meno, nulla di più. Né eroi, né vigliacchi.

- Credo non ci sia più nulla da dire. Siete congedati fino a nuovo ordine. Preparatevi mentalmente e affilate le vostre armi. Manca poco.

Una volta che la stanza divenne vuota, si prodigò anch'egli verso l'uscita, chiudendo la porta alle sue spalle. Attese che giungesse il momento con le braccia poggiate sul passamano che dava sul mare, e lo sguardo diamantino indirizzato verso la direzione del tramonto, offuscato dalla nebbia che il Diavolo aveva appena generato. Sentiva quella sensazione glaciale lambirgli il derma, così diversa da quella della sua terra natia che sembrava non averci nulla a che fare. Però era confortevole, quasi familiare, quasi gli rimembrava che la sua azione fosse retta dal ruolo che ora impersonava. Quello non sarebbe stato il suo ultimo viaggio; doveva portare a termini molteplici obiettivi prima di poter esalare dignitosamente gli ultimi respiri.

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view post Posted on 13/10/2017, 17:57

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Le palpebre dello spadaccino rimasero chiuse per qualche istante, giusto il tempo di dar fondo a tutta la propria abilità nel percepire il chakra circostante. Aveva compreso che sull'imbarcazione erano presenti dei sensitivi ben addestrati ma, dopotutto, preferiva affidarsi al proprio istinto per stanare la bestia o eventuali altri pericoli presenti nelle vicinanze. Sullo sfondo andarono susseguendosi i discorsi fra i presenti: ognuno dei guerrieri scelti dal Mizukage stesso prese a rivelare i propri punti di forza su richiesta del Diavolo, sempre più motivato nel dare senso e continuità ad un piano già di base ben congegnato. Avere in squadra due membri di due clan tanto potenti non poté che rincuorare il giovane Squalo, piuttosto sollevato nello scoprire le caratteristiche peculiari dei due ragazzi.
La sorpresa fu però scoprire che il terzo membro selezionato era null'altro che un genin, senza apparenti abilità particolari agli occhi dei presenti.


(Perché questa scelta, Hayate? Eppure credo d'aver capito...)

Shinobi senza alcuna Kekkei Genkai ereditata alla nascita, gettato in una guerra ben più grande di lui.
Era il ritratto dei tre spadaccini presenti nella sala, divenuti "grandi" unicamente grazie alla dedizione ed alla propria forza di volontà. Che l'attuale Mizukage lo stesse mettendo alla prova come aspirante e futuro spadaccino? Questo Mitsuaki non poteva di certo saperlo ma, conoscendo la lungimiranza dell'efebico, tutto poteva essere.

Quando le iridi azzurre del ragazzo tornarono a godere della fioca luce della sala i discorsi sembrarono avere finalmente termine, con le ultime direttive ormai impartite a tutti i presenti. Ognuno aveva un compito e avrebbe dovuto portarlo a termine a costo della propria vita. Nessun ripensamento era concesso, troppo tardi per tirarsi indietro.
Sospirò silente mentre, assorto fra i propri pensieri, cercò di assopire la paura nei meandri più oscuri e celati del proprio animo solitamente giocoso ed ilare. Benché provasse in tutti i modi a nascondere quelle nefaste sensazioni persino lui non riusciva del tutto in quel compito tanto arduo.
Udì quindi l'Artefice pronunciare quella parole di congedo, accogliendole come manna dal cielo.


Vado a prendere una boccata d'aria fresca, se avete bisogno di me sono sul ponte...

Detto ciò si apprestò ad abbandonare la sala, risalendo in superficie attraverso la stretta scalinata in legno. Quando fu finalmente all'esterno un forte odore di salsedine inebriò le sue narici fino a riempire i polmoni d'un sentore tanto familiare per lo spadaccino. Il capo virò immediatamente verso prua ove Kazuku, visibilmente concentrato, era intento nel generare la propria nebbia. Quando la foschia creata dal Diavolo lambì il suo volto una sensazione familiare lo avvolse; la mano cercò di stringere la bruma la quale però sfuggente scivolò tra le dita come sabbia al vento. Dunque era questo il potere del suo collega.
Gli si avvicinò lentamente, prendendo parola solamente quando notò che l'operazione tanto accurata ebbe termine.


Una volta terminata questa missione mi piacerebbe sfidarti Kazuku...sempre se ne usciamo vivi, ovvio! Ed il perdente offre il pranzo, mi sembra chiaro...ci stai?

Era seriamente intenzionato a combattere contro quel ragazzo per scoprire fino a dove poteva arrivare il suo potenziale. E quale miglior occasione che scontrarsi con uno spadaccino come lui.
Attese quindi una risposta mentre un'ingente fonte di chakra prese piede a poca distanza da lui: si trattava di Hayate, uscito anch'egli allo scoperto. Voltò quindi il capo leggermente verso le sue spalle, lanciando un'occhiata decisa verso l'Artefice.


(E prima o poi sfiderò anche te...)

Non v'era astio o minaccia in quei pensieri, ma solo l'ardente desiderio d'essere il migliore.

Poco alla volta, finalmente, tutte le fonti di chakra nelle vicinanze iniziarono a prendere forma. Per prime quelle degli shinobi presenti sull'imbarcazione fino a scovare le tracce più recondite nei civili facenti parte della ciurma. Ogni respiro sembrava amplificare il suo raggio d'azione che di li a poco avrebbe coperto gran parte dell'ambiente circostante.


<attivazione/passiva> -Sensitivo- [Liv 2: 44/50]
"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

-Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."

Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range

NB: Per individuare le Trappole basate sul chakra (int) si deve utilizzare l’ abilità sensitivo in modalità attiva, pagando il rispettivo costo, ma senza aspettare alcun turno.

<passiva> - Goccia nel fiume del Karma - "L'acqua è sempre stata vista come un qualcosa di puro, innocente, limpido, simbolo della Vita. Dove c'è acqua infatti esiste anche la voglia di continuare a sopravvivere, una speranza che arde come una fiamma inestinguibile. Tale purezza scorre come un fiume placido nel flusso del Chakra del ninja che possiede tale elemento, rinvigorendo così non solo le sue membra, ma anche il suo spirito. Ogni impresa, per quanto ardua, potrà si buttare giù lo Shinobi, ma questo animato dal potere del suddetto elemento troverà sempre la voglia di rialzarsi e di continuare. Per questo chiunque possieda un discreto controllo sull'Acqua può fare propria ogni sfida, facile o ardua che sia, recuperando dunque un quantitativo di Stamina ogni due turni pari a 5/7/10/15, giusto per non ritirarsi, inoltre, sempre per la voglia di continuare a combattere in perfette condizioni la Stamina che essi recupereranno con un'Azione morta verrà moltiplicata per 1,5."

[Stm: 117 - 6 (sensitivo) + 9 (passiva) = 120]

2° turno - Sensitivo attivo
 
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